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Autore: Gagiord    13/07/2017    3 recensioni
Il ragazzo s’illuminò, vedendo che mancava solo un pezzo, quello al centro; presto, però, l’espressione gioiosa tramutò in un cipiglio indispettito: l’ultimo pezzo non combaciava. E allora cosa avrebbe dovuto fare?
E, quando, invece, ormai l'unico appiglio alla vita sta cadendo a pezzi, cosa si dovrebbe fare?
«Tu non ti preoccupare» lo rassicurò, arruffandogli i capelli nerissimi, «suona e basta.»
{ musician!AU | tanto angst | KageHina | IwaOi }
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Shouyou Hinata, Tobio Kageyama
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Prologo





«Questo va qui.»
E come prese il pezzo di cartone, una dolce melodia, accompagnata dall’immagine di un ragazzino seduto davanti ad un pianoforte a coda, si diffuse nella sua testa. Il volto del ragazzino era contornato da capelli neri, sbarazzini, e le mani piccole, piccolissime, si muovevano rapide sui tasti bianchi e neri.
La Gioia di Amare, di Kreisler, era suonata con morbidezza, e la luce abbagliante non riuscì a contenersi e si riversò nella stanza bianca e spoglia, dove stavano solo il ragazzo dagli occhi color dell’ambra e il suo puzzle.
Il ragazzo s’illuminò, vedendo che mancava solo un pezzo, quello al centro; presto, però, l’espressione gioiosa tramutò in un cipiglio indispettito: l’ultimo pezzo non combaciava. E allora cosa avrebbe dovuto fare?


Tokyo, 14 novembre 2015, 15:33

 

Un corvo gracchiò, mentre Shouyou correva, sorridente e pieno di adrenalina come non mai.
«Aspettami, Shou-chan!» gridò il suo amico dietro di lui, ma dopotutto non lo si poteva biasimare: la custodia del violino
e il violino stesso dentro, naturalmente in spalla gli rendeva più difficile di quanto già fosse stare al suo passo.
Il quindicenne s’imbronciò e si voltò. «Arriveremo in ritardo se non ci sbrighiamo!» Riprese a correre, e Izumi ebbe l’impressione che fosse ancora più veloce di prima.
Lanciò un’occhiata fugace all’orologio da polso azzurro che portava: erano le 15:35, e la gara sarebbe iniziata alle 17:00. «Siamo in anticipo di un sacco!»
Shouyou continuò a correre e a lasciarlo indietro.

 

 

 

Sendai, 21 dicembre 2008, 20:54


«Su, su, Tobio-chan! Non ti vergognare, la mamma lo sa che sei bravissimo!» esclamò, sorridendogli dolcemente.
Quelle parole, tuttavia, sortirono l’effetto opposto
e la donna ne fu felice, perché l’espressione del figlio ogni volta che riceveva complimenti era insostituibile: le guance rosse d’imbarazzo, le labbra corrugate, nell’indecisione di ringraziare o ammutolirsi.
L’amica di sua madre davanti a lui ridacchiò senza malizia e si abbassò alla sua altezza, gravando sulle punte dei piedi. I suoi occhi scuri erano davvero belli, notò Tobio, ma non lo disse. «Tu non ti preoccupare» lo rassicurò, arruffandogli i capelli nerissimi, «suona e basta.»

 

Tokyo, 14 novembre 2015, 17:09

 

Seduto a terra con le spalle contro il muro bianco sporco e il volto affondato tra le ginocchia, non si accorse che il numero tre era appena salito sul palco, e che lui, numero quattro, si sarebbe dovuto preparare dietro le quinte.
«Kageyama-san, Kindaichi-san, potete entrare!» Fu, però, un uomo sulla trentina, vestito di tutto punto, a ricordarglielo. Doveva essere un assistente o qualcosa del genere, a Tobio non interessava granché.
Si alzò con flemma, afferrando il violino e l’archetto, e si diresse verso l’ingresso per il palco senza nemmeno guardare se il suo accompagnatore fosse lì. Se fosse stato per lui, avrebbe anche potuto suonare da solo; il problema era che il concorso richiedeva obbligatoriamente l’accompagnamento del piano.
Kindaichi lo affiancò qualche secondo dopo, contrariato dal suo comportamento. «Quanto rispetto» mormorò, una nota sarcastica nella sua voce.
Tobio udì
comunque quel commento, e contrasse la mascella per l’irritazione; decise, però, di non ribattere.
Passò qualche minuto in cui stettero zitti, respirando rumorosamente, il cuore che batteva follemente dentro al petto di entrambi.
Tobio, poco prima che il numero tre gli passasse accanto, prese il violino nella mano destra e cominciò a riscaldare le dita di quella sinistra. Poi, quando nella sala in cui si apprestavano ad entrare calò il silenzio, mosse appena due passi avanti e si arrestò. «Sta’ al mio passo» intimò a Kindaichi, il tono piatto.
L’accompagnatore fece schioccare la lingua contro il palato e pensò subito a qualche insulto da rivolgergli; non aveva compreso, tuttavia, che quello era il modo di Tobio di dargli la possibilità di stare al suo stesso livello.

 

 

   — Note d’autrice:

Salve a tutti! Rieccomi qui, ma stavolta con una long/mini-long (non so nemmeno io quanto verrà lunga, oddio…)! L’idea mi frullava in testa già da qualche settimana, ma dato che io ho problemi con le long (non ce n’è una che abbia finito :’D) ero un po’ restia a metterla giù. Però, con il supporto di qualche personcina carina e dopo aver visto Shigatsu wa Kimi no Uso (che, in effetti, mi sta aiutando molto, soprattutto con i brani e con le cose più “tecniche”), che si avvicina un po’ alla trama iniziale di questa storia, mi sono convinta. E ora, here I am! :3
Allora… il prologo è piccolino, lo so, ma spero che vi incuriosisca almeno un po’! Hinata, come sempre, ha energia
‒ e anche tanta felicità <3 ‒ da vendere! Kageyama, invece, almeno “ da grande”, è tutto tranne che energico (sob), mentre da piccolo era un proprio un cinnamon roll (che poi lo è anche ora, ma va be’). <3 Invece, il puzzle... Cosa ne pensate?
Per ora non dico nient’altro, o rischio di fare spoiler. :’) Comunque, ringrazio immensamente _ A r i a per aver betato il prologo! ~
Allora alla prossima! :3

Baci
Shizuha

  
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