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Autore: hele    09/08/2017    4 recensioni
In seguito alla fine della Guerra Magica, Ron ed Hermione si ritrovano a condividere lo stesso tetto, e ben presto anche lo stesso letto. Serie di incontri notturni che porteranno pian piano i nostri eroi ad avvicinarsi sempre più.
"Il piede di Hermione prese a battere sul terreno nervosamente. Ron lo sapeva, non era un buon segno.
Il ragazzo aprì la bocca una, due, tre volte, ma nessun suono sembrava volerne uscir fuori.
-Ebbene?-
-Hermione, ecco.. io volevo dirti che.. penso di...-
-Oh insomma Ron! Sto perdendo la pazienza-
-Vgliofrl'morecnte-
-Cosa?-
Ron prese un profondo respiro, chiuse gli occhi e ripetè il più lentamente possibile la frase.
-Voglio fare l'amore con te-"
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Incontri notturni fine In poche falcate raggiunse la sommità delle scale.

Perchè maledizione, perché?

Aprì meccanicamente la porta della sua stanza per poi richiudersela alle spalle con un tonfo.

Perchè proprio a lui?

Si abbandonò appoggiandosi con la schiena alla superficie lignea della porta.

Perchè quella sera!

Leotordo lo raggiunse in un turbinio di piume, eccitato come al solito. Ron lo scacciò sgraziatamente con la mano.

Puzzava di vino.
 
Abbassò lo sguardo sulla maglietta che, bagnata, gli aderiva al corpo.
 
Una grossa chiazza di vino rosso troneggiava proprio al centro del suo petto, rivoli del liquido alcolico si erano fatti strada tra la trama del tessuto dell'indumento espandendo la macchia.

L'aveva scelta accuratamente quella maglietta prima di scendere a cena.
 
Una semplice t-shirt bianca. Vi sembrerà roba da niente ma lui l'aveva dovuta cercare.

Niente di slargato o sbiadito, troppo utilizzato dai fratelli; niente di imbarazzante, infantile o inappropriato, regalatogli da sua madre.

Una maledetta maglietta normale senza grandi pretese.

Era stata una perdita di tempo.

Se la sfilò con rabbia e la gettò a terra.

Voleva fare bella figura quella sera... cioè, non aveva in mente niente di particolarmente elaborato, ma per lo meno evitare di coprirsi di ridicolo davanti a tutta la tavolata.

Grattastinchi.. si ritrovò a pensare, quel gatto deve proprio odiarmi.

Quante volte era venuta Audrey a casa loro? tre, quattro... mai una volta che avesse accennato a questa fantomatica allergia ai gatti, e soprattutto... quand'è che quello stupido animale malefico doveva farsi vivo a rovinargli la serata??

Oggi! pensò sferrando un calcio alla maglietta ridotta ad un misero fagotto intriso d'alcol riverso sul pavimento; la fece volare proprio addosso a Leotordo che contrariato si spostò sulla cima dell'armadio.

Si sentiva appiccicaticcio, una sensazione sgradevole.

Fece passare le dita sulla pelle precedentemente coperta dal tessuto bagnato e si riscoprì ad immaginare lei al suo fianco.
 
Lei a toccarlo.

Scosse la testa a scacciare quei pensieri. Se avesse potuto avrebbe dato un calcio anche a loro.

Probabilmente ora stava ridendo di lui con il resto degli astanti,  e come biasimarli.

Rabbrividì per il freddo non appena staccò contrariato i polpastrelli dal suo petto. La finestra era socchiusa per permettere a Leotordo di entrare ed uscire a suo piacimento, un venticello pungente glielo ricordò.

Tanto valeva cambiarsi.

Si diresse verso la cassettiera che conteneva i suoi vestiti accuratamente appallottolati.

Aprì con uno strattone il primo cassetto continuando ad automaledirsi quando...

Lo sguardo si posò su un pacchettino color malva attorniato da un elegante nastro di raso rosa perlato che si chiudeva in un vaporoso fiocco sulla sommità.
 
Se ne stava lì, semi-nascosto tra i suoi abiti.

Il ragazzo sbuffò frustrato alla visione di quel presente.
 
Aveva intenzione di regalarlo ad Hermione, sarebbe stato il protagonista della serata quel coso là, almeno inizialmente.

Dimentico del cambio d'abito, afferrò la scatolina e si gettò a sedere sul bordo del suo letto straordinariamente rifatto per l'occasione.

Il gufetto, appollaiato sull'armadio lo guardava tubando dolcemente, aveva già dimenticato i modi rudi con cui era stato accolto, dopotutto ci era abituato.

Ron si rigirò il pacchettino tra le mani, non sarebbe mai riuscito ad acquistarlo senza l'aiuto di Harry.

Aveva letto in un inserto nelle ultime pagine della Gazzetta del Profeta l'annuncio dell'apertura di quel nuovo negozio in centro.

Un negozio per "donne scarlatte" lo avrebbe definito sua madre, un negozio "moderno" l'avrebbe denominato sua sorella.

A dirla tutta si augurava fortemente che Ginny si mantenesse alla larga da quei tipi di commerci, aveva notato (con forte fastidio) una certa curiosità da parte di Harry quando gli aveva mostrato l'articolo.
 
Non appena avevano varcato titubanti la soglia si erano trovati proiettati in un mondo totalmente sconosciuto, circondati da oggetti di cui avevano sentito solo parlare in discorsi spavaldi e fantasiosi tra amici a scuola, Finnigan vantava una certa conoscenza dell'argomento.

La luce soffusa e il forte odore vanigliato predominavano la scena mentre vapori dalle sfumature violacee e rosate esalavano da boccette che sobbollivano su svariati scaffali.

C'erano anche dei piccoli pentolini decorati con dei cuori, all'interno dei quali  cucchiaini rimescolavano languidamente il contenuto.

C'era da restarne storditi.

Dal soffitto penzolavano ogni qualsivoglia tipo di biancheria, dal pizzo alle piume di ippogrifo.

Per non parlare di tutti quegli strumenti che Ron, si vergonava ad ammetterlo,  non avrebbe saputo utilizzare neanche nei suoi sogni più fervidi.

Dalla faccia stralunata di Harry si rese conto che anche lui non doveva sapererne di più.

Si trovava decisamente a disagio lì dentro e, quando la proprietaria era venuta loro incontro, avvolta in un abito nero lucido con una generosa scollatura, lunghi capelli biondi annodati strettamente in una coda alta e uno sguardo ammaliatore, fu grato che l'amico si trovasse con lui.

Era stato la voce che lui momentaneamente aveva perso (quella donna era una Veela, ne era certo! Lui era sensibile al fascino delle Veela).

Harry,ostentando una certa spavalderia, tradita soltanto dal colore del suo viso virato ad un vivace rosso papavero, aveva asserito:

-Ci servirebbe un "dove-vuoi"-  



Dopo mesi e mesi di assenza vi lascio con questo stralcio di capitolo. Purtroppo ho  decisamente perso la mano con la scrittura e sono un pochino bloccata. Nel mio cervello è tutto chiaro, ma ho difficoltà a riportarlo su testo, quindi al momento vi lascio solo queste poche righe, ma questa volta ci rivedremo presto!
Hele

  
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