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Autore: Najara    10/08/2017    7 recensioni
Lena sa di aver partecipato attivamente all'invasione daxamite e, malgrado l'abbia anche fermata, non riesce a darsi pace, soprattutto se pensa a Kara e a quello che ha perso e poi a Jack e a come, anche quella volta, sono state le sue scelte a cambiare tutto.
A volte, però, sono i punti di rottura a cambiare le cose e ad aprire il mondo a nuove possibilità.
Storia SuperCorp un poco speciale in cui, voi lettori, avrete un ruolo attivo!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Kara Danvers, Lena Luthor
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa non è una storia come le altre, ho preparato un piccolo gioco per voi che, spero, vi piacerà. Vi prego, quindi, di soffermarvi a leggere le note alla fine del capitolo.

 

 

Consolarsi

 

Metropolis, dopo tanti mesi era di nuovo lì e non per piacere. Lena osservò le lapidi accanto alle quali passava, sembravano scorrere via da sole, mentre lei, immobile, aspettava che giungesse davanti alla verità.

Ed eccola lì, un’elegante lapide eseguita in metallo e pietra, forme spigolose che si sposavano con forme arrotondate, un'opera d’arte al cui centro vi era una piccola fiammella accesa.

“Jack.” Mormorò e sentì un dolore sordo espandersi nel suo petto. Aveva rimandato, giorno dopo giorno, ma alla fine eccola lì, davanti alla sua tomba. Davanti all’inesorabile prova: era morto.

“Mi dispiace.” Mormorò ancora, come quella notte, la notte in cui aveva dovuto scegliere, lui o il mondo, lui o ciò che simboleggiava speranza e giustizia. Aveva scelto lei, Supergirl, e lui era morto.

Posò la mano sul metallo e sentì solo freddo, eppure Jack era caldo, Jack era il suo migliore amico, la faceva ridere, la faceva sentire leggera, la faceva sentire amata, qualcosa che nessun’altro era mai riuscito a fare prima.

Non pianse, il suo corpo si rifiutava di concederle quel sollievo, invece, ancora una volta, come tanti mesi prima, ascoltò il freddo e se ne lasciò avvolgere.

“Sapevamo che prima o poi saresti venuta qua.” Disse una voce alle sue spalle e Lena si voltò. La sua faccia era una maschera di indifferenza, il suo cuore era muto, un blocco di ghiaccio nel petto e neppure la pistola che le era rivolta contro le diede un brivido.

“Bene.” Disse soltanto. Forse era meglio così, forse, dopo tutto, la morte sarebbe stato un sollievo.

Chiuse gli occhi mentre l’uomo, sicuramente un sicario pagato da suo fratello, premeva il grilletto. Il suo ultimo pensiero fu Kara, avrebbe pianto?

L’impatto non avvenne, ma due braccia forti e calde si chiusero attorno a lei, sollevandola in cielo.

Spalancò gli occhi, sorpresa.

“Superman?” Domandò, anche se era difficile confondere l’uomo d’acciaio per qualcun altro.

“La stavano aspettando, miss Luthor. È stato imprudente venire senza una scorta.”

Non rispose all’uomo che la depose accanto alla stazione di polizia.

“Grazie.” Mormorò, più per abitudine che altro.

“Le consiglio di denunciare l’accaduto e di tornare a National City, lì sarà più al sicuro.” Annuì, mentre lui la scrutava per qualche istante prima di alzarsi in volo e andarsene.

 

L’autista le aprì la porta e lei lo salutò prima di raggiungere il suo appartamento. National City era calda anche a quell’ora della notte, ben diversa da Metropolis, ma lei non riusciva a riscaldarsi.

Lena entrò e posò la borsa sul mobiletto d’ingresso, poi senza esitare raggiunse il piccolo mobile dei liquori e si verso un bicchiere che bevve tutto d’un fiato, senza neanche sedersi.

Sentire il bruciore del brandy scenderle lungo la gola le fece chiudere gli occhi, quando li riaprì se ne versò un altro bicchiere abbondante e poi si sistemò sul divano, fissando il vuoto davanti a lei.

Voleva davvero morire? Si domandò. Perché, per un istante, un breve ma intenso istante, aveva provato un senso di pace all’idea che fosse finita.

Un leggero bussare la fece sobbalzare. Sorpresa posò il bicchiere sul tavolino di vetro e raggiunse l’ampia vetrata che dava accesso al balcone. Dietro di esso vi era Supergirl, il viso teso.

Aprì la porta, preoccupata.

“Cos’è successo?” Domandò subito, mentre con un brivido si chiedeva se Kara stesse bene. Non le aveva detto che andava a Metropolis e così non aveva potuto scriverle che era tornata.

“Io chiedo a te cos’è successo!” Esclamò però la donna entrando nel suo appartamento con il mantello che le svolazzava dietro alle spalle, chiaro indice della sua agitazione.

“Oh…” Disse e la ragazza d’acciaio si voltò a guardarla, le mani sui fianchi, l’aria arrabbiata. “Devi aver parlato con Superman.” Comprese.

“Se non fosse stato lì vicino, se non… Lena, per Rao! Avresti potuto morire!” La concitazione nella sua voce era più che evidente, ma la rabbia era sfumata nella preoccupazione.

Lena scosse la testa, voltandosi, incapace di darle una qualsiasi risposta.

“Se avessi saputo che volevi andare… io…” Insistette la supereroina.

“Cosa avresti fatto?” Chiese lei e il suo tono era brusco ora. “Non ne hai abbastanza di sistemare i miei errori?” La kryptoniana la guardò confusa. “Non sarebbe tutto più facile se… se scomparissi?”

“No!” La risposta giunse senza un briciolo d’esitazione. “No!” Rispose con ancora più veemenza Supergirl. “Come puoi pensare una cosa simile? National City ha bisogno di te, Kara ha bisogno di te!” A quel nome Lena abbassò il viso e scosse la testa.

“Kara…” Mormorò piano.

“Sì.” Assicurò Supergirl.

“Lei dovrebbe essere la prima a desiderare che io me ne vada, e poi toccherebbe a te e infine a National City.” Un sorriso amaro apparve sulle sue labbra. “Ho creato il portale, ogni morte accaduta durante l’invasione daxamite ricade sulle mie mani e Kara… Kara ha perso l’uomo che amava perché io, io, la sua amica, gliel’ho strappato via.” Una lacrima le scivolò lungo il viso e Lena la scacciò bruscamente.

“Non è vero, io ho preso la decisione e Kara sa che era l’unica cosa da fare, la cosa giusta da fare, per tutti.”

“Jack è morto perché io ho lasciato Metropolis, se fossi rimasta non gli avrei mai permesso di farsi quello che…” Scosse la testa e la guardò. “E Kara? Io ho sbagliato e lei ne porta le conseguenze.”

Supergirl fece due passi verso di lei, sembrava davvero arrabbiata ora.

“Kara ha perso il suo fidanzato, ti sei mai fermata a chiederti cosa succederebbe se perdesse anche te? Ti sei mai chiesta come il suo cuore potrebbe continuare a battere se tu morissi? Se perdesse anche la sua migliore amica?” Lena sbatté le palpebre sorpresa, non si era aspettata tanta passione in Supergirl.

“Io…”

“Cosa credi che proverei?”

“Tu?” Domandò allora lei e Supergirl la fissò prima di annuire.

“Sei importante per me.” Ammise la ragazza d’acciaio e Lena, per la prima volta, si soffermò a pensare alla kryptoniana. Aveva perso tutto nella vita, il pianeta, la famiglia, passava il suo tempo a salvare le persone e… a vederle morire. Lei si sentiva così impotente eppure era solo una donna con molti soldi, Supergirl come doveva sentirsi?

“Siamo più simili di quello che immaginavo.” Mormorò, pensierosa.

“Perché credi che fossero qua i daxamiti? Perché credi che Rhea abbia deciso di volere questo mondo? Credi di essere l’unica a sentirti in colpa per i morti di quella invasione? Credi che anche io non voglia, semplicemente, sparire?”

Sentire la voce rotta della supereroina pronunciare parole che echeggiavano così in profondità nel suo cuore la colpì.

“Non sei sola. Lena.” Affermò ancora la kryptoniana. “Io sono qui.”

Quando Lena sentì una lacrima rotolarle lungo la gota non la fermò, lasciando che compisse il suo arco e ne fosse seguita da un’altra. Poi, le braccia calde e sicure di Supergirl la avvolsero e lei pianse, per la prima volta pianse solo per se stessa e permise al suo dolore di alleviarsi un poco.

Forse, non era così sola come credeva.

 

Strinse Lena tra le braccia con forza, con paura, non poteva perderla, non poteva lasciare che anche lei se ne andasse. Oh, aveva avuto così paura quando Kal l’aveva chiamata e le aveva detto quello che era successo.

‘Non stava lottando, Kara… aspettava il proiettile e basta…’ Le aveva detto, con la sua voce calma e dolce. Quelle parole l’avevano sconvolta ed era volata da lei appena era tornata a casa.

Ma, perché era lì come Supergirl e non come Kara? Non lo sapeva neanche lei…

 

“Mi dispiace.” Mormorò Supergirl, accarezzandole la schiena, con gesti lenti e dolci. “Meriti una vita piena di gioia, Lena.” Le disse piano, il respiro caldo che sfiorava il suo orecchio.

Lena si separò un poco da lei, cercando il suo sguardo. Sapeva che l’eroina era bella, quando sorrideva il suo viso si illuminava, ma, anche ora che la fissava con occhi profondi e triste, avrebbe comunque brillato in una stanza. Come Kara, si ritrovò a pensare Lena.

La kryptoniana sollevò la mano accarezzandole il volto, asciugando le lacrime che macchiavano le sue guance. Il suo corpo era caldo, forte, solido contro il suo.

Lena chiuse gli occhi e si spinse avanti baciando le labbra rosee della donna.

Supergirl sobbalzò, tirandosi un poco indietro, ma senza lasciarla andare. I suoi occhi stavano cercando qualcosa nei suoi.

È così sbagliato desiderare il conforto di un corpo caldo?” Bisbigliò Lena e la donna rimase immobile, mentre lei chiudeva gli occhi e la baciava di nuovo.

Questa volta la kryptoniana non si sottrasse, al contrario, le sue braccia si strinsero un po’ di più attorno a lei.

Prima che potesse rendersene conto il loro bacio si era infiammato.

Le loro labbra schiuse si divoravano, mentre le loro lingue sembravano incapaci di smettere di assaporarsi.

Con un brivido Lena sentì la ragazza sollevarla di peso, senza nessuno sforzo, e spingerla contro la parete del muro. Lei si aggrappò alle sue spalle mentre la donna scendeva a baciarle il collo.

Lena spalancò gli occhi quando sentì le mani della ragazza strapparle i bottoni della camicia e passare le dita sulla sua pancia nuda.

“Aspetta!” Disse, rendendosi conto di quello che stava facendo. “Aspetta.” Ripeté, quando la donna cercò i suoi occhi confusa. “Non… non così…” Riuscì a dire. Vide la ragazza sbattere le palpebre e capì che era comprensibilmente confusa.

Ma Lena non voleva del sesso.

Delicatamente prese il volto della giovane tra le mani e poi le baciò le labbra, piano, passò la lingua su di esse per poi sfiorare quella di lei quando fuse le loro bocche.

La giovane la prese tra le braccia, questa volta con dolcezza poi la trasportò in camera da letto, adagiandola sul materasso.

Lena la osservò, i capelli biondi le ricadevano attorno al volto, illuminato solo dalle luci della città che filtravano tra le tende della stanza da letto, i suoi occhi erano dolci, timorosi, gentili, diversi da quelli con cui l’aveva fissata prima.

Alzò la mano e le accarezzò il viso, ancora, ammirando la sua pelle morbida, poi la attirò contro di sé baciandole gli zigomi, poi il naso, fino a giungere alla sua bocca. Di nuovo la baciò, perdendosi tra le emozioni di quel bacio. Non era più Lena Luthor, era solo Lena, tra le braccia di qualcuno che la comprendeva, che era sicurezza e forza, qualcuno di vivo.

Le dita della donna le scostarono la camicia, passando la mano lungo il suo addome, in una carezza leggera che, però, le diede un lungo brivido.

“Va tutto bene?” Le chiese allora Supergirl e la sua voce era profonda, diversa dalla solita.

Lena sorrise, poi prese la mano della donna, che si era fermata, e se la portò al seno, godendosi la sensazione e il piacere di sentire il corpo sopra al suo trattenere il respiro.

Con una certa difficoltà infilò le mani sotto al mantello della donna, fino a trovare il modo di farle scivolare via di dosso il costume. Scoprire il suo intimo, molto terrestre, la fece sorridere di nuovo. La ragazza sembrò intuire i suoi pensieri perché sorrise a sua volta, per poi mordersi il labbro e scendere a liberarla della gonna e di ciò che restava della sua camicia.

Le mani della Kryptoniana esitavano, poi osavano, per poi esitare ancora. Lena si godeva la tortura, mentre si beava della magnifica figura della ragazza. Passare la mani sul suo corpo e sentirne la solida presenza era eccitante e meraviglioso, baciarle e morderle delicatamente la pelle era inebriante.

Il suo reggiseno finì a terra e fu seguito da quello della supereroina e Lena poté posare le labbra su due capezzoli appena più scuri della pelle della donna e tesi dal desiderio.

Per la prima volta sentì Supergirl gemere di piacere e quel suono si riverberò dentro di lei. Ormai erano parecchi minuti che un nucleo caldo e pulsante si era acceso nel suo basso ventre e fu con un certo senso di frustrazione che prese la mano della ragazza sposandola lì dove più la desiderava.

Gemette piano quando sentì le dita di Supergirl spostare di lato il tessuto delle sue mutandine, per poi passare delicatamente sulla sua pelle, umida e calda. Prima però che il suo senso di frustrazione fosse anche solo minimamente appagato, la donna allontanò le mani. Lena si aggrappò alle sue labbra spingendo il bacino contro quello di lei, godendosi il suo ansimo.

La desiderava ed era chiaro che era reciproco. Con un colpo deciso rovesciò le posizioni sistemandosi sopra alla ragazza. A quel punto, però, Lena si fermò. La giovane kryptoniana aveva gli occhi pieni di desiderio, ma si mordeva il labbro nel chiaro intendo di trattenersi.

La giovane Luthor si sfilò l’ultimo indumento e fece lo stesso con quello della donna, osservandola nuda, per la prima volta, poi salì sopra di lei, facendo in modo che le loro intimità si toccassero. Il piacere fu intenso e lei chiuse gli occhi per un lungo istante, poi iniziò a muoversi, questa volta con gli occhi fissi in quelli di lei.

“Lasciati andare…” Mormorò, mentre continuava a muoversi, le mani di Supergirl, posate sui suoi fianchi, come a volerla trattenere e al contempo incapaci di fermarla.

Il piacere crebbe, così come la sua velocità. Un brivido percorse la donna sotto di sé e Lena si fermò bruscamente, il respiro affannoso. Si lasciò cadere addosso a lei e, senza esitare, infilò la mano tra le sue gambe, inserendo un dito dentro di lei.

Supergirl gemette e Lena si morse il labbro, trattenendo il suo piacere e muovendosi, prima lentamente, poi sempre più decisa dentro alla donna. Non ci volle molto. Prima di quanto sperasse, la ragazza sotto di lei chiuse gli occhi e spinse la testa indietro, gemendo forte, mentre il suo corpo veniva scosso da un brivido potente. Lena le baciò il petto, mentre aspettava che la ragazza d’acciaio riaprisse gli occhi. Quando lo fece si specchiò in essi, limpidi e azzurri anche in quella fievole luce.

“Ti ho fatto male?” Chiese subito, con voce tesa. Lena sorrise e scosse la testa.

“No.” Assicurò, mentre prendeva la mano della giovane e la portava di nuovo tra le sue gambe. La ragazza trangugiò a vuoto, Lena non separò gli occhi dai suoi, mentre la sentiva farsi strada, dentro di lei che era ben più che pronta ad accoglierla. La giovane era inesperta, ma Lena la aiutò a trovare il ritmo e, ben presto, il piacere crebbe in lei, fino a farla ansimare.

“Guardami…” Mormorò allora la donna e lei spalancò gli occhi sorpresa, smarrendosi in quel limpido azzurro, mentre il suo corpo e la sua mente si perdevano nel piacere dell’orgasmo.

 

Kara osservò il corpo nudo accanto al suo. Cosa aveva fatto?

Era andata da lei perché aveva avuto paura di perderla e quando Lena l’aveva baciata si era detta che era solo sesso, che meritavano, l’una e l’altra, il confronto di braccia amiche. Protetta dal suo costume non avrebbe avuto bisogno di dare spiegazioni e Lena era stata chiara, era solo un consolarsi a vicenda…

E poi… e poi era stato tutto meno che sesso! Rao, aveva fatto l’amore con Lena e quello che aveva provato era stato…. non aveva mai… quel piacere… oh Rao!

Si voltò senza parole tornando a fissare la donna addormentata. Era così bella e la sua pelle era così morbida, i suoi occhi così limpidi e il suo sorriso così dolce…

Scosse la testa: cosa aveva fatto?

Si morse le mani e si sollevò a sedere sul letto. Lena si mosse un poco, disturbata da lei, probabilmente.

Non poteva neppure dire che era stato un errore, visto che lo aveva reiterato più volte nella notte! Ed era stato dolce, passionale, eccitante… Lena era… Rao, Rao, Rao!

 

 

 

 

Note: La storia è iniziata con toni cupi, ma è finita tra dolci carezze e delicata passione.

Ora… cosa succederà? Lo so che lo chiedo sempre, ma questa volta la domanda è seria, perché sarete voi a scegliere!

Sì, avete capito bene, questa è una storia a bivi!

Davanti a voi ci sono due possibilità:

A-    Kara scappa.

B-     Kara rimane.

 

 

Seguite questo link ed esprimete la vostra opinione!

Il sondaggio rimarrà aperto fino a quando non riceverò un numero deciso di risposte, quindi non fatevi pregare, altrimenti niente seguito… ;-)

Ciao ciao

  
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