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Autore: Destyno    14/07/2017    3 recensioni
Antonio De Gasperi è un ragazzo nuovo, appena arrivato nella quarta A del liceo scientifico Max Planck. Sicuro di sé, simpatico, popolare con le ragazze.
Marta Alterigi è una ragazza che altri definiscono come "poco in contatto con la propria femminilità". Si veste da maschio, parla poco, ama disegnare le altre persone sui fogli di carta che riempiono la sua camera e nel petto ha un buco che si fa ogni giorno più grande.
Lei e Lui.
Lui e Lei.
Insomma, che altro ci sarebbe da dire? ;)
Forse il fatto che lei non è una lei.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Una cosa che a Marco piace fare particolarmente è disegnare persone.

Lo fa da quando era piccolo, da quando ancora pensava di essere una bambina e indossava belle gonnelline rosa e la mamma gli comprava le Barbie.

In un certo senso, è stato grazie a questa sua passione che è diventato amico - amica? lui pensa che io sia sua amica dopotutto non è giusto vorrei dirglielo ma ma ma ma se poi mi odia e se poi mi picchia e se poi mi uccide e se poi mamma e papà mi cacciano di casa ma io voglio dirglielo voglio dirlo a tutti è troppo rischioso non posso - di Elia, quel ragazzo dallo sguardo gentile e il sorriso facile e la pelle del colore del mogano, che un giorno, quattro anni prima, gli si era avvicinato e, con fare quasi disinteressato gli aveva chiesto se gli sarebbe piaciuto disegnare personaggi per un “progetto”, come l’aveva chiamato lui - pfff progetto si poteva dirlo subito che era per d&d che nerd -.

E a quel “progetto” si era aggregato, ormai in secondo anno, anche Marco, con il suo bellissimo mago mezz’elfo innamorato perso di un affascinante diavolo che forse non era tanto cattivo quanto diceva di essere.
E doveva ringraziare i suoi disegni e quel set di dadi blu se aveva conosciuto anche Lorenzo e Tommaso e Laura e se adesso il sabato gli alleggeriva un po’ il peso che aveva sul petto, perché tutti si riferivano a lui al maschile e poteva dimenticare, almeno per qualche ora, tutto il resto del mondo.

A volte sua madre gli chiedeva perché in tanti suoi disegni appariva un ragazzo che somigliava tanto a lei, e lei rispondeva che quando era piccola a volte immaginava di avere un fratello gemello e che le piaceva disegnarlo. A sua madre bastava.

 

Una cosa che a Marco non piace particolarmente è andare in giro. Si sente scoperto, nudo. Sa che alcuni notano il suo seno - l’universo è un pezzo di merda perché non l’ho capito prima adesso è troppo tardi troppo tardi troppo tardi- e che altri, molti, pensano che lui sia lesbica perché porta i capelli corti, il che è abbastanza tragicomico, quando ci pensa.

Ma, a volte, l’universo non è così pezzo di merda. Con passo spedito, Marco percorre il piccolo viale, fino ad arrivare ad una porta di sicurezza verde scuro. Prende un bel respiro, e poi bussa.

Non passa molto, prima che una giovane ragazza - avrà la mia età credo - dai lunghi capelli biondi e un orecchino verde gli apra la porta.

“Uhm, ciao.”

“Ciao.” Risponde Marco, spostando nervosamente il peso da un piede all’altro. “Uh, sono qui per la lezione di prova…”

“Oh, okay.” Si scostò, facendolo entrare. “La segreteria è di là, Giovanni - l’insegnante - non è ancora arrivato, quindi non abbiamo ancora iniziato. Comunque piacere, Laura.”

“M-Marta. Piacere.”

Lei sorride, quindi Marco sorride di rimando, perché è quello che si deve fare in situazioni come questa, e poi inizia a camminare verso la segreteria, passando tra le poltrone rosse del teatro.

Dietro al piccolo bancone c’è una piccola donna, dai capelli crespi e gli occhiali dalla montatura metallica che gli sorride.

“Come posso aiutarti, cara?”

“Ehm - sono qui per la prima lezione, io-”

“Ah, sì, tuo padre ha chiamato ieri. Marta, giusto?”

Marco annuisce, perché è quello che si deve fare in situazioni come questa.

“Vai pure di là con gli altri, Giovanni dovrebbe arrivare tra poco.”

Annuisce di nuovo, e ritorna tra le poltrone rosse del teatro, a guardare quelli che saranno i suoi nuovi compagni di corso.

I maschi che ci sono saranno una manciata. Uno di loro è basso, tozzo e dai capelli neri, lisci e lunghi quasi fino alle spalle, con una maglietta di un qualche gruppo rock e i jeans strappati, un altro ha una faccia piuttosto banale, degli occhiali blu scuro, un paio di pantaloncini corti - in inverno ma che è matto fa un freddo boia là fuori - e delle scarpe che, si vede, ormai sono quasi da buttare.

Ma un volto in particolare lo fa arrossire fino alle orecchie e gli fa improvvisamente ficcare le mani nelle tasche, perché è perfettamente consapevole di avere delle braccia lunghe, penzolanti e assolutamente inutili e assolutamente imbarazzanti.

Il volto da furetto di Antonio De Gasperi gli sorride da una poltrona.

“Marta! Fai teatro anche tu?”

Marco ancora non lo sa, ovviamente, ma quel giorno l’universo non è stato davvero un pezzo di merda.


Sto aggiornando tipo alle 11 e mezza di sera e domani dovrei alzarmi presto ma Who Cares

Ci ho messo un po’ a scrivere questo capitolo perché non avevo tante idee allora ho deciso che a Marco piace giocare a d&d e che il suo personaggio è in realtà uno dei miei altri personaggi che però è nel fandom di Skyrim quindi vabbè

Boh non ero tanto sicuro di volerlo pubblicare perché non mi piace granchè ma sticazzi i guess

Voglio ringraziare personalmente Alphabet Loser che mi ha recensito e quindi questo capitolo è tutto per te, goditelo, ne avrai altri se continui a recensirmi (ovviamente scherzo, eh), quindi se voialtri che mi leggete volete avere la vostra Dedica Personale in fondo alle mie esclusive Note dell’Autore(™) chiamate il numero verde 800-24-42 che non esiste oppure lasciatemi una recensione che è più facile.

Ci si vede!

 
   
 
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