"Ci pensi mai a come ci saremmo incontrati se non fossimo circondati dagli zombie?"

"Eh?"

Ti guardo pensieroso dalla domanda che mi hai fatto, una domanda che ho fatto fatica a capire perché sono troppo preso a guardare la tua innocente bellezza.

Alla mia risposta, tu sorridi illuminando la stanza vuota.

Hai ancora i capelli bagnati per la pioggia. Il temporale ci ha colto d'improvviso e ci siamo rifugi-ati in questa casa in mezzo ai boschi.

Hai appena detto qualcos'altro, ma non ti ho sentito. Sono troppo impegnato a vedere le goccioline che scendono dai tuoi capelli, accarezzandoti la guancia, per poi scendere dal collo in giù.

"Ehi"

Mi richiami, vuoi la mia completa attenzione.

"Uhm"

Riesco solo a fare uno dei miei grugniti, ed eccolo là, ancora quel tuo meraviglioso sorriso capace d'impallidire un angelo.

"Mi ascolti Signor Dixon?"

"Si"

"Ci pensi mai? Se tutto fosse normale, a come ci saremmo incontrati?"

"Non credo ci fosse questa possibilità"

Scrollo le spalle, e tu alzi gli occhi al cielo, come se avessi detto una delle mie solite cazzate.

"E se..."

"Non abbiamo mai avuto molto in comune ragazzina"

Interrompo quello che stai per dire, e tu mi guardi con rimprovero.

"Non lo sai che gli opposti si attraggono?"

"Pff..."

"Dai seriamente"

Ti guardo, non riesco a farne a meno, sei come una boccata di aria fresca in questo mondo che puzza di marcio.

"Daryl"

Mi riporti di nuovo al presente, vuoi che io faccia questo sciocco discorso con te.

"Non so come io e te ci saremmo potuti incontrare"

Sei delusa dalla mia sincerità. Ma sul serio, non credo che avresti perso un secondo del tuo tempo con un cazzone come me.

"Forse ad un bar"

Non ti arrendi. Decido di stare al gioco per farti contenta.

"La piccola Greene ad un bar?"

Cominci a ridere.

"Si, perché cosa ci sarebbe di male?"

"Non mi piace"

"Magari sto li per cantare una delle mie canzoni che ti piacciono tanto"

Mi prendi in giro.

"E io cosa ci faccio là?"

Nella mia vecchia vita, io e quel coglione di mio fratello, frequentavamo tantissimi bar. Ma solo per sbronzarci e comunque non erano posti frequentati dalle ragazzine per bene.

Vedo che ci pensi prima di sparare la cazzata.

"Frequenti quel bar perché ti piace la voce della cantante"

Appunto.

"Non mi convinci Greene, ritenta"

"Mmh.."

Ti ci stai proprio impegnando e a me viene quasi da ridere.

"Ci sono!"

"Spara"

"Ad una festa"

Sta volta rido.

"Che c'è"

Mi chiedi finta offesa.

"E' una stronzata"

"Perché?"

"Ragazzina, il nostro concetto di festa è differente”

“Perché tu che tipo di feste frequentavi, sentiamo”

“Di certo quelle che non avevano come bevanda principale il succo di frutta”

Sbuffi. Odi quando sottolineo la nostra differenza d’età. Ma è così, io sono un dannato uomo e tu una ragazzina. La mia ragazzina.

“Allora proponi tu qualcosa”

Mi guardi con quei tuoi grandi occhi blu, speranzosa che io trovi la risposta.

“Non mi viene in mente niente”

In realtà sono convinto che se non fosse scoppiata tutta questa merda, non ti avrei mai incontrata.

“Neanche ci hai provato”

Mi rimproveri, mentre ti raccogli i capelli bagnati in una disordinata coda di cavallo.

“È così importante?”

“Si. Se ci pensi è triste. Sapere che se non fosse scoppiata l’apocalisse zombie, io e te non ci saremmo neanche conosciuti”

Già. Probabilmente adesso ci sarebbe un altro al mio posto. Avrebbe i tuoi sorrisi, i tuoi baci, il tuo corpo… questo pensiero, egoisticamente mi infastidisce.

“Ragazzina”

Ti faccio cenno di poggiarti sulla mia spalla. Ti avvolgo con un braccio e accarezzo con il pollice la pelle liscia del tuo.

“Forse… ti si era rotta la macchina in mezzo alla strada ed io passavo da quelle parti sulla mia moto. Vedendoti in difficoltà, mi sarei fermato per aiutarti”

“Oh… mi avresti salvata”

Sorridi.

“Si”

“Tu mi salvi sempre”

No Beth, sei tu che hai salvato me.