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Autore: bUdson281    13/07/2017    1 recensioni
"Esporre la verità alla luce del sole è il miglior modo per nasconderla" disse Shinji coprendosi l'occhio destro con una mano. "Tu vedi il mio occhio demoniaco e pensi di aver capito, ma è la cicatrice che devi guardare se vuoi sapere chi sono".
EoE non è NGE e non è il Rebuild, nonostante il tentativo di chiudere i conti che ha informato la nuova versione cinematografica. Quella di EoE è una favola senza lieto fine, né potrà esservi una definitiva redenzione per due personaggi sfortunati la cui ricompensa è stata comprendere la necessità sopportare le difficoltà delle relazioni, poiché l'inaccettabile alternativa è restare soli. Sono partito dal Rebuild sforzandomi di rimanere fedele all'animo tormentato dei due ragazzi e di trarre dal loro vissuto le chiavi della "risoluzione" di e dopo EoE. I personaggi hanno ancora qualcosa da dire, nonostante la fine ufficiale della saga.Un clone non è uguale al suo originale, perciò narra la propria storia. Come direbbe lo Shinji di questa long, si riparte proprio dagli errori commessi, non tanto perché sia saggio o giusto quanto perché alle volte non c'è altro modo per fare un passo. Ok ALLERTA SPOILER.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Asuka Soryou Langley, Nuovo personaggio, Shinji Ikari
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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<< Ce l'ho fatta! >> esclamo ancora in debito d'ossigeno, più per rincuorarmi che per esultare
Ma ora che ho sconfitto la mia nemesi, l'uomo che me l'ha portata via e che ha messo in pericolo il mio mondo, i miei sogni, i suoi sogni; proprio ora mi accorgo che questa missione non è ancora finita.
Pensavo che batterlo, salvare la vita ad Asuka, che aveva come sempre trovato il coraggio e racimolato abbastanza stupido orgoglio da affrontarlo da sola nonostante fosse più forte di lei, avrebbe risolto tutto.
No! Vincere in realtà era l'unico, l'ultimo atto effettivamente in mio potere.
"Salvare" Asuka, meglio il suo alterego Shikinami, in questa assurda realtà immaginata dalla mia tanto amata e tanto odiata rossa, non è mai stato un risultato che potessi conseguire con le mie sole forze. Era ed è necessaria la collaborazione della diretta interessata, dell'unico vero giudice.
 
Mi volto a guardarla, è rimasta seduta dove l'avevo lasciata prima di quell'ultimo scontro, il più violento, quello definitivo. Spossata per la fatica della battaglia che abbiamo combattuto insieme, mi osserva con indosso l'ormai logoro plugsuit che portava quando in questo universo mi trasse fuori dall'entryplug del Mark 13. È stato il primo atto della tragicommedia che Asuka aveva preparato per me.
Quanti anni sono passati, e quanto è cresciuta! Siamo cambiati e, nonostante tutti i nostri passi falsi, abbiamo esorcizzato la maledizione degli Eva.
Non era una vera maledizione, ma una "licenza" della sognatrice per rappresentare la nostra storia, iniziata nella prima adolescenza e già zavorrata da un'infanzia da dimenticare; era il suo modo di riassumere tutte quelle faccende che abbiamo lasciate irrisolte negli anni, quelli veri, che seguirono al third impact.
 
<< Ce l'abbiamo fatta! >> le dico dopo averla raggiunta, correggendo il tiro per non sminuire il suo ruolo, anche perché senza di lei non avrei vinto.
Non servono gli Eva (l'ultimo l'ho distrutto io) quando Shinji e Asuka fanno gioco di squadra, soprattutto quando il creatore di questo mondo (che sia Shikinami o Soryu) ha concesso ad entrambi il potere degli angeli. Nel mio caso, poi, i poteri di un dio...
<< Sei ferita? >> domando accovacciandomi sulle gambe proprio davanti a lei.
<< Solo un po' ammaccata >> risponde. Asuka, comunque la vuoi vedere o in qualunque modo si faccia chiamare, quando si tratta di orgoglio, non cambierà mai. < Tu non mi hai salvata! Senza di me avresti perso >>.
<< Anche tu ... senza di me >> ribatto fingendo di arrabbiarmi.
<< Non significa niente >> reagisce voltando degnosamente il viso.
Eh no, principessa, non mi incanti. Lo so che non sei arrabbiata con me, ho visto cosa puoi mostrare quando mi odi veramente o ti senti offesa. Sei un'eterna contraddizione, esattamente come me, esattamente come la mia Asuka.
<< Va bene, principessa, mettiamola così: in coppia non siamo poi tanto male. Per fortuna, questa volta ci siamo aiutati >>.
<< ... Siiii, può andare. Ehi ... ma che fai? >>
Non immaginavi che ti avrei sollevata prendendoti tra le braccia come è giusto faccia un cavaliere, vero antipatica tsundere? Non so se Asuka sia in grado di camminare, è che volevo farlo e oggi, fnalmente, posso farlo.
Percepisco in lontananza la presenza del Wunder; come al solito Misato arriva tardi.
C'è una radura molto ampia a poche decine di metri dalla fine di quel che resta del bosco, travolto e sfigurato dalle masse di energia che fino a pochi minuti prima si erano mortalmente scagliate le une contro le altre.
Potranno atterrare lì, perciò è lì che porterò Asuka.
<< Come, "cosa faccio"? Non l'hai capito? Salvo la principessa >> sorrido muovendo il primo passo chiedendomi ancora in cuor mio se lo sto facendo per lei o per me, se sto cercando di salvare lei o me. << Portandomi in braccio?! >> sbotta imbarazzata, ma senza protestare per la mia iniziativa. << Vuoi cavartela con poco >>.
<< E' un classico, no ? >> In fondo, se la missione, o questa fase della missione, non è ancora conclusa, non vuol dire che sia fallita, perché lei ha ancora il potere di decretare la mia vittoria.
"Una donna desidera la stessa signoria sul marito e sull'amante".
Avrei dovuto leggere quel passo de "I Racconti di Canterbury" a venti non a quindici anni; forse avrei capito meglio il messaggio della "Sposa di Bath", forse avrei commesso qualche cazzata in meno.
La mia vera Asuka - anche lei cintura nera di paradossalità nel pensiero, nelle azioni e nelle parole - non poteva esprimere il suo desiderio, non poteva esercitare quella signoria. Per questo è nata Shikinami, perché quando io e Soryu eravamo pronti per "risolverci" definitivamente, per esorcizzare il nostro orribile passato ... , tutto è precipitato.
<< Stai sorridendo come lui >> esclama Asuka che mi fissa con aria sorpresa come se faticasse a riconoscermi. Eppure le avevo spiegato ogni cosa.
<< Per forza, si impara sempre qualcosa dal proprio padre >>.
<< Ma la tua missione era salvarmi >> afferma con l'espressione di chi, però, intende porre la madre di tutte le domande. << Se non trovi il modo, a che è servito tutto questo? >>
<< A me è servito tanto >>.
<< Ma tu sei qui per me >> replica.
<< Per te, per Soryu ... e anche per me, se devo essere sincero >>  rispondo mostrandole la lingua come se avessi ancora cinque anni.  Peccato che a quell'età non ci fosse nessuno con cui scherzare - infanzia di merda! << Il fatto è che non c'è più niente che io possa fare, ho esaurito le mie mosse. Sebbene le abbia sbagliate davvero tutte con te, almeno una cosa giusta l'ho fatta. E poiché non ho alcun controllo su ciò che accadrà, tocca a te decidere se ti ho salvata o no. Comunque vada ho ritrovato la mia unità, io mi sveglierò, Asuka ... scegli tu se da vincitore o da sconfitto >>.
<< E se io decidessi che mi hai salvata? >>
<< Allora, forse, mi aiuterai ancora come hai fatto poco fa. Ma non è un favore che ti chiedo. Devi sentirlo perché, in un modo o nell'altro, quest'avventura finisce qui >>.
<< Te ne andrai ? >> domanda con finto distacco, come se non sapesse che riesco a leggere il suo cuore. Ce n'ho messo di tempo ad imparare.
<< Mi piacerebbe restare con te, ma ho ancora un'ultima missione da compiere >>.
<< Salvare il mondo di tua figlia >>.
<< Nostra figlia. Anche tu sei Asuka, cosa credi? Quando sarai sveglia ricorderai quanto è bella e quanto tu ne sia innamorata. Te l'ho detto Asuka, te l'avevo promesso. Se voglio salvare il mio mondo, devo "riportarti a casa" >>.
<< Perché non mi convinci ? >> chiede dopo un po' con uno sguardo insolitamente caldo, mentre allunga un braccio per poter afferrare il mio collo, l'altro già appoggiato al petto.
<< Non posso >> rispondo. << E' come per il perdono: non basta chiederlo. Affinché vi sia di nuovo equilibrio è necessario che venga anche concesso. Non preoccuparti per me. Va bene così >> restituendole quello sguardo, << sono fiero di me >>.
<< Sono pesante ? >>
Mi chiedo se durante lo scontro qualcuno l'abbia sostituita. Non avevo mai sentito dolcezza nella sua voce << No, sei davvero leggera! >>
<< Comunque >> riprende di nuovo colorata da quell'imbarazzo che è brava a nascondere dietro una maschera di finto disappunto, << non avrei mai scelto uno come lui. Non capisco perché Soryu ... >
<< ... Responsabilità mia. Ci ho messo tanto, davvero tanto tempo per capire >>.
La mia serenità vacilla quando passa una mano sulla guancia, quella guancia. Chiudo l'occhio buono come se questo semplice gesto potesse proteggermi dal "Che Schifo!" che mi scagliò in faccia, come un ceffone, sulla spiaggia in cui ci eravamo ritrovati.
"Ti prego Asuka - imploro dentro di me - non dirmi niente. Non potevo fare di più, non sono mai arrivato così lontano. Se non vuoi concedermi la vittoria, almeno non bocciarmi così". E' inutile, questo gesto, questa precisa carezza resterà sempre il mio più grande punto debole. Maledizione! Ce l'avevo quasi fatta.
Mi sento rinascere quando le sue labbra combaciano con le mie. E' poco più di un'istante ma, considerato ciò che abbiamo passato e quello che mi aspetta, vale una vita.
<< Grazie >> mi sussurra ancora così vicina da farmi assaporare il suo respiro e il solletico che mi provoca, << per avermi salvata! >>.
<< Missione compiuta, allora ?! >> commento in preda alla commozione e ad un fortissimo senso di vertigine. C'è mancato poco ... così tante volte e mi era rimasta solo quest'ultima occasione.
<< Veramente >> replica delusa mentre mi asciuga le lacrime che senza permesso né controllo avevano iniziato a rigarmi il viso << speravo in qualcosa di me ... >>
Non posso lasciarla finire, Ho imparato che, quando Asuka mi bacia, è bene risponderle subito o fuggirà via.
 
Sarei rimasto così per anni ... o, più realisticamente, fino a quando non mi fossi stancato di tenerla in braccio, ma Soryu, l'altra immagine della mia Asuka in questo sogno, l'altra espressione della stessa equazione, è vicina; l'avverto chiaramente. Forse è venuta a prendermi, forse vuole ricordarmi che mi devo svegliare.
<< Dobbiamo andare! >> confesso a malincuore interrompendo quella continuità tra noi.
<< E' arrivata, vero? >> mi chiede.
<< Si, tra poco la vedrai >>.
<< Secondo te, perché è qui dal momento che hai vinto? >>
<< Già ... perché? >> mi domando raggiunto all'improvviso da una spiacevole sensazione, come di un cattivo presagio. Riesco ora a visualizzarla nella mente, come ho imparato in questi anni e anche nel mio mondo. Riesco a vederla intenta ad osservarci da lontano, poche centinaia di metri. Si avvicina a passo sostenuto, indossa una lunga mantella nera ed un cappuccio di identico colore calato sulla faccia come la visiera di un elmo. E' la divisa del suo nuovo gruppo, ma lì non c'è la sua famiglia.
L'istinto mi mette in guardia. Non è finita! Ma perché?
<< Sei sicuro che il tuo compito fosse salvare me? >> Shikinami traduce in domanda il mio stesso dubbio - Soryu ormai deve essere visibile. << Perché a me non  sembra affatto contenta >>
<< Non capisco >> sbotto confuso dopo averla adagiata sull'erba, al di là del bosco. << Io ti ho salvata. Avrei potuto svegliarmi prima, dopo il mio ultimo sogno. E' stata proprio lei in quell'occasione a consigliarmi di affrontare quest'ultima prova. Me l'ha chiesto lei! >>
<< Allora se ne sarà dimenticata, perché ho l'impressione che voglia attaccarti >> replica Shikinami.
In effetti, Asuka non ricorda mai ciò che accade nei miei sogni, come finora è successo a me nei suoi. Ma è stata lei a darmi l'idea, lei << non può sfidarmi in uno scontro diretto. E' lei che mi ha reso così forte ... cioé tu ... insomma >> scuotendo la testa per non aggiungere confusione a tutto quel casino << non ha alcuna possibilità di vincere contro di me >>.
<< Credi che basti così poco perché mi tiri indietro? >> domanda retoricamente e un po' offesa Shikinami.
<< Ma io >> disperato divido ossessivamente l'attenzione tra lei e Soryu, << io ti ho salvata! >>
............
<< Ah, adesso non ti lamenti >> sbraito dopo aver fatto mente locale  << accusandomi di fare tante storie per una sola persona, vero? >>
<< Ti ricordo >> risponde piccata come se non ci fosse un problema più serio da affrontare << che con me hai salvato il mondo ... Ma che dico?! Tu non mi hai salvata, sono io che ti concedo di pensarlo. In fondo la decisione è sempre spettata a me, giusto? >>
<< Ma mi prendi per il culo?! Ogni tanto potresti essere meno presuntuosa >> ribatto anch'io come se non vedessi le nuvole di tempesta che si addensano all'orizzonte.
<< Io presuntuosa? Sei troppo stupido per raggiungere le vette del mio pensiero. Per questo ti sembro presuntuosa, perché non posso abbassarmi al tuo livello >>.
<< Ehi piccioncini, avete finito di litigare? >> ci raggiunge la voce ancora distante di Soryu. << Siete patetici! >>
<< Non ti ci mettere anche tu, Asuka! >> rispondo frustrato con tutto il fiato che ho in gola, voltandomi nella sua direzione nella speranza che possa cogliere lo sguardo truce che le sto lanciando. << Non vedi che sto litigando con ... TE? E non imitare Toji, sei inquietante! >> Poi, di nuovo verso Shikinami: << come l'ha presa? Non ho il coraggio di guardarla >>.
<< Adesso è davvero incazzata >> mi ragguaglia dopo aver sbirciato la "situazione" alle mie spalle.
<< Avevo qualche possibilità di calmarla? >>
<< Direi proprio di no. Certo che devi averla combinata proprio grossa con lei. Mi spieghi cosa le hai fatto perché non riesco a comprendere tutto quest'odio nei tuoi confronti? ...Non completamente almeno, visto che alle volte te lo meriti ... >> la principessa mi colpisce sotto la cintura proprio nel momento peggiore.
<< ... Ci siamo fatti del male >> ammetto, << in tanti modi e per tanto tempo. Ma io gliene ho fatto di più >>. 
<< Non hai modo di rimediare? >>
<< Non posso tornare indietro. Credevo che questo fosse l'unico modo per rimediare, ma ... >> sospiro, sfibrato e deluso, guardando l'Asuka con la benda << evidentemente non basta per cancellare il tuo odio >>.
<< No no, non io, non io >> si affretta a chiarire agitando la mano come se volesse disperdere l'impressione che le sue parole mi avevano lasciato. << Per quello che può valere, io non ti odio più ... Mi sono espressa male. Scusa! >>
 
"Non riesco a non odiarti!"
Avevo compreso da tempo il senso della sua richiesta: riportami a casa; sapevo che stava chiedendo il mio aiuto per liberarsi da quell'odio che non voleva provare.
Ma avevo fatto male i conti. Non avevo considerato che proprio l'odio era l'ostacolo al suo e al nostro progresso, e al contempo la chiave per chiudere con il nostro passato. Ecco cosa mi teneva sveglio quella notte durante il mio ultimo sogno. Ecco cosa mi impediva di assaporare la quiete di quell'abbraccio a tre con la mia Asuka adolescente e il giovane Shinji. Neanche Soryu, che mi aveva convinto a tentare un'ultima volta, ci era arrivata.
 
E' vero, ho salvato Shikinami, ma ho saldato solo metà del debito. Non avevo compreso fino in fondo che anche Asuka, come me, ha sempre vissuto la contraddizione del nostro legame, come me è sempre stata divisa in se stessa, come me è sempre stata perseguitata dalle sue scelte e da quelle altrui.
Il giovane Shinji doveva salvare la sua principessa perché Asuka aveva bisogno di contare su di me, di sapere che avrei lottato per prendermi cura di lei, che sarei corso in suo aiuto contro un nemico mortale (la serie degli Eva).
Per Shikinami, Shinji è stato davvero il cavaliere; ma non può esserlo anche per Soryu. Io non posso salvare lei, non avrei mai potuto, perché io non sono il cavaliere e lei non è la principessa da salvare. Lei è la vittima ed io il carnefice; lei è il cavaliere che deve vendicare l'onta subita ed io il drago che deve essere abbattuto.
Ha provato ad accettarmi, a capirmi; ha provato ad amarmi o, almeno, a volermi bene. Ma lei non poteva farcela da sola. Aveva bisogno di me che, purtroppo, ero anche il nemico che doveva uccidere per riportare ordine nel caos.
Era inerme in quel letto d'ospedale quando ho sporcato la mia e la sua innocenza, era disperata quando non ho risposto alla sua invocazione d'aiuto, era ferita e debole quando le ho stretto le mani intorno al collo.
Non importa quanti passi in avanti abbia fatto. Vedrà sempre in Shinji la macchia del vigliacco egoista che non può non farle del male. Per questo mi combatte, perché ha paura di me. Per questo l'ho sempre combattuta, perché avevo paura di lei. Per tanti anni non ci siamo mai guardati veramente.
Io non sono più quello Shinji, non lo sono più da tempo, ma per lei non fa differenza. Lei, la mia Asuka, ha bisogno che sia fatta giustizia, ha bisogno di pareggiare quel maledetto conto; non può accettare di essere in difetto soprattutto se si tratta di un'offesa. Solo la mia vita può coprire l'ultima parte del debito.
Finché non avrà ucciso il mostro, vedrà in me solo quell'odio che non desidera ma che la opprime. Il suo problema, in realtà, è che non ha ancora deciso se riscuotere il credito o meno. Altrimenti Shikinami non sarebbe mai esistita.
 
<< Che stupido! >> esclamo ad alta voce per sfogare le mie emozioni.
<< Che succese? >> domanda nervosa Shikinami. << Hai capito cosa fare? >>
<< Combatterà fino all'ultimo! >> rispondo con un entusiasmo inopportuno. << Lei sa che non può uccidermi o forse non vuole veramente farlo. Vuole farsi uccidere ... ancora una volta per tenersi stretto il suo fantasma, l'unica realtà che conosce >>.
<< Ma perché? >>
<< Perché non la forza di liberarsi di me! >>
<< Ma che stai dicendo? >> Shikinami alza i decibel. << Sei impazzito? >>
<< Ascoltami! Asuka non si è mai mossa, è ancora ferma al punto di partenza e Shinji è il suo ostacolo. Io, invece, ho camminato. Grazie a te, in tutte le tue declinazioni, io ho camminato. E' arrivato il momento di ricambiare il favore. Mi serve un altro atto di coraggio, il più importante >>.
<< Vuoi farti ... >> ha capito anche lei.
Non posso permetterle di completare la domanda. Le rubo un ultimo bacio prima di provare a tagliare una buona volta le corde del legame malato che per anni, per secoli, ha unito Shinji e Asuka.
<< Devo andare, principessa. Posso ancora fare qualcosa >>.
<< Allora ... "riportami a casa", Shinji! E quando ci sarai riuscito ... prova a parlarmi ... forse potremo ... >> le lacrime scendono calde e trasparenti sul volto di Shikinami, cadono contro il suo volere dall'azzurro del suo occhio, E dire che entrambe, Soryu e Shikinami, mi hanno sempre costretto a non piangere.
<< Ci provo! >> riesco a dirle con la gola in fiamme. L'hai capito che tra poche ore sarò morto? << Se la mia decisione si dimostrerà corretta, allora dimmelo! Dimmelo ... quando ti rivedrò! ... Addio, mezzosangue >> le accarezzo il viso, cercando di soffermarmi su ognuno di quegli ultimi secondi a nostra disposizione.
<< Al nostro risveglio, stupido bamboccio! >>
 
*****
 
Soryu si è avvicinata parecchio, è a poco meno di trenta metri.
<< Ti ringrazio per averci lasciato un po' di privacy >> la provoco. << Avevamo alcune questioni da risolvere >>.
<< Sei davvero stupido! >> risponde. << Continui ancora con questi sogni assurdi. Credi davvero di poter risolvere i tuoi problemi semplicemente dormendo? >>
<< Quante volte devo dirti che questo è il tuo sogno? Ma mi sta bene, il tuo alterego mi piace, è in gamba ... Carattere difficile, ma ... una come te o l'accetti o non l'accetti >>.
<< Sono felice che tu l'abbia accettata, la tua bambolina. Lo sai che io non posso accettare te >>.
<< Non è vero! >> ribatto opponendo un sorriso sincero all'astio che il suo volto, di poco coperto all'ombra gettata dal cappuccio che non riesce a nascondere il ramato dei suoi capelli, tradisce. Scorgo quella palpebra che nasconde per metà il suo occhio sinistro e la rende, se possibile, ancora più bella. D'accordo, Asuka! Io non sono più fermo, io non piango più, io ho fatto un passo in avanti. Coraggio, Asuka! Prendimi la mano e cammina anche tu! Prendimi la mano e ... GUARDAMI!
<< Tu non lo ricordi >> continuo muovendo verso lei, << ma nel mio sogno, tu mi hai accettato, tu mi hai aiutato. Adesso tocca a me. Forza, Asuka, un atto di coraggio! >>
<< Tu non dovresti parlare di coraggio >> mi ringhia avanzando.
<< Io ho avuto più coraggio di te >> proseguendo a passo lento. << Ora mostrami il tuo! >>
<< Tu sei sempre stato un vigliacco >> grida inferocita, << sei sempre stato un egoista >> libera la chioma rossa dall'ingombro del pesante cappuccio.  << Tu, verme, sei sempre stato la cosa peggiore che potesse capitarmi! >> affretta il passo estraendo il coltello dalla fondina.
<< Neanche con te è stata una luna di miele >>.
<< Tu mi ha fatto del male, hai fatto cose orribili, mi hai lasciata morire, hai cercato di uccidermi e non mi hai mai chiesto neanche scusa, bastardo! Non mi hai riportato a casa >>.
E' in quelle parole il senso di tutte le contraddizioni che Asuka ha mostrato al suo Shinji, a me. << Vieni a prendere la tua vendetta, allora! >> Più che una sfida è una preghiera. Deve finire qui, adesso!
Estraggo il mio pugnale, il trofeo che ho conquistato in questo sogno sottraendolo, ancora adolescente, alla prima persona che ho ucciso;  è identico a quello che, nella mia vera vita, ho ugualmente preso al prezzo di un'altra anima. Asuka ha buona memoria.
 
Incurante dei rapporti di forza, senza pensare, senza timore, senza una strategia, si lancia all'attacco, invasata e disperata, come nelle ultime battute del suo scontro Zeruel.
Vorrei che fosse un abbraccio, non un  combattimento; vorrei tanto aver ragione e sentire la voce del narratore che chiude la storia con un noioso, eppure desiderabile, "e vissero felici e contenti".  Ma non sarà così.
L'alba si approssima nel mio mondo e saluta il mio ultimo giorno. Spero di vincere, di salvare la mia gente, i volti e i nomi che danno significato a quella realtà, al mio vero mondo. Spero di riportarla a casa, ma per riuscirci devo farne ancora una giusta.
Non mi interessa più se lo faccio per me, per lei, per nostra figlia, per la principessa ormai alle mie spalle ... come un ricordo. Non me lo chiedo più. So che ogni singolo atto che compio ha senso per me ... e tanto mi basta.
Ognuno mi giudichi come vuole. Io non giudico la mia volontà, non ne ho bisogno, perché io sono un dio ... un dio imperfetto, ma sono il Signore del mio Universo ... finché esisterà.
Ora so perché combatto. Grazie , signorina Misato!
 
Non fai mai niente!
Non è vero! Una vita e tutti questi sogni per capire. Non mi odio più! Per questo posso avvicinarmi e dirti << Asuka, voglio stare sempre con te! >>,  qualunque sia la tua risposta. Ti aiuterò a liberarti del mio fantasma.
Prendi la mira!
 
Non mi aiuti mai!
Non è vero! Sono di nuovo in questo mondo, nel tuo mondo, per soddisfare il tuo desiderio che è anche il mio. Non posso tornare indietro, ma ho salvato la principessa, il tuo specchio, la tua migliore e più fedele proiezione. Ora, cavaliere, uccidi il tuo drago. Per questo adesso posso avvicinarmi a te e dirti: << io ti ho aiutata! >>
Inquadra il bersaglio!
 
Non mi abbracci neppure!
Non è vero! L'ho fatto. Il mio tempo è finito, non so se al nostro risveglio avrò la forza o la fortuna di provarci ancora. Ma ora posso farlo. Ancora un passo!
Spara!
 
Le vado incontro, correndo a perdifiato, con l'occhio sinistro chiuso (non lo aprirò mai più). Niente at field perché io non la combatterò, io la lascerò entrare.
Le sue iridi sono infuocate come il suo animo, carico di livore. Mi sembra di sentire la sua voce, la voce di una ragazzina sola, arrabbiata, spaventata, proprio come me,  che mi pungola: "non hai un briciolo di volontà, sei un uomo della peggiore specie!".
Ti sbagli, Asuka, non ho alcuna intenzione di mollare. Sto solo obbedendo alla mia volontà: compiere un ultimo passo per riportare equilibrio nei nostri mondi. Per questo io lotterò, per questo abbatterò le "mura di Gerico". Te l'avevo promesso, Asuka, te lo devo, lo devo a me.
Afferra la mia mano, Asuka!
 
Lo scontro è violento, ma non devastante come sarebbe stato lecito aspettarsi da contendenti come noi, con i nostri poteri.
Neanche lei ha attivato il suo at field - avevo indovinato. Si piega in avanti schiantando la testa sulla mia spalla. Prima dell'impatto ho cambiato rapidamente  l'impugnatura lasciando che il manico, non la lama del mio pugnale, raggiungesse il suo stomaco.
Senza fiato si guarda per valutare l'entità del danno; poi ... punta i suoi occhi su di me. Mi scruta incredula prima che il terrore le scolorisca guance, strozza un gemito quando nota che la lama del suo coltello è sparita dentro il mio petto.
"Non te l'aspettavi, eh?" le dico nel mio cuore mentre chiudo con un altro passo l'ultima distanza e protendo con fatica le braccia per cingerle la vita.
Non si aspettava neanche questo, ma non mi respinge.
Ancora impietrita, lascia che la mia guancia sfiori la sua, come quella volta.
<< Ce l'hai fatta! >> sussurro al suo orecchio, sperando che la mia voce non le arrivi distorta e sgradevole come un rantolo. Ti giuro che, se ti incontro in un'altra vita, cambierò strada, ma senza di te non sarei cambiato.
<< Mi dispiace ... per tutto! >> gliel'avevo già detto, ma ho taciuto per tanti anni perché eravamo sempre alla distanza sbagliata. Ripeterlo non mi costa niente.
 
Non sento più le gambe, le braccia cadono pesanti scivolando lungo quei fianchi che ho sempre adorato. Il mondo perde colore, odore e sapore; tramonta veloce, illuminato solo da improvvisi lampi che imprigionano una miriade di ricordi, interi universi di sogni passati.
Mi sembra di poter fare a meno dell'ossigeno, tutto si ammutolisce.
Mi accontento solo dell'ultimo senso che ancora non mi abbandona. Sento le sue mani che mi stringono, le sue braccia che mi sorreggono. Non mi sta buttando via, o almeno ... così mi piace pensare.
Guardami Asuka, sono Shinji!
 
Non è ancora finita, mi aspettano l'ultimo giorno e l'ultima missione. Hai ancora un lavoro da portare a termine, Ikari Shinji,ex pilota dell'unità umanoide Evangelion 01.
Devi ancora salutare tua figlia, Sakura e i tuoi amici; devi uccidere ancora una persona. Se avrai fortuna riuscirai ad abbattere una volta per tutte le mura di Gerico e la riporterai a casa. Adesso ...
SVEGLIATI!!!
 
   
 
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