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Autore: _IceStorm_    07/08/2017    0 recensioni
Dal testo:
"Il sapore cristallino di una giornata di sole lo investe improvvisamente, una mano a schermarsi gli occhi. Il giglio è sempre lì, radioso e caldo. C'è una ragazza davanti a lui, accovacciata a terra. Sta sorridendo, la luce delle stelle impressa negli occhi chiari. E' bellissima, come in un sogno. Per un attimo, il suo volto diviene sfocato, macchiato di lacrime e urla. Ma la sua risata sa del fruscio di foglie al vento, e il ragazzo sorride. Tutto finisce e inizia lì, in quella piccola incurvatura soffice. Lentamente, porta il giglio davanti a sé. Gli occhi della ragazza si sgranano per lo stupore, e d'improvviso si trova cinto da braccia magre. Le sue labbra -petali di rosa- si accostano morbide al suo orecchio. Si aspetta un piccolo sussurro mormorato da voce d'acqua, ma non arriva. E' un momento e sono sempre lì, abbracciati, tanto che il ragazzo crede possa non finire mai. Ma stanno già affondando nell'acqua scura, milioni di bolle chiare sprigionate dalla vita intrappolata nelle loro labbra."
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest, Tematiche delicate
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-Starlight-

Il ragazzo sta lì, fermo, sotto la pioggia. Non sembra, ma aspetta. Aspetta, con un fiore bianco in una mano e una promessa nell'altra. Ha un sorriso morbido, dolce, sulle labbra e lacrime negli occhi. Davanti a sé, una lapide. Dietro, vita. Deve scegliere, fra le due. Le dita bianche, affusolate, premono delicate sullo stelo, fino a salire, lievi, ai soffici petali bianchi. Li accarezzano, leggere. Il ragazzo non sorride più, ora, ma ha la testa piegata di lato e il cappuccio della felpa sugli occhi. Fa un passo in avanti, e tutto intorno a lui si sgretola, cenere spazzata via dal vento. Gocce d'acqua non scendono più ad accarezzargli il volto, le labbra non sono dischiuse sul loro retrogusto salato.
Il sapore cristallino di una giornata di sole lo investe improvvisamente, una mano a schermarsi gli occhi. Il giglio è sempre lì, radioso e caldo. C'è una ragazza davanti a lui, accovacciata a terra. Sta sorridendo, la luce delle stelle impressa negli occhi chiari. E' bellissima, come in un sogno. Per un attimo, il suo volto diviene sfocato, macchiato di lacrime e urla. Ma la sua risata sa del fruscio di foglie al vento, e il ragazzo sorride. Tutto finisce e inizia lì, in quella piccola incurvatura soffice. Lentamente, porta il giglio davanti a sé. Gli occhi della ragazza si sgranano per lo stupore, e d'improvviso si trova cinto da braccia magre. Le sue labbra -petali di rosa- si accostano morbide al suo orecchio. Si aspetta un piccolo sussurro mormorato da voce d'acqua, ma non arriva. E' un momento e sono sempre lì, abbracciati, tanto che il ragazzo crede possa non finire mai. Ma stanno già affondando nell'acqua scura, milioni di bolle chiare sprigionate dalla vita intrappolata nelle loro labbra. Sente di nuovo il sole sulla pelle, ma questa volta fa più male. La ragazza nuota a pochi metri da lui, e ride. Ride, mentre col dito indica i ciuffi di capelli sparsi sulla sua fronte. Il ragazzo non ricorda di aver mai fatto ridere nessuno, in vita sua. Sorride di nuovo, ma stavolta le labbra tirano, come una maschera. Le stelle, negli occhi della ragazza, sono sempre là. Sono là, che splendono argentee, mentre piano le loro fronti si toccano. Sono là, mentre la piccola goccia salata sulle labbra di lei scivola ad accarezzare quelle di lui. Scende, col suo sapore dolce, e si espande su di loro, mutando ogni cosa. Sono in una stanza grande, stavolta. Il ragazzo non sorride più, e le stelle negli occhi della ragazza splendono un po' meno. Sta urlando, ma il ragazzo non riesce a sentire la sua voce. Sembra piangere, e vorrebbe regalarle un giglio bianco, asciugare le sue lacrime e farla sorridere di nuovo. Vorrebbe sapere perchè sta piangendo, e non sentirsi dire che il motivo è lui. Gliel'hanno detto troppe volte, in vita sua. Ma non può avvicinarsi, e sente il giglio tra le sue dita appassire lentamente. Un petalo cade, e al suo interno è dipinta una notte di pioggia. Il ragazzo è in piedi, fermo, e guarda. Guarda, spento, il corpo sull'asfalto. Ammira i capelli tinti di rosso e le stelle negli occhi: morte. Una goccia di pioggia gli scivola lungo la guancia, e disegna per lui una lacrima. Il giglio è appassito, soffocato nel sangue. Ed è il sangue a soffocare tutto nella sua cappa densa, mentre lui ricorda. E' di nuovo davanti alla tomba, ma non c'è il suo nome, sopra. Ricorda il dolore, e piega la testa mentre, con lo sguardo, osserva la pioggia formare rigagnoli blu notte. Ricorda la rabbia, e il cappuccio cade e si bagna le palpebre, la bocca. Ricorda la disperazione, e il giglio è tinto di rosso cremisi. Ma è il rosso del sangue che sgorga, tranquillo, dai tagli sulle sue braccia. Non è più bianco, quel giglio. Sa che, in realtà, non sta aspettando per prendere una decisione. L'ha già presa tempo fa. E' il suo nome, nome di maschio, quello inciso sulla lapide. Non fa più male, ormai. Sta aspettando, per rivedere le stelle. Si guarda intorno, per la prima volta. C'è un'ombra, nella pioggia. Il ragazzo sorride, di un sorriso vero, e allunga una mano. Sente l'acqua avvolgerlo, fresca, e il rosso scivola via. Dita pallide, delicate, si avvolgono piano attorno al suo polso. C'è una ragazza con lui, nell'acqua. Ha i capelli sparsi sul viso, e gli sorride. Il ragazzo, lentamente, porta il giglio davanti a sé. Lei lo prende, con mani esitanti e delicate, e se lo porta alle labbra. Petali di rosa sfiorano, morbidi, quelli bianchi del giglio. La pioggia scivola lungo il volto della ragazza, e fa brillare il suo sorriso. Sussurra una parola, con voce d'acqua. Questa volta, il ragazzo la sente. “Grazie”.
*
L'hai sentito di quel ragazzo, quello di su?”
No, che ha fatto?”
Si è suicidato...e non aveva nemmeno vent'anni.”
E perchè, scusa?”
Sembra che non sia mai riuscito a superare la morte della sorella.”
Chissà la sua famiglia...da due figli, non averne neanche uno...”
Già. Beh, sbrigati, o faremo tardi.”
*
Sulle loro tombe, un unico giglio. Bianco.
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NOTE DELL'AUTRICE (?) :
Oh. Che bello. Quant'era che non ammorbavo il sito con le mie fanfiction. In un profilo nuovo, per giunta. :)
Innanzitutto: complimenti a te per essere arrivato fin quaggiù.
Soooo...se qualcuno si sta chiedendo che cos'è 'sta roba: non lo so neanche io. Forse la mia parte sentimentale, forse no. Ma passiamo alle spiegazioni, da persone serieh.
Aloooora: nella mia mente malata, questo è una introspezione post-mortem di un suicida. Roba allegra, insomma. XD Il giglio, per me, rappresenta la felicità del ragazzo, che segue una specie di ciclo: nei primi ricordi, quelli più indietro nel tempo, il giglio è fiorente, il ragazzo è felice. Poi -per qualcosa che decidete voi- la sua felicità inizia a svanire, così come il giglio appassisce. Il declino finale -nonchè la morte del fiore- è data dalla morte della sorella del ragazzo. Qui fate voi, incest o non incest. Il tizietto ritrova la felicità incontrando di nuovo la sorella dopo la morte. E boh, spiegazione finitah. Seh, meglio se mi do all'ippica. XD
Sappiate che se lasciaste una recensioncina piccola piccola, anche per insultarmi, fareste una persona molto contenta. XDDD
XOXOXO
A.








 

 

   
 
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