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Autore: emylee    20/07/2017    5 recensioni
Dopo la Battaglia di Hogwarts, Harry si ritrova a vivere quasi peggio di un Magonò, perché la sua magia sembra essersi spenta. Per vivere finalmente una vita normale, decide di abbandonare il Mondo Magico e fare il Babbano in una nuova città.
Ma... sorpresa! Forse è ancora accesa una fiammella, da qualche parte.
Si avvicinò al gufo e notò praticamente subito il pezzo di pergamena arrotolata e attaccata alla zampina. Senza perdere tempo, lesse velocemente il messaggio al suo interno e non poté fare a meno di sbiancare. Accartocciò la pergamena e la pestò sotto ai piedi, sperando che sparisse.
So dove vivi.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: Mpreg | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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- Questa storia fa parte della serie 'Hundred sea'
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Non era stato meglio, dopo quel giorno. Era successo che, a volte, scoppiasse a piangere per le cose più stupide come un film strappalacrime guardato da solo sul divano, alla tv decrepita che aveva trovato nell'appartamento quando si era trasferito – e puntualmente, cercava di nascondere ogni traccia del suo disagio non appena Draco arrivava a casa. Come se non bastasse, stava iniziando ad avere dei dolori atroci allo sterno e alla schiena – e la nausea, quasi perenne, non riusciva a tenere nello stomaco assolutamente nulla per più di qualche minuto che subito andava a rigettarlo nella tazza del water. Ovviamente, per tutta la settimana, aveva cercato di tenere nascosto il suo malessere a Draco, e a parte qualche sguardo preoccupato, era riuscito a non far nascere in lui il dubbio che fosse malato.

Si era distrattamente informato usando il computer di Vivianne, a lavoro, descrivendo i vari sintomi che sentiva e facendo una breve ricerca su internet. Le opzioni non erano molto favorevoli, ma non preannunciavano neanche morte imminente: forse aveva una leggera depressione che lo portava ad avere crolli emotivi, e lo stress accumulato gli stava dando problemi gastrici e alimentari. Decise che sarebbe stato più attento da quel momento in poi, perché proprio diventare anoressico o bulimico non era proprio nei suoi piani – e anche se si sentì un po' in colpa, continuò a non dire nulla a Draco.

Fino a che non poté più nasconderlo. Dopo quasi una settimana dove era andato avanti solo a tea alla menta – che sembrava l'unica cosa che riusciva a non vomitare violentemente dopo poco tempo – il venerdì pomeriggio, nella Libreria Caffè, mentre stava riponendo dei libri su uno scaffale, sentì la testa girare e la terra mancargli sotto i piedi, e fu davvero una fortuna se non sbatté la testa su qualche spigolo, quando svenne per mancanza di forze.

Vivianne lo mandò a casa arrabbiata nera perché, nonostante le avesse detto che stava bene e che non aveva avuto bisogno di un parere medico, le aveva palesemente mentito e aveva minacciato di chiamare il pronto soccorso, la prossima volta che sarebbe successo una cosa del genere, se lui non avesse chiamato subito un dottore e non si sarebbe fatto visitare. Tutto quello che fece, invece, non fu altro che infilarsi a letto e addormentarsi di botto, sentendosi debole come mai era successo in vita sua. Non avvisò neanche Draco che era tornato a casa prima e non era a lavoro.

Infatti, poche ore dopo, si svegliò sotto le urla di Draco che, indignato, cercava di svegliarlo a male parole. «Stai male da una settimana e io vengo a saperlo solo adesso da Vivianne la Babbana dopo che sei svenuto?! Ti rendi conto che, solo per questo, ho terribilmente voglia di lanciarti incantesimi urticanti cosicchè non farai altro che grattarti come un cane pulcioso per tutto il fine settimana?!»

«Draco,» gracchiò, senza uscire dalla fortezza di coperte dove si era avvolto – era Aprile ma non aveva ancora così caldo da evitare il tepore del letto, «mi va bene che tu mi maledica adesso, ma puoi evitare di urlare? Ho un mal di testa atroce.»

Draco sembrò sgonfiarsi come un palloncino. Si sedette sulla sponda del letto, al suo fianco, e cercò di scoprirgli almeno il viso, «Hai battuto la testa quando sei caduto oggi?»

«Veramente non è stata una caduta così violenta. Sono caduto di sedere.» ridacchiò, accontentando Draco e uscendo fuori dal suo nascondiglio, «Sto bene, non preoccuparti. Non mangio bene da giorni e ho una nausea perenne, tutto qui.»

«Tutto qui. Certo. Sei un idiota.»

«Scusa, avrei dovuto dirtelo.»

«Sì, avresti dovuto, Potter.» Draco sospirò, poi lo guardò e sogghignò, «Vuoi farti perdonare?»

Harry arrossì, «Draco, non so se, in questo momento, io sia in grado di fare alcunché, magari se riposo un po' prima...»

«Sei un idiota.» ripeté, alzando gli occhi al cielo, «Non voglio le tue grazie malaticce adesso, e neanche i tuoi vani tentativi di seduzione, che, ammettiamolo, fanno piuttosto pena.»

«Però hanno sempre effetto su di te, non sei mai riuscito a nasconderlo.» gli fece notare, facendo, con un dito, il gesto di qualcosa che si alzava.

«Non lo nego. Tornando al discorso di prima, per farti perdonare devi accettare di prendere delle pozioni che ti porterò, va bene?» Harry si mise a sedere di scatto, guardandolo incredulo di quello che gli stava chiedendo, ma prima che potesse urlare che no, non avrebbe assolutamente fatto sapere a qualche Medimago dove fosse e in che condizioni vivesse, Draco fermò ogni sua protesta, «Dirò che sono per me. Saranno solo pozioni contro la nausea, te lo giuro, Harry. Non dirò a Madama Chips che sei coinvolto.»

Lo fissò, indeciso. Strinse le lenzuola tra le dita, prima di rispondergli, sospirando: «Okay, va bene. Mi fido. Pur di smettere di vomitare non appena metto qualcosa sotto i denti, sono disposto a tutto, a questo punto.»

Dopo un ultimo sguardo pensieroso, Draco si alzò, gli baciò la fronte e disse: «Torno subito.» prima di smaterializzarsi.

Si riaddormentò neanche pochi secondi dopo, avvolgendosi di nuovo tra le coperte del suo letto. Non seppe quanto tempo Draco stette via, ma si rese conto di star sognando quasi subito quando, aprendo gli occhi, si ritrovò davanti Ron che, dallo sguardo ferito, stava lanciando sul letto pozioni su pozioni, mentre al suo fianco c'era Hermione che esibiva la pancia gonfia avvolta da una maglietta troppo stretta. Era in lacrime, stringeva forte la mano di Ron, mentre quest'ultimo gli stava gridando qualcosa che Harry non sentì.

Si svegliò si soprassalto quando sentì il rumore della smaterializzazione di Draco nella sua camera da letto. Lo guardò, sicuramente pallido come un fantasma e zuppo di sudore. Draco fu subito al suo fianco, «Va tutto bene?»

«Sì. Solo un incubo.» lo rassicurò.

«Ti va di raccontarmelo?»

Harry si scusò con lo sguardo, «Magari dopo.» disse, poco convinto. Il sogno lo aveva lasciato scosso, e non aveva voglia di parlarne. Sapeva che Ron ed Hermione erano le persone che gli mancavano più di tutte – persino più di Ginny, anche se ormai non provava più niente per lei in quel senso, restava importante per lui – ma non capiva perché, dopo quasi nove mesi di lontananza, dovesse sognarli proprio adesso. In quel modo, poi.

«Va bene, Harry, come vuoi. Quando te la sentirai, sarò felice di ascoltarti. Ma prima...» Draco tolse dalla tasca del mantello che raramente indossava, almeno quando veniva da lui, un'ampollina contenente del liquido verde scuro, e alla sua sola vista Harry ebbe già il bisogno di correre al bagno e vomitare.

«Devo proprio?» chiese, con tono lamentoso, mentre suo malgrado prese l'ampollina tra le dita e la stappò. L'odore era nauseabondo proprio come l'aspetto, e fino all'ultimo sperò che, almeno il sapore, non fosse persino peggio.

«Sì, devi berlo fino all'ultima goccia. Se...» si fermò e di inumidì le labbra, aveva lo sguardo lontano e pensieroso, «Se non fa effetto, ne ho un'altra più forte. Però promettimi che, se neanche quell'altra ti farà passare la nausea, andrai a farti controllare da un medico, Babbano o no, non mi importa.»

Harry scrollò le spalle noncurante e, in un sol sorso, bevve la pozione verde – come volevasi dimostrare, faceva davvero schifo. Passarono solo pochi secondi prima che Draco fu costretto a trasfigurare il bicchiere d'acqua che aveva appoggiato sul comò in un secchio, perché subito i conati di vomito gli fecero rigettare la pozione e anche il tea che aveva bevuto poco prima di andare a lavoro quella mattina. Quando terminò, Draco fece evanescere ogni cosa.

«Normalmente mi avrebbe dato fastidio l'uso della magia davanti a me, ma in questo momento ringrazio il cielo che tu abbia quella bacchetta. Sarebbe stato orribile dover togliere il vomito dalle lenzuola lavandole a mano.» scherzò, debolmente.

Draco, però, non rise. Prese l'altra ampollina che, anche quella, aveva nascosta tra le pieghe del mantello e gliela porse, non prima di averla fissata con sguardo crucciato. «L'altra l'hai rigettata quindi non ha fatto effetto, prendi questa.»

Quella pozione, diversamente dalla prima, era di un verde un po' più chiaro, ma in egual modo disgustoso. Quando la stappò, però, non aveva affatto un odore insopportabile, ma anzi, sapeva vagamente di menta. Anche quando la bevve, seppur non avesse un buon sapore, aveva quel retrogusto fresco che aveva anche il tea alla menta che aveva preso in continuazione quella settimana.

Aspettò un po', poi sorrise, quando si rese conto che la nausea era del tutto passata. «Ha funzionato!» esultò. Quasi non ci aveva sperato, vedendo come il suo corpo aveva reagito con la prima pozione: per un attimo, aveva pensato che, non avendo adesso la magia, il suo organismo non poteva accettare più neanche gli oggetti magici. «Sto già molto meglio, te lo assicuro. Mi è persino passato il mal di schiena, che in questa settimana è stato come una costante.»

Non si aspettò che Draco lo baciasse, in quel momento. Per Diana, okay che aveva preso una pozione e il saporaccio del vomito era andato via, ma un tipo perfettino come Draco non lo avrebbe mai baciato in quelle condizioni. Fu solo un bacio a stampo che Harry di certo non disdegnò, ma fissò Draco con un sorriso ma con uno sguardo confuso, quando appoggiò la fronte sulla sua.

«Ho appena vomitato.» gli fece notare.

Draco si limitò a sorridere, a sorridere apertamente. I suoi occhi brillavano, felici. «Dobbiamo parlare.»

Harry aggrottò le sopracciglia, «Non è mai una cosa positiva.»

«Questa lo è.» lasciò la presa sul suo viso e si alzò, porgendogli poi la mano per farlo alzare dal letto, «Ma prima andiamo a mettere qualcosa sotto i denti. Hai detto che è più di una settimana che non riesci a mangiare, no?»

Harry annuì e accettò la mano, stringendo le dita tra quelle lunghe di Draco. 



«Però così mi metti un'ansia pazzesca, Draco, sul serio. Sputa il rospo.»

Non appena avevano messo piede in cucina, Draco gli aveva intimato di andare a sedersi sul divano del soggiorno e di non muoversi da lì, mentre lui prendeva qualcosa da mangiare. Incredulo, Harry non fece altro che annuire ed obbedire, per poi rendersi conto che Draco, proprio Draco Malfoy, gli aveva preparato dei toast con formaggio e prosciutto come li adorava mangiare e, come se non bastasse, teneva in mano anche un sacchetto con all'interno un tortino alla melassa e una bottiglia di succo di zucca. Gli mise tutto davanti, sopra uno dei vassoi d'argento che la vecchietta gli aveva lasciato nell'appartamento, mentre lui si prese uno solo dei cinque toast che aveva preparato.

In effetti, Harry aveva una fame che non ci vedeva più, però non poté negare a se stesso che il comportamento di Draco era così non da lui che stava iniziando a preoccuparsi. Dopo aver divorato tre toast e il tortino alla melassa, e aver bevuto un bicchiere di succo di zucca, lo guardò preparandosi al peggio.

Draco sospirò. «So che non mi crederai, non dopo aver avuto quella discussione neanche una settimana fa, ma, Harry, la seconda pozione era per le nausee mattutine.»

«Beh, sì. Di mattina, devo ammettere, che la nausea è sempre stata più violenta, anche non appena mi svegliavo senza aver toccato cibo. Ma anche durante il resto del giorno non mi dava tregua, Draco.» ridacchiò, afferrando un altro toast che, forse perché li aveva preparati Draco per la prima volta soltanto per lui, erano davvero deliziosi.

«Non è quello che intendevo. Le nausee mattutine sono sintomi che hanno, come dire, le donne incinte. Nel Mondo Magico anche i Maghi, ovviamente, ma ecco, era per farti capire senza creare fraintendimenti.»

Il toast gli ricadde sul vassoio, mentre con occhi sgranati e grandi come due piattini da tea fissava Draco senza quasi neanche vederlo. «Stai dicendo che aspetto un bambino? Draco, non è divertente. Sai bene che non è possibile, me l'hai detto chiaramente tu.»

«So cosa ho detto. Ma, Harry, se aspetti quel bambino davvero, sai cosa significa questo? Che hai ancora magia in te. Non so perché non si è manifestata dal giorno della Battaglia, forse è troppo debole o forse è colpa di qualche incantesimo, vorrei dirtelo ma davvero non lo so. So solo che c'è un'alta possibilità che tu sia in dolce attesa.» rise, Draco, e i suoi occhi solitamente gelidi, in quel momento brillavano pieni di gioia, e le sue ginocchia non riuscivano a stare ferme e composte, smaniando per avvicinarsi a lui. «Se non mi credi, o comunque vuoi essere sicuro di tutto, ti prego Harry, vieni con me da Madama Chips.»

«No.»

«Harry, per favore...»

«No.» scosse la testa e, agitato, si alzò, facendo cadere il vassoio per terra. Non se ne curò, ebbe solo la voglia di arrabbiarsi con Draco per stargli facendo quello scherzo di pessimo gusto e di volerlo portare in quel mondo che, dopo tanti sacrifici e tante sofferenze, era riuscito a lasciarsi alle spalle, nonostante la malinconia. «Non so dove tu voglia andare a parare, Draco, ma non è divertente quindi smettila. Non verrò da te da Madama Chips perché è impossibile che io aspetti un bambino, quindi basta così prima che ti lanci qualcosa!»

Anche Draco si alzò e gli fu subito vicino, prendendogli il viso tra le mani e baciandogli le labbra in modo leggero come se fossero una farfalla, con i pollici gli accarezzava le gote in quel modo dolce che Draco raramente aveva ma che più tempo passavano insieme, e più usciva fuori. Si sciolse tra le sue braccia, anche se in quel momento non voleva. «Non ti sto prendendo in giro, te lo giuro su ogni cosa che ho di più caro. Che, beh, al momento sei tu.» rise, e gli diede un altro bacio, «Non ti sto chiedendo di andare al San Mungo, dove chiunque può riconoscerti e correre al Profeta per testimoniare la tua presenza nel Mondo Magico. Ti sto chiedendo di venire con me ad Hogwarts, di venerdì sera, dove ogni alunno, in questo momento, è chiuso nel proprio dormitorio a studiare per avere poi il sabato e la domenica liberi. Madama Chips non dirà nulla a nessuno, e se sarà necessario la oblivierò subito dopo, ma ti prego, se davvero aspetti un bambino non solo saremo le persone più felici di questo mondo, ma vuol dire che hai ancora la magia, e anche abbastanza per creare l'ambiente adatto per la crescita del feto.»

Harry chiuse gli occhi, mentre alzava le mani e le appoggiava sopra quelle di Draco. «Ho mai detto che ti amo?»

«No. Ma lo sospettavo. Io te l'ho mai detto?»

«No.» scosse la testa, e nacque un sorriso specchio di quello di Draco, «Ma lo sospettavo.»

«Quindi cosa farai, Harry? Verrai con me da Madama Chips?»

«Ho altra scelta?» chiese, abbassando gli occhi, «In realtà ho paura di restare deluso di nuovo. Hai detto che è una possibilità, non una certezza, ma farà sempre male se anche questa speranza, alla fine, si rivelerà vana.»

«A questo ci penseremo poi, va bene? Ci penseremo poi.» Fece scivolare via le mani dal suo viso, «Vado a prenderti un mantello, ad Hogwarts piove. Tu va' a cambiarti.»

Indossò senza particolare voglia dei jeans e una felpa non troppo leggera, Mentre si cambiava, si fermò con solo le braccia dentro la ferpa davanti allo specchio del bagno, e i suo occhi caddero sulla sua pancia. Era piatta, come era sempre stata. Anzi, forse era persino più incavata a causa del digiuno forzato della settimana passata, ed Harry si limitò a sospirare. Non sapeva praticamente niente di gravidanze, nè femminili nè, tantomento, maschili, ma era quasi sicuro che la pancia si sarebbe dovuta gonfiare come un palloncino e somigliare ad una balena, invece che averla inesistente e somigliare ad una sogliola.

Corse in cucina quando sentì il rumore della smaterializzazione di Draco. Lo trovò al centro della stretta stanza con in mano uno dei suoi mantelli, segno che era passato al Manor di fretta e furia e aveva preso il primo che gli era parso davanti. Non che ad Harry importasse, comunque. Accettò il mantello e lo indossò nel modo meno goffo che conosceva – non usava un mantello da più di un anno, durante la guerra aveva sempre gli stessi vestiti addosso per forza di cose – poi guardò Draco.

Gli chiese: «Non sei stanco dopo aver usato la Smaterializzazione così tante volte, oggi?»

«No. Chi credi che io sia? Sapevo smaterializzarmi persino prima che tu ti rendevi conto che la magia esistesse.» sorrise, accattivante, e gli porse una mano, «Sei pronto?»

«No. Ma possiamo andare lo stesso.»

Si ritrovò sotto la pioggio con lo stomaco che, invece, era sottosopra. Ringraziò tutti gli Dei quella pozione che aveva preso e che gli aveva fatto passare del tutto la nausea, almeno per quel giorno, altrimenti si sarebbe ritrovato a vomitare proprio davanti alle nuove barriere di Hogwarts. Camminarono in silenzio, superando i cancelli. Da lontano, Harry vide il campo da Quidditch ancora da ristrutturare del tutto, ma a parte le macerie che una volta erano gli spalti, il castello non aveva più alcun segno della guerra.

Quando entrarono e furono coperti da quella pioggia primaverile, notò che i corridoi erano completamente deserti. Fortuna che l'infermeria si trovava nel primo piano e non ci avrebbero messo molto, ma si sentiva troppo esposto in ogni caso, nonostante fosse nascosto sia dal cappuccio della felpa che da quello del mantello. Arrivarono davanti all'infermeria senza aver incrociato neanche un fastasma e, a quel punto, Harry non riuscì a non chiedere: «Non c'è nessuno?»

«Ci sono tutti.» Draco sussurrò, e sembrava così strano. Sembrava un posto abbandonato. «Solo che sono cambiate un po' di cose dall'anno scorso. Tutti i ragazzi preferiscono tornare a casa loro il fine settimana per stare con i propri cari, e chi resta non ha molta voglia di giocherellare in giro, ma resta chiuso nei propri dormitori a studiare o a passare più tempo possibile con i propri amici.»

«È come se... se si fossero annullati tutti?» chiese, incredulo.

«Puoi biasimarli? Tutti hanno perso qualcosa, qui. E poi è passato troppo poco tempo per lasciarsi tutto alle spalle, le immagini che tutti hanno visto tra queste mura sono ancora vivide come se fosse successo ieri.» Draco gli prese la mano e aprì la porta dell'infermeria, donandogli un mezzo sorriso, «Vedrai che tutto tornerà come prima. Solo, non subito.»

Harry annuì, capendo perfettamente. Con tutte le probabilità del mondo, anche lui, se fosse tornato ad Hogwarts, avrebbe agito allo stesso modo. Sarebbe passato nei punti dove aveva visto i corpi senza vita di Fred, Remus e Tonks e sarebbe scappato a rinchiudersi nel suo dormitorio senza uscirne per un bel po'.

Si irrigidì, però, quando nell'infermeria deserta, vide, in un angolo, Madama Chips che stava rimettendo al proprio posto delle ampolle piene di liquidi di vari colori. Draco, facendo forse finta di non vedere il suo disagio, la chiamò. «Madama.»

«Signor Malfoy. Vedo che ha portato il suo amico.» la donna, dal viso più stanco di quello che ricordava, si girò verso di loro e fece un sorriso ad entrambi, anche se vedeva soltanto il viso di Draco.

«Ha fatto solo effetto la seconda pozione.» la informò, mentre Harry, mettendo mano a tutto il coraggio Grifondoro che gli era rimasto, iniziò a scoprirsi dei cappucci zuppi di pioggia che Draco, nell'ansia del momento, si era dimenticato di asciugare. «Se non è un disturbo, dovrebbe toglierci qualche dubbio.»

Madama Chips osservò il viso finalmente libero da qualsiasi nascondiglio di Harry e sgranò gli occhi, facendo come a portarsi una mano alla bocca. «Harry...» sussurrò, per poi ricomporsi quasi immediatamente e fare cenno ad entrambi di avvicinarsi al lettino più lontano dalla porta d'ingresso, ed Harry la ringraziò mentalmente. Non voleva rischiare di farsi beccare dentro Hogwarts da un ragazzino che era caduto dalla scopa.

Madama Chips iniziò a porgli qualche domanda ed Harry, suo malgrado, dovette dirle di tutti gli sbalzi d'umore e di tutti i disturbi e i dolori che aveva tenuto Draco all'oscuro, e sentì il suo sguardo arrabbiato dietro la nuca come se fossero dardi di fuoco, ma non disse nulla. «Signor Potter,» cominciò la donna, afferrando la sua bacchetta e lanciandogli qualche incantesimo, «sa cosa significa se lei, effettivamente, aspetta un bambino?»

«Che ho magia, lo so.» rispose, ma non ne era entusiasta. Sapeva che non era possibile.

«I sintomi sono tutti di quelli di una gravidanza maschile. I dolori alla schiena e allo sterno sono perché il suo corpo sta cercando di adattarsi alla magia sconosciuta e alla nuova vita dentro di lei. Le nausee e gli sbalzi d'umore sono, ovviamente, a causa degli ormoni e del feto.»

«Possiamo saperlo con certezza?» chiese Draco, ed Harry vide che stava iniziando a spazientirsi per l'attesa.

«Certamente, signor Malfoy.» Madama Chips agitò di nuovo la sua bacchetta, stavolta però proprio sulla sua pancia piatta, e davanti a loro apparì un immagine tridimensionale. «Posso dire con certezza, adesso, che lei aspetta un bambino, signor Potter.» annunciò, e con la mano non occupata a tenere la bacchetta sulla pancia, indicò un esserino che Harry non seppe ben capire a cosa somigliasse muoversi agitato. Era piccolo come un fagiolo, o poco più, e alla sua vista gli occhi di Harry si inumidirono.

«Quando è stato... quando...» deglutì, cercando di togliere quel nodo che gli stringeva la gola, «Quanto è grande?» chiese, non riuscendo a fare una domanda di senso compiuto.

«Circa tre settimane. A fine Dicembre potrete abbracciare vostro figlio, direi.»

Da quel momento, non ascoltò più niente che non fosse quel lieve thum thum del cuore di suo figlio – suo e di Draco – e non vide più niente che non fosse quel fagiolino che nuotava nel suo stomaco. Non sentì Madama Chips e Draco che discutevano sui mesi futuri, sul bisogno di costante monitoraggio da parte di medici esperti, di pozioni e vitamine che avrebbe dovuto prendere durante tutto l'arco dei nove mesi. Si estraneò anche solo per quei brevi minuti, per rendersi appieno conto di quanto tutto quello fosse vero. Neanche gli importava, al momento, del fatto che aveva la magia, seppur sopita. Era passato del tutto in secondo piano.

«Harry.» Draco attirò la sua attenzione, prendendogli una mano e stringendola.

«Cosa vuole fare, signor Potter?» chiese Madama Chips, in modo pacato.

Aveva tante cose da fare, adesso. Sicuramente, doveva andare dagli Weasley, chiedere perdono per il suo abbandono, ma desiderava che anche loro facessero parte della vita di suo figlio. Doveva lasciare il lavoro, perché di certo non poteva presentarsi tra i Babbani con il pancione. Immaginava che sarebbe dovuto andare anche dai Malfoy, perché sarebbe stato ciò che Draco desiderava, che, nonostante gli errori, anche i suoi genitori potessero fare i nonni per il suo erede. E ancora, doveva fare in modo di avere una camera per il bambino, comprare una culla e tutti gli oggetti che gli sarebbero stati utili. Aveva davvero un sacco di cose da fare.

Ma per il momento, guardò Draco con così tanta voglia di baciarlo proprio lì, su due piedi, davanti a Madama Chips – e sembrò quasi che gli avesse letto nel pensiero, o che avesse usato su di lui la Legilimens, perché non appena aveva pensato di farlo, Draco si piegò su di lui e gli diede un bacio casto sulle labbra, mentre una mano si appoggiava leggera come una piuma, quasi come se avesse paura di rompere qualcosa di prezioso e fragile come vetro, sulla sua pancia.

«Andiamo a casa.»






Spazio Autrice

Ecco la fine di questa breve storia! Era nata come one-shot, ma mi è venuta particolarmente lunga e mi è sembrato giusto suddividerla in questo modo, anche per creare della suspance (?)
Comunque, spero tanto vi sia piaciuta! <3 Non mi sono fatta sentire finora perché, essendo una one-shot, ho ritenuto giusto non spezzare ancora di più la narrazione con i miei sproloqui!
Ringrazio tantissimo le bellissime persone che hanno recensito, e i lettori silenziosi! E non dimentico di certo le meraviglie che l'hanno messa tra le preferite/ricordate/seguite! <3
A presto! ;)

Emily.

  
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