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Autore: leti_0907    04/08/2017    1 recensioni
-No, My lady. Non c'è più niente che tu possa fare- con quella frase la gelò completamente. Non poteva averlo detto veramente.
-Mi stai dicendo che preferisci morire?- gli urlò in faccia. -Mi vuoi abbandonare, è così?-
-Affatto, fosse per me non ti lascerei mai- la rassicurò. Ci mancherebbe altro. -Ma è il destino, Ladybug-
-Il destino si può mutare, poiché è solo una conseguenza inevitabile delle nostre scelte. Tu puoi ancora vivere, Chat Noir, se solo lo volessi-
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Cadde in ginocchio a terra. Il suo corpo tremava, e dalle labbra semiaperte caddero gocce di linfa densa e scura. Lei lo osservava terrorizzata, mentre si portava le mani a coprire la bocca aperta sia per lo stupore che per la paura e l'orrore.

L'ammirò da lontano, mentre le sue labbra si aprivano in un lieve sorriso, tutto ciò che quel poco di vita che gli era rimasto in corpo gli permetteva di compiere. La sua lady era così bella in quel momento, anche se odiava vederle quell'espressione di spavento in faccia.

Due anni. Erano passati due anni dalla sconfitta di Papillon e per la prima volta i due eroi avrebbero potuto godersi la tranquillità dopo la tempesta, ma non fu così: Parigi venne comunque attaccata da briganti e super cattivi, e sia Ladybug che Chat Noir si erano ritrovati a combattere strane creature e mostri d'ogni genere. Non sia erano mai dati per vinti, e questo era motivo d'orgoglio per gli abitanti della città dell'amore: non tutti potevano vantarsi di avere due eroi a proteggerli.

Eppure, Chat Noir sentiva di star per mollare tutto. Le sue forze scemavano sempre più, e sarebbe caduto a terra se la sua partner non fosse corsa da lui per sorreggerlo. Le sue mani, così piccole e soffici, andarono ad incorniciargli il volto, mentre lacrime di rabbia e dolore scendevano lentamente lungo le guance rosee.

-Perché, Chat? Perché ti sei messo in mezzo?- era disperata, lo avvertiva poco distintamente ma il tremore della sua voce lo fecero sorridere di nuovo, anche se sembrava più una smorfia. 

Sapeva bene perché lo aveva fatto. Mettersi tra lei e quelle numerose lame che minacciavano di ucciderla era stata la scelta più giusta che aveva mai preso. Avrebbe fatto di tutto per la ragazza di cui era follemente innamorato, anche buttarsi dalla Torre Eiffel.

Due anni. Due anni passati ad amarla silenziosamente, senza che lei lo scoprisse in alcun modo. Due anni in cui le sue scandenti battutine e frecciatine nascondevano un fondo di verità, anche se lei non se ne era mai resa conto. L'amava, e non sarebbe bastata la morte a porre fine ai suoi sentimenti.

-Non c'è bisogno che tu te lo chieda. L'ho fatto, punto. Parigi è salva... tu sei salva, e questo mi basta- tossì violentemente, e portò una mano ad accarezzare il viso della giovane donna. Non sopportava di vederla piangere, ma sapere che lo stava facendo per lui lo rendeva felice e speranzoso: e se avesse iniziato a piacergli, ad amarlo? Sarebbe potuto morire felice se fosse stato così.

-Ma tu no! Andiamo, ti porto dal Maestro Fu, lui saprà come curarti- fece per rimettersi in piedi, ma lui la trattenne per una mano. La sua presa era debole, e quella fu la goccia che fece traboccare il vaso: era il chiaro segno che lui stava per morire. Per lasciarla. Non poteva permetterlo.

Due anni. Due anni per capire che Chat Noir era più di un semplice e grande amico. Due anni a capire che lui era simpatico, divertente, dolce, le prestava un sacco di attenzioni ed era bello da morire. Due anni a cercare di comprendere i sentimenti contrastanti che provava per Adrien, il ragazzo del quale si era infatuata, e Chat Noir, il suo compagno di avventure. Come poteva essere stata così crudele a non rendersi conto che il ragazzo che stava perdendo era la persona a cui teneva più d'ogni altra cosa al mondo insieme alla sua famiglia?

-No, My lady. Non c'è più niente che tu possa fare- con quella frase la gelò completamente. Non poteva averlo detto veramente.

-Mi stai dicendo che preferisci morire?- gli urlò in faccia. -Mi vuoi abbandonare, è così?-

-Affatto, fosse per me non ti lascerei mai- la rassicurò. Ci mancherebbe altro. -Ma è il destino, Ladybug-

-Il destino si può mutare, poiché è solo una conseguenza inevitabile delle nostre scelte. Tu puoi ancora vivere, Chat Noir, se solo lo volessi- lo sgridò velatamente. Non voleva certo che il suo ultimo ricordo di lei fosse che lo stava rimproverando delle sue scelte.

-E questa è una mia scelta, My lady- Chat Noir poggiò la sua fronte imperlata di sudore e sangue contro quella sporca di lei, ed inspirò a pieno il suo dolce profumo. Lo tranquillizzava, e allontanava da lui il pensiero della Morte che stava calando su di lui.
-Insettina- la richiamò dopo brevi attimi di riflessione. 

-È da tanto ch non mi chiami così- sorrise lei, al ricordo della prima volta che l'aveva soprannominata in quel modo. Solo in quell'istante capì quanto le era mancato quel nome. -Dimmi-

-Per prima cosa, smetti di piangere. Detesto vederti triste- quando lei esaudì il suo desiderio, continuò. -Secondo, volevo chiederti: neanche in punto di morte mi riveli la tua identità? Non posso morire senza sapere chi è la ragazza che mi è sempre stata accanto e che ho amato in questi ultimi anni-

Ladybug trattenne il respiro, decisamente non si aspettava di ricevere una dichiarazione così diretta. Lui l'amava? 

-C...cosa?-

-Hai capito bene- tossì di nuovo, e stavolta volarono gocce di sangue sul volto di lei. -Ti amo, e neanche la morte potrà impedirmi di continuare a farlo. Ma non sapere chi si cela dietro a quella maschera mi uccide più di tutti questi coltelli infilzati nella mia schiena-

Abbassò lo sguardo. E se rimanesse deluso da lei? Se avesse scoperto quanto lei fosse timida e goffa? Se a lui non fosse piaciuta? Troppe domande e troppe poche risposte. 

-Io non ti giudico, My lady- una mano, che a poco a poco stava divenendo fredda, le alzò il viso. Le iridi cangianti del gatto la catturarono come sempre e si rese conto quanto assomigliassero quelli del ragazzo che per anni aveva amato invano. -Io ti amo indipendentemente da chi si realmente-

-Anche tu mi mostrerai chi sei?- la domanda lo spiazzò. Era pronto per rivelarsi? Lo avrebbe fatto per lei, questo era poco ma sicuro. 

Nello stesso istante, entrambi si tolsero i loro Miraculous e tornarono ad essere semplicemente due ragazzi normali: Adrien, il ricco figlio di Gabriel Agreste, e Marinette, la figlia del fornaio.

-A... Adrien?-  -Marinette?-

Entrambi erano sconvolti. La ragazza non aveva mai sospettato che dietro quella maschera si nascondesse il ragazzo timido che tutti conoscevano, era davvero diverso il suo comportamento con il costume da Chat Noir. D'altro canto, anche Adrien non poteva sapere che sotto la maschera rossa a pois neri si nascondesse la compagna di classe che non riusciva mai a rivolgergli una frase senza balbettare. 

Chat Noir sorrise intenerito mentre si avvicinava al viso della sua lady. Chiuse gli occhi e seguì il suo istinto: si appropriò con impeto della sua bocca, mentre lei, con impazienza, ricambiò il bacio. Le mani della ragazza andarono a stringere i fili d'oro della chioma di Adrien, mentre lui portò le sue mani a stringerle i fianchi. Il loro contatto era passionale, per anni avevano aspettato di potersi amare senza freni inibitori, ed ora che ne avevano la possibilità, lui stava per abbandonarla.

-Ti amo, Marinette- soffiò sulle sue labbra non appena si staccarono. Ma lei non sapeva che quello era stato il suo ultimo respiro. Anche se stava per lasciare quel mondo, era felice di aver donato il suo ultimo alito di vita a lei, alla sua insettina.

Il corpo del ragazzo, ormai privo di vita, cadde a terra, una rosa si sangue che ormai aveva smesso di estendersi sotto il suo corpo freddo. Alla vista della sua schiena martoriata dai coltelli, Marinette si buttò al fianco di Adrien e pianse. Pianse disperatamente come se avesse perduto una parte della sua anima. Il suo cuore si infranse in milioni di schegge, mai aveva provato un dolore così assurdo. 

Non poté evitare di pensare che a causa sua una vita si era spenta. Se lei fosse stata più attenta, avrebbe potuto evitare quella fine. Adrien non avrebbe mai potuto scoprire cosa significava avere una propria famiglia, non sarebbe mai potuto diventare padre. Anche se da un paio di mesi lo era già.

Marinette aveva scoperto di avere un ritardo. Proprio il giorno prima Aveva sempre avuto il ciclo regolarmente, e si era ricordata della notte di passione che qualche mese prima li aveva condotti a raffreddare la loro complicità: entrambi ubriachi, avevano passato la notte a scoprire la travolgente sensazione di appartenere a qualcuno, sentirsi amati. Peccato che la mattina dopo, lei si era pentita di quello che era successo tra loro.

Ed ora aspettava un figlio. Un bambino che Adrien non avrebbe mai potuto conoscere.

Ma lo avrebbe tenuto. Sarebbe stato l'ultimo ricordo del ragazzo che aveva amato. Sorrise tra le lacrime e sussurrò: -Mi prenderò cura del nostro bambino, te lo prometto. Ti amo Adrien, e per sempre-


Tikki e Plagg, abbracciati, assistevano tristi alla scena. E fu così come Chat Noir morì, circondato da tutto quell'amore che gli era stato negato, ma che era stato in grado di meritarsi.




 

Okay, ditemi pure che sono una stronza, me lo merito😄 ma voglio farvi notare il titolo.

C'è una speranza? Forse.

Non vi voglio illudere troppo. See You soo💕

   
 
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