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Autore: Zephyr Sensei    14/07/2017    1 recensioni
In un mondo dove Lelouch Vi Britannia ha sottomesso l'intero pianeta i membri dei cavalieri neri rimasti vengono venduti come schiavi. Kallen Kozuki, ex comandante e pilota del Guren viene comprata per circa 300€ da un uomo invaghito di lei che la renderà sua schiava e la seviziera fino ad ottenere quel che vuole.
Genere: Drammatico, Erotico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: C.C., Kallen Stadtfeld, Lelouch Lamperouge, Un po' tutti
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con, Violenza
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Anno 2019

Il sacro impero di Britannia guidato da Lelouch Vi Britannia ha ormai conquistato l’intero pianeta. I cavalieri neri e le fazioni che ancora combattevano britannia sono state distrutte o assoggettate ma... per l’ordine dei cavalieri neri la punizione è stata ben più crudele. I residui cavalieri neri venivano e vengono torturati e uccisi in pubblico e i loro membri più produttivi... Scienziati e belle donne vengono venduti come schiavi nei loro rispettivi campi di competenza. Kallen Kozuki fu una delle ultime a essere venduta come schiava del sesso... la donna tanto stimata dal popolo per le sue azioni eroiche non poteva essere acquistata da nessuno che l’avesse apprezzata per le sue gesta fino a quando un folle uomo Britanno, follemente innamorato dello stereotipo che si era creato della donna decise di acquistarla, salvandola da un esecuzione sommaria e senza onore che venira riservata alla “merce invenduta”.

New Pendragon – ore 18:30- Abitazione del propietario di Kallen

In un quartiere povero di New Pendragon, un corriere scortato da due auto della sicurezza nazionale trasporta una gabbia con all’interno Kallen Kozuki fino all’abitazione del suo propietario che l’aveva acquistata all’asta su internet 5 giorni prima al costo dei nostri 300€ più spese di consegna.

All’interno del furgone Kallen fa silenzio da dentro la sua gabbia, apparentemente rassegnata al suo destino e, seppur così non fosse, la donna credeva fino a quel momento che quella fosse la strategia migliore, mostrarsi indifesa per poi ribellarsi ma... non sapeva la verità... non tutta...

Il corriere si ferma di nanzi a una casa con portone mal ridotto di color noce pastello, scende rapido e suona al citofono. Il portone subito si apre e il postino ordina al collega di scaricare la gabbia con la merce in fretta al fine di mantenere riserbo e privacy per l’acquirente. La gabbia viene portata in fretta all’interno dell’abitazione coperta da un lenzuolo nero. L’acquirente paga il prezzo della sua merce e il corriere va via senza dire altro.

Una volta restato solo con Kallen ancora ingabbiata, l’uomo... un bianco di circa 35 anni di media statura con capelli corti neri, pancia da birra, occhi verdi bordati da nere occhiaie, pelle chiara, mal vestito con una semplice tuta nera in pail e felpa con cappuccio toglie il lenzuolo da sopra la gabbia e non appena vede Kallen si presenta:

«Piacere Kallen Kozuki e benvenuta nella mia umile dimora, io mi chiamo Ector e sono il tuo padrone, spero che il tuo soggiorno qui sia a te gradito»

«Ciao... Ector... cosa vuoi fare? Inizi a violentarmi subito o vuoi prima fare qualche falsa cordialità offrendomi da bere? Oppure vuoi semplicemente torturarmi?» Risponde lei con la testa bassa e occhi chiusi ancora inginocchiata all’interno della piccola gabbia.

«Vedo che non perdi tempo... ti sei già fatta dei film mentali... intanto apriamo questa gabbia per uccelli così ti sgranchisci le ossa»

Ector apre la gabbia e chiede a Kallen, che era vestita con pochi stracci di colore bianco, di uscire tranquillamente e senza paura. La donna dopo alcune difficoltà dovute principalmente ai mesi trascorsi in quello spazio tanto ristretto esce dolorante emettendo qualche gemito di solore, sempre con la testa bassa e lo sguardo a terra. L’uomo le porge subito un bicchiere d’acqua e un tramezzino che lei inizialmente rifiuta, ma alla sua insistenza inizia a mangiarlo di gusto.

«Pensavi fosse avvelenato? Se volessi potrei chiederti di ingerire anche acidi di vario tipo visto che ti possiedo, ma ti ho solo offerto un panino ragazza mia...»

«Non intendevo dire questo signor Ector, ma sui termini di contratto lei mi ha pagato così poco all’asta per trattarmi in modo riprovevole... sono obbligata a ricordarglielo... lei è obbligato a nutrirmi con cibo per gatti e acqua putrida.» Afferma lei.

«Fanculo le regole, tu mi piaci Kallen e mi piaci davvero tanto, e di certo non infilerò la lingua in bocca a una che ingurgita le crocchette della stessa marca di quelle del mio gatto!»

«Lingua in bocca? Non corra razza di porco... non sono qui per fare la brava schiavetta... dovrei essere uccisa per questa mia affermazione che non potrei mai fare ma... sarebbe fantastico morire dopo questo lei che dice?» Conclude sarcastica.

Come risposta Ector inizia a ridere di gusto, carezza il capo di Kallen con affetto e le porge un altro tramezzino con sguardo gentile, divertito dal sarcasmo della sua schiava che assume un espressione di sfida mentre lo osserva ancora intenta a gustare il cibo offertole.

«Mi piace questo tuo atteggiamento Kallen, sei una ragazza forte e audace ma... so bene che vuoi farti uccidere prima di soffrire troppo... ma sai io sono attratto da te, ti ho sempre stimata... ammirata... quando combattevi tra i cavalieri neri ero spesso sulle zone di guerra solo per poter vedere il tuo Guren muoversi come in una danza... era stupendo sai? Ora sei qui e sei mie... non potrei mai ucciderti... ma potrei tranquillamente farti del male sai?»

«Allora che aspetti? Spaccami la testa su! Magari rompimi anche le ossa... FORZA!» Kallen sfida il suo padrone con un espressione rabbiosa in volto.

Lui osserva nervoso la donna, vorrebbe picchiarla a sangue ma si trattienne,  la soleva per gli stracci che indossa e la trascina nella stanza da letto che aveva approntato per lei, composta da: Un lettino a una piazza con materasso a molle, un comodino con 3 cassetti, un piccolo armadio pieno di vestiti maschili quali tute in pail e acetato, un lavandino, un vater, una sedia e un piccolissimo tavolo in legno scuro. Kallen rimane stupita, seppur la camera non misuri più di 5 metri quadrati ha molto più di quanto aveva avuto negli ultimi anni. Ector si scusa per la mancanza della TV ma spiega che lui odia la TV spazzatura di britannia e quindi non ne possedeva una nemmeno lui. La donna fa silenzio e continua fino a quando lo stesso non gli ordina di cambiarsi.

«La doccia di casa mia si è rotta stamane, ma comunque cambiati, odio vederti con quegli stracci»

«Mi cambierei se lei andasse via...» Risponde infastidita.

«No tu ti cambi qui davanti a me!»

Kallen prende una tuta in acetato da dentro l’armadietto della sua stanza, poi si gira lentamente guardandosi le spalle e si toglie i vestiti, Ector però si arrabbia e le ordina di girarsi verso di lui, lei ubbidisce e compre i suoi seni e la sua intimità usando le mani. L’uomo però non è ancora soddisfatto.

«Vorrei poter vedere le parti migliori del tuo corpo Kallen.... sai quelle che ho pagato...»

«Pagato eh? Hai pagato di più l’arredamento di questa stanza! Che diavolo vuoi!?»

A quel punto, sentendo Kallen alzare un po troppo la voce l’uomo si avvicina nervoso e la colpisce con una severa sberla in volto. Lei subisce e subito dopo lo fissa rabbiosa stringendo i denti... ha gli occhi leggermente lucidi, non sa bene che fare... pensava d’esser preparata... si aspettava un dolore più forte o la morte istantanea ma.... non è così...

«Ascoltami Kallen, mi piace questo tuo atteggiamento di sfida nei miei confronti... ma accetta la realtà, qui dentro comando io, tu farai quel che ti dico! Ora mostrami il tuo corpo e poi mettiti quella tuta»

Kallen rifiuta di eseguire l’ordine ed Ector con un altra sonora sberla cerca di convincerla a collaborare, ma lei risponde con lo stesso sguardo rabbioso e di sfida di pochi istanti prima. Irritato il suo padrone la colpisce con una terza sberla e poi con un forte pugno nello stomaco. Kallen piega il busto e porta entrambe le mani all’addome lasciando scoperti i suoi seni e la sua intimità inferiore. Ector la osserva per qualche secondo per poi dire:

«Sei davvero molto bella, ti chiedo scusa per i colpi che ti ho inferto, spero imparerai che se vuoi restare qui e vuoi vivere bene assieme a me dovrai per forza ubbidire a certe richieste... ora vestiti... ti aspetto in soggiorno»

«Dann.. dannato... me la pagherai!» Esclama irata verso l’uomo»

«Chi lo sa... potresti uccidermi nel sonno ma se lo fai... beh... se lo fai vinci ma allo stesso tempo la bomba che voi schiavi portante dentro di voi esploderà distruggendo i tuoi organi... i tuoi e quelli di una persona a te cara...»

«Di chi parli? Io non ho nessuno»

«Parlo della tua cara mamma... il propietario è un mio carissimo amico... mi ha concesso di programmare un esplosivo nel corpo di tua madre per prevenire un tuo tentativo di uccidermi... se il mio cuore si ferma quello della tua adorata madre subirà la stessa sorte»

«BASTARDO! COME PUOI RICATTARMI IN QUESTO MODO! Che razza di mostro sei!» Urla a squarcia gola irata trasudando odio da ogni poro.

«Ho dovuto per tutelarmi... ad ogni modo se ti comporti come si deve magari potrei anche concederti di rivederla... ma non ti assicuro niente» Conclude ridacchiando.

Lei china il capo amareggiata dalla situazione mentre Ector le da le spalle e va via... Quando questo sta per uscire Kallen lo osserva con sguardo carico d’odio stringendo i denti mentre indossa la giacca della tuta acetata. Ector esce rapido e poi si dirige in cucina dove inizia a preparare la cena per lui e per la sua ospite.

   
 
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