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Autore: Fede883    04/08/2017    1 recensioni
Un breve racconto che parla di Annachiara, una giovane ginnasta di 21 anni che affronta la sua prima gara nei professionisti. La ragazza si trova a pensare a tutte le sue paure come le cadute o non fare un esercizio bene e di conseguenza non impressionare i giudici di gara, Annachiara verrà avvolta da un turbine di emozioni e sensazioni che metteranno a dura prova i suoi nervi saldi da ginnasta.
Genere: Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chissà quante volte Chissà quante volte ci siamo promessi di fare cose che poi non abbiamo fatto tipo di smettere di fumare, di comprare cose inutili che poi non usiamo, di parlare con la bocca piena a tavola, di fare cori allo stadio che insultassero gli altri tifosi, di applaudire una persona che non sa cantare o semplicemente di non aver detto la verità. Verità che a volte fanno male, verità brutte, strane, quasi spaventose eppure ci sono verità e verità e ora la mia verità è questa qui, chissà quante volte immaginavo questo momento e ora è finalmente arrivato. La vita per una giovane ginnasta sembra così difficile a volte, le parallele sono sempre più alte di te, perché non c’è cosa più difficile per una giovane ginnasta affrontare non solo un esercizio ma anche le sue paure, i suoi turbamenti e tutto quello che questo meraviglioso sport ha da offrirti. Chissà quante volte hai sognato di essere qui Annachiara, con le persone che gridano il tuo nome, i flash dei fotografi, i giornalisti che ti vengono a fare delle domande, tu che hai lasciato la tua vita e ora sei qui, in un grande palazzetto dello sport ad affrontare la tua prima gara da ginnasta professionista. Chissà quante volte ho cercato lo sguardo dei miei familiari in una occasione come questa, cerco lo sguardo di mia madre e lo trovo poco seduta vicino alla seconda fila di gradoni della tribuna, li vicino c’è anche papà che mi guarda orgoglioso come non ha mai fatto prima e sembra quasi più emozionato di me, li c’è anche mio fratello di 6 anni, Ricky. Forse è ancora troppo piccolo per capire una cosa come questa ma è felice e mi saluta con la manina come ha sempre fatto ogni volta che mi vedeva e li vicino a Ricky c’è Irene, mia sorella. Anche lei tra qualche anno sarà al mio posto e forse diventerà anche più brava di me, sicuramente riuscirà a diventare più brava della sottoscritta perché io alla fine sono qui anche per molta fortuna e questa cosa è inutile negarla. Irene sorride e mi saluta, noto il suo orgoglio sul suo viso, le lacrime le cadono dagli occhi ed è molto emozionata e io non posso che ricambiare quel saluto e Irene mi manda un bacio dalla tribuna in modo amorevole, come solo una sorella sa fare. Chissà quante volte ho sognato lo sguardo delle mie amiche che mi vedevano esordire nel mondo della ginnasta artistica professionistica. Le osservo attentamente e sorrido felice come mai non avevo fatto prima prima d’ora, Martina la mia migliore amica mi saluta sorridendomi orgogliosa e con lei anche Nicole, Serena, Giorgia, Giulia, Caterina, Ginevra, Laura, Daniela e Greta, le mie amiche anzi le mie amiche infinite il nome che una sera venne in mente a Serena per battezzare il nostro gruppo e valorizzare al meglio la nostra grande amicizia. Mi fanno delle foto e spero che non facciano video, non voglio finire su Youtube, di nuovo! Adesso il momento di parlare è finito. Non immaginate nemmeno quante volte ho sognato questo momento. Inizia la gara, salgo sulla trave d’equilibrio e prendo un bel respiro e chiudo gli occhi e cerco la concentrazione perfetta. Qui inizia la mia nuova e grande avventura dopo tanti sacrifici e ora mi sento leggera e felice come non mai, il mio sogno si è realizzato e questo è quello che penso mentre volo. Eseguo una ruota e l’atterraggio sulla trave è perfetto e sorride, i miei piedi sono perfettamente coordinati e io sono felice di poter fare vedere a tutti chi è Annachiara Lizzi, una nuova giovane promessa della ginnastica artistica italiana. Essere arrivata fino a qui è un grande onore, in fondo mia mamma mi ha iscritto al mio primo corso di ginnastica artistica quasi per scherzo :”E’ troppo iperattiva a casa, magari qui riesce a sfogarsi al massimo delle sue energie!”. Aveva detto alla mia allenatrice quando avevo solo 4 anni, non sapevo nemmeno cosa fosse una trave di equilibrio o un una rondata, per me era un mondo del tutto nuovo, mi sono immaginata questo giorno tante volte, lo disegnavo nel diario a scuola quando mi annoiavo durante le ore di letteratura o di matematica, immaginavo lo speaker del palazzetto che gridava il mio nome come in uno stadio di calcio e oggi sono qui, devo prendere un bel respiro, l’emozione è troppo forte. Sono entrata nella ginnastica artistica professionistica a 21 anni, si sarei decisamente troppo vecchia ma secondo Luca Braschi ho del potenziale ma non so se ha ragione oppure mi ha preso solamente in giro. Continuo il mio esercizio alla trave, passo dopo passo dimostro a tutti la ginnasta che sono, eseguo una rondata in modo perfetto, staccata perfetta e atterraggio pure, il pubblico mi guarda molto sorpreso e incredulo, nemmeno loro credono al bellissimo esercizio che sto svolgendo, cammino lentamente sull'asse e e guardo dritto davanti a me, mi estraneo dal mondo per non distrarmi in nessun modo, eseguo una rondata, sempre in modo perfetto e poi una ruota e poi un flick e poi un salto mortale che in allenamento non mi era mai venuto bene. I miei piedi scalzi si muovono con estrema grazia e anche io riesco ad esprimere non solo dei movimenti molto aggraziati ma anche molto sensuali e femminili, eseguo una capriola anche se so che potrei compromettere l’esercizio ma riesco a controllare il tutto e a non cadere dalla trave. Le mie braccia sono ben aperte e cerco il perfetto equilibrio che sembra più facile da trovare su una trave di legno che nella vita di tutti i giorni, inizio a sudare copiosamente, le luci del palazzetto dello sport di Torino mi stanno uccidendo e nemmeno i flash dei tanti fotografi presenti mi aiutano ma io devo rimanere concentrata, non posso permettermi di cadere. Tengo le braccia sempre più aperte e cammino lentamente eseguendo una rondata che mi fa arrivare dall'altra parte della trave, qui mi fermo e chiudo gli occhi e metto un piede avanti, respiro, calma, ci vuole coraggio, ci vuole pazienza, ci vuole equilibrio Anny! Prendo una rincorsa veloce come non avevo mai preso prima ed eseguo una bellissima sequenza di movimenti sulla trave, il pubblico impazzisce e dal rumore degli applausi mi sembra davvero entusiasta. Continuo a camminare sulla trave, non ho paura di perdere l’equilibrio, eseguo tutto quello che posso svolgere sulla trave per impressionare i giudici di gara. Mi giro di colpo, i piedi si girano immediatamente manco fossero telecomandati, sorride e mi appresto a chiudere il mio primo esercizio alla trave nei professionisti, le mie compagne mi guardano meravigliate e stupite e dire che sono felice di questa cosa è poco. Svolgo una ruota e poi un altra ancora e poi di nuovo una rondata e non sono neanche stanca, ho appena cominciato ma i 90 secondi di tempo stanno per finire e io devo chiudere questo esercizio. Svolgo una rondata e atterro sul tappeto blu sotto la trave e alzo le braccia verso l’alto. Il pubblico presente si alza in piedi per applaudirmi, Torino è ai miei piedi, sono entusiasta di quello che sono riuscita a fare e i giudici mi assegnano il punteggio più alto, osservo i monitor emozionata come non mai e le mie compagne di squadra mi vengono ad abbracciare molto affettuosamente, io le stringo a me e la mia severa allenatrice, Natasha mi osserva da lontano e anche lei si lascia andare ad un piccolo sorriso soddisfatto, la gara è appena cominciata e questo è solamente l’inizio della mia nuova avventura nel mondo della ginnastica artistica.
   
 
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