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Autore: Lady Neko Kadar    16/07/2017    1 recensioni
Questa storia partecipa alla challenge "Notte di Tanabata" a cura di Fanwriter.it
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Il festival di Tanabata è considerato dalle coppie una delle occasioni per passare un po' di tempo insieme romanticamente.
Tutto cambia quando si ha il cuore spezzato e la sfortuna ti fa incontrare proprio colui che si vorrebbe eliminare dalla propria testa. Ma siamo sicuri sia proprio sfortuna?
[TENSEMI]
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Eita Semi, Tendo Satori, Wakatoshi Ushijima
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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★ Iniziativa: Questa storia partecipa alla challenge “Notte di Tanabata” a cura di Fanwriter.it! 
★ Numero Parole: 1428

★ Prompt: 28) A e B si sono lasciati senza dirlo a nessuno, ma entrambi si ritrovano al festival di Tanabata.



Red Fish

 
Il festival di Tanabata era una delle occasioni in cui le giovani coppie ne approfittavano per passare del tempo da soli. Per questo gli amici di Semi Eita rimasero sorpresi nello scoprire che lui e il suo fidanzato non sarebbero usciti insieme quella sera.
<< Tendo è impegnato. >> aveva raccontato loro l'amico, ma sia Reon che Yamagata avevano captato nel tono e nello sguardo di Semi che c'era qualcosa che non andava. Nonostante ciò si accordarono loro tre per uscire tutti insieme.
 
Il festival di Tanabata era arrivato proprio nel momento peggiore per Semi. Il ragazzo aveva una relazione stabile con Tendo Satori da ormai mesi e spesso capitava di battibeccare per delle cose da nulla e per la troppa leggerezza di Satori nell’affrontare le cose, ma non era mai avvenuta una litigata come quella di una settimana prima.
A ogni battibecco era Semi quello più nervoso, mentre Tendo la prendeva con la solita aria di scherzo, il che faceva sempre irritare l’altro ragazzo ma alla fine non riusciva a non sorridere anche lui e facevano pace. Quella volta invece la discussione partì da Tendo e la sua aria scherzosa si dissolse subito dopo le prime battute; non era più uno dei soliti battibecchi su cui scherzavano anche i loro amici, quello fu un litigio vero e proprio che si concluse nella rabbia e nel silenzio. Il giorno dopo Semi chiamò Tendo nel cortile della scuola e gli disse che era meglio terminare la loro storia, che avevano visioni troppo diverse ed era inutile continuare a stare insieme, non sarebbero stati bene. Satori ebbe un attimo di smarrimento, ma accettò la decisione ed entrambi pattuirono che era meglio non dire nulla in giro per non far preoccupare i loro compagni di squadra con l’approssimarsi dei tornei.
Il brutto di quel festival era che avevano progettato da settimane una serata romantica solo loro, avevano comprato gli yukata insieme e deciso il posto dove vedere i fuochi d’artificio, cosa mangiare e tutto ciò che avrebbero potuto fare quella sera. Inizialmente Semi voleva starsene a casa da solo, ma ciò significava darla vinta al dolore e a quella faccia brutta di Satori, così propose a Reon di uscire insieme e si aggiunse a loro Yamagata; inventò una scusa per l’assenza di Tendo ma la fortuna non sembrava volergli sorridere.
 
<< Ehi Wakatoshi! >> la voce di Yamagata fece voltare i due amici e il ragazzo nominato, il quale stava provando a pescare un pesciolino. Ushijima fece un cenno per salutare e da dietro lui spuntò la testa rossa di Tendo. Quando gli occhi dei due ex si incrociarono, era come se fosse passata una tempesta di neve che aveva congelato i loro corpi.
<< Satori, non avevi un impegno stasera? >> chiese Reon, sorpreso di trovare lì il ragazzo. Per fortuna Tendo si riprese subito.
<< Sì, ma è stato rinviato e ho chiesto al mio migliore amico di uscire, non riuscivo a contattare Eita-kun e non ho potuto chiedergli di unirsi a noi. >> Satori era un bravo bugiardo, nonostante questo Hayato e Reon non sembravano convinti della spiegazione.
<< Visto che siamo qui, possiamo continuare tutti insieme! >> propose Yamagata, Ushijima acconsentì mentre Semi aveva l’aria spaesata.
<< Tutto bene Eita? >> chiese Ohira ma Tendo non diede tempo all’altro di rispondere poiché gli posò un braccio attorno le spalle e lo strinse appena a sé.
<< È una grandissima idea! Andiamo all’arrembaggio! >> esclamò Satori, trascinando un confuso Eita.
<< Non siamo pirati, Tendo. >>
<< Era per dire Wakatoshi-kun! >>
 
Dopo qualche passo Satori tolse il braccio da Eita.
<< Se non vogliamo insospettirli, fingi di divertirti. Spero che almeno per finta tu riesca a farlo. >> sussurrò Tendo, beccandosi un’occhiataccia da Semi.
<< Va bene, ma non starmi troppo addosso. >>
Restarono qualche minuto in silenzio, poi Tendo si girò per guardare il suo ex fidanzato.
<< Hai messo lo yukata che abbiamo preso insieme. >>
<< Anche tu lo hai fatto. >> rispose secco Eita.
<< Già… Ti sta davvero bene, meglio di come immaginavo. >>
Purtroppo per Semi gli fu impossibile non arrossire; non era il complimento in sé a imbarazzarlo, ma il tono calmo e nostalgico con cui era stato pronunciato, un tono che Satori usava in rare occasioni. Eita non ebbe il coraggio di rispondergli, abbassò lo sguardo e notò una bustina trasparente con dentro un pesciolino rosso. Tendo notò la direzione dello sguardo del ragazzo.
<< Ti piace il mio nuovo amichetto? >>
<< Gli hai dato un nome? >>
<< È un segreto. >> disse Satori, sorridendo e portando l’indice alle labbra, Eita sospirò.
La serata procedette tranquillamente tra cibo, giochi e scherzi vari, Tendo e Semi riuscivano a fingere bene, o era più corretto dire che entrambi sembravano aver quasi dimenticato di essersi lasciati. Ma quando Tendo portò il gruppo di amici nel posto che in precedenza i due ormai ex avevano scelto per vedere i fuochi d’artificio, la dura realtà colpì in pieno Eita. Il ragazzo tornò a irrigidirsi a ogni sguardo scambiato con Tendo, il quale iniziò a guardarlo con rassegnazione.
I cinque ragazzi si sdraiarono sul prato in attesa dei fuochi, ovviamente i due ex furono costretti a stare vicini.
<< Non dovresti portare Eita a casa prima dei botti? >> chiese Ushijima, rivolgendosi a Tendo sdraiato accanto a sé.
<< Cosa? Perché dovrei andare a casa? >> chiese Semi, confuso dalla domanda e dall’uso del nome proprio, non tipico del loro capitano.
<< Non parlavo di te, ma del pesce. >> Wakatoshi indicò la bustina trasparente posata sul ventre di Tendo.
<< Starà bene. >> rispose quest’ultimo, fingendo di non notare lo sguardo di Semi, il quale definirlo sorpreso è un eufemismo.
Durante i fuochi nessuno parlò, erano tutti presi dallo spettacolo sopra le loro teste, solo Satori ogni tanto si girava per spiare il viso di Eita, illuminato dai mille colori che esplodevano in cielo. Solo una volta lo sguardo di Satori fu ricambiato da Eita, si guardarono intensamente e un sorriso spuntò sulle labbra di Tendo, ma l’altro si girò subito a guardare di nuovo il cielo.
 
Dopo i fuochi i cinque amici si salutarono. Tendo e Semi restarono insieme per continuare la loro farsa davanti gli amici e si avviarono verso casa di Semi.
<< Eita? >> il tono curioso di Semi spezzò il silenzio dei due ragazzi.
<< Oh bhè, è un bel nome. Mi sembrava adatto a un pesciolino. >>
<< Non mi aspettavo prendessi un pesce, tanto meno che lo chiamassi come me. >>
<< Sono sorprendente, lo so! >>
Semi sbuffò, infastidito dal tono canzonatorio dell’altro e tornò il silenzio, ma durò poco.
<< Sento il bisogno di pronunciare il tuo nome, per questo l’ho chiamato così. >>
Eita si girò di colpo e vide Tendo guardarlo, la testa inclinata leggermente all’indietro, gli occhi socchiusi  e sorrideva; sembrava una delle sue solite espressioni inquietanti per intimidire (volontariamente o no) l’avversario, ma aveva qualcosa di diverso, una tristezza che Satori non aveva mai mostrato a nessuno, che aveva sempre nascosto dietro un atteggiamento leggero e di scherno.
<< Mi manchi. >> sussurrò, quasi con voce mozzata e di nuovo Semi non ebbe il coraggio di rispondere e preferì girarsi e restare in silenzio.
 
Giunsero alla porta di Semi, Tendo teneva la sua bustina e manteneva gli occhi su di essa, non aveva più voglia di guardare il viso di quel ragazzo che ancora amava ma a cui doveva rinunciare. Era abituato ad essere allontanato dagli altri, ma mai aveva fatto così male, gli sembrava quasi che tutte le prese in giro di quando era bambino, tutte le volte che era rimasto solo in un angolo mentre gli altri si divertivano erano barzellette in confronto a quello che stava provando da una settimana. Stava per andarsene ma la voce di Semi lo bloccò.
<< Il pesce… >>
Tendo guardò confuso l’altro ragazzo.
<< Non hai un acquario a casa ed Eita non può stare a lungo lì dentro. Avevo un pesciolino due anni fa, dovrei avere ancora il suo piccolo acquario nello sgabuzzino. >> poi Eita aprì la porta di casa e gli fece cenno di entrare, nei suoi occhi non c’era più freddezza, né rabbia, ma la dolcezza che aveva fatto innamorare il Guess Monster. Tendo schiuse la bocca in segno di sorpresa, poi sorrise ed entrò.

Quella notte il pesciolino Eita venne considerato da Satori l’eroe che aveva salvato il suo amore e nei giorni a seguire non ci fu più bisogno di fingere con gli altri.



Note: Questa è la prima TenSemi che pubblico e quindi sono tesissima. Forse sono andata OOC, spero non troppo in realtà, comunque ho voluto provarci, visto che sono la mia seconda ship di Haikyuu e li adoro troppo.
Spero sia venuto fuori qualcosa di carino e che non ci siano errori (mi sfugge sempre qualcosa ultimamente)
Alla prossima,

Lady Neko Kadar
   
 
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