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Autore: Elisaherm    12/07/2017    2 recensioni
Clary non sapeva cosa fare. Era il ragazzo che disegnava da giorni, certo, ma non poteva dire di conoscerlo di persona. Non lo conosceva, e Jonathan le aveva insegnato a non fidarsi di nessuno.
«Mi spiace, ma io non ti conosco»
«Che cosa? No, Clary, ti prego, sono io! Sono Jace! Non ti ricordi? Io ti a–» Jonathan gli sbattè la porta in faccia prima che potesse finire la frase. Ma il ragazzo non sembrò darsi per vinto: continuò a tempestare la porta di calci e pugni, a chiamare Clary, a pregarla di aprigli e di ricordare.
“Ma ricordare cosa?” Continuava a chiedersi Clarissa.
Jace. Jace. Momenti di una vita passata, ricordi di una relazione che non c'era mai stata le passavano veloci davanti agli occhi, ma appena cercava di afferrarne uno ecco che spariva, nascosto chissà dove nei meandri della sua mente. Era come se fossero esistiti ma in un altro tempo.
«Lo sai che ti voglio bene, vero?» Le chiese Jonathan riscuotendola dai suoi pensieri. Le si avvicinò e la guardò profondamente negli occhi, accarezzandole una guancia.
«Ma certo, sei mio fratello. Anch'io ti voglio bene»
Genere: Generale, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clarissa, Jace Lightwood, Jonathan, Sebastian / Jonathan Christopher Morgenstern, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Incest, Triangolo
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Liars 
 



I was in the darkness 

So darkness I became.

 

 

 

La stanza era calda. Che ore erano? Le dieci? La luce entrava dalla finestra illuminando il pulviscolo che danzava nell'aria, il tavolino di mogano, il volto marmoreo di suo fratello. 

La stava fissando con la stessa espressione di chi osserva una bellissima farfalla da collezione rinchiusa in una teca. O era solo la sua immaginazione? 

«Vedi, Clarissa», enunciò finalmente Jonathan distogliendo lo sguardo e mettendosi più comodo sulla poltrona, «devi sapere che quella sera non ti ho affatto rapita come credi, ma sei stata tu a cercarmi».

«Cosa?» esclamò Clary immediatamente, aggrottando le sopracciglia.

Seccato per essere stato subito interrotto, il ragazzo continuò. «Hai utilizzato l'anello datoti dalla Regina della Corte Seelie, di cui sapevi che avevo ancora la copia. Ti ho sentita chiamarmi in piena notte, chiedendomi di venire immediatamente, dicendomi di voler fare un accordo. La malcelata disperazione nella tua voce sembrava autentica, mi ha convinto in qualche modo che forse non si trattava di una trappola, perciò poco dopo ti ho raggiunto in un parco vicino all'Istituto».

«Ma non ha senso! Perché mai avrei voluto incontrarti da sola, di notte, senza alcuna protezione? Avrei almeno avvertito qualcuno prima».

«Se mi lasci finire te lo spiegherò,» sospirò nervosamente suo fratello, apprestandosi ad andare avanti, ma Clary realizzò improvvisamente qualcosa a cui prima non aveva affatto pensato e non riuscì a controllarsi, improvvisamente infiammata dal pensiero che non aveva alcuna certezza sulla sincerità di Jonathan, che probabilmente si stava lasciando trascinare in una nuova ragnatela di bugie. Non puoi, non devi fidarti di lui.

«Perché dovrei crederti? Non sei altro che un bugiardo».

«Bugiardo? Forse una volta, quando ero Sebastian Verlac. Ma anche allora mi sembra di aver sempre espresso abbastanza chiaramente i miei sentimenti per te, senza alcuna bugia».

La voce di Jonathan era ragionevole e controllata, eppure Clary non fece altro che agitarsi ancora di più, e prima che se ne rendesse conto si era alzata in piedi.

«Sentimenti? Tu non hai sentimenti. Sei solo un assassino!» gridò fremendo incontrollatamente. Le parole erano scivolate fuori prima che potesse fermarle, e quando si accorse di aver probabilmente oltrepassato la pazienza di Jonathan fu assalita dalla paura.

Il suo sguardo si incupì in meno di un secondo. «Ti sbagli. Sarò anche un mostro, ma ti assicuro che ho anch'io dei sentimenti».

Nella stanza calò il silenzio. Clary non sapeva cosa dire. Sebastian non aveva alzato la voce, mantenendo il tono calmo sebbene si sentisse il suo risentimento. Non la stava guardando, come se si vergognasse della sua ammissione. Probabilmente, rifletté, per uno come lui provare dei sentimenti era davvero qualcosa di vergognoso, qualcosa da evitare a tutti i costi. Una debolezza. 

Ricordò d'un tratto quando le era stata raccontata la storia di un bambino biondo e del suo falco, e pensò che Jonathan era cresciuto come sarebbe dovuto avvenire a quel falco: era stato addestrato, ma non era stato amato e non gli era stato insegnato ad amare. 

Se Jocelyn non l'avesse portata con sé, Clary sarebbe stata probabilmente cresciuta allo stesso modo. Avrebbe avuto gli stessi segni di frusta sulla schiena.

«Ora, se hai davvero intenzione di ascoltarmi, ti dirò la verità, e dopo sarai libera di credermi, o di non farlo. Ma prima dovrai lasciarmi parlare, va bene?»

Clary annuì senza guardarlo negli occhi, e si risedette.

«Quella sera, appena ti vidi, mi resi subito conto che c'era qualcosa che non andava, eri scossa, avevi gli occhi rossi di pianto, ma non volevi raccontarmi cosa fosse successo. Mi dicesti solo che saresti venuta via con me se avessi promesso di non dire mai ai tuoi amici dov'eri. Non capivo, e non mi fidavo a restare lì, così vicino agli Shadowhunters, quindi ti ho portata qui. Quando ti sei calmata, mi hai chiesto semplicemente di poter andare a dormire. Ti ho sentita piangere tutta la notte. 

I giorni seguenti sei stata silenziosa, parlandomi unicamente quando strettamente necessario. Mi sono convinto allora che non si trattava di un piano tuo e dei tuoi amichetti per uccidermi: se avessi voluto farmi credere di essere dalla mia parte non mi avresti riservato il trattamento del silenzio. Infine, una sera finalmente mi hai parlato. E mi hai raccontato tutto».

Jonathan tacque improvvisamente.

«Ovvero?» chiese Clary col fiato sospeso. Sentiva la tensione in ogni fibra del suo corpo.

«Cosa ti ho raccontato?»

«Quella sera mi hai detto... di non voler più tornare all'Istituto. Che non c'era più posto per te lì. Che erano tutti dei bugiardi».

 

 

Ebbene sì, non sono morta, gente! So che il capitolo è un po' corto ma volevo aggiornare il prima possibile visto tutto il tempo che vi ho fatto attendere.

  
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