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Autore: Piccola_Luna    08/07/2017    1 recensioni
Allison, Daniel, James e Callie. ultimo anno di liceo, tutta la vita davanti, una forte amicizia. ma l'amicizia può dimostrarsi debole quando ci si mette anche l'amore?
-“Questo è il nostro ultimo anno e tutto andrà bene, me lo sento”
-“Stavo sperando che noi due potessimo chiarire speravo che tu capissi perché non te ne parlavo. Ma come hai detto tu sei la mia migliore amica, non sono tenuto a darti spiegazioni”
-“Comunque dovresti evitare di lasciarmi segni sai?"
-“Io ti amo, sono innamorato di te"
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Capitolo 1
 
Sbuffai mentre guardavo fuori dal finestrino, ero innervosita, eravamo fuori dalla casa di James da almeno 10 minuti, e quel ragazzo ancora non era pronto. “Vedrete che adesso arriva” affermò la mia migliore amica, seduta nei sedili davanti, mentre Jason, le afferrò la mano portandosela alle labbra, alzai gli occhi a quel gesto, troppo mielosi, in più io non sopportavo Jason, e per Callie non andava bene, ma loro due ormai stavano insieme da tre anni, e si amavano. Dopo poco il rumore della portiera si aprì e un James trafelato si sedette in auto. Dan scoppiò a ridere guardandolo, io invece non ci trovavo proprio niente da ridere “Grazie a dio ci onori della tua presenza, ancora un po’ e la scuola era già finita” affermai, mentre le risa di Dan si intensificavano, “Scusatemi il ritardo, è che non ho sentito la sveglia” poi mi guardò “Buongiorno anche a te Allison, sempre un piacere” disse James, ironico. “Va bene, andiamo la scuola ci aspetta” disse Jason facendo partire la macchina. Già la scuola, quell’edificio dove passi la maggior parte della tua vita adolescenziale e dove incontri persone che possono cambiare la tua vita. Sarebbe stato l’ultimo anno l’ultimo sforzo, e finalmente ci saremmo liberati. Io, Callie, James e Dan frequentavamo il quarto anno, mentre Jason aveva deciso di fare il quinto, per riuscire ad ottenere una borsa di studio per il football. Lui, diversamente da noi, aveva ben chiaro cosa volesse fare, noi invece eravamo indecisi, l’unica forse era Callie decisa a fare ostetricia a Yale oppure Harvard, dove avrebbe fatto richiesta. Guardai di sfuggita Dan, il mio migliore amico, e mi domandai se anche lui, come me, non sapeva cosa fare del suo futuro. poco dopo vidi i cancelli della Boston Latin Academy, ora che ci pensavo meglio non mi era mancata, mentre cercavamo parcheggio vidi come il resto della scuola era già bello attivo, pronto per un nuovo anno, niente sembrava cambiato, tutto era uguale, i diversi gruppi nelle diverse zone, lo sguardo spaesato dei nuovi arrivati, le bidelle già pronte sul piede di guerra e alcuni professori già felici di farci sudare sui libri.
Appena Jason parcheggiò scendemmo, e mi ritrovai un braccio di Dan intorno alle spalle, mentre parlava con James. Poco dopo però ci separammo, i ragazzi raggiunsero la squadra di football, mentre io e Callie restammo vicine “Sono elettrizzata Al! Siamo all’ultimo anno!” sorrisi, Callie era contenta per ogni cosa anche la più futile “Questo è il nostro ultimo anno e tutto andrà bene, me lo sento” mi disse decisa, mentre mi afferrava un braccio e mi trascinava verso l’entrata. “Ora che l’hai detto di sicuro qualcosa andrà male” dissi guardandola, ricevendo uno sguardo abbastanza scontroso. Non ci diedi peso, troppo impegnata a guardare i soliti sguardi curiosi o ammirati, non era per darmi delle arie o per sentirmi al centro dell’attenzione, ma io e Callie eravamo due delle ragazze più quotate dell’istituto, ricoprendo il ruolo di capo cheerleader e cheerleader eravamo sempre sotto i riflettori, in più Callie era la fidanzata del quarterback della squadra di football, mentre i nostri più cari amici, oltre ad essere giocatori di football erano dei bei ragazzi, e avevano molto successo tra la fauna femminile. Ovviamente non sono io a dire tutto ciò ma un sondaggio fatto tra studenti, dove nelle liste delle ragazze io era al primo posto mentre Callie al quarto, e nella lista dei ragazzi Daniel era il primo, mentre James era al quinto posto. “Callie, Capitano!” “Francy, quante volte ti ho detto di non chiamarmi capitano?” lo odiavo quando qualcuno mi chiamava così, come se io mi trovassi in una posizione superiore, già odiavo quando tutti mi fissavano oppure quando ero sulla bocca di tutti.
“Scusami Allison, sai che non lo faccio apposta.” Mi rispose, poi sorridendomi, ricambia per farle capire che comunque non me l’ero presa. Poco dopo ricevetti un colpo sulla spalla da un ragazzo, che correva trafelato “Ehi! Stai più attento!” “Allison, scusami! Devo correre a prenderci i posti!” Callie scoppiò a ridere quando riconobbe la voce di James, io guardai confusa il nostro amico allontanarsi e correre sulle scale “Ci hanno messo nel piano superiore, sai quanto i ragazzi vogliono avere i posti vicino alla finestra, dove possono vedere tutto” affermò una voce maschile di fianco a me, e poco dopo un braccio mi si appoggiò sulle spalle, e l’odore  del mio migliore amico mi investì “Fin su lì ci hanno messo?” affermai seccata, erano due rampe di scale in più. “Beh ma noi possiamo sempre usare l’ascensore” mi disse con un sorrisino sghembo, che ricambia, poi un colpo di tosse “Va beh, Callie Cap..Allison, ci vediamo in giro dopo” disse Francy allontanandosi “Si è sentita in imbarazzo. Potreste evitare di fare così se non volete far nascere pettegolezzi già il primo giorno” “Callie tanto sono pettegolezzi che vanno avanti da quattro anni” dissi ridendo, mentre io e Dan iniziavamo a incamminarci verso la classe, “Lo dico solo per voi eh”. Callie sapeva quanto odiavo essere in mezzo ai pettegolezzi, e il pettegolezzo che da sempre girava per i corridoi era di una relazione aperta tra me e Dan, visto le ragazze che Dan aveva conquistato a scuola e con cui ogni tanto passava il sabato sera, mentre io, secondo i pettegolezzi, non avevo mai avuto nessuno, ma solo avventure di poco conto.
Quando arrivammo, dopo aver fatto le scale, visto che l’ascensore era controllato dal mastino del preside, trovammo la classe agitata, chi litigava per i posti, chi già controllava i libri, mentre James era il più tranquillo stravaccato sugli quattro posti, tenuti tutti occupati. Nessuno si accorse di noi, perciò nessuno ci fermò per domandarci delle vacanze e ci sedemmo tranquilli, aspettando il professore. Poco prima dell’arrivo del prof entrarono gli ultimi arrivati, tra cui Jessica, una delle ragazze più odiose della scuola. Si era ripassata la maggior parte dei ragazzi, tra cui Daniel e Jason, conquistandosi la fama di essere riuscita a conquistare i due fratelli più ambiti, prima ovviamente che Callie si mettese con Jason, da quel momento iniziò a voler imitare Callie, si fece la tinta ai capelli nera, tentò di entrare nelle cheerleader, e cercò di avvicinarsi a James, per conquistare la sua amicizia o magari anche qualcos’altro, ma il ragazzo non la degnava di uno sguardo. Anche perché James aveva occhi solo per una persona, più ceca di lui.. “Ciao James” io la guardai stranita, aveva usato un tono troppo mieloso, per girarsi a guardare due sue amiche e facendo una risata da oca. Vidi Callie guardare incuriosita la scena e poi puntare lo sguardo su James, che però non ricambiava, ma teneva gli occhi bassi. Molto strano “James, oh. Devi dirmi qualcosa?” senti sussurrare da Callie, mi spinsi con la sedia per cercare di cogliere altre frasi ma Dan si mise in mezzo “Non dovresti intrometterti” mi disse, fissandomi “Tu sai qualcosa.  Qualcosa che non vuoi dirmi perché sai che mi farebbe incazzare” affermai, guardandolo fisso. Aveva degli occhi blu scuro, così profondi, lo conoscevo da quando eravamo piccoli, dato che le nostre mamme erano migliore amiche al liceo, e una volta sposate si erano trasferite vicino. Avevo imparato a superare quella barriera e capivo quando aveva qualcosa o non voleva dirmela. Intanto il professore era entrato e si era accomodato, facendo una presentazione del programma e informandoci sugli esami come si sarebbero svolti.
 

 
 Non riuscivo a non pensare a quello che era successo, eravamo sempre abituati alle uscite di Jessica, ma era molto strana con quel saluto, ma ancor più strano era James, di solito neanche la considerava, ma ora invece non riusciva neanche a guardarla, e soprattutto non guardava me. La sua migliore amica, mi aveva dato molto fastidio. Non ascoltai neanche il professore, troppo presa nei miei pensieri. Forse davvero non dovevo dire niente stamattina su questo nuovo anno.
Continuai a guardare James, che non aveva alzato gli occhi da terra, poi guardai di sottecchi Jessica seduta qualche posto più avanti e la beccai girata a guardarci, in realtà a guardare James. Cosa stava succedendo, perché si comportava così lei? La odiavo, era l’unica persone in tutta la scuola che non sopportavo. Primo troppo oca, secondo era stata con Jason poco prima che io e lui ci fidanzassimo, ha iniziato a imitarmi in qualsiasi cosa e ora puntava James.
Il suono della campanella mi riportò alla realtà, rendendomi conto che non avevo seguito neanche un po’ della lezione. La sedia di fianco a me produsse un rumore, e James si alzò, ancora immerso nel suo mutismo e uscì dalla classe. Vidi che anche Dan lo stava guardando, ma non lo seguì, io invece volevo vederci chiaro. Così mi alzai, quando mi affacciai in corridoio, il mio amico era già sparito, mi guardai intorno, vedendo la porta del bagno che si chiudeva. Mi avvicinai stavo per aprire la porta, pronta a parlare con lui, ma una frase mi gelò sul posto. “Pensavo che non rispondere ai messaggi fosse un chiaro segnale che non voglio parlarti. Ti ho già detto che è stato un errore” con chi poteva avercela James, poi un singhiozzo “Ma tu quella notte.. eri così dolce..” la voce era di una ragazza, ed era molto simile a quella di Jessica, ma quando era uscita dalla classe? Ma soprattutto di che cosa stavano parlando? “Perché non eri tu quella con cui mi immaginavo di farlo” ed era una frase dura e fredda. Mi vennero i brividi, come se quella frase fosse rivolta a me, come se fossi io la ragazza che aveva appena saputo che quella notte era semplicemente stato del sesso “Ovviamente, però ti sei divertito. Mi ricordo molto bene” di nuovo Jessica, e mi venne il voltastomaco, poi fu improvviso un flash, un ricordo.
 
"Ciao James" Finalmente aveva risposta, era più di un’ora che tentavo di chiamarlo, per sapere se fosse atterato. “Callie!” mi urlò dal microfono “Non urlare, ti sento. Comunque  tutto apposto? È andato bene il volo? E soprattutto per il 16 torni vero? Perché se manchi al mio compleanno, potrei toglierti il saluto” dissi con un finto tono arrabbiato. Avrei festeggiato il mio compleanno con amici intimi in una sala affittata dai miei, ma il mio migliore amico aveva visto bene di partire con nonna e cugino per la Costa Azzurra. “Comunque, tutto bene, il volo è andato bene, l’atterraggio anche. Per quanto riguarda il tuo compleanno, forse riuscirò ad esserci, oppure incontrerò una francesina con cui deciderò di passare la mia vita con lei e mi stabilirò qua.” Scoppiai  ridere, all’idea di James con una francesina tutta perfettina. “Callie, devo salutarti, perché mio cugino è quasi pronto, abbiamo deciso di fare un giro in qualche discoteca, giusto per capire come passare le serate” dopo esserci salutati riattaccai.
Ci sentimmo quasi ogni giorno, nonostante il fuso orario. Poi un giorno mi telefonò “Non ci crederai chi c'è qui” mi disse, scandendo bene le parole, “Jessica.” “Quella Jessica? Mi stupiì “Si, credo che sia venuta qui apposta, credo che mi abbia seguito e stalkerato per tutto questo tempo” mi disse con finto tono preoccupato “Non prenderla molto sullo scherzo, magari è così. Ti ha seguito, ha indagato.. e ti ha trovato” “Ora mi preoccupi sul serio Callie” si sentì un tonfo, poco dopo delle risate “James?” “Aspetta, ahah, dio mio cugino è rimasto chiuso sul balcone, ed è inciampato per terra” Dopo esserci raccomandati di sentirci il giorno dopo, per l’orario del volo, visto che quella era l’ultima sera, riattaccammo
Il giorno dopo, non lo sentì, mi mando solo un messaggio, con il numero e l’ora del volo, dicendomi che non serviva che andassi a prenderlo. Ci rimasi male, ma dopotutto sarà anche stato stanco, così non ci diedi peso. Quando riuscì a vederlo era qualche giorno prima del mio compleanno, sembrava molto strano, provai a chiedergli se fosse successo qualcosa l’ultima sera, ma mi rispose superficialmente, quando nominai il nome di Jessica però sembro irritato, quasi si incazzò rispondendomi solo “Cosa vuoi che mi interessi di quello che fa”.

Collegai tutto, mi scappò un singhiozzo e mi portai subito la mano alla bocca sperando che non mi avessero sentito, sentì che le voci si erano fermate, così mi allontanai velocemente, non abbastanza però che la porta si aprì “Callie” mi fermai, ma non mi girai, avevo il terrore che potesse leggermi in faccia tutto il dolore che provavo. “Ma bene, ora non si può neanche parlare sena che qualcuno spii” la voce di Jessica, fu la goccia che fece traboccare il vaso. Sentì una lacrima cadere, e cercai di trattenere i singhiozzi. Poi un braccio, mi prese la mano “Andiamo in bagno” Allison.. era arrivata a salvarmi, a portarmi lontano da lì. Mi portò semplicemente in bagno, cacciò fuori due ragazze, che mi guardarono stupite, chiuse la porta a chiave, e poi per ogni servizio per sicurezza, per non avere orecchie in ascolto “Vai, ora puoi” e io scoppiai in lacrime, piansi, neanche capivo bene per cosa, non capivo perché il solo pensiero di loro due insieme mi faceva stare così, perché stavo piangendo, perché mi prendeva così. “Tieni” mi porse un fazzoletto, per sistemarmi. Dopo aver preso un respiro profondo, mi appoggiai ai lavandini e mi sciacquai la faccia, e poi mi guardai allo specchio, gli occhi erano un po’ lucidi, il trucco un po’ colato. Uno spettacolo. Allisn restava ferma, non parlava, lei faceva così, aspettava che fossi io ad iniziare, in modo che potessi spiegarmi al meglio. “James è stato con Jessica. E quando dico starci, intendo che sono andati a letto insieme. Quest’estate credo.” Dissi gelida, mentre riprendevo a sistemarmi il viso. Vidi Allison annuire, e poi abbassare lo sguardo pensierosa. “Lui è il mio James, è il mio migliore amico, mi sarei aspettata che me lo dicesse. Non l’ha fatto. Perché non dirmelo?” “Forse non voleva farti stare male” “Ah perché ora sto bene no!?” urlai, girandomi a guardarla “Averlo saputo così, e poi perché lei? Sai quante francesine e turiste ci sono in Costa azzurra?!” maledizione lo stavo odiando “E poi neanche pensava a lei mentre scopavano!” appena mi resi conto del verbo utilizzo mi tappai la bocca. Non ero una che utilizzasse un gergo simile. “Oh mio dio, scopare, come ti sei permessa di utilizzare un verbo così scurrile.” Disse scandalizzata Allison, prendendomi in giro. “Voglio solo farti una domanda, sicura che tu non sia gelosa perché hai scoperto che anche James è un ragazzo e ha dei bisogni?” la guardai storta “IO so che James è un ragazzo e ha dei bisogni, ma mi da fastidio che proprio con lei” “Quindi è di lei che sei gelosa” “No! Lei non ha niente di cui essere gelosa!” “Lei ha avuto James..” “Non l’ha avuto, io ho James, io sono la sua migliore amica, io sono la sua preferita. Lei non è niente, è stata solo una notte. E ora pensa di venire qua e portarmelo via?!” “Callie, nessuno ti ha portato via niente, James non è il tuo ragazzo, è il tuo migliore amico.” Mi resi conto di quello che avevo detto fino adesso solo quando avevo sentito la frase di Allison e avevo osservato il suo viso. Io ero gelosa, gelosa di James. Lei aveva ragione, lui era un ragazzo, aveva certi bisogni, e insomma Jessica l’aveva soddisfatto, ma il punto era perché stavo reagendo così. Mi sentivo vuota, triste, gelosa come se il mio ragazzo mi avesse tradito. “Al, perché sto così?” domandai alla mia migliore amica, non ricevetti risposta, scosse solo la testa
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James era entrato in catalessi, fissava la porta del bagno, aspettando di vedere uscire le due ragazze appena entrate. Jessica se ne era ritornata in classe appena Allison aveva portato via Callie, e io ora fissavo il mio amico, “James, andiamo in classe” Lui scosse la testa restando fermo, così lo spinsi in la. “Non usciranno subito, in più sta arrivando la prof, almeno noi dobbiamo farci trovare in classe” affermai. Pochi secondi e James si mosse verso la classe come un automa.
Avevo seguito Allison appena era uscita dalla classe, non so cosa sia successo, quello che so è che Callie era pallida e cercava di non piangere, mentre James era alle sue spalle con Jessica di fianco eravamo, poi vidi Allison incamminarsi velocemente verso di loro, e afferrare Callie per una mano e portarla verso il bagno, poi Jessica superò James, borbottando qualcosa. E ora siamo qua, ai due banchi ad aspettare, fermi immobili, perché io non ho ancora capito cosa sia successo e James non si è ancora ripreso dal mutismo. La prof era già entrata, ma non sembrava si fosse accorta dei due banchi vuoti di fianco a me. Aveva subito iniziato a spiegare fisica e vedevo già molte facce disperate. La sua spiegazione fu interrotta dalla porta che si apriva “Scusi prof, non è stata molto bene e sono rimasta con lei” Callie era un po’ pallida, e in effetti poteva sembrare fosse stata male. La prof annuì e fece il gesto di accomodarsi, riprendendo la spiegazione. Osservai le due ragazze, Allison mi guardò, un chiaro segno che dopo ci saremmo parlati e forse mi avrebbe spiegato qualcosa. Sentì Jessica sbuffare, così la osservai, stava guardando James, poi dopo aver sbuffato e alzato gli occhi si rigirò davanti.

 
Ero proprio un imbecille cosa pensavo, che Jessica se ne sarebbe stata zitta, e che Callie non lo sarebbe mai venuta a sapere? Solo Dan lo sapeva, e più di una volta mi aveva detto di non tenerlo nascosto, non a Callie, perché lei si prendeva male per la minima cosa, ovviamente non erano fatti suoi con chi andavamo, ma Jessica non era chiunque, era l’unica ragazza che lei odiava. Il mattino dopo, mi ero pentito subito, anche perché era stato un rapporto frettoloso, sulla sdraio di  quella spiaggia dove c’era la discoteca all’aperto. Per tutto il rapporto non avevo fatto altro che pensare ad un’altra persona con cui volevo essere lì, che volevo stringere tra le mie braccia, che volevo baciare. Poi i fiumi dell’alcool avevano iniziato a sfumare, e avevo realizzato cosa avevo fatto. Subito dopo l’ho allontanata e le ho detto di dimenticare tutto, che era stato un errore e che non doveva farne parola con nessuno, sono stato stronzo lo so, ma era quello che pensavo. Ora invece lei aveva tirato fuori il discorso, e per colpa sua Callie l’aveva scoperto. L’unica persona che non volevo lo venisse a sapere. Non riuscivo neanche a guardare in faccia Callie, perché non sapevo neanche cosa dirle, come spiegarle la situazione. “Jam, James! Andiamo” la voce di Dan mi riscosse, osservai che la classe era mezza vuota, ma vidi Callie e Allison ferme vicino al banco. “Hai intenzione di farci aspettare anche per andare in laboratorio?” mi domandò ironicamente Allison, mentre Callie, finalmente, sorrideva. Scossi la testa e sorrisi “No, scusatemi. Ero immerso nei miei pensieri” e subito vidi il volto della mia migliore amica scurirsi. Imbecille. Arrivammo in aula informatica in silenzio, presi posto e accesi il computer, seguendo le istruzioni per accedere al mio account. “Dan, è più complicato del solito sto robo” affermai, mentre inserivo quella password impossibile. “Hai ragione. La password non è delle migliori.. meno male che dobbiamo cambiarla dopo.” Non era la voce di Dan, almeno che lui non avesse una voce calda e gentile, due gambe da urlo, e un sorriso dolce. “Meno male, non vorrei mai che la mi password pensasse che ne preferisco un’altra” e sperai che Callie capisse che non mi riferivo solo ad una password, ma da come arrossì e distolse gli occhi capì, che aveva capito cosa intendevo. “Beh, allora dovresti muoverti, se aspetti potrebbe sentirsi tradita” “Non lo farei mai Callie” afferma, guardandola negli occhi, non l’avrei mai fatto, mai. Non lei, non la ragazza a cui più tenevo, l’unica con cui potevo essere me stesso, e da cui venivo accettato.  L’ora di informatica, finalmente finì, non si faceva mai niente di produttivo, se non giocare. Il lato positivo era che io e Callie avevamo scherzato e parlato, senza aver fatto riferimento a quello successo qualche ora prima. Guardai Dan e lo ringrazia, se avevo avuto Callie vicino a me era di sicura opera sua e di Allison.
Al suono della campanella che segnava la pausa pranzo, la classe si svuotò in fretta, tutti affamati, ed eravamo solo al primo giorno. “Io sono già stanco.” Esclamai, mentre mi sedevo al tavolo con il vassoio, accanto a Callie. “”Beh per essere il primo giorno, in effetti ci vanno giù pesanti” esclamò la ragazza accanto a me. “Ecco qua la mia ragazza” Jason si posizionò tra me e Callie, gesto che mi diede molto fastidio, mentre due sue compagni presero posto uno di fianco a Dan e l’altro a capotavola “Ciao Amore, come è andata a te?” Jason si mise a spiegare le novità e tutto ciò che il suo cervello era stato capace di capire. Nonostante sia il fratello di Dan non sono molto simili. Dan alto con un fisico asciutto, capelli neri e occhi blu, molto simile al padre, mentre Jason era più come la madre, capelli biondi e occhi marroni, e un corpo un po’ più in carne, dovuto all’allenamento intensivo che praticava. Dan era molto intelligente, Jason invece aveva bisogno di ripetizioni e a volte non bastavano, per quello stava ripetendo il quarto anno, perché le ripetizioni non erano bastate. È molto bravo nello sport, infatti è il quarterback della squadra dove giochiamo sia io che Dan. non mi è mai piaciuto Jas, quando l’ho conosciuto era il fratello più grande, e da una parte lo ammiravo, suolo di ragazze dietro, un grande giocatore di football, poi aveva iniziato ad interessarsi a Callie, e la simpatia che avevo era scemata. Era un donnaiolo, non volevo certo che la mia migliore amica potesse soffrire per uno come lui. Lui però si era dimostrato gentile, anche Dan sembrava molto sbalordito, Jas sembrava molto preso da Callie, anzi lo è visto che sono tre anni che stanno insieme, evidentemente Callie è la classica ragazza che fa mettere la testa apposto ai tipi come Jason. Ma perché proprio lei.. con altre mille che c’erano. “James, James. Dovremo arrangiarci per tornare a casa. Jason deve stare qua un’ora in più” annuì alle parole di Dan, mentre finivo di mangiare, quel poco che riuscivo a mandare giù a causa di Jason che baciava Callie di fianco a me. Mi sentivo osservato, e mi girai a guardare Allison, da quanto mi guardava? Lei mi metteva molta pressione, sembrava studiarmi in ogni mossa, cercare di leggermi dentro, e ci riusciva, perché niente sfuggiva allo sguardo di Allison. Ma se era lei a volerti nascondere qualcosa, ci riusciva tranquillamente, perché nessuno poteva capirla, nessuna se non Dan. C’era anche Callie, ma il rapporto che avevano Dan e Allison era più profondo, come se a volte fossero una sola persona. A volte sembrava che comunicassero con il pensiero.  Anche se a volte riusciva a nascondere certe cose anche a Dan.
Le ultime due ore furono pesantissime, avevamo storia e poi letteratura, materie pesanti che non sopportavo, troppo pesanti. “A me e Dan ci passa a prendere sua mamma, se volete possiamo darvi un passaggio” affermò Allison. Io e Callie non avevamo più parlato dopo informatica, non ce n’era stato tempo. Ma al suono della campanella decisi di prendere la palla al balzo “Callie, per non disturbare, ti va di fare la strada insieme?” io e Callie abitavamo a pochi metri di distanza, perciò poteva anche sembrare normale la mia richiesta. La vidi pensarci un po’, poi mi sorrise ed annuì “Grazie dell’offerta, ma ha ragione James, possiamo farla a piedi, non è neanche tanto lontano” disse, al cancello dopo esserci salutati ci dividemmo.
 

 
Mi buttai sul letto a braccia aperta, già stanco, in più la settimana prossima sarebbero cominciati gli allenamenti, quindi sarebbe stata più pesante ancora. Guardavo Allison sdraiata di fianco a me, mentre guardava il soffitto "Tu cosa ne pensi?" domandò, continuando a guardare in alto “Io non ho ben capito cosa sia successo, devo dire che dopo Callie mi sembrava più tranquilla, ma sia lei che lui erano, insomma, distrutti, James appena lei gli ha parlato era più sereno..” “Tu lo sapevi di loro due? Di James e Jessica?” mi immobilizzai, ovvio che lo sapevo ero il suo migliore amico, non potevo mentire perché l’avrebbe capito, annuì debolmente. E lei sottigliò lo sguardo “Perché non mi hai detto niente?” “Beh, non mi sembrava così importante che lo sapessi. Cioè non immaginavo succedesse tutto questo” sospirai, passandomi una mano tra i capelli. “E poi se te l’avessi detto, tu saresti andata da lui e l’avresti costretto a dirlo a Callie” Allison si sollevò e mi guardò “Ovvio. Almeno non sarebbe successo tutto questo. E ora guarda, Callie è confusa, se io l’avessi saputo le avrei fatto aprire gli occhi subito” rimasi confuso, dalla sua affermazione “Aprire gli occhi?” Allison mi guardò eloquente “Dai Dan, lo sappiamo entrambi che James è innamorato di Callie da una vita, e lei anche.”

Eravamo nella mia macchina, pronti a tornarcene a casa, dopo la festa per il compleanno di Callie.  "Ha fatto la roba in grande prenotando la sala. Ma hai visto quanta gente c’era? Era proprio tanta è? Ma secondo te li conosceva tutti?” James era andato, aveva bevuto parecchio, aveva iniziato appena arrivato e aveva finito qualche minuto prima. Io invece ero rimasto sobrio, dato che dovevo guidare “Sembrava felice di avere tutti i suoi amici, in particolare, te.. Quando ti ha visto ha subito lasciato mio fratello ed è corse da te;a volte mi chiedo come faccia mio fratello a non essere geloso" affermai, mentre mi immettevo in strada per essere notte c’era un po’ di traffico, molto probabilmente chi tornava a casa oppure andava a lavorare. James era girato verso il finestrino e pensai che forse si era addormentato "Non sarebbe così felice di avermi come amico, non se sapesse che... " poi si lasciò sfuggire una risata isterica, più che isterica sembrava sull’orlo del pianto "Insomma quale amico ti tradirebbe? Sono il suo migliore amico, Dannazione! Dovrei non farla soffrire" Rimasi in silenzio, poiché non sapevo di cosa parlasse, aveva bevuto molto, perciò non sapevo neanche che fare. "Ahah e io mi scopo Jessica. La ragazza che non sopporta, colei che non ha mai potuto vedere. Io cosa faccio? Me la faccio, in un bagno di una discoteca. Il motivo? Ero talmente ubriaco che neanche capivo cosa stavo facendo, e quando ho visto quei capelli, lunghi e neri, ho pensato fosse Callie, la mia Callie.” Tacque un attimo, poi riprese  “Quando ho capito cosa fosse successo, me ne sono andato, non avevo il coraggio di guardarmi allo specchio. La cosa più sconvolgente non è stato il fatto di essermi scopato Jessica, ma il fatto che per tutto il tempo ho sperato che fosse Callie" E la risata si trasformò in un singhiozzo "sono innamorato di lei, Daniel. Della mia migliore amica, dalla prima superiore.. Diamine è la fidanzata di tuo fratello ti capirei se dopo questo decidessi di lasciarmi qui e non parlarmi più”. Non sapevo cosa fare, immaginavo che James provasse molto di più per Calie, ma venire a sapere che era stato con una dona e aveva pensato solo a lei, mi lasciava un po’ scioccato. “Non ti lascerei mai a piedi.. non in queste condizioni almeno” James rise, poi si appoggiò con la testa al finestrino per trovare il fresco.
La mattina dopo mi aveva scritto un messaggio, chiedendomi di tenere il segreto, di dimenticarmelo, e che se non volevo più essere il suo migliore amico lo capiva. Gli risposi con un semplice messaggio per fargli capire che io non l’avrei lasciato solo. Che su di me poteva contare.

 Aveva ragione, James aveva fatto finta di niente, assopito i suoi sentimenti per restare di fianco a Callie, anche solo come amico. Erano chiari i segnali che provava molto di più. Ma di Callie non mi ero mai accorta, insomma stava con mio fratello mi sembrava molto presa, molto innamorata. “Callie non lo sa neanche lei, ma è chiaro, o almeno per me che la conosco, io so che infondo è innamorata di James. Ma ha scelto Jason, perché almeno con lui” “Era sicura” terminai, in effetti James non aveva mai confessato niente a lei, cercava di mascherare ogni cosa. Mentre pensavo sentì una testa appoggiarsi sul mio petto “Sai che è Callie che se l’è tirata? Ha detto che sarebbe stato un anno meraviglioso. E guarda come è cominciato. E siamo al primo giorno” me la strinsi addosso, annuendo. “Appunto è appena iniziato e può ancora esserlo un anno meraviglioso.” Puntualizzai. Allison sospirò, poi mi guardò “Per me può succedere di tutto, l’importante che tu mi rimanga a fianco. Lo sai che senza di te io non potrei farcela” Al non era una ragazza dolce, lei non tendeva mai a dimostrarti quanto ci tenesse, erano rare. Ma quelle rare volte che lo faceva, ti scaldava il cuore. Me la strinsi contro lasciandole un bacio tra i capelli, lei era la mia ancora e io la sua.
Verso cena Allison se n’era andata, mia mamma l’aveva invitata a restare, ma lei preferiva andare a casa sua. Allison abitava vicino a me, la casa accanto, ci divideva solo il cortile. Eravamo cresciuti insieme, le nostre madri erano amiche dal tempo del liceo, e poi una volta diventati adulte avevano deciso di andare a vivere vicino con i rispettivi mariti. E così, da quando ho memoria, non c’è un giorno che io non abbia passato con lei. Spesso restava anche a dormire da me, infatti nell’armadio, ho un paio di suoi pigiama e di cambi per le occasioni. Mia madre ormai aveva preso l’abitudine a mettere una branda in più in camera mia, anche se poi Al dormiva sempre con me.
“Dan, mi passeresti l’insalata?” domandò mia madre, mentre già si stava versando della carne nel piatto.  Jason invece stava parlando con mio padre, delle novità del campo, ovviamente mio padre non era molto un fanatico di football, ma dopo che Jason a chiare lettere aveva rifiutato di voler seguire le sue orme studiando giurisprudenza, mio padre si era arreso, ma ovviamente dimostrava ogni volta la sua delusione. A Jason non cambiava niente, aveva il sostegno di mamma e a lui bastava, dopo il liceo lui avrebbe seguito il fratello di Allison, Christian. Aveva 2 anni di differenza da noi e uno da mio fratello, aveva seguito la carriera di giocatore di football e si era trasferito a New York, avendo ottenuto una borsa di studi dalla Columbia. Christian non aveva trovato problemi in famiglia, anzi si erano visti contentissimi della scelta. Da noi, prima che mio padre si arrese, ci volle un mese. Un mese in cui non si parlavano, e quando lo facevano litigavano. È stato orribile. “Tu Dan invece? Ti senti pronto per affrontare quest’anno?” domandò mio padre sviando l’attenzione da Jason. “Si, se devo essere sincero, mi sento abbastanza motivato” “Beh, vedi Jas, dovresti prendere esempio da tuo fratello e sentirti motivato, almeno quest’anno, insomma anche i giocatori di football hanno bisogno il diploma” affermò gelido. A tavola restammo tutti ammutoliti, mamma aveva guardato subito Jason, che stringeva la forchetta, “Beh almeno noi giocatori di football un po’ di tatto ce l’abbiamo” affermò poi si alzò facendo strisciare la sedia, e dopo aver sbattuto le posate in tavola sparì sulle scale. “Potevi essere un po’ meno duro” “Se non è abbastanza maturo per ricevere critiche non è colpa mia.” Affermò mio padre, tornando poi a guardarmi e a chiedermi altro, e mentre io rispondevo, vedevo mia madre sparecchiare tenendo lo sguardo basso. Quella sera, di sicuro, li avrei sentiti litigare.

 
I primi minuti eravamo stati in silenzio, “James senti..” “Callie” e poi entrambi avevamo deciso di parlare contemporaneamente, e poi eravamo scoppiati a ridere. Lo guardai, sorridendo “Prima le signore” mi disse, così presi un sospiro profondo. “Mi dispiace per oggi, ho avuto una reazione esagerata… è che, insomma sai quanto non la sopporti… e venirlo a sapere così… non era neanche mia intenzione sentirvi, volevo solo sapere cosa avevi di strano” dissi, rendendomi conto di aver trattenuto il fiato, e di avere le mani sudate. Lo fissai, di sbieco mentre continuavamo a camminare e lui teneva lo sguardo basso. “Volevo dirtelo, ma proprio perché sapevo che la odiavi, non sapevo come potevi reagire. Così ho fatto finta di niente, e speravo che sta storia non venisse mai fuori, ma evidentemente sperare non è stato sufficiente.” “Ma perché lei?” domandai di getto, rendendomi conto del tono che avevo usato e di cosa gli avevo chiesto. James mi guardò fermandosi, e facendo arrestare anche me. “Che domanda è? Non c’è un motivo è capitato” mi rispose scazzato, come se quella domanda gli fosse scomoda, e si stava agitando “Ah quindi adesso è così che dici, che ti è capitato, e così con quante altre ti è capitato?” domandai un po’ arrabbiata mentre lo fissavo “Ma che diavolo stai dicendo Callie? Non sei la mia ragazza, saranno anche fatti miei chi mi  capita di scopare” mi rispose, come mi rispose mi diede molto fastidio, perché James non aveva mai usato quel tono con me e soprattutto un gergo simile. “Hai ragione, non sono la tua ragazza, ma la tua migliore amica. E te lo sto dicendo da amica, il fatto che tu sia stato con quella mi dà fastidio, e mi fa incavolare che tu non volevi dirmelo, che speravi  che non venisse fuori. Invece guarda, ora è uscita, e cosa speri che succeda adesso?” risposi, mi aveva fatto uscire dai gangheri, io non ero la sua ragazza -appunto- ero la sua migliore amica, ma comunque meritavo un po’ di sincerità. James non mi guardava più “Stavo sperando che noi due potessimo chiarire speravo che tu capissi perché non te ne parlavo. Ma  come hai detto tu sei la mia migliore amica, non sono tenuto a darti spiegazioni” detto questo riprese a camminare, mentre i suoi passi rimbombavano il mio cuore andava a pezzi. Restai ferma un attimo per metabolizzare, “Ti muovi? Vorrei andare a casa” mi disse senza neanche fermarsi, feci finta di niente, iniziai a seguirlo, ma non parlammo più, nonostante non mi parlasse mi accompagnò fin sotto a casa, poi dopo un breve saluto senza guardarmi si incamminò verso casa sua. 
Mi chiusi in camera, non mangiai nemmeno troppo nervosa, troppo delusa  e triste. Aveva ragione, io sono solo la sua migliore amica, ma il solo pensiero che le mani di quella stavano addosso al mio James, mi mandava fuori di testa. Cosa aveva pensato James mentre lei si avvicinava, cosa aveva provato mentre lo facevano? L’aveva definito come una cosa che capita.. ma con lei no. Mi veniva anche da piangere. Mi sentivo un idiota, star qui in un letto a piangere per uno che neanche era il mio ragazzo, ma da cui mi sentivo tradita come se lo fosse stato. Non mi accorsi neanche di essermi addormentata fino a quando mia madre non mi svegliò per la cena. “Amore, è pronto” annuì stiracchiandomi, mentre mi alzavo, afferrai il telefono e la schermata si illumino, facendomi notare diversi in primis di Jason, più due sue chiamate, poi due messaggi da Allison. Nessuno da James. Dovevo ammetterlo speravo in un suo messaggio di scuse, o comunque di chiarimento. Forse  lui si aspettava le mie scuse. Dopo aver cenato tornai in camera, presi il cambio e andai in bagno a farmi una doccia. Tornata in camera, afferrai il telefono e chiamai Allison. “Callie, dimmi todos” “Abbiamo litigato. Dovevamo tornare insieme per parlare e invece abbiamo discusso.” La sentì sospirare “Spiegami” “beh lo sai io gli ho detto che doveva dirmelo subito, che io sono la sua migliore amica e che certe cose devo saperle, poi gli ho chiesto perché lei, e lui mi ha risposto che è capitato. Ma Al, come può capitare una cosa del genere? Cioè so come capita, ma perché con lei. E io mi sono un po’ alterata” affermai, “E lui cosa ha detto?” “Dopo si è innervosito  mi ha detto che lui voleva chiarire. Ma che, come ho detto io, sono la sua migliore amica e non è tenuto a darmi spiegazioni” sussurrai. “Callie, in effetti lui non ha tutti i torti, insomma è andato a letto con Jessica, ma poteva essere qualsiasi ragazza, non te l’ha detto, conoscendolo perché non voleva deluderti. Infondo lo sai che James non parla delle sue conquiste. E poi giustamente Callie tu hai avuto una reazione molto esagerata.. si insomma capisco la lealtà ma non sei la sua fidanzata..”  mi innervosì “Quindi mi stai dicendo che sono io in errore? Insomma che lui ha tutto le ragioni del mondo per aver litigato con me” “Non ho detto questo ma da come hai detto tu, neanche l’hai fatto spiegare, l’hai attaccato sul come è potuto succedere. Senza lasciarlo parlare. E poi sai Callie, forse tu sei arrabbiata perché ti sei veramente sentita tradita, perché una reazione come hai avuto oggi non te l’ho mai vista fare per Jason.” “Cosa stai dicendo, se fosse stato Jason era tutt’altra storia!” affermai decisa. Mi dava fastidio sentirmi dire quelle cose “Più di una volta Jason ti ha dato motivo di essere gelosa tu però non hai fatto niente. James è il tuo migliore amico giusto? Quindi devi comportarti da migliore amica, chiedendogli scusa. Se invece  Callie ci fosse qualcosa di più dovresti farti un esame di coscienza” “Al, cosa diamine stai dicendo? È tutto il giorno che dici cose strane. Ti ho chiamato per conforto, ma se sapevo che non l’avrei trovato, avrei evitato. E ora scusami ma devo chiamare il mio ragazzo” calcai sulla parola -ragazzo- riaggancia, più confusa ed nervosa di prima. Non chiamai Jason, però lo tranquillizzai tramite messaggi, non ero in vena di rispondere alle sue domande. Prima di dormire, rimasi sulla chat aperta di James, indecisa se scrivergli o no, ogni tanto rientrava, ma stava poco. Digitai poche lettere -Scusa- poi le ricancellai, alla fine mi decisi -Scusami per oggi. È tutto apposto- e inviai, ma non era tutto apposto, non per me. I discorsi di Allison mi avevano confusa, non capivo dove volesse arrivare. Chiusi gli occhi e cercai di dormire.
 
 
 
 
 
 
Spazio D'autrice
Ciao a tutti! Eccomi tornata dopo mesi dedicati alla maturità e felicemente passa – si spera almeno-. Come detto ho cambiato un po’ di cose, ho deciso di farla in prima persona, con i punti di vista dei diversi personaggi. Loro però sono sempre gli stessi, non cambiano. La storia è la stessa, ma ho voluto modificarla. Purtroppo dovrò modificare tutti gli altri capitoli, e la storia verrà eliminato. Il titolo molto probabilmente resterà lo stesso. Fatemi sapere che ne pensate, e niente un bocca al lupo a chi sta affrontando esami di maturità o universitari. Un bacio.
Piccola_Luna
 



 
 
 
  
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