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Autore: Annette85    06/07/2017    4 recensioni
Dicono che se hai un nemico che non riesci a sconfiggere, la scelta migliore che puoi fare è quella di allearti con lui.
Grattastinchi l’aveva imparato molto bene, soprattutto da quando la sua adorata padroncina e quell’idiota del suo ragazzo coi capelli rossi erano andati a vivere insieme. [...]

Fanfiction nata dopo aver visto molti video sui gatti – che adoro – e che mi hanno subito fatto pensare a Grattastinchi. Buona lettura!
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Grattastinchi, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Nota: Io dovrei studiare, martedì ho un esame e invece mi faccio riprendere la mano dalle fanfiction, come 10 anni or sono.
Questa è una storia senza tante pretese, un po' "strana", ma spero non la troverete troppo strana per gli standard del mondo di HP.
Non vorrei rovinare troppo la sorpresa o la lettura, quindi smetto di parlare e vi lascio alla storia.
Buona lettura^^


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Espedienti da gatto


Dicono che se hai un nemico che non riesci a sconfiggere, la scelta migliore che puoi fare è quella di allearti con lui.

Grattastinchi l’aveva imparato molto bene, soprattutto da quando la sua adorata padroncina e quell’idiota del suo ragazzo coi capelli rossi erano andati a vivere insieme. Non aveva mai sopportato Ron, così stupido, imbranato, scemo, iracondo, insensibile,… avrebbe potuto continuare per ore a trovare epiteti per descriverlo. E non capiva proprio cosa Hermione ci trovasse in lui.

L’aveva fatta soffrire in più occasioni eppure lei continuava a starci insieme. Misteri della mente umana, si disse.

Grattastinchi aprì stancamente un occhio, si guardò intorno con lentezza e sbuffò: il divano era il suo migliore amico, soprattutto perché Hermione l’aveva scelto della stessa tonalità del suo pelo e questo gli permetteva la perfetta mimetizzazione; vi passava ore e ore a dormire senza essere notato. Quindi aveva avuto una visuale (anche uditiva, se così si può chiamare) di qualsiasi avvenimento più o meno importante della vita dei suoi due coinquilini.

Sbadigliò e si accorse che Ron era entrato nella stanza solo quando richiuse le fauci e aprì gli occhi per bene. Fece finta di non badargli più di tanto, ma non ascoltare ciò che stava confabulando era pressoché impossibile.

«Ok, allora, Hermione rientrerà a casa alle sei e quarantacinque, appenderà la giacca e la borsa all’appendiabiti, si toglierà le scarpe, darà un’occhiata alla posta… poi andrà in cucina…» Ron era completamente perso nel proprio ragionamento. «La cena sarà in forno, la tavola apparecchiata e io sarò lì bello e affascinante ad attenderla con una rosa in mano. No, un attimo… Nah, troppo sdolcinato, fraintenderà e capirà che ho combinato qualcosa» continuò mentre si accasciava sulla poltrona prendendosi la testa fra le mani.

Grattastinchi continuò a seguire il ragionamento del giovane mago ed emise un altro sbuffo. Come si poteva essere così… così… così umani.

Per Bastet, un vero gatto maschio non si sarebbe mai ridotto così, avrebbe di certo sfoderato tutte le proprie arti seduttive. Doveva proprio correre ai ripari e dare una piccola lezione a quell’essere così inadeguato.

Decise quindi di alzarsi, si stiracchiò per bene, inarcò la schiena e sbadigliò un’ultima volta, poi si sedette con grazia mentre la propria coda si avvolgeva attorno alle zampe anteriori e fissò Ron con un misto tra rimprovero, disgusto e superiorità.

Il mago non si accorse subito di essere osservato insistentemente e costrinse Grattastinchi a emettere un verso per richiamare l’attenzione. Ron sollevò lo sguardo e trovò un paio di occhi gialli a fissarlo.

«Che vuoi adesso, bestiaccia?» domandò guardando il gatto di rimando.

Iniziamo bene, se non fossi così superiore lo lascerei ai suoi problemi e tanti saluti, pensò Grattastinchi inclinando leggermente la testa.

Si guardarono in cagnesco per qualche minuto, in silenzio, mentre Grattastinchi cercava di mandare messaggi pseudo-telepatici al proprio interlocutore. Era o non era un animale del mondo magico? Qualcosa doveva pur aver imparato, no?

Ron distolse lo sguardo per primo. In condizioni del tutto normali non l’avrebbe mai fatto, non si sarebbe lasciato sconfiggere così, ma la situazione era più ingarbugliata di quanto il gatto pensasse.

«Ricapitolando per l’ennesima volta» ricominciò a dire Ron. «Hermione rientrerà a casa stasera, come fa ogni sera e come farà sempre, alle sei e quarantacinque. E fin qui è tutto ok! Io dove sarò? La aspetto dietro la porta? No, che se arriva con la Metropolvere non ha senso. Ma non posso neanche stare a un centimetro dalla porta, che se lei dovesse aprirla di scatto me la darebbe sul naso». I ragionamenti continuavano imperterriti.

Grattastinchi non l’aveva mai visto così indeciso, neanche quando le aveva chiesto di uscire la prima volta dopo la Seconda Guerra Magica.

«Miseriaccia!» urlò Ron a un tratto. «E se si Smaterializza direttamente in camera, perché è troppo stanca e non ha alcuna voglia di cenare o altro?»

Il gatto non ce la fece più. Balzò giù dal divano, saltò sul tavolino e si accomodò a pochi centimetri dal naso di Ron in modo che questa volta non potesse proprio distogliere lo sguardo.

Il mago lo guardò nuovamente stranito. Ma cos’ha oggi questo gattaccio?

Gattaccio a chi? chiese Grattastinchi con tono offeso e guardandolo con istinti omicidi.

«M-miseriaccia…» Ron rischiò seriamente l’infarto. Di tutte le cose strane che avesse visto e vissuto nel mondo magico, comunicare telepaticamente con Grattastinchi era di sicuro la più sconvolgente.

Gli era già successo di avere a che fare con un gatto che si comportava da umano, ma si trattava della McGranitt e lei era tutt’altra storia.

Senti, Coso, ci sono momenti in cui anche noi gatti-Kneazle decidiamo di comunicare con voi umani, soprattutto se ci state importunando. Quindi apri bene le orecchie e non farmi perdere troppo tempo, il divano mi aspetta.

Ron sbatté le palpebre ancora sotto shock, indeciso se scappare al San Mungo a farsi ricoverare nel reparto per malattie causate da qualche incantesimo finito male o se restare lì a “parlare” col gatto di Hermione.

«O-ok, dimmi tutto» disse dopo quella che parve un’eternità e che fece perdere qualsiasi speranza a Grattastinchi.

Bene, è evidente che stai organizzando qualcosa per stasera. Ti consiglio di comportarti più da… gatto, che da umano. Ragiona più in termini di coccole e sii autoritario.

«Ma è un controsenso» sospirò Ron e il gatto lo fulminò coi suoi occhi gialli. «Ripensandoci, forse non è così sbagliato» ammise poi quando vide che Grattastinchi l’avrebbe affatturato se fosse stato un umano.

Suggerirei di mandare un gufo per sondare il terreno, per vedere quanto sia stanca Hermione. Hai pensato possa Smaterializzarsi direttamente in camera, senza volerti vedere, quindi controlla. L’ultima frecciatina non passò inosservata e Ron scoccò un’occhiata adirata al gatto.

Poi, durante la cena fai un paio di moine, ricordale quanto sia bella e che… questo è difficile da dire, sento un grumo di pelo che mi sta per risalire dallo stomaco. Insomma dille che la ami e vedrai che si scioglierà come un cubetto di ghiaccio. Qualsiasi cosa di sbagliato tu abbia fatto passerà in secondo piano.

Grattastinchi distolse lo sguardo da Ron, sbadigliò per la milionesima volta, saltò dal tavolino al divano e si riacciambellò pronto per dormire.

La comunicazione era finita.

Ron restò ancora qualche secondo a fissare il punto in cui fino a poco prima c’era il gatto, poi ritornò alla realtà. Si alzò dalla poltrona e andò a prendere un pezzo di pergamena, penna e inchiostro per scrivere il messaggio a Hermione come gli aveva suggerito Grattastinchi.

Con estrema difficoltà legò la missiva alla zampa di Leotordo che continuava a dimenarsi, contento finalmente di avere qualcosa da fare. Guardò il gufetto sparire nel cielo pomeridiano prima di andare in cucina e finire di preparare tutto per la serata.

Coccole e autorità, continuava a ripetersi come un mantra.



Grattastinchi si svegliò di soprassalto molte ore più tardi, dopo aver sentito Hermione urlare.

L’aveva sentita urlare più volte: arrabbiata, sconvolta, in lacrime, ma non ricordava di averla sentita urlare di… felicità.

Si stiracchiò per bene, con calma, in fondo non c’era alcuna fretta, benché il proprio stomaco iniziasse a sentire i morsi della fame. Ma le orecchie non captavano nulla, o meglio nulla di paragonabile all’urlo che l’aveva svegliato.

Scese dal divano, si guardò un po’ intorno e poi si diresse in cucina, intenzionato a mangiare qualche croccantino, che di sicuro Hermione gli aveva preparato nella ciotola. Si bloccò a metà strada quando vide Ron e Hermione avvinghiati in un abbraccio che non lasciava molto spazio all’immaginazione di cosa sarebbe potuto accadere dopo.

Era abituato a vedere quelle scene alquanto… eloquenti, ma c’era qualcosa di strano.

Hermione continuò a sbaciucchiare Ron (un Ron notevolmente compiaciuto) per un bel po’, finché non abbassò lo sguardo e vide il pelo fulvo del gatto. Grattastinchi non fece in tempo a raggiungere la propria ciotola che venne sollevato e trascinato in un abbraccio da parte della sua padroncina felice.

Non capì cosa ci fosse di così felice finché il suo sguardo non si posò sulle dita della mano sinistra di Hermione, o meglio sull’anulare della mano sinistra di Hermione. Un piccolo cerchietto d’argento faceva bella mostra di sé.

Ecco cosa stava architettando quello scansafatiche di Ron. E lui l’aveva anche aiutato suggerendogli di usare degli espedienti da gatto.

Grattastinchi si sentì morire, perché aveva la certezza che adesso non ci sarebbe più stata alcuna possibilità che Hermione lasciasse il mago, così da poter vivere in pace solo loro due.


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Ok, sono pronta al lancio di pomodori =D
So che è strano anche per il mondo magico che un gatto comunichi telepaticamente con gli esseri umani, ma a mali estremi...
Spero che la storia vi sia piaciuta almeno un po', io mi sono divertita molto a scriverla (e i miei appunti da studiare mi hanno fatto "Ciao ciao" con la manina più volte u.u) e se volete potete lasciarmi un commentino.

Ciao ciao


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