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Autore: _ A r i a    12/07/2017    0 recensioni
{ Toshinori e Midoriya | fluff | 1337 parole | Questa storia partecipa alla challenge "Notte di Tanabata" a cura di Fanwriter.it! }
«Vedi quella stella lì, più in alto a sinistra?» gli domandò il suo mentore, distendendo un braccio come a voler circondare le spalle di Izuku, ma senza cingerle fisicamente. «Quella è Vega, o la principessa Orihime, se preferisci. È una delle stelle più brillanti della Via Lattea, la quinta, se non erro. Poco più sotto e sulla destra, invece, trovi il suo amato, Hikoboshi, che nel sistema astronomico internazionale viene identificato come Altair. In questa notte, secondo uno speciale allineamento delle stelle, Altair e Vega sembrano più vicine… è la notte del Tanabata, il settimo giorno del settimo mese dell’anno, quello in cui Hikoboshi e la principessa Orihime possono finalmente ricongiungersi.»
Toshinori si voltò ad osservare il volto del ragazzo: Midoriya sorrideva estasiato, miriadi di stelle che si riflettevano nei suoi occhi.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: All Might, Izuku Midoriya
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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★ Iniziativa: Questa storia partecipa alla challenge “Notte di Tanabata” a cura di Fanwriter.it!
★ Numero Parole: 1337
★ Prompt/Traccia: #9. Nella notte di Tanabata A dà lezioni di astronomia a B
★ Bonus: #28. Notte stellata; #39. Vega e Altair.



The stars are aligned


A Midoriya erano sempre piaciute le feste. Trovava che fossero un ottimo stratagemma per far riunire quelle persone che, per un motivo o per un altro, erano sempre costrette a trascorrere le loro vite lontano dai propri cari.
Per quel che ne sapeva, invece, il suo mentore aveva sempre cercato di rifuggire simili occasioni.
Proprio lui, l’eroe numero uno, il simbolo della pace, All Might, non sopportava certe ricorrenze.
«Ho ben poco da festeggiare» gli aveva confessato un giorno, mentre controllava distrattamente alcuni documenti – ultimamente stava prendendo sempre più sul serio il suo lavoro.
Ecco perché si era così sorpreso, quando era stato proprio lui a proporgli di passare insieme la notte di Tanabata.
Izuku mosse un altro passo incerto davanti a sé, sperando di non inciampare in una radice gigante di qualche albero.
Si trovavano in un bosco piuttosto esteso, poco fuori città. Toshinori lo precedeva di qualche passo, tenendo tra le braccia una coperta decisamente più leggera delle buste con la cena che Midoriya si stava trascinando dietro.
«Dovremmo esserci quasi» l’aveva rassicurato Toshinori, sentendolo incespicare. Il vento soffiò con leggerezza tra i suoi capelli, facendoli ondeggiare appena sulle spalle.
«Ancora non mi hai detto quali sono i tuoi piani per questa serata» aveva commentato il ragazzo, raggiungendo il suo mentore con un paio di passi saltellanti.
Izuku si era lasciato andare ad un lungo sospiro, il che aveva fatto spuntare un sorriso sul volto del suo mentore.
«Ma come, sei già stanco? E dire che abbiamo percorso solo qualche chilometro…» aveva replicato infatti, con aria beffarda. «Comunque no, non ho intenzione di dirti dove stiamo andando, deve essere una sorpresa.»
Izuku aveva aperto la bocca, facendo per protestare, tuttavia si era dovuto subito fermare, notando che l’uomo al suo fianco si era fermato sul posto.
Per un lungo, terribile momento, Midoriya aveva temuto che fossero caduti vittima di un’imboscata che qualche nemico aveva ordito per loro; fortunatamente, però, le parole di Toshinori lo avevano rincuorato.
«Siamo arrivati» gli aveva comunicato infatti, sorridendogli pieno di soddisfazione.
Si erano ritrovati al centro di un’ampia radura; lì gli alberi diradavano, lasciando posto al morbido manto erboso.
Sopra le loro teste, la volta celeste scintillava affascinante, regalando a chi la osservava il proprio meglio: un velo nero dalle sfumature bluastre, trapunto di stelle dal colore latteo, simili a diamanti nelle fattezze.
“È l’abito da sera della notte” commentò Midoriya tra sé, ammirato.
Toshinori osservò di sottecchi il volto ammirato del ragazzo, sorridendo senza farsi notare: tra tutti gli spettacoli che si auspicava di vedere durante la notte, quello era senza dubbio il migliore.
A quel punto, aveva srotolato davanti a sé la coperta, lasciandola adagiarsi sull’erba morbida e fresca davanti a sé.
«Quando avevo la tua età, ero un appassionato di astronomia» gli confidò, sedendosi. «Mi sarebbe piaciuto insegnarti alcune delle cose che so, anche se solo dopo averti rivolto l’invito ho pensato che avresti potuto avere dei progetti diversi, per stasera…»
Midoriya sobbalzò sul posto, affrettandosi ad accomodarsi accanto a lui, sulla coperta a terra.
«Oh, no, in realtà non ne avevo» si ritrovò ad ammettere, agitando freneticamente le mani.
I suoi compagni di corso avevano organizzato progetti su progetti per quella serata: il gruppo delle ragazze – Uraraka, Tsuyu, Mina e Hagakure – avrebbero fatto un giro nelle bancarelle in centro, per poi concludere la serata in spiaggia, dove alcuni loro amici avevano organizzato un falò. Kirishima aveva tentato per giorni di convincere Bakugou a passare la serata assieme, tuttavia gli esiti dei suoi sforzi erano ignoti ai più; stessa sorte era toccata a Kaminari, poiché nessuno aveva idea se alla fine fosse riuscito a fare breccia nel cuore di Jirou, convincendola a lasciarsi portare a sua volta alla festa in spiaggia. Quanto a Todoroki, infine, nessuno ne sapeva alcunché: c’erano malelingue – nella fattispecie Mineta – che affermavano che avesse chiesto a Momo di stare con lui, tuttavia in pochi ci avevano creduto. Midoriya avrebbe voluto chiamarlo: riteneva che fosse ben più plausibile che sarebbe stato da solo, tuttavia temeva che suo padre non gli avrebbe permesso di uscire nemmeno per il Tanabata, così alla fine aveva preferito lasciar perdere, pur di non mettere l’amico in ulteriori guai.
Izuku aveva estratto dalle buste alcune confezioni di cartone, allungandone una a Toshinori: in fondo era felice di poter passare del tempo insieme al suo insegnante, lontano dagli allenamenti, dalla scuola e dalle insidie dei nemici.
L’odore di ramen invase l’aria, mentre Izuku arricciava le labbra, deliziato.
«Allora» esordì Toshinori, agitando appena le bacchette a mezz’aria. «Cosa sai di questa notte?»
«Mh, dunque…» Midoriya si fece serio, cominciando a raccontare. «La leggenda narra la storia di Orihime, figlia dell’Imperatore del Cielo e abile tessitrice, e di Hikoboshi, un giovane mandriano. L’imperatore promise la principessa in sposa all’umile pastore e i due giovani si innamorarono a prima vista. Si amavano così tanto che finirono per dimenticarsi dei propri doveri: l’Imperatore del Cielo decise allora di punirli, relegandoli ai due lati opposti del Fiume Celeste, ovverosia la Via Lattea. Orihime ne fu distrutta, così il padre, commosso dalle sue lacrime, acconsentì che i due giovani potessero incontrarsi una sola volta all’anno, nel settimo giorno del settimo mese…»
«… ossia stanotte» concluse Toshinori, indicando il cielo con un dito.
Midoriya sollevò subito lo sguardo, rapito.
«Vedi quella stella lì, più in alto a sinistra?» gli domandò il suo mentore, distendendo un braccio come a voler circondare le spalle di Izuku, ma senza cingerle fisicamente. «Quella è Vega, o la principessa Orihime, se preferisci. È una delle stelle più brillanti della Via Lattea, la quinta, se non erro. Poco più sotto e sulla destra, invece, trovi il suo amato, Hikoboshi, che nel sistema astronomico internazionale viene identificato come Altair. In questa notte, secondo uno speciale allineamento delle stelle, Altair e Vega sembrano più vicine… è la notte del Tanabata, il settimo giorno del settimo mese dell’anno, quello in cui Hikoboshi e la principessa Orihime possono finalmente ricongiungersi.»
Toshinori si voltò ad osservare il volto del ragazzo: Midoriya sorrideva estasiato, miriadi di stelle che si riflettevano nei suoi occhi.
«E non è tutto» riprese di lì a poco, grato del fatto che lo sguardo di Izuku si fosse puntato ora sul suo volto. «Vedi quelle due piccole stelle vicino ad Altair? Ad occhio nudo non è facile, ma prova a farci caso… secondo la leggenda, si tratterebbe dei figli di Hikoboshi e Orihime.»
Izuku si era voltato nuovamente in direzione di ciò che Toshinori gli stava indicando: se assottigliava per bene lo sguardo, riusciva quasi a vedere due puntini, più piccoli degli altri ma incredibilmente luminosi.
A quel punto, Midoriya non riuscì più a trattenere l’emozione.
«Ma… wow! All Might, è uno spettacolo magnifico, senza dubbio il più bello che abbia mai visto in vita mia!» esclamò infatti, pieno di gioia.
Toshinori sorrise dolcemente, colpito da tanta euforia; sentì quasi le proprie gote arrossarsi, mentre con una mano correva a scompigliare i capelli di Izuku.
«Sono felice che ti piaccia» aveva ammesso allora, la voce colma di sincerità. «Sai, sei la prima persona con cui mi sento di poter condividere questo posto… l’ho scoperto tanti anni fa, quando ancora avevo la tua età. L’ho sempre trovato un posto magico, lontano dalle luci della città le stelle sono libere di poter brillare al meglio. Vengo sempre qui, durante questa notte… e sono felice che questa sera ci sia anche tu.»
«Oh, beh» aveva commentato allora Midoriya, le guance purpuree – si sentiva così onorato, al pensiero che All Might avesse voluto condividere quel posto proprio con lui. «Allora potremmo tornarci insieme anche l’anno prossimo, volendo…»
«Certo! Sarebbe fantastico» aveva convenuto Toshinori, mentre con una mano si portava le bacchette e una porzione di noodles alle labbra. «Ora però mangia, giovane Midoriya, altrimenti il ramen finirà per raffreddarsi.»
Izuku sobbalzò sul posto, ricordandosi solo in quel momento delle porzioni di cibo che avevano portato con sé.
«Oh, s-sì, subito!» era stata la risposta di Midoriya, mentre le sue mani erano già corse alla ricerca di un altro paio di bacchette.
Toshinori lo osservò ancora per un po’, per poi tornare a volgere lo sguardo in direzione del cielo. Quella era in assoluto la serata migliore che avrebbe potuto immaginare, e non avrebbe voluto condividerla con nessun altro se non con Midoriya.



Angolo autrice

Seconda storia su questo fandom, perché ormai mi sono ufficialmente fissata >.<
Lo ammetto, non è tutta farina del mio sacco: Fanwriter.it ha organizzato l’ennesima splendida iniziativa e potevo io non prendervi parte? Non appena ho visto i prompt me ne sono subito innamorata, tant’è che se dovessi riuscire a fare in tempo vorrei provare a pubblicare anche un’altra shot o forse addirittura due (mi sa che questa volta mi avete ispirata anche troppo, ahah), però temo che le altre saranno sul fandom di Haikyuu!!.
Per quanto riguarda questa storia non ho molto da dire, se non forse che questi due mi ispirano tanto fluff, ecco perché ultimamente non riesco a scrivere altro ^^ Midoriya racconta quella che in effetti è la vera leggenda di Tanabata, mentre attraverso la spiegazione di Toshinori ho cercato di mostrarvi all’incirca ciò che si vede nel cielo notturno il 7 luglio. Spero di esserci riuscita—
Io e Gaia (aka Shizua aka Gagiord) ci siamo scervellate fino a poco fa perché abbiamo più di qualche dubbio sulla coniugazione di alcuni verbi, però boh, speriamo che vada tutto bene. Come al solito ne approfitto per ringraziarla, se non ci fosse lei probabilmente pubblicherei degli strafalcioni ancor peggiori di quelli già normalmente presenti all’interno delle mie fict, ahahah.
E niente, spero che la storia vi sia piaciuta, se vi va lasciate un commento ~ io cercherò di rispondere al più presto possibile, anche se non vi assicuro niente, quest’ultimo periodo è piuttosto incasinato.
A presto

Aria
   
 
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