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Autore: _Magica_    02/08/2017    1 recensioni
[Bellarke]
Questa storia può sembrare Becho, ma la sottotrama e la storia principale sono ASSOLUTAMENTE Bellarke.
'' Le parole esatte non ci sono. Non è stato un momento, o un luogo preciso, so solo che, ad un certo punto, per me lei è diventata indispensabile. Avevo bisogno di lei come la Terra ha bisogno del Sole, come il marinaio necessita della stella polare. La sua presenza al mio fianco è stata essenziale come respirare. E … quando quel giorno è sparita, quando non è tornata in tempo, quando ogni volta che respiro ricordo che è solo colpa mia se non esiste più … fa male''
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellamy Blake, Clarke Griffin, Echo
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Giorno 365.

<< Tu mi hai salvata, adesso lascia che io ti salvi >>

Echo glielo propose alla fine di una delle tante giornate nelle quali, dopo aver lavorato instancabilmente per mantenerli tutti in vita, Bellamy Blake si sedeva e fissava la Terra in silenzio.

Era ormai un anno che si erano trasferiti nello spazio, eppure egli appariva ancora troppo legato al suo ricordo.

<< No ne ho bisogno >>

<< Si invece. E’ come se lei ti avesse drogato, Clarke è dentro di te: in ogni gesto che compi, in ogni cosa che fai. Se non la lasci andare, ne morirai >>

<< E se volessi morirne? >>

Bellamy la guarda, ed Echo percepisce la sofferenza ed il senso di colpa in fondo al suo sguardo.

<< Se muori tu, moriamo tutti >>

<< Quando è morta lei sono morto anche io >>

<< Perché la amavi, continui a sentirti così perché la ami ancora. Smetti di amarla … >>

Bellamy fissò di nuovo la Terra e piegò la bocca in una smorfia triste, a metà tra una presa in giro ed una richiesta di aiuto.

<< Come pensi di aiutarmi? >>

Echo semplicemente si sedette vicino a lui a fissare lo spazio sconfinato, e la Terra devastata dalle ondate di morte.

Con tutta la calma del mondo prese il volto di Bellamy tra le mani, ed avvicinò le proprie labbra alle sue. Appena si toccarono non ci fu nulla di romantico in quel bacio.

Fu qualcosa di naturale, un bisogno fisiologico, un senso di liberazione.

Dopo qualche secondo, mentre Echo aveva iniziato ad accarezzargli le spalle, il ragazzo si tirò indietro.

Aveva le lacrime agli occhi e tremava dalla testa ai piedi.

<< Non ce la faccio >>

Echo gli sorrise comprensiva, e si alzò lentamente.

<< Quando sarai pronto, io ci sarò. Ho un debito nei tuoi confronti, quindi non ti lascerò morire >>

E si allontanò a passi lenti.

***

 

Giorno 730

Fui lui a cercarla, appena convinse se stesso di essere riuscito a superarla, appena il ricordo di Clarke si fece lentamente meno doloroso.

O almeno, così credeva.

Echo non fece domande, non pretese nulla, non fu affatto sorpresa.

Fece quello che si era ripromessa di fare: aprire le braccia e lasciare che egli si sfogasse.

Lo fece perché gli doveva la vita, e perché se Bellamy avesse ceduto anche solo un istante, tutti loro sarebbero  morti. E lei ancora non si sentiva pronta a morire.

O almeno questo è quello che disse a se stessa.

La verità è che Bellamy le piaceva, in un modo indescrivibile e particolare. Era sempre stata attratta da qualcosa in lui. La passione che metteva nel fare le cose, la difficoltà con la quale si permetteva di amare, la sicurezza con cui nascondeva il dolore?

Magari tutte queste cose messe assieme.

Sta di fatto che gli gettò un’ancora a cui aggrapparsi nella corrente che era il senso i colpa.

E quando lui le disse:

<< Promettiti che sarà solo uno sfogo, e che non pretenderai niente di più >>

Ella annui ed egli la baciò con foga.

***

Dopo un po’ di tempo che si vedevano Echo decise che non era abbastanza.

Non lo stava aiutando.

Bellamy rimaneva legato al ricordo di Clarke in una maniera sorprendente. Era incapace di lasciarsi andare, incapace di lasciarla andare.

C’era sempre qualcosa di restio in lui, una parte di se stesso che persisteva nel non volerle mostrare.

 Completamente muto, sempre e solamente muto. Non proferiva una parola. Qualche suono gutturale usciva dalla sua gola, ma nessun rumore di senso compito, nessun suono articolato.

Così, una sera mentre lui le sollevava la maglietta con rabbia ed iniziava a baciarle il collo, Echo passò alla fase successiva.

<< Adesso voglio che tu dica rivolgendoti a me, le frasi che dicevi a lei >>

Bellamy si bloccò di colpo, ritirò le mani dal suo seno, e la bocca dal suo collo.

Sembrava un bambino spaesato, si guardava intorno sconvolto.

Era un uomo distrutto, accorato, sull’orlo del pianto, che tirava avanti solo perché la ragazza che amava gli aveva affidato la responsabilità dei suoi amici.

Gli aveva fatto giurare di seguire la testa, non solo il cuore, ma quanto lo stava distruggendo il farlo?

Quanto, usare la testa, fosse difficile per un uomo come Bellamy Blake?

Era come se egli avesse cancellato e rinnegato la sua natura, e tirato fuori, da un luogo remoto, una parte di sé che non gli era mai appartenuta.

E lo stava distruggendo questo, lo stava cambiando, lo stava scavando fin destro alle ossa.

Adesso voglio che tu dica rivolgendoti a me, le frasi che dicevi a lei.

<< Io… non … >>

Bellamy si voltò e non tornò più per molto tempo.

***

Giorno 1123

Quando si ripresentò alla sua porta era cambiato. Sembrava più sicuro di sé e meno provato dal ricordo.

Ma Echo aveva imparato a leggere le sue espressioni, ad interpretare il suo silenzio, e a capire il suo pensiero.

<< Avevi ragione, devo togliermela dal sistema …  non posso continuare così >>

Echo annui e si chiese se il ragazzo di fronte a lei ce l’avrebbe fatta davvero a dimenticarla.

Mentre si baciavano e rotolavano i loro corpi sul letto Echo gli chiese di dirle quello che aveva detto a Clarke o quello che ella gli aveva risposto.

Egli cominciò dall’inizio.

Chiuse gli occhi e prese un respiro profondo.

‘’Se l’aria fosse tossica,saremmo tutti morti comunque ‘’

Magari il nuovo Bellamy sarebbe stato meglio, ma una parte di quello vero era morta appena quelle parole avevano lasciato la sua bocca.

***

‘’Ciò che siamo e ciò che dobbiamo essere per sopravvivere, sono cose veramente diverse’’

Poi Echo gli chiese cosa volesse sentirsi dire. Bellamy le disse le parole esatte, come se avesse per sempre impresso nella mente ogni suo incontro con Clarke, ogni singola parola scambiata con lei.

Ce l’aveva dentro, nel cuore, nella voce, nel respiro, nel modo di fare, in ogni singolo filamento nervoso del corpo.  Questo le fece paura.

Echo pezzo per pezzo rese il nuovo Bellamy libero dalla sua presenza, gliela tolse dalla voce, dal respiro, dal modo di fare, rigenerò ogni nervo sottopelle.

Quando provò a togliergliela dal cuore il vecchio Bellamy venne a galla e fece resistenza. Resistette, resistette e resistette ancora. Non l’avrebbe mai lasciata andare continuando così.

<< Voglio che tu mi ripeti le medesime parole dell’attimo esatto in cui hai capito di essere innamorato di lei. Quando hai sentito il cuore fremere così tanto che credevi sarebbe scoppiato>>

Echo percepì il cuore de ragazzo perdere un battito, il suo viso sbiancarsi, ed il corpo iniziare a tremare.

Non sembrava più l’uomo forte e sicuro di sé che fingeva di essere davanti agli altri. Il nuovo Bellamy che aveva costruito dal nulla.

Era tornato per un attimo sé stesso: l’uomo innamorato e distrutto, il ragazzo del cuore che era morto quando Clarke non era tornata in tempo all’hangar.

Come Echo si aspettava Bellamy si alzò, si rivestì, e se ne andò.

Ma ella non si preoccupò affatto, tanto ormai lo sapeva.

Se voleva sopravvivere, sarebbe tornato.

***

Giorno 1981.

<< Le parole esatte non ci sono. Non è stato un momento, o un luogo preciso, so solo che, ad un certo punto, per me lei è diventata indispensabile. Avevo bisogno di lei come la Terra ha bisogno del Sole, come il marinaio necessita della stella polare. La sua presenza al mio fianco è stata essenziale come respirare. E … quando quel giorno è sparita, quando non è tornata in tempo, quando ogni volta che respiro ricordo che è solo colpa mia se non esiste più … fa male >>

Fa malissimo.

<< E sai qual’é la cosa peggiore, il motivo reale per cui non riesco a lasciarmi andare?  E che una parte di me, una pezzo nascosto nel mio cervello, una voce costante al mio orecchio mi sussurra eternamente, costantemente che forse potrebbe essere ancora viva. Questo è quello che mi darà il colpo di grazia: il riscendere giù e lo scoprire che è morta sul serio, che non la vedrò mai più, che è morta per colpa mia … >>

Echo sorrise malinconica gli propose un’altra cosa che avrebbe potuto aiutarlo.

Non seppe se lo fece perché avrebbe aiutato lui, o perché avrebbe reso felice se stessa mentre si illudeva per un secondo di possedere quello che non le apparteneva.

<< E se lei fosse viva, in questo momento, cosa le diresti? >>

Bellamy si avvicinò a lei, la baciò lentamente, e la guardò negli occhi.

Echo si illuse per un secondo di essere lei la destinataria di quelle parole.

<< Ti amo >

  
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