Serie TV > Once Upon a Time
Segui la storia  |       
Autore: SwanFangirl    30/07/2017    0 recensioni
Traduzione di "The Clothing Maketh the Dark One" di HelveticaBrown (qui trovate il link della storia originale: http://archiveofourown.org/works/4445756/chapters/10100825 ).
Emma Swan, da poco diventata il Signore Oscuro, ha un problema. E, a suo parere, Regina è l’unica che possa aiutarla a risolverlo. Post season 4.
Genere: Comico, Demenziale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Regina aveva sperato che sarebbe stato possibile frenare gli impulsi di malvagità di Emma, e per un periodo era sembrato che amore, supporto e attenzione fossero abbastanza. Ma poi Emma aveva dirottato l’unica stazione radio di Storybrooke, trasmettendo le canzoni dei Nickelback per quarantotto ore di fila, fino a quando non erano riusciti a demolire la torre di trasmissione. Era stata un’enorme perdita per la città, e in quel momento Regina aveva finalmente compreso la complessità della depravazione di cui l’Oscuro era capace. Nessuno poteva dirsi al sicuro finché il Signore Oscuro camminava per le strade libero e fuori controllo, e Regina si era trovata nell’inusuale posizione di essere avvicinata da cittadini imploranti che la supplicavano di salvare la città. E così si era preparata a cercare Merlino per trovare una cura.

Merlino aveva dimostrato di essere relativamente inutile, ma le aveva suggerito di consultare un antico testo che avrebbe potuto contenere dettagli riguardanti una cura. La ricerca che ne risultò era stata lunga ed ardua, e Regina avvertiva un senso di imparagonabile esaurimento sia fisico che spirituale. Le era mancato disperatamente Henry, e perfino quella perfida idiota della sua fidanzata –se poteva veramente chiamarla in quel modo. La verità era che non avevano mai discusso riguardo che cosa erano loro due, e, durante i lunghi mesi del suo viaggio tra i reami e nel tempo, si era perfino chiesta se sarebbe rimasto qualcosa della Emma che conosceva quando lei sarebbe tornata a casa. E c’erano delle volte in cui si chiedeva anche se il successo della sua impresa avrebbe assicurato che restasse qualcosa di Emma per lei, se era solo l’oscurità che aveva permesso ad Emma di sfidare le aspettative nello stare con l’ex Regina Cattiva.

Ma adesso lei era di nuovo a Storybrooke e non poteva più scappare dalla verità. Aveva la cura: una pozione composta al crine della coda di un unicorno, la piuma di un grifone, il petalo di un fiore che sbocciava solo una volta all’anno durante la luna piena e poteva essere trovato solamente sulla cima di una montagna sorvegliata da un drago di ghiaccio a tre teste, uno dei baffi di Markiz Scottish Fold*, due lacrime versate da Kristin Bell dopo aver visto un bradipo e una singola mollica dal bellissimo e leggendario cinnamon roll*. Nemmeno l’oscurità suprema poteva resistere a tanta bontà e purezza.

Si diresse verso il loft dei Charming, e sentì come un balsamo sul suo cuore stanco alla vista del figlio. Henry sorrise e, singhiozzando “mamma”, la racchiuse in un abbraccio. Era ormai più alto di lei –lei doveva quasi stare sulle punte per poggiare il mento sulla sua spalla- e Regina si domandò cos’altro si fosse persa nell’arco di tempo in cui era mancata.

Dopo un po’ guardò oltre, cercando Emma.

“Dov’è Emma?”.

Henry fece spallucce. “L’ultima volta che ho controllato, era nel suo covo malvagio”.

“Covo malvagio?”. Regina inarcò le sopracciglia, incredula.

“Sì. Covo malvagio”. Henry rilasciò un sospiro, a corto di pazienza.

Regina seguì Henry nell’appartamento, e non poté non notare l’elaborato fortino di cuscini nel bel mezzo della casa. Lei sperò seriamente che facesse parte di qualche gioco con il piccolo Neal, ma, conoscendo Emma, c’erano poche possibilità che questo non fosse ciò che sospettava. “Questo è…”.

Henry alzò gli occhi al cielo. “Sì. Questo è il covo malvagio di mamma”.

Regina scostò la porta improvvisata che, fu molto scontenta di sapere, era stata fatta con uno delle sue lenzuola in cotone egiziano a 1200 fili. Il fortino era vuoto, se non per un assortimento casuale di action figures. Prese Capitan America e Hulk, che erano legati insieme, e li fissò interrogativamente. Guardò poi Henry, che alzò le spalle.

“Le piace mettere in scena i suoi piani prima di attuarli. Dice che i cattivi non sono mai impreparati”.

Regina si chiese se non fosse troppo tardi, se l’oscurità non si fosse irrimediabilmente radicata in Emma. “Ora sì che sono preoccupata. Normalmente Emma riesce a pianificare a malapena di mettere calze e scarpe nel giusto ordine. Henry, cos’è successo da quando sono andata via?”.

“Tante cose orribili. Impiegherei troppo tempo a spiegartele tutte”. Scosse la testa, grave. Regina era preoccupata che suo figlio avesse visto troppe cose e fosse stato costretto a crescere troppo velocemente.

“E com’è Emma?”.

Lui si strinse nelle spalle. “Cattiva. È arrivata al livello sette del suo programma di addestramento malvagio un paio di settimane fa ed ha cercato di formulare un nuovo motto da cattiva per festeggiare. Il meglio che è riuscita a fare era: un cigno può spezzarti un braccio, ma un cigno nero può spezzarti il cuore”.

Regina si strinse in se stessa. “Ti prego, dimmi che non ha scelto questa”.

“No. L’ho convinta a non farlo”. Sorrise cupamente. “Sarebbe potuta andare peggio. Quella originale era: un cigno può spezzarti un braccio, ma un cigno nero può spezzartele entrambe. Per fortuna, quella ha fallito sul palco del gruppo di discussione”.

“Vedo che ha ancora il dono della parola come suo padre” Regina disse aridamente. “Avevo pensato che i secoli di malvagità che occupano il suo cervello avrebbero migliorato le cose in qualche modo, ma a quanto pare no”.

Henry si illuminò un po’. “La sua risata malvagia sta diventando abbastanza buona, in realtà. Insomma, deve ancora prendere un paio di pastiglie al giorno, ma va meglio, sai. Ho visto uno dei nani scappare via da lei spaventato l’altro giorno”.

“Allora dov’è adesso?”. Regina era ansiosa di provare la cura al più presto.

Henry alzò le spalle. Non sono sicuro, ma credo che la nonna abbia pianificato qualcosa di grande oggi nel centro della città. C’è stata molta confusione da quando sei andata via”.

__________________

Regina aggrottò le sopracciglia mentre si avvicinavano alla strada principale. “È la mia Mercedes quella parcheggiata lì?”.

“Uhm, sì. Emma ha iniziato a guidarla dopo che te ne sei andata. Vincenzo ha detto che aveva bisogno di un mezzo di trasporto appropriato ad un cattivo se voleva essere presa sul serio”.

Mentre si avvicinava, si rese conto che le sue targhe erano state sostituite con delle targhe personalizzate. Alzò gli occhi al cielo. DARK1. Incredibilmente creativa. Poi notò l’orrenda aerografia sul cofano e involucri di cibo sul sedile posteriore. Sentì di stare per piangere. La sua bellissima, immacolata auto era rimasta vittima dell’oscurità. Indicò l’aerografia e si voltò verso Henry. “Cos’è questo?”.

“È il logo della mamma. Vincenzo ha detto alla mamma di accrescere il suo marchio visivo, perciò lei ha assunto un graphic designer per svilupparne uno”.

Regina realizzò di aver visto quel simbolo su vari edifici in città, mentre si avvicinavano alla strada principale. “E perché è su metà degli edifici che abbiamo superato?”.

“Fa parte del suo piano principale di trasformare Storybrooke in Swantown”.

Quando arrivarono al centro della città, Regina pensò tra sé e sé che tutti a Storybrooke avrebbero dovuto rifiutarsi di accettare ciò. Regina vide la scena di fronte a sé e scosse la testa. Non poteva credere che Snow avesse veramente fatto questo. Insomma, poteva, ma non voleva farlo.

Andò incontro a Snow, che stava tenendo un microfono, in piedi sotto un’insegna. “Stai prostituendo tua figlia? Davvero, Snow? Veramente elegante da parte tua”.

Snow riuscì a ignorare completamente l’acidità di Regina. Il suo viso si illuminò e lei attirò Regina in un abbraccio piuttosto indesiderato. Regina riuscì ad abbracciarla a sua volta, ma non poté controllare il tremolio che colpì la sua guancia sinistra.

“Regina, sei tornata” mormorò Snow. “Questo significa…”.

Liberata dall’abbraccio, Regina fece un passo indietro e incrociò le braccia. “Lo spero, ma non lo sapremo finché non l’avrò provato”. Indicò l’insegna e poi Emma. “Spiegami”.

“Sei stata via per tanto tempo, e noi dovevamo provare a fare qualcosa. I primi due tentativi con Killian non hanno funzionato, così abbiamo pensato di espandere la cosa all’intera città”. Regina non poté non notare i segni di esaurimento sul volto di Snow e provò compassione per un momento, nonostante non fosse d’accordo con i suoi metodi.

Regina superò una lunga fila di cittadini e raggiunse il posto in cui Emma era seduta e si stava pulendo le unghie con un pugnale dall’aria pericolosa, un’espressione di totale e assoluta noia occupava il suo volto.

“Lo sai che essere cattivi non ti preclude di fare la manicure”.

Emma alzò lo sguardo lentamente, tracciando con gli occhi un tortuoso sentiero lungo il corpo di Regina, uno sguardo che Regina riconobbe viste le varie volte in cui l’aveva usato su altre persone. “Ho fatto le mie ricerche. Mi conferisce un’aria di pericolo e imprevedibilità”. Lanciò il pugnale in aria, cercando goffamente di afferrarlo e finendo invece per tagliarsi il pollice. Nonostante l’incidente, Emma continuò a guardarla con quel fascino sconcertante, prima di saltare in piedi e gettare le braccia al collo di Regina.

Era strano sentirsi così piccola e troppo informale accanto ad Emma; era come se si fossero scambiate i costumi. Gli stivali bassi e robusti di Regina e quelli con l’alto e precario tacco davano ad Emma un vantaggio significativo in termini di altezza, che Regina scoprì di non disprezzare. Aveva speso tutto il primo anno di Emma a Storybrooke torturandosi indossando i tacchi più alti che possedesse, solo per assicurarsi quel vantaggio di due centimetri. Ma anche essere più bassa aveva i suoi vantaggi; tra le altre cose, la sua nuova prospettiva le permetteva di apprezzare completamente l’impressionante Evil Cleavage* che Emma stava sfoggiando. Questo sì che era uno dei migliori lavori di Vincenzo, rifletté Regina.

“Hey, aspetta il tuo turno. C’è una fila e tu l’hai appena saltata”. Regina sentì una mano sul proprio braccio, e si voltò, oltraggiata nel trovare Uncino in piedi dietro di sé.

“Toglimi la mano di dosso, sporco pirata!”. Lui non lo fece, e Regina preparò una palla di fuoco.

Emma alzò gli occhi al cielo. “Hai già fallito due volte, Killian. I cattivi non hanno tempo per l’incompetenza”.

Regina cercò di soffocare il pensiero che chi ha la casa di vetro non dovrebbero gettare pietre contro quelle degli altri. Ma Emma l’aveva detto con un’ironia così inconsapevole che Regina non riuscì a distruggere quell’illusione.

“Sì, ho fallito”. Lui agitò le sopracciglia suggestivamente. “Ma ho realizzato che il mio approccio era sbagliato, perché chi ha detto che il Bacio di Vero Amore deve essere sulla bocca?”.

“Che schifo”. Emma mosse una mano e la bocca di Uncino scomparve. “Oh, bene. A quanto pare sei squalificato”.

Regina era colpita, suo malgrado. La cattiveria e il tempismo comico di Emma erano certamente migliorati durante la sua assenza. “Pensavo che lo avessi trasformato in un gatto”.

Emma fece spallucce. “Biancaneve alla fine l’ha scoperto che il randagio rognoso con tre zampe a cui aveva dato da mangiare per mesi era Uncino. Mi ha ordinato di farlo tornare come prima. Ma basta parlare di Uncino”. Sorrise, e per un momento a Regina ricordò la donna che Emma era prima. “Allora, immagino che tu sia qui per provare a curarmi. Per tua informazione, se tu fallisci, ti concederò di sicuro più di tre tentativi”.

Regina non ebbe l’opportunità di ribattere, perché Emma la stava già baciando e tutto ciò che riusciva a pensare era che le era mancato questo. Si permise di godersi il momento quanto più poteva, finché ancora poteva. La cura avrebbe funzionato ed Emma avrebbe ricordato chi fosse e chi fosse Regina. Sarebbe ritornata a uscire con persone socialmente accettabili, come pirati sterminatori e ladri viaggiatori tra mondi e scimmie volanti.

Emma ruppe il bacio e sogghignò. “Ancora cattiva. Ho appena pensato a un fantastico piano per conquistare il mondo con un esercito di velociraptor. Vuoi farne parte?”.

Regina sorrise e scosse la testa. “Mi stavo solo riscaldando. Fammi provare di nuovo”. Questa volta, mentre la bocca di Emma incontrava la sua, Regina non esitò e tirò fuori la fiala di pozione, rovesciandola sulla testa di Emma. E funzionò. Lo seppe senza doverlo vedere, senza dover chiedere. Lo seppe nell’istante in cui le labbra di Emma si fecero da decise a esitanti. Si tirò indietro, e poté leggere la confusione e l’incertezza sul viso di Emma.

“Regina?”.

Regina sorrise lievemente e fece un passo indietro, scomparendo nella folla mentre Emma veniva inghiottita dai suoi felici familiari, amici e sostenitori.

__________________

Regina guardò di sbieco l’orologio sul comodino, assonnata. Erano passate le due e c’erano dei suoni strani provenienti dal piano di sotto. Sospirò pesantemente. Erano passati mesi da quando aveva dormito nel proprio letto l’ultima volta ed era seriamente irritata per essere stata svegliata prima del previsto. Scese le scale e seguì il rumore fino alla cucina. Entrò, scoprendo Emma Swan appollaiata sul bancone della sua cucina a mangiare il gelato direttamente dalla vaschetta. Emma Swan, che appariva ancora cupamente invitante, vestita di pantaloni in pelle ed un corsetto.

“Non eri alla festa questa sera” disse Emma, con occhi e parole languidi, che fecero pensare a Regina che lei fosse ubriaca.

“Mi conosci. Non mi piacciono le feste”. Davvero non le piacevano, e l’idea di partecipare a questa era ancora meno allettante.

“Nemmeno a me, e mi piacciono ancora meno se tu non ci sei”.

Regina aggrottò le sopracciglia. Era sicura di non aver sentito bene, a meno che… “Ero certa che la cura avesse funzionato. Ma…”. Indicò l’outfit di Emma.

Emma alzò le spalle. “Infatti. È che non ho altro da indossare. Vincenzo mi aveva fatto bruciare tutti i miei vecchi vestiti. Devo fare shopping domani, ma per stanotte o questo o i vestiti di mia madre”. Emma rabbrividì. “Ho commesso crimini inspiegabili, ma di certo nessuno così terribile da meritare il guardaroba di mia madre”.

In effetti quella sarebbe stata una punizione crudele e inusuale, rifletté Regina. Nessuno meritava di essere costretto a indossare maglioni di lana color pastello. “Allora che fai qui, Emma?”.

Emma studiò intensamente il cucchiaio che stava rigirando nella vaschetta mentre parlava. “Mangio il gelato. Mi nascondo dai miei. Scopro se mi parli ancora”. Emma alzò gli occhi mentre diceva l’ultima parte, catturando quelli di Regina. “So di aver combinato molti casini e mi dispiace”.

Regina sentì un piccolo tralcio di speranza sbocciare nel suo petto. Accorciò lo spazio tra di loro, mantenendo però una distanza di sicurezza. “Certo che ti parlo ancora”.

“Anche dopo quello che ho fatto alla tua macchina?”.

Regina sospirò. “Avrà bisogno di tanto amore, ma starà bene”.

“E, visto che sei dell’umore, probabilmente dovrei dirti che ho inondato il tuo bagno cercando di formare un esercito di calamari psichici geneticamente modificati nella tua vasca da bagno –faceva parte del mio ingegnoso piano di controllo mentale”.

“Ti perdonerò anche questa, a una condizione”.

“Dimmi. Qualsiasi cosa” disse Emma, con tono colmo di sincerità. Scese dal bancone e prese le mani di Regina nelle proprie.

Regina seppe in quel momento che sarebbe andato tutto bene. Sorrise e disse: “Per favore, puoi tenere questi pantaloni?”.

Ciao a tutti, scusate se non ho detto nulla nei capitoli precedenti ma non volevo annoiarvi con le mie chiacchiere. Detto questo, è stato bello tradurre questa mini-storia per voi e vi ringrazio per i commenti positivi e per aver letto questi tre capitoli!

Non so se tornerò a scrivere o tradurre molto presto, ma vi saluto e ringrazio ancora.

A presto (forse)

Swan

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Once Upon a Time / Vai alla pagina dell'autore: SwanFangirl