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Autore: AlnyFMillen    06/07/2017    3 recensioni
La ragazza avrebbe potuto attraversare l’intera Parigi a piedi quella notte, pur di sfogare la propria irritazione – sicuramente, era a buon punto. Eppure lui non era della stessa idea. Fu per questo che, dopo l'ennesimo isolato, smise di fissarla come un micio curioso e la trattenne per il polso, in modo tale che potesse fermarsi.
“Se vuoi intraprendere una carriera da centometrista, questo è il modo migliore per farlo”, enunciò con tono incolore.
Ma bravo Felix, proprio quel che si dice un buon inizio.
| Miraculous Ladybug PV | Felix Agreste | Bridgette Dupain-Cheng |
Genere: Demenziale, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Bridgette, Felix Agreste
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Se sei Felix...
fai un passo
 


 




È quasi ironico come, alle volte, il destino decida di rivoltarsi contro i suoi stessi figli.
Era il pensiero fisso di Felix Agreste, mentre affondava con una certa urgenza la suola delle scarpe nell’asfalto umido.
Conosceva perfettamente i propri limiti, sapeva bene ciò che gli era permesso, ciò che non gli era permesso fare e, proprio per questo, la situazione corrente non poteva che metterlo abbondantemente alla prova.
Non era assolutamente abituato a rincorrere, lui, quanto invece ad essere rincorso.
Certo, ne aveva fatta di esperienza nei panni del suo alterego, Ladybug poteva tranquillamente dirsi una personalità molto difficile da conquistare. Eppure, a quanto pareva, le sue abilità di corteggiatore venivano ridotte a null'altro che zero se era semplicemente Felix a cercare di metterle in pratica.
Questo spiegava, infatti, il perché ancora non fosse riuscito a raggiungere la ragazza distante pochi passi da lui, il perché fosse rimasto senza fiato, come se tesse correndo una gran maratona, subito dopo il primo chilometro percorso all’inseguimento della compagna.


Sto perdendo colpi, non c'è che dire.

 

Non si giudicava abituato a scusarsi, ovviamente, né tantomeno bravo quando si trattava di esprimere ad alta voce i propri sentimenti. Ma, per la miseria, non c’era mai stato bisogno di tanti sentimentalismi! Mai aveva avvertito il bisogno di esprimere a parole quello che, molto più abilmente, avrebbe potuto trasmettere in fatti. Il più delle volte, insomma, non sembrava necessario.
Era Bridgette, spesso e volentieri, a saper essere così fastidiosa, eppure a tratti così dannatamente dolce e comprensiva da riuscire sempre a capire l’esatto istante in cui lui tentava, con tutte le forze, di metter da parte l'orgoglio, la vergogna – perché, sì, c'era anche quella – o qualunque altra emozione vagasse per la mela bacata che era il suo cervello.
Eppure, nel preciso istante in cui aveva messo piede fuori dal locale affollato dove entrambi avevano passato la serata, era scattato un complesso meccanismo del quale ancora non riusciva realizzare bene il senso.
Sembrava proprio che ci fosse bisogno di quel passo in più e che dovesse essere proprio lui a compierlo, sebbene non ne sapesse nulla al riguardo. Avrebbe volentieri fatto i complimenti alla vita, il destino, la natura o qualunque altra entità soprannaturale per avergli sottratto quella sera l’unico briciolo di buon senso che da sempre l'accompagnava nella vita. Non poté tuttavia far a meno di notare che il mondo pareva sempre più dimostrgli di star meritando, in qualche modo, una sottospecie di punizione divina.
Per una volta, Bridgette non aveva l'intenzione di aiutarlo nemmeno lontanamente ed, anzi, si era impegnata nel viaggiare nella direzione opposta alla sua, per remargli contro.
La osservò: il vestitino azzurro cielo confezionato da lei stessa per l'occasione, la borsetta bianca stretta tra le dita e le scarpe dalla fattura semplice eppure elegante. Bellissima, non fosse stato per l'espressione infastidita stampata sul volto.
Distratto, si chiese come facesse a camminare tanto velocemente, ma il modo sicuro e intimidatorio con cui i tacchi scioccavano al contatto col terreno gli lasciò intendere quanto per lei fosse irrilevante, al momento, la scomodità delle calzature.
Era colpa sua, quel malumore, lo sapeva.


Come sempre, del resto.


La ragazza avrebbe potuto attraversare l’intera Parigi a piedi quella notte, pur di sfogare la propria irritazione – sicuramente, era a buon punto. Eppure lui non era della stessa idea. Fù per questo che, dopo l'ennesimo isolato, smise di fissarla come un micio curioso e la trattenne per il polso, in modo tale che potesse fermarsi.
“Se vuoi intraprendere una carriera da centometrista, questo è il modo migliore per farlo”, enunciò con tono incolore.


Ma bravo Felix, proprio quel che si dice un buon inizio.

 

Si sarebbe aspettato un qualche tipo di resistenza da parte dell'eroina, eppure quella sembrava essersi completamente arresa.
Si limitava a stare ritta davanti a lui, nella postura più nessuna traccia della baldanzosità che l'aveva animata fin a poco prima, gli occhi fissi sul terreno.
“Che c'è? Il gatto ti ha mangiato la lingua?”.
Non fu tanto l'aver pronunciato quella frase, quanto il maledetto tono usato nell'articolarla: freddo, schietto, disinteressato.
La giovane alzò il viso di scatto, gli occhi rossi di lacrime e lo sguardo deciso. Stette così per un attimo, in silenzio, tempo di dare a Felix il tempo di osservare il bel viso chiazzato di rosso.
Alle volte Bridgette aveva quasi l'impressione di ritrovarsi davanti Gabriel Agreste, anziché il ragazzo di cui credeva essersi innamorata. Certo, capiva perfettamente la sua natura, il suo carattere e lo amava in ogni sua più piccola sfaccettatura. Gli piaceva credere di poter essere una delle poche persone cui era permesso veder comparire sul viso del biondo un sorriso, così raro e prezioso da dover essere custodito con le unghie e con i denti.
Quella sera, però...
“Perché fai così?”, domandò solo, ferma sotto la luce del lampione.
“Non capisco di cosa tu stia parland—"
“Smettila!”. La supereroina abbassò il capo, così che la frangia potesse coprire gli occhi ormai ricolmi di lacrime.
“I-io... Io lo so. Lo so che non sono come avresti voluto. Lo so che sono solo una ragazzina un po’ sciocca, banale e imbranata, che Ladybug non ha niente a che vedere con me. Capisco che tu non voglia farti vedere in giro con me perché questo ti imbarazza... Perché io ti imbarazzo.
Abbiamo fatto tanta strada insieme, ma ci stiamo conoscendo solo ora forse. Quindi a me va bene se non vuoi tenermi per mano, abbracciarmi o addirittura b-baciarmi in pubblico. Va bene se preferisci, al contrario, essere più scostante. So che per te magari è presto e che sembrerò solo una bambina, ma io sono innamorata di te. E so che in fondo ci tieni un po’ a me. Anche se mi vuoi bene solo un millesimo di quanto te ne voglio io, questo basta per rendermi la ragazza più felice di questa terra, dell’intero universo. Eppure oggi tu... Tu...”, si interruppe, troppo arrabbiata e confusa per poter continuare.
“Hai finito?”
“I-io credo...”
“Beh, fammi sapere quando hai intenzione di smetterla con queste idiozie così potremmo finalmente fare un discorso sensato”.
Bridgette alzò il volto di scatto, ferita ed umiliata, ma pronta a dirne quattro all’insensibile che stava crudelmente calpestando i suoi sentimenti.
“Non sono idiozie!”, ringhiò drizzando le spalle per fronteggiarlo.
Non fece però in tempo a terminare la frase che il ragazzo le afferrò il polso, tirandola verso di sé con un movimento brusco. Avrebbe voluto lamentarsi, Bridgette, lo avrebbe voluto davvero. Ma quando Felix si chinò appena verso di lei e poggiò delicatamente le labbra sulle sue, non le riuscì più di fare altro che restare immobile.
Quando il giovane si allontanò perché potessero riprendere fiato, era ancora tanto vicino a lei da riuscire a scorgere, negli occhi sgranati della ragazza, piccole pagliuzze argentee stagliarsi sull’iride blu. Senza distogliere lo sguardo dal suo, Felix piegò leggermente le ginocchia, mentre piano, con dolcezza, le prendeva il volto tra le mani.
Bridgette”, scandì lentamente, il respiro accelerato di lei ad infrangersi sul viso. “Non venirmi a dire che quelle non sono una massa di grandissime scemenze, perché scemenze sono”.
Lei deglutì a vuoto, prendendo un minimo di coraggio. “N-Non è... No-Non è ve-vero”, soffiò, ma non fu sicura di aver utilizzato un timbro vocale udibile.
Insomma, era pur sempre tra le braccia di Felix e lui, oltretutto, non si stava lasciando avvicinare come al solito ma la teneva stretta e, mon Dieu, l'aveva baciata! Riuscire ancora a respirare, seppure dopo una certa dose di difficoltà, era quanto di più potesse permettersi.
“Ah, no? E come chiameresti quei «Ladybug non ha niente a che vedere con me» oppure «Capisco se vuoi essere più scostante in pubblico» e ancora «Mi vuoi bene solo un millesimo di quanto te ne voglio io»? Non ho mai sentito così tante stupidaggini in vita mia. Non credevo neanche che potessi arrivare a pensare assurdità simili”.
La ragazza taceva, immobile.
“Dovresti sapere perfettamente che Ladybug non esisterebbe nemmeno senza di te, che farmi vedere insieme a te non è mai stato un problema e che... Uhm...”. Distolse lo sguardo, arpionandolo al marciapiede lì accanto. Arrossì, lievemente a disagio.


Eccolo, il dannato passo in più


Doveva farcela. “Ci tengo a te”, borbottò, “anche se a volte non lo dò a vedere. E mi dispiace”.
Fece per ripristinare una certa distanza tra di loro, ma lei non glielo permise. Gli gettò le braccia al collo e si strinse a lui. Felix sorrise: ne era valsa la pena.

 







 
Fai un passo
Fanne un altro
Fai una giravolta
Falla un'altra volta
Guarda in su, guarda in giù
Dai un bacio a chi vuoi tu!













A(l)n(y)golino: 
Salve a tutti bella gente ^^ 
Si, è vero, la storia è stata campata in aria come una singola one-shot, avrei dovuto volatilizzarmi. Eppure non riesco proprio a mollare questi due, sono troppo deliziosamente deliziosi! Così, ecco che spunta fuori questa raccolta. Sebbene fosse in origine null'altro che un gioco di parole idiota, ha ora lo scopo di raccontare le fantabilianti avventure del protagonista del pv e gli altri suoi personaggi. Perchè, insomma, se sei Felix... Allora puoi fare tutto nella vita.
Prima di sparire, ringrazio inoltre chiunque abbia letto il precedente capitolo e chi leggerà questo, chi ha inserito tra le seguite, tra le ricordate e tra le preferite. Inoltre, un ringraziamento speciale a Echocide eFrancy_Kid è d'obbligo: grazie davvero!
Alla prossima,
AlnyFMillen
   
 
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