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Autore: Sarck    11/07/2017    1 recensioni
|581 parole||Questa storia partecipa alla challenge “All Summer Long” a cura di Piscina di Prompt e Fanwriter.it!|
Ci sono ricordi frastagliati e confusi, nella mente di Kuroko. (...)
Non gli andava bene il modo in cui il ragazzo aveva deglutito e le sue iridi si erano scurite mentre “scusami, se non fossi così ubriaco ti avrei già baciato, fidati” aveva vibrato nell'aria, facendo scontrare le parole direttamente sul suo orecchio.
[Kagakuro!AU]
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Taiga Kagami, Tetsuya Kuroko
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Di sidro e antizanzare
Rating: verde
Parole: 581
Tipo di coppia: shonen'ai
Pairing: Kagami x Kuroko 
★ Iniziativa: questa storia partecipa alla challenge “All Summer Long” a cura di Piscina di Prompt e Fanwriter.it!
Prompt: A puzza di antizanzare anche da lontano ed è una delle caratteristriche che B ricorda meglio di lui. Bonus: falò al mare

Note: storia AU in quanto i due protagonisti non si conoscono e non stanno frequentando lo stesso liceo. Kuroko è in vacanza con tutti i teneri membri della generazione dei miracoli, Kagami me lo immagino con Tatsuya, ma non è così rilevante.

 

Di sidro e antizanzare

 

 

Ci sono ricordi frastagliati e confusi, nella mente di Kuroko. Rammenta distintamente solo poche cose; l'epidermide rovente, palmi ruvidi ed enormi a circondargli le spalle mentre iridi infuocate lo bruciavano dall'interno, facendogli contorcere lo stomaco così tanto da rischiare di vomitare tutto l'alcool una seconda volta. C’erano quegli occhi caldissimi che lo guardavano da sotto sopracciglia aggrottate e lo facevano piegare su se stesso, come i marshmallow che aveva cotto solo un paio di ore prima. Li aveva osservati contorcersi sotto il calore del fuoco, seduto con i suoi amici intorno al falò, mentre Aomine gli passava bottiglie di sidro. Si era chiesto chi stesse tenendo il bastoncino che infilzava Tetsuya Kuroko, per evitare prudentemente cadesse e si sciogliesse del tutto tra le fiamme; perché non gli andava bene. Non gli andava per nulla bene essere così vicino al fuoco e non poter ustionarsi. Non gli andava bene il modo in cui il ragazzo aveva deglutito e le sue iridi si erano scurite mentre “scusami, se non fossi così ubriaco ti avrei già baciato, fidati” aveva vibrato nell'aria, facendo scontrare le parole direttamente sul suo orecchio.
Kuroko ricorda il torcicollo a furia di tenere il capo reclinato all'indietro per poterlo guardare, ricorda di essersi sentito così frustrato da essere un passo dal piangere, ricorda di avergli afferrato la maglietta, ad altezza del petto, e stringendola tra i pugni chiusi essersi sollevato sulle punte dei piedi, per poter arrivare a sfiorare con le labbra la sua mascella. Ma più di tutto, ricorda distintamente il forte odore di antizanzare che impregnava ogni centimetro di quel corpo possente. Doveva proprio piacergli, quel tipo, perché nonostante l’aroma sgradevole avrebbe comunque voluto arrivare al punto di increspare le labbra e storcere il naso, pur di sentire quel sapore amaro dello spray sulla lingua, sui denti.
Eppure, quello sconosciuto - che poi lo avrebbe afferrato per la maglietta, una mezz'ora dopo, per impedirgli di scivolare nel suo stesso vomito e lo avrebbe assistito fino all’arrivo dei suoi amici - non glielo aveva lasciato fare.

Una cosa non ricorda, perché è sicuro di non aver avuto neanche il tempo di chiedergliela: come si chiamasse.

 

***

È un'anonima sera di settembre quando passa per caso davanti al liceo Serin - uno di quelli che aveva tenuto in considerazione nella scelta della scuola superiore, ma che poi aveva scartato per motivi che neanche più ricorda - e sente di nuovo quell'odore forte e acre. Il vento gli butta con arroganza i capelli negli occhi e gli riempie le narici di ricordi estivi. Kuroko esita a girarsi, ma poi è come se il suo corpo non potesse non farlo e si ritrova con il busto di tre quarti ad osservare un ragazzo in tenuta da basket, capelli arruffati dal vento, palla sotto al braccio e palpebre sollevate dalla sorpresa. Gli occhi sono della stessa temperatura del falò di quella sera al mare. Non ci mette molto, a riconoscerlo.
Kuroko non sa per quale motivo abbia pensato a quel ragazzo per tutte le settimane successive, è solo certo del fatto che non aveva mai incontrato qualcuno che gli sembrasse così caldo.
“Tu…” inizia a dire quello che più tardi si presenterà come Taiga Kagami. (Eccolo, il nome, Kuroko non lo scorderà facilmente).

 

La prima volta che Tetsuya poggia finalmente le labbra sulla pelle che avvolge quell'anima calda di Kagami, non è più stagione per l'antizanzare e sulla bocca non ha nessun sapore amaro. Nelle narici solo l'odore di un falò mai spento.

 

 


  
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