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Autore: 50shadesofLOTS_Always    05/07/2017    3 recensioni
Dal testo: “« Sei felice? ». Tony si ricordò che Babbo Natale era già arrivato nelle case. E quel regalo lo ripagava dei precedenti mai arrivati."
La vita del genio, filantropo, plurimiliardario ed ex-playboy Tony Stark continua e, stavolta non è solo. Al suo fianco Pepper, l'unica donna di cui gli sia mai importato davvero, in mezzo agli ostacoli della quotidianità. Non senza un po' di azione...
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Al contrario della precedente ff/prequel "Take me Back To the Start", questa raccolta sempre senza una precisa trama è nata adesso, frutto della mia nostalgia per questi due adorabili zuzzerelloni. Quindi la parola la chiave è ancora una volta PEPPERONY!
[ancora probabile OOC di Tony/ perchè l'attesa di nuovi film porta speranza eheh/ dannatamente song-fic]
Genere: Angst, Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James 'Rhodey' Rhodes, Nuovo personaggio, Tony Stark, Virginia 'Pepper' Potts
Note: Lime, Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
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- Questa storia fa parte della serie 'Iron Family'
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Novembre 2008
Degli indumenti ormai freddi giacevano lungo la rampa di scale e sparsi sul pavimento della camera. Era avvolta dal buio, interrotto solo dai lampi che crepavano la massa di nubi plumbee, oscuranti la volta celeste. Sembravano averci ripensato ed erano tornate indietro su Malibu e sul resto della California.
Pepper sentiva le gambe molli, ma né lei né Tony volevano abbandonare il paradiso che avevano raggiunto. Le sfuggì un altro gemito quando i denti di Tony le stuzzicarono la pelle ipersensibile dei seni e poi i capezzoli turgidi. Ondeggiò i fianchi seguendo il nuovo ritmo dettato dal proprio uomo, arcuando la schiena e cercando di dare un ordine alle sensazioni che stava provando. Non ci riuscì e fu costretta ad aggrapparsi alle sue spalle tornite. Esigente, Tony continuò a muoversi finché non vennero entrambi all’unisono. Sulle labbra aveva il suo nome, quando abbandonò il viso contro il collo della donna. Era stato meraviglioso, ancora di più se mai fosse stato possibile. Gli aveva detto sì. Aveva accettato.
Poi lei lo spinse sul materasso, ribaltando la situazione e ritrovandosi a cavalcioni sul suo bacino. Tony drizzò il busto, col volto a pochi millimetri da quello di Pepper fiocamente illuminato dall’intensa luce azzurra del Reattore Arc sul suo anulare.
« Ti piace? » le chiese con un cipiglio di vanagloria, percorrendo con le dita il solco della sua schiena per poi cingerle i fianchi con entrambe le braccia.
« Molto » rispose lei, ammirando il singolare monile.
Si chinò, prendendogli il volto tra le mani e baciandolo.
Tony la strinse a sé mentre spostò le labbra sulle sue guance, poi lungo il collo e le inviarono altre scariche di piacere dritte al cervello che, come quello dell’uomo, era immerso in un brodo di endorfine e serotonina.
 
Al mattino, i tuoni continuavano a balenare in lontananza mentre la pioggia si era ridotta ad un sottile schermo di aghi così piccoli da risultare invisibili ad occhi nudo.
Pepper si svegliò, le membra ancora intorpidite dal sonno e dall’attività notturna. Sollevò le palpebre e la prima cosa che vide fu la propria mano sinistra, adagiata sulla parte di letto dove prima c’era Tony. L’anello riluceva ancora. Sorrise girandosi sulla schiena e allungando braccia e gambe per stiracchiarsi pigramente. Facendo attenzione, si mise seduta sul bordo del giaciglio, si passò una mano fra i capelli annodati per poi alzarsi e farsi una bella doccia.
Uscita dal bagno, indossò della biancheria pulita e scese al piano di sotto da cui proveniva un acre odore di caffè bruciato. Scosse il capo rassegnata quando vide Tony con uno straccio abbandonato scompostamente sulle spalle, con indosso solo dei pantaloni di tuta. Si appoggiò al muro con una spalla e percorse il torso nudo, scorgendo i segni di vecchie cicatrici per poi soffermarsi sul lato b. Lo aveva visto tante volte girare per la Villa seminudo e un tempo lo avrebbe sgridato per essersi fatto trovare in quelle condizioni da lei. Non senza concedersi uno sguardo furtivo perché, pur sapendo di essere la sua assistente, era stato arduo far finta di non apprezzare tutto quel bel vedere…
« Non è educato guardarmi il fondoschiena, Potts » la parafrasò lui, girando le frittelle mentre altre le aveva già sistemate in un piatto con sopra una quantità industriale di sciroppo d’acero.
« Non è illegale però » rispose lei, ricordandosi la sua risposta di poche settimane prima.
Si avvicinò al banco della cucina ed osservò il piatto con le frittelle. Raccolse una goccia di sciroppo con un dito che poi si portò alla bocca. Nel mentre Tony sistemò la seconda porzione di frittelle per poi bloccarsi quando si girò verso di lei. I suoi occhi scesero sulla sua figura e per poco non gli cadde la mascella. Era praticamente nuda coi capelli rossi ancora umidi per la recente doccia, tenuti su una sola spalla. L’unico “schermo” era un misero completino intimo firmato Victoria Secret, consistente in un reggiseno decisamente poco coprente e un perizoma. A rendere quella visione più sensuale, nella mente a volte perversa di Tony, il pancione di ventiquattro settimane giorno più giorno meno. Quando la vide leccarsi l’indice, in un gesto del tutto innocente, dovette ingoiare un fiotto di saliva. Sentendosi osservata, Pepper si volse nella sua direzione.
« Se non ti sbrighi, ci entreranno le mosche » lo canzonò, mettendogli un dito sotto al mento per chiudergli la bocca. Poi prese una forchetta dal cassetto e cominciò a mangiare, prestando attenzione a non imbrattarsi.
« Da quando quel completino fa parte del tuo guardaroba? » le domandò, infilzando una frittella per poi mangiarla come e fosse una mela caramellata su uno stecco.
« Da due anni credo »
« E perché io non l’ho mai visto? » chiese prima di mandar giù il boccone.
Doveva trovare un modo per resistere alla tentazione di toglierle quegli inutili pezzi di stoffa, per fermare le fiamme che stavano divampando dal suo basso ventre.
« A che pensi? » esordì Pepper dopo qualche minuto.
« A quanto tempo mi resta da vivere – la osservò aggrottare la fronte dietro al bordo della tazza di caffè - L’ultima volta che io e tuo padre eravamo nella stessa stanza sono finito in ospedale »
« Invitiamoli a cena. Questa sera »
« Dì un po’, ti stai vendicando per qualcosa? »
« Non dirmi che Iron Man si fa spaventare da un giudice » lo punzecchiò.
« Armato di un vaso di cristallo. Il vaso… » rispose, colpito nell’orgoglio.
« Certo, non dimentichiamolo… » ridacchiò, prima di sporcargli la punta del naso con un po’ di sciroppo.

   
 
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