Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |       
Autore: esmoi_pride    17/07/2017    2 recensioni
Quattro capitoli, quattro coppie, quattro stagioni, quattro vacanze. Un filo conduttore, l’unico nome che viene pronunciato: Dani o Daniele, protagonista dei dolci pensieri dei suoi amanti e dei suoi stessi pensieri. Il suo viaggio parte da ragazzo e lo vede percorrere passo dopo passo la strada che lo renderà un giorno un uomo maturo, costellata delle esperienze vissute con le persone che ha amato. E alla fine una domanda: se tutto finisce, ne sarà valsa la pena? ( Storia partecipante al contest "1st National Teen Slash Awards" indetto da "Surlaplanche". )
Genere: Comico, Erotico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi, Slash
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A




1 - Sex on the beach
 




 
È così che vivrei tutti i miei giorni se potessi: disteso su un lettino a farmi abbrustolire la pelle da quaranta gradi centigradi sparati direttamente sulla pelle – con una protezione solare che mi permette di non diventare cenere dopo un’ora, però – a sinistra il mio ragazzo e a destra, protetto opportunamente dall’ombrellone, il mio cocktail preferito: un bel Sex on the beach.
Avevamo aspettato per mesi quel momento. Io tra un turno e l’altro del mio lavoro da cameriere e Dani, ancora peggio, mentre preparava la tesina del diploma.
 
Sento la mano penzolante dal lettino venire furtivamente assaltata dalle dita del mio ragazzo, che si intrecciano alle mie in un silenzio fatto di bambini urlanti, garriti di gabbiani e del tonfo del gonfio pallone da pallavolo sulle mani intrecciate di quei bastardi che giocano poco lontano da noi e che, diavolo, se mi colpiscono glielo buco quel pallone.
Stringo la mano nella sua e inspiro dalle narici una buona dose di aria salmastra che mi gonfia il petto, già dorato di un discreto color biscotto. Uhm, cosa potrei volere di più dalla vita? Ah, so cosa: allungo la mano destra al tavolino adombrato – la sento alleviata dai raggi del sole e allora so di aver raggiunto l’ombra – e prendo il cocktail. Lo avvicino alle labbra e lo sorseggio. Gli occhiali da sole inforcati non rivelano al resto del mondo l’espressione compiaciuta e probabilmente stupida che assumo mentre mi godo questi momenti.
Il suono della voce di Dani mi solletica le orecchie insieme al venticello piacevole.
“Quattro lettere, ‘quella di Verdi’.”
Finisco di ciucciare cocktail dalla cannuccia per liberare le labbra e leccarmele. Gli rispondo:
“‘Sorella un po’ troia.’”
“Dai!” Dani esclama, agita la sua mano nella mia facendole ciondolare tra i due lettini.
“Ma che cazzo ne so.” Replico io, scrollando le spalle. “Sei tu che hai fatto il liceo classico, mica io.”
“Eh, vabbè.” Sospira Dani.
Tonfo di pallone. Una signora urla a un certo Roberto di non allontanarsi troppo. Roberto risponde – sempre urlando ovviamente – che vuole avvicinarsi ai ragazzi che giocano a pallone. Io spero che mi faccia da scudo umano.
“Alla fine quanto hai preso?” chiedo curioso. Dani sospira, ma più teso.
“Ottantadue.”
“Ah dai, non è male.” Cavolo, pensavo peggio.
“Non è abbastanza per alcune università.”
Io sbuffo e gli agito la mano nella mia, in uno sfanculamento implicito.
“Qualsiasi cosa farai andrà benissimo, Dani.”
So che sta sorridendo. Mentre la brezza allevia il mio viso dal sole, aggiungo:
“Non ci pensare ora. Goditi le vacanze.”
Ghigno in una smorfia compiaciuta e lui ride piano.
Tonfo di pallone pericolosamente vicino, uggiolio di Roberto, la mamma di Roberto gli urla che se l’è meritato e il mio sorriso si allarga di più nel sapere che il ragazzo scudo ha fatto il suo dovere.
“Ah!” Esclama Dani.
“‘Aida’!!!”
 
 
E ti pare che il ragazzo non vuole tornare in spiaggia la notte a vedere le stelle?
Ce l’ho portato, con due stuoie sistemate sulla sabbia e una coperta se fa freddo. Che poi, dato il sole che mi sono preso oggi, adesso mi sento una lanterna a pannelli solari, ma non è lo stesso per Dani. ‘No, non voglio abbronzarmi troppo! Fa male alla pelle!’ piccolo bastardo.
 
Ci stendiamo e non appena alziamo lo sguardo al cielo vediamo un manto di stelle, così vasto che i nostri occhi non riescono ad abbracciarlo appieno in un solo sguardo, che ci circonda e mi fa sentire piccolo piccolo. Zitti zitti ci avviciniamo l’uno all’altro. Intrecciamo le mani e restiamo a guardare.
“Secondo te ci sono già le stelle cadenti?” Chiede Dani. Io sollevo le spalle.
“Ma sì, cerchiamole.”
C’è il rumore del mare. Un rumore ritmico e tranquillo, lo sciabordio del bagnasciuga. Poi nient’altro a parte il profumo della sabbia bagnata e i raggi della luna e delle stelle.
Restiamo un po’ di tempo in silenzio a cercare le stelle cadenti e osservare lo spettacolo che abbiamo davanti, finché una scia bianca non mi trapassa il campo visivo, quasi per sbaglio. Prima cosa da processare: accorgermi che si tratta di una stella cadente. Seconda cosa: UN DESIDERIO UN DESIDERIO UN DESIDERIO! Cosa, cosa, cosa?!? Maledizione…
“L’ho vista.” Dico a Dani.
“Aaaahh…” fa lui, sorpreso ma un po’ dispiaciuto. Mi guarda. “E l’hai espresso il desiderio?”
Io lo guardo negli occhi. Eh…
“No.” Gli dico.
E lui mi stringe forte la mano, irrigidendosi.
“Presto, fallo!”
Io rido e lo guardo.
“Ma non voglio niente…”
Dani mi guarda interrogativo, lo vedo scrutare i miei occhi.
Continuo a voce più bassa.
“… adesso ho già tutto quello che voglio.”
Gli sorrido stringendogli la mano. Che cioè, forse il motivo per cui si fa questa cacata della stella cadente è per scoprire di essere felici perché non si hanno desideri da esprimere, no?
Dani mi guarda con una faccia da scemo ancora per qualche secondo, la bocca ancora dischiusa che se l’è dimenticata aperta. Hm, dev’essersi commosso. Cioè sembra quasi in tilt a guardarlo. Dani, riprenditi, Daniii…
 
“Oh.” Lo chiamo, spingendolo un poco con la spalla.
 
Lui mi cade in faccia. Sì, mi cade proprio in faccia. Con la sua. Sulla bocca, e poi inspirando una grossa quantità d’aria dalle narici inizia ad assalirmi le labbra. Io piego il capo e lo accolgo, lo cerco con le mani, lo stringo forte a me per sentire il suo corpo. Sia lodata la protezione solare che a quest’ora stavo urlando di dolore se mi ero scottato. Invece posso stringerlo e sentire il suo corpo addosso al mio, lo sento muoversi su di me, strofinarsi un poco. Ricambio, gioco con le sue labbra. Lo prendo per i fianchi e lo capovolgo per stenderlo sulla stuoia e limonarmelo di brutto. Gli metto una gamba tra le cosce e strofino sul cavallo dei pantaloni.
“Mh-” geme lui. Si sta eccitando. Continuo, lo faccio ansimare, e aspetto che arrivi a questo punto per prendergli la mano e ficcargliela nei miei pantaloni. Lui si ritira, come previsto. Ah, ma che palle Dani.
“Ma ci guardano!” Esclama. Io mi stacco un momento per guardarmi attorno.
“Ma non è vero, non c’è un cazzo di nessuno.” Gli riprendo la mano e gliela metto sui jeans, sopra la stoffa, per fargli sentire quanto mi ha eccitato il ragazzino. E cambia idea in tre, due, uno… dopo aver fatto una faccia indecisa mi stringe l’erezione da sopra la stoffa e inizia ad accarezzarmi. Io ghigno soddisfatto e faccio lo stesso con lui. Ci vuole poco perché lui inizi a desiderare di più. Ormai lo conosco come le mie tasche bucate. Mi slaccia i pantaloni e infila la mano nelle mutande per toccare la mia pelle nuda. Io sospiro entusiasta sulla sua bocca e la mordo, tirando piano il labbro inferiore. Premo l’erezione contro la sua mano e il suo corpo e-
“Levati ‘sti pantaloni…”
“A-Asp…”
Mi fa levare per togliersi i pantaloni e le mutande di una gamba. Gli piego le gambe all’indietro così mi porge il didietro e ci premo la punta dell’erezione. Con un po’ di saliva lo bagno lì e poi lo faccio anche con me, e dopo, scivolando sulla sua pelle, entro piano.
Adoro vedere la faccia che fa. Ha le sopracciglia contorte in un’espressione afflitta e compiaciuta di chi se la gode di brutto. Mi sa che me l'ha fatto diventare ancora più grosso. Quando è tutto dentro rimango lì e mi stendo su di lui per riempirlo di baci. Lui mi risponde con il respiro affannato. La mia prima spinta gli strappa dalle labbra un gemito lascivo. Inizio a muovermi dentro di lui e lui continua a gemere, piano, contro il mio orecchio.
“Nh… ah! Mh!” Le sue mani si aggrappano alle mie spalle e mi tengono contro il suo corpo. Io non mi fermo, mi sale una voglia assurda e man mano rendo il ritmo frenetico. So che gli piace così, infatti eccolo, si viene addosso in un rantolo, mi trema tutto tra le braccia, è adorabile. Contrae i muscoli così lo sento ancora più stretto. Non ho motivo di trattenermi, mi lascio andare, vengo affondando in lui e gemendo soddisfatto. Quando ho finito esco e ricado sulla stuoia, e mi prendo dei secondi per calmare il respiro.
Aaahhh.
 
È così che vivrei tutti i miei giorni se potessi: disteso su una stuoia, con il mio ragazzo, dopo essermi gustato un bel sex on the beach.
 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: esmoi_pride