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Autore: emmegili    29/07/2017    1 recensioni
Every street sign I drive by, it takes me back. Back to the bedroom, your perfume, little black dress. You say you love me while your hands are around my neck. Do you miss me yet?
Does he love like I do?
Touch like I do?
Babe, does it feel the same to you?
Does he hold you like me, make you feel free?
Open your eyes and you will see all of the awkward situations, holding a hand you wish was mine.
Babe, does it feel the same to you?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bradley Simpson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Brad sospira, sedendosi sul bordo del letto.

Si passa le mani sul viso, per poi massaggiarsi le tempie con gli indici.

La stessa identica stanza.

Ovviamente, né Joe né i ragazzi potevano saperlo, e sicuramente lui non avrebbe chiesto di cambiare hotel perché in questo ci aveva passato i giorni migliori della sua vita. Se ne era stato in silenzio, continuando a mangiare le patatine dal pacchetto che Tris gli aveva procurato dal distributore automatico poco prima, annuendo appena. In fondo, si era detto, era solo un notte. Magari si sarebbe intrufolato nella stanza di Connor e avrebbero giocato a carte tutta la notte. 

Poi la ragazza alla reception, con un sorriso mellifluo, gli aveva allungato le chiavi della sua stanza, dicendogli che era la numero 207.

La stessa identica stanza.

Se chiude gli occhi, ancora la vede guardare fuori dalle grandi finestre, dando la schiena alla porta. Ancora la vede voltarsi verso di lui mentre entra nella stanza. Ancora vede il sorriso che le illuminava il volto.

Vede quel vestitino nero che le stava da Dio muoversi mentre si avvicina, sente il suo profumo mentre la abbraccia. Sente le mani di lei intrecciarsi dietro il suo collo, la sente dire che lo ama.

Il cellulare, buttato sul materasso, continua a vibrare nonostante siano le tre di mattina. Brad fa un altro sospiro e lo ignora.

Improvvisamente, un sorriso gli si dipinge sulle labbra, mentre il ricordo si fa sempre più vivido nella sua mente.

Per poco non era scoppiato a ridere davanti a Jess.

Lei gli stava solo facendo un favore, raccontandogli come se la passasse la sua migliore amica. Inoltre, le piaceva ricordargli ogni due frasi che se Lauren avesse scoperto che lei si teneva in contatto con il suo ex fidanzato probabilmente l'avrebbe uccisa.

Non per gelosia, no. Ma perché se Lauren aveva tagliato i ponti, allora doveva farlo anche Jess. Stava scritto nel contratto delle migliori amiche.

Ma Jess e Brad sono sempre stati amici, lei poteva fare un'eccezione.

Brad stava sorseggiando una coca cola ghiacciata.

Jess aveva scosso la testa, esasperata, e aveva detto che Lauren si era svegliata una mattina, incazzata, aveva fatto le valigie e le aveva caricate sulla sua decappottabile rossa. Poi si era messa al volante e aveva continuato a guidare, senza una meta ben precisa. Jess, che viveva con lei, era talmente sconvolta che l'aveva lasciata fare.

E quando Jess gliel'aveva raccontato, Brad non aveva potuto impedire che un sorriso gli incurvasse le labbra, mentre teneva lo sguardo basso per non farsi scoprire. 

Un sorriso perché lei era così. Lauren. 

Un sorriso perché era proprio quel suo essere testarda e determinata come un mulo che lo aveva fatto innamorare così perdutamente di lei.

Tra le altre cose, Jess gli aveva anche raccontato che Lauren si era fermata a Los Angeles. Aveva trovato lavoro in un bar frequentatissimo e aveva preso in affitto una casetta sulla spiaggia.

E, nonostante la riluttanza a confessarlo, Jess aveva anche aggiunto che si vedeva con qualcuno. 

Brad aveva saputo leggere tra le righe, ormai conosceva Jess: Lauren era fidanzata ed era felice. Probabilmente convivevano anche.

Brad si distende sul letto, le braccia spalancate, quasi dovesse fare un angelo di neve, e fissa il soffitto.

L'ultima volta che i suoi occhi scuri si erano posato su quel soffitto, lei dormiva accanto a lui, la pelle nuda che affiorava a tratti dalle lenzuola.

Si era passato una mano tra i ricci disordinati, sorridendo come un idiota.

Poi lei, nel sonno, si era girata e aveva appoggiato la testa sul suo petto. L'aveva stretta a sé, giocherellando con una ciocca dei suoi capelli castani, assorto. 

Era stato allora che aveva capito di amarla.

Dio, non aveva mai provato quei sentimenti per qualcuno.

E ora il solo pensiero che ci sia qualcuno altro al suo posto, lo uccide.

È impossibile che lei sia felice. Non come lo era con lui, perlomeno.

In un impeto di sicurezza, afferra il cellulare tra i cuscini e scorre la rubrica, fino a trovarla. 

Ovviamente, scatta la segreteria telefonica. Si aspettava che rispondesse? Alle tre di mattina, per di più?

Ciao! Sono Lauren. A quanto pare mi avete mancata! Se lasciate un messaggio, vi richiamo.

La sua voce. Era tanto che non la sentiva. Ed è quella che lo spinge a parlare.

-Ehi. Lauren. Sono io. Brad.- Brad si siede sul letto, il cuore che pompa a mille. - Io... Non so neanche perché ti ho chiamata... 

Il ragazzo sospira, chiudendo gli occhi.

-Sono le tre passate e non riesco a dormire. Non riesco a dormire perché siamo in un hotel... Io e i ragazzi siamo nel nostro hotel, Lauren, e io... io ho la stanza 207. 

Il silenzio si impadronisce di Brad, rendendogli difficile anche solo deglutire. Aspetta qualche secondo prima di proseguire. Poi l'immagine di lei gli lampeggia davanti agli occhi e riprende a parlare, incapace di fermarsi.

-Per te è lo stesso, Lauren? Lui ti ama come facevo io? Ti sfiora come sapevo fare io? Ti stringe come me? Ti fa sentire libera solo come io sapevo fare? Voglio solo sapere... Per te è lo stesso? Provi le stesse cose che provavi con me?

Il messaggio in segreteria raggiunge il limite e la voce di Brad viene liquidata da un assordante biip

 

Sono appena le quattro e mezza quando Brad viene svegliato da dei violenti colpi sulla porta della sua stanza.

Assonnato, e con solo i pantaloni della tuta addosso, incespica verso la maniglia e apre la porta.

Quando il viso di Lauren rigato dalle lacrime compare nel suo campo visivo, Brad diventa improvvisamente sveglio e lucido.

Ha i capelli raccolti in una coda alta disordinata, indossa solo dei jeans neri e un maglione sformato. Tortura la cinghia della borsa di pelle che poggia sulla sua spalla.

Fissa gli occhi grandi in quelli di Brad e prende un respiro profondo.

-No.- dice solo, con sicurezza, asciugandosi le lacrime con le dita.

Lui socchiude gli occhi, confuso. 

Lauren, dal suo canto, non può fare a meno di notare l'assenza della maglietta. Si sofferma per un secondo -uno solo- sull'addome abbronzato e tonico del ragazzo, poi risale fino ai capelli. Quanto le mancano i suoi capelli.

Ma le mancano anche quegli occhi scuri, le manca da morire l'occhiolino che lui le faceva quando la sorprendeva a fissarlo assorta. 

Le manca il sorrisetto sornione che gli si disegnava sulle labbra ogni volta che un pensiero inappropriato gli passava per la testa, che quasi sempre riguardava lui, lei e un letto.

Le manca il modo in cui canta, con gli occhi chiusi e le labbra attaccate al microfono, mentre il ciuffo color cioccolato gli ricade, madido di sudore, sulla fronte.

Le mancano le sue mani, curate e abbronzate, un anello sull'indice e un'altro sull'anulare della destra. Le manca il modo in cui le sue dita correvano tra i capelli di lei, per poi soffermarsi sullo zigomo e massaggiarlo distrattamente col pollice.

Le manca tutto di Brad.

-No?- la voce del ragazzo la riporta alla realtà. Deglutisce.

Vedendola in difficoltà, Brad si scosta dall''uscio, invitandola ad entrare.

Lauren mormora un 'grazie' a fior di labbra e richiude la porta alle sue spalle.

I ricordi la investono come un fiume in piena. Le vetrate, il vestito nero che indossava, il modo in cui le braccia di lui le cingevano la vita.

Brad si appoggia al tavolo addossato al muro, incrociando le braccia al petto.

-Non volevo svegliarti.

-Non l'hai fatto. Mi stavo solo rigirando tra le lenzuola.

Lauren annuisce, imbarazzata. Dov'è finita tutta la sicurezza che ostentava fino a cinque minuti fa?

-Io ero sveglia-borbotta -Ero sveglia quando hai chiamato.

Brad vorrebbe chiederle come mai non gli ha risposto, ma si morde la lingua. Era il suo ex a chiamarla. Ovviamente non avrebbe risposto.

-Non mi chiedi come mai ero sveglia? -Lauren inarca un sopracciglio.

Anche questa volta, Brad deve nascondere un sorriso.

-Come mai eri sveglia, Lauren?

Sentire il suo nome pronunciato da lui è un pugno allo stomaco. Niente nomignoli. Niente 'piccola' o 'amore' o 'Ren'. Lauren.

Sbatte le ciglia più volte prima di rispondere.

-Ero sveglia perché... perché mi era caduto uno scatolone.

Il divertimento sul viso di Brad questa volta non si riesce a nascondere.

-Ti era caduto... uno scatolone.

-Sì. Lo stavo spostando ed è caduto.

Brad apre appena la bocca, poi si gratta un sopracciglio con il pollice.

-Stavi spostando scatoloni alle tre del mattino?

Lauren si morde un labbro.

-Mi sono alzata per andare a bere e  mi ci sono inciampata, così l'ho spostato e nel mentre mi è caduto e tutto quello che conteneva si è rovesciato sul pavimento.-spiega.

Brad vorrebbe chiederle come mai c'era uno scatolone nella sua camera da letto, ma Lauren riprende a parlare, proprio per evitare la domanda.

Non ha intenzione di dirgli che, dopo giorni di dibattiti con il suo orgoglio, aveva capito che la sua vita senza Brad era spenta, in bianco e nero.

Non ha affatto intenzione di dirgli che nello stesso periodo ha scoperto che John la tradiva.

Non ha intenzione di dirgli che se n'è andata di casa e che l'appartamento dove vive ora è sommerso di scatoloni di cartone con dentro tutte le sue cose. Non voleva restare a Los Angeles un secondo di più.

-Mi sono chinata a raccogliere le cose e... e il vostro CD mi è capitato sottomano. -la voce di Lauren è solo un sussurro, mentre gli occhi, fissi in quelli di Brad, si riempiono di lacrime -Quello con la tua dedica, Brad. E in quell'istante hai chiamato tu.

Brad continua ad ascoltarla in silenzio, annuendo di tanto in tanto.

-La risposta è no. -sputa fuori Lauren, alzando il mento.

Brad si stacca dal tavolo, mette le mani nelle tasche dei pantaloni, avvicinandosi lentamente alla ragazza.

-Non è la stessa cosa. Come potrebbe esserlo, Brad? -soffia piano lei -Sentivo le farfalle nello stomaco ogni volta che mi guardavi, nonostante stessimo insieme da mesi. Venivo scossa da brividi ogni volta che mi toccavi anche solo per errore. Con te ero felice anche se fuori diluviava, perché sapevo che saremmo restati a casa, abbracciati sul divano. Non puoi nemmeno pensare di chiedermi una cosa del genere, Bradley.

A lui scappa un sorrisetto. Lauren lo chiamava con il suo nome intero solo quando parlava sul serio.

Le scosta una ciocca scappata dalla coda dietro l'orecchio, poi si sofferma sulla sua guancia.

Lauren posa una mano sulla sua, pregandolo con lo sguardo.

-Cosa ci è successo, Brad? -chiede flebilmente, per non scoppiare in lacrime.

Lui stringe le labbra, scuotendo leggermente la testa.

-Non lo so, piccola. Non lo so.

Lo sguardo triste di Lauren lo spinge ad attirarla a sé, a stringersela al petto.

Il viso affondato nella spalla di Brad, la ragazza scoppia a piangere, incapace di trattenersi oltre.

Sente le mani di lui passarle tra i capelli, carezzarle la schiena, mentre la sua voce calda le sussurra parole rassicuranti all'orecchio.

Brad la stringe forte.

Questa volta, non ha intenzione di lasciarla andare.

 
   
 
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