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Autore: Emy Potter    02/08/2017    0 recensioni
Hester Murray è una ragazza normalissima, non ha nulla di speciale e come tutti ha i propri difetti. La parte paterna della sua famiglia però proviene da Mystic Hill, un semplice paese poco conosciuto dove sono rimasti a vivere sua zia Flo e suo zio Elliot. Tornata dopo anni per venire a trovarli e rimanere una settimana, Hester finirà involontariamente in un universo parallelo dove esiste la magia. Non potendo tornare subito indietro, farà la conoscenza di colui che viene chiamato "Il prescelto", ovvero un ragazzino dalle grandi potenzialità magiche che è destinato a spodestare la malvagia regina del regno. Costretta a stare con lui perché l'unico che può trovare un altro portale, dovrà decidere se tornare a casa il prima possibile o se rimanere per aiutarlo malgrado non abbia alcun potere. Ma potrebbe mai sopravvivere in un luogo tanto pericoloso?
[Anche su Wattapad con lo stesso titolo]
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Please let me take you out of the darkness
and into the light,
'cause I have faith in you that you're gonna
make it through another night. 
"Lullaby", 
Nickelback

Una delle prime cose che dovette fare Cal in quel momento era avvisare Cathy. Le scrisse una lettera in fretta e furia, spedendola davanti ai miei occhi: a quanto pare in quel luogo, appena lanciavi in aria la busta contenente il messaggio, questa volava da sola verso il suo destinatario, come se avesse vita propria.
La ragazza, dovette aver compreso la grave situazione, per cui ci mandò una carrozza che ci avrebbe accompagnato a casa sua, esattamente al punto di partenza. Forse era anche perché avevamo attirato troppa attenzione durante la corsa. Ero esausta, se avessi potuto mi sarei appisolata sui sedili del veicolo, ma la preoccupazione per Wyatt era più forte del sonno.
Stava seduto davanti a me, sua sorella affianco che ancora versava lacrime rannicchiata al petto del fratello maggiore, mentre lui fissava un punto indefinito nello spazio, gli occhi vuoti come quelli di una bambola. L'unico movimento che faceva era la mano che distrattamente accarezzava i capelli della sorella per consolarla, ma sapeva di non esserne in grado dato il suo stato psicologico.
Da quello che ci dissero i pompieri poco prima che partissimo, la famiglia e gli altri fratelli avevano perso la vita, mentre Grace era rimasta in giardino su un albero ad intrecciare corone di margherite. Le cause dell'incendio era rimaste sconosciute e ci assicurarono che ci avrebbero contattato appena scoperto qualcosa.
Insomma la situazione era davvero pessima.
Quando arrivammo a casa di Cathy lei ci corse incontro, preoccupata. "Mio Dio, Wyatt, Grace!" esclamò abbracciando i due fratelli. La bambina ricambiò la stretta, mentre lui rimase inerme, ancora sotto shock. "Hester, aiutami a portarli dentro" mi disse ed io non me lo feci ripetere due volte: misi un braccio attorno alle spalle di Wyatt e lo accompagnai dentro, mentre lei fece lo stesso con Grace.
Li portammo in salotto, facendoli sedere uno affianco all'altro. Tolsi la maschera e la mantellina, adagiandoli sulla sedia vicino, per poi tornare dai due Reaburn e sedermi affianco a Wyatt. Grace, intanto, aveva appoggiato la testa sulla spalla del fratello, mentre Cal le teneva le mani per infonderle coraggio.
Ci scambiammo uno sguardo di intesa e cercai di trasmettergli quanto grata fossi che lui stesse cercando di aiutare. Doveva avermi capita perché mi rivolse un debole sorriso di risposta.
Accarezzai la schiena di Wyatt per cercare di consolarlo e questo sembrò sbloccare qualcosa perché i suoi occhi tornarono lentamente a riprendere vita, piangendo silenziosamente con il volto nascosto tra le mani.
Cathy, che era intanto andata in cucina, tornò con un vassoio in mano, posandolo sul lettino e rivelando quattro tazzine di tè al latte. L'aroma di cioccolato riempì la stanza, attirando principalmente l'attenzione di Grace. Catherine le porse con dolcezza una delle tazze, che la bambina prese a sorseggiare per calmarsi.
Wyatt, invece, sembrava non aver nemmeno notato il ritorno della ragazza, per cui lei gli mise una mano sulla spalla per attirare la sua attenzione e avvicinargli con l'altra il suo tè. Probabilmente l'albino era troppo provato mentalmente per discutere, per cui anche lui accettò l'offerta e cominciò a bere.
"Dovete fuggire" cominciò con cautela Catherine quando entrambi smisero di piangere, "non penso sia stato un incidente, ma qualcuno voleva che tutti moriste. Non siete più al sicuro a Mystic Hill."
"E dove dovremmo andare?" rise debolmente Wyatt sarcastico, "questa è stata colpa mia, se ci volevano attaccare è perché probabilmente hanno saputo che sono il Prescelto. Deve esserci la regina dietro tutto questo..."
"Non dobbiamo convincerci di fatti che potrebbero non essere veri. Le indagini saranno già iniziate e ci faranno sapere il prima possibile" spiegò Cathy aggiungendo poi: "tu, Grace ed Hester andrete ufficialmente a vivere da Darrell in ogni evenienza, qui è troppo pericoloso per ognuno di voi." 
I due fratelli annuirono lentamente. Nel giro di una giornata si erano ritrovati orfani e senza nulla, non doveva essere affatto facile. Mi ricordava la storia di mia madre...
Catherine ci spiegò che era meglio partire immediatamente prima che qualcuno potesse scoprire dove si trovavano, per cui la aiutai a preparare i bagagli e uscire. Da quello che mi disse, Darrell per vivere girava per i mercati delle città una volta a settimana, vendendo oggetti e informazioni. Cal ci avrebbe accompagnato e questa volta non si lamentò, anzi fu lui stesso ad offrirsi. Lo ringraziai di cuore, mentre sua cugina si limitò a farlo con uno sguardo. Era ovvio che non fosse rimasto indifferente all'accaduto. 
Prima di partire, Cathy lo portò in un'altra stanza per parlargli in privato ed io non potei sapere cosa si dissero in quel momento. Ancora una volta salutammo la ragazza, riprendendo il viaggio che era stato interrotto da quel tragico evento. 

-O-

Durante l'intero viaggio, Wyatt non spiccicò parola, mentre io cercavo di distrarre Grace chiedendole fatti sul loro mondo. Provai a fare lo stesso con suo fratello, ma spesso mi rispondeva a monosillabi, mentre altre volte non parlava proprio. Sentivo un nodo allo stomaco ogni volta. 
La bambina, intanto, mi raccontava come funzionava la comunicazione a distanza: "le lettere devono essere scritte su una carta magica. Certe persone sanno incantare gli oggetti, per cui sono incaricate di rendere speciale tutta la carta che viene loro fornita. Ovviamente non tutta quella che viene fabbricata o non si potrebbero appuntare dati, scrivere libri e diari, dipingere eccetera."
"Per cui una volta che scrivi il destinatario sul retro questa viene spedita" conclusi io e la bionda annuì. 
"Voi come fate a comunicare nel vostro universo?" mi chiese lei curiosa. 
"Abbiamo tanti metodi, ma utilizziamo soprattutto i cellulari. Sono dispositivi che ti permettono di parlare con persone a distanza oppure di inviare semplicemente messaggi. Possiamo anche condividere con loro foto e canzoni, ad esempio" cercai ci spiegare alla buona. 
Ero felice che il mio metodo stesse pian piano funzionando, inizialmente anche lei rispondeva a malapena, ma insistendo riuscì ad aprirsi un po' di più. Con il fratello invece era stato inutile e ad un certo punto era stata lei stessa a dirmi di smetterla: "ha bisogno di stare da solo, ha sempre preferito affrontarle così le cose. Nostro padre gli ha insegnato a dover essere forte e a non doversi mostrare debole davanti a nessuno, per cui preferisce stare zitto piuttosto che scoppiare in lacrime."
Malgrado Wyatt l'avesse sentita, non disse ancora nulla, anche se una smorfia contrariata mi fece capire che le sue parole lo avevano infastidito. Mi stupii della forza interiore di quella bambina, ma subito dopo mi resi conto che non stesse davvero bene, ma stesse fingendo. Dopotutto le illusioni erano il suo potere. 
Un'intero giorno di cammino, in cui ci fermammo principalmente solo due volte per mangiare quello che Cathy ci aveva preparato: uova sode, riso in bianco e una fettina di carne ciascuno. Il tutto era richiuso in dei recipienti in porcellana con dei tovaglioli adagiati sul fondo. Con mia sorpresa, Wyatt mangiò tutto quello che gli era stato dato, malgrado si vedesse la fatica che stesse facendo. Le parole di Grace mi tornarono in mente. 
Il cibo si era raffreddato durante il viaggio, ma quando hai fame non badi a questo tipo di cose. Le uova sode poi non mi hanno mai fatta impazzire, ma le mangiai comunque: avevo bisogno di energie per continuare a camminare per cui non potevo permettermi di sprecare nulla. 
Quando Cathy mi aveva detto che casa di Darrell era isolata non scherzava: era letteralmente in mezzo al nulla, la sua unica compagnia doveva essere il fruscio delle foglie degli alberi e i versi degli animali. Eppure era ben curata: un semplice cottage di legno ben levigato, il tetto più chiaro delle pareti e con la veranda sul davanti. 
Cal bussò, mentre il mio cuore batteva forte per l'emozione. Ero davvero curiosa di conoscere che tipo di persona avesse deciso di vivere in un posto come questo. Dall'altra parte una calda e profonda voce maschile ci disse di entrare e noi non ce lo fecemmo ripetere due volte. 
Darrell era tutto quello che non mi ero immaginata: dal suo lavoro credevo fosse un uomo sulla trentina dalla pelle olivastra e gli occhi scuri, mentre invece era tutto il contrario. 
Non credevo avesse circa vent'anni, forse anche meno, alto quanto Catherine, dal fisico asciutto e le spalle larghe. Aveva corti capelli di un biondo dorato, occhi verdi come il prato d'estate coperti da un paio di grandi occhiali. I lineamenti del viso erano squadrati in contrasto con le labbra rosee e carnose. Lo trovammo ad aggiustare un aggeggio che non conoscevo davanti al tavolo della cucina. 
Ci degnò di una veloce occhiata ed io mi sentii a disagio quando il suo sguardo si posò su di me per studiarmi. 
"Lei chi è?" chiese prendendo in mano la sua tazzina di tè ai frutti di bosco ed io mi morsi le labbra arrossendo. Non mi piaceva essere al centro dell'attenzione, specialmente per uno sconosciuto. 
"Catherine non poteva parlartene per la lettera, sarebbe stato troppo rischioso" rispose Cal togliendosi il cappello a cilindro per posarlo sul tavolo, "lei è Hester, viene da un altro universo."
Darrell quasi non si strozzò con il suo tè, prendendo a tossicchiare e mettendo la mano davanti alla bocca per educazione. "Che cosa?" domandò sconcertato. 
"Hai capito bene. Dobbiamo riportarla nel suo universo prima che la sua presenza possa portare a disastri" spiegò il corvino. Mi resi conto di avere ancora la maschera e la mantellina, così le tolsi rivelando il mio volto. 
Darrell sgranò gli occhi. "Che diavolo...? E' identica a-!"
"Lo sappiamo, per questo Cathy vorrebbe che stesse da te. Lei, Wyatt e Grace. Loro hanno...beh..." cercò di esprimersi Cal, ma non trovava le parole adatte per esprimersi, "c'è stato un incendio."
"Capisco" lo interruppe il biondo prima che il corvino potesse procedere. Evidentemente aveva notato le espressioni sofferenti dei due fratelli in quel momento, "condoglianze."
Wyatt e Grace ringraziarono, ma senza alzare lo sguardo. Successivamente, Darrell rivolse di nuovo l'attenzione su di me mettendomi nuovamente a disagio. 
"Quanti anni ha?" chiese ancora mentre si alzava per raggiungerci. Indossava un lungo cappotto nero e un paio di pantaloni grigi, mentre i piedi erano coperti solo dalle calze.
"Diciotto" risposi io prima che potesse farlo qualcun altro. Odiavo che parlassero di me come se io non ci fossi.
"Sembri più piccola" constatò il biondo, fatto di cui ero pienamente cosciente. Me lo avevano sempre detto, questo per colpa della forma tonda del mio viso, gli occhi grandi e le fossette. E la statura. In più il modo in cui ero vestita non aiutava. 
"Lo so" confermai. La cosa non mi dava troppo fastidio, certe volte era anche vantaggiosa come cosa, ma per una volta volevo dimostrare la mia vera età. Ricordai che qualche mese prima mi scambiarono addirittura per tredicenne, il che fu imbarazzante.
Darrell, a quel punto, accettò sconfitto di tenerci da lui, cominciando quella particolare permanenza che mi avrebbe permesso di conoscere meglio i miei compagni.

 

Nota autricesesto capitolo, che ne pensate? Ci ho messo un po' più del previsto a dire la verità, questo perché sono stata impegnata in questi giorni. Ad ogni modo, come al solito non vedo l'ora di scoprire le vostre opinioni in merito alla mia storia, sono molto curiosa.
Alla prossima!
Kisses, Emy.

   
 
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