Anime & Manga > Twin Princess
Segui la storia  |       
Autore: Dreamer In Love    18/07/2017    5 recensioni
Un trono esurpato da un crudele tiranno.
Una principessa dal cuore di ghiaccio a cui la vita a riservato solo dolore e falsità
Un ragazzo temerario che sogna la libertà, per se e per il suo popolo.
Ma ne vale davvero la pena di rischiare la propria vita?
La vendetta non porta mai a nulla di buono e Shade lo sa ma come potrà perdonare l'uomo che gli ha reso la vita impossibile?
Genere: Azione, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fine, Nuovo Personaggio, Shade, Un po' tutti
Note: AU, OOC, Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'The Rebel'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
37. Battaglia
 
La sensazione della lama affilata che penetrava morbidamente nella carne era qualcosa a cui Shade non si sarebbe mai abituato. Era così semplice ferire, lacerare, uccidere, e, nonostante la tristezza per i fratelli morti e il nauseante odore di sangue concentrassero tutti i suoi pensieri, sapeva anche di essere inebriato da quell’onnipotenza. Si sentiva invincibile, forte e dannatamente bravo nel combattere. Aveva salvato tanti ribelli abbattendo senza remore ogni nemico gli era capitato sul cammino. Osservò con un sorriso soddisfatto gli occhi del suo avversario, inginocchiato ai suoi piedi, farsi vitrei mentre spirava. Con un calcio allontanò il corpo per liberare la spada e si voltò per colpire l’ennesimo soldato del re. Shade parò il colpo inarcando la schiena e con un verso strozzato diede la spinta all’arma per allontanarlo. Fece un affondo, consapevolmente indirizzato all’attaccatura dell’ascella, una delle poche zone scoperte dall’armatura del nemico. Quest’ultimo urlò di dolore ma, stringendo i denti, tornò all’attacco. Il cobalto si scoprì concentrato sul viso dell’uomo che continuava a riversargli addosso potenti fendenti. Aveva le guance scavate e nascoste sotto un’incolta e sudicia barba brizzolata. Gli occhi, leggermente sporgenti, erano iniettati di capillari, alcuni rotti dallo sforzo e dalle botte. Il naso storto, poi, irritava Shade profondamente; forse in quello era determinante anche il neo grassoccio e villoso posto sulla narice destra. Il capo dei ribelli sentiva l’impellente bisogno di cancellarlo dalla sua vista e, cogliendo di sorpresa il soldato, si fece più vicino per dargli un forte pugno. Questo crollò a terra, mentre il sangue usciva dai pertugi facciali.
- Bastardo! -, si sentì rivolgere dal nemico che cercava di brandire la propria spada, caduta qualche metro più in là.
In quella posizione, però, l’armatura lasciava scoperto il ventre e Shade non esitò nel colpire. La cotta di maglia si frantumò facilmente, erosa dal sudore e dagli sfregamenti, e del liquido porpora cominciò a zampillare.
Il cobalto tornò all’attacco, individuò uno dei suoi alle strette, circondato, e lo raggiunse. Afferrò per una spalla una delle guardie reali e la spinse via. Il secondo, voltatosi per capire cosa stesse succedendo, fu trafitto al fianco e rantolò a terra. Shade, allora, tornò a concentrarsi sul primo, rialzatosi dalla caduta. Gli stava venendo incontro in una corsa arrancata e impugnando in cima alla testa una mazza ferrata; una freccia lo trafisse da una parte all’altra del collo.
Intuendo la provenienza del dardo, il capo dei ribelli alzò le iridi scure sul tetto di una casa affacciata sulla via principale di Mari. Lione brandiva le frecce una dietro l’altra, tendeva l’arco, prendeva la mira e lanciava senza esitazione; insieme con lei, altri ribelli costituivano i sagittari del loro esercito. Shade notò la fatica e la stanchezza che segnava il volto della sua amica che, come tanti, stava dando segni di cedimento sia fisico sia mentale. Perché, il cobalto lo sapeva, per Lione, uccidere andava contro la sua natura. Ora, però, non c’era tempo per perbenismi e salvare i propri compagni voleva dire eliminare il più possibile ogni minaccia; soprattutto quando ogni speranza che le cose si potessero risolvere diversamente era scemata. Fine e Altezza potevano ancora arrivare, certo, ma era da ore che combattevano. La posizione del sole indicava il primo pomeriggio e d’innocenti, che la principessa voleva tanto salvare, ne erano stati sacrificati a centinaia ormai. Forse era proprio quella consapevolezza che aveva reso il cobalto così imperturbabilmente disperato, desideroso solo di procurare dolore. Sospirò, aiutando l’attendente a rialzarsi.
- Non demordere. -, incoraggiò il ragazzo di fronte a lui regalandogli vigorose pacche sulla schiena come incitamento.
Il ribelle annuì.
- Vinceremo. -, concordò quello per poi rimettersi a correre sulla via in cerca di un avversario.
Shade lo stava guardando allontanarsi quando un soldato del re sbucò da una casa e trafisse il giovane con la spada: cadde a terra e non si mosse più. Il capo dei ribelli non ebbe nemmeno il tempo di realizzare l’accaduto che si ritrovò a parare un fendente alle spalle. Si era accorto del cambiamento d’aria giusto in tempo per non essere ferito a morte.
I muscoli gli dolevano terribilmente, il sudore aveva inzuppato tutti i suoi indumenti, insieme al suo stesso sangue e a quello di nemici o amici. Eppure, il corpo continuava a muoversi, a operare quegli sforzi che ormai erano diventati abitudinari: para, spingi, attacca, infilza, allontanati, difendi, schiva.
Il nemico fu atterrato in pochi istanti e il ragazzo tornò a correre per le vie, deciso nel costatare la situazione sulla piazza di Mari. Aveva lasciato Auler ad assediare la caserma e liberare gli alleati tenuti e torturati nelle segrete. Quando erano entrati in città all’alba, infatti, avevano scoperto di essere caduti in una trappola: Tio e i suoi erano stati individuati mentre avvelenavano le scorte di cibo dell’intera città e imprigionati. Le truppe del Tiranno avevano avuto tutto il tempo per rinforzare le loro righe e torturare i malcapitati attendenti che avevano spifferato le condizioni dell’agguato. Shade sapeva che se i ribelli avevano resistito fino ad ora mettendo in difficoltà i nemici era per la tenacia dei suoi uomini e l’aggiunta a essi di Roman e i combattenti di Riardo.
Superò diversi sbarramenti, composti di tutto ciò che era stato trovato nelle case, dietro cui i ribelli, o i nemici, si nascondevano per riprendere fiato o proteggersi dagli attacchi aerei. Dopo diversi minuti, finalmente, vide in lontananza l’ingresso ad arco della caserma, sbarrato da un enorme portone di legno. Era aperto a intervalli per fare uscire i soldati e dalle finestre del primo piano frecce e oggetti di ogni tipo calavano sulla folla di ribelli mietendo parecchie vittime. Il cobalto distinse l’amico dai capelli azzurri arrampicato insieme con altri sui tetti delle case vicine per calarsi dall’altro nella corte interna. Roman, invece, accompagnato da Bright, guidava un drappello per buttare giù l’entrata con asce e un piccolo ariete costituito da un enorme armadio in mogano, rubato chissà dove. La coppia era tra le più strane e impensate ma Shade era contento che il capo di Riardo si fosse rassegnato alla presenza del principe tra le loro file; lo aveva visto diverse volte in quelle ore mentre lo proteggeva e lo toglieva dai guai. Quindi, il cobalto aveva intuito l’esigenza dell’uomo di aggraziarsi, dopo i torti fatti, il suo futuro re.
Dalla parte opposta della piazza, alcune balestre cercavano di tenere a bada gli avventori dalle finestre.
Il capo dei ribelli capì la mossa da fare e chiamò alcuni dei suoi per essere aiutato. Recuperarono delle scale tra gli averi dei cittadini di Mari e si fecero largo tra gli attendenti per avvicinarsi alle finestre e tentare di conquistare il primo piano.
Armato di un rudimentale scudo ricavato da una botte, Shade riuscì a disporre la scala evitando di essere trafitto dall’alto. Avrebbe aperto la strada ai suoi, nonostante sapesse che il ruolo che si era appena assegnato fosse il più pericoloso; eppure, la sua presenza avrebbe rafforzato gli animi e anche se fosse morto, non sarebbe stato invano. Certo era da sciocchi per il capo dell’esercito fare una mossa tanto avventata ma non avevano nulla da perdere. Fece il primo passo sul traballante piolo di legno.
- Che cosa è quello? -
L’urlo tonante e spaventato di un ribelle rimbombò dall’alto del tetto nella piazza, mentre la sua spada indicava qualcosa nel cielo. In molti seguirono il suo gesto, compresi i nemici, e con loro le iridi cobalto. Shade si trovò completamente paralizzato, con le gambe tremolanti e il sudore ghiacciato sulla pelle. La bestia che occupava l'orizzonte era bellissima e si stagliava prepotente nel celeste di quel pomeriggio. Il rosso degli occhi era un inquietante avvertimento di morte, insieme al nero delle squame lucide alla luce del sole. Razionalmente sapeva di cosa si trattava: aveva letto libri e sentito leggende ma, nel realizzare che davanti a sé aveva un vero e proprio animale mitologico, il suo cuore si fermò del tutto. Cosa diavolo ci faceva un drago nei cieli di Mari? Per altro sulla sua groppa si poteva distinguere chiaramente una figura vestita di bianco: il fatto che fossero creature domate non dava la garanzia della loro innocenza, anzi, bisognava capire quali fossero le intenzioni del suo cavaliere. Poi, ne vide un altro, e uno ancora, fino a contare cinque enormi draghi di colori e dimensioni diverse che si avvicinavano a loro. Quello nero, intanto, stava planando sulla via principale in direzione della piazza. In molti si gettarono a terra e altri si rifugiarono negli edifici circostanti.  A pochi metri da loro, emise un getto di fuoco che centrò la facciata della caserma. Il portone di legno prese fuoco e Roman ne approfittò per rilanciare all’attacco l’ariete. Intanto, uomini in preda all’isteria e avvolti dalle fiamme si gettavano dalle finestre, cadendo vicino al capo dei ribelli: lui, per fortuna, si era coperto prontamente con lo scudo che, ora, era distrutto, ma aveva svolto il suo lavoro evitando che il proprietario diventasse arrosto. Lasciò cadere a terra il legno ormai bruciato mentre alcuni suoi sottoposti lo avvicinavano per trascinarlo al sicuro, in un vicolo adiacente. Infatti, nella piazza era scoppiato il caos: fiamme ovunque, corpi infuocati urlanti, ordini di ritirata dei nemici mentre Roman guidava imperterrito la conquista della caserma. Forse quello era un compito di Shade ma le sue iridi blu non riuscivano a staccarsi dalla figura che si librava in cielo: il drago era elegante, sì, ma Fine era di una bellezza ancor più accecante; e poi, era viva.
 
 
- Cerca di non colpire i ribelli! –
La ragazza a cui era aggrappata scosse violentemente il capo. Anche se il viso era coperto da un velo bianco, Fine poteva immaginare il sorriso che aveva sulle labbra e che contagiava anche la piegatura degli occhi – brillanti iridi verdi -, già lucidi per l’aria.
- Saba è fantastica ma non decide lei dove vanno le fiamme. –
L’animale scosse la schiena come risposta.
- Attacchiamo dall’interno Perla. -, suggerì ancora la principessa al suo cavaliere.
Saba spalancò le ali e virò verso destra, planando poi, sui tetti delle case.
- Fine! –
Una voce conosciuta obbligò la sua attenzione e riconobbe la figura di Auler che, sotto di loro, scuoteva le braccia per salutarla. Fece cenno a Perla di abbassarsi e con un salto calò sul tetto dal dorso del drago ancora in volo. Ruzzolò per diversi metri, sbucciandosi ginocchia e gomiti, ma raggiunse l’amico che la accolse con un abbraccio e un sorriso.
- Com’è la situazione? –
L’azzurro assottigliò lo sguardo, concentrato. Entrambi avevano molte domande che avrebbero voluto rivolgere, su Altezza, Shade, il viaggio, ma sapevano anche che la priorità era ben altra.
- Il nostro piano non ha funzionato ma siamo riusciti a recuperare terreno. Se conquistiamo la caserma, la città sarà nostra. –
Fine annuì di rimando.
- Andiamo. -, incitò l’azzurro ed entrambi si misero a correre per raggiungere il tetto della base nemica.
Intanto, Saba era riuscita ad atterrare nel cortile interno, emettendo fiammate in tutte le direzioni e colpendo, con la coda e le ali, i nemici. Diversi ribelli l’avevano affiancata per proteggerla avendo capito che si trattava di un alleato, mentre altri raggiungevano il primo portone per aprirlo dall’interno.
Auler e Fine si calarono dal tetto con delle corde raggiungendo il corridoio più alto. Scesero diverse rampe di scale abbattendo chiunque gli si parasse davanti. La principessa non aveva mai avuto modo di ammirare Auler combattere e si rese conto che aveva uno stile molto elegante e leggero, come se stesse danzando. In quei tre giorni aveva conosciuto meglio la cultura dei Tanin e pensò che, dopotutto, il ragazzo non avesse dimenticato le sue origini. Lei, comunque, sarebbe stata spacciata senza il supporto del ribelle: grazie agli esercizi con Altezza aveva rispolverato i vecchi insegnamenti dei suoi genitori e di Shade e imparato qualche nuova mossa, ma era ancora lontana dall’essere un’esperta guerriera. Si arrangiava con fendenti decisi accompagnati da calci e pugni; era più che sufficiente per sopravvivere.
- Dove siamo? -, chiese ad Auler notando che l’ambiente si era fatto più oscuro e umido, illuminato solo dalle torce poste a intervalli regolari.
Erano di parecchi metri sottoterra e i lamenti che provenivano dai corridoi non facevano presagire nulla di buono. L’azzurro la guardò appena mentre scrutava tutt’intorno.
- Liberiamo i prigionieri. Dobbiamo trovare le chiavi. –
Poi, fece segno alla principessa di non parlare. Uno sciabordare di ferraglia e di passi rimbombò tra le pareti e i due si acquattarono in un angolo.
- Draghi! Sul serio? Devo morire incenerito e sottopagato? –, sentirono lamentarsi i soldati ma il verso rabbioso di quello che doveva essere un loro superiore li rese di nuovo silenziosi mentre salivano le scale all’attacco.
Li lasciarono procedere oltre e i due imboccarono nuovamente la rampa, dirigendosi però in giù. Gradino dopo gradino un fetore di muffa e marcio li travolse obbligandoli a coprirsi il naso con la manica della tunica. Sbucarono in un piccolo atrio da cui partiva un labirinto di corridoi. Qui, cinque guardie armate, sedute su delle traballanti panche, si alzarono sorprese per la presenza d’invasori.
- Tu pensa ai prigionieri. -, ordinò Auler alla principessa che annuì di rimando.
L’azzurrò brandì la spada e parò i primi colpi degli avversari, disarmandone uno e spingendone a terra un altro. Fine approfittò della situazione per sgattaiolare oltre il combattimento e afferrare le chiavi delle celle che erano appese in un angolo della parete. Imboccò la prima via chiamando a gran voce Tio.
Le mani sporgevano avide dalle barre in cerca di aiuto ma la principessa sapeva che non tutti i prigionieri erano ribelli, i quali solo Tio avrebbe potuto riconoscere. Forse era ingiusto lasciare gli altri marcire in quelle celle: potevano essere semplici disertori del Tiranno o innocenti cittadini che si erano rifiutati di pagare le tasse ma non poteva permettere che, per una leggerezza, persone pericolose vagassero per il suo regno. Si ripromise, comunque, che sarebbe tornata a sentire le loro storie e, poi, si consolò pensando che almeno ora sarebbero stati in custodia ai suoi uomini.
- Principessa! –
Era stato un flebile suono rispetto alla marmaglia di grida che si erano levate al suo ingresso nelle segrete, ma riconobbe subito la voce di Tio e si affrettò davanti al suo tugurio. Il ragazzo era malandato, ricoperto di ematomi e croste, e a Fine sembrò anche di non scorgere qualche dito ai piedi. Eppure, le sorrideva raggiante e pieno di energia.
- Allora avete conquistato la città! Nonostante siamo stati scoperti! Ragazzi avete ancora la forza di combattere?! -, cominciò la trafila il bianco, parlando contemporaneamente con la principessa e i suoi compagni.
Fine, intanto, aveva aperto la serratura. Tio si catapultò nel corridoio e prese in custodia le chiavi dalla ragazza per liberare gli altri ribelli. Intanto, la rossa lo aggiornava sugli avvenimenti, o almeno di quel poco che sapeva grazie alle spiegazioni di Auler.
- Ah! Ragazzino! -, la voce dell’azzurro entrò prepotente nel corridoio mentre si avvicinava a grandi falcate a Tio.
Non sembrava essere tornato da una sanguinosa battaglia con cinque guardie che, Fine non dubitava, erano state velocemente sconfitte. Con un enorme sorriso sulle labbra, lo vide avvolgere in un abbraccio il giovane levandolo da terra.
- Mi fai male. -, brontolò questo ma gli si leggeva negli occhi la felicità per quell’incontro.
Fu riposato a terra e Auler cominciò a scompigliargli i capelli con mano pesante.
- Ti credevo spacciato. –
La principessa si ritrovò a sorridere dolcemente a quella visione ma la sua attenzione fu catturata dalla decina di ringraziamenti ricevuti dagli altri sottoposti, estasiati all’idea che proprio la loro futura regnante li avesse salvati.
- Chi è ferito rimanga pure qui, manderemo qualcuno a recuperarvi. Gli altri ci seguano, andiamo a saccheggiare l’armeria. –
Mentre correvano per i meandri della caserma, Fine si accostò ad Auler e Tio che aprivano la via.
- Come fai a conoscere la strada? –
- Ho fatto lo sguattero qui parecchi anni fa. –, rispose semplicemente l’azzurro e Fine si domandò quanto altro l’amico nascondesse a tutti loro.
Tornati nel cortile, scoprirono che di nemici ne erano rimasti ben pochi e piccoli gruppi di ribelli stavano perquisendo ogni piano e ogni stanza per stanarli. Nel cortile erano radunati i feriti e coloro che si erano arresi i quali erano legati in attesa del verdetto. I primi guaritori facevano capolino per sondare la situazione e Fine li aggiornò su chi si trovava nelle segrete. Raggiunsero allora la piazza: qualcuno ancora lottava, molti soldati del Re scappavano nelle vie laterali, inseguiti dai ribelli; anche qui, i guaritori, cercavano di fare del proprio meglio per salvare i moribondi; qualcuno cercava tra i cadaveri volti amici a cui dare una degna sepoltura e gli altri corpi venivano accatastati. Erano nati poi diversi focolai, dove i respiri dei draghi avevano fatto capolino, e i cittadini, aiutati dai ribelli, cercavano di spegnere i roghi per evitare che l’intero quartiere crollasse. Il drago Hakim, il saggio, con il suo cavaliere li aiutavano trasportando l’acqua con la bocca dell’animale. Saba, invece, riposava accucciata in un angolo. Diverse persone la ammiravano a qualche metro di distanza e lei, con i suoi occhi rossi, li scrutava infastidita. Perla poco distante discuteva con altre quattro persone. Quando la rossa riconobbe una delle figure, il suo cuore iniziò a battere impazzito.
- Shade. -, lo chiamò a mezza voce.
Il ribelle seguì immediatamente con lo sguardo quel suono e incrociò le iridi cobalto con quelle cremisi della sua principessa. Era passata solo una settimana, certo, ma per lui era stato un tempo infinito. Avrebbe voluto abbracciarla ma le sue gambe non accennavano a muoversi e la sua bocca si era fatta improvvisamente asciutta. Era paralizzato dalla paura che di nuovo tra loro le cose fossero cambiate ed era deluso per un ricongiungimento tanto triste, vissuto con morti innocenti sulla coscienza.
Lei, invece, non esitò un istante. Corse per raggiungerlo e lo travolse in un abbraccio. Shade si trovò stritolato tra i suoi seni mentre le gambe si avvolgevano strette ai fianchi: l'odore di lei, che tanto lo inebriava, l'avvolse in un dolce tepore fatto di tenerezze e carezze. Allora, la strinse a sé, protettivo e rasserenato nell'avere di nuovo tra le braccia il suo tesoro più grande.
- Shade… -, cantilenò di nuovo la rossa.
Era un sussurro, una supplica, una richiesta di conforto per le lacrime che, il ragazzo sapeva, stavano inondando il viso della sua amata. Perché aveva visto i morti dall'alto, la desolazione e il sangue che ricopriva le vie della città. Era arrivata tardi, non aveva mantenuto fede alla promessa e ora in tanti avrebbero sofferto per una sua egoistica preoccupazione: accertarsi dell’incolumità di Altezza. Fine si asciugò in un gesto di stizza le lacrime e affondò le mani nei capelli di Shade, sentendone l'odore di ferro e sangue, e gustando la bellezza dei suoi lineamenti. Si domandò quando meritasse quella felicità, il sollievo che aveva percepito nel vederlo, quando doveva solo disperarsi per il fallimento della missione.  Si decise a guardarlo, ad affrontare la realtà e la delusione nei suoi occhi cobalto. Appoggiò la fronte sulla sua, sentendo il calore della pelle, e aprì piano le ciglia.
- Mi dispiace. -, cominciò a dire, giustificarsi.
Le iridi scure erano però sgombre di qualsiasi giudizio.
- Avete fatto del vostro meglio. -
Di nuovo piccole gocce di acqua salata le offuscarono la vista che le permetteva di intravedere solo il sorriso del capo dei ribelli.
- Ti amo. -, pigolò tra i singhiozzi prima di baciarlo.
Le loro labbra combaciarono alla perfezione mentre le loro lingue si cercavano avide.
Poi, una ventata d'aria li obbligò a staccarsi.
- Ecco un altro drago. -, commento Lione facendo ricadere l'attenzione dei due amanti su di sè.
Fine strabuzzò gli occhi prima di realizzare chi aveva davanti. Si precipitò incredula dall'arancio cogliendola di un abbraccio.
- Credevo fossi spacciata, ormai. Stai bene!-
La ribelle rise di gusto.
Il terzo drago, intanto, atterrò sulla città: Shade aiutò Milky a scendere da Zahira mentre dietro di lei, un giovane Tanin raggiungeva terra in un salto.
- Lui è Narlo. -, presentò brevemente la ragazza con un sorriso dolce che non sfuggì al fratello.
- Altezza? -
La voce di Auler ruppe il clima di sollievo che si era creato nel gruppo. Fine gli si avvicinò con un’espressione seria. Gli appoggio una mano sulla spalla e indicò la via principale, dove una marmaglia di soldati, vestiti di bianco, si apprestava a dare soccorso ai ribelli. Sopra le loro teste, Raldun volava pigramente mentre Sophie dava ordini ai suoi sottoposti.
- Forza, ragazzi, stanate tutti i cattivoni. –
L’azzurrò scosse la testa rassegnato nel sentire la voce della sorella.
- Oh! Da quanto tempo, fratello caro! –
Quelle parole, però, destarono anche una serie d’imprecazioni.
- Dove è Auler? Fatemi passare! -
Allora, Auler si mosse veloce e raggiunse la via principale.
A Fine sfuggì un sospiro per poi voltarsi verso Shade che si era fatto vicino.
- Come mai viene da terra? -
Milky rise appena.
- Nausea da volo. -
Poi, il ragazzo continuò.
- Deve vedersela con un Auler veramente incazzato. Non l'ho lai visto così prima. -
Fine e Milky si scambiarono uno sguardo d’intesa.
- Credimi Altezza è ancor più pericolosa del solito. -
 
 
Auler camminava spedito, l'andatura calzante di chi ha un obiettivo preciso, una meta, uno scopo: doveva arrivare a faccia a faccia da lei, quello si era prefissato, per farle una scenata con i fiocchi. Andando contro corrente incontrò molti visi famigliari, amici d’infanzia della vita nel deserto che aveva abbandonato. E pensare che se solo quella pazza gli avesse raccontato cosa avevano in mente le cose si sarebbero risolte velocemente: avrebbe mandato una lettera a su sorella per chiedere aiuto che si sarebbe fiondata da loro senza esitazione.
Poi, eccola lì, a imprecare contro qualsiasi cosa per farsi strada tra la gente: era così diversa rispetto ai Tanin con i suoi capelli biondi e la pelle di porcellana, rossastra per il sole; bellissima. Quando i loro occhi s’incrociarono, non ebbe più dubbi. Si mise a correre e la avvolse protettivo in un abbraccio: finalmente era tornata da lui e, nonostante la rabbia gli rugasse ancora lo stomaco, il sollievo aveva avuto la meglio; ma durò poco. Un calcio negli stinchi lo obbligò ad allontanare le mani dal corpo minuto della bionda che aveva sguainato la spada.
- Brutto stronzo! -
Auler strabuzzò gli occhi.
- Che cosa? -
Pensò fosse uno scherzo, ma lo sguardo iracondo della sua amata lo obbligò a considerarla come una minaccia alla sua vita.
- Tu. Mi hai rovinato la vita! -
La ragazza provò un violento affondo parato prontamente da un Auler sbigottito.
- Di che cosa stai parlando? E, poi, dovrei essere io quello furibondo! Te ne sei andata senza dire niente. Hai idea di come mi sia sentito? -
La bionda esitò, abbassando lo sguardo sul terreno sudicio, per i sensi di colpa. Poi, un pensiero fugace le inondò la mente e tornò all'attacco. I colpi potenti e cattivi della giovane obbligarono l'azzurro a serrare i ranghi in difesa, suggerendo nello stesso tempo ai soldati del deserto di non intervenire e fare loro spazio.
Riuscì a parare un’altra stilettata e afferrare il braccio della ragazza per bloccarla. Voleva capire cosa stava succedendo. Dall’altra parte, Altezza ringhiava: ma le iridi smeraldo si erano fatte lucide a quella vicinanza.
- E’ colpa tua! Hai rovinato tutto! –, lo accusò quella in un lamento.
- Che cosa ho sbagliato Altezza? –
Il tono era dolce e prudente, nell’attesa di incassare l’ennesima accusa insensata.
- Come farò a mantenere la parola data a mio padre, ora? -, cantilenò affranta la ragazza.
Accompagnò quelle parole liberandosi e attaccò, mirando al basso ventre del ragazzo e insultando il suo apparato riproduttivo. Auler si scansò appena in tempo.
- Che cavolo fai? –, e, furibondo, cominciò a pressare la giovane che però manteneva fiera la sua posizione.
- Altezza parlami maledizione! –
- Sono incinta, cretino! Te e il tuo stupido pene dovete morire! –, sbottò, infine, buttando la spada a terra in un gesto di stizza e incrociando le braccia al petto in attesa di una reazione.
Auler calò l’arma al suo fianco mentre gli occhi si spalancavano per la sorpresa. Questa non se l’aspettava proprio. Poi, assottigliò lo sguardo corrucciando la fronte. L’espressione che aveva assunto non prometteva nulla di nuovo e per la prima volta in vita sua Altezza ebbe paura di un uomo. Lui si avvicinò a grandi falcate, la prese per i fianchi caricandosela sulle spalle e si avviò in direzione dell’accampamento fuori dalla città.
A nulla valsero gli insulti, i calci e le botte della bionda, placcata da quelle braccia forti e solide che, dopotutto, l’avevano fatta innamorare.
 
 


Angolo dell'autrice:
babba bia! Chi è arrivato fin qui è proprio bravo... questo capitolo è lunghissimo (7 pag di word). Complimentoni!
Vabbè, io è mesi che non aggiorno ma sono sicura che mi perdonerete... non ci posso fare niente se lo studio richiede la mia attenzione e trovare un'attimo per scrivere è stato più difficile di quanto pensassi. Devo dire di essere abbastanza soddisfatta ma basta bambanare e vi lascio alcune considerazioni generali.
Fine e le ragazze sono arrivate in ritardo e ora avranno a che fare con i sensi di colpa per avere sulla coscienza centinaia di vite. La principessa comunque si è data da fare ed ha affiancato Auler nel salvare i prigionieri, lasciando da parte i sentimentalismi (insomma, chi non sarebbe corsa a farsi limonare da quel bonaccio di Shade?) e facendo il proprio dovere di regina. La reunion con il suo bello è stata tenera ma come avrete capito non sono i protagonisti assoluti del capitolo. (voto: 8)
Shade è un assassino fatto e finito, e sia mai che con tutto questo sangue non gli sia venuta voglia di fare fuori un certo Tiranno... è comunque sempre in prima linea, un vero soldato, e non ha paura di rischiare la sua vita. Guida degnamente i suoi uomini anche se non è un condottiero da cavallo bianco e ordini urlati a destra e a manca. Anche lui capisce che il dovere viene prima di tutto anche se, a vantaggio rispetto a FIne, ha la possibilità di vederla prima e tirare un sospiro di sollievo. (voto 9, perchè comunque è un figo, non posso dargli di meno)
Lione è una badass di tutto rispetto. Non è comparsa molto ma credetemi che senza di lei dell'esercito dei ribelli sarebbero rimasti in dieci, a essere positivi. Con il suo arco fa stragi e copre il culo al suo capo: se Auler è il braccio destro, Lione è decisamente quello sinistro di Shade. (voto 7)
Perla è il nuovo personaggio introdotto quest'oggi. Prossimamente presenterò anche gli altri cavalieri, che comunque non saranno così rilevanti al fine della trama. La conoscerete meglio ma è un peperino di donna come piace a me. Come avrete capito, cavaca Saba che ha fatto un'ottimo lavoro. ( voto 6 + l'8 di Saba che sostanzialmente ha fatto finire la battaglia)
Sophie è la solita schizzata. Credo che in sole due battute abbiate capito in che stato psicologico si trovi. Non garantisco che non sia strafatta di erba per le premonizioni. Ma insomma, ci piace così. (voto 7)
Tio è la tenerezza fatta a persona, che non perde mai il sorriso nonostante le difficoltà. In questo ha preso decisamente da sua sorella. Ha un rapporto molto dolce con Auler che non approfondirò in futuro ma che volevo lasciar trasparire. (voto 7)
Altezza compare solo nelle ultime righe, lasciata indietro dalle compagne per via della nausea da volo che la obbliga a spostarsi per via terrena. Immaginate questa povera donna che deve dare la notizia al proprio uomo dopo averlo abbandonato nel letto caldo d'ammore. Tra l'altro, ok accettare di essere incinta ma la sua vita era finalizzate allo sconfiggere Aaron. Ogni sua certezza è crollata, combattuta tra l'esigenza di lottare e proteggere la vita che sta crescendo dentro di lei. Ci sta che sia più isterica del solito e che voglia fare una vasectomia ad Auler. Comuqnue, la adoro per i suoi toni bruschi. (voto 9)
Auler è il vero protagonista del capitolo. E' sincero, forte, gentile e premuroso con tutti; è un fantastico combattente e non per nulla persino Shade fa fatica a batterlo in allenamento. Sa sempre cosa sia la cosa migliore da fare e si guadagna immediatamente la fiducia di tutti. Ha però un passato misterioso di cui le nostre tre viaggiatrici sono venute a conoscenza solo grazie all'incontro con Sophie. Sappiamo che se ne è andato dal suo villaggio molto giovane,che ha conosciuto maria, Shade e Milky e che dopo il loro trasferimento a Lilianha vagato per il regno alla ricerca di uno scopo (passando anche per la caserma di Mari). Ora però, deve pensare ad Altezza e al loro futuro bambino; capire come gestire la situazione e proteggere la sua donna. Inutile dire che qualsiasi donna isterica vorrebbe essere trattata così: un uomo risoluto deciso e forte ci fa sempre sentire amate. (voto 10)
Grazie della lettura e vi supplico, vi prego e vi scongiuro, lasciate una recensione. Siete in tante a seguirmi, trovate la voglia perchè altrimenti non potrò mai migliorarmi.
A presto,
Ele

 
  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Twin Princess / Vai alla pagina dell'autore: Dreamer In Love