16- Mikey aveva ragione

Alle 19:25 sono già sulla strada davanti a casa mia. Ho inviato poco fa il mio indirizzo a Gerard e tra non molto dovrebbe arrivare, e io sono agitato come una ragazzina.

Ho cercato di vestirmi bene, ho cercato di pettinarmi e sto fumando come un turco perché mi aiuta a non cadere a terra stecchito per l'ansia; manca poco e io morirò prima di vederlo.

Oh no, tu non morirai proprio ora che Gerard ti ha perdonato- dico a me stesso mentre vedo un'auto avvicinarsi e rallentare. Poi la portiera dal lato del passeggero si apre e vedo spuntare il volto di Gerard che mi rivolge un sorriso.

Un sorriso, proprio a me.

"Salta dentro, dai!" Mi incita, e io non me lo faccio ripetere due volte.

La sua auto profuma di pulito e di sigaretta e Gerard indossa una giacca di pelle leggera sopra alla t-shirt, e cazzo è così bello.

"Come va?" Mi chiede iniziando a guidare.

"Bene, molto bene e tu come stai?" Rispondo senza riuscire a staccare gli occhi da lui, perché non sono mai stato così vicino a Gerard o quantomeno non mentre non mi odia.

Lui sorride ancora. "Bene. Ho parlato con mio fratello dopo che ci siamo visti qualche giorno fa. Gli ho raccontato tutto fin dall'inizio e lui si ricorda di te lo sai? Mi ha detto che sei un bravo ragazzo e che con lui sei sempre stato molto carino e gentile, una volta l'hai anche difeso con dei bulli del cazzo, e non credo che questo tu l'abbia fatto per me"

Io scuoto il capo. "No, questo- Me n'ero pure dimenticato..."

"Lo immaginavo. L'hai fatto perché sei gentile, e Mikey mi ha detto che avrei dovuto perdonarti e darti una possibilità perché se hai confessato rischiando di perdere tutto quello che avevi vuol dire che ci tieni davvero a me" per un attimo prima di proseguire si interrompe lanciandomi un'occhiata, e io annuisco convinto. "Mi ha detto che non è come non conoscerci se tutto ciò che mi hai raccontato era vero perché alla fine il nome è... solo un nome. Quello che importa è altro e sai cosa? Io credo che abbia ragione"

Io rimango in silenzio perché non so proprio cosa dire, riesco solo a sorridere mentre Gerard parcheggia e mentre usciamo nell'aria fresca della sera.

"È una bella serata oggi, non fa caldo"

"Hai ragione" rispondo. "Vuoi cenare?"

"Sì, scegli tu dove" annuisce.

Io penso per un paio di secondi. "Pizza?" Propongo poi, sapendo che anche lui la ama quanto la amo io.

Gerard sorride illuminandosi e si avvia verso una delle pizzerie più famose della città riprendendo a parlare.

"Mi devo abituare all'idea che ho parlato con te per tutto questo tempo ma ce la farò, sembrava più difficile qualche giorno fa" dice, poi si volta verso di me e mi rivolge un sorrisetto strano, forse timido. "Ti confesso una cosa" dice entrando nella pizzeria e seguendo il cameriere al tavolo che ci assegna, e solo quando siamo entrambi seduti continua a parlare. "Ti confesso una cosa, per colpa tua e della tua folle idea mi sono fatto un sacco di paranoie" ride leggermente prima di continuare e io lo guardo senza capire. "Mi stava iniziando a piacere Amy. E io so di essere gay da quando ho diciassette anni. Mi piacciono i ragazzi, ma mi piaceva Amy. E capisci che non poteva essere possibile perché Amy era una ragazza e a me non piacciono le ragazze; oltretutto è stato difficile per me arrivare alla conclusione di essere gay e proprio quando l'avevo accettato completamente arriva una ragazza che rimette tutto in discussione" fa una pausa e apre il menu. "Poi accetto che mi piaccia Amy. Dopotutto non devo per forza inserirmi in una categoria e se mi piace una persona mi piace e basta giusto? E appena accetto questo fatto salta fuori tutta la storia di... te. Sei riuscito a crearmi nella testa più casini tu negli ultimi due mesi che tutto il mondo in due anni" conclude ridacchiando, e io sorrido.

"Mi dispiace"

"Non fa niente. Anzi penso di essere più contento che tu sia un ragazzo"

"Sono stato un idiota"

"Lo sei stato davvero. Potevi dirmi la verità dall'inizio"

"Non lo sapevo, che sarebbe andata così"

"In ogni caso ora sta andando così" alza le spalle. "E perciò... a rigor di logica se mi piaceva Amy mi piaci anche tu, giusto?"

Io arrossisco e Gerard ride, poi allunga una mano sul tavolo e prende la mia e quando alzo lo sguardo e incontro il suo penso che adesso posso provarci davvero a far andare le cose bene, ma nel modo giusto questa volta.

Note
Questo era l'ultimo capitolo, e così questa storia è giunta al termine! Mi dispiace sempre un po' quando arrivo a segnare il punto di una delle mie storie, però la consolazione di averla fatta finire bene e la consapevolezza che ne sto già scrivendo altre mi tirano su di morale; in tutto ciò, spero che il finale così come tutto lo svolgimento vi siano piaciuti, ringrazio tutti voi che siete arrivati a leggere fin qui e mando un bacio speciale a tutti coloro che hanno investito qualche minuto della loro vita per commentare, mi ha fatto tantissimo piacere leggere i vostri pareri e spero di rileggervi presto :)
Mando un grande abbraccio a tutti, e a presto con un'altra storia (frerard 😉)
(Billy)