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Autore: Shine_    22/07/2017    6 recensioni
[XIII parte Car Wash; Zayn/Liam - accenni Louis/Harry]
- E perché ora siamo qui?- domandò con un movimento delle bacchette per indicare tra loro, curvò un sopracciglio verso l’alto e scosse il capo con una breve risata quando lui rispose con un tono saccente che “il romanticismo non è dato solo dall’atmosfera che si crea”.
- La verità è che ti conosco ormai bene, conosco certi particolari del tuo viso e capisco quando c’è qualcosa che ti gira nella testa e non ti dà pace.-
Si costrinse a tenere gli occhi bassi e fissi sulle bacchette, premette le labbra in una linea tesa e mosse il capo in un cenno quando lo sentì aggiungere: - Il thailandese è uno dei tuoi preferiti e qui non sei mai costretto a fingere.-
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam Payne, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Car wash e seguiti'
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Rise up

 

 

Interamente dedicata a tutte le persone che hanno ispirato questa serie e a chi ha desiderato un continuo per proseguire questo immenso viaggio.

 

 

« I know that we all got one thing
That we all share together
We got that one nice dream
We live for
You never know what life could bring
‘Cause nothing last forever
Just hold on to the team
You play for

I know you could reach the top
Make sure that you won't stop
Be the one that you wanna be »

 

« - Non farò mai più una cosa del genere, sei pazzo.- borbottò con una smorfia, lasciando che avvolgesse le braccia attorno alla propria vita e finendo sdraiato sopra di lui, mentre quello non smetteva un secondo di ridere e ripetere di quanto fosse stato grandioso.

Stava ascoltando i discorsi tra Louis e Harry, tenendo una mano puntata accanto al viso del castano per non gravargli addosso, e lo sentì biascicare con la voce impastata dal sonno: - Sono felice che tu sia qui, è stata la festa migliore di tutte.-

- Solo perché c’ero io?- lo prese in giro con un sorriso intenerito, spostandogli le ciocche di capelli dalla fronte, e vide il suo cenno del capo, il suo sbadiglio e “Rendi tutto più bello”. »

[ XII parte Car Wash – Superhero ]

 

 

Se Zayn pensava all’opera di convincimento messa in atto da Liam per farlo partecipare alla festa doveva ammettere di essere stato parecchio debole. Era bastato che citasse due o tre nomi di sconosciute, assieme a qualche episodio di un passato lontano, e tutte le resistenze di Zayn erano svanite per lasciare il posto a una tenue gelosia, unita alla schiacciante curiosità di incontrare vecchie fiamme del ragazzo e paragonarsi inutilmente a loro. Il piano iniziale era andato fin dal principio in fumo non appena Liam l’aveva raggiunto, l’aveva stretto in un abbraccio e baciato nel mezzo del salone pieno di gente, mettendo in pratica quel che Zayn avrebbe voluto dimostrare a tutti i presenti.

- Ti ho già detto che sono felice tu sia qui?- gli aveva domandato Liam appena aveva separato le loro bocche, aveva scosso il capo per rispondergli ed era riuscito a ribattere solo l’inizio della lamentela sulla mancanza di un saluto che si era trovato coinvolto in un bacio che gli aveva fatto portare le braccia attorno al collo del maggiore per sostenersi a lui.

Il resto della serata in compagnia di Liam era passata molto più in fretta di quel che temeva. Si era persino divertito mentre il maggiore improvvisava qualche passo di danza per lui; un braccio sollevato, la mano stretta attorno a una bottiglia di birra e un ghigno seducente a prendere forma sulle sue labbra carnose. Non si era nemmeno accorto del salone che si svuotava con lo scorrere delle ore, forse perché troppo occupato a ridere dei movimenti goffi di Liam e dei suoi tentativi di insegnargli qualche mossa o impegnato a osservare le sue guance accaldate per via dell’alcool e dell’agitarsi con la musica.

Zayn si rese conto di essere giunto al termine della festicciola intatto solo quando il silenzio calò nel salone, avvolse un braccio attorno alla vita di Liam per sostenerlo mentre si sbilanciava durante le lamentele contro Louis e lo accompagnò verso i divani, finendo inevitabilmente sdraiato su di lui alla sua decisione di lasciarsi cadere con uno sbuffo e una risata.

- Sono davvero tanto, tanto, tanto felice che tu sia qui. La festa migliore di tutti i tempi.-

Non riuscì a fermare il sorriso intenerito al ripetersi di quella frase, spostò una mano contro la sua guancia calda e con un tono divertito domandò: - Solo perché c’ero io?-

Seguì il cenno deciso del capo di Liam, risalì con le dita fino alla sua fronte per spostargli le ciocche e trattenne il labbro inferiore con i denti, vedendolo sbadigliare e mugugnare: - Rendi tutto più bello.-

Inarcò un sopracciglio all’improvviso ghigno che aveva fatto la sua comparsa sulle labbra di Liam, poggiò entrambi i palmi contro i cuscini del divano per riuscire a sollevarsi meglio e osservò in quel modo la luce maliziosa nei suoi occhi scuri mentre lui faceva qualche commento con la voce impastata dal sonno e dall’alcool. Abbassò le palpebre con un sospiro quando i polpastrelli ruvidi delle sue dita sfregarono contro la fronte, lungo il naso e sotto il mento, piegò il viso su un lato per far proseguire il contatto delle sue nocche contro la guancia e tornò a sdraiarsi sopra di lui per diminuire le distanze e captare meglio qualche parte del suo discorso.

- … delle belle, belle labbra. Sono tanto carine.-

Piegò un braccio contro il suo petto e aspettò le sue dita risalissero dalla gola fino alle labbra, schiudendo poi la bocca e intrappolando la prima falange dell’indice con i denti a premere appena contro la pelle. Lo liberò subito dopo con una risata quando ottenne le sue risatine spensierate e si sistemò meglio tra le sue gambe divaricate, passando a mordicchiare la sua mandibola per non farlo smettere di ridere.

- Se io sono Batman e tu sei Catwoman…- Aggrottò la fronte quando Liam s’interruppe per concentrarsi sul nome dell’anti-eroina, valutando le varie possibilità da “uomo gatto” a “uomo tigre” con delle risatine e le dita che continuava a muovere sul viso del moro, e sospirò sconfitto quando seguì lo stesso percorso con le dita sulle guance e disse: -… dove sono i tuoi baffi, gattino?-

Cercò di ignorare le risate che provenivano dal divano posto sul lato, sollevò il medio quando non sembrarono trovare una conclusione e spostò una mano sulla bocca di Liam, lasciando passare solo l’inizio del commento: - Hai le orecchie a casa. E anche quella coda che…-

- Hai le orecchie da gattino a casa e non le hai messe?-

- Povero Leeyum. Sarebbe stato il suo sogno vederle.-

I commenti che suonavano con le voci divertite di Harry e Louis sembrava avessero acceso una miccia in Liam che mosse il capo in cenni veloci, liberò la bocca dal palmo di Zayn e si lamentò dicendo: - Le ho viste solo una volta e mi mancano. Non le vedo da troppo tempo, Zee.-

Fu quando iniziò a rivolgersi a lui che Zayn intuì le potenzialità pericolose di un Liam Payne ubriaco, senza filtri di fronte ai loro amici che non avrebbero dovuto conoscere certi particolari della loro vita sentimentale.

- E avevi quella cosa che…- Lo bloccò ancora una volta all’ultimo momento con una mano contro la sua bocca e gli intimò il silenzio con l’espressione del viso e un “No, Liam” che aveva interrotto i suoi tentativi di ribellarsi. Vide nei suoi occhi una sfumatura di supplica che ben poche volte aveva notato su di lui e aggrottò la fronte per cercare di comunicare con lui che quel discorso non era da continuare, aspettando il suo cenno e percependo le sue labbra tendere in una smorfia offesa contro il palmo. Lo liberò con un sospiro, passò la mano contro la sua maglia per ripulirla dalla saliva dovuta alla sua ultima leccata e si mise seduto sul suo bacino, picchiettando il palmo contro il suo petto con il sopracciglio inarcato mentre diceva: - Ora sarà meglio se andiamo a riposare perché hai totalmente perso il filtro che ti permette di censurarti.-

Sollevò ancora una volta il medio per rispondere all’ilarità dei due che commentavano con versi e “Facci sentire le tue più oscure fantasie, Payno”, per poi stranirsi al silenzio in cui stava immerso il castano con le rughe a increspargli la fronte e un’arricciatura concentrata sulle labbra. Ridacchiò divertito al movimento delle sue dita che fingevano di chiudere ermeticamente la bocca e scompigliò le sue ciocche quando aggiunse con serietà: - Zee non vuole e io non parlo.-

- Tecnicamente hai già parlato. E come avresti fatto a zittirlo tanto facilmente, Zayn? Fa parte dei vostri giochetti?-

Rilasciò una risata alle ipotesi di Louis, poggiò i piedi a terra e porse la mano a Liam, aiutandolo ad alzarsi dal divano per poter raggiungere la stanza degli ospiti che il padrone di casa aveva preparato per loro.

- Non avrai mai i miei segreti, Louis. Li porterò con me nella tomba. Ho il potere di ammutolire Leeyum.- Sollevò un pugno in un gesto vittorioso e avvolse il braccio attorno alle spalle di quello che scuoteva il capo con una risatina e “Non mi hai zittito, so solo quando è utile stare in silenzio per ottenere quello che voglio”.

- E cosa vorresti, Leeyum?-

- Non sono tanto ubriaco da non capire il tuo trucchetto, Louis.-

Zayn non riuscì a fermare nemmeno in quel caso la risata, sollevò gli occhi sul viso di Liam, cogliendo la sfumatura di divertimento che curvava le sue labbra, e si lasciò voltare nella direzione della scalinata, percependo subito le sue braccia avvolgerlo e trattenerlo contro il petto. Salutò i due ancora sdraiati sul divano con un cenno della mano e una risata, provocata dalle dita di Liam che gli solleticavano i fianchi, strinse i suoi polsi per bloccare in quel modo quei movimenti e cercò di accedere al piano superiore senza separarsi dal ragazzo che ridacchiava contro il collo dove lasciava una serie di baci e “Non ho dimenticato il gattino”.

Chiuse la porta della stanza degli ospiti alle loro spalle e riuscì a captare solo il principio del discorso che stava avvenendo al piano inferiore, poi venne distratto dal cigolio del letto provocato dal tuffo di Liam che teneva le braccia spalancate, un grosso sorriso sulle labbra e un invito ripetuto a fare le “fusa”.

- Sei un idiota, lo sai?- Roteò gli occhi quando Liam rispose con un cenno d’assenso e una risata, si sdraiò accanto a lui per far cessare le sue lamentele e si sistemò su un fianco con la coscia premuta contro il suo bacino, passando le dita tra le sue ciocche e ascoltando il suo respiro che carezzava la pelle del collo. Rilasciò un sospiro al confessare del castano che “Rendi davvero tutto molto più bello” e chinò il viso per premere le labbra contro il suo capo, sentendolo rispondere con un versetto di approvazione e un tenue “Tutto molto più bello da quando sei con me”.

- Vale lo stesso anche per me.- sussurrò con un sorriso intenerito quando si accorse del suo essersi addormentato l’attimo dopo, premette il viso tra le sue ciocche morbide quasi a contenere tra loro tutta la felicità che provava e lasciò un bacio sulla punta del suo naso per poi addormentarsi stretto a lui.

Avrebbe chiesto l’indomani a Louis cosa intendesse con quella determinata frase sentita solo a metà – “Quella faccia da rincoglionito la fa solo quando è completamente andato e con Danielle…”.

///

Svegliarsi con il peso del corpo di Liam a tenerlo bloccato contro il materasso aveva in sé un lato positivo e allo stesso tempo svantaggioso. Il suo braccio contro l’addome, il suo gomito in particolar modo che spingeva contro lo stomaco, era quel che l’aveva disturbato nel sonno per il fastidio doloroso che gli causava. Così come la sensazione del braccio informicolato su cui Liam aveva deciso di dormire, reso ancora più sensibile dal suo respiro contro la pelle. Non era stato semplice convincersi a liberarsi da quella posizione scomoda, soprattutto perché non voleva disturbare quello che dormiva così serenamente, ma era riuscito dopo vari movimenti cauti a fargli riprendere il suo posto sul materasso, osservando divertito come sprofondasse il viso contro il cuscino con un verso soddisfatto.

Dopo aver constatato di non riuscire a riprendere sonno per via della sete che gli faceva ardere la gola, Zayn decise di recarsi al piano inferiore e raggiungere la cucina. Liam avrebbe apprezzato un bicchiere d’acqua e già che era arrivato fin lì tanto valeva pensare anche al suo risveglio. Si bloccò dopo il primo sorso d’acqua quando fece la sua comparsa Louis, un evidente segno rosso sul petto lasciato scoperto dallo scollo ampio della maglietta, e sollevò il bicchiere per salutarlo, seguendo i suoi movimenti nella cucina e i ripetuti sbuffi e lamentele.

- Dobbiamo andare a comprare qualcosa per fare colazione. Ieri abbiamo pensato solo alla birra e all’alcool e non c’è niente per il mio stomaco che implora pietà.-

Inarcò un sopracciglio mentre lo vedeva chiudere un’antina, voltarsi verso di lui a braccia incrociate come ad attendere una risposta, e poggiò il bicchiere sul bancone, chiedendo: - Devo venire con te?-

- Con chi stavo parlando? Con un fantasma? Sei nella mia cucina, no? Quindi vieni con me. Credimi, è anche nel tuo interesse. Liam diventa fastidioso se dopo una serata a bere non mette qualcosa sotto i denti. Insopportabile.-

Strofinò il polso contro le labbra, nascondendo in quel modo anche il sorriso divertito al presentarsi di quell’ipotetica scena nella testa, e si strinse poi nelle spalle in un silenzioso consenso, seguendolo verso l’ingresso dove infilò le scarpe abbandonate la sera precedente senza bisogno di cambiarsi perché ancora indossava i vestiti della festa.

Il viaggio in macchina era durato poco, non c’era stato il tempo necessario per imbarazzarsi del silenzio tra loro e forse non era ancora del tutto sveglio da preoccuparsene. Non erano amici, per un certo periodo aveva creduto Louis non lo sopportasse, ma era suo ospite quindi avrebbe potuto accantonare per un momento quelle paranoie e aiutarlo senza stare a riflettere sul motivo che l’aveva spinto a richiedere il suo aiuto e non quello di Harry.

- Prendi quel che vuoi, ci vediamo alla cassa.-

Inclinò il viso con una piccola smorfia sulle labbra quando lo abbandonò subito all’entrata del supermercato e scosse il capo per cancellare le preoccupazioni, mettendosi quindi a cercare il reparto dei cereali per trovare i suoi preferiti. Aveva dovuto scorrere con lo sguardo più volte sulle varie marche e proprio quando si era trovato di fronte l’ultima scatola di quelli che usava regolarmente un’altra persona l’aveva anticipato, arrivando con la mano un attimo prima di lui.

Avrebbe trovato quella situazione esilarante, se non fosse stato tanto sorpreso dal trovarsi davanti la riccia, il suo sorriso di scuse e “Abbiamo proprio gli stessi gusti”. Trattenne lo sbuffo annoiato, dovuto solo all’aver perso i cereali, piegò le labbra in un sorriso genuino e ribatté: - Ottimi gusti. Peccato uno dei due debba sempre rimetterci.-

Era pronto a darle le spalle e cercare Louis tra tutte quelle corsie ma si bloccò l’attimo prima di voltarsi, sentendola chiedere: - Come sta Liam?-

Non riuscì a fermarsi dal ribattere con un tono acido che “Se ci tieni tanto, chiediglielo tu stessa” e trattenne la risata amara quando lei sbuffò e pronunciò: - Sai benissimo per quale motivo non posso chiederglielo io.-

- Perché crede tu te ne sia andata?- domandò con un sopracciglio inarcato, un tono di sfida nella voce e un pugno stretto mentre continuava: - O perché non vuoi mostrargli quanto sai essere davvero stronza?-

- Ci sono stati degli imprevisti che mi hanno costretto a fermarmi qualche altra settimana.- la sentì rispondere con un ritmo calmo e quasi disinteressato di fronte all’insulto che le aveva rivolto, incrociò le braccia al petto per proteggersi dal suo sorriso dolce e storse le labbra in una smorfia quando lei proseguì con cautela: - In ogni caso è meglio per tutti che io me ne torni in Europa.-

Incrociò subito i suoi occhi quando sibilò un commento su quel che pensava del suo discorso, puntò la mano verso di lei e ribadì: - Sono solo delle cazzate. Non è meglio per tutti, è solo meglio per te. Non fingere di immortalarti per una causa giusta quando vuoi andartene per altri motivi. Non ti conosco, è vero. Però conosco Liam… ed Eleanor. So che esistono persone in questa città che ti vogliono bene.-

- Tu più di tutti dovresti essere felice della mia partenza.-

- Perché mai?- Si strinse nelle spalle per mostrare l’indifferenza che avrebbe dovuto provare a un suo cambio di piani e mormorò: - Se la tua partenza, il tuo distacco, fa soffrire Liam come potrei esserne felice? Poi non ho paura di te, non temo un ritorno di fiamma.-

- Forse dovresti invece, non trovi?- Cercò di ignorare il sarcasmo presente nella sua voce, puntò gli occhi nei suoi per indicarle con quel gesto che quanto detto precedentemente era la semplice verità e tese le labbra in una linea impassibile al suo pronunciare: - Lo sanno tutti che il primo amore non si scorda mai.-

Non riusciva a comprendere Zayn dove avesse trovato la forza di ridere all’affermazione di Danielle, passò una mano sul viso mentre scuoteva il capo e con divertimento commentò: - Credi che non lo sappia? Sono tre anni che mi ripetono tutti la stessa cosa. Zayn, lascialo perdere che non ti guarderà mai. Dimenticalo perché non sarà mai completamente tuo. Non vedo perché ora che finalmente è il mio ragazzo dovrei rovinare tutto per delle paure… immotivate.-

Si fermò con un’espressione pensierosa in viso, riflettendo sull’ultima parola usata in un discorso che doveva aver sorpreso più lui che Danielle, e si trovò subito dopo a proseguire con più grinta in quella conversazione che aspettava anche da troppi giorni.

- Non posso cambiare il suo passato, eliminare la tua presenza dalla sua vita e dai suoi ricordi. E non lo farei neanche se potessi. Posso esserci per lui, adesso. E forse in un futuro, se mai dovesse volermi con lui. Tu non mi fai paura. Non temo quello che dici di provare ancora per lui, quel che credi lui possa provare di nuovo per te. Mi fai solo incazzare perché non puoi dare le colpe della vostra rottura a nessuno, se non a te. Vuoi andartene via? Fallo pure. Non dire però, che io sono felice di essermi liberato di un’avversaria. Perché tu non lo sei. Non mi sento in competizione con te da tanto tempo.-

Zayn aveva dovuto sforzarsi a trattenere la risata liberatoria, non credeva sarebbe stato tanto semplice esternare tutti quei pensieri proprio con la figura quasi mitologica della ballerina, le rivolse un sorriso allegro per non pronunciare il resto di quanto stava suonando nella mente. Rinfacciarle che Liam stava con lui, che Liam era felice con lui, che lo era anche senza di lei gli sembrava un comportamento fin troppo infantile per la maturità che voleva dimostrarle.

- Fatto tutto, Zayn?- Si voltò nella direzione di Louis che avanzava trascinando un carrello quasi pieno, gli occhi fermi sullo schermo del cellulare mentre borbottava: - Harry dice che Liam si è svegliato e l’ha dovuto costringere a giocare alla Fifa per non ascoltare i suoi lamenti. Evidentemente non avevo calcolato che togliendo dall’operazione il suo Zee, il risultato sarebbe stato disastroso. Per fortuna è ancora competitivo.-

Era stato divertente per Zayn notare il cambio di espressione che aveva attraversato in un lampo lo sguardo di Louis, non appena aveva sollevato gli occhi dal cellulare per posarli su di lui e sulla riccia che gli stava di fronte, e l’aveva visto annusare l’aria e con teatralità pronunciare: - Ecco perché questo posto aveva iniziato a mettermi i brividi.-

Louis aveva ignorato totalmente la riccia, che sembrava riservargli lo stesso comportamento, e aveva schioccato le dita con un commento sull’aria putrefatta e sul dover andarsene immediatamente, assieme a un eccessivo “Liam mi uccide se porto a casa il tuo corpo contaminato”.

Zayn scrollò le spalle con uno sbuffo, fece un passo nella direzione di Louis e poi si voltò verso la riccia che teneva la dita premute contro la scatola e una smorfia offesa sulle labbra mentre i suoi occhi erano fermi sulla figura di Louis.

- Pensaci bene, ti chiedo solo questo. So che non siamo amici, ma teniamo entrambi a Liam. Forse mi comporterei esattamente come te, se fossi al tuo posto. Scappare è sempre la soluzione più semplice. E il tempo, la lontananza, rimargina tutte le ferite.- Si trovò a pronunciare con serietà, allungò un braccio per prendere la scatola di cereali di una marca simile ai preferiti e scelse di osservare l’immagine stampata sul cartone invece del viso di Danielle mentre continuava: - Se dovessi pensare a un futuro a parti invertite sono certo fuggirei via proprio come te. Spero davvero questa decisione ti renda felice, Danielle.-

Le rivolse un saluto frettoloso e se la lasciò alle spalle per non ascoltare una sua risposta, lamentandosi alla pacca troppo forte di Louis contro la schiena e seguendolo in silenzio senza mai guardarsi indietro. Non sapeva come avrebbe reagito se Danielle avesse deciso di fermarsi, di ottenere l’amicizia di Liam, ma era certo di aver fatto la cosa giusta.

Fu quando si allacciò la cintura di sicurezza, dopo aver aiutato Louis a caricare le borse nel baule, che gli tornò alla memoria la frase sentita la sera precedente, puntò gli occhi verso il ragazzo alla guida che picchiettava le dita sul volante per seguire la canzone trasmessa in radio e domandò: - Cosa dicevi ieri di Danielle?-

Osservò il suo sopracciglio tendere verso l’alto, il verso irritato alla sola pronuncia di quel nome, e insistette: - Ieri stavi parlando con Harry e hai detto qualcosa sulla faccia idiota di Liam e su Danielle.-

- Perché vuoi saperlo?-

Si strinse nelle spalle e distolse lo sguardo dal viso di Louis quando disse: - Ancora con i complessi di inferiorità? Credevo li avessi superati.-

- Non ho i complessi.- mugugnò con le dita premute contro il finestrino per tracciare delle linee sul vetro appannato dalla condensa, storse le labbra in una smorfia e farfugliò: - O almeno… cioè… non mi sento inferiore a lei, credo.-

Piegò un braccio contro lo sportello e poggiò il mento contro l’avambraccio con uno sbuffo, ignorando il richiamo di Louis e percependo la sua mano stringergli la spalla mentre lo sentiva commentare: - Non devi temere nulla della strega. Non esiste un incantesimo che possa spezzare il rincoglionimento di Liam nei tuoi confronti.-

- Rincoglionimento?- ripeté con la lingua premuta contro i denti per contenere la risata, si voltò verso un Louis sorridente che annuiva convinto e ascoltò le sue teorie sulle espressioni del viso dell’amico, sugli studi che stava conducendo da quando erano bambini e di aver osservato quel tipo di luce nei suoi occhi solo a seguito di una grande vittoria a football.

- E sei sicuro di non averlo mai visto in quel modo con Danielle?-

- Chi è il suo migliore amico?-

- Tu, però…-

- Allora, Zayn. Io sono l’esperto in questo campo. Era felice con Danielle, certo. Tutto quello che vuoi. Non è mai stato rincoglionito, però.-

- Ed è essenziale questo fattore?-

- Sì, altrimenti non ci farei degli studi.-

Zayn mosse il capo in un cenno per assimilare quelle novità, si studiò i palmi delle mani e piegò il viso su un lato per osservare Louis mentre pronunciava: - Credo sia meglio che quell’incontro resti tra noi. Non vogliamo far preoccupare inutilmente Liam, giusto?-

- Giusto, sì. Non roviniamogli la giornata.-

///

Forse aveva interpretato male Zayn le ultime raccomandazioni di Louis. Forse quando lo invitava a tenere quell’incontro segreto gli stava semplicemente dicendo che lui non avrebbe dovuto parlarne. Altrimenti per quale motivo stavano al tavolo imbandito per la colazione, la parlantina di Louis che non sembrava voler arrestarsi mentre riempiva di particolari il racconto del dialogo avuto con Danielle?

- Dovevate vederlo come si pavoneggiava.- stava dicendo con lo sguardo fermo su un Harry divertito, non accorgendosi in quel modo del silenzio di Liam e delle occhiate torve di Zayn. - Liam ora è tutto mio e tu non vali più niente. Ben le sta a quella strega.-

La conclusione acida del discorso aveva evidenziato quanto risentimento Louis provasse nei confronti di Danielle e Zayn, per quanto non appoggiandolo totalmente, non poteva avercela con lui per quella scelta di rivelare a Liam quel che si dimostrava ancora una volta la riccia. L’unico motivo per cui aveva accettato di nascondere la partenza ritardata di Danielle era perché non voleva causare quel che stava ora impresso sul viso di Liam; le sue labbra increspate in una smorfia, le mani strette attorno alla tazza di caffè e gli occhi fermi sul liquido scuro e caldo.

- Leeyum?- Allungò un braccio fino a posare la mano sulla sua coscia e incrociò il suo sguardo pensieroso, strinse appena la presa e sussurrò: - Credo sia normale sentirsi come stai tu.-

Cercò di non abbattersi di fronte allo scetticismo evidente sul suo viso, alla sfida nel tono della sua voce mentre lo invitava a dare una spiegazione a quanto detto.

- Sembra che tutti sappiate quel che sento. Mi piacerebbe davvero sentire la tua versione.-

Zayn arricciò le labbra in una smorfia, strofinò le dita contro il tessuto di stoffa dei pantaloni della tuta che Liam doveva aver rubato a Louis e tentennò: - Tradito ancora una volta da una persona che è stata importante per te?-

Osservò il movimento delle spalle di Liam, come se fosse totalmente indifferente alla tematica del discorso, e si scambiò un’occhiata con gli altri due presenti a tavola, cercando di comunicare con loro e soprattutto dimostrare a Louis per quale motivo avessero deciso di tenere il castano estraneo all’incontro con Danielle.

- Non puoi cancellare totalmente una persona dalla tua vita, Liam.- sussurrò senza spostare il palmo dalla coscia di quello che sorseggiava il caffè amaro con una smorfia pur di non chiedere lo zucchero a Louis. - Sai meglio di me quanto è stata importante, altrimenti non avresti sperato così tanti anni in un suo ritorno. Credo sia la cosa più naturale del mondo sentirsi legati a lei e restarci parecchio male con questo tipo di comportamento che sta mettendo in atto.-

- Magari ero solo stupido.-

Rivolse un’occhiata severa a Louis quando commentò “Finalmente te ne sei accorto”, allungò un braccio per prendere lo zucchero all’ennesima smorfia di Liam causata dal caffè e glielo passò con un sorriso, percependo un ringraziamento dentro il suo grugnito.

- No, non è vero.- s’impuntò Zayn con serietà, strinse con una mano il suo polso per ottenere la sua attenzione e continuò: - Eri innamorato, ti sei fidato e sei rimasto fregato. Ti sei fidato ancora una volta e lei ha fatto la scelta che riteneva più giusta. E se decidessi di fidarti ancora una volta di lei sarà solo perché lo vuoi e non perché sei stupido.-

Aspettò il tempo necessario perché quel concetto facesse la sua strada nella mente di Liam e poi strofinò le dita lungo il suo braccio, distogliendo lo sguardo e dedicando a Louis un’occhiata di rimprovero mentre diceva: - In ogni caso non le ho detto nulla di quello che ha descritto lui. Le ho detto solo che non mi sento in competizione con lei e che non deve dare le colpe alla nostra relazione, se vuole tagliare ogni rapporto con te. Non rovinerebbe un bel niente la vostra amicizia perché sei il mio ragazzo e non una mia proprietà. Ammetto che mi infastidisce la sua presenza, ma se tu vuoi esserle amico perché non dovresti? Non litigheremo mai per gelosia.-

- Peccato, mi sarebbe piaciuto vederle ancora.-

Inarcò un sopracciglio quando trovò il ghigno divertito sulle labbra di Liam inappropriato al discorso che stavano avendo e domandò: - Vedere cosa?-

- Le unghiette del gattino, Zee.-

Portò le mani contro il viso per fermare il lamento alle risate divertite degli altri due, si lasciò attrarre dal braccio del maggiore e premette la fronte contro la sua spalla, sbuffando e dicendo: - Per colpa sua ho anche dovuto rinunciare ai miei cereali preferiti.-

///

Il ritorno a scuola era stato quasi traumatico per Zayn: svegliarsi presto, prendere l’autobus, trovarsi ancora una volta nel clima teso creato dalle occhiate che Jason gli riservava quando gli passava accanto. Dopo aver trascorso quei pochi giorni in compagnia di Liam, doveva abituarsi di nuovo alla normalità. Erano utili i ricordi che aveva accumulato con lui perché in un momento di sconforto li portava alla memoria, prendeva un respiro e si ripeteva che non c’era alcun motivo di sentirsi in trappola, che le ore in quella scuola non erano eterne, che quel gruppetto non doveva rovinargli la vita. Quel pomeriggio aveva ben altro cui guardare che farsi rovinare la giornata da battute stupide, i suoi genitori gli avevano permesso di stare con Liam tutto il pomeriggio a patto che le ripetizioni andassero a buon fine. Zayn non aveva avuto il coraggio di confessare loro che non c’era stata alcuna ripetizione, che non avevano parlato seriamente di studiare e che Liam non aveva nemmeno idea di dovergli dare sul serio ripetizioni. I suoi genitori non l’avrebbero scoperto e lui di sicuro non avrebbe rinunciato a delle ore con Liam per mettersi a studiare scienze o matematica.

Stava raggiungendo proprio l’aula per quell’ultima lezione quando andò a sbattere contro uno studente fermo nel corridoio, sollevando gli occhi dal basso si rese conto subito di chi fosse e rilasciò un verso annoiato quando il suo piede spinse lontano da lui il libro che gli era caduto dalle mani. Strinse un pugno per non ribattere, non volendo finire con una nuova sospensione e in punizione, recuperò il libro da terra e seguì la sua camminata con occhi attenti, sentendo ancora l’eco di quel “Non ci sarà sempre il succhiacazzi a proteggerti”.

Doveva essere rimasto immobile per qualche minuto di troppo da attirare l’attenzione del professore che stava raggiungendo come lui l’aula, alla sua domanda sul poterlo ascoltare a seguito della punizione Zayn non aveva trattenuto la risata amara e la provocazione con cui pronunciava: - Non si preoccupi. Ho capito perfettamente come funziona la gerarchia di questa scuola. Testa bassa e nessuno si avvicini agli intoccabili.-

Il ricordo di quell’episodio, della frase che Jason gli aveva rivolto prima di lasciarlo nel corridoio, non l’aveva abbandonato per il resto della giornata. Era sempre rimasta in un piccolo angolo della mente, soprattutto per il cambio della terminologia che aveva usato per rivolgersi a… Liam? L’aveva sempre definito un “traditore” per il suo aver scelto di proteggere uno come lui, un “figlio di terroristi”. Non si era mai spinto nell’ambito sessuale della relazione, con sorpresa di Zayn. Era cambiato qualcosa o semplicemente aveva deciso di aggiornare la lista degli insulti?

Quel dubbio lo stava assillando anche mentre tracciava le linee di un futuro tatuaggio che aveva intenzione di farsi per il diciottesimo compleanno, fu costretto persino a poggiare il taccuino contro le cosce e cercare con gli occhi Liam che sembrava essere estraneo a qualsiasi problema stesse disturbando Zayn. Rilasciò un sospiro e vide la sua fronte corrugarsi in risposta, i suoi occhi che però restavano concentrati sulle avventure di Batman e Robin. Sistemò i cuscini contro la testata del letto e si appoggiò ad essi, portando le ginocchia al petto e picchiettando la matita contro il bordo del quadernetto degli schizzi.

- Cos’è successo con Jason?- domandò quando si rese conto dell’inutilità che il solo sguardo aveva su di lui e osservò il suo sopracciglio tendere verso l’alto in un’espressione confusa mentre decideva ancora una volta di continuare la lettura e non fornirgli alcuna risposta. Spinse un piede contro il suo fianco per ottenere la sua attenzione e si legò al discorso precedente spiegando: - Jason, il bulletto della mia scuola. Quello che hai incontrato in palestra l’altro giorno. Ricordi? Mi hai mandato un messaggio dicendo che era terrorizzato. Oggi non sembrava molto…-

Avrebbe dovuto irritarlo la prontezza che aveva avuto per interromperlo e chiedere: - Ti ha fatto qualcosa?-

Era pronto a fare una battuta sullo strano modo che aveva di dargli attenzione, che esisteva solo un modo per averla totalmente, ma l’espressione di Liam era preoccupata mentre teneva le dita strette alle pagine del fumetto. Si strinse nelle spalle con un sospiro, scosse il capo e poi commentò: - Solite offese stupide che ormai evito di registrare.-

Liam aveva solo annuito. Aveva mosso il capo in un cenno e poi era tornato a concentrarsi sul fumetto che teneva tra le mani. Un fumetto che Zayn aveva comprato prima di entrare a scuola quella mattina, che non aveva ancora letto e che Liam gli aveva sfilato dalle mani perché “Tu devi studiare, l’ho promesso a tuo padre”. Non si stava nemmeno assicurando stesse studiando quindi era inutile, una scusante per avere l’opportunità di leggerlo prima di lui.

Spinse ancora una volta il piede contro il suo fianco e mugugnò un “Leeyum” che ottenne subito l’attenzione desiderata, si spostò nel letto fino ad essere con il ginocchio contro la sua guancia e si chinò con il viso per chiedere: - Vuoi dirmi per favore cos’è successo in palestra quel giorno?-

Inarcò le sopracciglia con la fronte increspata per indicargli di essere in attesa di una risposta e seguì con gli occhi i movimenti del capo di Liam, quel premere appena la guancia contro il ginocchio, e le dita che strofinava contro la stoffa prima di borbottare: - Non vuoi saperlo davvero.-

Si spazientì quando la sua concentrazione passò ancora una volta al fumetto, glielo sfilò con un gesto deciso dalle dita e lo nascose dietro la schiena, inclinando il busto per nasconderlo meglio ai tentativi di Liam di recuperarlo. Lo fissò poi con serietà e disse: - Te lo sto chiedendo e voglio saperlo.-

Vide un’espressione contrita passare dal viso di Liam ma il suo spostare lo sguardo verso il lato opposto della stanza gliel’aveva nascosto prima che potesse chiedere spiegazioni o analizzarla meglio, sentì il suo sbuffo e la confessione flebile che “L’ho solo minacciato con più convinzione dell’ultima volta”. Quando finalmente gli occhi di Liam tornarono a focalizzarsi su di lui cercò di mostrargli la confusione provocata dalla sua frase, mosse una mano per invitarlo a proseguire il discorso e inarcò un sopracciglio all’ennesimo sbuffo contrariato e al susseguirsi veloce del suo descrivere quanto accaduto.

- Ho detto solo che so dove abita e che non sono solo. C’era Dominic con me. Il ragazzo di mia sorella Ruth, lo ricordi? E le minacce sembravano essere arrivate a orecchie ben attente. Mi sono sbagliato perché è davvero più stupido di quel che credevo.-

Zayn aspettò qualche momento nel silenzio prima di chiedere: - Sai il suo indirizzo di casa e ora?-

Liam lo fissava confuso, forse non capendo per quale motivo si fosse fatto scontroso al breve riepilogo degli eventi, e Zayn prontamente continuò: - Ora che sai il suo indirizzo di casa cos’hai intenzione di fare? Andare fin lì, trascinarlo fuori e picchiarlo a sangue perché mi ha dato una piccola spinta?-

Solo il pronunciare l’ultima parola fece mettere seduto con uno scatto Liam che sibilò: - Sai anche tu che non è così. Non è stata solo una piccola spinta. Zayn, cazzo. Non è mai stata solo una piccola spinta.-

Strinse i pugni per non concentrarsi sul tremolio delle dita di Liam o su come la sua voce fosse suonata dura e fragile allo stesso tempo, mantenne la stessa espressione seria e continuò: - Non hai risposto. Cos’hai intenzione di fare finché non decide di temere le tue minacce? Vuoi picchiarlo? Farlo finire in coma? Magari ucciderlo così elimini il problema una volta per tutte? Perché mi sembra che tra poco quella sarà l’unica soluzione per te.-

Incrociò lo sguardo tormentato di Liam e ripeté: - Se non dovesse smettere di lasciarmi in pace cosa saresti disposto a fare? Fino a dove vuoi spingerti? Vuoi arrivare davvero fino al punto in cui…-

S’interruppe quando Liam pronunciò a fatica un “Non lo so” che gli fece incrinare il cuore, cercò di posare le mani sul suo viso ma aveva distolto in fretta lo sguardo mentre continuava: - Non so fino a dove sono disposto a spingermi per proteggerti.-

- Liam.- lo chiamò con un tono preoccupato nel vedere il suo pugno stringere con forza il copriletto fino a sbiancare le nocche, si avvicinò a lui e poggiò la mano sulla sua spalla, premendoci contro il mento e ascoltando il suo respiro farsi affaticato mentre ricordava: - Ho rischiato di perderti sul serio già una volta e non arriverò tanto vicino a… a…-

- Non succederà.- promise con serietà, occupando lo spazio tra la schiena di Liam e la testata del letto per avvolgere le braccia attorno a lui. - Credi che sia tanto semplice sbarazzarsi di me? Dimentichi il mio pugno di ferro? Sono pronto a spaccare tanti nasi per guadagnarmi un nome figo da super eroe.-

- Ho solo paura.- Strinse con più forza le braccia e strofinò la guancia contro il suo collo, sentendolo ancora troppo teso mentre continuava a dire: - Quello si è fissato con te. Sono tre anni che ti perseguita, Zayn. Non è un atteggiamento normale. E se per il suo ultimo anno volesse fare qualche atto grandioso e liberare la scuola da quello che lui considera…-

- Ehi.- sussurrò con le labbra premute contro l’incavo del suo collo, intrecciò le dita all’altezza del suo stomaco e con un tono lieve pronunciò: - Non lavorare troppo con la fantasia adesso.-

Percepì sotto le mani il suo addome tremare con la risata amara causata da quell’ultima frase e chiuse gli occhi al suo insistere e bloccarsi, riprendere subito dopo: - Perché non succede spesso che… Basta guardarsi attorno e… e lo sai anche tu. Lo sai molto meglio di me, visto che ci convivi da anni con tutto quest’odio. Forse sto esagerando, forse non succederà nulla, ma il rischio che possano mettere in pratica quel che dicono a parole esiste.-

Spostò le dita di una mano tra le sue ciocche e le strinse appena per farlo concentrare su quella sensazione e non su tutto quel che stava ipotizzando, immaginando a giudicare dal tremore del suo corpo. Premette la fronte contro la sua guancia e respirò contro la sua pelle, mormorando: - Niente di tutto questo ora, Liam. Sono qui e ti prometto che starò attento. Ne parlerò con i professori, va bene? Sei più tranquillo?-

Percepì il suo viso muoversi con la negazione e il successivo spiegare che “Non hanno fatto nulla in tutti questi anni”, preferì stare in silenzio perché non c’era modo che riuscisse a convincerlo dell’efficacia e della prontezza di quella scuola in ambito di discriminazioni. Era stato sospeso proprio quando aveva deciso di difendersi, il gruppetto dei suoi persecutori era stato forse richiamato in presidenza per raccomandazioni e inviti a moderare i termini durante gli anni passati.

- Scusa.-

Inarcò un sopracciglio quando sentì Liam pronunciare quella parola, si staccò con il viso dalla sua guancia per osservarlo meglio ma l’inclinatura del suo volto gli impediva di avere accesso a qualsiasi emozione fosse riflessa nei suoi occhi.

- Non volevo farti preoccupare, mi dispiace. Non avrei dovuto parlartene in questo modo.- Avvolse meglio le braccia attorno a lui, percependo il suo corpo abbandonare lentamente la tensione per plasmarsi a lui, e strofinò i palmi contro il suo addome quando sentì ancora una volta la confessione: - Da quando c’è stato quell’incidente… io per un solo istante ho creduto davvero di averti perso e non voglio che quella sensazione si trasformi in realtà.-

- Liam, non succederà più.- promise con un sussurro contro la sua nuca, sorrise con le labbra tra le sue ciocche quando il suo palmo si posò sulle mani ancora ferme contro il suo addome e prese un respiro per circondarsi del suo odore mentre lo sentiva mugugnare: - Non vorrei essere tanto… catastrofico. Mi hanno detto che dopo aver subito un trauma… che dopo aver provato un’emozione tanto forte… insomma, che ci vuole tempo prima che io assim--… che forse non riuscirò mai a superare un bel niente, che resterà sempre fisso nella mia testa quell’attimo e sarò sempre così…-

- Preoccupato per me?- lo interruppe prima che potesse sputare fuori con rabbia la conclusione di tutti quei pensieri, premette la fronte contro le sue scapole, riuscendo a sentire il respiro profondo che prendeva prima di annuire, e spostò le mani dal suo addome per stringere le sue, sussurrando: - Liam, è normale avere paura. Pensi che io non ne abbia? Certe volte sono terrorizzato all’idea di trovarmi solo con quelli. Però cosa potrei fare? Lasciarmi bloccare dalla paura e farli vincere? No, non devo arrendermi.-

Intrecciò le dita alle sue e ritornò sul discorso precedente, dicendo: - Certe volte una sofferenza serve solo a farci apprezzare una gioia maggiore. Allah ci protegge.-

Poggiò il mento contro la sua spalla e sollevò gli occhi verso il suo viso, vedendo la sua espressione non del tutto convinta resa evidente dalle sopracciglia aggrottate. Scosse il capo con un sorriso e ribadì: - Allah ci protegge sempre, anche se non credi a Lui. Io prego sempre per te.-

Rispose al verso interrogativo di Liam con un movimento della testa, una stretta delle sue dita e “Prego sempre per le persone che amo e voglio proteggere”.

- Io… uh, niente di… mistico, però certe volte vorrei… non chiuderti in una campana di vetro e proteggerti da ogni cosa ma almeno evitarti qualche brutta sofferenza. Vorrei solo saperti tranquillo e non con la paura che ti fa guardare le spalle.-

Ridacchiò appena per la scelta delle parole iniziali, si sporse con il viso per premere le labbra contro la sua gola e indietreggiò con il busto fino ad avere la schiena contro i cuscini morbidi, portando con sé il corpo di Liam che si era presto adeguato alla nuova posizione. Poggiò le mani contro le sue guance quando si voltò fino a essere con i loro petti uno contro l’altro, studiò l’espressione del suo viso farsi più rilassata e piegò le labbra in un sorriso felice, strofinando i pollici contro la sua pelle resa ruvida dal filo di barba che stava lasciando crescere.

- Ora sarà meglio studiare.- commentò poi con un sopracciglio curvato verso l’alto, tenne il pollice e l’indice premuti contro le sue guance per cercare di contenere la sua risata e aggiunse con un tono divertito: - Mio padre mi vieterà di uscire con te e di lui devi avere paura.-

- Il signor Malik mi terrorizza.- Picchiettò l’indice contro la punta del suo naso mentre gli dava ragione con un cenno serio del capo e gli colpì il petto con un pugno quando continuò: - Mi diverte come fuggi sempre dalle loro punizioni perché vuoi venire da me.-

- Magari non lo farò più dalla prossima volta.- ribatté con uno sbuffo, spostando il suo corpo con le mani contro le spalle, coprì la sua bocca con un palmo per non concedergli nulla di quel che gli chiedeva e recuperò dalla tracolla abbandonata a terra il libro di matematica, desiderando solo soffocarsi con un cuscino. Non poteva però dare quella soddisfazione a Liam che fissava ogni mossa con un sorriso vispo sulle labbra e le sopracciglia corrugate a dare al suo viso un’espressione fin troppo furba.

Durò poco il suo silenzio, di conseguenza la concentrazione che aveva faticosamente proiettato sulla prima riga e che si era volatizzata al contatto della sua mano contro il fianco e alla curiosità con cui chiedeva: - Cosa disegnavi prima?-

Inarcò un sopracciglio con un sorriso beffardo sulle labbra mentre replicava di averlo creduto troppo distratto dal fumetto per stare concentrato su di lui, scosse il capo con una risata alla stretta nelle spalle che aveva ricevuto come risposta e non riuscì a resistere dallo sporgersi verso il ragazzo ancora sdraiato nel letto, tenere un palmo contro il suo petto e chinarsi per premere le labbra contro la punta del suo naso.

- Voglio un bel tatuaggio per il mio compleanno. Vuoi vederlo?-

Poteva rimandare di qualche altro minuto lo studio della matematica. Non era interessante quanto il sorriso che Liam stava mostrando mentre annuiva felice.

///

Zayn teneva gli occhi fermi sulla schermata del computer acceso, la ricerca che aveva iniziato ore prima e che stava ora riassunta in due sole schede di Internet. Muoveva il cursore tra le due, cambiandola in alternanza, come se volesse aspettare un segnale per focalizzarsi solo su una.

San Francisco. Minneapolis.

California. Minnesota.

Fu con la risposta già pronta che iniziò una seconda ricerca, osservò i pesanti numeri che in poco tempo si erano materializzati, quasi a prendersi gioco di lui, e chiuse le schede con un sospiro, osservando per qualche secondo lo sfondo che aveva impostato settimane prima di una foto che aveva scattato con Liam al lunapark.

Abbassò lo sguardo sul foglio su cui aveva tracciato linee geometriche intricate mentre consultava quei siti con occhi attenti, poggiò la matita sulla scrivania e spostò lo sguardo verso la finestra, le fronde dell’albero quasi spoglio con l’avvicinarsi dell’inverno e il cielo grigio che preannunciava un temporale. Sostenne il viso con i pugni contro le guance, i gomiti contro il legno, mentre rifletteva… o almeno, tentava di farlo.

Era davvero quello che voleva per il suo futuro? Avrebbe dovuto seguire quel sogno che credeva di aver abbandonato anni e anni prima? Quante erano le probabilità di non star per sprecare anni della sua vita dietro un sogno impossibile? Quando poteva accontentarsi della seconda scelta che non sarebbe nemmeno stato un ripiego frettoloso o insoddisfacente. Aveva fatto domanda l’anno precedente, così convinto di quella scelta, e ora si metteva in testa di riprovarci e cambiare totalmente percorso.

Picchiò la fronte contro la scrivania in un vano tentativo di ordinare in scomparti distinti tutto quell’ammontare di scelte, desideri, inclinazioni. Spostò gli occhi verso i tratti che stavano impressi sul foglio del quaderno sui cui stava premuta la guancia, si sollevò con il viso e strappò un foglio bianco. Recuperò poi la matita e tracciò una linea verticale che dividesse nelle due colonne di “PRO” e “CONTRO” lo spazio bianco. Tamburellò la matita contro la scrivania e compilò entrambe le parti con tutto quel che gli veniva alla mente, osservando il risultato dopo qualche minuto e incupendosi quando notò il “Liam?” che aveva appuntato nella lunga lista dei pareri contrari, assieme a scoraggiamenti sulla difficoltà che avrebbe riscontrato sul portare a termine anche solo un fumetto, figurarsi riuscire poi a venderlo.

Accartocciò il foglio preso dalla rabbia e lo gettò nel cestino accanto alla scrivania, coprendo il viso con le mani per riuscire anche ad ammortizzare il verso stressato che quella situazione gli aveva causato. Si girò con la sedia verso la porta che si apriva e fece un cenno a Safaa che con un piccolo broncio riservato all’orso bianco nel letto lo informava di avere una chiamata sul telefono fisso per lui. Non si stupì quando riconobbe la voce del castano dall’altra parte della linea, fece cenno a Doniya di lasciarlo solo perché lei aveva tutto il tempo di parlare con “Lee” in università e si appoggiò con le spalle al muro, spiegandogli di aver spento il telefono per concentrarsi sullo studio. Non era una bugia ma non poteva introdurre l’argomento che lo assillava durante una conversazione telefonica. Poi cos’avrebbe dovuto chiedergli? “Se dovessi andarmene dall’altra parte del mondo per seguire il mio sogno mi aspetteresti? Posso abbandonarti come Danielle e sperare di non rovinare tutto o spezzarti il cuore?”. No, non era un argomento che poteva affrontare al telefono, Doniya ancora tra i piedi e Waliyha che si fingeva interessata ad accarezzare Boris in salotto. La risata di Liam che risuonava nell’orecchio mentre gli raccontava una scenata ridicola che aveva avuto luogo nel bar durante un suo turno. Non poteva rovinare il suo umore e poi avrebbe avuto tempo, non aveva ancora deciso in ogni caso.

- Allora?-

Si distrasse da quei pensieri quando Liam si rivolse a lui con quella domanda, si mostrò infastidito dalla presenza di Doniya per indicarle in quel modo di voler restare solo e sbuffò contro l’apparecchio, spazientendosi ancora di più con la sorella quando dall’altra parte della linea arrivò il tentennante “Se sei impegnato possiamo fare un altro giorno”.

- No, non sono impegnato.- mormorò contro la cornetta, desiderando solo un po’ di privacy, diede le spalle alla sorella maggiore e continuò con un tono basso: - Sei sicuro sia una buona idea venire a vedere i tuoi allenamenti?-

Gli sembrò di riuscire a vedere la confusione riflessa nel viso di Liam per il silenzio che era caduto a quella semplice domanda, gli ingranaggi della sua mente che si muovevano lentamente nei tentativi di capire il senso nascosto dietro la sua ritrosia.

- Perché non dovrebbe essere una buona idea? Sono aperti al pubblico.-

- Noi però stiamo insieme.- cercò di dire con un filo di voce, inutile tentativo di tenere le sorelle fuori da quella conversazione, si strinse nelle spalle e sperò quasi di essere inglobato dalla parete mentre in un sussurro chiedeva: - Non ci saranno problemi?-

- Che tipo di problemi dovrebbero esserci, Zayn?-

- Liam, lo sai.-

Strofinò una mano contro la fronte con un verso infastidito per come continuava a insistere di non avere idea del punto cui cercava di arrivare e grugnì: - Che ti ho convertito. E prima che tu possa fare una battuta sulla religione, non è quello. Sai come dicono, no? Che è solo una fase e…-

Rilasciò un sospiro al richiamo di Liam e premette la tempia contro il muro freddo mentre lo sentiva ribattere: - Se è solo una fase sta procedendo da parecchio tempo. E ho messo la lingua in bocca a Louis prima che tu potessi approdare in suolo americano quindi, mi dispiace, non sei la causa di alcun… risveglio libidinoso.-

- Idiota.- pronunciò con le labbra arricciate in una smorfia, aggiungendo poi con un borbottio: - Ora avrò per sempre l’immagina fissa di…-

- Sono sicuro riuscirò a farti dimenticare in fretta qualsiasi cosa.-

Roteò gli occhi alla prontezza con cui l’aveva interrotto per pronunciare quella frase con tanta sicurezza, ridacchiò divertito alla descrizione sproporzionata delle sue abilità e domandò: - Devo considerarlo un appuntamento?-

- Solo se resisti fino alla fine, mi aspetti mentre faccio la doccia e accetti di cenare con me.-

Mosse il capo in un cenno con un sorriso felice a prendere il solito posto sulle labbra e pronunciò con divertimento: - Porto qualcosa per intrattenermi così non rischio di annoiarmi.-

- Credevo fossi io il tuo intrattenimento!-

Si strinse nelle spalle con una risata, intrecciò il cavo del telefono attorno all’indice e sussurrò: - Devi impegnarti, se vuoi restare in cima alla classifica.-

- Ci vediamo tra qualche ora, Malik.- Mosse il capo in un cenno affermativo e attese in silenzio quel che era certo stesse passando dalla sua testa, rilasciando una risata rumorosa al suo concludere: - Vedrai quanto mi impegnerò per stare in cima. Non ti deluderò.-

///

Zayn aveva passato gran parte di quelle ore di allenamento con gli occhi che spostava dai giocatori che correvano nel campo al blocco che teneva sulle ginocchia, cercando di riportare nei dettagli i loro movimenti con tratti veloci. Poi posava lo sguardo sul castano e si rendeva conto dopo qualche minuto di essersi distratto a osservare la sua figura, sospirando appena quando la mente delineava con una perfezione allarmante i suoi muscoli anche da quella distanza. Si era costretto più volte durante quelle ore a stare concentrato su un disegno della squadra, uno studio in movimento, e non sul ragazzo che si allenava a parte con talvolta eccessiva grinta che gli faceva ottenere richiami severi da parte dell’allenatore.

Non era l’unico a essere tanto interessato al quarterback dei Cougars, a giudicare dalle risatine che provenivano da un gruppetto di ragazze e che risuonavano ogni qualvolta quel giocatore sollevava la maglietta per tamponare il viso sudato negli sforzi, facendolo sobbalzare e sbagliare un tratto tra i borbottii. Era stato complicato non farsi vincere dalla voglia di cambiare postazione o raggiungerle per chiedere loro se volessero una foto di Liam Payne a torso nudo, poteva procurargliene in quantità esagerata pur di farle tacere. Aveva dovuto anche subire i pettegolezzi che si stavano scambiando sulla rosa della squadra, sapevano tutto di ogni giocatore, e aveva premuto due dita contro l’osso nasale al loro concentrarsi sull’epica relazione tra il quarterback e la ballerina che stava avendo successo in Europa. Se in quell’università esisteva un sito di gossip era sicuro fossero loro le amministratici, o almeno le fonti ufficiali. Erano anche a conoscenza di tutte le avventure che erano nate e morte nel corso delle serate per festeggiare le vittorie di una partita. La testa di Zayn iniziava a vorticare per tutti i nomi che stavano spulciando a una velocità impressionante.

- … la ragazza che studia teatro. Quella che ultimamente saluta sempre. Quella carina. Le ho parlato una volta ma ho dimenticato il suo nome, era strano.-

- Oh, Donya?-

Zayn portò una mano alla bocca per fermare il verso sorpreso e la risata per come avevano pronunciato il nome di quella che era sicuro fosse la sorella. Picchiettò la matita contro il blocco mentre cercava di chiudere fuori i loro discorsi e concentrarsi sul campo, arricciando le labbra in una smorfia quando si rese conto di aver perso Liam.

- Credo sia asiatica, sì. Sarà egiziana. Sono gli occhi, no?-

- Sarebbero una coppia carina, certo. Se non fosse che Liam e Dani sono la coppia. Andavamo alle superiori assieme e vi assicuro che rientravano nei canoni della coppia perfetta che sta insieme tutta la vita.-

- Poi si sono lasciati. E sono passati anni. Liam ha tutto il diritto di farsi una nuova vita.-

- Come tutti gli uomini non ha perso occasione di tradirla non appena lei ha allentato il collare. Come dico sempre io? Bisogna tenerli stretti.-

Zayn roteò gli occhi con uno sbuffo, chiuse il blocco perché ormai non aveva più senso tentare di concentrarsi, si preparò a raggiungerle per dire loro di “chiudere quella fogna di bocca” ma si bloccò ai loro gridolini eccitati e “Viene verso di noi!” che avevano esclamato in più tonalità. Non fu sorpreso quando voltandosi, trovò Liam con un borsone sulla spalla e il braccio che agitava per invitarlo a scendere le gradinate che li separavano. Infilò il blocco nella tracolla e superò il gruppetto che iniziava a chiedersi chi fosse, perché conoscesse il loro quarterback e cosa volesse da lui. Si fermò quindi di fronte a lui e si sporse per premere le labbra contro la sua guancia, separandosi con un sorriso, un cenno verso le loro spalle e “Abbiamo osservatori” che doveva valere come spiegazione di quel saluto diverso da quel che si aspettava Liam. Il suo broncio offeso si trasformò in un’espressione confusa, i suoi occhi cercarono tra gli spalti, poi percepì il suo sospiro tra le ciocche scure e un bacio assieme al “Andiamo in un posto più appartato”.

- Posso farti un resoconto di tutti i pettegolezzi sulla tua squadra, Leeyum.- lo informò con un cenno serio e un sorriso divertito sulle labbra mentre lo seguiva verso il parcheggio poco distante dal campus, spinse il gomito contro il suo fianco e aggiunse: - So tutti i più oscuri segreti di voi atleti.-

- Sono un gruppo di pettegole.- Annuì alla sua spiegazione, non che ne avesse bisogno ad aver passato con loro quasi tutto il pomeriggio, si lasciò attrarre dal suo braccio attorno alla vita quando furono a debita distanza dal campo sportivo e ridacchiò divertito al suo commentare: - Sono sicuro qualche mio compagno di squadra vada regolarmente con almeno una di loro. Sarà da lui che estrapolano così tante informazioni.-

Cercò di fermare la risata successiva e quando fu tutto inutile prese la decisione di inclinare il viso e premerlo contro la sua spalla, spiegando alle sue domande che “credono tu stia con Doniya”. Avvolse il braccio attorno al suo fianco per non cadere a terra quando la sua stretta si fece più forte con la risata, strofinò il palmo contro la pelle scoperta dalla maglietta che si era sollevata appena con i movimenti e premette il naso contro la stoffa profumata, mormorando: - Forse avrei dovuto indossare la tua giacca. Dici che avrebbero capito?-

Cercò di ritrarsi inutilmente alla mano che Liam passava tra le ciocche scure e si strinse nelle spalle con uno sbuffo quando lo sentì spiegare: - Capirebbero che sono un grande amico del fratello della mia ragazza.-

- Tanto amico da prestargli la giacca della divisa?- domandò con il sopracciglio inarcato verso l’alto, trattenne il sospiro sconfitto quando si fermarono di fronte a una macchina che non era assolutamente la Ferrari e storse le labbra in una smorfia al suo ribattere che “Sono un gentiluomo, gattino”. Incrociò le braccia al petto per mostrargli con un solo gesto quel che pensava ancora di quel nomignolo che il maggiore insisteva a usare, si appoggiò con le spalle alla fiancata della macchina e resistette con l’espressione impassibile ai passi di Liam verso di lui, le sue mani che scorrevano lungo le maniche della giacca di pelle e il profumo di pulito che gli riempiva le narici.

- Se invece di darmi un bacetto innocente sulla guancia mi avessi lasciato fare…- Premette le dita contro la consistenza ruvida della giacca per non permettere al tremolio interno di rivelarsi, non voleva dargli alcuna soddisfazione che potesse gonfiare ancora di più le sue sicurezze. -… non saresti qui a morire di gelosia perché considerano tua sorella la mia ragazza.-

- Cos’avresti fatto? Eri disposto a tirarlo fuori con il tuo allenatore che poteva vederti? Atti osceni in pubblico e potevi scordarti la tua carriera da…- Si bloccò con un verso sorpreso quando si abbandonò contro di lui con una risata, circondò la sua vita con le braccia ed era pronto a riprendere il discorso ma fu costretto a interrompere fin dal principio il tentativo ai baci che stava premendo lungo la gola. Mosse le mani lungo la sua schiena in un lento massaggio e si aggrappò alle sue spalle, sollevando il viso per esporlo a tutti i baci che Liam stava premendo con delicatezza a fior di labbra.

Fece scorrere le mani lungo le sue braccia con lo sguardo puntato alle sue spalle e sussurrò: - In ogni caso non ti avrei permesso di portare a termine un gesto che potenzialmente distruggerebbe la tua tranquilla vita universitaria… o la tua futura carriera.-

Rilasciò un sospiro quando Liam usò due dita sotto il mento per fargli sollevare il viso, trattenne l’interno della guancia tra i denti per scaricare il nervosismo e seguì il movimento contrario del suo capo mentre lo sentiva replicare: - Ti preoccupi troppo, Zayn Malik.-

Non aveva insistito oltre, sapendo di aver perso in principio qualsiasi discussione su quel punto, aveva preferito avvolgere le braccia attorno alle spalle di Liam e riprendere i baci interrotti poco prima. Sapeva che aveva tutte le ragioni del mondo a credere un bacio tra loro davanti alla squadra, ai tifosi, all’università, a persone che conoscevano Liam e non rientravano nella cerchia dei suoi amici potesse avere un riscontro negativo evidente. Non solo nell’immediato futuro, era legato persino alla realizzazione del sogno di Liam. Se voleva avere un posto nel football a livello agonistico, non avrebbe dovuto dimostrare prima le sue capacità che la loro relazione e la sua bisessualità?

///

Zayn stava seduto sul pavimento del salotto di casa Payne, le spalle contro il divano e le gambe piegate contro il petto per riuscire a tenere la vaschetta di cartone del takeaway sulle ginocchia. Liam conosceva i suoi gusti preferiti in fatto di cibo e Zayn non si era sorpreso quando l’aveva portato al thailandese e l’aveva messo di fronte al menù per fargli scegliere “qualsiasi cosa, scricciolo. Prendi tutto quello che vuoi”. Erano usciti dal piccolo ristorante con due borse ciascuno e una volta raggiunta la villetta di Liam si erano sistemati nel salotto, scambiandosi le varie pietanze senza bisogno di parlare. Era un particolare che apprezzava della loro relazione, quel silenzio che non doveva essere freneticamente riempito di inutili parole. Gli permetteva di ragionare con tranquillità su certi argomenti senza sentirsi solo o di troppo, come quelle giornate richiedevano costantemente alla sua testa piena di pensieri.

Picchiettò le bacchette contro il bordo della vaschetta, spostò gli occhi su Liam che seduto di fronte al tavolino prendeva un sorso di birra e distolse lo sguardo prima di incrociare il suo, fissando i pezzi di pollo rimasti e portandone uno alla bocca con fare meditativo. Poteva aiutarlo parlarne con lui? O sarebbe servito solo a farli litigare? L’onestà era importante nel loro rapporto. Gli aveva gridato contro lui stesso per chiarire una volta per tutte che dovevano parlarsi in caso di bisogno e ora non rispettava quanto detto? C’era tempo però, abbastanza per fargli cambiare ancora idea. Non sapeva nemmeno se avrebbe fatto domanda, figurarsi essere accettato.

Mosse un pezzo di pollo con le bacchette, rilasciando un sospiro che gli fece ottenere un’occhiata confusa di Liam, e trattenne il labbro inferiore tra i denti, arricciando il naso e nascondendo quella smorfia dietro l’avambraccio. A cosa sarebbe servito tenere tutti i dubbi per lui? Forse Liam avrebbe potuto aiutarlo, almeno ascoltarlo durante l’esposizione di tutta quella confusione e indecisione.

- Questa era la tua idea di appuntamento romantico?- domandò per spezzare il silenzio e introdurre almeno un discorso; avrebbe pensato poi a come raggiungere il fulcro di quanto gli girava nella testa da giorni interi. Tutta la settimana a fissare gli opuscoli e fare ricerche per informarsi meglio, causando solo ulteriore indecisione e paura, e ora non riusciva a rilassarsi in quel sabato sera solo per loro due? Perché doveva essere sempre tanto difficile accantonare certi pensieri? Preoccupazioni che avrebbero potuto aspettare almeno fino alla seconda parte dell’anno. Se nella migliore e assurda delle ipotesi la domanda avesse riscontrato un esito positivo, allora il problema si sarebbe posto con l’inizio di ottobre. Perché mai doveva rovinarsi la vita da novembre? Aveva ancora un anno a disposizione per godere dei loro momenti assieme. Perché non poteva semplicemente rimandare quei pensieri per due soli giorni?

Corrugò la fronte con uno sbuffo, troppo preso da quei ragionamenti per accorgersi dell’occhiata di Liam, e sollevò lo sguardo su di lui, vedendolo stringersi nelle spalle e mormorare: - Non esattamente, no. O forse sì, non saprei. Mi piace passare tempo con te e questa settimana non ci siamo visti né sentiti quindi… volevi un appuntamento romantico?-

Scosse il capo con una piccola smorfia sulle labbra, ricordando tutti i messaggi che Liam gli aveva inviato durante la settimana e a cui lui non aveva risposto, puntò un gomito contro i cuscini del divano alle sue spalle e mosse le bacchette sui due unici pezzi di pollo rimasti, corrugando la fronte mentre sussurrava: - Mi hai invitato a cena e di solito quando lo fai andiamo sempre…-

- Va bene, mi hai scoperto.- Puntò subito gli occhi su di lui a quelle parole, trovandolo con le braccia sollevate e un sorriso divertito sulle labbra mentre continuava: - Avevo prenotato per una cena romantica con tanto di candela e vista panoramica.-

- E perché ora siamo qui?- domandò con un movimento delle bacchette per indicare tra loro, curvò un sopracciglio verso l’alto e scosse il capo con una breve risata quando lui rispose con un tono saccente che “il romanticismo non è dato solo dall’atmosfera che si crea”.

Inarcò un sopracciglio per mostrargli con quell’espressione dubbiosa quanto poco credesse alle sue parole, portò alla bocca i due pezzi di pollo e poggiò la confezione vuota sul pavimento accanto a sé, tenendo le dita strette attorno alle bacchette per avere qualcosa con cui stare impegnato. C’era una parte della sua mente che insisteva per mostrargli quanto quello fosse il momento perfetto per intavolare la discussione e la parte opposta che temeva il confronto e lo invitava a riflettere. Riflettere ancora. Prendere tempo. Non aveva fatto neppure la domanda, per quale motivo doveva preoccuparsi tanto di un esito positivo? Forse non avrebbe nemmeno mandato la domanda. Aveva già il posto sicuro a Houston, perché andarsene?

- La verità è che ti conosco ormai bene, conosco certi particolari del tuo viso e capisco quando c’è qualcosa che ti gira nella testa e non ti dà pace.-

Si costrinse a tenere gli occhi bassi e fissi sulle bacchette, premette le labbra in una linea tesa e mosse il capo in un cenno quando lo sentì aggiungere: - Il thailandese è uno dei tuoi preferiti e qui non sei mai costretto a fingere.-

Strofinò un polso contro la tempia, strofinò le bacchette tra loro con vari cenni del capo e si decise a sollevare gli occhi nei suoi, inclinando appena il viso e chiedendo: - Come un posto sicuro?-

Seguì il movimento del suo capo, studiò la piega del suo sorriso e gliene rivolse uno un poco meno convinto del suo, spingendosi con la schiena contro i cuscini e allungando le gambe di fronte a sé. Se avesse solo spostato un poco il piede avrebbe potuto toccare le dita di Liam, un contatto che avrebbe unito i loro corpi e che avrebbe potuto forse…

- Non sei obbligato a parlarne.- Trattenne il labbro tra i denti per contenere il sussulto sorpreso al suo spostarsi sul pavimento, prendergli il piede nella mano e farglielo spostare sulle gambe, per poi rilasciare un sospiro al suo concludere: - Se mai volessi parlarne però, sai che ci sono sempre per te.-

Annuì pensieroso mentre una voce nella mente gli ricordava sadicamente di come lui invece stava scegliendo di andarsene, di non esserci per lui. Portò una mano dietro la nuca con uno sbuffo irritato, tenne strette le bacchette nella mano opposta e si scontrò con l’occhiata preoccupata che Liam gli stava rivolgendo quando sollevò gli occhi su di lui per biascicare che “ho fatto domanda l’anno scorso per l’università”.

- Ci sono buone probabilità… no, direi che è certo… insomma, l’anno prossimo dovrei frequentare l’università di Houston.- Evitò di guardare nella direzione di Liam per non mostrargli la colpevolezza che era certo di avere scritta in viso e percepì la stretta della sua mano sul piede e l’invito a proseguire con un verso, prendendo un respiro e sussurrando: - Me lo sarei fatto bastare, se tu non mi avessi messo in testa l’idea assurda di seguire i miei sogni.-

- Non è assurdo, Zayn.-

Spinse il piede contro la sua mano per indicargli in quel modo di proseguire con il massaggio e continuò sulla linea già tracciata, dicendo: - Ho trovato queste due ottime facoltà. E ora non sono più certo di quel che voglio fare della mia vita. Seguire quel che avevo deciso da anni o riprendere cocciutamente quel che avevo abbandonato? L’arte può restare un… hobby, no? Non deve essere per forza quel che farò nella mia vita.-

- Tu vuoi che resti solo un passatempo?-

- Non lo so, Liam.- mormorò con un broncio sulle labbra, abbassò le palpebre con un sorriso quando le sue dita premettero contro i punti giusti della pianta del piede e sussurrò: - Non è scritto da nessuna parte che se sei bravo a fare qualcosa deve diventare la tua professione.-

- Sono sicuro sia scritto da qualche parte che se hai una passione devi coltivarla.- Lo sentì ribattere prontamente mentre muoveva entrambi i pollici contro la pianta del suo piede, cercò di liberarlo per spingerlo contro di lui e vi rinunciò dopo vani tentativi, borbottando: - In ogni caso potrei non trovare nulla una volta fuori da lì e avrei sprecato anni della mia vita.-

- Che sprecheresti stando a Houston a chiederti per quale motivo ignorasti i saggi consigli del tuo buon vecchio Leeyum.-

Storse le labbra in una smorfia e spostò anche l’altro piede contro la sua coscia, reclinando il busto per stare in una posizione più comoda così disteso sul pavimento con le spalle contro i cuscini e gli occhi rivolti al soffitto. Spostò lo sguardo sul maggiore dopo pochi minuti di silenzio, trovando subito i suoi occhi attenti, e sospirò mentre confessava: - Io non credo di farcela.-

Osservò il sopracciglio di Liam tendere verso l’alto in un’espressione confusa, la preoccupazione evidente sul suo viso, percepì le sue dita avvolgersi attorno al piede e spiegò: - A passare la selezione. Di sicuro ci saranno così tante persone che lo meritano più di me. Poi dovrei scegliere tra la California e il Minnesota. Sono così lontani da Houston, Leeyum. Dalla mia famiglia e da te.-

- Zayn, non devi lasciarti bloccare da questa paura. Sono sicuro nessuno ti lascerà solo là sopra.-

Scosse il capo con una smorfia ai suoi tentativi di rendere tutto molto più leggero e ripeté: - Sono lontani da qui, tanto lontani. Senza contare che tu avrai i tuoi esami e il football e io sarò sommerso dai corsi. Non ci vedremmo più così spesso.-

Puntò gli occhi sul suo viso quando la sua mano attorno al piede si fece insistente e corrugò la fronte al suo commentare con semplicità: - Ci penseremo quando arriverà il momento.-

Spostò lo sguardo sulle sue mani avvolte attorno al piede e risalì nuovamente fino al suo volto, vedendo l’increspatura divertita sulle sue labbra così fuori luogo in un momento simile e che lo portò a sbuffare apertamente e pronunciare: - Non è da prendere con leggerezza. Le relazioni a distanza non sono mai semplici.-

- Dai alla distanza un peso eccessivo.- Strabuzzò gli occhi al sentirlo pronunciare quella frase con una mezza risata ma, invece d’intervenire, lo lasciò libero di aggiungere: - Non dico che non sarà difficile abituarsi a non averti attorno a ogni ora, a non avere più la possibilità di vederti quando voglio. Però è il tuo sogno, Zayn. Verrò a trovarti ogni fine settimana, se è quello che vuoi. Non dare così tanto valore a un elemento di così poco conto.-

- A giudicare dalla tua esperienza non ha così poco valore.- si lamentò con una vena acida nella voce, inarcò un sopracciglio per sfidarlo a ribattere e continuò: - Danielle è andata in Europa per seguire il suo sogno e la vostra relazione è finita. Io me ne vado in California o a congelare nel Minnesota per seguire il mio sogno e…-

Si fermò con uno sbuffo infastidito dal portare alla luce la conclusione di quel discorso, strofinò un pugno contro il naso e ritirò le gambe per stringerle tra le braccia e contro il petto, sentendo la mancanza del calore della mano di Liam fin dal principio. Premette il mento contro gli avambracci, riuscendo a nascondere in quel modo il tremolio delle labbra, e distolse lo sguardo dal suo pieno di preoccupazione, stringendosi ancora di più in se stesso per proteggersi da quei pensieri.

- Zayn…-

- Ho impiegato tre anni, Liam. Tre anni per avere una possibilità con te.- lo interruppe con un tono un po’ più deciso di quel che aveva mostrato poco prima con il suo comportamento, allungò le gambe fino a premere i piedi contro le sue cosce, in un vano tentativo di tenerlo a distanza mentre lo vedeva avanzare con le ginocchia contro il pavimento, e biascicò: - Non voglio rovinare tutto. O farti credere di starti lasciando indietro per seguire un sogno. Non ti lascerei mai indietro, Leeyum. Non puoi dirmi che sarà semplice e troveremo una soluzione, quando questo è proprio il motivo che ti ha portato a rompere con Danielle.-

Fissò il ragazzo che si sedeva sui talloni di fronte a lui, fermandosi a una distanza che gli permetteva di avere uno spazio per ragionare e stringersi in se stesso, e mosse il capo in un breve cenno al suo chiedere: - Hai paura di questo?-

Si strinse poi nelle spalle e con un tono basso e lamentoso pronunciò: - Non è solo quello. Non sono mai stato così lontano dalla mia famiglia e per tanto tempo. E non so nemmeno se verrò ammesso. O se è quello che voglio davvero per il mio futuro. Ci sono tanti motivi che mi spingono a rinunciare, quello è uno dei tanti.-

Si studiò le mani per un tempo che gli parve infinito e quando si decise a sollevare gli occhi su Liam lo trovò nella stessa posizione, le labbra increspate in una smorfia e un’espressione pensierosa in viso. Trattenne il labbro inferiore tra i denti quando lo sentì prendere un respiro profondo e rilasciarlo poco dopo, preparandosi al peggio e mostrandosi confuso al suo sollevare gli occhi e pronunciare: - Possiamo parlarne seriamente?-

- Di Danielle?- domandò con un tono flebile, la fronte aggrottata nel vedere la scossa del suo capo e sentire la sua risata, assieme al deciso “Di noi, della nostra relazione”. Accettò con un veloce movimento del viso e lo studiò in silenzio mentre strofinava le mani contro i jeans, picchiettava le dita contro il pavimento e spostava poi le ciocche dalla fronte.

- Partiamo dal presupposto che la nostra relazione a questo punto è molto più seria della relazione che avevo con Danielle. All’epoca ero un ragazzino, molto più piccolo di te, e ho commesso la mia dose di errori che ci hanno portato ad allontanarci mentre lei era ancora ad Houston. Non è stata la distanza a spezzare tutto, il suo tradimento di sicuro.- Vide le sue labbra tendere per un attimo in una smorfia e si concentrò poi sui suoi palmi che gli avvolgevano le caviglie, ascoltando il suo proseguire: - Quando ti ho consigliato di seguire il tuo sogno non ho messo un limite alla distanza che poteva correre tra noi. Ovunque tu andrai, non ci perderemo mai.-

- Sono serio, Zayn. Puoi anche decidere di ritirarti per un anno nel Tibet e io ti aspetterei. Se credi che quello sia giusto per te, non interferisco con le tue scelte e soprattutto non sarà un motivo di rottura tra noi.-

- Un anno in Tibet?- domandò con del divertimento evidente nella voce e nel sorriso tenue, puntò gli occhi sul viso del maggiore che si muoveva in un cenno d’assenso e ridacchiò al suo aggiungere: - Non prendermi sul serio con l’anno intero senza alcuna comunicazione perché potrei soffrire troppo lontano da te.-

Lasciò scorrere il silenzio tra loro, rilassandosi con il lento muoversi delle sue dita attorno alle caviglie, e allungò un braccio per immergere la mano tra le sue ciocche, invitandolo in quel modo ad avvicinarsi ancora un poco a lui. Si strinse nelle spalle quando incrociò il suo sguardo e mormorò: - Non cambia comunque il fatto che non ho idea di cosa fare del mio futuro.-

- Un momento che tutti i senior devono affrontare nella loro vita liceale.-

Portò le mani a coprirsi il viso con un grugnito, un lamento che non era riuscito a fermare, e separò le dita per riuscire a osservare le rughette che si formavano attorno agli occhi di Liam che trovava esilarante quanto appena detto e non sembrava voler interrompere la risata in un tempo breve. Sollevò la gamba per spingere il ginocchio contro la sua spalla quando il divertimento che trovava nelle sue sventure fu eccessivo e strinse le dita con forza tra le sue ciocche per vincere la lotta, sorridendo vittorioso quando riuscì a bloccare il suo viso contro l’addome. Picchiettò il palmo contro il suo capo con un ghigno sulle labbra ai suoi lamenti e tentativi di liberarsi della presa attorno alle spalle, chinò il viso per camuffare la risata tra le sue ciocche e lo lasciò libero solo quando il suo palmo batté sul pavimento per tre volte.

- La tua spalla invece?- s’informò non appena lo vide fare dei movimenti semi-rotatori con la mano a premere contro il punto che doveva infastidirlo, osservò la smorfia delle sue labbra e inarcò un sopracciglio quando rispose: - Mi hanno detto che non devo esagerare, però è noioso andare così lento. Non posso permettermi di rischiare con gli antidolorifici o potrei essere sbattuto fuori dalla squadra. Questa stagione è fondamentale, c’è la draft.-

- La… cosa?-

Incrociò il suo sguardo stupito e inclinò appena il viso, chiedendo: - Dovrei sapere di cosa stai parlando? Informazione importante sul football?-

Spostò gli occhi da una parte all’altra delle proprie spalle, dove Liam stava premendo le mani contro il divano, e si trovò con il naso contro il suo quando riportò l’attenzione di fronte a sé, increspando appena le sopracciglia nella confusione al suo commentare il tutto con un tono quasi indifferente. Non sapeva se il “Non è così fondamentale, scricciolo” fosse la verità, a giudicare da come se ne era preoccupato poco prima doveva avere la sua importanza, ma non aveva avuto il tempo di insistere che le sue labbra si erano posate con delicatezza contro le proprie, facendolo sospirare e scivolare più giù fino ad avere la nuca contro il divano.

- Magari ho così tanta fortuna da essere scelto dai Vikings o dai Chargers. I Rams? Ci sono un paio di squadre interessanti lì attorno. Chi lo sa cosa succederà da qui ad aprile. Da che parte girerà la fortuna.-

Inarcò un sopracciglio mentre cercava di decriptare le sue frasi in un linguaggio più comprensibile per lui, portò una mano contro la sua nuca per accarezzare i suoi capelli soffici e corrugò la fronte con gli occhi rivolti al soffitto, ripetendo nella mente i nomi citati da Liam e lasciando che le sue labbra si posassero ripetutamente sul collo in una distrazione cui Zayn cercava inutilmente di resistere.

- Leeyum.- lo richiamò in un mugolio quando i suoi denti si strinsero sulla pelle dietro l’orecchio, tirò appena le ciocche tra le dita per fargli spostare il viso e riuscire a trovare i suoi occhi, gli rivolse un’occhiata confusa e domandò: - Cosa vuol dire?-

Evitò di supplicarlo a rispondere solo perché era certo di averla scritta in viso la richiesta, negli occhi fermi nei suoi e nelle dita che si stringevano alle sue ciocche per costringerlo a non spostarsi da lui.

- Potrei non essere così pieno di esami l’anno prossimo. Ho le capacità per riprendermi da questo piccolo incidente di percorso, rimettermi in campo e ottenere buoni risultati.-

Arricciò le labbra in un sorriso felice a sentirlo parlare con tanta grinta, schioccò un bacio contro la sua guancia e si separò da lui per chiedere: - Quindi non lascerai più la squadra?-

- Temo ancora di non… riuscire a riprendermi totalmente. O di fare un disastro durante la prima partita post-infortunio.- Trattenne le parole di conforto che premevano sulla lingua per rivelarsi, preferendo muovere le dita tra le sue ciocche e contro la cute per invitarlo in quel modo a confidarsi con lui, e ascoltò in silenzio il suo continuare: - Al momento sta andando tutto bene. Mi sto riprendendo troppo lentamente per i miei gusti e forse hanno ragione a dire che pretendo qualcosa di eccessivo dal mio corpo. Ne capiranno più i medici di me, giusto? Devo seguire le loro indicazioni, non affrettare i tempi di ripresa e potrei tornare a giocare prima di dicembre.-

- Ed è una notizia positiva?-

Si lasciò coinvolgere dalla felicità che Liam stava mostrando nel cenno del capo e nel sorriso che gli riempiva le labbra carnose, avvolse le braccia attorno al suo collo per attirare il suo corpo contro il proprio e affondò il viso tra le sue ciocche morbide, premendo dei baci tra i suoi capelli mentre ascoltava la sua risata divertita.

- Non vedo l’ora di riavere il mio giocatore preferito in campo. Il numero due è il numero uno nel mio cuore.-

- Sdolcinato, Malik.- Strofinò le nocche contro il suo capo per intimargli il silenzio, ignorò la risata allegra e il movimento delle sue dita contro i fianchi, tentativo inutile di liberarsi della stretta, e roteò gli occhi con uno sbuffo al suo aggiungere: - Dovresti scriverlo su un cartellone.-

Trovò facilmente la sua bocca con la mano e la coprì per non permettergli di concludere il suo divertito: - E in ogni caso non sto solo nel tuo cuore. Dovresti appuntare con un asterisco che sto anche tra le tue gam--…-

- Credo sia meglio quel particolare resti un segreto tra noi per un po’. Che dici?- Aspettò il suo cenno d’assenso prima di lasciare la sua bocca libera e sospirò sconsolato quando si affrettò a tornare sul discorso di poco prima e ripetere: - Il numero due fa numeri spettacolari tra le gambe del suo Zee.-

- Sei impossibile, Liam.-

- Per te sono sempre disponibile, gattino. Sempre.-

Zayn osservò compiaciuto la smorfia sofferente che era comparsa per un attimo sulle labbra carnose di Liam, tirando ancora un po’ le sue ciocche per avere il suo viso a una minima distanza dal proprio, e sussurrò con un tono serio: - Chiamami ancora in quel modo e giuro che me la paghi.-

- Cosa intendi con il termine “pagare”.- Intravide le dita di una sua mano muoversi per mimare le virgolette e il ghigno prendere subito il suo consueto posto sulla bocca del castano, lasciando che continuasse a spiegare: - Perché se vuol dire che tiri fuori gli artigli è come se mi stessi invitando a non smettere mai, gattino.-

Picchiettò l’indice contro la punta del suo naso, ridendo a quell’incrociare gli occhi per seguire il dito, fece scorrere i polpastrelli contro la sua cute e tra le ciocche, fermandogliele contro la nuca e bisbigliando: - Forse non dovresti sfidarmi.-

Rilasciò una risata divertita e leggera quando il castano s’inumidì le labbra e pronunciò tra sé e sé di adorare il gioco che stavano mettendo in atto, gli colpì la nuca con una pacca leggera e restò sdraiato con il capo contro il divano per permettere all’altro di chinarsi verso di lui e riprendere a baciarlo, mantenendo le dita tra le sue ciocche morbide e premendo le cosce contro i fianchi per trattenerlo contro di lui.

///

Zayn sapeva di dover ringraziare le buone stelle del cielo se era riuscito ad approfittare della casa totalmente libera di Liam, nessun genitore o sorella in giro, per fermarsi a dormire. Aveva già in programma di approfittare fino all’ultimo secondo del sabato sera in compagnia di Liam perché Yaser e Trisha avevano deciso di tornare in Inghilterra per il fine settimana. Forse un tempo avrebbe fatto di tutto per seguirli, Danny e Anthony gli mancavano terribilmente in certe giornate. Ora però come poteva non approfittare dell’assenza dei genitori per prolungare le ore con il suo ragazzo? Non aveva limiti di orari e Doniya l’avrebbe coperto perché gli doveva fin troppi favori. Non aveva pensato nemmeno un secondo per accettare l’invito di Liam a fermarsi per la notte, aveva informato la sorella con una chiamata veloce ed era tornato subito a occupare il posto sul divano accanto al castano che aveva scelto un film sui supereroi solo per lui.

Forse erano entrambi così felici di passare tutta la notte assieme da non essersi accorti del sonno che li aveva fatti crollare addormentati sul divano in posizioni contorte, cercando di occupare lo spazio ristretto con le gambe intrecciate e le braccia a stringersi al corpo dell’altro per non permettergli di cadere.

Il primo ad accorgersene fu Zayn la mattina successiva; la guancia contro il cuscino morbido che aveva collocato sul bracciolo la sera precedente, trovandolo troppo duro e scomodo, il piede intrappolato tra le gambe di Liam e una mano poggiata sul suo capo mentre lui dormiva serenamente con il viso contro la maglia del minore, le dita a premere contro la pelle della schiena e un palmo contro la coscia.

Si stiracchiò come un gatto, allungando le braccia e le gambe con dei grugniti, e sfiorò con delicatezza le sue ciocche, lasciando che si muovesse contro di lui per trovare di nuovo una posizione comoda che lo soddisfacesse. Chinò il viso per premere le labbra sul suo capo e percepì il suo respiro cambiare contro il collo, segno che doveva essersi svegliato in quel momento anche lui e che trovò infatti la sua conferma nel verso che doveva racchiudere un “Buongiorno”.

- Pessima idea dormire sul divano?- domandò con un tono divertito ai suoi grugniti e nuovi tentativi di trovare la posizione comoda per affrontare la domenica mattina, picchiettò il palmo contro il suo capo e ridacchiò al suo ribattere che “è una pessima idea quando il letto è libero e molto più grande”.

- Sei stato l’ultimo ad addormentarsi, tutte le colpe sono tue.- lo rimproverò con dei cenni convinti, fermò le sue mani contro i fianchi e le spostò contro le sue spalle quando invertì le posizioni per sistemarsi sopra di lui, le ginocchia a tenerlo bloccato e il peso del suo corpo sulle gambe. - Tutte tue le colpe, Leeyum. Se mi avessi svegliato a quest’ora non…-

- Eri carino mentre dormivi, le colpe sono un po’ anche tue.-

Inarcò un sopracciglio al suo ribattere in quel modo e mormorò: - Quindi sono colpevole solo perché ti faccio tenerezza?-

Spinse un pugno contro il suo petto quando lo sentì aggiungere con serietà: - E perché se ti avessi svegliato bruscamente ancora una volta non avrei più potuto recuperare quel che sto faticosamente ricostruendo per farti accettare la mia mano.-

Non riuscì ad aggiungere alcun commento o battuta perché la schermata del cellulare che aveva lasciato sul tavolino la sera precedente si illuminò con la chiamata della sorella maggiore, allungò il braccio per afferrarlo e lo portò all’orecchio, senza bisogno di un saluto mentre la voce di Doniya ordinava che “è un’emergenza e devi tornare a casa”. Fece cenno a Liam di stare in silenzio e ascoltò le lamentele della sorella, riuscendo solo a comprendere qualcosa di confuso sullo studio, i capricci di Safaa e un pony.

- E io cosa c’entro?- domandò con una smorfia già sulle labbra, ancora prima di ascoltare il suo ribattere che “Mi devi un centinaio di favori”. Scosse il capo con un lamento e rispose: - Mi avevi promesso che potevo stare con Leeyum tutto il fine settimana, Don. In cambio io ti avrei coperto ogni uscita serale della settimana prossima. Tutto il fine settimana in cambio di sette giorni direi che ho accettato anche poco. Quindi veditela tu con Safaa.-

- Oh, andiamo Zayn!- Negò ancora una volta con il capo, vedendo l’espressione di Liam farsi sempre più attenta, e grugnì: - Accompagnala a vedere questi pony, tornate a casa e hai tutto il pomeriggio per studiare.-

- Possiamo accompagnarla noi.- Fulminò il ragazzo che aveva parlato con un’occhiata, ma era così vicino a lui mentre aveva pronunciato la fatidica frase da essere sentito dalle orecchie ben attente della sorella all’altro capo della linea che aveva gridato: - Liam, sei un angelo. Ti adoro.-

Chiuse la chiamata senza bisogno che si dicessero altro, rivolse al ragazzo sorridente una smorfia e roteò gli occhi al commento che aveva fatto con allegria sul potersi divertire, grugnendo: - Oh, sì. Ci divertiremo un mondo.-

- L’ho promesso a Safaa, Zayn. Poi passeremo ugualmente la giornata assieme.-

- Tu ed io, assieme alla pestifera. E sono sicuro Waliyha vorrà unirsi a noi.-

- Una gita in famiglia durante una splendida domenica di novembre.-

Biascicò qualche altro borbottio mentre si alzava dal divano, recuperava la giacca di pelle e aspettava che Liam finisse di prepararsi, seguendolo poi verso il garage. Si lamentò con più convinzione quando lo costrinse a superare la Ferrari di un rosso acceso, continuando a guardarla oltre le loro spalle, e allacciò la cintura di sicurezza dell’Audi nera, incrociando le braccia al petto per mostrargli tutto il risentimento che non avrebbe abbandonato tanto presto.

- Zay.- Puntò ostinatamente lo sguardo fuori dal finestrino, ignorando il calore della sua mano contro la coscia, premette le labbra in una linea per non ridere dei suoi buffi tentativi di ottenere l’attenzione e fermò le sue dita dal loro lento risalire, rilasciando uno sbuffo simile a una risata mal trattenuta quando lo sentì proporre: - Quante effusioni in pubblico credi servano alle tue sorelle per disgustarsi e lasciarci soli?-

Spostò gli occhi dal paesaggio che scorreva fuori dal veicolo per puntarli sul sorriso soddisfatto che curvava le labbra del maggiore, scosse il capo con il naso arricciato mentre ridacchiava del suo occhiolino e si strinse nelle spalle, sistemandosi contro il sedile in pelle e coprendo la mano ferma sul ginocchio con la propria.

- Spero ci sia qualche attrazione importante che le tenga impegnate per molto, molto, molto tempo.-

- Un tempo eccessivo per una semplice pomiciata, non trovi?-

- Continua così, Payne. E ti scorderai anche quella.-

 

 

 

 

Angolo Shine:

Penso sia doveroso iniziare con una buona dose di suppliche e tentativi di spiegazioni di fronte al ritardo eccessivo del seguito di questa bella serie che talvolta mi fa dannare. Ci sono un sacco di “avrei potuto” che mi girano nella testa in questo momento, anche durante la stesura di questa 13^ parte, ma sono soddisfatta della piega che ho deciso di far prendere alla serie. E sono convinta un poco del merito sia da lasciare alla “fermentazione” di certi elementi che in questi anni sono stati custoditi con cura nella mia mente impegnata.

Tutte queste grosse parolone per dire che vi ho fatto aspettare tanto perché temevo di dare alla serie svolte banali e poco soddisfacenti, che ora nella mia testa si è chiarito il percorso da seguire e che di conseguenza purtroppo - o per fortuna - siamo quasi giunti alla sua conclusione. Conoscendo i miei tempi direi che ne abbiamo ancora per qualche anno…

Per poter immergermi in questa serie, in questo universo alternativo in cui Zayn e Liam mi regalano qualche gioia, mi sono trovata a rileggere ogni singola parte per avere un’idea più chiara di quello che avevo deciso, di cosa vorrei far accadere e di quel che è doveroso riprendere e spiegare. Durante la lettura vi sarete sicuramente accorti dei piccoli dettagli che richiamano alle parti precedenti, dall’orso bianco all’immancabile gattino (🐱), e che servono per legare questa parte alle precedenti e non lasciarvi troppo spaesati. Come io mi sono trovata quando ho deciso di spolverare la serie.

Per essere totalmente chiari - leggendo le parti mi è sembrato di aver lasciato confusione - sull’età dei personaggi: Zayn sta frequentando l’ultimo anno di liceo e si trova nel mezzo della crisi da scelta del college. Liam invece frequenta il terzo anno di college, gioca nei Cougars (squadra dell’università) e sì, farà il salto in NFL. Preparatevi. xx :)

Ho in mente così tante cose belle per questa serie, non vedo l’ora di proseguire con la scrittura e la pubblicazione per leggere i vostri giudizi.

La prossima parte (interamente PoV Liam) è già pronta per la pubblicazione e, facendo spoiler, posso dire che potrebbe facilmente intitolarsi “Gita al maneggio”.

Qui sotto un piccolo assaggio:

« - Mi sembra di avere così tante scelte di fronte a me e che un piccolo passo sbagliato possa cambiare e rovinare la mia vita per sempre. So che non dovrei vedere questa scelta come qualcosa di tanto drastico, che faccio in tempo a re-indirizzare tutto quanto e trovare la mia strada. Solo che… è così difficile, Liam. Ho quasi diciotto anni e mi sembra di essere ancora troppo piccolo per fare certe scelte. Ti chiedono dove ti vedi da qui a tre o cinque anni e non so rispondere nemmeno con una parola. Mi piacerebbe fare dell’arte la mia carriera, non mi dispiacerebbe insegnare… ma le scelte sono tante e io mi sento… mi sento confuso e come se tutte queste scelte mi stessero sommergendo.- »

Scrivendo queste parti, quasi completamente incentrate sulla scelta di Zayn per il college, mi sono accorta della tempistica per i maturandi, ormai maturati, italiani. Quindi un pensiero va a tutti voi, insieme a un augurio di trovare la vostra strada.

Potete trovarmi su Twitter per qualsiasi cosa: una chiacchierata, consigli, preoccupazioni, discussioni su super eroi… un sostegno per chi segue Voltron e sente già la deprivazione da Shiro? O per chi legge fumetti e vorrebbe uccidere qualcuno per quel che stanno facendo passare a Billy? O per l’astinenza da hockey che mi sta facendo seriamente molto male.

Un immenso ringraziamento a tutti voi, il vostro sostegno mi dà sempre una buona dose di energia e di questo vi sarò eternamente grata.

A settimana prossima con la quattordicesima parte! ♥

 

   
 
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