Giochi di Ruolo > Dolce Flirt
Segui la storia  |       
Autore: BabyLolita    05/07/2017    3 recensioni
Se i nostri due mondi si incontrassero ne uscirebbe un disastro, perché siamo troppo diversi. Eppure, nonostante tutto, vorrei tanto giocare con il fuoco, anche a costo di bruciarmi più di quanto io non lo sia già.
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lysandro, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Io e Nathaniel ci stiamo osservando, ancora. In un attimo, il volto di Lysandro mi torna in mente ed io riprendo possesso del mio corpo. Indietreggio di qualche passo lasciando la sua mano.
   «Ti prego, non farlo. Sai quello che provo, e sai per chi.» Il mio sguardo è duro. Sto cercando di rimetterlo al suo posto. «Hai detto che non avresti fatto nulla che andasse contro la mia volontà.»
Nathaniel mi osserva. Non sembra deluso.
Perché pensavo che lo sarebbe stato?
   «Sta tranquilla, sono un uomo di parola.»
Lui torna a sistemare i libri ed io resto ferma ancora qualche secondo, indecisa sul da farsi. Ricomincio a sistemare i libri e non ci parliamo per il resto del tempo. Rifletto incessantemente sulla sua proposta.
Si è fermato quando gli ho detto di farlo, dovrei dargli fiducia?
   «Lascia pure il resto a me, torna a casa.»
Nathaniel mi lancia l’ennesimo sorriso. Recupero la mia tracollo e mi avvio all’uscita. Apro la porta e mi fermo.
   «Per il cinema… va bene. Mi fido di te, so che non mancherai di mantenere la parola.»
Concludo uscendo e chiudendomi la porta alle spalle. Mi incammino verso casa e sento il cellulare vibrare. Il mio cuore ha un sussulto.
Lysandro.
Recupero il telefono dalla tasca e leggo il messaggio.
“Sono felice che tu abbia deciso di assecondare questa mia richiesta. Temevo davvero di averti persa, in un certo senso… Tutto “questo” non finirà, te lo garantisco. Non ora, e non da parte mia sicuramente. Tu mi attrai, in qualche modo. Le tue parole mi attraggono, e sto cercando di non immaginarmi il tuo volto perché voglio rimanerne estasiato la prima volta che lo vedrò. Ma è dura, lo ammetto. Nella mia mente, hai il volto della perfezione.”
Il mio volto cambia radicalmente colore. Quando rientro a casa mi dirigo in camera, specchiandomi. Osservo i miei capelli chiarissimi ricadere morbidi lungo la mia schiena.
Forse dovrei tagliarli?
Ne afferro una ciocca e me la rigiro tra le mani.
Il volto della perfezione… eh?
Guardo i miei occhi color nocciola e la piccola voglia chiara che ho accanto all’orecchio. Mi accarezzo la guancia. La mia pelle è morbida. Tutti gli impacchi che faccio settimanalmente servono a qualcosa, dopotutto. Mi getto sul letto sprofondando nel materasso.
Dovrei rispondergli? Dovrei farlo subito? Che dovrei dirgli?
La consapevolezza di poterlo sentire più spesso mi rende davvero felice ma, allo stesso tempo, mi spaventa a morte. Una corrispondenza più assidua implica che lui ottenga più informazioni sul mio conto. Più informazioni implicano una verità sempre più vicina.
E se poi non gli piacessi come sono? Se poi disintegrassi la sua idea di perfezione?
I pensieri scorrono veloci nella mia mente.
Se cominciamo a sentirci troppo sovente potrei annoiarlo, potrebbe stufarsi di me, e nemmeno ci conosciamo.
Prendo il telefono e lo spengo, proprio non me la sento di rispondergli.
 
L’indomani, quando mi sveglio, riaccendo il cellulare. Quando lo sento vibrare scatto immediatamente. Il display indica che ho due messaggi, ed entrambi arrivano dalla stessa persona.
21:33 “Ho forse detto qualcosa di male?”
23:10 “Scusami… quest’idea dei messaggi tramite cellulare deve averti dato più fastidio di quanto pensassi… perdonami. Lascia perdere tutto quanto, non volevo turbarti. Possiamo tornare al quaderno se ti fa sentire più a tuo agio.”
Il panico sale quasi immediatamente.
Non era questo quello che volevo!
Digito immediatamente la risposta.
“Ti prego, non interpretare la mia assenza come un segno di negazione. Adoro la tua idea di sentirci tramite cellulare ma, allo stesso tempo, ne sono spaventata. Vedi… ho pensato molto. Sai, lo faccio spesso, ogni tanto fin troppo. Ieri sera, ad esempio, ho esagerato con i pensieri, e ti chiedo scusa per questo. Ho temuto che questo nuovo metodo di comunicazione fosse fin troppo -a portata di mano- in quanto ci permette di sentirci più spesso. Mi sono spaventata all’idea che, se davvero queste nostre conversazioni diventeranno più assidue, tu ti stuferai prima di me, poiché non ci sarà più il brivido dell’attesa, o una cosa del genere. Per favore, non voglio farti allontanare, anzi. Tutto ciò che voglio è che tu ti avvicini a me, ma desidero che tu lo faccia con cautela. Non voglio essere una delusione, non voglio distruggere la tua idea di perfezione, perché io so di non essere perfetta. Le tue parole mi lusingano e, come sempre, mi fanno stare bene. Ma, ti prego, non pensare che io stia fuggendo da te. Forse sto solo cercando di prendere tempo, perché ho paura di affrontarti dal vivo. Ma non voglio perderti, questo proprio no. Quindi scusami per ieri. Ci vediamo a scuola o, almeno, io ti vedrò.”
Invio.
Mi vesto nervosamente e, durante il tragitto per arrivare a scuola, gioco con l’elastico che tengo al polso per tentare di sciogliere la tensione. Entro in aula e mi siedo al mio posto. Lysandro non è ancora arrivato. La lezione inizia e di lui non c’è traccia. Rimango nervosa per tutto il tempo, temendo che la sua assenza sia causata dalla mia mancata risposta. All’intervallo esco dall’aula e vado in sala delegati, so che Nathaniel mi sta aspettando. Quando entro Melody mi fulmina con lo sguardo. So che tenta di mantenere un basso profilo davanti agli altri, peccato che non le riesca proprio per niente.
   «Ciao Melody.»
   «Michela.» Il suo tono è più astioso del solito
   «Torno più tardi.»
Dico girando i tacchi. Sto per uscire dalla sala delegati quando sbatto addosso a qualcuno. Nathaniel arrossisce e poi mi sorride dolcemente:
   «Ti stavo cercando!»
Lo fulmino con lo sguardo facendogli capire che abbiamo compagnia, e che di certo non è il caso di parlare del nostro appuntamento in quel momento.
Ehy, dove sta scritto che è un appuntamento?
Nathaniel afferra al volo i miei pensieri.
   «Ci sono dei nuovi libri da sistemare in biblioteca, volevo solo fartelo presente.»

Ah già, il lavoro in biblioteca… Melody deve averlo scoperto, ecco perché ha cercato di farmi sparire dalla faccia della terra con quell’occhiata. Se solo sapesse che stasera esco con il suo amato
Mi allontano dalla sala delegati. Con Nathaniel ci parlerò più tardi. Rientro in aula e mi inchiodo sulla soglia. Seduto al suo banco vedo Lysandro. Sembra diverso dal solito Lysandro. Ha lo sguardo perso come sempre eppure, qualcosa in lui è cambiato.
Che sia… per causa mia?
I nostri sguardi si incrociano ed io abbasso subito il mio. La campanella suona ed io torno al mio posto.
 
Quando esco da scuola mi dirigo rapidamente a casa. Sono tremendamente agitata, l’idea che Lysandro stia cambiando a causa mia mi turba.
Ehi, frena. Nessuno ha detto che sta cambiando per te.
Riprendo a giocare con l’elastico al mio polso.
Magari non sta cambiando per me, ma questa corrispondenza lo sta sicuramente turbando. Che sia il caso di… smettere?
Il mio cuore ha un tonfo. So bene di non volerlo perdere. Ne ora, ne mai. Il cellulare vibra nella mia tasca. Come lo sento mi fermo. Le mie mani iniziano a tremare e, mentre lo afferro, deglutisco rumorosamente. Premo un pulsante ed il display si illumina, mi calmo non appena vedo comparire il nome del delegato. Tiro un sospiro di sollievo, ignorando la delusione dietro la mia calma apparente.
“Stasera passo a prenderti per le 20, ti va bene? Che genere di film preferisci vedere?”
“Non ho preferenze, scegli pure tu il film che più ti aggrada. Mi farò trovare pronta per quell’ora.
ps: come sai dove abito?”
“Sono il delegato scolastico, ho tutti i fascicoli degli studenti con i dati. Mi è bastato controllare lì :D”
Rimetto il cellulare in tasca ed entro in casa. Non so se l’idea che lui abbia tutti i miei dati a portata di mano mi faccia rabbrividire o che altro.
 
Esco di casa con una decina di minuti d’anticipo. Ho passato l’ultimo quarto d‘ora a decidere cosa indossare, per poi rendermi conto che non aveva troppa importanza. Infondo, si trattava di un’uscita fra amici, almeno per me. Al termine di questa riflessione ho indossato un vestito a fiori rosa e bianco, ho raccolto i capelli in una treccia laterale e ho messo un po’ di mascara. Non sono mai stata brava a truccarmi, quindi mi sono sempre e solo limitata ad allungare le mie ciglia come potevo con un po’ di mascara. Nathaniel arriva qualche minuto dopo. Guida una macchina bianca, sportiva. Non riconosco il modello solo perché non me ne intendo di auto ma, senza dubbio, vale parecchi soldi. Sto per aprire la portiera quando lui mi ferma. Scende dall’auto, ci gira intorno rapidamente e mi raggiunge, aprendomi la portiera:
   «Prego, Milady.»
Lo guardo e sorrido, divertita.
   «Lo sai cosa si dice degli uomini che aprono la porta alle donne, vero?»
   «No. Cosa si dice?»
   «“Quando un uomo apre la portiera della macchina ad una donna, una delle due è nuova”.»
Lui mi fissa alzando un sopracciglio.
   «Felice di dissociarmi da questa affermazione così… insensata. Lo faccio perché voglio che tutto sia perfetto.»
   «Stiamo solo andando al cinema Nathaniel.»
   «Per te potrebbe essere una semplice serata al cinema, per me è l’inizio che aspettavo da tempo.»
Arrossisco e lui mi sorride, facendomi cenno di accomodarmi dentro il veicolo. Lo faccio immediatamente, incapace di rispondere alla sua ultima affermazione.
 
Arriviamo pochi minuti dopo. Il cinema è pieno zeppo di persone. Vedo numerose coppie, gruppi di amici e anche tante famiglie. Una volta giunti all’ingresso iniziamo ad osservare le locandine dei vari film. Decidiamo di vedere un documentario sui pinguini. Lo so, potrebbe sembrare una scelta insolita per un appuntamento, ma che possiamo farci? Siamo entrambi affamati di cultura.
E piantala di dire che siete ad un appuntamento!!
Prendiamo posto in sala. Abbiamo un’ampia scelta, quasi nessuno è interessato a questo genere di film. Ci accomodiamo in centro, ben posizionati difronte allo schermo. Nathaniel si siede alla mia sinistra e, mentre sorseggia la sua bibita gassata, posiziona i popcorn in centro in modo che anche io possa favorirne. Durante il film le nostre mani spesso si toccano mentre mangiamo quella delizia salata. Mi rendo conto che, inizialmente, il contatto è casuale. Poi, man mano che il tempo passava, il contatto diventava sempre più fitto e prolungato. Spesso Nathaniel mi accarezzava le dita e la cosa, in un certo senso, mi creava un forte disagio. Una parte di me, non so quanto grande o importante, si sentiva tremendamente in colpa nei confronti dei miei sentimenti per Lysandro. Questo disagio ha fatto si che smettessi di mangiare.
Non pensavo che un gesto tanto semplice potesse turbarmi a tal punto.
Al termine del film mi rendo conto di non aver afferrato la metà dei contenuti proposti in quanto la mia mente era totalmente distratta da questa improvvisa vicinanza con il delegato. Mentre usciamo lui fa finta di nulla e si comporta normalmente, come se cercasse di non mettermi pressione. Che poi, infondo, che senso ha sentirsi così male per qualche carezza? Gioco con l’elastico al mio polso cercano di calmarmi.
Non è successo nulla Michela, calmati.
Non riesco a capire quale sia il motivo della mia agitazione. Probabilmente le cose stanno cambiando troppo rapidamente ed il mio cervello non riesce ad assimilare tutte queste cose troppo in fretta. L’improvviso legame con Lysandro, la nuova vicinanza con Nathaniel che lui cerca di calcare sempre di più con gesti che all’apparenza possono sembrare banali ma che, nel profondo, mi turbano e non poco. Mi massaggio le tempie, decidendo che è ora di fare ordine e che devo smetterla di tormentarmi così per un’uscita fra amici.
Perché si, questa è un’uscita fra amici. Non un’appuntamento.
Nathaniel nota il mio disagio e mi accarezza la testa.
   «Tutto ok?»
   «Si, scusami. È che non pensavo che questo film sarebbe durato così tanto! Mi si sono stancati gli occhi e ho la testa che mi scoppia.»
Mento, ma mi pare una scusa relativamente plausibile. Lui mi sorride.
   «Ti va di andare a bere qualcosa? Sono sicuro che un buon drink ti aiuterà a distendere i nervi! Conosco un posto niente male qui vicino.»
Lo osservo e, considerando il fatto che non ha tutti i torti, accetto il suo invito. Camminiamo per qualche minuto, in silenzio. Passo dopo passo la mia ansia cala e, quando giungiamo al locale, ormai mi sono calmata completamente. Mi ritrovo davanti ad un enorme bar in legno massiccio. Non ha nessuna insegna ma, da dentro, sento provenire della musica live. Nathaniel mi porge la mano ma io la scanso, afferrandolo a braccetto.
Non prenderti troppe confidenze ora.
Lui nasconde la delusione e, insieme, entriamo dentro il bar. All’interno mi ritrovo in un ambiente molto caldo ed affollato. Noto diverse tipologie di persone. Di certo, si tratta di un luogo molto gettonato. Nathaniel si fa spazio raggiungendo un tavolino isolato dalla quale è tuttavia visibile il palco. Sopra di esso una ragazza sta cantando una canzone che non conosco, ma dalla melodia molto orecchiabile. Ci sediamo al tavolo ed ordiniamo due drink analcolici alla frutta. Io ed il delegato iniziamo a parlare del più e del meno. Tutto sommato, mi sto divertendo. È bello vederlo al di fuori dell’ambiente scolastico. Mi piace molto la sua personalità, e sono felice di scoprire nuove sfaccettature del suo carattere. Le band si susseguono sul palco ma io non ci faccio caso, sono troppo presa a darmi la possibilità di considerare questo ragazzo come un uomo e non come un semplice compagno di classe. Comincio a chiedermi se mai potrei innamorarmi da lui, cacciando il pensiero di Lysandro che ancora non mi ha mai abbandonata. Mi rendo conto che forse, prima o poi, potrei dargli una possibilità. Però, non ora. Non adesso che i miei sentimenti per il mio uomo misterioso sono sempre più profondi. Parliamo, parliamo e parliamo ancora. Il tempo passa, ma mi pare volare. Mi distacco dalla realtà. Intorno a noi c’è un casino allucinante, eppure, mi sembra di essere da sola con Nathaniel. Il modo in cui mi fa sentire è piacevole. Ridiamo, scherziamo e, effettivamente, è davvero più intenso di quanto avessi mai creduto.
Ma lo è abbastanza? Perché mi ostino a farmelo piacere se ancora non sono stata respinta da chi amo davvero?
Continuiamo i nostri discorsi, faccio in modo che i miei pensieri negativi non influenzino la serata. Il delegato ordina un altro drink ed è in quel momento che qualcosa mi riporta bruscamente alla realtà. È in quel preciso istante che qualcosa mi fa ripiombare a terra vorticosamente. Mi volto di scatto, osservando il palco.
Quella voce… come potrei non riconoscerla?
Rimango a bocca aperta, completamente inebetita. Lysandro è lì, a pochi passi da me. Lui non mi vede, ma io vedo lui.
Come sempre.
Eppure, questa volta, mi sembra diverso. Questa volta, fra me e lui c’è un legame. Un legame invisibile, di cui solo io e lui siamo a conoscenza. Un legame fra due sconosciuti che si conoscono di nascosto. Un legame che si sta rafforzando e che mi fa sentire improvvisamente uno schifo per essere qui con qualcun altro.
Cos’è questo? Il karma che si vendica perché ho cercato di apprezzare Nathaniel più del dovuto? O è forse il destino che vuole farmi capire che l’unica persona che sono destinata ad amare è Lysandro?
Lysandro canta a squarciagola. Canta come un matto, mettendoci l’anima, mettendoci il cuore. Quel cuore che tanto bramo. Quel cuore che, un giorno, spero potrà essere finalmente mio. Le canzoni si susseguono ed io non esisto più per nessuno, se non che per lui. Quando poi inizia a cantare “lullaby” non posso fare a meno di piangere. La sua voce si irradia in tutto il bar. La folla smette di parlare, tutti si zittiscono per ascoltare al meglio quella voce così prorompente. Le mie labbra si muovono in automatico, senza emettere un suono, ma ripetendo fedelmente ogni parola di quella che ormai, nella mia testa, è la nostra canzone. Al termine della sua esibizione tutti urlano di gioia e chiedono il bis, sto per fare altrettanto quando Nathaniel mi afferra il braccio. Immediatamente ritorno in me, uscendo da quel mondo in cui, ogni volta che c’è Lysandro nei dintorti, mi immergo inevitabilmente. Lui mi guarda, sembra seccato. Parecchio seccato. Mi divincolo dalla sua presa e mi alzo, proponendogli di andarcene. Lui approva subito. Ci avviciniamo alla cassa per pagare. Prima di andarmene da lì, però, c’è una cosa che voglio fare. Approfittando della confusione afferro il cellulare e, senza farmi vedere dal mio amico, scatto una foto al mio amato prima che scenda dal palco.
 
Arrivata a casa Nathaniel mi saluta con un bacio sulla guancia. Mi ringrazia della serata ed io lo ringrazio di più per avermi offerto praticamente ogni cosa nel corso delle ore passate assieme. Rientro in casa e mi dirigo nella mia stanza. Mi butto sul mio letto e prendo il cellulare, mettendomi ad osservare quello scatto rubato. La foto è sfocata, ma è molto chiaro il soggetto. Lysandro sorride e sono così felice di averlo immortalato con quell’espressione che mi sembra che il cuore possa esplodermi. Ricolma di gioia decido di fare una follia. Una follia di cui forse, prima o poi, mi sarei pentita. Ma non ora. Non oggi. Apro la conversazione con lui ed allego la sua foto. “Mi sono sempre chiesta se il destino e le coincidenze potessero mai intrecciarsi fra loro. O se lavorassero insieme per fare accadere le cose più assurde. Non ero mai andata in quel bar, questa è stata la mia prima volta. Trovarti li è stata la sorpresa più grande della giornata, sentirti cantare è stata la gioia più forte di tutta la mia vita. Tu mi hai chiesto com’è innamorarsi di una persona. Ancora non so risponderti, però posso dirti una cosa. Credo di essermi innamorata di te di nuovo. Per la seconda volta, senza che la prima fosse mai svanita. Grazie per queste emozioni segrete che mi fai provare. Spero che un giorno sarò in grado di dirti ogni cosa a voce, di supportarti al meglio delle mie possibilità. Per il momento, la mia identità ancora resterà celata. Ma sappi questo: i miei occhi non ti abbandoneranno mai.”
Invio.
Inizio a ridere fra me e me, consapevole di aver appena fatto una follia sdolcinata che potrebbe infastidirlo. Ma non mi importa. Non davvero. Io lo amo, dal profondo del cuore e, con quel messaggio, volevo farglielo capire almeno un po’.





Commento dell'autrice: piano piano sto riprendendo in mano tutte le mie storie! Questa è quella che mi è stata richiesta in modo più assiduo, quindi ho deciso di ripartire a scrivere proprio questa! Il mio stile in questi mesi è cambiato! Dopo aver pubblicato il mio romanzo (che sto pubblicando anche su questo sito se volete leggerlo, si chiama "sogno lucido") molte cose sono cambiate! Io per prima, il mio modo di scrivere anche si è rivoluzionato! Spero in meglio ovviamente, ma questo sta a voi giudicarlo! Ora vi lascio e, sperando di aver scritto qualcosa di interessante, vi mando un grossissimo abbraccio ed i miei più cari saluti!
Alla prossima :D
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Giochi di Ruolo > Dolce Flirt / Vai alla pagina dell'autore: BabyLolita