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Autore: Golden Fredbear    30/07/2017    4 recensioni
Un cabarettista, nell'ora più oscura della sua vita, riempita di inganni e tradimenti dal sangue del suo sangue, farà un insolito incontro con una creatura dall'origine sconosciuta e che non ha alcuna intenzione di mostrarsi... come se fosse solo un'ombra...
[Tratto dal testo]
"Perché sei triste? Il dolce che solitamente offri ai bambini, oggi era scaduto?"
Ad un tratto, egli sentì una voce bassa, stanca e quasi quasi teneva una nota di malavoglia nel tono, ma una cosa che più lo lasciò sorpreso era... che quella voce era di una bambina! L'avrebbe riconosciuta tra mille la voce tipica dei bambini...
"Uh! Chi c'è? Vieni fuori nuova amica! Forse sono in condizioni di aspetto discutibili, ma posso sempre fare i miei numeri oppure sono sempre propenso a fare una chiacchierata amichevole!"
Disse come risposta alla voce, tornando col suo grande e gioioso sorriso, ma che in fondo, velava ancora la sua tristezza, intanto la voce femminile ci mise qualche minuto a rispondere.
"... parliamo"
[E' la mia prima storia su questo Fandom, andateci piano per piacere]
Genere: Dark, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: AU, OOC, Otherverse | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Era triste... e ciò era ironico, in quanto il suo dovere (o quello che si è auto-imposto) era portare felicità, sicurezza, protezione e a sua volta essere felice.
Il dovere che si era auto-imposto... anche una promessa, già, era una faticaccia, ma salvare la povera gente innocente da suo fratello e i suoi "Agenti", gli davano un'immensa soddisfazione, anche se stava rinnegando la sua vera natura... la natura di un mostro, lui si sentiva un eroe e voleva essere ricordato come tale, in fondo... anche i mostri possono provare ad essere eroi, no?
Lui quando riusciva nel suo intento, nella sua promessa di proteggere, provava una felicità immensa, si dimenticava completamente dei suoi desideri oscuri e repressi e non poteva fare almeno di sentirsi un semplice umano che come professione faceva il cabarettista ed in fondo, mostro o meno, lui era un eroe cabarettista... o almeno così spera di essere visto dalle persone, abbastanza fortunate, da incontrarlo.
Ma questa volta però, non c'era riuscito... per la prima volta ha fallito il suo incarico personale, ha quasi spezzato la sua promessa e ha lasciato quelle povere anime in mano a quel mostro, dandogli la possibilità di portarsele via...
Ma cos'era successo? Semplicemente, si era fatto imbrogliare...
Stava avendo un ennesimo confronto con suo fratello, cercando di dirgli che per lui non era ancora troppo tardi, poteva ancora cambiare, poteva essere una persona migliore se solo lo volesse... ma lui come risposta, lo ignorava e quando entrambi, sentirono delle risate giovanili, non poterono fare almeno di vedere da dove venissero... e da lì, partì l'errore più grande che potesse fare.
Si era fidato, gli aveva dato la sua fiducia, aveva creduto in lui... e l'altro, prima gli disse che avrebbe provato, almeno a cambiare... e poi come gesto di ringraziamento, lo colpì alle spalle, proprio quando si stava commuovendo e si sentiva felice, pronto a trasformare quel mostro in una brava persona... e alla fine, il resto si sa...
Le risate divennero urla, per poi piombare all'improvviso nel silenzio, come se non fossero mai state uscite, suonate dallo strumento chiamate semplicemente corde vocali, ma quegli urli, erano comunque arrivati alle sue orecchie e quelle note... erano sbagliate, mostruose e stavano rovinando lo strumento che le formava, distrugendone le corde che servivano a suonarle finché tale strumento non sarebbe poi diventato inutile e semplicemente da buttare, perché quel strumento, era unico e non era un normale oggetto, un normale oggetto si sarebbe potuto riparare... ma quello proprio no.
Dopo quell'atto mostruoso e imperdonabile, per la prima volta, non riuscì a contenersi e diede sfogio alla sua natura da mostro, non riuscì a trattenere quella furia repressa, repressa per fin troppo tempo, per non parlare della fiducia che aveva dato a lui, una cosa che lui reputava preziosa... e semplicemente il fratello l'aveva distrutta come se fosse un pezzo di carna inutile, per poi calpestarlo e rendere quel foglio ancor più rovinato di quando non fosse prima.
Non era un semplice litigio il loro, ma era una vera e propria battaglia all'ultimo sangue, si erano scarnati come se fossero bestie senza ragione e anima, fratello contro fratello... che si distruggevano a vicenda, alla fine di quel massacro fisico, entrambi non avevano nemmeno capito chi avesse vinto, perso o pareggiato, semplicemente, si erano entrambi girati, feriti mortalmente, senza neanche guardarsi e andarsene, entrambi nell'oscurità.

Proprio due ore dopo quel fatidico giorno, il fattore di guarigione aveva completamente guarito il cabarettista, che intanto si era nascosto in una casa abbandonata, lasciata lì ormai da molti anni.
I suoi vestiti erano logori, il suo cappello chissà dove era scomparso, il suo vestito a pua era ormai un lontano ricordo, teneva soltanto la camicia rossa, anch'essa un po' distrutta, ma che comunque lo copriva abbastanza, intanto era anche seduto in un angolino in posizione fetale, mentre il sorriso che tanto lo caratterizzava era ora solo un espressione di pura tristezza, angoscia e delusione, mentre intanto aspettava che la notte finisse e lasciasse spazio al tanto amato giorno, con il suo sole sempre radioso e che illuminava i fiori colorati, facendoli anche sbocciare e far cinguettare gli uccellini, quelle bestiole tanto belle quando leggere, come le loro piume stesse.
"Perché sei triste? Il dolce che solitamente offri ai bambini, oggi era scaduto?"
Ad un tratto, egli sentì una voce bassa, stanca e quasi quasi teneva una nota di malavoglia nel tono, ma una cosa che più lo lasciò sorpreso era... che quella voce era di una bambina! L'avrebbe riconosciuta tra mille la voce tipica dei bambini...
"Uh! Chi c'è? Vieni fuori nuova amica! Forse sono in condizioni di aspetto discutibili, ma posso sempre fare i miei numeri oppure sono sempre propenso a fare una chiacchierata amichevole!"
Disse come risposta alla voce, tornando col suo grande e gioioso sorriso, ma che in fondo, velava ancora la sua tristezza, intanto la voce femminile ci mise qualche minuto a rispondere.
"... parliamo"
Rispose la giovane voce, con tono deciso e più interessata di prima, beh, era già qualcosa, ciò voleva dire che finalmente poteva parlare con qualcuno, non gli importava se per poco tempo, anche solo pochi minuti gli bastavano... voleva tanto stare in compagnia ora.
"Parliamo un po' di te: perché sei triste? Le solite volte che ti vedo sei sempre propenso a giocare, oggi un numero sbagliato?"
Chiese la voce con tono deciso e incuriosito, l'uomo era un po' esitante nel rispondere... in fondo era solo una bambina, no? L'innocenza doveva andare salvata il più possibile, prima che si entri a conoscenza della crudeltà del mondo.
"Uh bella bambina, meglio parlare di qualcosa di più adatto a te, non è niente di che! Uhuhu, solo un piccolo incidente!"
Disse ridacchiando, ma ciò che lo sorprese fu che dopo aver risposto così, due occhi rossi come il sangue si aprirono nell'oscurità, proprio in fondo alla stanza in un vicoletto... egli poté dirsi mentalmente senza peli sulla lingua, che quegli occhi non erano di una bambina normale... erano strani, davano sicurezza in un certo verso, qualcuno a cui si ci poteva fidare... ma in un altro verso, non avevano tanto la coscienza pulita, occhi di cui era meglio starne alla larga il più possibile, ma lui decise di seguire il primo verso, tanto ormai la sua fiducia e la sua dignità erano già state distrutte, danneggiarle ulteriormente non avrebbe fatto altro che peggiorare già lo stato del povero cabarettista, ma che comunque non avrebbe fatto nient'altro oltre a quello.
"Mi spiace deludere le tue aspettative... ma io ormai ho perso la mia innocenza e la vecchia me stessa tempo fa, ho già visto gli orrori che gli umani possono offrire... e di certo Slenderman ha peggiorato ulteriormente l'umanità, come se non fosse già nella schifezza fino al collo, ma di sicuro se non fosse per lui, a quest'ora un paio di cose sarebbero andate diversamente, non trovi?"
Rispose lei e il cabarettista non poté non notare che nell'ombra di quel vicoletto, quell'esserino piccolo si era dipinto (In modo metaforico) un sorriso a pieni denti bianchi con sfumature grigie e rosse... quel sorriso sembrava un misto tra il folle, malvagio e poco rassicurante... e lui non poté fare almeno di farsi serio... e di sentirsi di nuovo tradito.
"Sei una di loro vero? Fai del male alle persone innocenti solo per divertimento, giusto? Quanto sangue hai usato per pulirtici le mani? Non m'importa, vattene via per favore... voglio stare da solo..."
Disse con tono tra l'arrabbiato e il deluso, coprendosi il volto con le mani, divenendo l'imminente preda di una crisi di pianto: quando ancora sarebbe durata questa tortura psicologica? Forse se si sarebbe tolto la vita avrebbe potuto risparmiarsi questi ripetuti tradimenti, inganni e insulti per la sua forte ingenuità, finché non sentì una mano sulla sua spalla, come se fosse segno di conforto, in qualche modo.
"Sai? Anch'io, nella mia vecchia vita, ho dato il mio amore, ma mai speranza, gioia e sicurezza... ti invidio così tanto al dire il vero. E no, avrò anche la coscienza sporca alla pari di loro, ma ciò che sto facendo ha un senso ben preciso... rincuorati, non sono qui per far del male a queste anime, che bene o male, verranno tutte giudicate dal creatore... io mi limito a..."
E si interruppe senza emettere nemmeno fiato, mentre l'essere nonostante l'avesse vicina, vedeva soltanto la sua bocca e i suoi occhi, ma il buio non gli permetteva di vedere altro anche se in teoria lui dovrebbe essersi abituato da un pezzo all'oscurità senza usare i propri poteri... come se quella ragazzina lo facesse apposta nel non farsi vedere completamente, intanto il sorriso di essa era rimasto, ma si era addolcito, poi la giovane guardò dritto negli occhi l'uomo, anche se le sue erano più o meno orbite oscure se si fa un confronto a quelle della giovane.
Poteva benissimo vedere i suoi occhi... erano spenti a differenza di prima, erano diventati stanchi e poco propensi a stare aperti, quando la ragazzina si era avvicinata a lui.
"Ma allora... tu cosa sei realmente?"
Domandò curioso e con qualche nota di speranza nelle sue orbite nere egli, la giovane gli sorrise ancora, più dolcemente.
"Un giorno lo saprai... ma sappi che di me puoi fidarti... io posso essere una brava amica, se credi in me... nessun inganno, semplicemente voglio essere tua amica... accetti ciò che voglio darti?"
Le offrì la giovane, intanto lui non seppe cosa dire... da una parte sì, voleva essere suo amico, era il suo desiderio più grande essere amico di molte persone... ma da una parte, non si fidava completamente di quell'esserino apparentemente indifeso, ma che in realtà, mostrava qualcosa di sinistro che nemmeno lui sa cosa sia.
"Io..."
Cercò di parlare il cabarettista, grattandosi la nuca, come se fosse in un appuntamento e non sapesse quali pesci prendere, per rispondere.
"Va bene allora, non devi scegliere subito e non sei obbligato a farlo... ma sappi che quando avrai fatto la tua decisione, basterà solo guardare nell'ombra... e io ti ascolterò"
Lo rassicurò la giovane e ad un tratto, quando l'uomo fece un solo battito di ciglia, ella fu di nuovo in fondo al vicoletto buio, lontano da lui... mentre lentamente lui poteva vedere che scompariva sempre di più nell'oscurità, come se se la stesse divorando.
"Ah un consiglio: non tornare qui, guarda l'ombra quando avrai deciso, ma fra un'ora, non stare nella foresta, né qui... perché presto si vedrà uno spettacolo mai visto prima, ehehehe"
Disse in modo inquietante la giovane, per poi scomparire completamente, intanto il cabarettista si era rialzato e stava rigenerando i suoi vestiti ed il suo cappello.
"Ricordati che se vuoi soltanto parlare, io non mi farò problemi ad ascoltarti... mi piaci, sono sicuro che le persone che andrai ad incontrare domani, saranno molto felici della tua presenza"
Parlò un'ultima volta la voce, mentre intanto l'uomo si guardò in giro per vedere da dove veniva... ma non vide nulla ed alla fine decise di arrendersi.
"Beh..."
Disse semplicemente lui, uscendo dalla porta, ma dando un ultimo sguardo all'interno della casa, mentre il suo sorriso, la sua speranza e la sua fiducia, stavano tornando, sbocciando come fiori alla mattina, ma stavolta per davvero.
"Grazie per avermi fatto compagnia, spero che ci rivedremo presto!"
Salutò lui, per poi chiudere la porta ed andarsene, correndo felice e spensierato, fuori da quella foresta oscura ed andando nella cittadina vicina per portar l'allegria e la speranza lì, dove prima non ve n'era traccia.
Intanto però, qualche ora più tardi, la stessa bambina guardò fuori dalla finestra il cuore della foresta, dove lentamente si stava inalzando una forte luce rossa, che stava facendo scomparire gli alberi e con poco tempo arrivò anche fino in cielo.
"Oh guarda! E' già ora della merenda... ah e... grazie a te...
 



Splendorman.










 




[Angolo autore]
Ed ecco la mia prima storia su questo nuovo fandom, per favore, non linciatemi, sono alle prime armi qui e spero almeno che vi sia piaciuta un po'.
Da tempo volevo fare una storia su uno dei miei personaggi preferiti: Splendorman, che non è manco una Creepypasta, ma un Happypasta, ma si sa, col tempo hanno deciso di dargli sto volto malvagio ed io, ho deciso di farlo così: il mostro che vuole fare l'eroe XD
Inoltre quando ho pensato di fare questa storia, ho sfruttato ciò anche per metterci una mia nuova OC... una personcina misteriosamente deliziosa, eh? 
Inoltre chissà quali sono i suoi intendi e cosa sarà successo alla fine ed il perché di quella frase, ma per ora, dovrete accontentarvi di questo, però voglio dirvi che non ho finito qui, difatti ne sentirete ancora parlare della mia nuova OC, ma dovrete attendere un pochino, in quanto ho altre storie da fare.
Goooooodbyeeeee ;)
   
 
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