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Autore: ARed    22/07/2017    6 recensioni
Isabella ha trentadue anni ed è madre di due figli, Charlie (nove anni) e Renèe (tre anni), è sposata con James Tanner, importante uomo d’affari di New York.
Il loro non è un matrimonio felice, Isabella lo sa, e non reagisce, per il bene dei suoi figli.
Ma quando arriva Jacob, suo fratello, le cose cambiano, grazie anche all’entrata in scena del consulente legale di suo marito, Edward Cullen.
" « Grazie Renèe, ti voglio bene », quel disegno rappresentava benissimo la sua famiglia: mamma, lui e la piccola."
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black, James | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Dove eravamo rimasti..

È il giorno dell’udienza in tribunale, James da battaglia a Bella ma lei riesce ad ottenere il suo divorzio.

Appena uscita dal tribunale Bella confessa ad Edward di amarlo, poco prima di andarsene a casa James la raggiunge per parlare.

 

CAPITOLO XX

AMORE

VENREDÌ 3 GIUGNO 2016

« Isabella, dobbiamo parlare », la voce del mio ex marito arrivò alle mie spalle, che diavolo voleva ora?

« Vai », mi disse Edward lasciandomi una carezza sul volto.

« Mi sono appena liberata di lui », dissi sbuffando, dopo quello che aveva cercato di fare in tribunale vederlo era e parlarci era l’ultima cosa che desideravo fare.

« Io ti aspetto qui.. vai », disse lasciandomi un bacio delicato sulle labbra, feci un sorriso tirato e scesi quei pochi scalini che mi separavano da James.

« Dimmi », dissi incrociando le braccia sotto il seno, James si tolse gli occhiali da sole e mi puntò con il suo sguardo di ghiaccio, così diverso da quello di Edward.

« Vedo che non perdi tempo, hai già puntato ad un altro pezzo grosso della città », il suo sguardo si puntò sull’uomo alle mie spalle, ma non avrei più permesso al mio ex marito di insultare me e le persone che amo.

« Se è questo che mi volevi dire, allora tanti saluti », dissi facendo un passo indietro.

« No Isabella.. aspetta », James tornò ad essere serio, non lo vedevo così da anni.

« Allora? »

« Vado a Los Angeles a dirigere l’LA Country Club », non pensavo di aver capito bene, « Lasci New York? », domandai seria e sorpresa, lui amava New York.

« Si.. tanto tu ti sei fatta una nuova vita », disse indicando Edward, mi sembrava un bambino dell’asilo, che decide di avere un nuovo amico perché il suo ne ha trovato un altro.

« Ho seguito il tuo esempio », risposi tranquilla, ormai non mi faceva più paura, mi ero liberata di lui, i bambini erano al sicuro.

« Vado a Los Angeles perché.. », James abbassò lo sguardo, immaginavo cosa volesse dire, per questo con mezzo sorriso stampato in faccia, finii la frase per lui; « A Los Angeles non mi conoscono.. si parlerà meno del nostro divorzio.. ti presenterai all’alta società con  la tua nuova famiglia. Tutto chiaro, non ti preoccupare ».

« Non è così »

« James, andiamo, lo sappiamo entrambi che è così », conoscevo James da tanti anni, la sua immagine pubblica per lui era tutto, e quella che aveva a New York era intuibilmente collegata alla mia persona.

« Ogni tanto verrò a New York », non sapevo se ridere o piangere alle sue parole, si rendeva conto che a New York aveva dei figli  e non dei semplici amici, che si possono anche vedere due/tre volte all’anno?

« Ogni tanto? Tu lo sai che i tuoi figli ti vorranno vedere più di ogni tanto, vero? », dissi schifata dall’uomo che avevo davanti.

« Non riuscirò a venire a New York tutte le settimane.. io non », evidentemente le scale del tribunale di New York erano molto più interessanti del nostro discorso, visto che non aveva mai puntato il suo sguardo su di me.

« Tu cosa? », lo incalzai, sentivo che quello che mi avrebbe detto mi avrebbe fatto del male.

« Sei sicura.. »

« Di cosa dovrei essere sicura James? », ero stufa di tirargli fuori le parole con le pinze.

« Per loro io.. sento come se non fossero miei », se in quel momento avessero diffuso delle mie fotografie private, probabilmente l’umiliazione sarebbe stata minore. Non potevo credere che il padre dei miei figli dubitasse della sua paternità, quando lui aveva avuto un figlio da un’altra donna.

« Come? Cosa stai dicendo? », domandai schifata, nel mio matrimonio io ci avevo creduto, non avevo mai guardato nessun altro, anche se sapevo dei tradimenti, non l’avevo mai tradito.

« Non provo per loro quello che provo per JJ », le parole di James mi sconvolsero, non poteva essere serio.

« Io non ci posso credere.. ti rendi conto che non stai parlando di una donna ma dei tuoi figli? », forse alzai un po’ troppo la voce, ma in quel momento era inevitabile, come poteva un genitore non provare nulla per i suoi figli?

« Isabella io non gli so amare! », ammise alzando per la prima volta lo sguardo su di me. Era la prima volta che parlava così apertamente dei sentimenti verso i suoi figli.

« Ma JJ si », non pensavo si potessero fare preferenze sui figli, indipendentemente se avessero o meno la stessa madre, di base sono tuoi figli, sangue del tuo sangue.

« Con lui.. », il suo sguardo cambiò quando cominciammo a parlare di JJ.

« Ami sua madre.. io sono sempre stata un peso che si è fatta mettere incinta per ben due volte. Tu non  gli hai mai visti come figli tuoi, solo come un peso. Dico bene? », era dura da ammettere la verità, faceva male in maniera indicibile sapere che l’uomo che è il padre dei tuoi figli non li vede come sui.

« Io voglio bene ai tuoi figli », con quelle parole confermò tutto quello che avevo pensato, non li considerava nemmeno suoi.

« Ai miei figli, già.. », aveva ragione, erano solo miei, visto che li avevo cresciuti da sola.

« Tra me e te è successo tutto troppo in fretta. Ti ho conosciuto, sei rimasta incinta, ti ho sposato », per la prima volta, dopo anni James aveva deciso di parlare, costava troppo dire quelle cose prima? Era davvero così difficile dire alla propria moglie che il matrimonio ormai non funzionava più? Bisognava per forza arrivare al punto a cui eravamo arrivati noi due? Eppure la colpa non era solo sua, anche io avevo preferito far finta di non sapere piuttosto che accettare la realtà.

« Non era quello il tuo programma », da anni ero a conoscenza che la vita che avevamo non era quella che lui voleva, io avevo imparato ad amarla, lui invece la odiava.

« No »

« Tu lo sai che loro soffriranno? », i miei bambini avevano un’anima talmente pura, che nonostante tutto, amavano il loro papà.

« Lo so », ammise tornando a fissare le sue scarpe.

« Io non voglio più vederli soffrire per colpa tua James », non avrei accettato una sola lacrima in più, loro non dovevano più soffrire per un uomo che a detta delle sue parole non li ama.

« Per questo me ne vado a Los Angeles.. impareranno a dimenticarmi », era difficile credere a quello che mi stava dicendo James, voleva che i suoi figli si dimenticassero di lui, ma arrivati a questo punto forse era l’unica soluzione possibile.

« È questo che vuoi? Che si dimentichino di te? »

« È l’unico mondo per non farli soffrire », quello era il discorso delle prime volte, era la prima volta che lo sentivo dire che non voleva farli soffrire.

« Allora dovrai sparire dalla loro vita.. non puoi comparire una volta ogni sei mesi e poi sparire di nuovo, ne soffriranno ogni volta », era esattamente il contrario di quello che avevo detto in tribunale, ma se voleva tronare a New York una volta ogni morte di papa allora non l’avrei accettato.

« In tribunale hai detto che potevo vederli quando volevo », sembrava spaventato, ma non mi importava delle mie parole in tribunale, la serenità dei miei figli era l’unica cosa che mi interessava.

« Lo so quello che ho detto in tribunale.. ma l’ho detto pensando che tu li amassi », ribadì, James sorrise amaro ed annuì, non vi provò nemmeno a dire che quello che avevo appena detto non fosse vero.

« Allora va bene.. hai ragione. Sparirò dalle loro vite », si arrendeva e probabilmente stava facendo la cosa migliore.

« Loro ti amano, nonostante tutto, loro ti amano », non so perché glielo dissi, ma volevo che lui lo sapesse, perché ero sicura che i miei bambini lo amassero in maniera incondizionata.

« Tu amali come meritano di essere amati, come io non sono in grado di fare », James sorrise, era sincero, non era facile per un padre ammettere quello che lui stava ammettendo.

« Vuoi davvero sparire dalla loro vita? », domandai dandoli un’ultima possibilità di cambiare idea.

« Si.. li vedrò crescere da lontano, credo sia la cosa migliore che possa mai fare per loro », l’uomo che avevo davanti non era quello che fino ad un’ora prima era mio marito. Dov’era finito il James Tanner che conoscevo? Perché fino ad un’ora prima cercava di ostacolarmi in tutti i modi ed ora mi lasciava la strada libera?

« Da questa scelta non si torna indietro James », dissi seria, volevo che capisse le conseguenze delle sue scelte.

« Lo so.. Edward sarà un padre migliore per loro », James era serio a quelle parole, mentre rivolgeva lo sguardo all’uomo alle mie spalle.

« Come? »

« Quel sabato in cui ti chiamai dicendoti che JJ aveva la febbre.. ecco non era vero. Avevo promesso di portarlo alla pista di pattinaggio e li vi ho visto, tutti e quattro, come una famiglia. Edward giocava con loro, li abbracciava, li guardava in un modo in cui io non li ho mai guardati, c’era amore in lui. So che lasciando Renèe e Charlie nelle mani di Edward e nelle tue saranno felici, saranno al sicuro », disse senza mai guardare verso di me, quella notizia non mi fece male, in quel giorno probabilmente lui si è arreso, tutto quello che è successo in tribunale probabilmente era opera del suo avvocato e di sua madre.

« James.. davvero vuoi che sia un altro a crescere i tuoi figli? », volevo essere sicura delle sue intenzioni.

« Si Isabella.. hanno diritto ad essere felici »

« Lo hai capito solo ora? », io e James siamo stati sposati per quasi dieci anni e solo ora sembrava capire che la felicità dei figli veniva prima della propria.

« Ho sempre avuto il controllo su di tutto, anche su di te, forse.. ma non su di loro »

« In che senso? », domandai sorvolando il fatto che aveva avuto il controllo su di me, perché sapevo che era vero. Non mi aveva mai ordinato di fare qualcosa, però per anni ero stata la moglie perfetta accanto al grande uomo d’affari.

« Quando sono con loro sento come se.. Isabella loro rappresentano la vita che non volevo », questo mi faceva male, perché faceva a apparire i miei figli come degli incidenti di percorso, ma non lo erano, io avevo voluto entrambi.

« E JJ? », domandai curiosa di sapere la sua risposta.

« Mi sono innamorato di Victoria la prima volta che l’ho vista e JJ è nato dall’amore della donna che amo, quando è nato Charlie, quando abbiamo scoperto che tu eri incinta, io ti giuro ero felice », mi disse sorridendo e capii che era sincero. Quando anni prima mi accorsi del ritardo gliene parlai, eravamo felici in quel periodo.

« Già mi tradivi James », nonostante fossimo felici sapevo già di non essere l’unica donna per lui, almeno lo intuivo.

« Lo so.. mi dispiace, me è più forte di me », il mio ex marito mi sorprendeva sempre di più, per la prima volta ammetteva di essere malato di sesso.

« Non pensi che a Victoria farà male? Non pensi che anche lei ti lascerà come ho fatto io? », dissi mettendomi nei panni di Victoria.

« Ma lei sa come sono, mi perdona.. mi accetta! », eccolo ritornare l’uomo che ho sempre conosciuto, l’uomo che pensa che si possa essere sempre perdonati.

« Non è vero! Ci sta male! Un male atroce che ti lacera dentro, James! Lei fa finta, ma muore dentro ogni volta che vede i segni di un’altra sulla tua pelle, sui tuoi vestiti », lo ricordavo quel male, quello che provavo quando mancava alle ecografie di Renèe perché era in viaggio e poi quando tornava vedevo le sue camice che profumavano di donna.

« È così che ti sentivi? »

« All’inizio.. poi è nata Renèe e ho smesso di provare qualsiasi cosa per te.. compreso l’odio », dissi sincera, è quando comici a provare apatia verso una persona che la speranza muore. Perché l’odio, anche se è un sentimento negativo, rimane comunque un sentimento che ti fa provare un’emozione.

« Mi dispiace », speravo seriamente che avesse capito tutto il male che mi aveva fatto, e che non facesse la stessa cosa con Victoria.

« Ora è finita.. non mi importa più », James Tanner aveva finito fi farmi del male, non era più nulla per me, nemmeno il padre dei miei figli, visto che gli aveva rifiutati. Preferiva che a crescerli fosse un altro, una persona che li amava come lui non sapeva fare.

« È meglio che vada », ero felice delle sue parole, non l’avrei più rivisto, avrei chiuso un capitolo della mia vita.

« Vuoi salutarli? », gli diedi un’ultima chance di poterli vedere, dopo di che, doveva sparire, loro non avrebbero più sofferto a causa sua.

« No.. sarà più semplice così », appoggiai la sua scelta, anche perché i bambini non volevano vederlo, in particolare Charlie. Erano mesi che non parlava con lui, al massimo rispondeva a monosillabi.

« Come vuoi », feci un passo indietro, io e James Tanner non avevamo più nulla da dirci.

Mi voltai e trovai Edward ad aspettarmi, mi guardava intensamente, mi amava, lo amavo. Lui aveva avuto la straordinaria capacità di far tornare la mia fiducia nel genere maschile.

« Isabella? », mi sentii chiamare mentre raggiungevo la persona che amavo, mi voltai, « Si? ».

« Spero che Edward ti renda felice », disse James indicando Edward che si era avvicinato a me. Era serio, non mi restava che augurarli la stessa cosa.

« Pensa a rendere felice Victoria e tuo figlio », James sorrise e con un cenno della mano prese a scendere le scale del tribunale di New York.

Io mi voltai verso la persona che mi amava e mi rispettava, Edward allargò le braccia, non esitai un secondo in più, mi buttai tra le sue braccia e lo baciai.

« Cosa ti ha detto? », disse staccando le sue bellissime labbra dalle mie.

« Che è  completamente fuori dalla mia vita », risposi, James aveva detto che Edward sarebbe un padre perfetto per i miei bambini, ma non lo volevo costringere, lui non lo meritava. Non volevo che lui si sentisse in dovere di amare i miei figli, ma mi bastò guardare i suoi occhi chiari per capire che lui era l’uomo perfetto e non solo per me.

« Lo credo bene.. avete appena divorziato », disse togliendo una ciocca di capelli dal mio viso.

« Nel senso che non lo rivedrò più Edward », risposi sorridendo, non ero triste e nemmeno delusa per le parole di James, lui aveva deciso di seguire la sua strada ed io l’avevo accettato.

« Non capisco », disse lui confuso.

« Non prova per i miei figli quello che prova per JJ.. », non volevo nascondere nulla ad Edward, la sua faccia era un misto di incredulità e stupore.

« Non può averlo detto sul serio »

« Invece si.. per questo si trasferisce a Los Angeles, così loro si potranno dimenticare di lui », sono tanti i pardi e le madri che abbandonano i loro figli, ma credo siano pochi quelli che ammettono di non amarli, o almeno di non amarli abbastanza. James ne era stato capace, allontanarsi da loro, forse, era il più grande atto d’amore che potesse fare per i miei bambini.

« Bella... mi dispiace », Edward mi strinse forte a sé, ma io stavo bene. Stavo bene perché ero tra le sue braccia.

« Gli ha rifiutati.. per questo gli ho chiesto di sparire completamente dalla loro vita », dissi seria anche se in tribunale avevamo ottenuto l’affidamento congiunto, era ormai palese che a James non interessasse.

« Bella! Tu non puoi fare una cosa del genere », l’animo da avvocato di Edward uscì fuori immediatamente.

« Si che posso Edward », risposi convinta delle mie parole.

« Se un giorno lui volesse toglierti i bambini avrebbe tutte le ragioni per farlo! », Edward aveva ragione, ma non avrei mai permesso a James di farmi una cosa del genere, avrei chiesto in tribunale l’affidamento esclusivo.

« No.. l’idea di farsi dimenticare è stata sua, io gli ho solo chiesto di non farsi più vedere, Charlie e Renèe ne soffrirebbero ogni volta », risposi accennando un piccolo sorriso.

« Capisco », Edward mi sorrise, forse aveva capito quello che avevo intenzione di fare.

« Andiamo? », dissi prendendo Edward per mano, volevo vedere i miei figli abbracciarli e dir loro che da quel momento in poi sarebbe andato tutto bene.

« Si.. i bambini ci aspettano per la pizza », era troppo prematuro se pensavo già a noi quattro come una famiglia?

« Ti amo »

« Ti amo anche io », rispose lui lasciandomi un dolce bacio sulle labbra, era così bello sentire quelle parole uscire dalle sue labbra e sapere che erano rivolte solo alla sottoscritta.

« Andiamo va.. Charlie sarà impaziente », il mio bambino amava la pizza.

Io ed Edward cominciammo a camminare mano nella mano, il leggero vento estivo ci coccolava, la sensazione di benessere e libertà si faceva padrone del mio corpo, mi sentivo così leggera, come se quel peso che mi opprimeva il petto da anni, fosse svanito quando il giudice ha letto la sentenza.

« Credo ci sia qualcuno che ti vuole parlare », disse Edward indicando un uomo poco distante da noi, mi bastò guardarlo per un attimo per capire di chi si trattasse.

« Jacob »

 

 

Buon sabato sera ragazze.. rieccomi. Vi posso comunicare che ho finito la sessione estiva all’università!!

Siamo giunte quasi alla fine di questa storia.. manca solo l’ultimo capitolo!

Non vedo l’ora di scriverlo per ora vi mando in bacio enorme!

Grazie a tutte voi!

 

Avete letto la nuova storia che sto scrivendo con Giulia Scricciolo? Si intitola “La ragazza del balcone”, fatemi sapere se vi piace.

 

 

 

 

   
 
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