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Autore: EmilyG66    09/07/2017    2 recensioni
Dopo la festa a sorpresa organizzata nella sua camera, da quei nuovi e strani primi amici, la campionessa del labirinto si addormenta.
Jareth le fa visita in sogno e riappiana le cose tra di loro aprendo uno spiraglio luminoso su un possibile futuro insieme, anche se ancora lontano.
I personaggi non mi appartenevano prima e non mi appartengono neanche adesso.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jareth, Sarah
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando suo padre e Karen furono di ritorno a casa scossò la mezzanotte ma la festicciola improvvisata dalle creature del labirinto si dilungò di una buon’ora.
Sarah cercava di tenere a bada il baccano infernale che i suoi ospiti stavano facendo e non appena se ne ritornarono da dov’erano venuti tirò un sospiro di sollievo.
Era felice anche se stanca ma comunque, senza far rumore, cominciò a riordinare la camera.
Coriandoli e stelle filanti finirono in un sacchetto per la pattumiera, fotografie, ritagli di giornali e i poster appesi alle pareti vennero rinchiusi nel cassetto della scrivania con il carillon e il libricino rosso.
Peluche e giocattoli invece furono messi accuratamente via in uno scatolone che, con la massima prudenza, la campionessa portò in soffitta.
Ora la sua camera sembrava più ordinata.
I libri non erano stati spostati delle mensole così come la statuetta del re dei goblin e il poster della stanza Escher rimasero al loro posto.
I peluche dei suoi amici invece presero possesso della mensola a muro per i pupazzi.
Dopo essersi compiaciuta per il risultato ottenuto Sarah sfregò le mani soddisfatta e sbadigliando si stiracchiò.
Mise in fretta un pigiama color panna a maniche lunghe e si apprestò a spegnere la luce rintanandosi poi sotto le coperte. Il sonno la vinse subito.
Trascorsero dieci o forse quindici minuti quando alla finestra apparve un barbagianni ben noto che fece aprire le imposte, ma questa volta in maniera silenziosa.
Il volatile si posò sul divanetto appena sotto la finestra e l’ombra, proiettata sul pavimento dalla luce della luna, si allungò.
Jareth riprese la propria vera forma e i suoi incredibili occhi si fermarono con un po’ di rancore sulla figura addormentata e distesa su un fianco con il volto rivolto verso di lui.
Il re dei goblin chiuse le due ante avvicinandosi con minacciosa eleganza, fece il giro del letto di Sarah osservandola e sorridendo poco dopo in maniera felina.
Aveva preso a spiare quell’umana già da tempo e neanche lui riusciva a spiegarsi perché la ragazzina lo ossessionasse tanto.
Mai si era permesso di entrare nella stanza, e adesso che invece l’aveva fatto si crogiolava nel constatare l’innocenza di quella creatura.
Il pigiama che copriva la sua preziosa era un po’ troppo largo e non metteva in mostra nessuna delle curve che si stavano formando su di lei.
Invece il vestito da sposa che aveva indossato al ballo nella bolla era fatto apposta per la regina che non sapeva di essere.
Jareth sorrise al pensiero, per nulla incline ad arrendersi si abbassò fino all’orecchio della giovane e le sussurrò: -Corromperò la tua mente con la mia immagine e il mio ricordo, ed il tuo cuore con i miei sentimenti. Allora tu mi apparterrai ed io ti apparterrò...per sempre. –decretò baciandole la fronte con inattesa dolcezza.
La desiderava, la voleva e doveva averla. Così stava scritto nel libro: “lui si era innamorato di lei” e non si sarebbe potuto opporre neanche volendo ad un sentimento così potente come l’amore.
Allora il sovrano entrò nel suo sogno.

Sarah si trovava nuovamente nel labirinto indossando gli stessi abiti con cui lo aveva attraversato poco prima.
Inizialmente temette che fosse reale ma infondo sentiva che quello doveva essere solo un sogno.
La ragazza prese a camminare e svoltò subito un angolo ma rimase sasso nel trovarvi il re dei goblin che la fissava appoggiato alla parete di pietra.
Era vestito con un gilet nero aperto con una camicia del poeta bordeaux e i soliti pantaloni, stivali e guanti neri.
-Cosa ci fai tu qui? –chiese lei ripresasi in fretta dalla sorpresa.
Jareth si allontanò dal muretto.
-Questo è il mio regno. –le fece notare schietto.
-No, questo è solo un sogno. –con sicurezza Sarah. 
-I sogni sono come i desideri ed io posso manipolarli entrambi. È un mio dovere. –confermò lui portandosi una mano guantata sul petto toccando il falcetto d’oro.
Il silenzio cadde per un momento tra i due e la campionessa del labirinto lo utilizzò per guardare il re negli occhi.
Non sapeva cosa dire né come comportarsi e Jareth lo notò leggendo i quegli smeraldi la confusione.
-Mi temi Sarah? –le domandò con tono calmo e caldo.
-No. –rispose lei con semplicità, ed era vero.
Lo aveva temuto prima durante il “gioco” e quando le stava troppo vicino ma ora non aveva nessuna paura di lui.
Il biondo fece dunque un passo avanti e Sarah lo imitò con la stessa volontà.
-Al ballo hai detto di non sapere come ti sentissi verso di me. Cosa provi ora? –le chiese con una velata nota di impazienza. (Mi riferisco al libro)
La ragazza fu presa in contropiede da quell’intimità e non rispose.
-Mi odi? –riformulò meglio il re dei goblin.
Sarah rifletté più a lungo stavolta prima di rispondere.
Lo odiava?
Sì aveva rapito Toby ma era stata lei a chiederglielo, e poi tutto si era risolto alla fine quindi perché doveva odiarlo?
-No. –ammise sincera.
Jareth a quella risposta sorrise raggiante e con malizia mostrando i canini.
-Dunque mi ami. –concluse lui tirando le somme.
La campionessa del labirinto arrossì di botto aprendo e chiudendo la bocca senza che ne uscisse alcun suono eludendo più volte il suo sguardo.
-N-No! –mentì piena di vergogna.
-Ciò che è detto è detto. –le ricordò il biondo sibillino.
-Io non l’ho detto! –affermò la sua preziosa pestando i piedi.
-Hai ammesso di non detestarmi, sai qual è il contrario di odio? –le fece il re spiegandole il concetto in maniera lasciva e avanzando sorridente verso di lei ancora un po’.
La ragazza annuì, ora Jareth era molto vicino così riuscì a prenderle il mento con la mano sinistra per poi parlare.
-Saresti la mia regina se solo tu lo volessi. –le rivelò muovendo una mano verso i suoi capelli lucenti e attorcigliando sull’indice guantato una ciocca scura spostandovi lo sguardo.
Sarah lo osservò per un momento certa che potesse sentirla trattenere il respiro.
Non aveva preso seriamente in considerazione quella proposta ed era certamente troppo presto perché si aspettasse una risposta.
Quando poi Sarah alzò gli occhi, fissi finora sulla mano di lui, e incontrò quello sguardo innamorato poté pensare solo ad una cosa. Cioè a quelle labbra sottili.
Sembravano così lisce e morbide…si scoprì a desiderarle sulle proprie come una qualsiasi adolescente davanti ad un bel ragazzo, ma lui era molto di più.
Il sovrano la vide osservagli la bocca con timore e lentamente sporgersi ma prima che potesse anche solo chiudere gli occhi lui le mise un dito su quelle labbra di pesca.
Sarah rabbrividì per il tocco e al tempo stesso per la paura di un rifiuto ma Jareth parlò.
-Sarah, sei sicura di voler donare proprio a me una cosa così preziosa come il tuo primo bacio, anzi il nostro? –le chiese correggendosi.
La campionessa esitò ma poi annuì non stava facendo nulla si sbagliato infondo no?
Se era vero che il primo bacio non si scordava mai allora lei non voleva dimenticarsi di lui.
Il re dei goblin sorrise docile e disse: -Allora accetta il mio. –e la baciò improvvisamente avvicinandola con la mano sinistra posta sulla sua schiena.
Entrambi furono più che contenti del contatto.
Si baciarono dolcemente muovendo appena le labbra e Sarah ormai aveva il viso in fiamme.
Senza pensare pose le mani sul petto scoperto del re biondo, per via del gilet e della camicia aperti, ma le ritrasse subito non appena avvertì una scarica attraversare entrambi i loro corpi.
Jareth sorrise nel bacio di quella tenera insicurezza finché non sentì la curiosa lingua della sua preziosa sfiorargli delicatamente il labbro superiore e poi quello inferiore ignara dell’effetto che gli stava facendo.
La campionessa venne privata all’improvviso del corpo del re dei goblin e delle sue labbra così aprì subito gli occhi verdissimi. Lui non c’era più.
Sarah si svegliò di soprassalto con il cuore che le martellava nelle orecchie e cercò di calmarsi.
Inevitabilmente arrossì e guardò fuori dalla finestra, ormai era l’alba.
Si lasciò ricadere sulle coperte e si toccò le labbra felice.
Per tutto il giorno non fece altro che sorridere e avere lo sguardo assente con la mente rivolta solo a Jareth.
Lui dal canto suo, tornato al castello, non smetteva di essere euforico.
Ballava nella sala del trono, scagliava goblin di qua e di là e cantava.
Infine si gettò con poca grazia sul trono scivolando dallo schienale e poggiando una gamba sul bracciolo della seduta.
Voleva portare subito Sarah nel suo regno e farne la sua regina ma ancora non poteva.
Lei non era pronta a concedersi ad un uomo come lui e Jareth avrebbe aspettato, sapeva essere paziente oltre che generoso e la sua futura regina meritava rispetto.
Tuttavia non vedeva l’ora di rivederla e di sentire quel giovane corpo contro il proprio, sperando solo di non sembrare un pedofilo.
Non riuscendo a trattenersi dopo diverse ore fece comparire una sfera e riprese a spiare la sua preziosa.

Conclusa la cena la campionessa del labirinto era stranamente inquieta.
Parlò con i suoi amici allo specchio e fu anche tentata di chiamare “Lui” ma scelse di non farlo.
Quando l’immagine nello specchio svanì e la superficie liscia le restituì il proprio riflesso Sarah fece una smorfia.
Il pigiama della madre non le era mai sembrato così tanto di poco gusto.
Nel labirinto si era già liberata del suo anello e non vide niente di male nel lasciare andare anche quel vecchio pezzo di stoffa.
La ragazza dunque si svestì e si infilò una semplice veste verde chiaro di un cotone leggero con le maniche a tre quarti, lo scollo rotondo e lunga fin sotto le ginocchia.
Niente di sensuale, solo qualcosa di comodo che però le fasciasse almeno un po’ il corpo.
Un altro sguardo allo specchio e le labbra della giovane si distesero in un sorriso.
Il re dei goblin nel frattempo, come ebbe visto la futura regina afferrare i lembi della maglietta e tirarla su, gettò via la sfera e si trasformò in fretta in un barbagianni.
Quello era il segnale che aspettava per capire quando Sarah si sarebbe messa a letto.
Volò nel sopramondo e si posò sul ramo di fronte alla finestra della camera della campionessa.
Non era addormentata anche se aveva gli occhi chiusi rivolti verso il vetro.
Jareth si materializzò subito con una pioggia di glitter nella stanza in forma umana e si distese sopra le coperte abbracciando la ragazza da dietro.
Entrambi entravano appena in quel letto, anche se lui era notevolmente più alto di lei.
La giovane tremò per un attimo spaventata ma quando si voltò e lo vide le sue guance si tinsero di nuovo di rosso.
Il re indossava solo una camicia del poeta bianca, il prezioso falcetto, pantaloni grigi e stivali scuri. Niente mantello e niente guanti.
La osservava contento e sereno, anche se la ragazza avrebbe voluto sgridarlo per non essersi tolto gli stivali, pure lei gli sorrise.
Stava giocando con la fantasia di nuovo immaginando una romantica e inverosimile storia d’amore con un personaggio dei suoi libri?
Non poteva credere che fosse tutto vero.
Il re dei goblin…lì con lei…
Jareth fece passare la mano destra sotto la vita della futura regina mentre l’altra scivolò tra i suoi capelli, poi sul braccio scoperto fino ad intrecciarsi con le dita della sua preziosa.
Strinse quel corpo a se e le diede un bacio sulla guancia sinistra.
Sarah chiuse le palpebre, inspirò il profumo del re ed infine riaprì gli occhi voltandosi verso di lui.
Il viso sembrava scolpito nel marmo, le mani erano calde, i capelli dorati finissimi, lei ci passò timidamente le dita precedentemente imprigionate con le sue e lo sguardo che le dava era talmente innamorato…così adulto eppure così attratto da lei.
Come poteva amare una comune e banale umana?
La campionessa gli accarezzò il viso prendendo lentamente confidenza con quei gesti che sarebbero diventati presto abituali tra loro due.
Il sovrano socchiuse gli occhi poi prese quella delicata mano e se la portò alle labbra baciandole il polso.
Il cuore di Jareth era calmo mentre quello di lei sempre più emozionato.
Senza dire una parola il re dei goblin poggiò la testa sulla sua con una leggera pressione abbassando le loro mani e invitandola a riposare il capo sul cuscino.
Lei lo fece e abbassò le palpebre per dormire.
-Buonanotte Jareth. –gli sussurrò contenta cominciando a rilassarsi.
-Buonanotte preziosa. –rispose con dolcezza e con la mano ancora nella sua.
Sapeva bene che non sarebbe più riuscito a dormire senza di lei al suo fianco ora dopo secoli si sentiva finalmente completo e giurò a se stesso che l’avrebbe amata per sempre.
Si addormentarono insieme tutte le notti da allora e questo per il momento bastava ad entrambi.
Fine.
  
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