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Autore: Kim WinterNight    21/07/2017    7 recensioni
E ora capisco cosa intendesse una persona a me molto cara quando, in seguito alla morte di Chris Cornell, mi disse: «Lui ha fatto parte della mia adolescenza. Ora non c'è più e io, a trentasette anni, solo ora, ho capito che non sono più una ragazzina. La morte di Chris è stata la fine di un'era, e io ho pianto tantissimo anche per questo».
Ecco, Chester, lo stesso vale per me.
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
- Questa storia fa parte della serie 'Rest In Peace'
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From the Inside

[Chester, Rest In Peace]




Ehi, Chester...


No, forse non dovrei cominciare così, riproviamo...


Ciao, Chester!


No, è troppo da stupida...


Caro Chester,

non so se questo sia il modo migliore per cominciare questo mio flusso di pensieri, e in effetti mi sento piuttosto sciocca mentre scrivo qualcosa del genere nei confronti di qualcuno che non c'è più.

Parto col dirti che sono incazzata con te, sì, lo sono parecchio. Ultimamente non tenevo più conto di ciò che stavi combinando, a livello musicale i tuoi lavori con i Linkin Park non mi sono piaciuti.

Sono piuttosto old school, se così si può dire; forse non è neanche la giusta definizione, ma sono una di quelle persone che hanno amato la tua band ai tempi d'oro, quando Hybrid Theory e Meteora erano qualcosa di innovativo e davvero figo, davvero emozionante. Inoltre, le tue doti canore venivano messe in evidenza, e a me facevi davvero impazzire.

Mia sorella mi ha odiato, lei non sopportava la mia fissa per i Linkin Park, mi diceva che a lei non piacevano e che per colpa mia li stava odiando sempre più. Ma io come potevo evitare di ascoltarti, Chester? Tu e Mike eravate dei punti di riferimento, voi e la vostra voce siete stati la voce della mia adolescenza. Voi e gli altri componenti della band siete stati in grado di farmi amare il rock, di avvicinarmi a quelli che poi sono diventati i miei gruppi di riferimento.

Tutto è cominciato con voi e con i Blink182, per poi proseguire verso strade diverse, ma non tanto. È grazie a te che ho scoperto i Limp Bizkit e la loro incredibile energia, i Korn e il modo cupo che avevano per esprimersi. Ho scoperto gli Slipknot e il casino che combinavano, ma che dietro nascondeva un talento come Corey Taylor e la sua voce incredibile.

E poi, be'... poi mi avete spinto tra le braccia dei System Of A Down, loro che poi sono diventati i migliori per me, i pilastri della mia adolescenza, sì, ma anche di quella che è la mia vita, ora.

Forse, se non avessi amato tanto la tua musica, non sarei mai arrivata a fare il possibile per andare a sentirli dal vivo, il mese scorso.

Chester, ti rendi conto di cosa cazzo hai fatto?!

Adesso Daron sta soffrendo per la tua scomparsa, tutti stanno soffrendo. Ci hai pensato, eh, alla povera Vicky? La moglie del tuo amico Chris Cornell ora sta malissimo, credo che per lei questo sia stato un colpo durissimo. Suo marito è andato via soltanto due mesi fa... e tu? Tu cosa fai?

Sicuramente mi sbaglio, sicuramente non dovrei parlare così, perché nessuno ha il diritto di giudicare i gesti che fanno gli altri, specialmente dopo tutto quello che hai passato, dopo tutta la sofferenza che c'è stata nella tua vita. Ma davvero non riuscivi a riscuoterti? Per me è strano, mi sembra una coincidenza troppo grossa il fatto che tu abbia fatto ciò che ha fatto Chris proprio nel giorno in cui lui avrebbe compiuto cinquantatré anni.

No, ci deve essere qualcosa di premeditato, non lo so... non so più cosa pensare. Ma forse non dovrei pensare a niente, sicuramente tu non vorresti essere giudicato da una perfetta sconosciuta, quindi... la smetto qui e ora.

I miei ricordi legati a ciò che hai rappresentato per me sono molti, ma ci sono delle cose veramente nitide nella mia memoria: ero in seconda superiore e avevo scoperto da poco la vostra musica, e nel frattempo mi ero presa una bella sbandata per un mio compagno di classe. Questa sbandata è durata circa tre anni, un'eternità! Be', lui adorava i Linkin Park, perciò questo fattore mi ha aiutato molto ad avvicinarlo e a trascorrere più tempo con lui.

Certo, io ho sbagliato tutto, ero così sciocca, ma i brani dei vostri primi due album, così come qualcuno di Minutes to Midnight sono diventati la colonna sonora del mio amore platonico per lui; ogni volta che ascoltavo quella musica, c'era lui nei miei pensieri, ogni volta che succedeva qualcosa di più o meno significativo tra noi, sentivo il bisogno di ascoltarvi.

Lui aveva una brutta malattia, Chester, e sono sicura che tu e i ragazzi lo avete aiutato molto, lo avete reso più positivo, lo avete reso migliore. Lottava con la sclerosi multipla e aveva sempre il sorriso sulle labbra, era forte, determinato e capace di infondere allegria e leggerezza a chi lo circondava. Pochi sapevano che era malato, quasi non si notava, tant'era la sua forza interiore e il suo attaccamento alla vita.

Forse è per questo che me ne ero innamorata – se così si può dire. Forse è per questo che lo stimavo e ammiravo tanto, perché lui riusciva a essere forte e io non ce la facevo.

Quando lui si fidanzò, io soffrii tantissimo, sempre con la vostra musica nelle orecchie. Chester, vedi? Sei stato, in qualche modo, un compagno di avventure e sventure per me.

Un giorno lui finì all'ospedale, non so bene per quale motivo, ma era qualcosa legato alla sua malattia. Trascorsi diverse settimane senza riuscire ad ascoltare i Linkin Park, erano troppi i ricordi e le emozioni legate a voi e a quel ragazzo che, per una volta, era stato vinto dal suo male.

Poi lui si riprese, certo, si sarebbe sempre ripreso e non avrebbe mai smesso di lottare. Ora, sicuramente, lotta ancora, ma non so dove sia, non so cosa faccia. Sono solo certa che non si sia arreso, perché amava la vita e adorava vedere il sorriso sul volto altrui.

Questa storia non era delle più allegre, me ne rendo conto. Però ricordo anche altro: io che, come una stupida invasata, cantavo tutte le vostre canzoni e riuscivo a malapena a seguire le mille parole di Mike; io che cercavo di imitarti quando, in Given Up, prolungavi quel grido quasi all'infinito; io che ero in fissa con From the Inside e la ascoltavo in loop mentre mia sorella mi intimava di smetterla; io che mi piantavo di fronte al televisore per seguire i concerti e gli speciali che venivano trasmessi su MTV.

E poi io che ho visto un gruppo che amavo cambiare stile, io che sono rimasta piacevolmente sorpresa dalla vostra collaborazione con il mio amato Daron Malakian, io che pian piano ho lasciato perdere le vostre canzoni perché non mi rispecchiavano più.

Recentemente, ho cominciato a cambiare canale quando, su Radio Freccia, passavano la vostra Heavy o Good Goodbye. Recentemente non ti reggevo tanto, mi domandavo perché fossi cambiato in maniera tanto radicale, cosa avesse spinto te e i ragazzi a divenire così diversi, irriconoscibili per chi, come me, vi ha conosciuto in passato.

Eppure, quando ieri ho saputo, sono rimasta sconvolta.

E quando stamattina ho sentito Burn It Down su Freccia, sono scoppiata a piangere e mi sono chiesta mille volte perché lo hai fatto, perché ci hai lasciato, perché hai fatto sì che un'era si concludesse.

E ora capisco cosa intendesse una persona a me molto cara quando, in seguito alla morte di Chris Cornell, mi disse: «Lui ha fatto parte della mia adolescenza. Ora non c'è più e io, a trentasette anni, solo ora, ho capito che non sono più una ragazzina. La morte di Chris è stata la fine di un'era, e io ho pianto tantissimo anche per questo».

Ecco, Chester, lo stesso vale per me.

E niente, non ho più niente da dire, anche se vorrei dire tutto, tanto, vorrei parlare all'infinito.

Come tu dicesti nella lettera per Chris, io ora auguro a te di aver trovato la pace che cercavi e di esserti ricongiunto con le persone che anche tu, lungo il cammino, hai perso.

Sì, Chester, mi mancherai, nonostante tutto.


From the inside,

Kim

  
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