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Autore: AThousandSuns    11/07/2017    2 recensioni
Raccolta di drabble e flashfic nate da prompt lasciati nel gruppo Facebook "We are out for prompt". Il rating può variare. SpideyPool.
Genere: Angst, Azione, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Deadpool, Peter Parker
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Prompt: Missione sotto copertura.
 
 
Peter si guarda intorno ed è sicuro che quella sia una pessima idea: Wade è stato assoldato per pedinare un tizio poco raccomandabile invischiato nel traffico d’armi e di persone. Una personcina squisita, insomma.
 
Ad ogni modo ora stanno cenando in un ristorante di lusso e non ha idea di come abbia fatto Wade a permetterselo, anzi, non vuole saperlo. È a disagio e non sa nemmeno il perché; bugia: lo sa ma si vergogna ad ammetterlo. Il fatto è che loro due non hanno mai avuto un vero appuntamento: nessuna passeggiata al parco, serata al cinema o cenetta romantica. E poi quello potrebbe davvero essere considerato un appuntamento? In fondo sono sotto copertura, quindi non conta, giusto?
 
«Si può sapere che ti prende stasera, testa di tela?» Wade interrompe i suoi pensieri.
 
«Non sono abituato a questo genere di posti» mente.
 
«Allora dovresti approfittarne» gli risponde mentre riempie i bicchieri con un vino rosso di cui Peter non sa pronunciare il nome.
 
Si porta il bicchiere alle labbra cercando di ignorare le occhiatine che si beccano ogni tanto dagli altri commensali. È davvero così strano il fatto che due uomini escano a cena in pubblico? Siamo nel ventunesimo secolo, gente, crescete un po', pensa, ma vorrebbe urlarlo.
 
«Allora, cos’ha fatto di preciso il cattivone?» chiede a Wade nel tentativo di distrarsi.
 
«Devo confessarti una cosa.» risponde lui con lo stesso tono con cui gli annuncerebbe di avere il cancro – beh, se non l’avesse già - e Peter si irrigidisce mentre Wade prende un bel respiro e si costringe a parlare: «Non c’è un cattivone, volevo solo passare una serata in tua compagnia. Fuori dai costumi, come una coppia normale.»
 
Peter non sa ancora se è arrabbiato o no, ma riesce a formulare una risposta di senso compiuto: «Perché ti sei inventato questa storiella?»
 
«Perché non ero sicuro che avresti accettato, in più sono bravo a dire stronzate.»
 
Peter è infastidito dalla sua indolenza. «E hai pensato che ingannarmi sarebbe stato meglio? Potrai anche prendere per il culo il resto del mondo, ma pensavo che con me fosse diverso» risponde contrito.
 
Wade va nel panico: «Cosa vuoi da me? E poi non è colpa mia, è stata una delle tre voci nella mia testa a convincermi!»
 
«La sincerità, per una maledetta volta, e basta con i giochetti! Potresti provare ad essere serio per un secondo della tua vita?» Se voleva farlo incazzare c’è appena riuscito.
 
Wade sta zitto per un attimo prima di ribattere, posato: «Pensavo che se fossi stato diretto non avresti accettato. Perché ti vergogni di me.»
 
Peter è spiazzato. «Perché dovrei?»
 
Wade si lascia andare ad una risata bassa. «Scegli tu: perché sono un pazzoide che sente le voci. Perché infilzo le persone come fossero kebab. Perché la mia faccia sembra l’interno di un culo. O perché sono un uomo. Le ragioni non ti mancherebbero.»
 
Peter serra le labbra con disappunto e vorrebbe prenderlo a pugni, ma il cameriere lo interrompe: «Signore. Lei e il suo… Amico, desiderate un dessert?» chiede con un sorriso tirato.
 
A Peter non sfugge l’insinuazione né il tono con cui l’ha pronunciata, così sposta lo sguardo su Wade e gli prende la mano, intrecciando le dita alle sue.
 
Wade spalanca gli occhi mentre Peter risponde: «No, io e il mio fidanzato non vogliamo uno dei vostri spocchiosi e minuscoli dessert. Può portare il conto e stia sicuro che questa è l’ultima volta che ceniamo da voi.»
 
Wade ridacchia e tira fuori dallo smoking un fumogeno; lo getta nella sala sotto gli occhi sbarrati di Peter e poi spara alla vetrata prima di trascinare l’altro fuori e scappare.
 
«Ti è andato di volta il cervello?» urla Peter mentre corrono a perdifiato: Wade gli sta ancora tenendo la mano e non accenna a lasciarlo andare.
 
«Pensi davvero che possa permettermi di mangiare in un posto del genere?» Peter ride di gusto e lui continua: «Io non li do i miei soldi ad un branco di omofobi cazzoni!» e Peter si ricorda perché si è innamorato di lui.
   
 
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