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Autore: Surlaplanche    26/07/2017    2 recensioni
Il giovane Billy Moore stava per avere la sua occasione per sfondare: la sua prima mostra fotografica a Mosca sarebbe stata il perfetto trampolino di lancio verso agenzie e magazine internazionali, modelli da capogiro e testate giornalistiche pronte a sapere tutto di lui e della sua visione artistica.
Per noia, insoddisfazione o chissà quale altra arcana ragione, ha ora distrutto tutti gli scatti della sua collezione, poco prima di consegnarli al Multimedia Art Museum della famosa città russa.
Ora ha solo tre settimane per finire il suo nuovo progetto on-the-road: da Parigi a Budapest, passando per Vienna e altre importanti capitali, il fotografo deve concludere la sua nuova collezione di ritratti, immortalando i volti e i corpi di tutti i suoi ex fidanzati, ormai sparsi in giro per l'Europa. Vuole scoprire che fine hanno fatto e quanto la sua esistenza abbia effettivamente influenzato i loro percorsi di vita.
Tra ritorni di fiamma e rimpianti, Billy dovrà fare i conti con le conseguenze delle sue azioni e sopravvivere all'idea che ci sono sempre due versioni della stessa vicenda. E della stessa rottura.
Genere: Avventura, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Partecipante alla challenge Ticket to Ride di TortaMillefoglie
Autore: Surlaplanche, pedina rosso-bordeaux
Titolo: La nostalgia di Billy Moore
Tratta: Berlino - Danzica
Biglietto Destinazione: Berlino - Mosca
 



1
Berlino - Danzica

Una delle cose che mi chiedono spesso quando parlo di cosa sto facendo è perché.”
Billy Moore, spaparanzato su una rovinatissima poltrona bordeaux, preme energicamente il tasto forward, mentre fuma una sigaretta ormai arrivata al filtro.
Non gli ha mai dato fastidio vedere il suo ciuffo rosso sul piccolo schermo, sul computer fisso, sul portatile... si mette davanti a una telecamera ogni Sabato mattina, solitamente per distrarsi dal post-sbornia della sera prima. Ha sempre queste occhiaie profonde, violacee, e il viso così sciupato da invecchiarlo di almeno cinque anni.
Essendo una persona nostalgica, utilizza ancora i DVD. Dice che lo aiutano a organizzare meglio la cronologia del suo esperimento.
“Cosa dovrei rispondere, alla fine? Non sono forse cazzi miei?”
Sia nel televisore che nella realtà, Billy ride imbarazzato, pensando a quanto possa essere ignorante.
“Non c’è niente di male nel buttarsi a capofitto nei vecchi ricordi. Voglio dire, non sono forse felici anche loro di vedermi?”
Butta la sigaretta a terra, mentre si slancia per estrarre il disco dalla televisione.
Quando il telefono squilla, però, il redhead si butta sul comodino.
“Pronto?” chiede, energicamente.
Nel momento in cui sente quella voce squillante, nella testa di mister Moore esplodono dolci ricordi liceali.
Billy? Sono Antoni, ho ricevuto la tua mail.”
Billy si muove nella sua stanza d’hotel, emozionato come un bambino davanti a un lunapark.
Si mette alla ricerca di un paio di pantaloni puliti da mettere sapendo che, disordinato come è, sarà un’impresa più che ardua.
Trovo il tuo progetto molto interessante. Ed è da un po’ che non ti vedo, quindi count me in.”
Appena sente odore di bruciato, il giovane Moore si volta.
Cosa sono stati? Sei anni tipo? Eravamo in terza liceo!
La poltrona sta andando a fuoco.
“Dove ti trovi al momento?” chiede Billy, facendo finta di niente.
Mentre urla internamente cercando con lo sguardo l’asciugamano bagnato usato poche ore prima, si segna mentalmente le risposte del suo ex.
Quando adocchia i DVD e la loro vicinanza al fuoco, lascia cadere a terra il telefono e corre verso la tivù.
Nel tentativo di afferrarli, però, gliene cadono due a terra.
“Merda, merda, merda!” urla, ormai in preda al panico.
“Billy? Tutto bene?”
Entra un lobby boy molto esile, che sembra appena uscito da una scena distorta di Grand Budapest Hotel; nel momento in cui attiva l’estintore che ha tra le sue gracili manine da fanciulla, quasi cade all’indietro.
Riesce a coprire le fiamme dopo vari tentativi, mentre Billy era intento a raccogliere i DVD, ma ogni volta che ne riprendeva un paio, altri precipitavano dalle sue braccia. Un po’ come quando, da piccolo, doveva portare tutti i suoi vestiti sporchi dalla sua stanza alla lavatrice del piano di sotto.
“Al nostro ragazzo piacciono molto i propri DVD, vedo...” dice il lobby boy, togliendosi un guanto e accarezzandosi la fronte accaldata.
Billy Moore, ancora a terra: “Fottiti.”
A quelle parole, il silenzio e il gelo prendono vita in quella piccola stanza malmessa.
“Ti togliamo la caparra.”

Di nuovo in stanza da solo, Billy sta volando tra le diverse offerte last-minute per dei bus verso Danzica, dove si trova Antoni. In parte, il nostro piromane in erba è dispiaciuto di sapere che l’exchange student di uno dei suoi ex-licei preferiti sia rimasto a vivere nel suo paese, ma dall’altra è elettrizzato all’idea di vederlo e di poterlo fotografare.
Mancano alcune settimane alla prima personale di Billy Moore, a Mosca.
Il progetto che voleva installare, però, non lo soddisfava pienamente. Per quanto il tema del lunapark abbandonato nella periferia di Bournemouth abbia un che di artistico, corrotto e angoscioso, quelle immagini non rappresentano appieno il fotografo e la sua essenza.
Quegli scatti non hanno vita, non hanno una vastità di emozioni, interpretazioni e libertà.
Moore sta facendo una pazzia, ma non può più tornare indietro: ha distrutto le foto della sua prima collezione e ne sta riformando un’altra da capo.
Per fortuna – o sfortuna, dipende dai punti di vista – l’agente di Billy è uno dei migliori al mondo, ed è riuscita a convincere i titolari del Multimedia Art Museum ad avere pazienza.
La domanda è quindi ovvia: come ha fatto un ragazzo così giovane a entrare in contatto e addirittura a diventare cliente della signora Boljkovac?
Semplicemente, suo padre ha contatti con mezzo mondo. Billy avrebbe potuto decidere di diventare un cantante e avrebbe avuto i migliori coach e agenti musicali al mondo. Poliziotto, medico, avvocato, cowboy... poteva essere qualsiasi cosa. Ha scelto la fotografia.
Il papi è sempre stato la scorciatoia di Billy.
Fino a due settimane fa.
Da quando ha mandato a puttane le sue inquietanti fotografie di montagne russe distrutte e ricoperte di melma verdognola, suo papà ha deciso di lasciarlo andare da solo. Nessun aiuto finanziario, nessun vizio... sarà a Mosca a vedere la personale di suo figlio, se gli sarà passata l’incazzatura.
Il Multimedia di Mosca è un contatto importante e Billy lo sta mandando all’aria.
Nonostante ciò, lui non demorde. Ha fiducia nel suo nuovo progetto e non vede l’ora di concluderlo.
Non manca più così tanto, dopotutto.
Preso il biglietto per Danzica, il giovane Moore comincia a chiedersi cosa sappia sulla cultura polacca a parte il nome di quel musical sulle sirene cannibali che ha guardato col papi a Cannes, nel lontano 2015.
Con un innocente sorrisino in volto, si ricorda di Antoni.
Almeno di lui sa qualcosa.
A Billy piace pensare che quando comincia a conoscere bene una persona che abita in un altro stato è come se parte del suo carattere e della sua cultura entrassero in lui.
In fondo, Billy ha dovuto spostarsi molte volte per il lavoro del papà, da periodi che andavano dai pochi mesi ai diversi anni. Non ha ancora ben capito cosa faccia esattamente suo padre, sa solo che è una professione che paga bene, quindi ha imparato a non lamentarsi troppo.

Mentre una canzone de La Femme viene rovesciata fuori dai suoi auricolari, Billy Moore batte il piede a ritmo.
La pioggia copre le superfici di Berlino, ma non riesce a fare lo stesso con i rumori urbani, soprattutto per quel che riguarda i marciapiedi e le fermate dei bus.
Billy ama ascoltare la musica francese perché ha dei bei ricordi di quel Paese. Per esempio, ha condiviso dei bei momenti a Montpellier, quando è andato a far visita al suo amato Quentin. Era dieci giorni fa.
Orecchie a sventola coperte da un cespuglio biondo, un accento che è la fine del mondo e un adorabile spazietto in mezzo agli incisivi frontali. Un neo sopra il capezzolo sinistro, un leggero strabismo di Venere e nove dita invece di dieci. Piccolo incidente con l’affettatrice.
Perso a ricordare le fantastiche foto che gli ha scattato e a guardare il cielo scuro della capitale tedesca, Billy si accorge troppo tardi che il bus diretto a Danzica ha chiuso le porte e ha appena lasciato il parcheggio del ritrovo.
Comincia a correre, a urlare “Fahrer[1] a ripetizione, con le sue due pesanti borse nelle mani e un vento fortissimo a colpirlo in petto, come se avesse l’intento di rallentarlo.
Quando il bus si ferma, dopo quei dieci metri, Billy Moore cade a terra a causa della sua tremenda respirazione.
“Col cazzo che smetto di fumare” si ripete più volte, mentre sale sull’autoveicolo.
Lo aspettano sei ore di viaggio, perciò si appisola nella prima fila di posti, dato che verso il fondo del bus ha intravisto diversi personaggi un po’ inquietanti e poco raccomandabili.
Incrocia le braccia, usando il suo giaccone beige – ormai fradicio – come coperta.
Le gocce attaccano i finestrini, come per tranquillizzare Billy, intento a riprendere fiato.
L’idea del fallimento lo perseguita ogni notte.
La sua collezione di fotografie potrebbe non essere così intensa e originale come crede.
Sono solo dei ragazzi nudi, in fondo. Dei froci con cui Billy ha passato dei momenti e che ha voluto far riaffiorare.
Billy sta cominciando a sentirsi un idiota.
Sta imparando l’autocritica.
Era ora.

[1] Fahrer: Autista in tedesco
   
 
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