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Autore: Mary Evans    12/07/2017    0 recensioni
Terzo anno. Metis, Harry e Gideon, insieme alla neo ritrovata cugina Evelyn e alla madre di quest' ultima, nonchè madrina di Gideon, Marlene Black, ricevono la sconcertante notizia che Sirius Black è scappato da Azkaban. A differenza di provare quel terrore che molti hanno avuto, tuttavia, loro ne sono stati felici. Perchè? Cosa nasconde il nostro gruppetto? Cosa è successo da quando Evelyn Black ha iniziato il suo primo anno? E perchè Marlene McKinnon in tutti questi anni ha continuato a farsi chiamare con il cognome da sposata affibbiandolo anche alla figlia e incurante del disonore che avrebbe portato loro?
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Il trio protagonista, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Metis Potter'
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Il soggiorno a casa Black durò tutta l’estate e, per Harry e Metis, quella fu l’estate migliore di sempre.
Marlene aveva raccontato loro delle storie di quando andava ad Hogwarts, e le liti dei loro genitori li avevano fatti morir dal ridere.
Chiesero informazioni anche su Sirius, naturalmente, e su dove si fosse nascosto per sfuggire al Ministero, ma sfortunatamente la donna non si fece sfuggire niente, se non che suo marito era al sicuro, e che molto presto sarebbe stato riabilitato davanti a tutta la comunità magica.
Non si sbilanciò oltre, ma rassicurò i gemelli che i loro gattini, Nefer e Lilith, erano al sicuro con lui e che gli stavano tenendo compagnia nella sua reclusione forzata.
Evelyn e Metis, dopo la titubanza iniziale, erano diventate amiche e fu grazie ad una confidenza involontaria della prima che la metamorfomagus fece la scoperta dell’esistenza della Stanza delle Necessità.
Un piano iniziò a delinearsi nella mente della ragazzina, e lei si ripromise di lavorarci su non appena messo piede ad Hogwarts.
Non aveva piú tolto la catenina regalatele da Gideon, e questo aveva fatto piacere al ragazzo se pur ancora non riuscisse a capire le motivazioni della ragazza che la spingevano a tenerlo ancora a distanza.
Neanche Harry aveva saputo dirgli qualcosa in merito, perché da quando Metis era piombata in casa Black non si comportava piú come al solito.
Era piú irascibile, e sembrava mal tollerare persino la sua presenza preferendo quella femminile di Marlene e, in seguito, quella di Evelyn.
Harry ne aveva parlato con Marlene, ma lei gli aveva semplicemente sorriso dicendo di portare pazienza, perché sua sorella era appena diventata una donna, e le adolescenti in preda agli ormoni erano intrattabili nei loro periodi.
Harry aveva riportato il discorso a Gideon, ma nessuno dei due ci aveva capito qualcosa se non che Metis era cambiata.
E questo cambiamento si era rivelato ancora di piú verso la fine di agosto, quando Marlene dovette accompagnarla d’urgenza a Diagon Alley per rifarle il guardaroba quasi interamente.
Il primo settembre arrivò piú in fretta del previsto, e alla stazione Marlene raccomandò a tutti e quattro di fare i bravi, nonostante sapesse bene che erano parole sprecate con quei Malandrini.
Sul treno Harry, Metis e Gideon si riunirono con Ron ed Hermione, mentre Evelyn se ne andò a cercare la sua amica Ginny.
Il viaggio fu divertente, perché i Malandrini avevano molto su cui aggiornarsi, e tutto proseguí per il meglio finché d’improvviso il treno prese a rallentare.
Si fissarono tutti interdetti.
«Non è possibile che ci siamo già.» disse Hermione guardando l'orologio.
«E allora perché ci fermiamo?» esclamò Metis con una nota preoccupata nella voce.
Harry, che era il più vicino alla porta, si alzò e dette un'occhiata in corridoio dove notò numerose teste curiose che spuntavano dagli scompartimenti.
Il treno si arrestò con uno scossone e una serie di tonfi lontani annunciò loro che i bagagli erano caduti dalle reticelle.
Poi, senza alcun preavviso, tutte le luci si spensero e cadde la più completa oscurità.
«Che cosa succede?»
La voce di Gideon risuonò alle spalle di Harry mentre anche Ron si alzava a tentoni.
«Ahia!» strillò Hermione «Ron, quello era il mio piede!»
Dopo un paio di tentativi riuscirono a risedersi tutti, e dopo qualche secondo al buio Metis, cacciò la bacchetta ed illuminò lo scompartimento.
Fecero appena in tempo a tirare un sospiro di sollievo che si udì un rumore stridente, e Ron iniziò a pulire con un fazzoletto un pezzetto di finestrino cercando di guardare fuori.
«C'è qualcosa che si muove laggiù.» disse Ron con la voce che tremava appena «Credo che qualcuno stia salendo a bordo...»
La porta dello scompartimento si aprì all'improvviso e qualcuno inciampò nelle gambe di Harry.
Metis ed Hermione urlarono e lo scompartimento ripiombò nell’oscurità.
«Scusa... sapete che cosa succede? Ahia... scusate...»
«Ciao, Neville.» disse Gideon con un sorriso divertito, lanciando un’occhiata di scherno alle ragazze.
Evocò la luce con la sua bacchetta e furono di nuovo tutti visibili.
«Harry? Gideon? Siete voi? Che cosa succede?»
«Non lo sappiamo... siediti...»
«Vado a chiedere al macchinista che cosa succede.» disse Hermione.
Si udì la porta aprirsi di nuovo, poi un tonfo e tre strilli.
«Chi è là?»
«Chi sei tu?»
«Chi siete voi?!»
«Hermione?»
«Ginny? Evelyn? Che cosa state facendo?»
«Vi stavamo cercando...»
«Coraggio entrate… »
Ma mentre Hermione si allontanava, le due ragazze fecero appena in tempo ad entrare chiudendo la porta dietro di loro prima che questa si aprisse nuovamente.
In piedi sulla soglia, illuminata dalla luce della bacchetta di Gideon, c'era una figura ammantata che torreggiava fino al soffitto. Aveva il volto completamente nascosto dal cappuccio ed una mano spuntava dal mantello, scintillante, grigiastra, viscida e rugosa, come una cosa morta rimasta troppo a lungo nell'acqua... Ma fu visibile solo per un attimo.
La creatura sembrò sondare l’intero scompartimento, finché la sua attenzione non venne catturata da Metis, che la osservava con uno sguardo stranamente impassibile.
Allora la sua mano si ritrasse all'improvviso nelle pieghe nere della stoffa, e trasse un lungo, lento, incerto sospiro, come se cercasse di respirare qualcosa di più dell'aria. Un freddo intenso calò su di loro.
Metis sentì il respiro mozzarsi nel petto, e il freddo penetrarle fin sotto la pelle, fino al cuore… ed i suoi occhi si rovesciarono. Non vedeva più niente. Annegava nel gelo. Sentí un rumore come uno scroscio d'acqua, e poi fu trascinata verso il basso, e il rombo diventava più forte... E poi, da molto lontano, sentì urlare. Urla terribili, di orrore, di supplica. E poi Voldemort che le sorrideva.
Ancora lui.
Sempre lui.
«Harry! Metis!! Vi sentite bene?»
Metis aprí di scatto gli occhi.
Si girò verso la sua destra e vide il fratello disteso per terra.
Era svenuto anche lui.
C'erano luci sopra di loro, e il pavimento vibrava.
L'Espresso di Hogwarts era di nuovo in movimento ed era tornata la luce.
I loro amici erano inginocchiati vicino a loro, mentre fuori lo scompartimento, accanto ad Hermione, sorprendentemente videro la figura di Remus Lupin.
L’uomo sembrava molto preoccupato, e subito si affrettò a sincerarsi delle loro condizioni mentre i loro amici li aiutavano a mettersi seduti.
«State bene?» chiese nervosamente, scoccando un'occhiata in piú a Metis che tuttavia faceva di tutto per evitare il suo sguardo.
«Sì.» rispose Harry, guardando in fretta verso la porta.
La creatura incappucciata era sparita.
«Che cosa è successo? Dov'è quella... quella cosa? Chi è stato a urlare?»
Metis fu sorpresa che anche il fratello avesse sentito le urla di quella donna, ed abbassò lo sguardo evitando quello degli altri.
«Nessuno ha urlato.» disse Gideon preoccupato.
Harry si guardò intorno nello scompartimento illuminato cercando di capire se lo stessero prendendo in giro.
«Ma io ho sentito gridare...»
Un colpo secco li fece sobbalzare tutti quanti. Remus stava spezzando un'enorme tavoletta di cioccolato.
«Tenete, ragazzi.» disse ad Harry e Metis, e porse loro due pezzi grossi di cioccolato «Mangiate. Vi farà bene.»
Harry prese il cioccolato ma non lo mangiò, a differenza di Metis.
«Che cos'era quella cosa, Remus? E che ci fai qui sul treno?» chiese a Lupin, ma prima che quest’ultimo potesse anche solo aprire bocca Metis rispose al posto suo con un filo di voce che tremava appena.
«Era un Dissennatore… Uno dei Dissennatori di Azkaban. Perlustravano il treno per Sirius… Black…»
Tutti la guardarono a bocca aperta, compreso il suo padrino, che dopo un primo momento di smarrimento prese il controllo della situazione distribuendo cioccolato anche agli altri occupanti dello scompartimento.
«Sarò il vostro insegnante di Difesa contro le Arti Oscure, quest’anno. Silente mi ha assegnato la carica.» disse Remus, ma prima che i ragazzi potessero esprimere il loro entusiasmo si rivolse in fretta alla sua figlioccia «Metis potresti…»
«No.» rispose la ragazzina categorica, e sotto lo sguardo preoccupato di tutti uscí quasi di corsa dallo scompartimento.

 

Pov Metis
No.
Non poteva succedere di nuovo.
Dovevo controllarmi.
Dovevo controllarmi.
Vomitai la colazione interamente e trattenni a stento un urlo.
La voce di Voldemort riprese a risuonarmi nella testa.
Continuava a ripetermi che per Gideon ero solo un peso, che Evelyn era migliore di me e che presto mi avrebbe rimpiazzata anche nei malandrini.
Mi diceva che Harry sarebbe stato meglio senza di me, perché io gli creavo solo preoccupazioni.
Mi diceva che non ero abbastanza.
Poi rimisi anche l’anima, finché non ebbi piú la forza nemmeno per reggermi in piedi, e mi accasciai contro il water del bagno del treno perdendo i sensi.
Sentii il treno fermarsi e la porta del bagno aprirsi grazie ad un incantesimo.
Vidi dei lunghi capelli biondi e un sorriso gentile, che presto vennero sostituiti dalle braccia di un ragazzo che dai colori della divisa supposi essere un Tassorosso.
Mi sentii prendere in braccio, ma prima di poter dire qualcosa persi di nuovo i sensi.

 

Pov Harry 
Dopo l’attacco da parte dei dissennatori, Metis era scomparsa nel nulla.
Remus ci aveva praticamente rinchiusi nello scompartimento impedendoci di uscire, e quando il treno si fermò fummo sommersi da tutti gli studenti.
Ci ritrovammo alle carrozze trainate prima ancora di chiederci come potevamo trovarla.
Io e Gideon ci scambiavamo occhiate preoccupate ogni due secondi, e a nulla valsero i tentativi di distrarci degli altri perché anche loro erano visibilmente preoccupati per mia sorella.
Eravamo entrati ad Hogwarts e di Metis nessuna traccia.
Decisi che appena entrato in Sala Grande sarei andato da Silente per far partire le ricerche della mia sorellina, ma ero appena entrato che una voce mi fece scattare sull’attenti: «Potter! Granger! Voglio vedervi subito!»
Mi voltai sorpreso verso la professoressa McGranitt, insegnante di Trasfigurazione e direttrice della Casa di Grifondoro, che stava chiamando me ed Hermione al di sopra della folla.
Mi feci largo verso di lei con un vago presentimento, e feci segno a Gideon e Ron di venire con noi.
«Avete trovato Metis?!» esclamai preoccupato, e l’espressione della professoressa tradí il suo nervosismo.
Annuí lentamente, prima di rivolgersi verso Ron e Gideon.
«Voi andate pure avanti, Weasley e Black… ».
«Se si tratta di Metis veniamo anche noi.» la interruppe subito Gideon mentre
Ron annuiva alle sue parole.
La McGranitt strinse le labbra prima di annuire severamente, poi iniziò a spingerci via dalla folla rumorosa e insieme attraversammo la Sala d'Ingresso, salimmo le scale e ci incamminammo lungo un corridoio. Giunti nel suo ufficio, una stanzetta con un gran camino acceso, la professoressa McGranitt ci fece segno di sederci.
Si sedette dietro la scrivania ed esordì senza preamboli: «Metis Potter é stata trovata priva di sensi nel bagno del treno. Adesso si trova in Infermeria sotto le cure di Madama Chips.»
Il panico prese possesso di me, ma prima che potessi replicare qualcosa, qualcuno bussò piano alla porta e Madama Chips stessa, l'infermiera, entrò con aria affaccendata.
«Dov’é mia sorella? Che cosa é successo?!» mi ritrovai ad urlarle contro, sentendo le lacrime premere per uscire.
Tuttavia l’infermiera non parve infastidita, al contrario della McGranitt.
«Siediti, Potter.» ordinò, e mal volentieri fui costretto ad obbedire.
«Tua sorella é stata trovata da Luna Lovegood, una Corvonero del secondo anno. Per fortuna il signor Diggory, uno dei prefetti di Tassorosso del quinto anno, stava finendo di controllare il treno e le ha dato una mano a trasportarla fino in Infermeria.» disse la professoressa, cedendo poi la parola all’altra donna che iniziò ad esporci le condizioni della mia sorellina.
«È stato a causa del Dissennatore.» spiegò Madama Chips.
«La sua reazione é stata eccessiva, ma dopo tutto quello che ha passato non mi sorprende piú di tanto. Adesso sta riposando in Infermeria e domani sarà pronta per le lezioni. Non sono qui per lei, comunque. Il professor Lupin ha mandato un gufo per avvertire che sei stato male anche tu sul treno, Potter.»
Mi sentii arrossire.
Era già abbastanza spiacevole che fossi svenuto, senza che tutti si agitassero tanto.
«Sto bene.» dissi seccamente «Non ho bisogno di niente… Se non di vedere mia sorella.»
«Mettere tutti quei Dissennatori attorno alla scuola.» mormorò Madama Chips ignorando le mie parole e spingendomi indietro i capelli per sentirmi la fronte «Non è certo il primo a svenire. Sì, è tutto appiccicoso. Sono terrificanti, davvero, e l'effetto che fanno su persone che sono già di per sé cagionevoli… »
«Io non sono cagionevole!» esclamai imbronciato, mentre sentivo le risatine di Gideon e Ron.
Sapere che Metis stava bene ci aveva rilassati tutti, anche se io non sarei stato tranquillo finché non l’avessi vista con i miei occhi.
«Ma certo che no.» disse Madama Chips distrattamente, mentre mi sentiva il polso, non facendo altro che aumentare il divertimento degli altri.
«Di cosa ha bisogno?» chiese la McGranitt asciutta «Riposo? È meglio se stanotte dorme in infermeria?»
«Sto bene!» dissi categorico.
«Voglio solo vedere mia sorella, adesso. Ci porti da lei, Madama, la prego.»
«Be', come minimo dovrebbe mangiare un po' di cioccolato.» disse Madama Chips, scrutandomi negli occhi ed ignorando la mia affermazione.
«Ne ho già mangiato un po'.» mi affrettai a dirle «Me l'ha dato Remus. L'ha dato a tutti.»
«Davvero?» disse Madama Chips in tono d'approvazione «Vuol dire che finalmente abbiamo un insegnante di Difesa contro le Arti Oscure che conosce il suo mestiere?»
Tutto quel ciarlare mi stava dando alla testa, e stavo per iniziare a sbraitare di farmi vedere mia sorella quando la McGranitt mi interruppe bruscamente sul nascere.
«Sei sicuro di stare bene, Potter?»
«Sì.» risposi una volta per tutte.
«Molto bene, allora. Chips accompagna i signorini in Infermeria dalla signorina Potter. Miss Granger li raggiungerà piú tardi, devo scambiare due parole con lei sui suoi orari.»

 

Pov Gideon
Finalmente, Madama Chips ci stava accompagnando in Infermeria.
Quel tragitto mi stava riportando a galla brutti ricordi, ed affrettai il passo.
Ancora una volta Metis stava male, ed io non ero riuscito a fare nulla per impedirlo.
Con il morale sotto terra e la preoccupazione a mille entrai in Infermeria dietro ad Harry.
C’era piú di uno studente disteso, ma non mi fermai a vedere se ci fosse qualcuno che conoscevo.
Madama Chips ci accompagnò fino all’ultimo lettino prima di tornare ad occuparsi degli altri pazienti.
Lí, proprio dietro al paravento, vidi Metis con i capelli di un grigio spento che osservava con un sorriso stanco una ragazza al suo fianco dai lunghi capelli biondi.
Non aspettai un secondo di piú e mi fiondai sul suo letto, prendendole il volto tra le mani.
«Stai bene? Ti prego dimmi che stai bene.»
Le chiesi ansiosamente, fregandomene di sembrare uno squinternato in quel momento.
Colsi distrattamente gli sguardi stupiti di Harry e Ron.
Metis arrossí leggermente, presa alla sprovvista sia dal nostro arrivo che dal mio comportamento.
Mise le sue mani sulle mie e me le fece togliere dal suo volto pur continuando a stringerle.
Mi sorrise cosí dolcemente che sentii qualcosa smuoversi dentro, ma non feci in tempo a dare un nome a quella sensazione che Harry mi fece cadere giú dal lettino con un movimento veloce della sua bacchetta.
Mi voltai verso di lui un po’ arrabbiato, stupendomi di vedere sul suo volto un sorrisetto divertito.
«Stai dando spettacolo, Gid.» mi disse ghignando e, voltandomi, potei vedere di essere osservato dall’intera Infermeria.
Cercai di darmi un tono schiarendomi la voce, e sentii Metis trattenere una risata.
«Beh… Come ti senti, Metis?» le chiesi con una vocetta acuta non mia che fece scoppiare a ridere tutti.
Io arrossii.
A salvarmi da ulteriore imbarazzo ci pensò la figura di Hermione, che sopraggiunse proprio in quel momento correndo verso di noi.
Mi spinse da parte senza tanti complimenti per sedersi sulla sponda del letto, e iniziò a guardare ansiosa l’amica.
«Come stai, Metis? Mi dispiace di non essere venuta con gli altri ma la McGranitt mi ha trattenuta. Oh, sono cosí dispiaciuta! Avrei voluto correrti dietro ma il professor Lupin ci ha bloccati nello scompartimento. Mi sento cosí in colpa! Per fortuna c’era Luna.»
Spostò lo sguardo verso la ragazzina bionda e la ringraziò, e lo stesso fece Harry.
Tuttavia, lei rispose qualcosa come «Un raggruppamento tale di gorgosprizzi non poteva essere ignorato» e, dopo averci salutati dicendo che ormai Metis non aveva piú bisogno di lei, se ne andò saltellando lasciandoci tutti a bocca aperta.
«Quella Corvonero é proprio strana.» commentò Ron a bassa voce, ed io non potei che concordare con lui.
«Per quel che mi riguarda, invece.» esordí Harry, sedendosi di fianco alla sorella e prendendole una mano «Credo che le sarò debitore a vita per aver salvato la mia sorellina.»
In un attimo, vidi i capelli di Metis cambiare dal grigio spento al suo rosso usuale.
«Guarda che io non avevo alcun bisogno di essere salvata! Non sono una bambina!» la sentii protestare, vedendola poi assumere un broncio che ci fece scoppiare tutti a ridere.
Le tenemmo un po’ compagnia mangiando tutti insieme la cena che gli elfi ci avevano fatto comparire davanti.
Di tanto in tanto la guardavo di sottecchi: rideva e scherzava con tutti, ma vedevo un’ombra nei suoi occhi che mi preoccupava.
Indossava ancora il mio ciondolo, ed un’idea mi balenò in testa.
Avrei dovuto studiare duramente ma, se fossi riuscito a realizzarla, sarei riuscito a proteggere Metis.
La vidi sorridermi per un attimo prima di prestare attenzione alla filippica di Ron su non so bene quali attrazioni di Hogsmeade.
Ricambiai il sorriso, non visto.
Proteggere Metis.
Era solo quello l’importante.

  
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