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Autore: DesiKookie93    30/07/2017    2 recensioni
Scopri una verità che i tuoi genitori ti hanno nascosto fin da quando eri piccola... pensando di farlo per il tuo bene...
Come la prenderai?
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Taehyung/ V, Min Yoongi/ Suga, Nuovo personaggio, Park Jimin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PoV You

Mancava esattamente una settimana all’inizio del nuovo anno scolastico.
Quella mattina mi svegliai di buon umore, poiché sarei uscita a fare compere con i miei genitori e, se la fortuna era dalla mia, forse sarei riuscita a comprare qualcosa che volevo da tanto oltre al materiale scolastico di cui avevo bisogno, e di fortuna me ne serviva parecchia perchè di solito i miei non mi compravano mai quello che mi piaceva, dicendo che non mi serviva a niente o altre cose del genere.
 
Sono una ragazza come tante altre, non ho nulla di speciale.
Ho sia origini italiane che coreane, infatti mia madre è italiana, mentre mio padre è coreano, e adesso viviamo in Italia, nella casa che mia madre aveva affittato prima di conoscere mio padre.
Non sono una ragazza che si può definire “femminile”, mi piace vestirmi in modo semplice, a volte anche solo indossando una semplice tuta, un po’ da maschiaccio insomma.
Inoltre molte cose, come borse, vestitini, gioielli e scarpe eleganti, non mi interessano per niente.
Sono figlia unica, non ho fratelli né sorelle, però mi sarebbe piaciuto moltissimo averne uno/a, perché a volte mi sento sola, vorrei qualcuno con cui divertirmi, anche perché non ho amici, forse soltanto una.
Però quando ero piccola ed abitavamo ancora in Corea, c’era un bambino, che poi non era altri che il mio cuginetto che aveva un anno meno di me, a cui io ero parecchio legata, ma davvero tanto, tanto che lo consideravo il fratellino che avrei sempre voluto avere.
L’unico problema, è che è proprio da quando ci siamo trasferiti dalla Corea all’Italia, esattamente dieci anni fa, che non ho più nessun tipo di contatto con lui.
Lui vive con mia zia, e lei raramente ci chiama, perché è sempre impegnata con il suo lavoro, e ha poco tempo da passare a casa a riposarsi.
Le poche volte che ci chiama però, sono quasi sempre mia mamma e lei a parlare, o qualche volta mi lascia parlare a me, ma non ho mai parlato, nemmeno una volta, al telefono con il mio cuginetto.
Ogni volta stavo vicino a mia madre per sentire cosa si dicevano, e ogni volta sentivo la sua vocina che implorava la zia di passargli il telefono, anche solo per qualche secondo, ma lei glielo negava ogni singola volta.
Questo almeno fino a qualche anno fa, negli ultimi anni non sentivo più la sua voce nemmeno in sottofondo, e quindi io non volevo nemmeno più stare al telefono con mia zia, anche perché la ragione principale per cui aspettavo le sue chiamate era per sentire lui.
Ancora oggi non ho mai capito il motivo per cui non ci hanno mai fatto parlare neanche una volta insieme.
Forse il motivo per cui durante le ultime chiamate a cui avevo partecipato non avevo sentito la sua voce, era che molto probabilmente lui si era arreso all’idea che ne mia madre ne mia zia ci avrebbero fatto parlare, mentre io almeno un barlume di speranza ce l’avevo ancora, o almeno, ce l’avevo fino a qualche anno fa, ormai non mi importava più se mia zia chiamava.
 
Dopo essermi alzata da letto, mi diressi in cucina per prepararmi la colazione, ma rimasi sorpresa quando vidi che mia madre stava apparecchiando per tutti e tre.
Sorpresa perché di solito non facevamo mai colazione insieme, al contrario ero sempre io a prepararla per me stessa, e qualche volta anche per loro, dato che mia madre non si metteva mai ai fornelli di prima mattina.
Altra cosa strana, sia mio padre che mia madre avevano un’espressione strana in volto quel giorno, sembrava che qualcosa li preoccupasse, però io in quel momento non ci diedi molto peso, se avevano qualcosa erano fatti loro, e io non mi ci volevo impicciare, e soprattutto non volevo farmi rovinare il buon umore appena sveglia.
 
Finita la colazione, tornai in camera mia per prepararmi ad uscire.
Quando fui pronta e mi guardai intorno per assicurarmi di non aver dimenticato qualcosa, il mio sguardo finì sulla foto che si trovava sul mio comodino, foto che ritraeva me e il mio cuginetto da piccoli sui gradini davanti alla casa di mia zia.
Ricordavo ancora come fosse ieri quel giorno.
 
Io mi ero seduta sul primo gradino perché mia mamma voleva farmi una foto così, e il mio cuginetto, proprio nel momento in cui lei stava per scattare la foto, si era messo dietro di me e, abbracciandomi da dietro, mi aveva baciato sulla guancia.
Quindi quella foto uscì esattamente così: lui che sorridendo mi abbracciava e baciava, ed io che lo guardavo rossa come un pomodoro per l’imbarazzo.
 
Presi quella foto tra le mani mentre mi sedevo sul mio letto, ripensando a quel giorno, a quanto ero imbarazzata per quello che aveva fatto, a come avevo nascosto il viso tra le mani subito dopo, a lui che cercava di togliermi le mani perché voleva guardarmi in viso…mentre mi sorrideva dolcemente.
Sentivo il mio cuore battere forte a quel ricordo, perché quel giorno di tanti anni fa, il giorno della foto, era il giorno in cui mi resi davvero conto, nonostante fossi ancora piccola, nonostante non fosse una cosa totalmente giusta…di essermi presa un’enorme cotta per il mio cuginetto, la mia prima cotta.
 

- Mi manchi… - sussurrai, accarezzando quella foto e fissando il bambino. 
Chissà come sarà adesso? Quanto sarà cambiato in dieci anni?
 
A riportarmi alla realtà, fu la voce di mia madre che mi chiamò dal piano di sotto.
 
- Y/N scendi, dobbiamo andare. –
- Arrivo mamma! – risposi, alzandomi e rimettendo al suo posto la foto prima di uscire dalla camera e andare al piano di sotto, dove mia madre mi stava aspettando per chiudere la porta di casa, e insieme salimmo in macchina, diretti al centro commerciale.
 
Durante tutto il tragitto in auto, notai che entrambi i miei genitori continuavano, seppur cercando di nasconderlo, a guardare l’orologio ad intervalli regolari, come se la nostra uscita fosse cronometrata o qualcosa del genere.
Insomma, se avevano qualche impegno me lo avrebbero anche potuto dire, non mi sarei mica offesa, e poi non mi ci voleva nulla ad andare anche da sola a comprare il materiale scolastico che mi serviva.
 
Arrivati al centro commerciale, io iniziai a guardarmi intorno, guardando tutte le vetrine.
Amavo quel posto, c’era di tutto, e tutto quello che mi piaceva vedere.
C’erano negozi di vestiti o gioielli che a me importavano poco o nulla, negozi di elettronica, di videogiochi, di pupazzi, di cibo e altri ancora, e c’era addirittura una fumetteria, il mio posto preferito.
Con i miei genitori ci dirigemmo verso il negozio che vendeva il materiale scolastico, ma lungo la strada, loro ogni volta che vedevano qualcosa che sapevano mi piacesse, me la indicavano, chiedendomi se la volessi.
 

- Guarda y/n, quello non è il peluche che ti piaceva tanto qualche giorno fa? –
- Vuoi andare a vedere se è uscito il manga che cercavi? –
- Vuoi entrare nel negozio di videogiochi a vedere se ne sono usciti alcuni che ti piacciono? – 

Ok, DECISAMENTE qualcosa non andava…
Da quando volevano comprarmi qualcosa?
E perché ogni volta che chiedevano non rivolgevano MAI lo sguardo verso di me?
 
Io rimasi a guardarli ogni volta che mi chiedevano qualcosa, non sapendo che rispondere.
Una parte di me avrebbe approfittato di questa situazione per comprare tutto quello che volevo, ma l’altra parte, forse quella più saggia, mi diceva che c’era una ragione se loro si stavano comportando così, e prima di fare qualsiasi cosa, volevo scoprire cosa fosse.
Così comprammo quello che mi serviva per il nuovo anno scolastico, mentre vedevo mia madre guardare costantemente l’orologio, senza capirne il motivo.
Dopo il materiale, i miei dissero che dovevano comprare alcune cose per la cena, quindi ci dirigemmo verso il negozio di alimentari, però…
 

- Y/N, tieni, non veniamo qui molto spesso, se vuoi fare un giro e comprarti qualcosa mentre io e tua madre compriamo da mangiare fai pure, con noi ti annoieresti e basta. – disse mio padre, dandomi un po’ di soldi che io misi in tasca.
- Va bene, come volete… - dissi, guardando entrambi prima di girarmi e dirigermi verso il negozio di peluches che era il più vicino in quel momento. 

Non ero proprio felice in quel momento, certo avevo l’occasione di prendere quello che volevo, ma sapendo che i miei genitori me lo stavano permettendo per qualche strano motivo che conoscevano solo loro e di cui io ero all’oscuro, mi faceva rimanere un po’ male.
Perché si comportavano così?
Feci un rapido giro tra negozi di peluches, videogiochi e fumetteria, e feci qualche acquisto, almeno quello che volevo a qualsiasi costo lo comprai, senza però esagerare, non volevo approfittare troppo, e non me la sentivo di spendere chissà quanto, dopodichè tornai dai miei, che trovai davanti alla zona ristorazione, mentre stavano decidendo dove andare a mangiare.
 

- Abbiamo giusto il tempo di mangiare qualcosa prima di… - iniziò mia madre, ma si interruppe appena mi vide arrivare.
- Prima di… cosa? – chiesi, guardando prima lei poi mio padre.
- N-nulla di importante… - disse quest’ultimo, deviando il mio sguardo.
- Se avete qualcosa di urgente da fare, anche se non volete dirmi di che si tratta, è meglio se torniamo a casa. Non ho intenzione di mangiare qualcosa di fretta che poi farei fatica a digerire, posso benissimo tornare a casa a prepararmi qualcosa. – dissi, cominciando leggermente ad irritarmi per quel loro comportamento.
- Ma Y/N… - disse mia madre.
- Mamma, davvero. Andiamo a casa, così voi fate le vostre cose con calma. 

Dicendo questo, presi le mie borse degli acquisti, ed iniziai ad avviarmi verso l’uscita del centro commerciale, e i miei genitori, dopo avermi rivolto uno sguardo dispiaciuto che io non potei vedere essendo di spalle, si guardarono un secondo e poi mi seguirono, aiutandomi con le borse e tornammo a casa.
Arrivati, scaricammo tutte le borse all’entrata di casa e mia madre, restando sulla soglia, prima di rientrare in macchina, mi guardò un attimo mentre stavo cominciando a portare le borse in cucina.
 

- Perdonaci Y/N, avremmo voluto passare più tempo con te oggi, e non in questo modo, ma c’è stato un imprevisto. Dovremmo tornare per l’ora di cena. – disse.
- Non preoccuparti per me, voi andate. – dissi, portando in cucina l’ultima borsa mentre sentivo la porta di casa chiudersi. 

Dopo aver sentito il rumore della macchina dei miei allontanarsi, iniziai a disfare le borse, e fu allora che notai una cosa strana, come se già non ce ne fossero state troppe di cose strane in quelle poche ore da quando mi ero svegliata.
Tutto, ma proprio TUTTO il materiale scolastico era... doppio!!
I quaderni erano il DOPPIO di quelli che sapevo di aver preso, i pennarelli e pastelli erano DUE pacchi uguali… perfino i diari erano DUE, anche se quelli erano diversi.
Ma… perché??
Cioè… sono figlia unica, che motivo c’era di prendere materiale per DUE persone?
I miei non mi avevano accennato che avrebbero dovuto comprare qualcosa per qualcuno.
 
Fu così che nel dubbio decisi di sistemare solo quello che sapevo essere mio, e di lasciare il resto sul tavolo della cucina, quando sarebbero tornati, avrei chiesto spiegazioni ai miei.
 
Dopo essermi preparata un pranzo normale, mi diressi nella mia camera e sedendomi sul letto, iniziai a leggere uno dei manga che avevo comprato quel giorno, e misi un po’ di musica come sottofondo.
Dopo averlo finito, mentre stavo per prendere il numero successivo dal comodino su cui avevo appoggiato la pila che avrei letto, il mio sguardo finì di nuovo sulla foto, in particolare sul bambino.
Iniziai a chiedermi se lo avrei mai rivisto.
Si ricorderà ancora di me nonostante siamo passati dieci anni da quando ci eravamo visti l’ultima volta? E adesso come sarà diventato?
Una parte di me avrebbe voluto prendere il telefono approfittando del fatto che i miei genitori non c’erano, per chiamare la zia e chiederle del mio cuginetto, ma l’altra parte mi ricordò che anche mia zia non voleva farci parlare insieme, quindi una chiamata sarebbe stata inutile, e quando ci eravamo divisi eravamo troppo piccoli anche per avere un cellulare, quindi non potevo nemmeno avere il suo numero.
Un po’ rattristita da questi pensieri, tornai a concentrarmi sul manga che avevo appena aperto, cercando di non pensarci troppo, e sperando che i miei tornassero presto.
Volevo spiegazioni, su tutto.
 



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Ciaoooo
 
Questa storia è circa un anno che ce l’ho in testa e finalmente ho iniziato a scriverla.
Non so quanto verrà lunga dato che ho uno strano modo di scrivere le storie ^^” infatti l’inizio è questo, poi ho già scritto alcune scene che succederanno, ma sono molto lontane da qui, quindi devo pensare come collegare il tutto (è un casino lo so).
Fatemi sapere cosa ne pensate se volete, a me farebbe molto piacere sapere le vostre opinioni (anche se non vi piace ovviamente). Ringrazio chi la leggerà.
Il prossimo capitolo è già pronto a metà, quindi dovrei riuscire ad aggiornare abbastanza presto.
 
Alla prossima
   
 
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