Rise
up
Interamente
dedicata a tutte le persone che hanno
ispirato questa serie e a chi ha desiderato un continuo per proseguire
questo
immenso viaggio.
« I know that we all got one thing
That we all share together
We got that one nice dream
We live for
You never know what life could bring
‘Cause nothing last forever
Just hold on to the team
You play for
I know you could reach the top
Make sure that you won't stop
Be the one that you wanna be »
«
- Non farò mai più una cosa del genere, sei
pazzo.-
borbottò con una smorfia, lasciando che avvolgesse le
braccia attorno alla
propria vita e finendo sdraiato sopra di lui, mentre quello non
smetteva un
secondo di ridere e ripetere di quanto fosse stato grandioso.
Stava
ascoltando i discorsi tra Louis e Harry, tenendo
una mano puntata accanto al viso del castano per non gravargli addosso,
e lo
sentì biascicare con la voce impastata dal sonno: - Sono
felice che tu sia qui,
è stata la festa migliore di tutte.-
-
Solo perché c’ero io?- lo prese in giro con un
sorriso intenerito, spostandogli le ciocche di capelli dalla fronte, e
vide il
suo cenno del capo, il suo sbadiglio e “Rendi tutto
più bello”. »
[ XII parte Car Wash – Superhero ]
Se
Zayn pensava all’opera di convincimento messa in
atto da Liam per farlo partecipare alla festa doveva ammettere di
essere stato
parecchio debole. Era bastato che citasse due o tre nomi di
sconosciute,
assieme a qualche episodio di un passato lontano, e tutte le resistenze
di Zayn
erano svanite per lasciare il posto a una tenue gelosia, unita alla
schiacciante curiosità di incontrare vecchie fiamme del
ragazzo e paragonarsi
inutilmente a loro. Il piano iniziale era andato fin dal principio in
fumo non
appena Liam l’aveva raggiunto, l’aveva stretto in
un abbraccio e baciato nel
mezzo del salone pieno di gente, mettendo in pratica quel che Zayn
avrebbe
voluto dimostrare a tutti i presenti.
-
Ti ho già detto che sono felice tu sia qui?- gli
aveva domandato Liam appena aveva separato le loro bocche, aveva scosso
il capo
per rispondergli ed era riuscito a ribattere solo l’inizio
della lamentela
sulla mancanza di un saluto che si era trovato coinvolto in un bacio
che gli
aveva fatto portare le braccia attorno al collo del maggiore per
sostenersi a
lui.
Il
resto della serata in compagnia di Liam era passata
molto più in fretta di quel che temeva. Si era persino
divertito mentre il
maggiore improvvisava qualche passo di danza per lui; un braccio
sollevato, la
mano stretta attorno a una bottiglia di birra e un ghigno seducente a
prendere
forma sulle sue labbra carnose. Non si era nemmeno accorto del salone
che si
svuotava con lo scorrere delle ore, forse perché troppo
occupato a ridere dei movimenti
goffi di Liam e dei suoi tentativi di insegnargli qualche mossa o
impegnato a
osservare le sue guance accaldate per via dell’alcool e
dell’agitarsi con la
musica.
Zayn
si rese conto di essere giunto al termine della
festicciola intatto solo quando il silenzio calò nel salone,
avvolse un braccio
attorno alla vita di Liam per sostenerlo mentre si sbilanciava durante
le
lamentele contro Louis e lo accompagnò verso i divani,
finendo inevitabilmente
sdraiato su di lui alla sua decisione di lasciarsi cadere con uno
sbuffo e una
risata.
-
Sono davvero tanto, tanto, tanto felice che tu sia
qui. La festa migliore di tutti i tempi.-
Non
riuscì a fermare il sorriso intenerito al
ripetersi di quella frase, spostò una mano contro la sua
guancia calda e con un
tono divertito domandò: - Solo perché
c’ero io?-
Seguì
il cenno deciso del capo di Liam, risalì con le
dita fino alla sua fronte per spostargli le ciocche e trattenne il
labbro
inferiore con i denti, vedendolo sbadigliare e mugugnare: - Rendi tutto
più
bello.-
Inarcò
un sopracciglio all’improvviso ghigno che aveva
fatto la sua comparsa sulle labbra di Liam, poggiò entrambi
i palmi contro i
cuscini del divano per riuscire a sollevarsi meglio e
osservò in quel modo la
luce maliziosa nei suoi occhi scuri mentre lui faceva qualche commento
con la
voce impastata dal sonno e dall’alcool. Abbassò le
palpebre con un sospiro
quando i polpastrelli ruvidi delle sue dita sfregarono contro la
fronte, lungo
il naso e sotto il mento, piegò il viso su un lato per far
proseguire il
contatto delle sue nocche contro la guancia e tornò a
sdraiarsi sopra di lui
per diminuire le distanze e captare meglio qualche parte del suo
discorso.
-
… delle belle, belle labbra. Sono tanto carine.-
Piegò
un braccio contro il suo petto e aspettò le sue
dita risalissero dalla gola fino alle labbra, schiudendo poi la bocca e
intrappolando la prima falange dell’indice con i denti a
premere appena contro
la pelle. Lo liberò subito dopo con una risata quando
ottenne le sue risatine
spensierate e si sistemò meglio tra le sue gambe divaricate,
passando a
mordicchiare la sua mandibola per non farlo smettere di ridere.
-
Se io sono Batman e tu sei Catwoman…- Aggrottò la
fronte quando Liam s’interruppe per concentrarsi sul nome
dell’anti-eroina,
valutando le varie possibilità da “uomo
gatto” a “uomo tigre” con delle
risatine e le dita che continuava a muovere sul viso del moro, e
sospirò
sconfitto quando seguì lo stesso percorso con le dita sulle
guance e disse: -…
dove sono i tuoi baffi, gattino?-
Cercò
di ignorare le risate che provenivano dal divano
posto sul lato, sollevò il medio quando non sembrarono
trovare una conclusione
e spostò una mano sulla bocca di Liam, lasciando passare
solo l’inizio del
commento: - Hai le orecchie a casa. E anche quella coda che…-
-
Hai le orecchie da gattino a casa e non le hai
messe?-
-
Povero Leeyum. Sarebbe stato il suo sogno vederle.-
I
commenti che suonavano con le voci divertite di
Harry e Louis sembrava avessero acceso una miccia in Liam che mosse il
capo in
cenni veloci, liberò la bocca dal palmo di Zayn e si
lamentò dicendo: - Le ho
viste solo una volta e mi mancano. Non le vedo da troppo tempo, Zee.-
Fu
quando iniziò a rivolgersi a lui che Zayn intuì
le
potenzialità pericolose di un Liam Payne ubriaco, senza
filtri di fronte ai
loro amici che non avrebbero dovuto conoscere certi particolari della
loro vita
sentimentale.
-
E avevi quella cosa che…- Lo bloccò ancora una
volta
all’ultimo momento con una mano contro la sua bocca e gli
intimò il silenzio
con l’espressione del viso e un “No, Liam”
che aveva interrotto i suoi
tentativi di ribellarsi. Vide nei suoi occhi una sfumatura di supplica
che ben
poche volte aveva notato su di lui e aggrottò la fronte per
cercare di
comunicare con lui che quel discorso non era da continuare, aspettando
il suo
cenno e percependo le sue labbra tendere in una smorfia offesa contro
il palmo.
Lo liberò con un sospiro, passò la mano contro la
sua maglia per ripulirla
dalla saliva dovuta alla sua ultima leccata e si mise seduto sul suo
bacino,
picchiettando il palmo contro il suo petto con il sopracciglio inarcato
mentre
diceva: - Ora sarà meglio se andiamo a riposare
perché hai totalmente perso il
filtro che ti permette di censurarti.-
Sollevò
ancora una volta il medio per rispondere
all’ilarità dei due che commentavano con versi e
“Facci sentire le tue più
oscure fantasie, Payno”, per poi stranirsi al
silenzio in cui stava immerso
il castano con le rughe a increspargli la fronte e
un’arricciatura concentrata
sulle labbra. Ridacchiò divertito al movimento delle sue
dita che fingevano di
chiudere ermeticamente la bocca e scompigliò le sue ciocche
quando aggiunse con
serietà: - Zee non vuole e io non parlo.-
-
Tecnicamente hai già parlato. E come avresti fatto a
zittirlo tanto facilmente, Zayn? Fa parte dei vostri giochetti?-
Rilasciò
una risata alle ipotesi di Louis, poggiò i
piedi a terra e porse la mano a Liam, aiutandolo ad alzarsi dal divano
per
poter raggiungere la stanza degli ospiti che il padrone di casa aveva
preparato
per loro.
-
Non avrai mai i miei segreti, Louis. Li porterò con
me nella tomba. Ho il potere di ammutolire Leeyum.- Sollevò
un pugno in un
gesto vittorioso e avvolse il braccio attorno alle spalle di quello che
scuoteva il capo con una risatina e “Non mi hai
zittito, so solo quando è
utile stare in silenzio per ottenere quello che voglio”.
-
E cosa vorresti, Leeyum?-
-
Non sono tanto ubriaco da non capire il tuo
trucchetto, Louis.-
Zayn
non riuscì a fermare nemmeno in quel caso la
risata, sollevò gli occhi sul viso di Liam, cogliendo la
sfumatura di
divertimento che curvava le sue labbra, e si lasciò voltare
nella direzione
della scalinata, percependo subito le sue braccia avvolgerlo e
trattenerlo
contro il petto. Salutò i due ancora sdraiati sul divano con
un cenno della
mano e una risata, provocata dalle dita di Liam che gli solleticavano i
fianchi, strinse i suoi polsi per bloccare in quel modo quei movimenti
e cercò
di accedere al piano superiore senza separarsi dal ragazzo che
ridacchiava
contro il collo dove lasciava una serie di baci e “Non
ho dimenticato il
gattino”.
Chiuse
la porta della stanza degli ospiti alle loro
spalle e riuscì a captare solo il principio del discorso che
stava avvenendo al
piano inferiore, poi venne distratto dal cigolio del letto provocato
dal tuffo
di Liam che teneva le braccia spalancate, un grosso sorriso sulle
labbra e un
invito ripetuto a fare le “fusa”.
-
Sei un idiota, lo sai?- Roteò gli occhi quando Liam
rispose con un cenno d’assenso e una risata, si
sdraiò accanto a lui per far
cessare le sue lamentele e si sistemò su un fianco con la
coscia premuta contro
il suo bacino, passando le dita tra le sue ciocche e ascoltando il suo
respiro
che carezzava la pelle del collo. Rilasciò un sospiro al
confessare del castano
che “Rendi davvero tutto molto più bello”
e chinò il viso per premere le
labbra contro il suo capo, sentendolo rispondere con un versetto di
approvazione e un tenue “Tutto molto più
bello da quando sei con me”.
-
Vale lo stesso anche per me.- sussurrò con un
sorriso intenerito quando si accorse del suo essersi addormentato
l’attimo
dopo, premette il viso tra le sue ciocche morbide quasi a contenere tra
loro
tutta la felicità che provava e lasciò un bacio
sulla punta del suo naso per
poi addormentarsi stretto a lui.
Avrebbe
chiesto l’indomani a Louis cosa intendesse con
quella determinata frase sentita solo a metà –
“Quella faccia da
rincoglionito la fa solo quando è completamente andato e con
Danielle…”.
///
Svegliarsi
con il peso del corpo di Liam a tenerlo
bloccato contro il materasso aveva in sé un lato positivo e
allo stesso tempo
svantaggioso. Il suo braccio contro l’addome, il suo gomito
in particolar modo
che spingeva contro lo stomaco, era quel che l’aveva
disturbato nel sonno per
il fastidio doloroso che gli causava. Così come la
sensazione del braccio
informicolato su cui Liam aveva deciso di dormire, reso ancora
più sensibile
dal suo respiro contro la pelle. Non era stato semplice convincersi a
liberarsi
da quella posizione scomoda, soprattutto perché non voleva
disturbare quello
che dormiva così serenamente, ma era riuscito dopo vari
movimenti cauti a
fargli riprendere il suo posto sul materasso, osservando divertito come
sprofondasse il viso contro il cuscino con un verso soddisfatto.
Dopo
aver constatato di non riuscire a riprendere
sonno per via della sete che gli faceva ardere la gola, Zayn decise di
recarsi
al piano inferiore e raggiungere la cucina. Liam avrebbe apprezzato un
bicchiere d’acqua e già che era arrivato fin
lì tanto valeva pensare anche al
suo risveglio. Si bloccò dopo il primo sorso
d’acqua quando fece la sua
comparsa Louis, un evidente segno rosso sul petto lasciato scoperto
dallo
scollo ampio della maglietta, e sollevò il bicchiere per
salutarlo, seguendo i
suoi movimenti nella cucina e i ripetuti sbuffi e lamentele.
-
Dobbiamo andare a comprare qualcosa per fare
colazione. Ieri abbiamo pensato solo alla birra e all’alcool
e non c’è niente
per il mio stomaco che implora pietà.-
Inarcò
un sopracciglio mentre lo vedeva chiudere
un’antina, voltarsi verso di lui a braccia incrociate come ad
attendere una
risposta, e poggiò il bicchiere sul bancone, chiedendo: -
Devo venire con te?-
-
Con chi stavo parlando? Con un fantasma? Sei nella
mia cucina, no? Quindi vieni con me. Credimi, è anche nel
tuo interesse. Liam
diventa fastidioso se dopo una serata a bere non mette qualcosa sotto i
denti.
Insopportabile.-
Strofinò
il polso contro le labbra, nascondendo in
quel modo anche il sorriso divertito al presentarsi di
quell’ipotetica scena
nella testa, e si strinse poi nelle spalle in un silenzioso consenso,
seguendolo verso l’ingresso dove infilò le scarpe
abbandonate la sera
precedente senza bisogno di cambiarsi perché ancora
indossava i vestiti della festa.
Il
viaggio in macchina era durato poco, non c’era
stato il tempo necessario per imbarazzarsi del silenzio tra loro e
forse non
era ancora del tutto sveglio da preoccuparsene. Non erano amici, per un
certo
periodo aveva creduto Louis non lo sopportasse, ma era suo ospite
quindi
avrebbe potuto accantonare per un momento quelle paranoie e aiutarlo
senza
stare a riflettere sul motivo che l’aveva spinto a richiedere
il suo aiuto e
non quello di Harry.
-
Prendi quel che vuoi, ci vediamo alla cassa.-
Inclinò
il viso con una piccola smorfia sulle labbra
quando lo abbandonò subito all’entrata del
supermercato e scosse il capo per
cancellare le preoccupazioni, mettendosi quindi a cercare il reparto
dei
cereali per trovare i suoi preferiti. Aveva dovuto scorrere con lo
sguardo più
volte sulle varie marche e proprio quando si era trovato di fronte
l’ultima
scatola di quelli che usava regolarmente un’altra persona
l’aveva anticipato,
arrivando con la mano un attimo prima di lui.
Avrebbe
trovato quella situazione esilarante, se non
fosse stato tanto sorpreso dal trovarsi davanti la riccia, il suo
sorriso di
scuse e “Abbiamo proprio gli stessi gusti”.
Trattenne lo sbuffo
annoiato, dovuto solo all’aver perso i cereali,
piegò le labbra in un sorriso
genuino e ribatté: - Ottimi gusti. Peccato uno dei due debba
sempre
rimetterci.-
Era
pronto a darle le spalle e cercare Louis tra tutte
quelle corsie ma si bloccò l’attimo prima di
voltarsi, sentendola chiedere: -
Come sta Liam?-
Non
riuscì a fermarsi dal ribattere con un tono acido
che “Se ci tieni tanto, chiediglielo tu stessa”
e trattenne la risata
amara quando lei sbuffò e pronunciò: - Sai
benissimo per quale motivo non posso
chiederglielo io.-
-
Perché crede tu te ne sia andata?- domandò con un
sopracciglio inarcato, un tono di sfida nella voce e un pugno stretto
mentre
continuava: - O perché non vuoi mostrargli quanto sai essere
davvero stronza?-
-
Ci sono stati degli imprevisti che mi hanno
costretto a fermarmi qualche altra settimana.- la sentì
rispondere con un ritmo
calmo e quasi disinteressato di fronte all’insulto che le
aveva rivolto,
incrociò le braccia al petto per proteggersi dal suo sorriso
dolce e storse le
labbra in una smorfia quando lei proseguì con cautela: - In
ogni caso è meglio
per tutti che io me ne torni in Europa.-
Incrociò
subito i suoi occhi quando sibilò un commento
su quel che pensava del suo discorso, puntò la mano verso di
lei e ribadì: -
Sono solo delle cazzate. Non è meglio per tutti,
è solo meglio per te.
Non fingere di immortalarti per una causa giusta quando vuoi andartene
per
altri motivi. Non ti conosco, è vero. Però
conosco Liam… ed Eleanor. So che
esistono persone in questa città che ti vogliono bene.-
-
Tu più di tutti dovresti essere felice della mia
partenza.-
-
Perché mai?- Si strinse nelle spalle per mostrare
l’indifferenza che avrebbe dovuto provare a un suo cambio di
piani e mormorò: -
Se la tua partenza, il tuo distacco, fa soffrire Liam come potrei
esserne
felice? Poi non ho paura di te, non temo un ritorno di fiamma.-
-
Forse dovresti invece, non trovi?- Cercò di ignorare
il sarcasmo presente nella sua voce, puntò gli occhi nei
suoi per indicarle con
quel gesto che quanto detto precedentemente era la semplice
verità e tese le
labbra in una linea impassibile al suo pronunciare: - Lo sanno tutti
che il
primo amore non si scorda mai.-
Non
riusciva a comprendere Zayn dove avesse trovato la
forza di ridere all’affermazione di Danielle,
passò una mano sul viso mentre
scuoteva il capo e con divertimento commentò: - Credi che
non lo sappia? Sono
tre anni che mi ripetono tutti la stessa cosa. Zayn, lascialo perdere
che non
ti guarderà mai. Dimenticalo perché non
sarà mai completamente tuo. Non vedo
perché ora che finalmente è il mio ragazzo dovrei
rovinare tutto per delle
paure… immotivate.-
Si
fermò con un’espressione pensierosa in viso,
riflettendo sull’ultima parola usata in un discorso che
doveva aver sorpreso
più lui che Danielle, e si trovò subito dopo a
proseguire con più grinta in
quella conversazione che aspettava anche da troppi giorni.
-
Non posso cambiare il suo passato, eliminare la tua
presenza dalla sua vita e dai suoi ricordi. E non lo farei neanche se
potessi.
Posso esserci per lui, adesso. E forse in un futuro, se mai dovesse
volermi con
lui. Tu non mi fai paura. Non temo quello che dici di provare ancora
per lui,
quel che credi lui possa provare di nuovo per te. Mi fai solo incazzare
perché
non puoi dare le colpe della vostra rottura a nessuno, se non a te.
Vuoi
andartene via? Fallo pure. Non dire però, che io sono felice
di essermi
liberato di un’avversaria. Perché tu non lo sei.
Non mi sento in competizione
con te da tanto tempo.-
Zayn
aveva dovuto sforzarsi a trattenere la risata
liberatoria, non credeva sarebbe stato tanto semplice esternare tutti
quei
pensieri proprio con la figura quasi mitologica della ballerina, le
rivolse un
sorriso allegro per non pronunciare il resto di quanto stava suonando
nella
mente. Rinfacciarle che Liam stava con lui, che Liam era felice con
lui, che lo
era anche senza di lei gli sembrava un comportamento fin troppo
infantile per
la maturità che voleva dimostrarle.
-
Fatto tutto, Zayn?- Si voltò nella direzione di
Louis che avanzava trascinando un carrello quasi pieno, gli occhi fermi
sullo
schermo del cellulare mentre borbottava: - Harry dice che Liam si
è svegliato e
l’ha dovuto costringere a giocare alla Fifa per non ascoltare
i suoi lamenti.
Evidentemente non avevo calcolato che togliendo
dall’operazione il suo Zee, il
risultato sarebbe stato disastroso. Per fortuna è ancora
competitivo.-
Era
stato divertente per Zayn notare il cambio di
espressione che aveva attraversato in un lampo lo sguardo di Louis, non
appena
aveva sollevato gli occhi dal cellulare per posarli su di lui e sulla
riccia
che gli stava di fronte, e l’aveva visto annusare
l’aria e con teatralità
pronunciare: - Ecco perché questo posto aveva iniziato a
mettermi i brividi.-
Louis
aveva ignorato totalmente la riccia, che
sembrava riservargli lo stesso comportamento, e aveva schioccato le
dita con un
commento sull’aria putrefatta e sul dover
andarsene immediatamente,
assieme a un eccessivo “Liam mi uccide se porto a
casa il tuo corpo
contaminato”.
Zayn
scrollò le spalle con uno sbuffo, fece un passo
nella direzione di Louis e poi si voltò verso la riccia che
teneva la dita premute
contro la scatola e una smorfia offesa sulle labbra mentre i suoi occhi
erano
fermi sulla figura di Louis.
-
Pensaci bene, ti chiedo solo questo. So che non
siamo amici, ma teniamo entrambi a Liam. Forse mi comporterei
esattamente come
te, se fossi al tuo posto. Scappare è sempre la soluzione
più semplice. E il
tempo, la lontananza, rimargina tutte le ferite.- Si trovò a
pronunciare con
serietà, allungò un braccio per prendere la
scatola di cereali di una marca
simile ai preferiti e scelse di osservare l’immagine stampata
sul cartone
invece del viso di Danielle mentre continuava: - Se dovessi pensare a
un futuro
a parti invertite sono certo fuggirei via proprio come te. Spero
davvero questa
decisione ti renda felice, Danielle.-
Le
rivolse un saluto frettoloso e se la lasciò alle
spalle per non ascoltare una sua risposta, lamentandosi alla pacca
troppo forte
di Louis contro la schiena e seguendolo in silenzio senza mai guardarsi
indietro. Non sapeva come avrebbe reagito se Danielle avesse deciso di
fermarsi,
di ottenere l’amicizia di Liam, ma era certo di aver fatto la
cosa giusta.
Fu
quando si allacciò la cintura di sicurezza, dopo
aver aiutato Louis a caricare le borse nel baule, che gli
tornò alla memoria la
frase sentita la sera precedente, puntò gli occhi verso il
ragazzo alla guida
che picchiettava le dita sul volante per seguire la canzone trasmessa
in radio
e domandò: - Cosa dicevi ieri di Danielle?-
Osservò
il suo sopracciglio tendere verso l’alto, il
verso irritato alla sola pronuncia di quel nome, e insistette: - Ieri
stavi
parlando con Harry e hai detto qualcosa sulla faccia idiota di Liam e
su
Danielle.-
-
Perché vuoi saperlo?-
Si
strinse nelle spalle e distolse lo sguardo dal viso
di Louis quando disse: - Ancora con i complessi di
inferiorità? Credevo li
avessi superati.-
-
Non ho i complessi.- mugugnò con le dita premute
contro il finestrino per tracciare delle linee sul vetro appannato
dalla
condensa, storse le labbra in una smorfia e farfugliò: - O
almeno… cioè… non mi
sento inferiore a lei, credo.-
Piegò
un braccio contro lo sportello e poggiò il mento
contro l’avambraccio con uno sbuffo, ignorando il richiamo di
Louis e
percependo la sua mano stringergli la spalla mentre lo sentiva
commentare: -
Non devi temere nulla della strega. Non esiste un incantesimo che possa
spezzare il rincoglionimento di Liam nei tuoi confronti.-
-
Rincoglionimento?- ripeté con la lingua premuta
contro i denti per contenere la risata, si voltò verso un
Louis sorridente che
annuiva convinto e ascoltò le sue teorie sulle espressioni
del viso dell’amico,
sugli studi che stava conducendo da quando erano bambini e di aver
osservato
quel tipo di luce nei suoi occhi solo a seguito di una grande vittoria
a
football.
-
E sei sicuro di non averlo mai visto in quel modo con
Danielle?-
-
Chi è il suo migliore amico?-
-
Tu, però…-
-
Allora, Zayn. Io sono l’esperto in questo campo. Era
felice con Danielle, certo. Tutto quello che vuoi. Non è mai
stato
rincoglionito, però.-
-
Ed è essenziale questo fattore?-
-
Sì, altrimenti non ci farei degli studi.-
Zayn
mosse il capo in un cenno per assimilare quelle
novità, si studiò i palmi delle mani e
piegò il viso su un lato per osservare
Louis mentre pronunciava: - Credo sia meglio che
quell’incontro resti tra noi.
Non vogliamo far preoccupare inutilmente Liam, giusto?-
-
Giusto, sì. Non roviniamogli la giornata.-
///
Forse
aveva interpretato male Zayn le ultime
raccomandazioni di Louis. Forse quando lo invitava a tenere
quell’incontro
segreto gli stava semplicemente dicendo che lui non
avrebbe dovuto
parlarne. Altrimenti per quale motivo stavano al tavolo imbandito per
la
colazione, la parlantina di Louis che non sembrava voler arrestarsi
mentre
riempiva di particolari il racconto del dialogo avuto con Danielle?
-
Dovevate vederlo come si pavoneggiava.- stava
dicendo con lo sguardo fermo su un Harry divertito, non accorgendosi in
quel
modo del silenzio di Liam e delle occhiate torve di Zayn. - Liam ora
è tutto
mio e tu non vali più niente. Ben le sta a quella strega.-
La
conclusione acida del discorso aveva evidenziato
quanto risentimento Louis provasse nei confronti di Danielle e Zayn,
per quanto
non appoggiandolo totalmente, non poteva avercela con lui per quella
scelta di
rivelare a Liam quel che si dimostrava ancora una volta la riccia.
L’unico
motivo per cui aveva accettato di nascondere la partenza ritardata di
Danielle
era perché non voleva causare quel che stava ora impresso
sul viso di Liam; le
sue labbra increspate in una smorfia, le mani strette attorno alla
tazza di
caffè e gli occhi fermi sul liquido scuro e caldo.
-
Leeyum?- Allungò un braccio fino a posare la mano
sulla sua coscia e incrociò il suo sguardo pensieroso,
strinse appena la presa
e sussurrò: - Credo sia normale sentirsi come stai tu.-
Cercò
di non abbattersi di fronte allo scetticismo
evidente sul suo viso, alla sfida nel tono della sua voce mentre lo
invitava a
dare una spiegazione a quanto detto.
-
Sembra che tutti sappiate quel che sento. Mi
piacerebbe davvero sentire la tua versione.-
Zayn
arricciò le labbra in una smorfia, strofinò le
dita contro il tessuto di stoffa dei pantaloni della tuta che Liam
doveva aver
rubato a Louis e tentennò: - Tradito ancora una volta da una
persona che è
stata importante per te?-
Osservò
il movimento delle spalle di Liam, come se
fosse totalmente indifferente alla tematica del discorso, e si
scambiò
un’occhiata con gli altri due presenti a tavola, cercando di
comunicare con
loro e soprattutto dimostrare a Louis per quale motivo avessero deciso
di
tenere il castano estraneo all’incontro con Danielle.
-
Non puoi cancellare totalmente una persona dalla tua
vita, Liam.- sussurrò senza spostare il palmo dalla coscia
di quello che
sorseggiava il caffè amaro con una smorfia pur di non
chiedere lo zucchero a
Louis. - Sai meglio di me quanto è stata importante,
altrimenti non avresti
sperato così tanti anni in un suo ritorno. Credo sia la cosa
più naturale del
mondo sentirsi legati a lei e restarci parecchio male con questo tipo
di
comportamento che sta mettendo in atto.-
-
Magari ero solo stupido.-
Rivolse
un’occhiata severa a Louis quando commentò
“Finalmente
te ne sei accorto”, allungò un braccio
per prendere lo zucchero
all’ennesima smorfia di Liam causata dal caffè e
glielo passò con un sorriso,
percependo un ringraziamento dentro il suo grugnito.
-
No, non è vero.- s’impuntò Zayn con
serietà, strinse
con una mano il suo polso per ottenere la sua attenzione e
continuò: - Eri
innamorato, ti sei fidato e sei rimasto fregato. Ti sei fidato ancora
una volta
e lei ha fatto la scelta che riteneva più giusta. E se
decidessi di fidarti
ancora una volta di lei sarà solo perché lo vuoi
e non perché sei stupido.-
Aspettò
il tempo necessario perché quel concetto
facesse la sua strada nella mente di Liam e poi strofinò le
dita lungo il suo
braccio, distogliendo lo sguardo e dedicando a Louis
un’occhiata di rimprovero
mentre diceva: - In ogni caso non le ho detto nulla di quello che ha
descritto
lui. Le ho detto solo che non mi sento in competizione con lei e che
non deve
dare le colpe alla nostra relazione, se vuole tagliare ogni rapporto
con te.
Non rovinerebbe un bel niente la vostra amicizia perché sei
il mio ragazzo e
non una mia proprietà. Ammetto che mi infastidisce la sua
presenza, ma se tu
vuoi esserle amico perché non dovresti? Non litigheremo mai
per gelosia.-
-
Peccato, mi sarebbe piaciuto vederle ancora.-
Inarcò
un sopracciglio quando trovò il ghigno
divertito sulle labbra di Liam inappropriato al discorso che stavano
avendo e
domandò: - Vedere cosa?-
-
Le unghiette del gattino, Zee.-
Portò
le mani contro il viso per fermare il lamento
alle risate divertite degli altri due, si lasciò attrarre
dal braccio del
maggiore e premette la fronte contro la sua spalla, sbuffando e
dicendo: - Per
colpa sua ho anche dovuto rinunciare ai miei cereali preferiti.-
///
Il
ritorno a scuola era stato quasi traumatico per
Zayn: svegliarsi presto, prendere l’autobus, trovarsi ancora
una volta nel
clima teso creato dalle occhiate che Jason gli riservava quando gli
passava
accanto. Dopo aver trascorso quei pochi giorni in compagnia di Liam,
doveva
abituarsi di nuovo alla normalità. Erano utili i ricordi che
aveva accumulato
con lui perché in un momento di sconforto li portava alla
memoria, prendeva un
respiro e si ripeteva che non c’era alcun motivo di sentirsi
in trappola, che
le ore in quella scuola non erano eterne, che quel gruppetto non doveva
rovinargli la vita. Quel pomeriggio aveva ben altro cui guardare che
farsi
rovinare la giornata da battute stupide, i suoi genitori gli avevano
permesso
di stare con Liam tutto il pomeriggio a patto che le ripetizioni
andassero a
buon fine. Zayn non aveva avuto il coraggio di confessare loro che non
c’era
stata alcuna ripetizione, che non avevano parlato seriamente di
studiare e che
Liam non aveva nemmeno idea di dovergli dare sul serio ripetizioni. I
suoi
genitori non l’avrebbero scoperto e lui di sicuro non avrebbe
rinunciato a
delle ore con Liam per mettersi a studiare scienze o matematica.
Stava
raggiungendo proprio l’aula per quell’ultima
lezione quando andò a sbattere contro uno studente fermo nel
corridoio,
sollevando gli occhi dal basso si rese conto subito di chi fosse e
rilasciò un
verso annoiato quando il suo piede spinse lontano da lui il libro che
gli era
caduto dalle mani. Strinse un pugno per non ribattere, non volendo
finire con
una nuova sospensione e in punizione, recuperò il libro da
terra e seguì la sua
camminata con occhi attenti, sentendo ancora l’eco di quel
“Non ci sarà
sempre il succhiacazzi a proteggerti”.
Doveva
essere rimasto immobile per qualche minuto di
troppo da attirare l’attenzione del professore che stava
raggiungendo come lui
l’aula, alla sua domanda sul poterlo ascoltare a seguito
della punizione Zayn
non aveva trattenuto la risata amara e la provocazione con cui
pronunciava: -
Non si preoccupi. Ho capito perfettamente come funziona la gerarchia di
questa
scuola. Testa bassa e nessuno si avvicini agli intoccabili.-
Il
ricordo di quell’episodio, della frase che Jason
gli aveva rivolto prima di lasciarlo nel corridoio, non
l’aveva abbandonato per
il resto della giornata. Era sempre rimasta in un piccolo angolo della
mente,
soprattutto per il cambio della terminologia che aveva usato per
rivolgersi a…
Liam? L’aveva sempre definito un
“traditore” per il suo aver scelto di
proteggere uno come lui, un “figlio di terroristi”.
Non si era mai spinto
nell’ambito sessuale della relazione, con sorpresa di Zayn.
Era cambiato
qualcosa o semplicemente aveva deciso di aggiornare la lista degli
insulti?
Quel
dubbio lo stava assillando anche mentre tracciava
le linee di un futuro tatuaggio che aveva intenzione di farsi per il
diciottesimo compleanno, fu costretto persino a poggiare il taccuino
contro le
cosce e cercare con gli occhi Liam che sembrava essere estraneo a
qualsiasi
problema stesse disturbando Zayn. Rilasciò un sospiro e vide
la sua fronte
corrugarsi in risposta, i suoi occhi che però restavano
concentrati sulle
avventure di Batman e Robin. Sistemò i cuscini contro la
testata del letto e si
appoggiò ad essi, portando le ginocchia al petto e
picchiettando la matita
contro il bordo del quadernetto degli schizzi.
-
Cos’è successo con Jason?- domandò
quando si rese
conto dell’inutilità che il solo sguardo aveva su
di lui e osservò il suo
sopracciglio tendere verso l’alto in un’espressione
confusa mentre decideva
ancora una volta di continuare la lettura e non fornirgli alcuna
risposta.
Spinse un piede contro il suo fianco per ottenere la sua attenzione e
si legò
al discorso precedente spiegando: - Jason, il bulletto della mia
scuola. Quello
che hai incontrato in palestra l’altro giorno. Ricordi? Mi
hai mandato un
messaggio dicendo che era terrorizzato. Oggi non sembrava
molto…-
Avrebbe
dovuto irritarlo la prontezza che aveva avuto
per interromperlo e chiedere: - Ti ha fatto qualcosa?-
Era
pronto a fare una battuta sullo strano modo che
aveva di dargli attenzione, che esisteva solo un modo per averla
totalmente, ma
l’espressione di Liam era preoccupata mentre teneva le dita
strette alle pagine
del fumetto. Si strinse nelle spalle con un sospiro, scosse il capo e
poi
commentò: - Solite offese stupide che ormai evito di
registrare.-
Liam
aveva solo annuito. Aveva mosso il capo in un
cenno e poi era tornato a concentrarsi sul fumetto che teneva tra le
mani. Un
fumetto che Zayn aveva comprato prima di entrare a scuola quella
mattina, che
non aveva ancora letto e che Liam gli aveva sfilato dalle mani
perché “Tu
devi studiare, l’ho promesso a tuo padre”.
Non si stava nemmeno assicurando
stesse studiando quindi era inutile, una scusante per avere
l’opportunità di
leggerlo prima di lui.
Spinse
ancora una volta il piede contro il suo fianco
e mugugnò un “Leeyum”
che ottenne subito l’attenzione desiderata, si
spostò nel letto fino ad essere con il ginocchio contro la
sua guancia e si
chinò con il viso per chiedere: - Vuoi dirmi per favore
cos’è successo in
palestra quel giorno?-
Inarcò
le sopracciglia con la fronte increspata per
indicargli di essere in attesa di una risposta e seguì con
gli occhi i
movimenti del capo di Liam, quel premere appena la guancia contro il
ginocchio,
e le dita che strofinava contro la stoffa prima di borbottare: - Non
vuoi
saperlo davvero.-
Si
spazientì quando la sua concentrazione passò
ancora
una volta al fumetto, glielo sfilò con un gesto deciso dalle
dita e lo nascose
dietro la schiena, inclinando il busto per nasconderlo meglio ai
tentativi di
Liam di recuperarlo. Lo fissò poi con serietà e
disse: - Te lo sto chiedendo e
voglio saperlo.-
Vide
un’espressione contrita passare dal viso di Liam
ma il suo spostare lo sguardo verso il lato opposto della stanza
gliel’aveva
nascosto prima che potesse chiedere spiegazioni o analizzarla meglio,
sentì il
suo sbuffo e la confessione flebile che “L’ho
solo minacciato con più
convinzione dell’ultima volta”. Quando
finalmente gli occhi di Liam
tornarono a focalizzarsi su di lui cercò di mostrargli la
confusione provocata
dalla sua frase, mosse una mano per invitarlo a proseguire il discorso
e inarcò
un sopracciglio all’ennesimo sbuffo contrariato e al
susseguirsi veloce del suo
descrivere quanto accaduto.
-
Ho detto solo che so dove abita e che non sono solo.
C’era Dominic con me. Il ragazzo di mia sorella Ruth, lo
ricordi? E le minacce
sembravano essere arrivate a orecchie ben attente. Mi sono sbagliato
perché è
davvero più stupido di quel che credevo.-
Zayn
aspettò qualche momento nel silenzio prima di
chiedere: - Sai il suo indirizzo di casa e ora?-
Liam
lo fissava confuso, forse non capendo per quale
motivo si fosse fatto scontroso al breve riepilogo degli eventi, e Zayn
prontamente continuò: - Ora che sai il suo indirizzo di casa
cos’hai intenzione
di fare? Andare fin lì, trascinarlo fuori e picchiarlo a
sangue perché mi ha
dato una piccola spinta?-
Solo
il pronunciare l’ultima parola fece mettere
seduto con uno scatto Liam che sibilò: - Sai anche tu che
non è così. Non è
stata solo una piccola spinta. Zayn, cazzo. Non è mai stata
solo una piccola
spinta.-
Strinse
i pugni per non concentrarsi sul tremolio
delle dita di Liam o su come la sua voce fosse suonata dura e fragile
allo
stesso tempo, mantenne la stessa espressione seria e
continuò: - Non hai
risposto. Cos’hai intenzione di fare finché non
decide di temere le tue
minacce? Vuoi picchiarlo? Farlo finire in coma? Magari ucciderlo
così elimini
il problema una volta per tutte? Perché mi sembra che tra
poco quella sarà
l’unica soluzione per te.-
Incrociò
lo sguardo tormentato di Liam e ripeté: - Se
non dovesse smettere di lasciarmi in pace cosa saresti disposto a fare?
Fino a
dove vuoi spingerti? Vuoi arrivare davvero fino al punto in
cui…-
S’interruppe
quando Liam pronunciò a fatica un “Non
lo so” che gli fece incrinare il cuore,
cercò di posare le mani sul suo
viso ma aveva distolto in fretta lo sguardo mentre continuava: - Non so
fino a
dove sono disposto a spingermi per proteggerti.-
-
Liam.- lo chiamò con un tono preoccupato nel vedere
il suo pugno stringere con forza il copriletto fino a sbiancare le
nocche, si
avvicinò a lui e poggiò la mano sulla sua spalla,
premendoci contro il mento e
ascoltando il suo respiro farsi affaticato mentre ricordava: - Ho
rischiato di
perderti sul serio già una volta e non arriverò
tanto vicino a… a…-
-
Non succederà.- promise con serietà, occupando lo
spazio tra la schiena di Liam e la testata del letto per avvolgere le
braccia
attorno a lui. - Credi che sia tanto semplice sbarazzarsi di me?
Dimentichi il
mio pugno di ferro? Sono pronto a spaccare tanti nasi per guadagnarmi
un nome
figo da super eroe.-
-
Ho solo paura.- Strinse con più forza le braccia e
strofinò la guancia contro il suo collo, sentendolo ancora
troppo teso mentre
continuava a dire: - Quello si è fissato con te. Sono tre
anni che ti
perseguita, Zayn. Non è un atteggiamento normale. E se per
il suo ultimo anno
volesse fare qualche atto grandioso e liberare la scuola da quello che
lui considera…-
-
Ehi.- sussurrò con le labbra premute contro
l’incavo
del suo collo, intrecciò le dita all’altezza del
suo stomaco e con un tono
lieve pronunciò: - Non lavorare troppo con la fantasia
adesso.-
Percepì
sotto le mani il suo addome tremare con la
risata amara causata da quell’ultima frase e chiuse gli occhi
al suo insistere
e bloccarsi, riprendere subito dopo: - Perché non succede
spesso che… Basta
guardarsi attorno e… e lo sai anche tu. Lo sai molto meglio
di me, visto che ci
convivi da anni con tutto quest’odio. Forse sto esagerando,
forse non succederà
nulla, ma il rischio che possano mettere in pratica quel che dicono a
parole
esiste.-
Spostò
le dita di una mano tra le sue ciocche e le
strinse appena per farlo concentrare su quella sensazione e non su
tutto quel
che stava ipotizzando, immaginando a giudicare dal tremore del suo
corpo.
Premette la fronte contro la sua guancia e respirò contro la
sua pelle,
mormorando: - Niente di tutto questo ora, Liam. Sono qui e ti prometto
che
starò attento. Ne parlerò con i professori, va
bene? Sei più tranquillo?-
Percepì
il suo viso muoversi con la negazione e il
successivo spiegare che “Non hanno fatto nulla in
tutti questi anni”,
preferì stare in silenzio perché non
c’era modo che riuscisse a convincerlo
dell’efficacia e della prontezza di quella scuola in ambito
di discriminazioni.
Era stato sospeso proprio quando aveva deciso di difendersi, il
gruppetto dei
suoi persecutori era stato forse richiamato in presidenza per
raccomandazioni e
inviti a moderare i termini durante gli anni passati.
-
Scusa.-
Inarcò
un sopracciglio quando sentì Liam pronunciare
quella parola, si staccò con il viso dalla sua guancia per
osservarlo meglio ma
l’inclinatura del suo volto gli impediva di avere accesso a
qualsiasi emozione
fosse riflessa nei suoi occhi.
-
Non volevo farti preoccupare, mi dispiace. Non avrei
dovuto parlartene in questo modo.- Avvolse meglio le braccia attorno a
lui,
percependo il suo corpo abbandonare lentamente la tensione per
plasmarsi a lui,
e strofinò i palmi contro il suo addome quando
sentì ancora una volta la
confessione: - Da quando c’è stato
quell’incidente… io per un solo istante ho
creduto davvero di averti perso e non voglio che quella sensazione si
trasformi
in realtà.-
-
Liam, non succederà più.- promise con un sussurro
contro la sua nuca, sorrise con le labbra tra le sue ciocche quando il
suo
palmo si posò sulle mani ancora ferme contro il suo addome e
prese un respiro
per circondarsi del suo odore mentre lo sentiva mugugnare: - Non vorrei
essere tanto…
catastrofico. Mi hanno detto che dopo aver subito un trauma…
che dopo aver
provato un’emozione tanto forte… insomma, che ci
vuole tempo prima che io
assim--… che forse non riuscirò mai a superare un
bel niente, che resterà
sempre fisso nella mia testa quell’attimo e sarò
sempre così…-
-
Preoccupato per me?- lo interruppe prima che potesse
sputare fuori con rabbia la conclusione di tutti quei pensieri,
premette la
fronte contro le sue scapole, riuscendo a sentire il respiro profondo
che
prendeva prima di annuire, e spostò le mani dal suo addome
per stringere le
sue, sussurrando: - Liam, è normale
avere paura. Pensi che io non ne
abbia? Certe volte sono terrorizzato all’idea di trovarmi
solo con quelli. Però
cosa potrei fare? Lasciarmi bloccare dalla paura e farli vincere? No,
non devo
arrendermi.-
Intrecciò
le dita alle sue e ritornò sul discorso
precedente, dicendo: - Certe volte una sofferenza serve solo a farci
apprezzare
una gioia maggiore. Allah ci protegge.-
Poggiò
il mento contro la sua spalla e sollevò gli
occhi verso il suo viso, vedendo la sua espressione non del tutto
convinta resa
evidente dalle sopracciglia aggrottate. Scosse il capo con un sorriso e
ribadì:
- Allah ci protegge sempre, anche se non credi a Lui. Io prego sempre
per te.-
Rispose
al verso interrogativo di Liam con un
movimento della testa, una stretta delle sue dita e “Prego
sempre per le
persone che amo e voglio proteggere”.
-
Io… uh, niente di… mistico, però certe
volte vorrei…
non chiuderti in una campana di vetro e proteggerti da ogni cosa ma
almeno
evitarti qualche brutta sofferenza. Vorrei solo saperti tranquillo e
non con la
paura che ti fa guardare le spalle.-
Ridacchiò
appena per la scelta delle parole iniziali,
si sporse con il viso per premere le labbra contro la sua gola e
indietreggiò
con il busto fino ad avere la schiena contro i cuscini morbidi,
portando con sé
il corpo di Liam che si era presto adeguato alla nuova posizione.
Poggiò le
mani contro le sue guance quando si voltò fino a essere con
i loro petti uno
contro l’altro, studiò l’espressione del
suo viso farsi più rilassata e piegò
le labbra in un sorriso felice, strofinando i pollici contro la sua
pelle resa
ruvida dal filo di barba che stava lasciando crescere.
-
Ora sarà meglio studiare.- commentò poi con un
sopracciglio curvato verso l’alto, tenne il pollice e
l’indice premuti contro
le sue guance per cercare di contenere la sua risata e aggiunse con un
tono
divertito: - Mio padre mi vieterà di uscire con te e di lui
devi avere paura.-
-
Il signor Malik mi terrorizza.- Picchiettò
l’indice
contro la punta del suo naso mentre gli dava ragione con un cenno serio
del
capo e gli colpì il petto con un pugno quando
continuò: - Mi diverte come fuggi
sempre dalle loro punizioni perché vuoi venire da me.-
-
Magari non lo farò più dalla prossima volta.-
ribatté con uno sbuffo, spostando il suo corpo con le mani
contro le spalle,
coprì la sua bocca con un palmo per non concedergli nulla di
quel che gli
chiedeva e recuperò dalla tracolla abbandonata a terra il
libro di matematica,
desiderando solo soffocarsi con un cuscino. Non poteva però
dare quella
soddisfazione a Liam che fissava ogni mossa con un sorriso vispo sulle
labbra e
le sopracciglia corrugate a dare al suo viso un’espressione
fin troppo furba.
Durò
poco il suo silenzio, di conseguenza la
concentrazione che aveva faticosamente proiettato sulla prima riga e
che si era
volatizzata al contatto della sua mano contro il fianco e alla
curiosità con
cui chiedeva: - Cosa disegnavi prima?-
Inarcò
un sopracciglio con un sorriso beffardo sulle
labbra mentre replicava di averlo creduto troppo distratto dal fumetto
per
stare concentrato su di lui, scosse il capo con una risata alla stretta
nelle
spalle che aveva ricevuto come risposta e non riuscì a
resistere dallo sporgersi
verso il ragazzo ancora sdraiato nel letto, tenere un palmo contro il
suo petto
e chinarsi per premere le labbra contro la punta del suo naso.
-
Voglio un bel tatuaggio per il mio compleanno. Vuoi
vederlo?-
Poteva
rimandare di qualche altro minuto lo studio
della matematica. Non era interessante quanto il sorriso che Liam stava
mostrando mentre annuiva felice.
///
Zayn
teneva gli occhi fermi sulla schermata del
computer acceso, la ricerca che aveva iniziato ore prima e che stava
ora
riassunta in due sole schede di Internet. Muoveva il cursore tra le
due,
cambiandola in alternanza, come se volesse aspettare un segnale per
focalizzarsi solo su una.
San
Francisco. Minneapolis.
California.
Minnesota.
Fu
con la risposta già pronta che iniziò una seconda
ricerca, osservò i pesanti numeri che in poco tempo si erano
materializzati,
quasi a prendersi gioco di lui, e chiuse le schede con un sospiro,
osservando
per qualche secondo lo sfondo che aveva impostato settimane prima di
una foto
che aveva scattato con Liam al lunapark.
Abbassò
lo sguardo sul foglio su cui aveva tracciato
linee geometriche intricate mentre consultava quei siti con occhi
attenti,
poggiò la matita sulla scrivania e spostò lo
sguardo verso la finestra, le
fronde dell’albero quasi spoglio con l’avvicinarsi
dell’inverno e il cielo
grigio che preannunciava un temporale. Sostenne il viso con i pugni
contro le
guance, i gomiti contro il legno, mentre rifletteva… o
almeno, tentava di
farlo.
Era
davvero quello che voleva per il suo
futuro? Avrebbe dovuto seguire quel sogno che credeva di aver
abbandonato anni
e anni prima? Quante erano le probabilità di non star per
sprecare anni della
sua vita dietro un sogno impossibile? Quando poteva accontentarsi della
seconda
scelta che non sarebbe nemmeno stato un ripiego frettoloso o
insoddisfacente.
Aveva fatto domanda l’anno precedente, così
convinto di quella scelta, e ora si
metteva in testa di riprovarci e cambiare totalmente percorso.
Picchiò
la fronte contro la scrivania in un vano
tentativo di ordinare in scomparti distinti tutto
quell’ammontare di scelte,
desideri, inclinazioni. Spostò gli occhi verso i tratti che
stavano impressi
sul foglio del quaderno sui cui stava premuta la guancia, si
sollevò con il
viso e strappò un foglio bianco. Recuperò poi la
matita e tracciò una linea
verticale che dividesse nelle due colonne di “PRO”
e “CONTRO” lo spazio bianco.
Tamburellò la matita contro la scrivania e
compilò entrambe le parti con tutto
quel che gli veniva alla mente, osservando il risultato dopo qualche
minuto e
incupendosi quando notò il “Liam?” che
aveva appuntato nella lunga lista dei
pareri contrari, assieme a scoraggiamenti sulla difficoltà
che avrebbe
riscontrato sul portare a termine anche solo un fumetto, figurarsi
riuscire poi
a venderlo.
Accartocciò
il foglio preso dalla rabbia e lo gettò
nel cestino accanto alla scrivania, coprendo il viso con le mani per
riuscire
anche ad ammortizzare il verso stressato che quella situazione gli
aveva
causato. Si girò con la sedia verso la porta che si apriva e
fece un cenno a
Safaa che con un piccolo broncio riservato all’orso bianco
nel letto lo
informava di avere una chiamata sul telefono fisso per lui. Non si
stupì quando
riconobbe la voce del castano dall’altra parte della linea,
fece cenno a Doniya
di lasciarlo solo perché lei aveva tutto il tempo di parlare
con “Lee” in
università e si appoggiò con le spalle al muro,
spiegandogli di aver spento il
telefono per concentrarsi sullo studio. Non era una bugia ma non poteva
introdurre l’argomento che lo assillava durante una
conversazione telefonica.
Poi cos’avrebbe dovuto chiedergli? “Se dovessi
andarmene dall’altra parte del
mondo per seguire il mio sogno mi aspetteresti? Posso abbandonarti come
Danielle e sperare di non rovinare tutto o spezzarti il
cuore?”. No, non era un
argomento che poteva affrontare al telefono, Doniya ancora tra i piedi
e
Waliyha che si fingeva interessata ad accarezzare Boris in salotto. La
risata
di Liam che risuonava nell’orecchio mentre gli raccontava una
scenata ridicola
che aveva avuto luogo nel bar durante un suo turno. Non poteva rovinare
il suo
umore e poi avrebbe avuto tempo, non aveva ancora deciso in ogni caso.
-
Allora?-
Si
distrasse da quei pensieri quando Liam si rivolse a
lui con quella domanda, si mostrò infastidito dalla presenza
di Doniya per
indicarle in quel modo di voler restare solo e sbuffò contro
l’apparecchio,
spazientendosi ancora di più con la sorella quando
dall’altra parte della linea
arrivò il tentennante “Se sei impegnato
possiamo fare un altro giorno”.
-
No, non sono impegnato.- mormorò contro la cornetta,
desiderando solo un po’ di privacy, diede le spalle alla
sorella maggiore e
continuò con un tono basso: - Sei sicuro sia una buona idea
venire a vedere i
tuoi allenamenti?-
Gli
sembrò di riuscire a vedere la confusione riflessa
nel viso di Liam per il silenzio che era caduto a quella semplice
domanda, gli
ingranaggi della sua mente che si muovevano lentamente nei tentativi di
capire
il senso nascosto dietro la sua ritrosia.
-
Perché non dovrebbe essere una buona idea? Sono
aperti al pubblico.-
-
Noi però stiamo insieme.- cercò di dire con un
filo
di voce, inutile tentativo di tenere le sorelle fuori da quella
conversazione,
si strinse nelle spalle e sperò quasi di essere inglobato
dalla parete mentre
in un sussurro chiedeva: - Non ci saranno problemi?-
-
Che tipo di problemi dovrebbero esserci, Zayn?-
-
Liam, lo sai.-
Strofinò
una mano contro la fronte con un verso
infastidito per come continuava a insistere di non avere idea del punto
cui
cercava di arrivare e grugnì: - Che ti ho convertito. E
prima che tu possa fare
una battuta sulla religione, non è quello. Sai come dicono,
no? Che è solo una
fase e…-
Rilasciò
un sospiro al richiamo di Liam e premette la
tempia contro il muro freddo mentre lo sentiva ribattere: - Se
è solo una fase
sta procedendo da parecchio tempo. E ho messo la lingua in bocca a
Louis prima
che tu potessi approdare in suolo americano quindi, mi dispiace, non
sei la
causa di alcun… risveglio libidinoso.-
-
Idiota.- pronunciò con le labbra arricciate in una
smorfia, aggiungendo poi con un borbottio: - Ora avrò per
sempre l’immagina
fissa di…-
-
Sono sicuro riuscirò a farti dimenticare in fretta
qualsiasi cosa.-
Roteò
gli occhi alla prontezza con cui l’aveva
interrotto per pronunciare quella frase con tanta sicurezza,
ridacchiò
divertito alla descrizione sproporzionata delle sue abilità
e domandò: - Devo
considerarlo un appuntamento?-
-
Solo se resisti fino alla fine, mi aspetti mentre
faccio la doccia e accetti di cenare con me.-
Mosse
il capo in un cenno con un sorriso felice a
prendere il solito posto sulle labbra e pronunciò con
divertimento: - Porto
qualcosa per intrattenermi così non rischio di annoiarmi.-
-
Credevo fossi io il tuo intrattenimento!-
Si
strinse nelle spalle con una risata, intrecciò il
cavo del telefono attorno all’indice e sussurrò: -
Devi impegnarti, se vuoi
restare in cima alla classifica.-
-
Ci vediamo tra qualche ora, Malik.- Mosse il capo in
un cenno affermativo e attese in silenzio quel che era certo stesse
passando
dalla sua testa, rilasciando una risata rumorosa al suo concludere: -
Vedrai
quanto mi impegnerò per stare in cima. Non ti
deluderò.-
///
Zayn
aveva passato gran parte di quelle ore di
allenamento con gli occhi che spostava dai giocatori che correvano nel
campo al
blocco che teneva sulle ginocchia, cercando di riportare nei dettagli i
loro
movimenti con tratti veloci. Poi posava lo sguardo sul castano e si
rendeva
conto dopo qualche minuto di essersi distratto a osservare la sua
figura,
sospirando appena quando la mente delineava con una perfezione
allarmante i
suoi muscoli anche da quella distanza. Si era costretto più
volte durante
quelle ore a stare concentrato su un disegno della squadra, uno studio
in movimento,
e non sul ragazzo che si allenava a parte con talvolta eccessiva grinta
che gli
faceva ottenere richiami severi da parte dell’allenatore.
Non
era l’unico a essere tanto interessato al
quarterback dei Cougars, a giudicare dalle risatine che provenivano da
un
gruppetto di ragazze e che risuonavano ogni qualvolta quel giocatore
sollevava
la maglietta per tamponare il viso sudato negli sforzi, facendolo
sobbalzare e
sbagliare un tratto tra i borbottii. Era stato complicato non farsi
vincere
dalla voglia di cambiare postazione o raggiungerle per chiedere loro se
volessero una foto di Liam Payne a torso nudo, poteva procurargliene in
quantità esagerata pur di farle tacere. Aveva dovuto anche
subire i
pettegolezzi che si stavano scambiando sulla rosa della squadra,
sapevano tutto
di ogni giocatore, e aveva premuto due dita contro
l’osso nasale al loro
concentrarsi sull’epica relazione tra il
quarterback e la ballerina che
stava avendo successo in Europa. Se in
quell’università esisteva un sito di
gossip era sicuro fossero loro le amministratici, o almeno le fonti
ufficiali.
Erano anche a conoscenza di tutte le avventure che erano nate e morte
nel corso
delle serate per festeggiare le vittorie di una partita. La testa di
Zayn
iniziava a vorticare per tutti i nomi che stavano spulciando a una
velocità
impressionante.
-
… la ragazza che studia teatro. Quella che
ultimamente saluta sempre. Quella carina. Le ho parlato una volta ma ho
dimenticato il suo nome, era strano.-
-
Oh, Donya?-
Zayn
portò una mano alla bocca per fermare il verso
sorpreso e la risata per come avevano pronunciato il nome di quella che
era
sicuro fosse la sorella. Picchiettò la matita contro il
blocco mentre cercava
di chiudere fuori i loro discorsi e concentrarsi sul campo, arricciando
le labbra
in una smorfia quando si rese conto di aver perso Liam.
-
Credo sia asiatica, sì. Sarà egiziana. Sono gli
occhi, no?-
-
Sarebbero una coppia carina, certo. Se non fosse che
Liam e Dani sono la coppia. Andavamo alle superiori
assieme e vi
assicuro che rientravano nei canoni della coppia perfetta che sta
insieme tutta
la vita.-
-
Poi si sono lasciati. E sono passati anni. Liam ha
tutto il diritto di farsi una nuova vita.-
-
Come tutti gli uomini non ha perso occasione di
tradirla non appena lei ha allentato il collare. Come dico sempre io?
Bisogna
tenerli stretti.-
Zayn
roteò gli occhi con uno sbuffo, chiuse il blocco
perché ormai non aveva più senso tentare di
concentrarsi, si preparò a
raggiungerle per dire loro di “chiudere quella fogna di
bocca” ma si bloccò ai
loro gridolini eccitati e “Viene verso di noi!”
che avevano esclamato in
più tonalità. Non fu sorpreso quando voltandosi,
trovò Liam con un borsone
sulla spalla e il braccio che agitava per invitarlo a scendere le
gradinate che
li separavano. Infilò il blocco nella tracolla e
superò il gruppetto che
iniziava a chiedersi chi fosse, perché conoscesse il loro
quarterback e cosa
volesse da lui. Si fermò quindi di fronte a lui e si sporse
per premere le
labbra contro la sua guancia, separandosi con un sorriso, un cenno
verso le
loro spalle e “Abbiamo osservatori”
che doveva valere come spiegazione
di quel saluto diverso da quel che si aspettava Liam. Il suo broncio
offeso si
trasformò in un’espressione confusa, i suoi occhi
cercarono tra gli spalti, poi
percepì il suo sospiro tra le ciocche scure e un bacio
assieme al “Andiamo
in un posto più appartato”.
-
Posso farti un resoconto di tutti i pettegolezzi
sulla tua squadra, Leeyum.- lo informò con un cenno serio e
un sorriso
divertito sulle labbra mentre lo seguiva verso il parcheggio poco
distante dal
campus, spinse il gomito contro il suo fianco e aggiunse: - So tutti i
più
oscuri segreti di voi atleti.-
-
Sono un gruppo di pettegole.- Annuì alla sua
spiegazione, non che ne avesse bisogno ad aver passato con loro quasi
tutto il
pomeriggio, si lasciò attrarre dal suo braccio attorno alla
vita quando furono
a debita distanza dal campo sportivo e ridacchiò divertito
al suo commentare: -
Sono sicuro qualche mio compagno di squadra vada regolarmente con
almeno una di
loro. Sarà da lui che estrapolano così tante
informazioni.-
Cercò
di fermare la risata successiva e quando fu
tutto inutile prese la decisione di inclinare il viso e premerlo contro
la sua
spalla, spiegando alle sue domande che “credono tu
stia con Doniya”.
Avvolse il braccio attorno al suo fianco per non cadere a terra quando
la sua
stretta si fece più forte con la risata, strofinò
il palmo contro la pelle
scoperta dalla maglietta che si era sollevata appena con i movimenti e
premette
il naso contro la stoffa profumata, mormorando: - Forse avrei dovuto
indossare
la tua giacca. Dici che avrebbero capito?-
Cercò
di ritrarsi inutilmente alla mano che Liam
passava tra le ciocche scure e si strinse nelle spalle con uno sbuffo
quando lo
sentì spiegare: - Capirebbero che sono un grande amico del
fratello della mia
ragazza.-
-
Tanto amico da prestargli la giacca della divisa?-
domandò con il sopracciglio inarcato verso l’alto,
trattenne il sospiro
sconfitto quando si fermarono di fronte a una macchina che non era
assolutamente la Ferrari e storse le labbra in una smorfia al suo
ribattere che
“Sono un gentiluomo, gattino”.
Incrociò le braccia al petto per
mostrargli con un solo gesto quel che pensava ancora di quel nomignolo
che il
maggiore insisteva a usare, si appoggiò con le spalle alla
fiancata della
macchina e resistette con l’espressione impassibile ai passi
di Liam verso di
lui, le sue mani che scorrevano lungo le maniche della giacca di pelle
e il
profumo di pulito che gli riempiva le narici.
-
Se invece di darmi un bacetto innocente sulla
guancia mi avessi lasciato fare…- Premette le dita contro la
consistenza ruvida
della giacca per non permettere al tremolio interno di rivelarsi, non
voleva
dargli alcuna soddisfazione che potesse gonfiare ancora di
più le sue
sicurezze. -… non saresti qui a morire di gelosia
perché considerano tua
sorella la mia ragazza.-
-
Cos’avresti fatto? Eri disposto a tirarlo fuori con
il tuo allenatore che poteva vederti? Atti osceni in pubblico e potevi
scordarti la tua carriera da…- Si bloccò con un
verso sorpreso quando si
abbandonò contro di lui con una risata, circondò
la sua vita con le braccia ed
era pronto a riprendere il discorso ma fu costretto a interrompere fin
dal
principio il tentativo ai baci che stava premendo lungo la gola. Mosse
le mani
lungo la sua schiena in un lento massaggio e si aggrappò
alle sue spalle,
sollevando il viso per esporlo a tutti i baci che Liam stava premendo
con
delicatezza a fior di labbra.
Fece
scorrere le mani lungo le sue braccia con lo
sguardo puntato alle sue spalle e sussurrò: - In ogni caso
non ti avrei
permesso di portare a termine un gesto che potenzialmente
distruggerebbe la tua
tranquilla vita universitaria… o la tua futura carriera.-
Rilasciò
un sospiro quando Liam usò due dita sotto il
mento per fargli sollevare il viso, trattenne l’interno della
guancia tra i
denti per scaricare il nervosismo e seguì il movimento
contrario del suo capo
mentre lo sentiva replicare: - Ti preoccupi troppo, Zayn Malik.-
Non
aveva insistito oltre, sapendo di aver perso in
principio qualsiasi discussione su quel punto, aveva preferito
avvolgere le
braccia attorno alle spalle di Liam e riprendere i baci interrotti poco
prima.
Sapeva che aveva tutte le ragioni del mondo a credere un bacio tra loro
davanti
alla squadra, ai tifosi, all’università, a persone
che conoscevano Liam e non
rientravano nella cerchia dei suoi amici potesse avere un riscontro
negativo
evidente. Non solo nell’immediato futuro, era legato persino
alla realizzazione
del sogno di Liam. Se voleva avere un posto nel football a livello
agonistico,
non avrebbe dovuto dimostrare prima le sue capacità che la
loro relazione e la
sua bisessualità?
///
Zayn
stava seduto sul pavimento del salotto di casa
Payne, le spalle contro il divano e le gambe piegate contro il petto
per
riuscire a tenere la vaschetta di cartone del takeaway sulle ginocchia.
Liam
conosceva i suoi gusti preferiti in fatto di cibo e Zayn non si era
sorpreso
quando l’aveva portato al thailandese e l’aveva
messo di fronte al menù per
fargli scegliere “qualsiasi cosa, scricciolo. Prendi
tutto quello che vuoi”.
Erano usciti dal piccolo ristorante con due borse ciascuno e una volta
raggiunta la villetta di Liam si erano sistemati nel salotto,
scambiandosi le
varie pietanze senza bisogno di parlare. Era un particolare che
apprezzava
della loro relazione, quel silenzio che non doveva essere
freneticamente
riempito di inutili parole. Gli permetteva di ragionare con
tranquillità su
certi argomenti senza sentirsi solo o di troppo, come quelle giornate
richiedevano costantemente alla sua testa piena di pensieri.
Picchiettò
le bacchette contro il bordo della
vaschetta, spostò gli occhi su Liam che seduto di fronte al
tavolino prendeva
un sorso di birra e distolse lo sguardo prima di incrociare il suo,
fissando i
pezzi di pollo rimasti e portandone uno alla bocca con fare meditativo.
Poteva
aiutarlo parlarne con lui? O sarebbe servito solo a farli litigare?
L’onestà
era importante nel loro rapporto. Gli aveva gridato contro lui stesso
per
chiarire una volta per tutte che dovevano parlarsi in caso di bisogno e
ora non
rispettava quanto detto? C’era tempo però,
abbastanza per fargli cambiare
ancora idea. Non sapeva nemmeno se avrebbe fatto domanda, figurarsi
essere
accettato.
Mosse
un pezzo di pollo con le bacchette, rilasciando
un sospiro che gli fece ottenere un’occhiata confusa di Liam,
e trattenne il
labbro inferiore tra i denti, arricciando il naso e nascondendo quella
smorfia
dietro l’avambraccio. A cosa sarebbe servito tenere tutti i
dubbi per lui?
Forse Liam avrebbe potuto aiutarlo, almeno ascoltarlo durante
l’esposizione di
tutta quella confusione e indecisione.
-
Questa era la tua idea di appuntamento romantico?-
domandò per spezzare il silenzio e introdurre almeno un
discorso; avrebbe
pensato poi a come raggiungere il fulcro di quanto gli girava nella
testa da
giorni interi. Tutta la settimana a fissare gli opuscoli e fare
ricerche per
informarsi meglio, causando solo ulteriore indecisione e paura, e ora
non
riusciva a rilassarsi in quel sabato sera solo per loro due?
Perché doveva
essere sempre tanto difficile accantonare certi pensieri?
Preoccupazioni che
avrebbero potuto aspettare almeno fino alla seconda parte
dell’anno. Se nella
migliore e assurda delle ipotesi la domanda avesse riscontrato un esito
positivo, allora il problema si sarebbe posto con l’inizio di
ottobre. Perché
mai doveva rovinarsi la vita da novembre? Aveva ancora un anno a
disposizione
per godere dei loro momenti assieme. Perché non poteva
semplicemente rimandare
quei pensieri per due soli giorni?
Corrugò
la fronte con uno sbuffo, troppo preso da quei
ragionamenti per accorgersi dell’occhiata di Liam, e
sollevò lo sguardo su di
lui, vedendolo stringersi nelle spalle e mormorare: - Non esattamente,
no. O
forse sì, non saprei. Mi piace passare tempo con te e questa
settimana non ci
siamo visti né sentiti quindi… volevi un
appuntamento romantico?-
Scosse
il capo con una piccola smorfia sulle labbra,
ricordando tutti i messaggi che Liam gli aveva inviato durante la
settimana e a
cui lui non aveva risposto, puntò un gomito contro i cuscini
del divano alle
sue spalle e mosse le bacchette sui due unici pezzi di pollo rimasti,
corrugando la fronte mentre sussurrava: - Mi hai invitato a cena e di
solito
quando lo fai andiamo sempre…-
-
Va bene, mi hai scoperto.- Puntò subito gli occhi su
di lui a quelle parole, trovandolo con le braccia sollevate e un
sorriso
divertito sulle labbra mentre continuava: - Avevo prenotato per una
cena
romantica con tanto di candela e vista panoramica.-
-
E perché ora siamo qui?- domandò con un movimento
delle bacchette per indicare tra loro, curvò un sopracciglio
verso l’alto e
scosse il capo con una breve risata quando lui rispose con un tono
saccente che
“il romanticismo non è dato solo
dall’atmosfera che si crea”.
Inarcò
un sopracciglio per mostrargli con
quell’espressione dubbiosa quanto poco credesse alle sue
parole, portò alla
bocca i due pezzi di pollo e poggiò la confezione vuota sul
pavimento accanto a
sé, tenendo le dita strette attorno alle bacchette per avere
qualcosa con cui
stare impegnato. C’era una parte della sua mente che
insisteva per mostrargli
quanto quello fosse il momento perfetto per intavolare la discussione e
la
parte opposta che temeva il confronto e lo invitava a riflettere.
Riflettere
ancora. Prendere tempo. Non aveva fatto neppure la domanda, per quale
motivo
doveva preoccuparsi tanto di un esito positivo? Forse non avrebbe
nemmeno
mandato la domanda. Aveva già il posto sicuro a Houston,
perché andarsene?
-
La verità è che ti conosco ormai bene, conosco
certi
particolari del tuo viso e capisco quando c’è
qualcosa che ti gira nella testa
e non ti dà pace.-
Si
costrinse a tenere gli occhi bassi e fissi sulle
bacchette, premette le labbra in una linea tesa e mosse il capo in un
cenno
quando lo sentì aggiungere: - Il thailandese è
uno dei tuoi preferiti e qui non
sei mai costretto a fingere.-
Strofinò
un polso contro la tempia, strofinò le
bacchette tra loro con vari cenni del capo e si decise a sollevare gli
occhi
nei suoi, inclinando appena il viso e chiedendo: - Come un posto
sicuro?-
Seguì
il movimento del suo capo, studiò la piega del
suo sorriso e gliene rivolse uno un poco meno convinto del suo,
spingendosi con
la schiena contro i cuscini e allungando le gambe di fronte a
sé. Se avesse
solo spostato un poco il piede avrebbe potuto toccare le dita di Liam,
un
contatto che avrebbe unito i loro corpi e che avrebbe potuto
forse…
-
Non sei obbligato a parlarne.- Trattenne il labbro
tra i denti per contenere il sussulto sorpreso al suo spostarsi sul
pavimento,
prendergli il piede nella mano e farglielo spostare sulle gambe, per
poi
rilasciare un sospiro al suo concludere: - Se mai volessi parlarne
però, sai
che ci sono sempre per te.-
Annuì
pensieroso mentre una voce nella mente gli
ricordava sadicamente di come lui invece stava scegliendo
di andarsene,
di non esserci per lui. Portò una mano dietro la nuca con
uno sbuffo irritato,
tenne strette le bacchette nella mano opposta e si scontrò
con l’occhiata
preoccupata che Liam gli stava rivolgendo quando sollevò gli
occhi su di lui
per biascicare che “ho fatto domanda
l’anno scorso per l’università”.
-
Ci sono buone probabilità… no, direi che
è certo…
insomma, l’anno prossimo dovrei frequentare
l’università di Houston.- Evitò di
guardare
nella direzione di Liam per non mostrargli la colpevolezza che era
certo di
avere scritta in viso e percepì la stretta della sua mano
sul piede e l’invito
a proseguire con un verso, prendendo un respiro e sussurrando: - Me lo
sarei
fatto bastare, se tu non mi avessi messo in testa l’idea
assurda di seguire i
miei sogni.-
-
Non è assurdo, Zayn.-
Spinse
il piede contro la sua mano per indicargli in
quel modo di proseguire con il massaggio e continuò sulla
linea già tracciata,
dicendo: - Ho trovato queste due ottime facoltà. E ora non
sono più certo di
quel che voglio fare della mia vita. Seguire quel che avevo deciso da
anni o
riprendere cocciutamente quel che avevo abbandonato? L’arte
può restare un…
hobby, no? Non deve essere per forza quel che farò nella mia
vita.-
-
Tu vuoi che resti solo un passatempo?-
-
Non lo so, Liam.- mormorò con un broncio sulle
labbra, abbassò le palpebre con un sorriso quando le sue
dita premettero contro
i punti giusti della pianta del piede e sussurrò: - Non
è scritto da nessuna
parte che se sei bravo a fare qualcosa deve diventare la tua
professione.-
-
Sono sicuro sia scritto da qualche parte che se hai
una passione devi coltivarla.- Lo sentì ribattere
prontamente mentre muoveva
entrambi i pollici contro la pianta del suo piede, cercò di
liberarlo per
spingerlo contro di lui e vi rinunciò dopo vani tentativi,
borbottando: - In
ogni caso potrei non trovare nulla una volta fuori da lì e
avrei sprecato anni
della mia vita.-
-
Che sprecheresti stando a Houston a chiederti per
quale motivo ignorasti i saggi consigli del tuo buon vecchio Leeyum.-
Storse
le labbra in una smorfia e spostò anche l’altro
piede contro la sua coscia, reclinando il busto per stare in una
posizione più
comoda così disteso sul pavimento con le spalle contro i
cuscini e gli occhi
rivolti al soffitto. Spostò lo sguardo sul maggiore dopo
pochi minuti di
silenzio, trovando subito i suoi occhi attenti, e sospirò
mentre confessava: -
Io non credo di farcela.-
Osservò
il sopracciglio di Liam tendere verso l’alto
in un’espressione confusa, la preoccupazione evidente sul suo
viso, percepì le
sue dita avvolgersi attorno al piede e spiegò: - A passare
la selezione. Di
sicuro ci saranno così tante persone che lo meritano
più di me. Poi dovrei
scegliere tra la California e il Minnesota. Sono così
lontani da Houston,
Leeyum. Dalla mia famiglia e da te.-
-
Zayn, non devi lasciarti bloccare da questa paura.
Sono sicuro nessuno ti lascerà solo là sopra.-
Scosse
il capo con una smorfia ai suoi tentativi di
rendere tutto molto più leggero e ripeté: - Sono
lontani da qui, tanto lontani.
Senza contare che tu avrai i tuoi esami e il football e io
sarò sommerso dai
corsi. Non ci vedremmo più così spesso.-
Puntò
gli occhi sul suo viso quando la sua mano
attorno al piede si fece insistente e corrugò la fronte al
suo commentare con
semplicità: - Ci penseremo quando arriverà il
momento.-
Spostò
lo sguardo sulle sue mani avvolte attorno al
piede e risalì nuovamente fino al suo volto, vedendo
l’increspatura divertita
sulle sue labbra così fuori luogo in un momento simile e che
lo portò a
sbuffare apertamente e pronunciare: - Non è da prendere con
leggerezza. Le
relazioni a distanza non sono mai semplici.-
-
Dai alla distanza un peso eccessivo.- Strabuzzò gli
occhi al sentirlo pronunciare quella frase con una mezza risata ma,
invece
d’intervenire, lo lasciò libero di aggiungere: -
Non dico che non sarà
difficile abituarsi a non averti attorno a ogni ora, a non avere
più la
possibilità di vederti quando voglio. Però
è il tuo sogno, Zayn. Verrò a
trovarti ogni fine settimana, se è quello che vuoi. Non dare
così tanto valore
a un elemento di così poco conto.-
-
A giudicare dalla tua esperienza non ha così poco
valore.- si lamentò con una vena acida nella voce,
inarcò un sopracciglio per
sfidarlo a ribattere e continuò: - Danielle è
andata in Europa per seguire il
suo sogno e la vostra relazione è finita. Io me ne vado in
California o a
congelare nel Minnesota per seguire il mio sogno e…-
Si
fermò con uno sbuffo infastidito dal portare alla
luce la conclusione di quel discorso, strofinò un pugno
contro il naso e ritirò
le gambe per stringerle tra le braccia e contro il petto, sentendo la
mancanza
del calore della mano di Liam fin dal principio. Premette il mento
contro gli
avambracci, riuscendo a nascondere in quel modo il tremolio delle
labbra, e
distolse lo sguardo dal suo pieno di preoccupazione, stringendosi
ancora di più
in se stesso per proteggersi da quei pensieri.
-
Zayn…-
-
Ho impiegato tre anni, Liam. Tre anni per avere una
possibilità con te.- lo interruppe con un tono un
po’ più deciso di quel che
aveva mostrato poco prima con il suo comportamento, allungò
le gambe fino a
premere i piedi contro le sue cosce, in un vano tentativo di tenerlo a
distanza
mentre lo vedeva avanzare con le ginocchia contro il pavimento, e
biascicò: -
Non voglio rovinare tutto. O farti credere di starti lasciando indietro
per
seguire un sogno. Non ti lascerei mai indietro, Leeyum. Non puoi dirmi
che sarà
semplice e troveremo una soluzione, quando questo è proprio
il motivo che ti ha
portato a rompere con Danielle.-
Fissò
il ragazzo che si sedeva sui talloni di fronte a
lui, fermandosi a una distanza che gli permetteva di avere uno spazio
per
ragionare e stringersi in se stesso, e mosse il capo in un breve cenno
al suo
chiedere: - Hai paura di questo?-
Si
strinse poi nelle spalle e con un tono basso e
lamentoso pronunciò: - Non è solo quello. Non
sono mai stato così lontano dalla
mia famiglia e per tanto tempo. E non so nemmeno se verrò
ammesso. O se è
quello che voglio davvero per il mio futuro. Ci sono tanti motivi che
mi
spingono a rinunciare, quello è uno dei
tanti.-
Si
studiò le mani per un tempo che gli parve infinito
e quando si decise a sollevare gli occhi su Liam lo trovò
nella stessa
posizione, le labbra increspate in una smorfia e
un’espressione pensierosa in
viso. Trattenne il labbro inferiore tra i denti quando lo
sentì prendere un
respiro profondo e rilasciarlo poco dopo, preparandosi al peggio e
mostrandosi
confuso al suo sollevare gli occhi e pronunciare: - Possiamo parlarne
seriamente?-
-
Di Danielle?- domandò con un tono flebile, la fronte
aggrottata nel vedere la scossa del suo capo e sentire la sua risata,
assieme
al deciso “Di noi, della nostra relazione”.
Accettò con un veloce
movimento del viso e lo studiò in silenzio mentre strofinava
le mani contro i
jeans, picchiettava le dita contro il pavimento e spostava poi le
ciocche dalla
fronte.
-
Partiamo dal presupposto che la nostra relazione a
questo punto è molto più seria della relazione
che avevo con Danielle.
All’epoca ero un ragazzino, molto più piccolo di
te, e ho commesso la mia dose
di errori che ci hanno portato ad allontanarci mentre lei era ancora ad
Houston. Non è stata la distanza a spezzare tutto, il suo
tradimento di
sicuro.- Vide le sue labbra tendere per un attimo in una smorfia e si
concentrò
poi sui suoi palmi che gli avvolgevano le caviglie, ascoltando il suo
proseguire: - Quando ti ho consigliato di seguire il tuo sogno non ho
messo un
limite alla distanza che poteva correre tra noi. Ovunque tu andrai, non
ci
perderemo mai.-
-
Sono serio, Zayn. Puoi anche decidere di ritirarti
per un anno nel Tibet e io ti aspetterei. Se credi che quello sia
giusto per
te, non interferisco con le tue scelte e soprattutto non
sarà un motivo di rottura
tra noi.-
-
Un anno in Tibet?- domandò con del divertimento
evidente nella voce e nel sorriso tenue, puntò gli occhi sul
viso del maggiore
che si muoveva in un cenno d’assenso e ridacchiò
al suo aggiungere: - Non
prendermi sul serio con l’anno intero senza alcuna
comunicazione perché potrei
soffrire troppo lontano da te.-
Lasciò
scorrere il silenzio tra loro, rilassandosi con
il lento muoversi delle sue dita attorno alle caviglie, e
allungò un braccio
per immergere la mano tra le sue ciocche, invitandolo in quel modo ad
avvicinarsi ancora un poco a lui. Si strinse nelle spalle quando
incrociò il
suo sguardo e mormorò: - Non cambia comunque il fatto che
non ho idea di cosa
fare del mio futuro.-
-
Un momento che tutti i senior devono affrontare
nella loro vita liceale.-
Portò
le mani a coprirsi il viso con un grugnito, un
lamento che non era riuscito a fermare, e separò le dita per
riuscire a
osservare le rughette che si formavano attorno agli occhi di Liam che
trovava
esilarante quanto appena detto e non sembrava voler interrompere la
risata in
un tempo breve. Sollevò la gamba per spingere il ginocchio
contro la sua spalla
quando il divertimento che trovava nelle sue sventure fu eccessivo e
strinse le
dita con forza tra le sue ciocche per vincere la lotta, sorridendo
vittorioso
quando riuscì a bloccare il suo viso contro
l’addome. Picchiettò il palmo
contro il suo capo con un ghigno sulle labbra ai suoi lamenti e
tentativi di
liberarsi della presa attorno alle spalle, chinò il viso per
camuffare la risata
tra le sue ciocche e lo lasciò libero solo quando il suo
palmo batté sul
pavimento per tre volte.
-
La tua spalla invece?- s’informò non appena lo
vide
fare dei movimenti semi-rotatori con la mano a premere contro il punto
che
doveva infastidirlo, osservò la smorfia delle sue labbra e
inarcò un
sopracciglio quando rispose: - Mi hanno detto che non devo esagerare,
però è
noioso andare così lento. Non posso permettermi di rischiare
con gli
antidolorifici o potrei essere sbattuto fuori dalla squadra. Questa
stagione è
fondamentale, c’è la draft.-
-
La… cosa?-
Incrociò
il suo sguardo stupito e inclinò appena il
viso, chiedendo: - Dovrei sapere di cosa stai parlando? Informazione
importante
sul football?-
Spostò
gli occhi da una parte all’altra delle proprie spalle,
dove Liam stava premendo le mani contro il divano, e si
trovò con il naso
contro il suo quando riportò l’attenzione di
fronte a sé, increspando appena le
sopracciglia nella confusione al suo commentare il tutto con un tono
quasi
indifferente. Non sapeva se il “Non è
così fondamentale, scricciolo”
fosse la verità, a giudicare da come se ne era preoccupato
poco prima doveva
avere la sua importanza, ma non aveva avuto il tempo di insistere che
le sue
labbra si erano posate con delicatezza contro le proprie, facendolo
sospirare e
scivolare più giù fino ad avere la nuca contro il
divano.
-
Magari ho così tanta fortuna da essere scelto dai
Vikings o dai Chargers. I Rams? Ci sono un paio di squadre interessanti
lì
attorno. Chi lo sa cosa succederà da qui ad aprile. Da che
parte girerà la
fortuna.-
Inarcò
un sopracciglio mentre cercava di decriptare le
sue frasi in un linguaggio più comprensibile per lui,
portò una mano contro la
sua nuca per accarezzare i suoi capelli soffici e corrugò la
fronte con gli
occhi rivolti al soffitto, ripetendo nella mente i nomi citati da Liam
e
lasciando che le sue labbra si posassero ripetutamente sul collo in una
distrazione cui Zayn cercava inutilmente di resistere.
-
Leeyum.- lo richiamò in un mugolio quando i suoi
denti si strinsero sulla pelle dietro l’orecchio,
tirò appena le ciocche tra le
dita per fargli spostare il viso e riuscire a trovare i suoi occhi, gli
rivolse
un’occhiata confusa e domandò: - Cosa vuol dire?-
Evitò
di supplicarlo a rispondere solo perché era
certo di averla scritta in viso la richiesta, negli occhi fermi nei
suoi e
nelle dita che si stringevano alle sue ciocche per costringerlo a non
spostarsi
da lui.
-
Potrei non essere così pieno di esami l’anno
prossimo. Ho le capacità per riprendermi da questo piccolo
incidente di
percorso, rimettermi in campo e ottenere buoni risultati.-
Arricciò
le labbra in un sorriso felice a sentirlo
parlare con tanta grinta, schioccò un bacio contro la sua
guancia e si separò
da lui per chiedere: - Quindi non lascerai più la squadra?-
-
Temo ancora di non… riuscire a riprendermi
totalmente. O di fare un disastro durante la prima partita
post-infortunio.-
Trattenne le parole di conforto che premevano sulla lingua per
rivelarsi,
preferendo muovere le dita tra le sue ciocche e contro la cute per
invitarlo in
quel modo a confidarsi con lui, e ascoltò in silenzio il suo
continuare: - Al
momento sta andando tutto bene. Mi sto riprendendo troppo lentamente
per i miei
gusti e forse hanno ragione a dire che pretendo qualcosa di eccessivo
dal mio
corpo. Ne capiranno più i medici di me, giusto? Devo seguire
le loro
indicazioni, non affrettare i tempi di ripresa e potrei tornare a
giocare prima
di dicembre.-
-
Ed è una notizia positiva?-
Si
lasciò coinvolgere dalla felicità che Liam stava
mostrando nel cenno del capo e nel sorriso che gli riempiva le labbra
carnose,
avvolse le braccia attorno al suo collo per attirare il suo corpo
contro il
proprio e affondò il viso tra le sue ciocche morbide,
premendo dei baci tra i
suoi capelli mentre ascoltava la sua risata divertita.
-
Non vedo l’ora di riavere il mio giocatore preferito
in campo. Il numero due è il numero uno nel mio cuore.-
-
Sdolcinato, Malik.- Strofinò le nocche contro il suo
capo per intimargli il silenzio, ignorò la risata allegra e
il movimento delle
sue dita contro i fianchi, tentativo inutile di liberarsi della
stretta, e
roteò gli occhi con uno sbuffo al suo aggiungere: - Dovresti
scriverlo su un
cartellone.-
Trovò
facilmente la sua bocca con la mano e la coprì
per non permettergli di concludere il suo divertito: - E in ogni caso
non sto
solo nel tuo cuore. Dovresti appuntare con un asterisco che sto anche
tra le
tue gam--…-
-
Credo sia meglio quel particolare resti un segreto
tra noi per un po’. Che dici?- Aspettò il suo
cenno d’assenso prima di lasciare
la sua bocca libera e sospirò sconsolato quando si
affrettò a tornare sul
discorso di poco prima e ripetere: - Il numero due fa numeri
spettacolari tra
le gambe del suo Zee.-
-
Sei impossibile, Liam.-
-
Per te sono sempre disponibile, gattino. Sempre.-
Zayn
osservò compiaciuto la smorfia sofferente che era
comparsa per un attimo sulle labbra carnose di Liam, tirando ancora un
po’ le
sue ciocche per avere il suo viso a una minima distanza dal proprio, e
sussurrò
con un tono serio: - Chiamami ancora in quel modo e giuro che me la
paghi.-
-
Cosa intendi con il termine “pagare”.- Intravide le
dita di una sua mano muoversi per mimare le virgolette e il ghigno
prendere
subito il suo consueto posto sulla bocca del castano, lasciando che
continuasse
a spiegare: - Perché se vuol dire che tiri fuori gli artigli
è come se mi
stessi invitando a non smettere mai, gattino.-
Picchiettò
l’indice contro la punta del suo naso,
ridendo a quell’incrociare gli occhi per seguire il dito,
fece scorrere i
polpastrelli contro la sua cute e tra le ciocche, fermandogliele contro
la nuca
e bisbigliando: - Forse non dovresti sfidarmi.-
Rilasciò
una risata divertita e leggera quando il
castano s’inumidì le labbra e pronunciò
tra sé e sé di adorare il gioco
che stavano mettendo in atto, gli colpì la nuca con una
pacca leggera e restò
sdraiato con il capo contro il divano per permettere
all’altro di chinarsi
verso di lui e riprendere a baciarlo, mantenendo le dita tra le sue
ciocche
morbide e premendo le cosce contro i fianchi per trattenerlo contro di
lui.
///
Zayn
sapeva di dover ringraziare le buone stelle del
cielo se era riuscito ad approfittare della casa totalmente libera di
Liam,
nessun genitore o sorella in giro, per fermarsi a dormire. Aveva
già in
programma di approfittare fino all’ultimo secondo del sabato
sera in compagnia
di Liam perché Yaser e Trisha avevano deciso di tornare in
Inghilterra per il
fine settimana. Forse un tempo avrebbe fatto di tutto per seguirli,
Danny e
Anthony gli mancavano terribilmente in certe giornate. Ora
però come poteva non
approfittare dell’assenza dei genitori per prolungare le ore
con il suo
ragazzo? Non aveva limiti di orari e Doniya l’avrebbe coperto
perché gli doveva
fin troppi favori. Non aveva pensato nemmeno un secondo per accettare
l’invito
di Liam a fermarsi per la notte, aveva informato la sorella con una
chiamata
veloce ed era tornato subito a occupare il posto sul divano accanto al
castano
che aveva scelto un film sui supereroi solo per lui.
Forse
erano entrambi così felici di passare tutta la
notte assieme da non essersi accorti del sonno che li aveva fatti
crollare
addormentati sul divano in posizioni contorte, cercando di occupare lo
spazio
ristretto con le gambe intrecciate e le braccia a stringersi al corpo
dell’altro per non permettergli di cadere.
Il
primo ad accorgersene fu Zayn la mattina
successiva; la guancia contro il cuscino morbido che aveva collocato
sul
bracciolo la sera precedente, trovandolo troppo duro e scomodo, il
piede
intrappolato tra le gambe di Liam e una mano poggiata sul suo capo
mentre lui
dormiva serenamente con il viso contro la maglia del minore, le dita a
premere
contro la pelle della schiena e un palmo contro la coscia.
Si
stiracchiò come un gatto, allungando le braccia e
le gambe con dei grugniti, e sfiorò con delicatezza le sue
ciocche, lasciando
che si muovesse contro di lui per trovare di nuovo una posizione comoda
che lo
soddisfacesse. Chinò il viso per premere le labbra sul suo
capo e percepì il
suo respiro cambiare contro il collo, segno che doveva essersi
svegliato in
quel momento anche lui e che trovò infatti la sua conferma
nel verso che doveva
racchiudere un “Buongiorno”.
-
Pessima idea dormire sul divano?- domandò con un
tono divertito ai suoi grugniti e nuovi tentativi di trovare la
posizione
comoda per affrontare la domenica mattina, picchiettò il
palmo contro il suo
capo e ridacchiò al suo ribattere che “è
una pessima idea quando il letto è
libero e molto più grande”.
-
Sei stato l’ultimo ad addormentarsi, tutte le colpe
sono tue.- lo rimproverò con dei cenni convinti,
fermò le sue mani contro i
fianchi e le spostò contro le sue spalle quando
invertì le posizioni per
sistemarsi sopra di lui, le ginocchia a tenerlo bloccato e il peso del
suo
corpo sulle gambe. - Tutte tue le colpe, Leeyum. Se mi avessi svegliato
a
quest’ora non…-
-
Eri carino mentre dormivi, le colpe sono un po’
anche tue.-
Inarcò
un sopracciglio al suo ribattere in quel modo e
mormorò: - Quindi sono colpevole solo perché ti
faccio tenerezza?-
Spinse
un pugno contro il suo petto quando lo sentì
aggiungere con serietà: - E perché se ti avessi
svegliato bruscamente
ancora una volta non avrei più potuto recuperare quel che
sto faticosamente
ricostruendo per farti accettare la mia mano.-
Non
riuscì ad aggiungere alcun commento o battuta
perché la schermata del cellulare che aveva lasciato sul
tavolino la sera
precedente si illuminò con la chiamata della sorella
maggiore, allungò il
braccio per afferrarlo e lo portò all’orecchio,
senza bisogno di un saluto
mentre la voce di Doniya ordinava che “è
un’emergenza e devi tornare a casa”.
Fece cenno a Liam di stare in silenzio e ascoltò le
lamentele della sorella,
riuscendo solo a comprendere qualcosa di confuso sullo studio, i
capricci di
Safaa e un pony.
-
E io cosa c’entro?- domandò con una smorfia
già
sulle labbra, ancora prima di ascoltare il suo ribattere che “Mi
devi un
centinaio di favori”. Scosse il capo con un lamento
e rispose: - Mi avevi
promesso che potevo stare con Leeyum tutto il fine settimana, Don. In
cambio io
ti avrei coperto ogni uscita serale della settimana prossima. Tutto il
fine
settimana in cambio di sette giorni direi che ho accettato anche poco.
Quindi
veditela tu con Safaa.-
-
Oh, andiamo Zayn!- Negò ancora una volta con il
capo, vedendo l’espressione di Liam farsi sempre
più attenta, e grugnì: -
Accompagnala a vedere questi pony, tornate a casa e hai tutto il
pomeriggio per
studiare.-
-
Possiamo accompagnarla noi.- Fulminò il ragazzo che aveva
parlato con un’occhiata, ma era così vicino a lui
mentre aveva pronunciato la
fatidica frase da essere sentito dalle orecchie ben attente della
sorella
all’altro capo della linea che aveva gridato: - Liam, sei un
angelo. Ti adoro.-
Chiuse
la chiamata senza bisogno che si dicessero
altro, rivolse al ragazzo sorridente una smorfia e roteò gli
occhi al commento
che aveva fatto con allegria sul potersi divertire, grugnendo: - Oh,
sì. Ci
divertiremo un mondo.-
-
L’ho promesso a Safaa, Zayn. Poi passeremo ugualmente
la giornata assieme.-
-
Tu ed io, assieme alla pestifera. E sono sicuro
Waliyha vorrà unirsi a noi.-
-
Una gita in famiglia durante una splendida domenica
di novembre.-
Biascicò
qualche altro borbottio mentre si alzava dal
divano, recuperava la giacca di pelle e aspettava che Liam finisse di
prepararsi, seguendolo poi verso il garage. Si lamentò con
più convinzione
quando lo costrinse a superare la Ferrari di un rosso acceso,
continuando a
guardarla oltre le loro spalle, e allacciò la cintura di
sicurezza dell’Audi
nera, incrociando le braccia al petto per mostrargli tutto il
risentimento che
non avrebbe abbandonato tanto presto.
-
Zay.- Puntò ostinatamente lo sguardo fuori dal
finestrino, ignorando il calore della sua mano contro la coscia,
premette le
labbra in una linea per non ridere dei suoi buffi tentativi di ottenere
l’attenzione e fermò le sue dita dal loro lento
risalire, rilasciando uno
sbuffo simile a una risata mal trattenuta quando lo sentì
proporre: - Quante
effusioni in pubblico credi servano alle tue sorelle per disgustarsi e
lasciarci soli?-
Spostò
gli occhi dal paesaggio che scorreva fuori dal
veicolo per puntarli sul sorriso soddisfatto che curvava le labbra del
maggiore, scosse il capo con il naso arricciato mentre ridacchiava del
suo
occhiolino e si strinse nelle spalle, sistemandosi contro il sedile in
pelle e
coprendo la mano ferma sul ginocchio con la propria.
-
Spero ci sia qualche attrazione importante che le
tenga impegnate per molto, molto, molto tempo.-
-
Un tempo eccessivo per una semplice pomiciata, non
trovi?-
-
Continua così, Payne. E ti scorderai anche quella.-
Angolo
Shine:
Penso
sia doveroso iniziare con una buona dose di
suppliche e tentativi di spiegazioni di fronte al ritardo eccessivo del
seguito
di questa bella serie che talvolta mi fa dannare. Ci sono un sacco di
“avrei
potuto” che mi girano nella testa in questo momento, anche
durante la stesura
di questa 13^ parte, ma sono soddisfatta della piega che ho deciso di
far
prendere alla serie. E sono convinta un poco del merito sia da lasciare
alla
“fermentazione” di certi elementi che in questi
anni sono stati custoditi con
cura nella mia mente impegnata.
Tutte
queste grosse parolone per dire che vi ho fatto
aspettare tanto perché temevo di dare alla serie svolte
banali e poco
soddisfacenti, che ora nella mia testa si è chiarito il
percorso da seguire e
che di conseguenza purtroppo - o per fortuna - siamo quasi
giunti alla
sua conclusione. Conoscendo i miei tempi direi che ne abbiamo ancora
per
qualche anno…
Per
poter immergermi in questa serie, in questo
universo alternativo in cui Zayn e Liam mi regalano qualche gioia, mi
sono
trovata a rileggere ogni singola parte per avere un’idea
più chiara di quello
che avevo deciso, di cosa vorrei far accadere e di quel che
è doveroso
riprendere e spiegare. Durante la lettura vi sarete sicuramente accorti
dei
piccoli dettagli che richiamano alle parti precedenti,
dall’orso bianco
all’immancabile gattino (🐱),
e che servono per legare questa
parte alle precedenti e non lasciarvi troppo spaesati. Come io mi sono
trovata
quando ho deciso di spolverare la serie.
Per
essere totalmente chiari - leggendo le parti mi è
sembrato di aver lasciato confusione - sull’età
dei personaggi: Zayn sta
frequentando l’ultimo anno di liceo e si trova nel mezzo
della crisi da scelta
del college. Liam invece frequenta il terzo anno di college, gioca nei
Cougars
(squadra dell’università) e sì,
farà il salto in NFL. Preparatevi. xx :)
Ho
in mente così tante cose belle per questa serie,
non vedo l’ora di proseguire con la scrittura e la
pubblicazione per leggere i
vostri giudizi.
La
prossima parte (interamente PoV Liam) è già
pronta
per la pubblicazione e, facendo spoiler, posso dire che potrebbe
facilmente
intitolarsi “Gita al maneggio”.
Qui
sotto un piccolo assaggio:
«
- Mi sembra di avere così tante scelte di fronte a
me e che un piccolo passo sbagliato possa cambiare e rovinare la mia
vita per
sempre. So che non dovrei vedere questa scelta come qualcosa di tanto
drastico,
che faccio in tempo a re-indirizzare tutto quanto e trovare la mia
strada. Solo
che… è così difficile, Liam. Ho quasi
diciotto anni e mi sembra di essere
ancora troppo piccolo per fare certe scelte. Ti chiedono dove ti vedi
da qui a
tre o cinque anni e non so rispondere nemmeno con una parola. Mi
piacerebbe
fare dell’arte la mia carriera, non mi dispiacerebbe
insegnare… ma le scelte
sono tante e io mi sento… mi sento confuso e come se tutte
queste scelte mi
stessero sommergendo.- »
Scrivendo
queste parti, quasi completamente incentrate
sulla scelta di Zayn per il college, mi sono accorta della tempistica
per i
maturandi, ormai maturati, italiani. Quindi un pensiero va a tutti voi,
insieme
a un augurio di trovare la vostra strada.
Potete
trovarmi su Twitter
per qualsiasi cosa: una chiacchierata, consigli, preoccupazioni,
discussioni su
super eroi… un sostegno per chi segue Voltron e sente
già la deprivazione da
Shiro? O per chi legge fumetti e vorrebbe uccidere qualcuno per quel
che stanno
facendo passare a Billy? O per l’astinenza da hockey che mi
sta facendo
seriamente molto male.
Un
immenso ringraziamento a tutti voi, il vostro
sostegno mi dà sempre una buona dose di energia e di questo
vi sarò eternamente
grata.
A
settimana prossima con la quattordicesima parte! ♥