This is just the sad version of us.

Derek muore in Messico sotto gli occhi di Stiles, mentre il più grande lo implora di salvare qualcuno che non è lui.

Non c’è un vero e proprio addio, solo un cenno del capo, un ci vediamo dopo mimato da uno e un ti amo mormorato in risposta dall’altro.

Stiles esce da La Iglesia con Scott che si sorregge sulle sue spalle e Derek è ancora lì dove l’ha lasciato, gli occhi vuoti e la giacca di pelle addosso.

Non c’è il tempo, o forse la forza, di piangere, e Malia ci prova con tutte le sue forze a staccare Stiles dal corpo di Derek mentre lo culla e gli sussurra che andrà tutto bene.

Rientrare in America è del tutto surreale e il funerale lo è forse ancora di più, con casa Stilinski piena di gente che nessuno ha mai visto e una donna dai capelli neri che parla una lingua che nessuno capisce e che chiede dove sia il suo bambino.

Di Derek Stiles tiene la giacca di pelle che chiude dentro l’armadio e che si porta dietro anche quando si trasferisce a Washington D.C.

Scott lo chiama regolarmente e ride quando gli racconta di come Melissa tenga sotto stretto controllo la dieta di John e di Lydia che è a NY da due mesi e ha già messo i piedi in testa a tutti. Stiles ride con lui e gli riempie le orecchie di aneddoti stupidi sull’accademia e sul nome assurdo del suo professore che, a sua detta, è peggio di quello che gli ha dato sua madre. Scott, comprensibilmente, fatica a crederci.

È durante il secondo anno che incontra Sarah e la ragazza non gli stacca gli occhi di dosso per un semestre, prima di farsi avanti.

Gli sorride e Stiles risponde, poco sicuro, che il drink per venerdì è perfetto. Finiscono per parlare del più e del meno, quella stessa sera e, quando torna in camera per la prima volta dopo due anni, apre l’armadio e sfiora, con dita incerte, la giacca di pelle.
(A volte capita che lo fermino in mezzo strada per fargli le condoglianze e Stiles si trova a fissare il vuoto e non capisce perchè le rivolgano a lui.)

Scott conosce Sarah dopo sei mesi che si stanno frequentando e il ragazzo quasi alza gli occhi al cielo quando la vede.

“È praticamente perfetta” ridacchia mentre prende un altro sorso della birra che ha ordinato “Sagace, di lingua veloce, lavora all’FBI e capisce tutte le citazioni che fai. Quando hai intenzione di sposarla?”

Stiles alza gli occhi al cielo: “Mai?”

“Amico. Sono passati quasi due anni e mezzo” bisbiglia, come se fosse un segreto “Sono sicuro vorrebbe che tu trovassi qualcun altro.”

“Lo so, Scott, lo so” mormora, lo sguardo distante e il fantasma di una mano calda che gli sfiora la guancia.

Il terzo anno di accademia arriva prima che possa rendersene conto e metà delle cose di Sarah sono in camera sua.

Nella relazione finale che gli fanno scrivere, che sembra più una tesi che una relazione, alla fine, ringrazia tutti, a partire da suo padre, passando da Scott, a Lydia, Malia e chiunque gli passi per la testa. Il nome di Sarah non compare ma dedica le ultime due righe all’uomo dalla giacca di pelle e scrive, poi lo leggerà ad alta voce davanti alle lacrime di suo padre e quelle di Scott, se fossi ancora qui ci avresti preso a calci in culo per aver anche solo pensato di fermarci.

Non aggiunge altro e Melissa lo abbraccia così forte che ha paura di essersi rotto una costola, Chris gli da una pacca sulla spalla e ha gli occhi lucidi. Cora gli scrive e lo ringrazia per il video, due giorni dopo.

Si trasferiscono a NY un pomeriggio di gennaio e Lydia organizza una cena con troppa gente che non conosce e Sarah mostra a tutti, orgogliosa e sorridente, l’anello al dito della mano sinistra.

La giacca di pelle è dentro un nuovo armadio, avvolta nella plastica per conservarne intatto l’ultimo ricordo del proprietario.

Stiles la fissa pochi secondi, tutte le mattine, prima di scendere a fare colazione e baciare la sua futura sposa che prova a fare domande sul misterioso indumento senza mai ottenere risposte.

La cerimonia e il ricevimento sono tenuti in una piccola cappella, nel mezzo del bosco, a decine di chilometri dalla California.
Scott è il suo testimone e il branco, anche se Sarah non sa cosa siano e Stiles non ha intenzione di dirle niente, è tutto schiacciato in prima fila che sorride e piange quando dicono entrambi sì.

John e Melissa lo abbracciano contemporaneamente e Sarah si trova con un braccio schiacciato tra tre corpi e la risata di suo suocero che le riempie le orecchie.

“Claudia ti avrebbe amata” le dice quando John l’abbraccia “ti avrebbe trovato perfetta” e ha gli occhi lucidi, proprio come quelli di Stiles, e Sarah scuote la testa per cercare di non rovinare troppo il trucco, il cuore leggero e felice come non mai in vita sua.

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Due nipoti, un cognato invece che una nuora e un branco di esseri sovrannaturali non è esattamente quello che lo Sceriffo aveva immaginato quando pensava al futuro del figlio, stretto tra le braccia di Claudia.

Ma Elijah è seduto sul divano mentre blatera di qualcosa con Isaac e Jolene fa le facce a Lydia mentre mangia, la risata di Stiles finisce per essere soffocata dalle labbra di Derek e tutti insieme gridano disgustosi e John alza le spalle e si gode la felicità di tutte quelle strane combinazioni che hanno preso parte della sua vita da vent’anni.
Melissa, al suo fianco, sorride stringendo il piccolo Jonathan che ha la stessa mascella di Scott.

“Ora zio Scott e zia Allison hanno il bambino con la mascella storta!” ridacchia Jolene prima di scappare e “Elijah queste cose non devi insegnarle a tua sorella!” sbotta Stiles, per nulla arrabbiato.

“Ma papà!”
 
And in this version,

Perché Stiles debba accollarsi Derek Hale per le vacanze di natale è un segreto e un mistero che nemmeno Sherlock Holmes potrebbe risolvere.
Probabilmente il detective alzerebbe gli occhi al cielo, in una copia spaventosamente simile a quella di Derek in quel momento, e inizierebbe a raccontargli della proposta, innocente quanto subdola, di Malia durante una serata al bar con troppi drink.

“Papà non mi fa stare da Kira se non trovo qualcuno che possa ospitare anche Derek” aveva sbottato l’amica, sorseggiando il secondo cocktail rosa della serata.

“E per quale motivo Derek è un problema tuo?”

“Perché i miei zii vanno in vacanza in Montana e lui non vuole andare?”

“Ancora non afferro il punto, Mal” aveva risposto scocciato lui.

“Non importa. L’importante è che possa passare le prossime due settimane a casa tua.”

“Malia non ci pensare nemmeno, Derek mi odia!”

“Derek Hale vuole essere sbattuto da te, e sbatterti, contro la prima superfice solida della stanza. In caso non l’avessi ancora notato, Stiles”

E il povero cameriere, che aveva avuto la sfortuna di trovarsi da quelle parti in quel momento, si era trovato costretto a cambiarsi la divisa perché Stiles gli aveva sputato addosso tutto il contenuto della sua bocca mentre Malia se la rideva alla grande. (Sono morta.)

Quindi ora sono seduti uno di fronte all’altro, durante la cena, e Derek sta parlando con Allison di qualcosa che Stiles non sapeva Derek sapesse e la ragazza sembra interessata  più al modo in cui le labbra del suo ospite si muovo che a quello che sta effettivamente dicendo.

Scott, seduto al suo fianco, ha la faccia così rossa che sembra un pomodoro.

“Io ci ho messo mesi per farmi anche solo notare” gli dice a bassa voce “poi arriva questo sbruffone e nel giro di due minuti ha già tutta la sua attenzione” e Stiles non può fare altro che annuire prima di infilzare un’altra patatina con fare svogliato.

Ha lo stomaco chiuso e non sa nemmeno perché. Okay, sa perché, ma non può ammettere di essere geloso  solo perché Malia gli ha ficcato in testa l’assurda idea che Derek sia attratto da lui.

Quando Allison toglie finalmente le tende da casa Stilinski, e Stiles venera Allison come altre poche persone, l’atmosfera si fa tesa per cinque secondi mentre entrambi cercando qualcosa da dirsi.

“Grazie per l’ospitalità. So che Malia avrà trovato il modo di conviverti ma apprezzo il gesto” gli sorride, prima di sparire per le scale.

Stiles rimane fermo, in mezzo al salotto, mentre sente la stanza degli ospiti chiudersi e si dà mentalmente dell’idiota per non aver fatto nulla o aver provato semplicemente a rispondere con un buonanotte. Può sentire, nel suo cervello, una voce troppo simile a quella di sua madre rimproverarlo perché lei le buone maniere gliele ha insegnate.

Dopo una settimana e tre giorni Stiles si rende conto che vivere con Derek è troppo semplice. Sembra che sia sempre stato lì con loro, durante le loro cene, nella divisione dei compiti, quando devono portare il pranzo allo Sceriffo perché se l’è dimenticato.

(“Papà ho smesso di credere a questa scusa decenni fa!”)
Sembra che sia sempre stato lì anche quando il giorno dell’anniversario di Claudia arriva e, per la prima volta in anni, lo prende di sorpresa.

Derek non fa nemmeno domande, prepara la colazione per tutti e tre, lo abbraccia e gli bacia la fronte prima di uscire a fare la spesa. Quando lo sente rincasare sono già le quattro del pomeriggio e suo padre ha messo a posto tutti gli album e sta guardando la replica di una partita che conosce a memoria.

Natale arriva e passa tra chiamate e regali consegnati dal corriere perché Der-bear non siamo lì con te ma questo non vuol dire che non ti abbiamo fatto nulla per Natale! e davvero Stiles pagherebbe oro per avere una telecamera in quel momento perché il colore della faccia di Derek è epico.

Per il cenone finiscono a casa McCall e Scott li accoglie con addosso un maglione di almeno due taglie più grosso di lui e di un giallo vagamente stinto.
Rimangono sulla porta di casa, tutti e tre, a ridere per il quarto d’ora successivo e Melissa li guarda straniti quando nota le lacrime sulle guance.

“I giovani d’oggi non capiscono la bellezza di certi maglioni, Mel” la rincuora lo Sceriffo mentre addenta, con fare circospetto, il piatto davanti a lui.

A fine serata, quando l’eggnog è servito, Allison entra dalla porta con tre pacchetti in mano e il sorriso di chi ne sa una più del diavolo. Stiles si trova a rabbrividire giusto un attimo mentre Scott sorride come un’ idiota perché  la ragazza gli sta porgendo un pacchetto. Derek alza le spalle e torna a parlare con Stiles come se non fosse successo nulla.

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Lydia lo fissa da sopra il suo libro di matematica avanzata: “Allora non l’hai ancora vista?”

“Ancora vista cosa, Lydia?”

“La nuova bambina di Derek!"

“Tu quoque Lydia!” urla, esasperato, attirando l’attenzione della bibliotecaria che gli indica di stare in silenzio o di uscire da lì, immediatamente
Stiles non ci pensa due volte ad andarsene.