Cap.1 Mano mozzata
Il
vento faceva ondeggiare la finestra, con dei sinistri scricchiolii.
Xanxus
era accomodato su una sedia candida nel terrazzino, una serie di
documenti con scritti dei conti con calligrafia ordinata ricoprivano il
tavolinetto davanti a lui.
Dei
fruscii semi-coperti dal rumore del vento e dagli scricchiolii
risuonarono nelle sue orecchie. Ci fu un rumore un po' più
secco, ma sempre
poco distinguibile.
Squalo,
appiattito contro la parete della casa sorrise, guardandolo
assottigliare gli occhi. Osservò le sue iridi rosso sangue e
si mordicchiò il
labbro.
"Ehy, Buuuuddy!"
strillò a pieni polmoni. Chiuse gli occhi e il sorriso gli
prese metà del viso.
Xanxus
spezzò la penna tra le dita con un crack sonoro,
sospirò frustrato e
la poggiò di lato. Ne prese un'altra dal portapenne,
tornando a scorrere i
fogli con lo sguardo.
"Tu".
Squalo
fece il giro, raggiungendo la balaustra di metallo del terrazzo e
gli si mise davanti, illuminato dalla luce del sole. Le ciocche
argentee gli
brillavano e alzò la mano destra, dimenandola.
"Yo, Boss del ca**o. Ti sono
mancato? Ti sei ricordato la nostra promessa? Che diamine facevi?". Lo
tempestò di domande. La sua mano sinistra era avviluppata da
bendaggi candidi,
sporchi in alcuni punti da sangue rappreso e nerastro.
Alcune
macchie erano finite anche sulla camicia candida che indossava.
Xanxus
alzò il capo verso di lui, sgranò gli occhi rossi
notando il
moncherino e si alzò di scatto. Lo raggiunse, gli
sollevò il polso fasciato, la
punta delle sue dita bruciava e piccole scintille arancio gli
circondavano le
unghie.
"Quindi
è vero" sibilò.
Squalo
inarcò un sopracciglio.
"Vooooih!" urlò.
Xanxus
scosse il capo, gli lasciò di scatto la mano camminando su e
giù per
il terrazzo con le mani intrecciate dietro la schiena.
"Avevo
sentito dire che ti eri tagliato la mano per copiare le
tecniche di Tyl, che non ha più l'arto sinistro, ma era
così assurdo che avevo
scartato la teoria".
Squalo
raggiunse la sedia e vi si lasciò cadere con un mugolio.
"Voi!
Posso batterti lo stesso" ringhiò.
Xanxus
gli si mise di fronte, sbatté le mani sulla scrivania
facendo volare
in terra i fogli e si chinò in avanti verso Squalo.
"Crederò
alla tua bugia, se ti fa piacere, ma non combatteremo finché
non sarai in grado di combattere con una mano sola come combattevi con
due" decretò.
Squalo
si rialzò di scatto.
"Cazz*!
Perché trovi ogni scusa possibile?!" sbraitò.
Volse lo
sguardo. "Quasi quasi non ti lascio quello che ti ho portato".
Addolcì
il tono.
Xanxus
scrollò le spalle, si girò ad osservare un foglio
che cadeva
lentamente oltre la ringhiera del terrazzo e sospirò.
"Se
devo sopportare i tuoi segreti, tu sopporterai i miei rinvii"
disse.
Si
voltò, fece il giro del tavolo e socchiuse gli occhi rossi
chinandosi
per guardarlo.
"È
troppo che non mi fai un regalo, quindi dammelo".
Squalo
sbuffò e, con la mano sana, estrasse una coda di procione.
Xanxus
accennò un sorriso, tirò la sedia verso di
sé e si mise seduto.
Chinò il capo, tolse i capelli.
"Agganciala.
C'è quel tuo stupido nastrino".
Squalo
gli slacciò il codino e utilizzò il nastro nero
per fermargli la
coda di procione tra i capelli.
"Era
del precedente Capitano dei Varia.
La
prova della sua sconfitta" sussurrò roco.
Xanxus
si mise la coda di procione sulla spalla, rialzò il capo e
si mise
in piedi.
"Puoi
darmela lo stesso? Dovresti donarla al Boss dei Vongola".
"Tu
sei il Boss del cazz*" borbottò Squalo. Si mise a correre e
saltò dalla balaustra.
"Tornerò
presto!" si udì il suo grido sopra il vento.