Serie TV > Hannibal
Ricorda la storia  |      
Autore: MadLucy    10/08/2017    0 recensioni
{daimon!au | La bussola d'oro/queste oscure materie!au | in parole povere, Will e Hannibal hanno i daimon, tutto qui}
«Non temere» mormorò Damaris, prima che entrassero nell'ufficio del dottor Lecter. «Lascia che metta un po' in mostra la sua intelligenza, come gli piace fare, e poi potremo andarcene.»
Will le carezzò la testa, riconoscente del suo sostegno, ma non disse niente.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Will Graham
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



«Prego, Will, entra.»
Will avanzò oltre la soglia, inquieto. Quello studio lo metteva a disagio, forse perchè, essendo arredato secondo il gusto e i mezzi di Hannibal, non c'era niente di asettico, di squallido, di ministeriale. Un pavimento di linoleum, un computer scassato, delle schede plastificate che mettessero in guardia le ragazze contro lo stalking con illustrazioni puerili alle pareti, quel genere di dettagli lo avrebbero aiutato a prendere meglio le distanze. Al suo fianco, Damaris percepiva la sua agitazione e strusciava la coda contro le sue gambe, senza farsi notare. Anche dopo la scorsa seduta, avevano faticato a discutere di ciò che era successo, tanto straniti li aveva lasciati. 
Hannibal Lecter sedeva già su una delle due confortevoli e sofisticate poltrone che si fronteggiavano al centro della stanza, vasta e tetra. Indossava un completo blu a quadri beige, con una cravatta bordeaux e scarpe di pelle. Il suo abbigliamento e la compostezza disinvolta della sua postura ricordavano a Will un lord inglese nel suo maniero. L'atmosfera venatoria era accentuata dalla forma del suo daimon, naturalmente.
«Accomodati» lo invitò pazientemente. «Sono ansioso di sapere come hai trascorso questi ultimi giorni.»
Will si sedette, titubando. Anche Damaris si accucciò ai suoi piedi, sul pavimento. Avrebbe preferito averla in braccio, come faceva spesso a casa, ma non era un comportamento formale -benchè Hannibal avesse specificato fin da subito che il suo daimon doveva sentirsi libero di fare quello che voleva, Will non aveva intenzione di lasciarsi andare sotto il suo sguardo. Era acuto e pacato, come se non dovesse esercitare uno sforzo per penetrare la scorza dei suoi segreti.
«Non ho fatto molto. Sono andato a pescare, ho portato i cani con me. Il tempo era perfetto.» Udì le proprie parole allinearsi vacue, innocue, nello spazio che li divideva. Tacque intenzionalmente, quasi aspettando qualcosa. Hannibal piegò il capo di lato, curioso, come analizzandolo da un'angolazione diversa. 
«Hai molti cani, non è vero?»
«Sì, molti. Lo so che dovrei limitarmi, ma non ce la faccio.» Will avvertì l'esigenza di mettersi sulla difensiva. Rappresentava uno degli aspetti più vulnerabili della sua personalità, e non aveva intenzione di discuterne in quel capolavoro di design e nobiltà vecchio stile. 
Hannibal non commentò a proposito. «E Damaris si trova bene con loro?»
Will si sorprese che l'avesse coinvolta direttamente nel discorso. «Benissimo. Ha un po' l'istinto del pastore, li protegge. Il fatto che sia un lupo rispecchia solo... il fatto che non ci piacciono molto le altre persone. Non la componente aggressiva.»
Hannibal sorrise, quasi trovasse divertente quell'analisi. «Il lupo è un animale sociale, da branco. I cosiddetti lupi solitari sono una minoranza. Però chiedo scusa, sono stato sgabato. É maleducazione parlare di qualcuno come se non fosse presente. Damaris, ti senti un lupo?»
Era raro che, tra persone che intrattengono solo rapporti ufficiali, si comunicasse con i daimon altrui. Per esempio, Will non aveva mai parlato con l'aquila-daimon di Jack Crawford, pur lavorandoci insieme da tempo -però l'aveva sentita parlare con il suo umano, ogni tanto. Immaginò che fosse abbastanza comprensibile, durante una seduta dallo psicologo, essendo esattamente quello ciò che il daimon era: l'anima dell'individuo, quella che faticava di più a simulare, a mascherare la propria natura, a trattenere i propri reali sentimenti. 
Guardò Damaris, che aveva distolto gli occhi di zolfo diafano dal daimon di Hannibal per rivolgersi a lui stesso. Aveva le orecchie un po' abbassate sul capo, ma il collo eretto ed elegante. Era un lupo grigio con il mantello screziato di nocciola, di dimensioni medio-piccole, il corpo magro, snello e agile. 
«Questa forma ci permette di isolarci e goderci la solitudine che vogliamo, e di venire rispettati, di apparire in grado di difenderci. Però non ne abbiamo mai abusato» spiegò, con voce calma e ponderata. Will fu orgoglioso di lei. Hannibal la osservò con attenzione e annuì, serio. 
«Vi prego di raccontarmi quando e in che circostanze è avvenuta la stabilizzazione.»
Will non si stupì della domanda. Era considerato un momento fondamentale nella vita dell'individuo, che segnava generalmente il suo ingresso nell'adolescenza. Roba da psichiatri.
«É stato al primo anno della scuola superiore. É stata... la prima volta che ci sono riuscito.»
Hannibal non aveva dubbi. «A entrare nella mente di un assassino?»
«A capirlo in tempo per fermarlo» si premurò di aggiungere Will, irrigidendo la mascella. «Era un reietto della classe, con comportamenti evidentemente patologici, e una ragazza che gli piaceva lo aveva deriso in pubblico... Ho avvertito un professore. Lo abbiamo beccato mentre versava una soluzione corrosiva del laboratorio di chimica nelle tasche del suo cappotto. Durante l'intero svolgimento dei fatti, Damaris aveva assunto questa forma, e non l'ha più potuta cambiare.» Lo sguardo di Will si spostò sul daimon di Hannibal. «Se non sono indiscreto... Il tuo daimon è un maschio?»
Hannibal rimase chino sul suo taccuino. «Oh, certamente. Non serve essere esperti per dirlo. L'esemplare maschio della sua specie è facilmente distinguibile dalla femmina, anche nell'immaginario comune.»
Era l'elemento che calamitava di più l'attenzione, nella stanza. Si trattava di un cervo, un maestoso, fiero cervo dalle dimensioni incredibili. L'alto palco di corna era molteplicemente ramificato e sembrava un rovo di spine. Il corpo era possente e solido, dal manto bruno e brillante; sul collo il pelo era più lungo, e l'effetto era quello di una criniera. Lo sguardo, castano ed imperscurtabile, aveva seguito ogni mossa di Will da quando era entrato. Anche se Hannibal era seduto, lui stava ritto sulle zampe accanto alla sua poltrona, trasmettendo a Will una sensazione di leggera irrequietezza.
«É insolito» osservò ancora Will, temendo di essere insolente, ma estremamente interessato a quel fenomeno -di cui aveva sentito parlare, ma che non aveva mai visto con i suoi occhi.
Per un attimo ebbe paura che Hannibal non fosse intenzionato a rispondere, ma dopo una pausa, lo fece. «Sì, è esatto. I daimon sono di regola di sesso opposto rispetto al proprio umano. Ma sono le eccezioni a confermare le regole. Non si è ancora stabilito quali fattori determinino quest'anomalia. Pare non sia genetico, ma caratteriale. E le ragioni possono variare, da persona a persona.»
Will iniziava a sentirsi in soggezione sotto lo sguardo del cervo. «Lo trovo... affascinante.» Non voleva che arrivasse il messaggio che lui provava bigotto disgusto per questa stranezza, come se si trattasse di un deficit. Non sapeva come si potesse pensare una cosa simile, però era consapevole del fatto che i pregiudizi della gente potevano arrivare persino a quello. La repulsione per il diverso, in fondo, era tipica degli ignoranti in qualsiasi ambito.
Prima che Hannibal potesse farlo, inaspettatamente, il daimon parlò, fluente e roco. Però Will non comprese una sola parola. Hannibal gli domandò scusa. 
«Theophanes è avvezzo a parlare in italiano, la lingua in cui penso per la maggioranza del tempo» chiarì. «Ma per cortesia verso gli ospiti, può anche passare all'inglese, non è così?» Fissò il suo daimon, con eloquenza. Lui non incrociò lo sguardo, e rimase su Will.
«I cani rappresentano le pecore che vuoi salvare. Che hai timore di non voler salvare. Che hai timore di cacciare.» La sua voce era solenne e rigorosa, e non ammetteva repliche, come se la sua saggezza provenisse da una fonte superiore e onnisciente, le profondità di una voragine che conduceva al centro della Terra. Lo sguardo aveva addirittura un peso, che Will quasi non riusciva più a tollerare. Hannibal era tranquillo, quasi che quelle parole non fossero spaventose.
«Ha sempre avuto l'abitudine di sentenziare. Perdonalo. Si tratta di supposizioni, ci vorranno ancora molte sedute prima di raggiungere un verdetto attendibile.»
Ma Will vide nel suo sguardo la stessa ferrea, placida certezza del suo daimon. I loro occhi erano talmente simili da sovrapporsi, e lui avvertì un giramento alla testa. Damaris mostrò i denti a Theophanes, che non reagì affatto, e sollevò le zampe anteriori per posarle sulle ginocchia di Will, annusandogli il volto, protettiva. 
«Sarebbe meglio che ce ne andassimo» sussurrò. «Quest'uomo non ti fa bene.» Quella verità, pronunciata così schiettamente, lo travolse. Da quando aveva cominciato a parlare con Hannibal Lecter, nient'altro che negatività e malessere avevano assediato la sua mente. Niente sollievo, niente pace che le sedute terapeutiche dovrebbero portare.
«Il percorso per rivangare la verità è lungo e decisamente poco piacevole» dichiarò Hannibal, come se l'avesse sentita. «Ma la nostra società non ci insegna forse ad apprezzare la verità come un valore di per sè, indipendentemente da quanto sia buona o cattiva?»
«Will è un po' stanco, dottor Lecter. Siamo costretti a interrompere la seduta di oggi» tagliò corto Damaris, con decisione. Hannibal non obiettò.
«Mi dispiace. Mi auguro di vedervi la prossima settimana.»
«Sia Cappuccetto Rosso che il suo lupo» aggiunse Theophanes. Ma lo disse in italiano, quindi i loro ospiti non lo capirono. 


























Note dell'Autrice: Non vedevo l'ora di farci un daimon!au, per loro si presta benissimo, a mio parere. Può darsi che ci scriva qualcos'altro, non so ancora... Voi mi raccomando, ditemi se apprezzate la scelta del lupo e del cervo (che non spiego perchè credo siano abbastanza comprensibili), se avreste altre idee, e in generale se vi è piaciuta la storia! Grazie di aver letto!
Lucy
  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Hannibal / Vai alla pagina dell'autore: MadLucy