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Autore: Blue_Lily    08/08/2017    0 recensioni
In una terra mistica come quella di Arcana non si può mai prevedere cosa potrebbe accadere, che sia qualcosa di positivo o estremamente disastroso. Minacciata da un aspirante dittatore vampiro, un essere in grado di viaggiare nel tempo e altre enormi calamità, toccherà a un gruppo di eroi provenienti da parti diverse di Arcana salvare quella che considerano la loro casa. Ma se stessero commettendo un errore a intromettersi in questa storia?
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo

Una lenta e melodica litania è l’unica cosa che riecheggia in quel grande salone rettangolare, un canto lento e melodioso in una lingua ormai dimenticata che recita una preghiera quasi disperata, quasi fosse una richiesta d’aiuto, mirata a richiamare la divinità venerata in quella sala, o più precisamente in quel tempio. La porta dell’ingresso è spalancata, in modo tale che la luce rossastra di quella luna cremisi possa illuminare l’interno quel luogo sperduto in mezzo alle foreste e risaltarne i dettagli coi suoi riflessi sanguigni. L’interno è un continuo corridoio fiancheggiato da file di colonne d’avorio sobrie, senza particolari fregi. Neanche una panca per degli eventuali credenti, solo il vuoto del salone dal pavimento celeste con le sfumature bianche. Le mura sono completamente blu, più chiaro verso il pavimento e più scuro man mano che si avvicina al soffitto, un’unica enorme volta a vela completamente nera punteggiata da puntini bianchi, quasi fosse un cielo notturno. Cinque punti più grandi e azzurri si distinguono in quel mare nero e bianco, come se fossero una grande costellazione. La parete in fondo al corridoio presenta lo strano e grande affresco di una spirale azzurra e bianca, circondata da otto stelle, una per ogni punto cardinale. Sotto quest’affresco, poco più avanti a un piccolo spiazzo circolare, un altare dorato ricoperto di motivi a spirale probabilmente usato in passato per compiere dei riti, e più avanti ancora, inginocchiata, una donna di mezza età, o donna si fa per dire: le sue orecchie e coda da volpe tradiscono la sua natura completamente umana, ma ad Arcana, che è una terra abitata dalle razze più improbabili, non è un problema.
Lei rimane inginocchiata, assorta nel suo canto, come se aspettasse una risposta da parte di qualcuno... Ma viene interrotta. Dalla porta spalancata comincia a rimbombare il suono ritmico dei passi, passi leggeri e aggraziati ma che comunque si fanno sentire. La donna si volta di scatto, visibilmente terrorizzata (in fondo, quella che stava facendo era una cosa proibita nel nuovo regno), ma la visione che le si para davanti lascia spazio solo a stupore misto a timore: una figura che pare di una donna avvolta da un lungo mantello in controluce, ma una luce pura e bianca, non quella scarlatta della luna; una donna sconosciuta, ma allo stesso tempo molto vicina alla mezza volpe ancora inginocchiata a terra. Appena la luce si affievolisce, la volpe si inchina davanti a quello che vede, trattenendo a stento le lacrime.
«Ho ascoltato la tua preghiera, consacrata. Sono qui per accettare la tua richiesta.»
La donna inginocchiata si lascia scappare un paio di lacrime di gioia: il suo desiderio può finalmente essere esaudito, il suo sogno di pace per lei e il mondo intero finalmente avverarsi.
«Divina, io non so davvero come ringraziarti, io-...»
«L’unica cosa che chiedo in cambio è un tributo in pietre preziose e sangue, ma so anche che tu sei sprovvista di entrambi e come ben sai ucciderti andrebbe contro la legge celestiale.»
E’ vero, se lei dovesse uccidere o fare del male a un suo consacrato rischierebbe la vita... si ritrova a pensare la volpe, mantenendo la testa bassa.
«Ed è per questo che sono io a fare una richiesta a te.» la volpe raddrizza le orecchie, in ascolto «Voglio che tu mi lasci modificare un solo evento al di fuori di quello che mi hai descritto, ovvero la distruzione di una precisa città. Così potrai ripagare il tuo debito, no? La città in questione è Senna.»
La donna a quel nome spalanca gli occhi, alzando la testa di scatto.
«Divina, perché proprio Senna?»
«E’ una città di noto spessore per quanto riguarda la popolazione e la produzione di gemme, sarebbe un ottimo affare.»
«Quel posto è pieno di famiglie, perché vuoi spargere il loro sangue?»
«Hai idea del numero di vite che il tuo Imperatore ha mietuto? Per ripagare un numero simile ci vuole un numero altrettanto grande, e Senna di quel che so lo ricopre del tutto. Se vuoi cambiare il futuro, bisogna cambiare qualcosa anche nel passato.»
«Le gemme... Le gemme a cosa ti servono invece?» deglutisce.
«... Il tempo non si attraversa a gratis.»
La risposta lascia alquanto perplessa la donna-volpe, ma non ci da molto peso. La creatura celestiale la aggira, dirigendosi a passo lento verso lo spiazzo dietro all’altare, prima di venire bloccata dalla consacrata.
«Aspetta!»
La creatura si ferma, voltando appena la testa, facendo cenno di continuare.
«A Senna... A Senna abita un ragazzo consacrato, l’unico della sua città. Nel periodo che ti ho indicato nella preghiera lui dovrebbe essere poco più di un bambino... Te l’ho detto per non metterti nei guai con la legge celestiale.»
«... Hai fatto bene a dirmelo, ti ringrazio. Avrai ciò che desideri.»
Continua la sua marcia verso il centro dello spiazzo, mentre un piccolo punto sulla sua fronte comincia ad illuminarsi, e allo stesso tempo la spirale raffigurata sul muro comincia a roteare, illuminandosi di una luce violacea. Un attimo dopo, la spirale si allarga, dando posto a un varco scuro ma ipnotico. Un salto, e lei ci è dentro. Il varco rimane aperto ancora per un minuto, prima di richiudersi e tornare ad essere la statica spirale di prima, sotto lo sguardo sbalordito e attonito della donna.
«Buona fortuna, divina Rain...»
 
Buio. Neanche una stella in quel cielo color della pece, in una notte senza luna. Senna è silente, l’intera città è quieta e deserta, non una singola anima si aggira per quelle strade.
Senna è una nota città-stato indipendente per quanto riguarda l’agricoltura e il commercio, forse l’unica di particolare rilevanza dopo Avalor nell’intera terra di Arcana; sorge in un’enorme pianura circondata da una piccola foresta circondata a loro volta dalle montagne e affiancata da un piccolo fiume che rende la terra adatta alla coltivazione. Inoltre, nella montagna più vicina è presente la più grande miniera di pietre preziose di tutta Arcana. Le case sono perlopiù palazzi alti pochi piani verso il centro, man mano che ci si allontana sorgono piccole ville bifamigliari e le grandi abitazioni dei proprietari terrieri. Al centro di tutto c’è una piazza usata per gli scambi commerciali durante i mercati.
Rain osserva tutto questo dall’alto di una di quelle montagne, appollaiata su un masso e avvolta nel suo caldo mantello nero, la testa coperta interamente dal cappuccio, forse l’unica cosa appena visibile in tutta quella oscurità è una clessidra grande quanto una mano appesa al suo fianco, splendente di una propria luce azzurrina. Generalmente usa quella per viaggiare nel tempo, ma in quel caso non ce n’è stato bisogno; perché usare la clessidra quando c’è il portale a sua disposizione? Ci appoggia una mano sopra, stringendola appena con le dita, palpando quella superficie dorata e stranamente tiepida, tirando appena un sospiro. Non può permettersi di perdere quell’oggetto, oppure avrebbe avuto solo una possibilità di fuga in caso di necessità.
Volge nuovamente lo sguardo verso Senna. Quel villaggio... Dopo giorni di ricerca è riuscita a trovarlo: ora le rimane solo dare l’effettivo via alla missione. Uno sbuffo di vapore esce dalla sua bocca in un sospiro mentre si alza in piedi sul masso; è una notte particolarmente fredda. Lo strano bagliore le illumina la fronte e qualche secondo dopo è semplicemente una luce in volo, diretta verso Senna.
~
Un rumore ritmico e lento riescheggia per le strade, un rumore strano e inquietante, ma così leggero che pare mistico. Non ci vuole molto prima di attirare l’attenzione di un ingenuo ragazzino di poco più di 11 anni con problemi d’insonnia, un semplice bambino dai capelli rosso fuoco come tanti. Questo fin da quando sente il silenzio della sua città rompersi si alza dal letto in cui stava disperatamente cercando di prendere sonno, affacciandosi alla finestra. Ed è lì che la vede: una sinuosa figura che a passo ritmico e relativamente leggero segue la sua strada solitaria fra le vie della città, probabilmente diretta verso il centro. Con sorprendente velocità, il ragazzino si mette sulle spalle un cappotto abbastanza pesante e, senza neanche curarsi di mettersi le scarpe, si catapulta fuori all’inseguimento della figura. Passo dopo passo segue quella figura, cercando di fare meno rumore possibile e nascondendosi dietro a qualcosa a intervalli regolari. Una volta arrivata, si ferma al centro della piazza togliendosi di dosso il mantello: da qui in poi non le sarebbe più servito. Sotto lo sguardo stupefatto del bambino, si libra in aria illuminando le mani di luce propria, i lunghi capelli come scompigliati da un vento invisibile. Il bimbo non può che rimanere incantato da quella ragazza librata in aria, girata di spalle così che non possa essere vista sul volto, luminosa... Per un attimo pensa che si tratti di una divinità. Ma in breve tutta quell’ammirazione si tramuta in orrore, proprio quando la vede lanciare una strana palla luminosa che, al minimo contatto con una casa, esplode rendendo parte di quest’ultima solo rovine carbonizzate. Lancia un urlo, e poco dopo la ragazza si gira verso di lui con uno sguardo di fuoco, uno sguardo che si tramuta subito dopo in uno stupito. Era già lì per creare una nuova sfera assorbendo l’energia circostante da lanciare addosso al ragazzino, prima di riconoscerlo, quando una freccia le sfiora la testa, recidendole qualche capello. Si gira nuovamente dalla parte della freccia con lo sguardo irato, vedendo un gruppo di guardie e un paio di arceri dietro di lei pronti ad attaccare. Si guarda intorno: la città è in subbuglio. Deve fare in fretta.
Senza aspettare altro, lancia la sfera che stava creando verso terra, sprigionando una luce quasi abbagliante che incendia tutte le cose combustibili nei dintorni. E’ dal fumo e le fiamme che si propagano in poco tempo che appare un enorme serpente volante simile a un drago senza ali e quattro corte zampe, poco definibile a causa dell’impalpabile muro nero che sta avvolgendo lentamente la città. Un soldato fa per attaccarla, ma poco dopo una fiammata di fuoco blu lo polverizza, e con lui anche alcuni dei suoi compagni. Non ci vuole molto prima che tutta la città venga rasa al suolo e lei spicchi il volo per poi scomparire là dove è venuta.
Un solo superstite in tutta quella tragedia, uno solo che ha potuto vedere gli orrori che la città e le persone che la abitavano hanno subito. Non dimenticherà i corpi carbonizzati, le grida di terrore di chi cercava disperatamente di scappare ed è stato ghermito dagli artigli della bestia. Non dimenticherà nulla di ciò che è successo, ma soprattutto non dimenticherà lei: la ragazza che ha causato quell’ecatombe. Lo stesso bambino dai capelli rosso fuoco che credeva di aver trovato una divinità ora vuole solo distruggerla e porre fine a quella che sarebbe stata una strage senza eguali. Ma proprio mentre vede la luce azzurra proveniente da quel mostro sparire in lontananza, cade in ginocchio, poi completamente a terra, privo di sensi.
   
 
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