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Autore: Queen FalseHearth    03/08/2017    3 recensioni
Si trovava a una cena di compleanno normale in una pizzeria qualsiasi eppure è bastata una domanda così semplice per metterla in difficoltà e farle desiderare di trovarsi in un altro luogo.
Dal testo: ”Lei, che ha sempre cercato di schivare le frecce di cupido dopo essere stata ferita, come poteva spiegarlo a una bambina di quattro anni?”.
Buona lettura..
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Che cos'è l'amore?

 

Un sessantesimo compleanno è sempre un grande traguardo per ogni persona. Quella lontana sera di Aprile fu il turno di un’anziana signora a compiere gli anni; quel giorno speciale venne celebrato in una normale pizzeria insieme ai parenti più stretti. Le sue figlie, i mariti di quest’ultime e le nipoti erano lì per lei, una gioia che le riscaldò il cuore. Non c’era modo migliore per mangiare una pizza se non insieme alle persone che si ama.
Le pareti verdi della pizzeria donavano al compleanno un’atmosfera più allegra, tutto era in sintonia con la felicità; eppure seduta vicino alla festeggiata c’era una ragazza che non si stava godendo la piacevole festa, anzi sul volto non aveva nessuna espressione. L’unica cosa che avrebbe attirato la sua l’attenzione era l’entrata della torta ma il dolce tardava ad arrivare. Non avendo portato le cuffie fu costretta ad ascoltare le semplici chiacchere dei suoi parenti, una noia mortale alla quale non voleva partecipare.
Ogni tanto la ragazza annoiata diede uno sguardo veloce alla festeggiata insieme a una bambina dagli occhi da cerbiatto e dai lunghi capelli marroni: le due si stavano coccolando non badando agli altri parenti come se ci fossero solo loro in quella sala.
La tredicenne ritornò a guardare fisso il cellulare con indifferenza: quelle manifestazioni d’amore erano dal suo punto di vista solo patetiche.
-Tu sei l’amore della nonna!- esclamò la donna anziana riempiendo di baci la giovane fanciulla; quest’ultima, sentendosi l’individuo più importante del mondo, chiese alla nonna:
-E Martina?- non appena sentito il proprio nome, la ragazza annoiata ebbe la sensazione di essere diventata l’argomento principale di quella patetica conversazione, ovviamente non le importava quello che avrebbe risposto la nonna. Non le importava di niente e di nessuno.
-Da piccola Martina era l’amore mio e adesso lo sei tu- la bambina mostrò un sorriso timido.
Dopodiché la bambina scese dalle gambe della sua nonna intenzionata a giocare con la sua baby sitter personale e, ironia della sorte, era proprio Martina. La ragazza fece finta di niente e cercò disperatamente sul tavolo qualcosa da mangiare, qualsiasi cosa pur di sfruttare una scusa per non alzarsi, purtroppo i camerieri erano appena passati. Fingere un mal di pancia? Non era brava a mentire.
L’adolescente continuò a ignorare chi le stava costantemente tirando i capelli, magari se avesse fatto finta che non esistesse se ne sarebbe andata. Voleva solo essere lasciata in pace. Fu lo sguardo severo della madre a costringerla ad allontanarsi dal tavolo tenendo in braccio la piccola e fastidiosa creatura. A quel punto preferì evitare dei rimproveri inutili del tipo “la bambina vuole giocare, va con lei!”. A nessuno importava che cosa voleva fare lei e questo la rese arrabbiata.

Dopo aver quasi soffocato la cugina con un foulard lilla, la piccola Anna costrinse la giovane a sedersi su una sedia. Se Martina non avesse offerto la sua compagnia, accompagnata pure da un sorriso, Anna l’avrebbe riempita di schiaffi o calci oppure avrebbe usato l’arma segreta che gode ogni bambino. La ragazza purtroppo aveva guadagnato la simpatia di quel piccolo demonio. Quanto odiava quella piccola peste.
I suoi pensieri furono interrotti da una domanda.
-Martina che cos’è l’amore?-
Non se l’aspettava proprio. Aveva sentito dire che fosse tipico dei bambini fare in continuazione domande ma pensava che il scocciante compito di fornire le risposte fosse dei genitori.
Lei, che ha sempre cercato di schivare le frecce di cupido dopo essere stata ferita, come poteva spiegarlo a una bambina di quattro anni?
Che cosa poteva fare? Ignorarla? Dire soltanto che l’amore era un sentimento? Molto probabilmente Anna non avrebbe capito. Dire che non lo sapeva? E se poi per vendicarsi avrebbe rivelato la risposta alla famiglia (la bambina era una spia nata, fu lei a spifferare alla nonna della festa a sorpresa) così da peggiorare la sua situazione? Avrebbe fatto qualsiasi cosa per evitare un momento d’imbarazzo, essere considerata una ragazza senza cuore non era una bella cosa.
Fece un respiro e decise di accontentarla.
-Vedi…l’amore è una mer...- si fermò in tempo: non poteva assolutamente rischiare di usare quel linguaggio difronte alla minuscola cugina altrimenti ne avrebbe risentito le conseguenze. Rinunciò all’idea di dire la sua opinione sul sentimento che definiva falso, doveva prendere in considerazione l’amore delle favole...per lei inesistente.
-…mer..mera…meravigliosa scatola!- maledisse in silenzio lo studio delle poesie che le hanno fatto conoscere le metafore, le similitudini senza il come. Almeno il soggetto l’aveva trovato, il resto sarebbe stato facile da inventare.
-Questa scatola…è…è…molto luccicante ed emana una grande luce, infatti… l’amore è molto potente- sapeva che quello che diceva non lo pensava veramente, infatti considerò la frase appena detta una stronzata, ma attirò l’attenzione della piccola che ascoltava con grande interesse; quella sera era particolarmente zitta.
-Questa scatola si trova qui- imitando i suoi grandi eroi dell’infanzia che vivevano dietro lo schermo della televisione, Martina indicò il petto della bimba.
-In questa scatola ci sono cuori molto grandi e altri molto piccoli- per non rischiare di ripetere il tutto una seconda volta, gesticolò per specificare i concetti che esponeva. Il cameriere la inquadrò male quando aprì le braccia come se tenesse in mano un pallone da spiaggia, ma la ragazza non ci fece caso.
-Questa scatola, essendo molto grande, può ospitare tantissimi cuori. Questi cuori simboleggiano, anzi sono…delle persone speciali a cui si vuole tanto bene, l’amore per funzionare ha bisogno….di un’altra persona. Per esempio nella scatola della nonna i cuori enormi sono la mamma e la zia, quelli piccoli sono le amicizie che ha avuto che considerava importanti. Tutti questi… cuori danno energia e felicità- quello che diceva era tutto scoordinato ma non le importava: in fondo stava parlando con una mocciosa di quattro anni che in due giorni avrebbe dimenticato quello che stava dicendo.
-Questi cuori hanno anche dei colori…- -…dei colori?- ripeté Anna come un rumoroso pappagallo. 
-Si, tutti gli amori sono diversi! Ci sono quelli caldi, ma anche quelli freddi. Quelli rossi sono le persone che la nonna ama, quelli gialli sono le persone con cui ha avuto un legame speciale e infine ci sono quelli neri…- la bambina ripetè l’ultimo aggettivo che aveva sentito.
“forse sto un po’ esagerando” pensò Martina che si era lasciata coinvolgere troppo nel rispondere.
-ehm…lascia stare ho detto una cavolata! I cuori sono sempre colori allegri!- si fermò, non sapeva cosa aggiungere. Vide gli occhi della cugina e notò dell’insoddisfazione: doveva continuare. Ma dov’era finita la torta?
-Io quale cuore sono?- domandò la piccola.
-Te lo spiego ora, ma prima dimmi: che colori credi di essere?-
-Ehm…blu!-
-Si…infatti tu sei un cuore blu. Il blu è il colore del mare e il mare è grandissimo! Gigantesco! Infatti il tuo affetto è….- si trattenne nel definirlo falso -…grande-.
-La scatola è sempre semiaperta, cioè non è mai completamente aperta e mai chiusa. Fuori a questa scatola, proprio vicino al cuore che tiene in vita la nonna, c’è un piccolo cuore diverso dagli altri perché è il più splendente di tutti: quel cuore sei tu Anna, la nonna, infatti, ti ha definito il suo amore- se avesse usato il cuore per esprimere quelle parole, molto probabilmente le sarebbero luccicati gli occhi.
-Sei l’amore della nonna e risplendi la maggior parte del cuore della nonna, una volta erano i cuori grandi e rossi a illuminarlo totalmente. Hai capito?-
La bambina fece una cosa che la ragazza non si sarebbe mai aspettata: le regalò un piccolo abbraccio e ritorno al tavolo. Martina, con la scatola piena di cuori neri, fisso la bambina andarsi a sedere vicino alla nonna. Un piccolo e inaspettato sorriso si formò sulle sue labbra.


Angolo autrice
Buona seraaaaaa. Innanzitutto vi informo che la protagonista sono io (e che odio ancora mia cugina (in questa storia ha un nome finto). Ho usato il narratore esterno perché ho pensato che sarebbe stato divertente essere estranea a quella situazione.
Non so perché mi sono messa a raccontare un evento di due anni fa, mistero. Non so neanche se la storia che ho scritto abbia qualche significato…
In questo periodo faccio tanti errori grammaticali, per questo ho ricontrollato il testo più di due volte prima di postarlo. Se i miei sforzi sono stati vani e in questo testo ci sono degli errori, per favore segnalatemi. Se è necessario mandatemi anche un opinione neutra o critica (affinché sia costruttiva). Lo so potevo fare di meglio ma era da molto tempo che non scrivevo e volevo assolutamente riprovare al più presto l’emozione di pubblicare una storia.
Ciaooooooooooo!

   
 
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