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Autore: FriNet    06/07/2017    3 recensioni
Shion alzò la mano per calmare la furia di Hilda, ma la ragazza, ancora furente, si limitò a mordersi il labbro inferiore mentre Agape le strinse una mano nella sua.
Shion sospirò, doveva aspettarsi quella reazione ma purtroppo il suo compito non era ancora finito.
“Hilda”
Disse guardando la rossa.
“Agape”
Spostò lo sguardo sulla bionda.
“Il vostro allenamento è quasi alla fine e, per quanto mi dispiaccia, non potete rimanere senza maestri all’improvviso, due dei migliori Gold Saints si sono proposti di prendervi come allieve, siccome erano con i vostri maestri quando essi…”
Disse indicando i due uomini, fino a quel momento rimasti in disparte.
“Una sorta di contentino…”
Genere: Comico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gemini Kanon, Gemini Saga, Leo Aiolia, Nuovo Personaggio, Sagittarius Aiolos
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Angolino di Fri: Buona sera a tutte quante, oh care lettrici di Saint Seiya!
Siamo tornate in questo fandom con una long che, sfortunatamente non contiene la coppia preferita di Net xD. Comunque! Inizio a spiegarvi un pò cosa troverete in questa long, prima di tutto i gold sono stati resuscitati dopo la battaglia di Asgard, l'abbiamo tenuta in conto perchè ad entrambe è piaciuta moltissimo quindi abbiamo deciso così, seconda cosa...le saintia. Esattamente, le protagoniste saranno delle saintia, se non vi piacciono mi dispiace ma sia a me che a Net non entusiasmava la storia delle maschere delle sacerdotesse. Non ci saranno spoiler per quanto riguarda il manga Saintia Sho tranne per una piccola ovvero *ATTENZIONE SPOILER* la scuola delle saintia viene distrutta *FINE SPOILER*, per il resto potete stare tranquille.
Se dopo tutto questo papiro siete ancora interessate alle nostra storia, siete le più che benvenute!
Io adesso vi lascio, augurandovi una buona lettura <3.

 

Il sole iniziò a sorgere anche quel giorno, inondando di luce ogni parete del Santuario della dea Atena.
Filtrò pure da una finestra di un capannone non lontano da altri, che, insieme, costituivano il dormitorio delle Saintia, formatosi nel Santuario dopo la distruzione dell’accademia.
I raggi andarono a colpire il viso di una giovane ragazza bionda che, avendo perso la scommessa con la propria amica, si era presa il letto accanto alla finestra.
La luce solare iniziò prima a darle fastidio, poi pian piano la svegliò, come tutte le mattine da quando aveva smesso di dormire nella casa del suo maestro da quando era bambina.
“Uhm…devo ripresentare quella scommessa, non ne posso più…Hilda, Hilda sveglia”.
Mormorò la bionda dai lunghi capelli, voltandosi verso il letto affianco al suo, precisamente verso la ragazza dai capelli rossi che ci dormiva dentro.
“Hilda”
Provò ancora la bionda, alzandosi seduta, iniziando a stiracchiarsi.
Niente. Hilda non dava segni di vita. Se era sveglia o no l’altra non lo sapeva, l’unica soluzione rimaneva quella di ogni mattina: strapparle le coperte di dosso.
Due occhi celesti, iracondi, iniziarono a fissare male la bionda.
“Oh, sei sveglia!”
“Con te che russavi, era un po’ difficile prendere sonno.”
Brontolò Hilda, mettendosi seduta sul letto anche lei.
“Io non russo, propongo pezzi di profezie di Apollo in lingua sconosciuta ai mortali!”
“Continua a ripetertelo, Agape. Magari un giorno ci crederai.”
Le sorrise la rossa.

Le due si erano conosciute da bambine, quando Agape era stata portata al Santuario.
Hildegard, soprannominata Hilda, era la prima a essere arrivata in quel posto, la sua maestra l’aveva trovata accanto ad un fiume mentre pescava, il loro incontro non era stato proprio idilliaco poiché Hilda, tirando con tutta se stessa l’amo, per non far vincere il pesce, alla fine finì per tirare quest’ultimo in faccia alla più grande…almeno la lotta con l’animale l’aveva vinta.
Dopo le scuse dovute, la donna scoprì che la bambina abitava nell’orfanotrofio vicino, abbandonata dai genitori poiché essi desideravano un erede maschio.
Sentendo un leggero cosmo provenire da quel corpicino, la Saintia propose alla bambina di seguirla e diventare forte come lei, Hilda, senza pensarci due volte, accettò.
A patto di portarsi dietro la sua fidata canna da pesca.
Agape era arrivata un paio di anni dopo.
Lei era orfana di genitori, trovata in fasce da una signora anziana che abitava in Rodorio.
La nonnina la prese con sé e, quando la bambina ebbe abbastanza anni, iniziò a lavorare nel negozio di frutta e verdura dell’anziana per ripagarla di quanto avesse fatto per lei.
Fu lì che un Saint la scoprì. L’idea di lasciare la sua nonnina un po’ l’aveva spaventata, ma quando incontrò Hilda, le cose per Agape migliorarono.

Dopo aver fatto colazione con pane tostato e marmellata, le due, si vestirono con abiti comodi, sicuramente molto diversi da quei body attillati delle sacerdotesse, per loro fortuna.
Iniziarono il loro riscaldamento mattutino, spostando il tavolo della colazione in fondo alla stanza.
“Perché devo torturare il mio corpo così? Di prima mattina per di più”
Borbottò Hilda.
Agape le stava tirando le braccia così da risvegliare i muscoli, quando fu abbastanza, iniziò Hilda a tirarle le braccia, il tutto mentre erano sedute a terra.
“Altrimenti l’acido lattico ti tormenterà per tutto il giorno, durante gli allenamenti”.
Rispose la bionda, cercando di rilassare i muscoli.
“Se Yuzu riesce a prendermi”
Hilda non era proprio un amante degli allenamenti, erano più le volte che li saltava che quelli dove s’impegnava ma, quando ci si metteva, la sua maestra non poteva che dirsi fiera di lei.
Agape, al contrario, prendeva gli allenamenti come una sorta di seduta psicologica, dove poteva scaricare tutto lo stress e la rabbia accumulata contro gli altri facendoli volare in aria. La sua preda preferita era un certo Bronze, Seiya, che si diceva fosse il preferito della Dea.
Semplicemente non riusciva a sopportarlo, e in questo, anche se in maniera più lieve, era supportata da Hilda.
Continuarono indisturbate per un’altra ventina di minuti, finché un bussare le distolse dal loro riscaldamento.
“Sono in anticipo oggi”
Mormorò Agape, fissando l’orologio appeso alla parete.
Di solito i loro maestri andavano a prenderle una quindicina di minuti dopo.
Hilda alzò le spalle, come a sottolineare che non ne sapeva nulla. Entrambe le ragazze si alzarono da terra, dirigendosi verso la porta.
Aprendola trovarono, invece dei loro maestri, la piccola peste del santuario: Kiki, fratello minore del Gold Saint Mu dell’ariete.
“Che ci fai tu da queste parti?”
Chiese Hilda, mentre Agape si abbassava sulle ginocchia, per guardare il bambino negli occhi.
Questo, stranamente, non aveva la sua solita euforia, anzi, sembrava abbastanza serio e questo portava sempre a due possibilità: A) Mu l’aveva sgridato o B) era successo qualcosa di grave.
Siccome non era abitudine del bambino andare da loro quando il fratello lo sgridava, restava solo la seconda possibilità.
Le due ricevettero una lettera dove il Gran Sacerdote le convocava al Tredicesimo Tempio.

Dopo aver costretto Kiki a teletrasportarle  fino al Tredicesimo Tempio, se avessero percorso tutte quelle scale, come minimo, sarebbero arrivate morte in cima, le due apprendiste si separarono dal bambino per entrare nella stanza principale del tempio, dove il Gran Sacerdote Shion le stava aspettando insieme ad altri due uomini.
Per rispetto Agape e Hilda s’inginocchiarono di fronte al sacerdote, abbassando la testa ma Shion le fece presto rialzare, serio in viso quasi quanto lo era stato Kiki.
Questo non prometteva nulla di buono.
Agape si chiese se non avesse scoperto la sua batosta a Seiya.
Hilda invece si chiese se non avesse scoperto di quella volta che aveva venduto pesce all’interno del santuario. Senza permesso.
Purtroppo per le due, non fu nessuna di queste.
Il gran sacerdote iniziò calmo ma allo stesso tempo con aria triste.
“Stanotte alcuni insubordinati sono scesi a Rodorio-“
“Fin dove si sono spinti?!”
Urlò Agape all’improvviso, iniziando a preoccuparsi per la sua nonnina.
Shion tentò di rassicurarla con lo sguardo, ma la bionda sentiva di conforto solo la stretta della mano da parte di Hilda.
“Come stavo dicendo, sono scesi fino a Rodorio, creando caos tra la gente per cercare di attirare l’attenzione della dea. Fra volontari e non, abbiamo mandato molti Saint. Alcuni diloro sono tornati gravemente feriti, altri ancora  non sono tornati…”
Shion abbassò piano la testa chiudendo gli occhi. Fece un lieve sospiro e tornò a guardare le due.
“I vostri maestri erano fra i volontari… e purtroppo fanno parte dei Saint che non sono tornati. I loro compagni hanno riportato soltanto le armature…se volete vederle”
Le due rimasero pietrificate, sbiancando, con gli occhi sgranati e la bocca aperta.
Trattennero a stento le lacrime mentre il cuore di ognuna delle due cominciava ad accelerare.
Entrambe scossero la testa.
“Ma…li abbiamo salutati ieri sera…”
Mormorò la bionda.
“Com’è successo?! Chi è stato?!”
Shion alzò la mano per calmare la furia di Hilda, ma la ragazza, ancora furente, si limitò a mordersi il labbro inferiore mentre Agape le strinse una mano nella sua.
Shion sospirò, doveva aspettarsi quella reazione ma purtroppo il suo compito non era ancora finito.
“Hilda”
Disse guardando la rossa.
“Agape”
Spostò lo sguardo sulla bionda.
“Il vostro allenamento è quasi alla fine e, per quanto mi dispiaccia, non potete rimanere senza maestri all’improvviso, due dei migliori Gold Saints si sono proposti di prendervi come allieve, siccome erano con i vostri maestri quando essi…”
Disse indicando i due uomini, fino a quel momento rimasti in disparte.
“Una sorta di contentino…”
Mormorò Hilda.
“Non abbiamo il tempo di piangerli almeno? Erano pur sempre i nostri maestri!”
Urlò Agape.
A lei si avvicinò l’uomo dai capelli castani scuri, con una fascia rossa a ornargli la fronte. Le pose un fazzoletto per asciugarsi le lacrime.
“Credetemi, io e Saga non abbiamo intenzione di occupare il loro posto nel vostro cuore. Vogliamo solo continuare e portare a compimento quello che loro si erano proposti”
“Quello che Aiolos vuole dire, in tono meno sdolcinato…”
Disse l’altro, Saga.
“E’ che vi aiuteremo molto volentieri a conquistare l’armatura cui puntate”
Gemini guardò Hilda.
“Conoscevo bene Yuzu, dispiace molto anche a me credimi…cercherò di essere al suo livello come maestro”
Finì.
Il castano sorrise all’amico.
Quelle che non sorridevano erano le ragazze. E non era ancora finita.
“Per non togliere tempo prezioso all’allenamento,  siccome immagino che voi non vogliate fare tutte quelle scale in salita di prima mattina, vi trasferirete ognuna nei tempi di appartenenza di Saga e Aiolos, cioè Hilda nella terza e Agape nella nona.”
Disse Shion, sapendo di peggiorare la situazione già delicata di per sé.
Ma era la cosa migliore per le due apprendiste.
Peccato solo che loro non la pensassero così.

“Non abbiamo neanche la giornata per elaborare il lutto?”
Chiese Agape ad Aiolos, mentre con Saga e Hilda scendevano le scale delle dodici case.
Shion li aveva appena congedati, dicendosi ancora dispiaciuto per la perdita dei loro maestri.
Le ragazze sapevano che il sacerdote era sincero, ma ci erano rimaste comunque male per com’era stata gestita in fretta la loro situazione: i loro maestri, che erano quasi dei genitori dato che le avevano seguite fin da bambine, erano morti soltanto la sera prima e già ne avevano due nuovi. Da cui dovevano perfino trasferirsi, e questo implicava separarsi.
Questa era solo l’ultima delle cose che non accettavano. Purtroppo non potevano fare niente al riguardo.
“Certamente, però sarebbe meglio portare subito le vostre cose da noi così da potervi sistemare, se volete una ma-“
“Ce la facciamo da sole”
Interruppe Hilda il sagittario.
Agape stette silenziosamente dalla sua parte, allungando il passo con l’amica per superare i due.
Aiolos guardò le due ragazze allontanarsi velocemente, fermandosi nei pressi della settima casa insieme a Saga, che gli mise una mano sulla spalla.
“Cerchiamo di dare loro il proprio spazio per adesso”
Il castano annuì alle parole dell’amico, sospirando.
“Solo…avrei voluto fare di più”
“Già, anch’io”
Mormorò Saga, riportando alla mente il volto di Yuzu.

“Io non ci vado, non m’importa fare quelle scale di prima mattina, non m’importa degli allenamenti, non possono togliermi anche te!”
Urlò Agape, stringendosi il cuscino al petto mentre le lacrime le scorrevano sulle gote.
Hilda si sedette davanti a lei, sul suo letto e prese ad accarezzarle le guance per asciugargliele.
“Di solito sei tu quella che da importanza agli allenamenti”
Mormorò l’altra, iniziando a singhiozzare anche lei.
Agape si buttò letteralmente nelle braccia della sua più cara amica e insieme sfogarono il dolore per la perdita delle persone più importanti della loro vita.
Yuzu era semplicemente la maestra migliore che Hilda potesse trovare, gentile ma severa quando doveva, per invogliarla a essere forte per diventare una grande Saintia.
Ren, il maestro di Agape, era più severo della donna e pretendeva dalla sua allieva il meglio ma la bionda aveva imparato negli anni a carpire dei piccoli gesti di affetto da parte sua, tipo un tocco semplice sui capelli quando uscita vittoriosa dopo un litigio contro la sua avversaria per l’armatura.
E ora entrambi non c’erano più, non le avrebbero più aspettate all’arena per gli allenamenti quotidiani, non le avrebbero più accompagnate nel loro percorso, non sarebbero più stati lì.
E la loro unica ancora di salvezza, che consisteva nello stare insieme, era stata loro tolta, credendo pure di far loro un favore.

Decisero di stare insieme fino al tramonto, mettendo sul tavolo le uniche foto che avevano dei loro maestri e accendendo una candela ciascuna per le loro anime, che potessero trovare riposo tra i fiori dei Campi Elisi.
“Beh, io mi fermo qui”
Hilda si fermò davanti all’ingresso del tempio dei gemelli e Agape con lei.
“E se chiedo ospitalità per stanotte?”
Propose la bionda. Era la più piccola tra le due e ancora non se la sentiva di ‘abbandonare’ la sua migliore amica.
“Lo sai che è meglio di no, per entrambe…e poi ci vedremo domani in arena no?”
“Sarà meglio per te, guarda che ti vengo a cercare sennò”
Cercò di fare la faccia arrabbiata Agape, ma con Hilda non le riusciva così bene come con Seiya.
Si salutarono con un bacio sulla guancia dopo essere entrate entrambe nel tempio, dove Saga stava aspettando la sua nuova allieva, e poi la rossa guardò la sua migliore amica uscire dal tempio e ricominciare a salire senza di lei.
Si voltò verso Saga.
Lui le accennò un sorriso e, con un cenno della mano, si fece seguire nelle stanze private del tempio.
“Questa è la cucina, di solito io faccio colazione presto la mattina, spero che non sia un problema”
Hilda fece mezza smorfia ma non commentò, seguendo l’uomo per un corridoio.
“Questa invece sarà la tua camera, perdona il disordine ma prima di te era di mio fratello e per farlo traslocare…beh ci ho messo un po’. Spero comunque che ti troverai a tuo agio qui, il bagno purtroppo è in comune ma c’è una chiave, quando lo usi, puoi chiuderti dentro per non farti disturbare”
La rossa si guardò intorno nella sua nuova stanza, ascoltando intanto il discorso di Saga.
Notava, in effetti, che quella stanza era appartenuta a un uomo, costatò alzando con la punta del piede un paio di boxer che erano nascosti per metà sotto il letto.
Appena Saga se ne accorse, si affrettò a prenderli e a nasconderli dietro la schiena, celando l’imbarazzo e le bestemmie contro il gemello con un colpo di tosse.
Hilda fece un mezzo sorriso e si sedette sul suo nuovo letto, aspettandosi che adesso Saga l’avrebbe lasciata da sola, ma a sua sorpresa, il gold si sedette di fianco a lei.
“Io e Yuzu siamo nati nello stesso villaggio, non posso dire di averla conosciuta bene giacché per l’addestramento ci siamo divisi ma…era una gran donna, e credo fortemente che lo sia anche tu visto che sei sua allieva, farò il mio meglio per seguirti come lo faceva lei e portarti alla tua armatura”
Disse gemini, poggiando una mano su quella di Hilda.
“Grazie”
Rispose lei.
Forse non sarebbe stato così male.

Stava andando DECISAMENTE male, pensava nello stesso momento Agape, mentre quasi strisciava per arrivare alla nona. I polmoni li aveva lasciati qualche parte indietro verso la sesta, la dignità ormai l’aveva persa quando Dohko di Libra si era offerto di portarla sulle spalle fino da Aiolos, e le imprecazioni contro Seiya ormai avevano raggiunto il picco visto che lo incolpava perfino di aver costruito i tempi uno troppo distante dall’altro…anche se ovviamente non era lui l’architetto.
L’unica consolazione era che non aveva fatto una figura di cioccolato con la maggior parte dei gold, solo con Shaka e Dohko, visto che Aiolia del Leone era in missione con Milo di Scorpio.
Rimpiangeva il comodo capannone delle apprendiste, rimpiangeva Hilda e rimpiangeva Ren che, se fosse stato lì, l’avrebbe sgridata perché quello non era uno spettacolo degno di una futura Saintia.
Ma Ren non c’era più. Ad aspettarla in cima alle scale c’era invece una mano tesa verso di lei, che Agape afferrò prontamente, e che la tirò su per gli ultimi gradini.
“Non male come primo allenamento, no?”
Disse Aiolos per scherzare mentre le porgeva una bottiglietta d’acqua.
La bionda l’afferrò guardandolo male, pensando che non era il momento di scherzare quello; dall’espressione che fece, il sagittario dovette capire quello che le stava passando per la testa quindi si zittì, posandole solamente una mano sulla schiena per spingerla verso l’entrata del tempio.
“Ah, prima che mi dimentichi, stai attenta, dove appoggi i piedi, la casa del sagittario ha un sotterraneo nascos-“
Neanche il tempo di finire la frase che Los sentì dietro di sé un urlo.
Si girò e corse subito verso il foro.
“Tutto bene?”
Urlò verso la ragazza.
Quella lo guardò come se avesse voluto ucciderlo, completamente fradicia, immersa nell’acqua del sotterraneo che aveva appena citato.
Dopo averla recuperata e avvolta in un grosso asciugamano, Aiolos la condusse nella sua nuova stanza, andandosene ma ritornando subito con un altro asciugamano che le mise in testa per asciugarle i capelli.
“Posso farlo da sola…”
“Lo so ma preferisco farlo io, adesso, dobbiamo prendere confidenza”
“…”
Agape si limitò a guardare per terra e Los sospirò, inginocchiandosi davanti a lei.
“Capisco la tua tristezza, anch’io l’ho provata seppur in modo diverso siccome sono stato io a lasciare questo mondo e come ti ho già detto, non voglio occupare il posto di Ren, lui sarà sempre qui, dentro di te”
Le disse toccandole leggermente il petto.
“Voglio solo aiutarti, perché ero lì con lui, perché lui avrebbe voluto vederti diventare Saintia e perché è giusto”
Le guance di Agape si bagnarono nuovamente di lacrime mentre Aiolos le baciò la fronte.
Dopotutto, pensarono entrambe le ragazze quando si misero a letto, quei due nuovi maestri non sembravano tanto male.
 

   
 
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