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Autore: ellydarklight    17/07/2017    4 recensioni
Storia scritta in collaborazione tra me e LadyEloredane
Harry è stato tradito dal mondo magico, muore ad Azkaban ma la Morte lo riporterà indietro nel tempo.
Genere: Angst, Dark, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Un po' tutti | Coppie: Draco/Harry
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Nessun contesto, Più contesti
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storia scritta in collaborazione con LadyEloredane http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=119189

 

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L'ULTIMO DONO DELLA MORTE

 

ventunesimo capitolo

 

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POV Hermione

 

Sono nella sede dei cavalieri con Harry, per la precisione nel suo studio.

Lungo a cui non si poteva avere accesso a meno che non si era invitato dal morettino.

Fra tre settimane partirò per la Francia coi miei genitori, voglio passare più tempo possibile coi miei amici ed il mio ragazzo in questo periodo per questo ogni momento è buono per recarmi qui.

Leggo la lettera che Harry vuole inviare a Rita Skeeter, poi sollevo lo sguardo su di lui, -Dove hai trovato queste informazioni? -.

Lui mi sorride, -Ho i miei informatori -.

Sbuffo non ne avevo dubbio… era un po’ come quando entrò in possesso delle piantine di Azkaban, poi una domanda mi sorge spontanea, -Cos’è un Obscuros? -.

-Un Obscuros è un bambino magico incapace di controllare i propri poteri poiché per via di abusi od eventi traumatici ha cercato di sopprimerli per tanto tempo, creano una creatura molto distruttiva, i bambini raramente superano i 10 anni di vita, anche se il più vecchio Obscuros documentato è morto all'età di 40 anni, un Obscuros si sviluppa prima degli 11 anni di età del bambino, è molto pericoloso, era molto frequente durante le epoche della "caccia alle streghe" ora sono quasi del tutto spariti, anche se c'è stata una crisi a New York negli anni 20'… penso che l'unica cosa che mi abbia salvato dal diventarne uno era il fatto che io non sapevo che la magia esisteva, non potevo reprimere quello che credevo inesistente… puoi trovarne di più nel libro "malattie magiche rare"-.

Lo guardo, conosco il passato di Harry me ne ha parlato e comprendo quanto il mio amico abbia rischiato.

So anche delle cacce alle streghe, l’ho studiato durante l’anno appena passato in Storia della Magia, comprendo sempre di più il motivo dello statuto di segretezza.

-È terribile, Harry so che è a questo che serve lo statuto di segretezza ma tu hai detto che le tecnologie Babbane presto saranno molto più sviluppate e sarà impossibile nasconderci con i mezzi di oggi… temi un’altra caccia alle streghe? -.

Non posso pensarci, forse i miei futuri figli potrebbero ammalarsi per colpa dell'incompetenza magica.

-Si, lo temo -, confessa Harry guardandomi seriamente. -Non tutti i Babbani sono persone buone come i tuoi genitori, molti ci vedrebbero solo come una minaccia, so che alcuni nati Babbani hanno subito esorcismi e gravi percosse dai loro stessi genitori, altri ci vedrebbero solo come cavie da laboratorio, studiare cos’é la magia e vedere se riescono ad usarla per i loro scopi, pacifici o bellici, non saremmo più persone. Il mondo magico è troppo arretrato rispetto a quello Babbano, dovremmo integrare le conoscenze, lo statuto di segretezza non vietava di fare ricerche sul mondo Babbano o capire la loro scienza ma le persone si sono semplicemente allontanate dalla scienza Babbana, anche i nati Babbani, spesso vivono in quartieri Babbani, si comportano come Babbani, seguono solo le usanze Babbane ma non portano innovazioni nel mondo magico. Il motivo principale per cui i purosangue odiano i nati Babbani è che non rispettano la loro cultura, Dumbledore ha aiutato molto in questo odio cancellando le feste magiche, oramai le cose erano arrivate a un punto di non ritorno per questo era scoppiata la guerra contro Voldemort… la guerra contro Grindelwald è tutta un’altra cosa, coinvolgeva pure i Babbani -,rimasi affascinata da quella spiegazione e da quel modo di vedere il mondo. Non so dove Harry trovasse tutte queste informazioni ma era così intelligente, che sono sicura troverà un modo di cambiare la situazione attuale rendendo il Mondo Magico un posto migliore.

-Non preoccuparti Harry, vinceremo noi-, dico convinta.

Lui mi sorride, -Lo spero, Herm. Lo spero davvero-.

Sorrido a Harry, -Sono sicura che tu vincerai, anche la professoressa lo ha detto e lei è una veggente -, cerco di rassicurarlo mentre aspetto che arrivi Draco, lui sa sempre come rassicurare Harry, come comportarsi con lui mentre io… lo abbraccio e come invocato l'erede Malfoy esce dalla volante ci vede e strabuzza gli occhi, -Harry, Mione... cosa fate???-, domanda con voce leggermente stridula posso vedere la gelosia nei suoi occhi, Harry sorride e sbuffa, io rido.

-Harry mi ha solo mostrato una lettera, non preoccuparti è tutto tuo non te lo rubo mica-.

 

POV Neville

 

La scuola è finita solo da due settimane e ci sono stati già due incontri nella sede dei cavalieri, decisamente migliorata dalla prima volta in cui vi avevamo messo piede e molto più confortevole.

Facevamo piani per la futura guerra nella grande sala riunioni, saremmo stati contro l'Ordine della Fenice e contro Voldemort e i suoi seguaci, probabilmente pure contro il ministero… ci siamo tutti allenati moltissimo, su tutte le branche di magia, da incantesimi di luce, come l'incanto Patronus, a incantesimi oscuri come il Sectumsempra (creato da Snape).

Appena tornato a casa nonna mi corre incontro dicendo frasi sconnesse, tra le lacrime, ma capisco che riguarda i miei genitori. Da quello che riesco a comprendere sembrano guariti miracolosamente in meno di una settimana, l'unico problema è che sembrano pensare di non essere stati in ospedale per non più di qualche ora. Non hanno la minima idea di che anno sia, ma non è importante, sono sani, capaci di intendere e di volere, potranno tornare a casa da me.

Sorrido, sono così felice, mi ci erano voluti 2 anni ma alla fine avevo corrotto un inserviente del San Mungo per dare ai miei genitori l'essenza della lunga vita che Harry mi aveva dato all'inizio del secondo anno.

Non vedo l'ora di conoscere i miei genitori, mi riconosceranno? Saranno fieri di me? Loro erano Auror e membri dell'ordine della fenice ed io mi sto portando su un sentiero sempre più oscuro, cosa penseranno di me? Sarò una delusione?

Con questi pensieri seguo la nonna all'ospedale dove loro ci aspettano.

Mentre camminavo per i corridoi del San Mungo pensavo al fatto che ancora una volta avevo un grande debito nei confronti di Harry.

Non avrei mai potuto sdebitarmi completamente con il mio migliore amico, ma farò di tutto in questa vita per aiutarlo.

Quando arriviamo nel reparto Janus Thickey Ward veniamo intercettati dal responsabile, il Medimago Stanford, ma la nonna lo liquida velocemente continuando spedita verso la camera dei miei genitori.

Quando entriamo troviamo i miei genitori seduti sul letto di mia madre, parlano a bassa voce, tenendosi per mano.

-Alice, Frank -, nonna li chiama con voce incerta, leggermente tremolante a causa dell’emozione.

-Mamma? Sei invecchiata nelle ultime ore -, disse ridendo quello che doveva essere mio padre.

Merlino! Sentire la sua voce per la prima volta era una tale emozione…

-Frank! -, lo riprese mamma.

Strinsi e mani a pugno per evitare di spintonare via la nonna e correre verso i miei genitori. Dovevamo procedere per gradi.

-Tranquilla Alice -, disse la nonna cercando di mostrarsi calma.

-Scusami mamma, volevo alleggerire un po’ la tensione -, disse papà, scusandosi. -Comunque Neville è con te? Sta bene vero? -.

Nonna emise un sospiro, -Tesoro devo dirvi una cosa -.

-Il mio bambino! Cosa è successo al mio bambino? -, domandò terrorizzata e preoccupata mamma.

Non c’è la feci più dovevo vederli e rassicurarli. Posai una mano sulla spalla di nonna e la invitai a spostarsi delicatamente.

-Sono qui, mamma -, dissi facendomi vedere.

Osservai i volti dei miei genitori. Mia madre sgranò gli occhi, incredula, portandosi le mani davanti alla bocca, mentre papà era chiaramente scioccato, spostò lo sguardo sulla nonna.

-Quanti…quanti anni sono passati -, domandò deglutendo.

-Tra poco più di un mese Neville farà quattordici anni -, disse la nonna, sorridendo tristemente.

-Tredici anni, Frank! Ci siamo persi la sua infanzia, la sua adolescenza -, singhiozzando mamma nascose il volto tra le mani, disperata.

-Mamma! Mamma ti prego non piangere -, dissi avvicinandomi e inchinandomi di fronte a lei, -Il tempo perduto non possiamo recuperarlo questo è vero, ma abbiamo molti anni davanti a noi per conoscerci. E ringrazio Merlino e i Fondatori per avervi fatti tornare da me -.

Mamma tolse le mani dal volto, mi guardò in volto. Sorrise leggermente allungando una mano verso il mio volto, carezzandolo dolcemente, -Sei così simile a tuo padre -, mormorò.

Chiusi gli occhi beandomi per la prima volta da che avevo memoria una sua carezza.

-Io credo che invece somigli a te -, disse papà, scompigliandomi i capelli.

-Abbiamo molto di cui parlare -, disse nonna intromettendosi. -Neville è appena tornato a casa da Hogwarts, abbiamo più di due mesi da passare assieme. Vado a firmare i documenti per farvi dimettere, torniamo a casa oggi stesso -, aggiunse uscendo dalla camera a passo di marcia.

-Mia madre non è cambiata di una virgola in questi anni -, disse papà ridacchiando. -E’ sempre la solita forza della natura -.

Risi, annuendo alle sue parole.

-Mentre aspettiamo che torna la nonna dicci qualcosa di te, tesoro -, disse mia madre guardandomi con amore.

Mi sedetti tra di fronte a loro, sul letto di papà, -Frequento Hogwarts, sono dei Gryffindor come lo eravate voi, purtroppo papà sono negato per il Quidditch -, confessò, sperando di non deluderlo.

-Non è un problema, campione -, dice mio padre sorridendomi.

-Come vai a scuola? I tuoi voti? -, domanda mamma.

-Me la cavo in gran parte delle materie -, dissi. -Ho quasi tutte O, tranne in Incantesimi, Erbologia e Difesa Contro le Arti Oscure di cui frequento corsi di Secondo Livello e ho tutte E -.

-Sei un piccolo genio! -, esclamò papà, sorpreso. -Hai preso l’intelligenza sicuramente da me -.

Mamma si voltò verso di lui, guardandolo storto, -Devo ricordarti, forse, che ti davo ripetizioni di gran parte delle materie di studio? -.

-Era solo una scusa per poter passare del tempo con te, amore -, disse papà sorridendole.

-Ceeerto! -, disse mamma accondiscendente.

Papà sbuffò, -E con le ragazze? Hai la fidanzata? -.

-Frank! È solo un bambino! -, esclamò mamma.

-Ha quasi quattordici anni -, replicò papà.

Li osservai con un sorriso sul volto. Era bello vederli bisticciare in quel modo.

-C’è una ragazza in effetti -, dissi attirando la loro attenzione su di me. -Si chiama Luna Lovegood -, sorrisi al pensiero della mia piccola fatina. -È l’ultima strega appartenente alla religione druidica assieme a suo padre. Per questo può sembrare un po’ strana a primo impatto lei possiede la Seconda Vista, come tutti i druidi, oltre ad essere una Veggente inesperta -.

-Ti piace proprio, vero? -, domandò mamma sorridendomi dolcemente.

-Darei la mia vita per lei -, dissi guardandola. Ed era vero, avrei dato la mia vita per Luna.

Non ci eravamo mai baciati da quando ci conoscevamo. Stavamo assieme, ma la nostra era una relazione platonica almeno per ora e a noi andava benissimo così.

Non eravamo come Draco e Harry, sempre così passionali, o come Hermione e George, che con un semplice gesto esprimevano tutto il loro amore. A me e a Luna bastava uno sguardo per comprenderci, per dirci tutto quello che dovevamo dirci senza parlare.

-Tutto fatto! -, esclamò nonna entrando. -Possiamo andare a casa -.

 

 

POV Rita

 

Adoro Harry Potter, quel ragazzo è una miniera d'oro per trovare scandali.

Rileggo attentamente l’ultima lettera inviatami da lui:

 

"Cara Rita,

Albus Dumbledore nasconde più segreti di quanto la gente pensa, potresti persino scriverci un libro, più di 100 anni di inganni segreti e menzogne di un uomo. Potrebbe essere un bel titolo per un libro, non credi?

A cominciare dalla morte della sorella Ariana, non era una Magonò come molti credono, era un obscuros.

È stata aggredita da Babbani quando era piccola, gli stessi Babbani uccisi dal padre di Albus, il purosangue Percival Dumbledore, che fu arrestato lasciando i tre figli con la madre nata Babbana, Kendra.

La morte di Ariana è avvenuta in uno scontro tra Albus, Gellert Grindelwald e Aberforth Dumbledore.

Il rapporto fra Albus Dumbledore e Gellert Grindelwald è molto complesso si sono conosciuti da giovani, erano amici, e sono diventati amanti, hanno creato insieme il concetto di "bene superiore", stava per partire con lui prima della morte della sorella, questa storia ti può essere confermata da Bathilda Bagshot, la prozia di Grindelwald, famosa scrittrice di testi di storia della magia, vive a Gordic's Hollow, è una strega di quasi 200 anni tutta sola, parlerà volentieri con te poiché nessuno ha più voglia di parlare con lei.

Sii gentile con lei, mi raccomando, portale dei pasticcini ripieni di crema pasticcera, sono i suoi preferiti…

Ha fatto cose anche in epoca più recente tipo questo contratto di matrimonio illegale tra me e Ginny Weasley.

Sono certo che riuscirai a trovare molte altre cose, forse ci vorranno anni ma sono certo che troverai tutto.

Con affetto

H. J. Potter"

 

Sorrido, non devo nemmeno trasformarmi in scarabeo per trovare grandi scandali grazie a lui, durante il periodo natalizio mi aveva dato uno scandalo su Lockhart ed adesso su Dumbledore, certo aveva ragione, avrei impiegato anni a trovare tutti i suoi segreti ma mi aveva già indicato dove cercare.

Ero sicura che non avrebbe smesso di darmi dritte riguardo i piccoli e sporchi segreti degli illustri maghi che vivevano nella nostra comunità. Non vedevo l’ora di conoscerlo di persona grazie alla mia posizione come corrispondente del giornale durante il Torneo Tremaghi che si terrà quest’anno.

Sono sicura che sarà un incontro piuttosto interessante, ma per ora mi dovrò limitare a seguire il suo consiglio e andare a comprare i pasticcini per la signora Bagshot a cui farò visita nel pomeriggio.

 

Pov Harry

 

Le vacanze sono iniziate solo da tre settimane.

Avevo il diadema, il diario, il medaglione, la coppa e ovviamente me stesso, cinque dei sei Horcrux attualmente esistenti di Voldemort, Nagini sarebbe diventata un Horcrux dopo la sua resurrezione… devo riuscire a prendere l'anello, la pietra della resurrezione. Avevo aspettato sin troppo, dovevo recuperare ciò che era mio di diritto

Sirius però adesso è eccitato come un bambino davanti ad una ciotola di caramelle, oggi per la prima volta rivedrà Remus da quando hanno iniziato a scriversi. Io, Dora e Andromeda saremo con lui, ancora non mi fido a lasciare uscire da solo Sirius.

Seguiamo Sirius nel camino per ritrovarci al Paiolo Magico. Padfoot si guarda intorno cercando Remus, appena lo trova inizia a corrergli incontro dicendo, -Moony!!! Che bello vederti, mi sei mancato! -, lo raggiunge in poco tempo e scoppia a piangere, sorrido, finalmente si sono riuniti.

Sediamo tutti insieme ad un tavolino del locale. Ordiniamo Burrobirra e qualcosa da stuzzicare mentre parliamo.

Li ascoltai raccontare dei loro anni a scuola. Di tutti gli scherzi fatti ai danni degli Slytherin, delle mille fughe dal castello nel cuore per correre nella Foresta Proibita.

Parlano di come si sono conosciuti per la prima volta sul treno e poi ritrovati nella stessa camerata.

Dei mille tentativi di papà di convincere mamma ad uscire con lui, senza mai riuscire a guadagnare uno straccio di appuntamento almeno sino al loro settimo anno a scuola.

Rido ad alcuni episodi che mi raccontano, come quando durante al quinto anno mentre imparavano a trasformarsi in animaghi e Sirius rimase con le orecchie di cane per un mese senza riuscirle a farle sparire.

Era costretto a girare con un cappellino sul capo e a disilludere le orecchie durante le lezioni per non farsi beccare dai professori.

Non avevo mai riso così tanto.

Purtroppo poi si passò ad argomenti ben più tristi e più difficili da affrontare.

-Mi spiace Moony -, stava dicendo Sirius guardando l’amico. -Avrei dovuto fidarmi di te, forse ora James e Lily sarebbero vivi -.

-Non scusarti, Paddy -, disse Remus sorridendo tristemente. -Nemmeno io mi fidavo di te a quel tempo. Penso che fosse normale eravamo nel pieno di una guerra e nessuno si fidava di nessuno -.

 

Pov Lucius

 

Sto prendendo la Metropolvere per casa.

Mentre mi trovavo al Ministero ho sentito un acuto dolore al braccio sinistro. Ho dovuto interrompere un colloquio con Fudge inventando una scusa abbastanza credibile in modo da potermi allontanare. Mi sono rinchiuso in un bagno e sollevando la manica del braccio sinistro ho potuto vedere con i miei occhi che il Marchio Nero iniziava a riprendere colore e ciò voleva dire che il Signore Oscuro stava tornando!

Ricompaio tra le fiamme verdi del camino del mio studio, getto il mantello sulla sedia e esco dalla stanza alla ricerca di mia moglie, iniziò dal salotto.

Mi fermo Draco è nella stanza, non mi hanno notato stanno parlando.

-Mamma è stato solo uno scherzo niente di che, zio Sirius mi ha insegnato cose molto peggiori-, stava dicendo Draco, seduto sulla poltrona con un sorrisetto sul volto.

Narcissa sorride, -Non ne avevo dubbi -.

-Mamma ora vado a prepararmi, Harry mi aspetta fra mezz'ora -, dice alzandosi in piedi.

-Certo tesoro vai pure -, gli dice Narcissa lasciandola andare e sorridendo dolcemente.

Draco corre verso camera sua ed il mondo sembra cadermi addosso. Mio figlio ama Harry Potter, non sono cieco mi sono accorto dei loro sentimenti, Harry il nemico del mio padrone.

Merlino! Se il mio signore scoprisse di questo legame proverebbe sicuramente a usarlo per mettere le mani su Potter e se lo permettessi Draco mi odierebbe.

Entro nel salotto, Narcissa si gira e mi nota, mi sorride, -Oh Lucius, caro, penso che Sirius stia influenzando in modo negativo nostro figlio, ma non l’ho mai visto così felice, pensa che… -.

Non le do tempo di finire ciò che mi stava dicendo, -Narcissa dobbiamo parlare -, e comprende dal mio tono che è una cosa molto importante.

-Ti ascolto -, disse Narcissa guardandomi con i suoi chiari occhi.

Le mostro il braccio sinistro e Narcissa sgrana gli occhi, portandosi le mani alla bocca, -Lucius…-.

-Dobbiamo mandare via Draco, Cissy -, dico serio come non sono mai stata prima d’ora. -Non è al sicuro qui con noi soprattutto visto il sentimento che lo lega a Harry Potter. Dobbiamo proteggerlo -.

Narcissa abbassa lo sguardo, mentre le prime lacrime scivolano lungo il suo volto, -Lo mandiamo da Andromeda? Lei potrebbe prendersi cura di lui al meglio… -.

-No, bisogna mandarlo da Sirius -, dissi guardandola seriamente.

-Ma con loro sarebbe in pericolo costante -, dice Narcissa guardandomi allarmata.

-Potter non permetterebbe mai a nessuno di fargli del male. Ho la sensazione che sarebbe in grado di ammazzare chiunque possa provare a torcergli un capello -.

-Quindi quando lo manderemo da Sirius? -, domanda mia moglie.

-Abbiamo ancora tempo -, dico guardando il mio Marchio. -Aspetteremo sino all’ultimo prima di mandarlo da Sirius -.

Narcissa annuisce concorde con me.

 

POV Sirius

 

Finalmente io e Remus siamo nuovo insieme, gli ultimi due malandrini, i gemelli Weasley ci adorano ogni volta che ci vedano, a quanto pare hanno trovato loro la nostra mappa, anche se la condividono con Harry.

Remus viene sempre qua a farmi compagnia a villa Black… sembra passare molto tempo anche con mia nipote Ninfadora, conosco quello sguardo, il mio amico è cotto a puntino gli serve solo una spinta.

Harry oggi è restato a casa con me e Remus, il mio amico se ne è andato da nemmeno mezz'ora ed io e Harry siamo seduti insieme in salotto, lui a fare i compiti io a guardarlo.

Un rumore dal camino ci giriamo di scatto entrambi.

Un ragazzo coperto di sangue è appena caduto a terra.

Corriamo entrambi da lui.

-Theo, santo Merlino Sirius fa qualcosa!!!- questo è un suo amico Theodore Nott, è svenuto, è senza maglietta posso vedere molti lividi e tagli su di lui, trema e gli occhi cerchiati di rosso vogliono dire che è stato sotto cruciatus, non sono un medimago ma anni di guerra come Auror e nell'ordine della fenice mi hanno insegnato come sopravvive, lo ripulisco e comincio a guarirlo Harry mi aiuta, quando vedo una cosa che mi pietrifica sul suo addome ha inciso "traditore di sangue"… una volta guarito lo portiamo in una stanza e aspettiamo che si svegli.

 

POV Theo

 

Mi sveglio in un letto, non sono più da mio padre!!!

Sono scappato!!! Sono vivo!!!

Mi giro, Harry ed il suo padrino sono qui. Sono riuscito a raggiungerli, Harry aveva dato a noi Cavalieri il suo indirizzo in modo che se ci fossero problemi potevamo contattarlo

Harry mi sta tenendo la mano - Hey Theo come ti senti? -, chiede il mio amico in tono gentile.

-Bene Harry, ora sto bene -, la mia voce è roca a causa delle torture che ho subito dal mio stesso padre.

Lui mi guarda triste ma sorride, il suo padrino mi si avvicina, -Theodore, so che può essere difficile parlarne, ma cosa è successo? -, domanda scrutandomi.

Sospiro, -Sono stato rinnegato, ora non sono più un Nott -, dico non che la cosa mi dispiaccia a dire il vero era da tempo che i miei ideali non coincidevano con quelli della mia famiglia. -Mio padre non ha più bisogno di me, la sua nuova moglie è incinta ed io ho idee diverse dalle sue, è convinto che il signore oscuro prima o poi tornerà ed io non voglio essere un suo schiavo, sono amico di Harry e di alcuni nati Babbani, sono una vergogna per il nome Nott -.

Sirius mi guarda con comprensione e Harry mi abbraccia sussurrandomi che da ora in poi andrà tutto bene.

Essendo io un mago di quattordici anni ho potuto avvalermi di alcune antiche leggi per farmi dichiarare dal Ministero come mago adulto così facendo sono potuto andare a vivere con Sirius e Harry.

Grazie a Harry e alle sue infinite conoscenze ormai sono anche riuscito anche a tornare in possesso dell’eredità di mia madre nonostante io sia stato diseredato da mio padre.

La mia nuova casa è fantastica. Sebbene sia più piccola e non assomigli minimamente a Nott Manor ha tutto ciò che ho sempre desiderato avere.

Sirius non lo vedrei come un genitore, ma di più come un fratello maggiore con cui fare scherzi e giocare.

Harry era quello maturo in casa. Sgrida Sirius quando esagerava con i dolci e lo cacciava a letto quando iniziava a urlare nel cuore della notte davanti alla televisione.

Giocare a Quidditch con Sirius, Harry e il professor Lupin era molto divertente, ma ciò che mi piaceva di più di questa nuova vita era studiare con Harry.

Quando eravamo a scuola o alla sede dei Cavalieri Harry doveva dividere il suo tempo con tutti i membri, mentre a casa Harry poteva dedicarsi completamente a me e aiutarmi con i compiti quando non riuscivo da solo e insegnarmi nuove incantesimi.

Inoltre stando a stretto contatto con Harry potevo essere un po’ come Neville e Graham.

Spesso Harry mi chiedeva un parere sulle lezioni seguenti con i Cavalieri, altre volte sedevano nel solarium e discutevamo di tutto.

Harry si teneva informato su ogni cosa nel mondo. Era abbonato ai quotidiani di molti paesi.

Era un autodidatta nelle lingue straniere ed era dannatamente bravo. Oltre ciò era in contatto con molte persone nel mondo non solo con i suoi amici di penna con cui aveva iniziato una corrispondenza dal primo anno.

Presto Harry sarebbe partito per le Terre del Nord con l’Empatica italiana, Noemi, per poter finalmente incontrare Valian nella speranza di stringere un’alleanza con i Lycan.

Sarebbe tornato giusto in tempo per la Finale di Coppa di Quidditch che si sarebbe tenuta lì in Inghilterra.

 

Pov Remus

 

Harry era partito per l’Italia solo da pochi giorni e speravo con tutto me stesso che tornasse il prima possibile.

Gli avevo promesso che mi sarei preso cura di Sirius, impedendogli di non fare disastri soprattutto ora che era stato accettato nei Reparti Speciali Auror, mi ero quindi trasferito a casa loro. Purtroppo avevo dimenticato com’era vivere 24 ore su 24 con Sirius.

Ero il bersaglio dei suoi stupidi scherzi continuamente, delle sue prese in giro e naturalmente faceva sparire le mie cose riponendole poi in qualche strano e, spesso, disgustoso luogo.

Fortunatamente avevo con me Theodore. Quel giovane mago aveva affrontato molte cose nella sua giovane vita.

Era stato cresciuto in una famiglia purosangue tradizionalista ed estremamente razzista, veniva punito anche in modo serio se sbagliava, ma era riuscito a trovare la sua strada.

E Harry gli aveva dato sicuramente una mano. Gli aveva dato il coraggio per andarsene da casa sua e per rendersi indipendente e libero dal giogo del padre una volta per tutte.

-Allora Moony… -, disse Sirius strappandomi dai miei pensieri. Non mi ero nemmeno accorto che si era seduto sulla poltrona.

-Dimmi Pad -.

-Ammetti di provare qualcosa per mia cugina -, disse Sirius.

-Cosa? Tu sei pazzo -, dico lanciandogli un’occhiataccia. Ma come gli è venuta in mente un’idea del genere?

 

Pov Fred

 

-Mi annoio! -, esclamò George.

Spostò lo sguardo dal libro che sto leggendo sulla sua figura sdraiata sul letto.

Da quando Hermione era partita per la Francia George era diventato davvero insopportabile.

Niente riusciva a distrarlo, nemmeno alcuni libri che Harry aveva mandato ad entrambi prima di partire per le Terre del Nord.

Fortunatamente Hermione sarebbe tornata per la finale di Quidditch dove si sarebbero dovuto incontrare assieme agli altri Cavalieri, Harry aveva procurato per tutti loro dei buoni biglietti. Certo non era la tributa d’onore dove avrebbero assistito alla partita i loro familiari grazie ad alcune conoscenze da parte del padre al Ministero.

-Leggi il libro sulle Pozioni che ti ha mandato Harry -, dico, girando pagina e continuando a leggere il libro di Rune Nordiche che Harry aveva aggiunto ai libri di Pozione spediti.

Il paragrafo che stavo leggendo era piuttosto interessante. Lo segnai sulla pergamena che avevo li affianco, ci sarei tornato dopo per approfondire ero intenzionato ad usare queste Rune per alcuni nuovi articoli per il nostro negozio di scherzi ma per farlo dovevo studiarle con attenzione per non fare casini.

Alcune Rune assomigliavano molto alle Rune Celtiche, ma il significato è completamente differente. Dovevo fare molta attenzione o avrei fatto un gran casino con le Rune, se ben ricordavo Harry aveva parlato anche di alcuni modi per legare più tipi di Runa assieme li aveva chiamati “Legami”. Né stava parlando con Cho e con Padma, avrei dovuto farmeli spiegare per poter continuare i miei studi se le mie supposizioni erano esatte avrei potuto creare dei potenti manufatti di protezione per ognuno di noi, legati fra loro così se qualcuno di loro era in pericolo il più vicino degli altri Cavalieri sarebbe potuto correre in suo aiuto ed avvertire gli altri contemporaneamente.

Avrei dovuto parlarne con Harry, avrebbe saputo aiutarmi in questo progetto e…

-La cena è pronta! -.

Emetto un sospiro, avrei dovuto continuare dopo.

Mi alzo dalla scrivania e faccio un cenno al mio gemello, insieme lasciamo la tranquillità della nostra camera per scendere in cucina dove si era riunita la famiglia per la cena, stranamente anche papà era già a casa.

Occupo il mio solito posto attorno alla tavola, mentre George si siede accanto a me alla mia sinistra, prendiamo a servirci di un po’ di tutto ignorando completamente i discorsi che ci circondavano almeno sino a quando non saltò fuori il nome di Harry e ciò fece rizzare le orecchie sia a me che a George.

-Potter ti ha risposto, Ron? -, domandò nostra madre guardando nostro fratello minore.

-Si -, rispose Ron con la bocca piena. -Dice che può venire da noi quest’anno. Si trova in Italia da alcuni amici tornerà per la finale di Quidditch -.

-Si unirà a voi in tribuna? -, chiese ancora mamma.

-No -, sbottò Ginny irritata, sbattendo la forchetta sul tavolo. -Ha detto che starà con i suoi padrini giù nelle gradinate -.

Era la prima volta da quando conoscevano Harry che non passava l’estate lì da loro. E devo ammettere che era piuttosto noioso stare lì con come unica compagnia la famiglia.

-Mamma…papà… -, Charlie attirò l’attenzione su di sé. -Io…devo confessarvi una cosa -.

-Dicci tutto tesoro -, disse Molly sorridendogli.

Charlie si mosse nervoso, -Ho un compagno da qualche mese e…e vogliamo andare a vivere assieme e… -.

-Hai una fidanzata? Ma è meraviglioso, tesoro, come si chiama? -, domandò mamma sorridendo.

Charlie si agitò, -Si chiama Thomas Besson -.

La faccia di nostra madre si trasfigurò completamente. Il suo sorriso dolce scomparì velocemente.

-Un uomo? Te la fai con un uomo? -, domandò Ron guardandolo con disgusto.

-Sei un finocchio! -, esclamò mamma, orripilata. -Com’è possibile? Io ti ho cresciuto in modo retto. Perché mi fai questo? -.

-Mamma non è una questione di come mi hai cresciuto -, disse Charlie, sempre più nervoso. -Sono nato così. Mi piacciono gli uomini non c’è niente di male -.

-Fuori! -, sbottò mamma bloccandolo.

-Cosa? -.

-Vattene da casa mia. Ora! -, urlò alzandosi e sbattendo le mani sul tavolo furiosa. -Tu non sei mio figlio. Io non ho cresciuto un figlio finocchio -.

-Mamma ma cosa dici? -, disse Bill guardando la donna come se fosse impazzita.

-Taci! -, urlò mamma, prima di voltarsi verso Charlie. -Prendi la tua roba e vattene da casa mia -.

Guardai mio fratello, sembrava sul punto di piangere, ma non fece nulla del genere. Si alzò da tavola in silenzio e si diresse verso la sua camera pronto a fare le valigie e ad andarsene.

-Mamma ora che Charlie se né andato posso avere la sua camera? -, domandò Ginny. -Sono stanca di dormire con Ron. Voglio la mia privacy… -.

Guardai disgustato la mia famiglia prima di alzarmi e seguire Charlie al piano di sopra assieme a George.

-Dove andrai, Charlie? -, chiese George guardando il fratello impacchettare le sue cose nel vecchio baule di scuola a colpi di bacchetta.

-Non lo so ancora -, disse Charlie. -Thomas è dai suoi genitori in America. E non posso tornare alla riserva di draghi ho un lavoro qui in Inghilterra che mi terrà occupato tutto l’anno e… -.

-Vai in questo luogo -, dissi porgendogli una Passaporta illegale creata al momento. -Sarai al sicuro e nessuno ti giudicherà -.

Charlie guardò il libro che gli porgevo prima di guardare me e George.

-Verremo a trovarti tra un paio di giorni -, disse George dandogli una pacca sulla schiena.

Charlie sorrise ad entrambi prima di prendere il suo baule e il libro scomparendo.

-Avremmo dovuto dire a Charlie che lo stavamo spedendo alla Sede dei Cavalieri? In un covo di serpi praticamente? -.

-Se la caverà -, disse George ridendo.

 

Pov’s Charlie

 

-Ma non c’è nessuno ad accoglierci? -, domandò Tonks guardandosi attorno e sistemandosi la tracolla dopo il brusco viaggio con la Passaporta.

Eravamo appena arrivati da Londra dove avevamo prenotato una Passaporta che ci avrebbe condotto nel luogo in cui si teneva la finale di Quidditch, ma non vi era nessuno ad accoglierci come invece avrebbe dovuto esserci.

-Era quella delle sette meno cinque da Londra -, disse una voce.

Davanti a loro c’era una coppia di maghi stanchi dall’aria scontrosa, uno dei quali reggeva un grosso orologio d’oro, l’altro un grosso rotolo di pergamena e una penna d’aquila. Erano entrambi camuffati da Babbani, anche se maldestramente.

-Nomi? -, chiese uno dei due.

-Potter -, disse Tonks.

-Non credo che nessuno di voi sia Harry Potter -, disse guardandoli malamente.

-Siamo ospiti del signor Potter -, disse Tonks. -Dovrebbe aver prenotato… -.

-Si il signor Potter ha prenotato una grossa parte del campeggio -, disse l’uomo. -Ha lasciato segnato tutti i nomi dei suoi ospiti, quindi… -.

-Tonks, Weasley -, disse la mia amica.

-Si, eccovi qui -, disse spuntando i nostri nomi. -Il direttore si chiama Roberts -.

Ci avviamo per la brughiera deserta, senza riuscire a vedere granché attraverso la nebbiolina. Dopo circa venti minuti, cominciarono a intravedere una piccola casa di pietra vicino a un cancello. Al di là, distinguevo a stento le sagome spettrali di centinaia e centinaia di tende, erette sul fianco di un grande campo che saliva dolcemente verso un fitto bosco all’orizzonte.

Sulla soglia c’era un uomo che guardava l’accampamento. Lì sentì arrivare e si voltò a guardarli.

-Buongiorno! -, disse Tonks.

-Buongiorno -, disse il Babbano.

-Lei è il signor Roberts? -.

-Si, sono io-, rispose il signor Roberts. -E voi chi siete? -.

-Potter…abbiamo prenotato un mese fa circa -, disse Tonks.

-Voi siete gli ultimi ospiti -, disse. -Ecco una cartina del campeggio, qui è dove siete sistemati -.

-Grazie mille -, disse Tonks sorridendo.

Risalimmo il campo nebbioso tra lunghe file di tende. Molte avevano un’aria quasi normale; i loro proprietari avevano chiaramente cercato di renderle più babbanesche possibili, ma poi si erano traditi aggiungendo camini, batacchi, o banderuole.

Qua e là spuntavano tende così vistosamente magiche. A metà del campo sorgeva una stravagante costruzione di seta a righe simile a un palazzo in miniatura, con parecchi pavoni vivi legati all’ingresso. Un po’ più in là passarono davanti a una tenda con tre piani e parecchie torrette; e ancora oltre c’era una tenda con giardino, completo di vasca per gli uccellini, meridiana e fontana.

-Tonks! -.

Hermione uscita dalla tenda ci venne incontro, dietro di lei comparve la ormai sempre figura di mio fratello, George.

Era stato un bel colpo per me venire a conoscenza della loro relazione. Stavano assieme da poco, ma nessuno oltre il loro gruppo lo sapeva se la cosa fosse giunta alle orecchie di nostra madre probabilmente avrebbe fatto di tutto per farli lasciare perché Hermione era una nata babbana e non era degna di George, secondo la sua mente malata.

-Ciao Charlie -, mi salutò sorridendomi.

-Ciao -, ricambio e do una pacca al mio fratellino.

-Gli altri? -, domanda Tonks.

-Sono dentro alcuni -, disse Hermione. -Gli altri sono nelle tende delle loro famiglie -, aggiunse indicando le varie tende che si ergevano attorno ad una molto grande.

-Voi state con noi nella tenda principale -, disse George facendoci cenno di seguirli.

Quando entrai venni colpito da un chiasso assurdo. Sirius, il padrino di Harry, se né in piedi su tavolo e imbracciava una chitarra elettrica Babbana. In qualche modo aveva amplificato il suo suono, probabilmente con la magia, poiché dubitavo fortemente che sapesse cosa fosse un amplificatore della chitarra.

Improvvisamente il silenzio tornò sovrano nella stanza e Sirius offeso si guardò attorno.

-Harry non fare l’antipatico -, disse. -Io e Theo stavamo suonando -.

-No facevate un fracasso assurdo. Noi stiamo cercando di studiare qui -.

-Tu non sei il mio figlioccio! -, urlò Sirius. -Ti hanno scambiato nella culla -.

-Ed è un solo caso che sia la copia di James, vero? -, domandò Remus, l’altro padrino di Harry.

-Un incantesimo di trasfigurazione umana permanente -, disse scrollando le spalle.

-Smettila di dire idiozie! -, sbottò Harry comparendo in fine nel grande salotto. -Ah, Dora, sei arrivata finalmente -, disse notando la mia amica in quel momento.

-Sirius -, disse Tonks salutando il cugino, -Remus. Vi ricordate di Charlie, il fratello maggiore di Fred e George -.

-Ah, sì! Sei il nuovo cucciolo di Harry, eh? -.

Harry roteò gli occhi, -Venite magari potete aiutarci con i compiti -, disse prima di sparire nell’altra stanza.

Mi chiedevo come Sirius e Remus non si accorgessero delle stranezze di Harry. Quel ragazzino non aveva sicuramente bisogno del nostro aiuto con i compiti, aveva un QI spaventoso affianco a lui mi sentivo stupido a volte, ma anche dannatamente stimolato.

In seguito al mio trasferimento alla base dei Cavalieri e al mio primo incontro con Harry dove mi aveva spiegato di Voldemort, del fatto che era ancora vivo sebbene in forma di spirito e che i Cavalieri erano nati in principio come gruppo di studio per poter esplorare branche della magia che al resto della comunità apparivano oscure o bandite, poi si erano trasformati in quello che doveva essere uno schieramento d’opposizione al Signore Oscuro sebbene fossero solo degli studenti.

Si preparavano ad una guerra che sarebbe sicuramente scoppiata se il Signore Oscuro fosse tornato.

Durante quel pomeriggio passato con lui era riuscito a convincermi che il Signore Oscuro sarebbe tornato in un futuro non troppo lontano e che loro dovevano essere pronti per quando fosse accaduto.

Quando era uscito dal suo studio aveva trovato i gemelli ad aspettarlo, sorridendogli comprensivi. L’avevano portato nella sua camera e avevano parlato, confrontandosi.

Harry faceva quell’effetto a tutti, avevano detto, sorridendo. Col tempo ci avrei fatto l’abitudine.

Il giorno dopo Tonks era arrivata come un ciclone felice che anche io mi fossi unito ai Cavalieri e scusandosi per non avermi più contattato da quando avevo lasciato la scuola. Mi aveva poi trascinato fuori dal maniero nell’enorme parco sino ad un angolo dove erano stati sistemati degli enormi recinti dove erano stati sistemati dei Draghi.

Tonks mi aveva detto che Harry li aveva salvati durante alcuni suoi viaggi. Erano stati catturati dai bracconieri per essere uccisi, fatti a pezzi e poi venduti ai migliori offerenti.

Alcuni draghi erano piuttosto vecchi, altri erano stati feriti in maniera seria e avevano seri problemi a fidarsi dei maghi ora, altri erano solamente dei cuccioli spaventati.

Tonks mi aveva detto che Harry cercava qualcuno che potesse prendersene cura e io ero capitato giusto in tempo.

Nei giorni seguenti avevo scoperto che i Draghi non erano le uniche creature presenti nella tenuta. C’erano una famiglia di unicorni, due ippogrifi e un’intera colonia di fate, ma ciò che mi aveva davvero sconvolto era il Basilisco.

Un Basilisco di oltre mille anni che Malfoy Jr trattava come un cucciolo.

Seguimmo Harry nell’altra stanza dove trovammo Fred intento a giocare a carte con Graham.

Neville e Luna erano in un angolo e parlavano fitto fitto, isolati dal resto del mondo. Evelyn e Cho stavano consultando delle pergamene e infine vi erano Draco intento a chiacchierare animatamente con nientemeno che Viktor Krum.

 

Pov’s Harry

 

L’estate appena conclusasi era stata molto proficua.

Il viaggio nelle Terre del Nord era stato molto proficuo e molto rivelatore.

Avevo scoperto molte cose sui Lycan, sulla loro storia e sulle loro usanza. Valian era un capo giusto e saggio.

Sapeva come farsi ascolta e sapeva farsi rispettare dai suoi uomini sebbene fosse molto giovane. Aveva appena trent’anni poco più che maggiorenne per le leggi dei Lycan, ma era già a capo di un vasto popolo.

Seguire Valian per due settimane mi aveva fatto capire molte cose. La cosa che però mi era saltata di più all’occhio era l’evidente interesse che aveva per Emi. Avevo sospettato sin dall’inizio che tra quei due c’era stato qualcosa in passato e ne avevo avuto la conferma due giorni prima del mio rientro.

Valian la osservava spesso da lontano mentre intratteneva i piccoli Lycan e conoscevo quello sguardo era lo stesso che io avevo quando guardavo Draco. Valian mi aveva confessato che si erano incontrati quando Emi aveva appena finito la scuola aveva accompagnato il padre in un viaggio d’affari ed era rimasto folgorato da lei.

Erano stati assieme poco meno di tre mesi, ma le cose si erano complicate quando gli Anziani erano venuti a sapere di loro. Avevano convocato Valian e gli avevano detto che non avrebbe potuto prendere il posto di Capobranco che gli spettava se avesse continuavo la sua relazione con Emi, andava contro le leggi la loro relazione.

Valian aveva quindi rinunciato all’amore della sua vita per il bene del suo popolo.

Quando ci eravamo salutati mi aveva fatto promettere di non fare il suo stesso errore.

Quando era poi tornato in Inghilterra aveva trovato Charlie alla Sede dei Cavalieri.

Era stato un buon acquisto per noi, si occupava delle Creature che tenevo nella sede dei Cavalieri e occupava stabilmente uno degli appartamenti che avrebbe occupato sino al ritorno del suo ragazzo, Thomas, per poi trasferirsi in un appartamento a Diagon Alley pronto solo a metà settembre.

Avevo diversi progetti per Charlie. Gli avevo esposto le mie idee riguardo alla creazione di riserve protette per le Creature Magiche e lui era stato entusiasta a tal punto da iniziare a informarsi per sapere quali permessi ci sarebbero serviti per fare ciò che avevo in mente e se erano davvero necessari, infondo avrei usato lo stesso principio con cui venivano create le capitali magiche.

Oltre a ciò avevo deciso che con l’anno nuovo avrei insegnato le imperdonabili ai Cavalieri era necessario farlo soprattutto dopo quanto accaduto dopo la finale di Quidditch.

Esattamente come era accaduto nella mia linea temporale i Death Eaters avevano attaccato, ma stranamente con loro non vi era Lucius, anzi era entrato nella nostra tenda trascinandosi dietro Draco e Narcissa.

Aveva scambiato poche parole con Sirius e alla fine sia lui che Narcissa avevano lasciato la stanza prima di abbracciare stretto Draco.

Grazie alle barriere che avevo eretto attorno alle nostre tende nessun Death Eaters si era avvicinato a noi, avevo dovuto però lanciare due incantesimi del sonno a Sirius e Remus quando si erano resi conto che qualcosa stava accadendo.

Quando le cose si erano tranquillizzate avevo creato delle Passaporte per tutti, spacciandole per i genitori dei miei amici come Passaporte d’Emergenza rispendendo tutti alle loro case, annullando qualsiasi incontro con i Cavalieri alla sede per il resto del tempo che mancava alla fine delle vacanze.

Quel tempo lo avevo usato per pianificare le prossime lezioni con l’aiuto di Theo, che si era dimostrato concorde con me sul fatto di insegnare le imperdonabili agli altri ragazzi.

   
 
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