Serie TV > Shadowhunters
Ricorda la storia  |      
Autore: Little Redbird    20/07/2017    0 recensioni
Non aveva voluto cominciare a collezionare videogiochi, davvero. Il fatto è che si era trovato davanti a Il giocatore Nascosto per sbaglio. O quasi. Aveva solo voluto vedere di persona l’attività di Simon, dopo che lui, qualche settimana prima, non aveva smesso per un attimo di parlarne. Non era nemmeno stato lui a chiedere al ragazzo che lavoro facesse, aveva fatto tutto da solo. Ne aveva blaterato per due ore durante la lezione di prova di kick-boxing delle amiche di Magnus.
Spin off della storia di Chara, The corpse.
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Magnus Bane, Raphael Santiago, Simon Lewis
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'You just found me in the wrong universe. That’s all. '
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Kick Boxing & Videogames


Raphael posò il nuovo pacchetto sul suo tavolo preferito al Labirinto. Gli piacevano i sabato mattina al negozio di Magnus, il cupo mormorio dei clienti ancora assonnati dopo un venerdì da leoni. Gli ricordava quanto fosse migliore di tutti loro. Lui non sembrava uno zombie alle undici di mattina. Poco importava quello che diceva Simon Lewis – lui e le sue maledettissime allusioni ai videogiochi sui vampiri che lo convinceva a comprare. Ne aveva piene le scatole del suo modo di flirtare così goffo e mai chiaro. E, sul serio, aveva anche scatole piene di videogiochi ancora da scartare. Scatole piene di scatole più piccole che altro non facevano che dimostrare la sua debolezza.

Non aveva voluto cominciare a collezionare videogiochi, davvero. Il fatto è che si era trovato davanti a Il giocatore Nascosto per sbaglio. O quasi. Aveva solo voluto vedere di persona l’attività di Simon, dopo che lui, qualche settimana prima, non aveva smesso per un attimo di parlarne. Non era nemmeno stato lui a chiedere al ragazzo che lavoro facesse, aveva fatto tutto da solo. Ne aveva blaterato per due ore durante la lezione di prova di kick-boxing delle amiche di Magnus.
Quando gli avevano chiesto di partecipare, Raphael si era quasi tirato indietro, consapevole che gli sarebbe toccato come partner il più sfigato di tutti. Era quello che succedeva sempre. E infatti si era trovato in coppia con un nerd rachitico e logorroico. Fantastico. Simon aveva passato metà del tempo a risistemare gli occhiali sul suo naso sottile e l’altra metà a farsi mettere al tappeto senza quasi provare a reagire, ad imitare i movimenti di Magnus, Isabelle e Lydia. Raphael aveva pensato per un attimo che al ragazzo piacesse ritrovarsi con la schiena per terra dopo qualche calcio lento ma bene assestato. Simon era anche avvantaggiato di qualche centimetro, ma erano state più le volte in cui Raphael si era trovato su di lui, le cosce strette sui suoi fianchi per impedirgli di muoversi, che quelle in cui Simon era riuscito a toccare con i guantoni un punto qualsiasi del corpo di Raphael.

Ovviamente, parlare a raffica non era il modo migliore per concentrarsi, ma era una buona tattica per distrarre l’avversario. Raphael si era ritrovato a fine lezione intontito e carico di informazioni su Simon. Dal suo videogioco preferito alla sua sinagoga di fiducia. E non era riuscito a scrollarsi di dosso quelle informazioni non richieste per giorni. L’aveva sorpreso il modo in cui aveva memorizzato tutto, dal suo balbettare quando cercava di rimangiarsi qualcosa di imbarazzante, al modo in cui il suo addome si piegava senza sforzo per rialzarsi dai colpi subiti. Aveva perfino memorizzato i suoi piedi – scalzi, come volevano le regole dello sport. Erano piedi magri, come tutto il resto, con le falangi sporgenti. Le sue mani erano lunghe, da pianista, ma suonava la chitarra.

La cosa che più l’aveva colpito, però, era il modo in cui lui aveva saputo leggerlo. Come se fosse stato lui stesso a parlare di sé per tutto il tempo, non il contrario. Aveva riconosciuto la sua furia nel sentire le parole volutamente offensive del tizio che Lydia chiamava amico. Oh, Raphael non ci aveva visto più. La palestra, i suoi amici, Simon, erano scomparsi tutti nell’attimo in cui la bocca di Raj si era piegata in quel sorrisetto insolente e patetico, incurante del silenzio imbarazzato delle persone che avevano sentito i suoi commetti sul look brillantinato di Magnus. Tutto quello che Raphael era riuscito a vedere per diversi secondi era stato quel sorriso. E tutti i modi in cui l’avrebbe alterato se una mano dalle dita lunghe non si fosse stretta sul suo bicipite con una forza inaspettata.

“Non ne vale la pena,” aveva sussurrato Simon. “Magnus sa cavarsela da solo.”

Raphael l’aveva guardato con il tipo di sguardo che irritava Magnus e spaventava i bambini. Cosa voleva saperne lui di Magnus? Lo conosceva da poco. Raphael, al contrario, era suo amico da gran parte della sua vita e aveva giurato da tempo di non lasciare mai che qualcosa lo turbasse più del dovuto. Tantomeno se quel qualcosa aveva la presenza fisica di un sacco da boxe – ideale da prendere a pugni. Magnus sapeva cavarsela da solo, ma non doveva. Raphael prendeva volentieri a calci tutti quelli che si offrivano volontari.

Simon aveva lasciato andare il suo braccio e, seppur con riluttanza, Raphael si era costretto a non agire, ripromettendosi di cercare quel disgraziato dopo la lezione. Ma non ce n’era stato bisogno. Magnus aveva scelto Raj come successivo partner nelle dimostrazioni e, con la grazia di un gatto, l’aveva messo al tappeto così tante volte che non aveva dovuto nemmeno usare la forza per provocargli dei lividi.

Simon gli aveva sorriso ogni volta che la schiena di Raj aveva provocato un tonfo sul materasso, con la complicità di chi condivideva una qualche sorta di segreto.

Raphael non aveva ricambiato, ovviamente. Lui non sorrideva agli sconosciuti. L’aveva guardato, però. L’aveva guardato ogni volta che Raj aveva toccato terra, e ogni volta Simon aveva sorriso, e ogni volta Raphael si era maledetto.

Era a quel sorriso che aveva pensato sulla strada verso il negozio. Ed era stato quel sorriso a vendergli il suo primo videogioco.

Sarebbe stato l’ultimo, si era detto. Ma era tornato ogni sabato, aveva acquistato decine di videogiochi e aveva ricevuto altrettanti sorrisi. Le parole che aveva ascoltato, invece, erano impossibili da contare. Simon lo tratteneva per almeno mezz’ora ogni volta che si vedevano. Lo faceva ancora tutt’ora. Non importava che si fossero sentiti da poco via messaggi. Lui, però, non prestava più tanta attenzione alle cose che diceva – non a quelle poco importanti, almeno –, si concentrava sul rossore delle sue guance, sul tremito delle sue mani, sulle sue labbra sottili, che moriva dalla voglia di baciare.

Fissò la carta arcobaleno che avvolgeva il suo ultimo acquisto. È il Pride Month, si era giustificato.

Sfilò il cellulare dalla tasca della giacca di pelle e fissò lo schermo per qualche secondo. Si decise a sbloccarlo e a cliccare sull’icona dei messaggi. L’ultimo era di Simon, che lo avvisava dell’arrivo in negozio di un gioco fortissimo, che era perfetto per giocare in coppia. Non gli aveva risposto. Gli rispondeva di rado. Non sapeva mai cosa dirgli.
Era andato a prendere il gioco, però. Perfino per uno come Simon, doveva essere un chiaro messaggio.

[ To : Simon ] 11:24
Hai da fare questa sera?


Premette invio prima di potersi tirare indietro.

Simon aveva sempre qualcosa da dire. Tranne quel giorno, ovviamente. I tre puntini di sospensione, che segnalavano che stava scrivendo una risposta, comparvero e scomparvero ad intermittenza per qualche minuto prima che il telefono vibrasse nel riceverne finalmente una.

[ From : Simon ] 11:24
Ti sei deciso ad aprire uno dei tuoi pacchetti?

Raphael si accigliò. Spostò lo sguardo sul pacco arcobaleno difronte a sé, poi lo riportò sulle parole di Simon.

[ To : Simon ] 11:25
Che intendi?


Di nuovo, Simon cancellò e riscrisse la sua risposta chissà quante volte.

[ From : Simon ] 11:26
No.

No, non ho da fare.

[ To : Simon ] 11:27
La band di un mio amico, Stan, suona al Pandemonium.


Prima che potesse aggiungere qualsiasi altra informazione, arrivò la risposta di Simon.

[ From : Simon ] 11:27
Ti aspetto alla chiusura del negozio ;)


Raphael scosse la testa in esasperazione, ma si morse il labbro per non sorridere. Rimise il telefono in tasca e lo sguardo gli cadde di nuovo sul pacchetto posato sul tavolo. Elias posò il suo solito ordine davanti a lui, annuendo in saluto, e scomparve di nuovo dietro il bancone. Raphael lo scostò per prendere il suo ultimo acquisto. Strappò via la carta color arcobaleno dalla scatola del gioco e lì, su un post-it azzurro appiccicato sulla faccia di un vampiro, erano incise poche, semplici parole in una grafia disordinata.

Anche stasera sono libero. In caso ti interessi, sai.

Raphael sorrise. Non aveva mai capito perché Simon si prendesse la briga di incartare ogni singolo gioco che acquistava da lui e ora scopriva che era per nascondere i suoi bigliettini.  Si domandò quanti ne avrebbe trovati quando sarebbe tornato a casa.

“Sei di buon umore?” domandò Catarina, scivolando nella sedia dall’altra parte del tavolo.

Raphael infilò il post-it in tasca e sorseggiò il suo caffè. “Non ne hai la più pallida idea.”

Lo sguardo di Catarina si fece affilato e cadde sul gioco ancora sul tavolo tra di loro, i resti della carta arcobaleno a pochi centimetri. “Sei stato di nuovo da Simon.”

“Ancora meglio,” disse Raphael con un sorriso compiaciuto. “Ho un appuntamento.”
 
 




 
 AN:
Zan zan zaaan.
Non scrivevo del Saphael da mesi, e probabilmente si nota, ma vabbè.
Questa One Shot è uno spin-off della mini-long di Chara, The corpse. Se non l’avete ancora letta, non sapete cosa vi state perdendo. (Tanta sofferenza. Vi state perdendo tanta sofferenza. Ma di quella bella, davvero.)
Non credo arriveranno altre Saphael a breve, dato che ho anche smesso di seguire la serie, ma magari preferite così.
Mh, già che ci sono faccio pubblicità anche a I segreti tra di noi, il mio primo romanzo, dal 14 luglio su Amazon. In caso voleste dargli un’occhiata, può farmi solo piacere. Sulla mia pagina Facebook, ci sono anche i link con tutte le info e per un paio di giveaway in cui potete tentare di vincere una copia.
Credo sia tutto.

Red
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Shadowhunters / Vai alla pagina dell'autore: Little Redbird