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Autore: M4RT1    16/07/2017    2 recensioni
Monroe ci pensa e a volte si chiede se non sia una questione chimica, come se il suo corpo fosse progettato per repellere quello di un Grimm. Come se, vedendolo, il suo sé interiore giocasse ad accelerargli il battito e la peristalsi intestinale come fossero avvertimenti. Stai attento, è un Grimm - vuole dirgli. E siccome lui non gli da ascolto, glielo riporta alla mente anche quando non dovrebbe.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Monroe, Nick Burkhardt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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C’è qualcosa di fastidioso in Nick, Monroe ci riflette spesso. Certo, ci sono parecchie cose irritanti in lui, cose che lo rendono agli occhi del Blutbad meno beneaccetto di un intero branco di Wendigo affamati, eppure ci deve essere un punto centrale in ciò, una causa scatenante.

E no, non è il fatto che il Grimm non abbia la concezione dei ritmi circadiani o l’idea che sia estremamente maleducato chiamare qualcuno nel cuore della notte solo perché si è troppo pigri per cercare informazioni da  soli - per quanto sia immensamente fastidioso anche quello. Non è neppure il suo snervante bussare alla porta - sempre a qualsiasi orario gli sia comodo - o il fatto che lo interrompa sempre nei momenti peggiori, che non abbia rispetto per la sua ora di yoga, per la cucina vegetariana e per i violini. Certo, c’è anche quello. Come c’è il problema dei pericoli in cui lo trascina, le minacce perché lui è un Blutbad e Nick un Grimm e dovrebbero avere lo stesso rapporto che il tofu ha con una bistecca alta tre dita. Eppure non si tratta di ciò.

No, è qualcosa di più fisico. Monroe ci pensa e a volte si chiede se non sia una questione chimica, come se il suo corpo fosse progettato per repellere quello di un Grimm. Come se, vedendolo, il suo sé interiore giocasse ad accelerargli il battito e la peristalsi intestinale come fossero avvertimenti. Stai attento, è un Grimm - vuole dirgli. E siccome lui non gli da ascolto, glielo riporta alla mente anche quando non dovrebbe.

O magari è l’odore, che ormai riconosce ovunque. Tutti ne hanno uno: il suo è leggero, quasi gradevole. Superficialmente è quello del dopobarba che usa, della plastica del distintivo e di qualcosa con cui lava i panni - ma non è quello che il Blutbad sente. Se si impegna, riesce a captare quello vero, quello che sa quasi sempre di paura e spesso di eccitazione, raramente di pace.

O forse, ancora, è il suo respiro, un pochino più veloce della norma, o sono i suoi irritanti, leggeri passi che ingannerebbero qualsiasi essere umano ma non riescono a ingannare lui, quando è seduto a sorseggiare vino e li percepisce lontani, nell’erba.

E c’è qualcosa di fastidioso nel modo in cui gli parla. In quel battito cardiaco tranquillo che sa di fiducia, quando è seduto nella sua cucina, e nel modo in cui gli freme la voce quando ha bisogno d’aiuto e gli telefona. C’è qualcosa di veramente sbagliato, in tutto quello. 

Eppure Monroe non riesce a fare a meno di rispondere. Eppure la apre sempre, quella maledetta porta, e risponde sempre quando il detective gli chiede qualcosa. Eppure sopporta le minacce e si incavola, si incavola davvero quando qualche Wesen pensa di porte fare del male a Nick. Forse è quello, a pensarci bene. Forse non è il Grimm ad essere fastidioso, è più il fatto che a Monroe va bene. O ancora, sono entrambe le cose: è colpa di Nick, della fiducia  cieca che nutre in lui, del modo in cui, tacitamente, si rifugia nella casa di fronte al parco quando qualcosa non va - ma è anche colpa sua, del Blutbad, che nonostante tutto ne è felice.

 
"Look, man... I don’t want you screwing up your life because of me"
"Dude, I wouldn’t even have a life to screw up if it wasn’t for you, okay?"
  
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