Fumetti/Cartoni europei > I Dalton
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Autore: jarmione    25/07/2017    1 recensioni
È il compleanno di Jack e William.
Tutto il penitenziario è in vena di festeggiare.
Ma Evelyn non ha voglia, è arrabbiata e se ne sta in disparte.
Una serie di eventi le faranno cambiare idea sulla persona che ama, fino a farli ricongiungere.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I Dalton ed Evelyn'
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Ciao! Ed ecco la fine di questa breve storia.

So che a molti di voi risulterà un obbrobrio ma, come già spiegato, ho messo apposta OOC per evitare problemi.

Mi auguro che a qualcuno sia piaciuta.

Ciauuuuuu

 

 

Le cose accaddero nel giro di pochi minuti.

Evelyn e Jack vennero divisi e trascinati in due luoghi differenti.

Metà degli ergastolani portarono lui nella sala mensa e l’altra metà portarono lei nella stanza della signorina Betty, che dovette sbatterli fuori di peso perché si erano imbambolati davanti tutti gli ornamenti di pizzo.

Era una donna davvero frivola, la signorina Betty, ormai anche Evelyn aveva imparato a conviverci.

Non riusciva a capire che cosa stava accadendo.

Era così scandaloso aver detto sì a Jack?

“Oh sarà super splendido!” cinguettò Betty, che iniziò a frugare dentro al suo armadio…lanciando per tutta la stanza quello che conteneva “ho già tutto in mente e i Braccia Rotte saranno qui a momenti”

“Cosa!?”

“Ma sì! Sarà una bellissima cerimonia” fece una giravolta, era davvero eccitata “anche se il posto non è il massimo per un matrimonio”

Evelyn scosse “Ma…ho detto sì…ma…” le cose stavano degenerando…leggermente

“Suvvia cara, è la tua giornata” ribattè la signorina Betty, lanciando sul letto un abito…o meglio, un vestito simile ad una camicia da notte “devi godertela al meglio!”

Evelyn osservò il vestito.

Anche se il desiderio di stare con Jack era più forte della ragione, dovette ammettere che le cose si erano accelerate troppo.

“Vado a recuperare le ultime cose” disse la donna “nel frattempo vestiti e, se serve, indugia pure sul profumo” detto questo uscì saltellando e canticchiando.

Come faceva ad essere così positiva?

Evelyn sospirò.

Ormai era tutto programmato, sia lei che Jack non avrebbero potuto sottrarsi alla smania di organizzazione della signorina Betty.

Iniziò a spogliarsi e si mise il vestito.

Confermò che era una camicia da notte, ma non poteva di certo pretendere la luna dentro ad un penitenziario.

Quella camicia aveva persino un nastro di raso azzurro che si legava in vita.

Fece subito il nodo.

La signorina Betty era molto più prosperosa di lei e quel vestito le andava enorme.

Si guardò allo specchio della toletta.

Non aveva un capello che stesse in ordine.

Era meglio attendere che tornasse la signorina Betty.

Sospirò e si sedette sul letto.

Aveva paura.

Alcuni istanti dopo, la porta si aprì e fece il suo ingresso…Joe.

Aveva lo sguardo basso, imbronciato e…i suoi occhi lasciavano trasparire un velo di tristezza.

“Joe…”

Lui non la guardava

“Sei sicura?”

Evelyn capì dove volesse andare a parare

“Si…”

“Davvero?”

“Joe io…”

“Tranquilla…lo capisco, hai scelto lui”

Nonostante tutti, Joe provava ancora qualcosa per lei.

Quando era arrivato al penitenziario pensava di essere innamorato della signorina Betty.

Ma poco tempo dopo aveva capito che ciò che sentiva per quella donna era solo una mascherata per coprire ciò che veramente provava nei confronti di Evelyn.

“Tu cosa avresti fatto?”

Joe non era tipo da esternare i suoi sentimenti, piuttosto prendeva a sberle i fratelli.

Ma con Evelyn era diverso.

Con lei si sentiva più libero.

Finalmente, si degnò di guardarla

“Io avrei scelto te”

Evelyn si sentì morire.

Amava Jack, non avrebbe cambiato idea sul sì che gli aveva appena dato.

Ma voleva troppo bene a Joe e vederlo soffrire così per lei la faceva stare male.

Però, non era giusto tentare di ricambiare un sentimento che non c’era.

Si avvicinò a Joe e si chinò, stringendolo forte.

“Ti voglio bene Joe” gli disse “ma te l’ho già detto più volte…non posso”

Joe sembrò ricambiare la stretta, ma non era convinto…come sempre.

“Se la metti così…” si staccò quasi subito “allora non ti dispiacerà se mentre ti sposi io tento l’evasione”

“Joe!” esclamò lei, in tono di rimprovero “non intendi rimanere?!”

“Non resto ad un matrimonio dove…dove non sarei gradito” si voltò e fece per andarsene

“Joe ti prego aspetta!” ma niente.

Joe uscì e chiuse la porta alle sue spalle.

Se ne andò in cella, dove William lo attendeva.

“Allora?” lo incalzò il fratello

“Allora è solo una pulce viziata”

William sospirò

“Che c’è? Ha scelto Jack quindi io mi ritiro”

“Ma io volevo fare il paggetto!” piagnucolò Averell, che aveva recuperato, non si sa dove, un vestito che lo faceva assomigliare ad un cameriere.

La risposta alla sua lamentela fu un sonoro ceffone

“Che ho fatto di male per avere un fratello imbecille come te?” poi iniziò a fare avanti e indietro per la cella, lo sguardo basso e pensoso.

“Ho trovato!” a quell’esclamazione Averell si mise in posizione di difesa “Che diamine fai?”

“Ogni volta che hai un piano io le prendo, meglio prepararsi”

Joe non aveva neanche la forza di prenderlo a sberle di nuovo “Ricordatemi perché è nato”

“E’ nato perché la mamma non ha…”

“Lo so il perché, imbecille!” tuonò “era retorico!” sbuffò sonoramente e tornò al piano che aveva ideato “allora, da quel che ho capito verranno anche i Braccia Rotte”

“E con questo?”

“Dal villaggio degli indiani a qui è un bel tragitto e dovranno farlo a cavallo, perciò…” si assicurò di avere la piena attenzione e poi proseguì “una volta giunti qui dovranno aprire il portone e in quel preciso istante ci catapultiamo fuori, rubiamo tre cavalli e via verso la libertà!” esclamò, felice di aver avuto un altro piano geniale “tutto chiaro?”

William non diceva nulla, mentre Averell non aveva capito niente

“Ma di solito evadiamo in quattro, perché tre cavalli?”

Joe divenne rosso paonazzo “Perché Jack si deve sposare imbecille!”

“Ma io voglio restare!”

Joe era ancora più furente.

Cosa credeva? Che a lui non andasse di restare? Certo che gli andava ma doveva anche resistere al non saltare addosso ad Evelyn e dichiararsi.

L’unico modo per resistere era evadere o starsene in disparte.

Jack era davvero fortunato, era riuscito ad avere qualcuno prima di tutti.

William era innamorato della signorina Betty, ma lei era più attratta da Averell.

Tutti quanti avevano il loro amore segreto.

Tutti quanti tranne Joe.

Lui amava Evelyn, ma non era ricambiato e questo lo uccideva.

La signorina Betty era bella come donna, ma era solo una copertura per ciò che realmente lui provava.

Possibile che l’amore era così complicato?

“In effetti…anche a me piacerebbe restare” confessò William

“COSA!?”

“Beh, Jack è nostro fratello e Evelyn è sempre stata parte della famiglia, penso che farebbe piacere ad entrambi la nostra presenza”

“Quindi il tuo piano affonda ancora prima di salpare” ed Averell ricevette un altro ceffone “che ho detto di male” biascicò con la faccia sul pavimento.

Joe si avvicinò alla finestra.

La maggior parte dei detenuti si era data una ripulita e si era messa l’abito elegante.

“Che razza di pecoroni” sbuffò e si arrese “però dopo la cerimonia ci confondiamo fra gli indiani e ce la filiamo” Averell fece per aprire bocca ma… “una parola e ti uccido!”

 

***************

 

Nel giro di un quarto d’ora, Joe e i due fratelli erano nel cortile, vestiti eleganti.

Joe aveva lo sguardo imbronciato, William soddisfatto e Averell sembrava un generale in servizio talmente era serio e con il petto in fuori.

Tale espressione divenne tutto il contrario, con tanto di lacrime di gioia, quando notò qualcuno tra i detenuti.

“MAMMINAAAAAAAA!” esclamò talmente forte da far sobbalzare tutti i detenuti.

Corse incontro alla donna e la strinse forte.

“Averell! Il mio piccolo Averell!” quest’ultimo si comportava come un cagnolino, tanto che Rantanplan si aggregò a lui.

Quel cane non aveva capito nulla – E’ un nuovo gioco? Giochiamo ad acchiapparella? Sono bravo sai! –

“Mamma” si intromise William “che ci fai qui?”

“Non potevo mancare al matrimonio dei miei figlioli” salutò anche gli altri due.

Joe, per tutta risposta sbuffò.

“Non essere polemico Joe Dalton” lo rimproverò Mamma Dalton “oggi è un gran giorno e vi voglio tutti puliti e sorridenti”

“Tanto a che serve?” a quella frase, la madre gli prese l’orecchio, facendolo gemere dal dolore.

Quel dolore durò poco.

Mamma Dalton si accorse di Jack, già pronto e in attesa dell’arrivo di Evelyn.

Si avvicinò al figlio e, come ogni mamma che si rispetti, iniziò a sistemarlo.

Tolse alcuni granelli di polvere dal vestito, offerto gentilmente da Peabody, infatti gli andava largo e corto.

Poi passò alla sistemazione dei capelli e del papillon.

Jack si sentiva un imbecille.

Si zittirono tutti quando video Evelyn fare capolino dal fondo della navata, creata alla buona dalla signorina Betty.

In quanto organizzazione era davvero la migliore, non per niente aveva messo uno dei suoi abiti migliori.

Tra i detenuti si levò un sonoro “Aaaawww”, persino gli indiani rimasero colpiti dal suo arrivo.

Joe divenne furioso ma Mamma Dalton, che si era accorta, gli diede una gomitata per farlo stare buono.

Jack sorrise e rimase abbagliato quando video la chioma bionda della ragazza svolazzare al vento.

Con i capelli sciolti era tutta un'altra cosa.

Vero Falco, lo stregone indiano, avrebbe celebrato il matrimonio.

Ma, con l’enorme mascherone che cambiava espressione, sembrava tutto tranne che rassicurante.

“Bene, allora cominciamo” esclamò emettendo un risolino, il che lasciò intendere che la sua paga per quel rito sarebbe stata salta per Peabody.

Quest’ultimo già si disperava, ma rimase comunque serio e felice per ciò che stava accadendo.

In più sapeva che sarebbe finito su tutti i giornali e quindi già si sentiva famoso e pensò che quell’evento ne avrebbe portati altri…magari più grossi e con più gente.

Ricevette una gomitata dalla signorina Betty “Sta per cominciare!” cinguettò emozionata.

Vero Falco prese un libro, tirato fuori da chissà dove, con sopra delle scritte indiane.

Sicuramente erano stregonerie indiane, ma lo faceva giusto per far figura.

“Vuoi tu Jack Dalton prendere la qui presente sqaw Evelyn Dalton come tua legittima sposa?”

Anche se emozionato e ancora reduce di un organizzazione ultra veloce, Jack sorrideva e sembrava convinto di quello che faceva.

“Si”

L’unico suono fu lo sbuffo di Joe Dalton ed infine i suoi gemiti, conseguenza di un ceffone da parte di Mamma Dalton.

“E vuoi tu Evelyn Dalton prendere il qui presente guerriero Jack Dalton come tuo legittimo sposo?”

Tutti i detenuti si avvicinarono per ascoltare meglio.

Tutti volevano sapere cosa avrebbe risposto Evelyn in quanto, in fondo, erano tutti un po’ cotti di lei.

Evelyn si guardò attorno.

Vide William, che le sorrise dolcemente.

Averell, che pensava alla torta invece che al matrimonio.

Mamma Dalton, che piangeva di gioia.

Ed infine Joe che, appena incrociò i suoi occhi, distolse lo sguardo, evidente commosso sia dalla felicità che dalla rassegnazione.

Tornò a guardare Jack, non avrebbe cambiato idea

“Si”

Vero Falco, a quel punto, iniziò a fare degli strani movimenti e dire frasi a caso, tanto che tutti i detenuti e gli indiani compresi aprirono degli ombrelli, spuntati dal nulla, per ripararsi in caso avesse evocato la pioggia o simili.

Finite tutte le parole, ci fu un esplosione e dal cielo iniziarono a cadere petali di rosa.

“Con questo vi dichiaro, guerriero e Sqaw, Giovane uomo e giovane donna…”

“Ti dai una mossa!” esclamò Joe Dalton dal fondo

“Che impazienza!” ribattè Vero Falco “ad ogni modo vi dichiaro, marito e moglie, su forza datevi fare!”

E Jack strinse Evelyn, dandole un dolce bacio sulle labbra.

Lei chiuse gli occhi e gli accarezzò il volto.

“Ti amo Jack”

“Ti amo Evelyn”

Tutti scoppiarono in una festa gioiosa.

Averell piagnucolava come un bambino dalla gioia, e si rimpinzava di cibo.

William andò incontro ai fratelli e li strinse.

Mamma Dalton piangeva di gioia e mise da parte l’ascia di guerra persino con Peabody.

Joe Dalton, nonostante la sua rassegnazione, era felice per la donna che realmente amava.

Quel giorno, causa miracolo, non ebbe neanche più l’intenzione di evadere.

Non avrebbe rovinato la festa di suo fratello e non avrebbe deluso Evelyn.

Lo aveva già fatto in passato, non avrebbe commesso lo stesso errore.

Non quel giorno.

 

 

FINE!!

  
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