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Autore: Lory221B    10/08/2017    9 recensioni
Una misteriosa sparizione costringe Sherlock Holmes ad indagare sotto le mentite spoglie di baby-sitter a casa del ricco vedovo John Watson. Riuscirà a tenere a bada la piccola Rosie, carpire la fiducia di John e dei suoi amici e tutto soltanto per risolvere il caso, senza farsi coinvolgere?
[johnlock!AU]
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Rosamund Mary Watson, Sherlock Holmes
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Due facce della stessa medaglia


Baker Street, di nuovo silenzioso rifugio di una mente troppo laboriosa, accolse il suo inquilino con la consueta freddezza: il camino era spento, la polvere ancora sui mobili e un vecchio teschio lo fissava da una mensola, in attesa di conoscere il resoconto della giornata; quel teschio era l’unico che Sherlock usava definire “amico” e l’unico a cui aveva rivolto i suoi pensieri prima di John.

Sherlock si tolse stancamente il cappotto e presto si ritrovò seduto in poltrona a scorrere le e-mail dei clienti nella speranza che qualcosa di interessante lo portasse lontano con i pensieri, ma qualunque cosa leggesse gli tornava alla mente John che era corso da lui per salvarlo, John che lo aveva seguito nella folle avventura, semplicemente John, che non era lì con lui.

Dopo tanti anni da solo, non credeva che pochi giorni a casa di qualcuno potessero cambiarlo al punto da desiderare una vita diversa. O forse, in fondo, aveva sempre negato di volere qualcuno nella sua vita perché sapeva che non poteva esistere qualcuno che davvero volesse stare con lui, che sopportasse il suo modo di vivere, le sue eccentriche abitudini, la necessità di tenere impegnato il cervello con qualcosa. John, invece, lo ammirava attraverso le pagine del suo sito e dei giornali di cronaca, apprezzava William, la persona che aveva incontrato, al punto che una sera si erano quasi baciati.

 Forse andarsene non era stata la sua scelta migliore.

« Adesso, cosa faccio? » chiese, rivolto al teschio ma consapevole che nessuno poteva dargli quella risposta che cercava.

Tamburellò nervoso le dita sul bracciolo della poltrona, prima di sentire il rumore del portone d’ingresso sbattere con furia e rapidi passi sopraggiungere dalle scale.  Sherlock fece giusto in tempo ad alzarsi che John Watson spalancò la porta dell’appartamento per poi sbatterla come aveva fatto con il portone principale.

« John… cosa? » esclamò Sherlock, stupito dell’inaspettata visita.

L’uomo emise un lungo, paziente sospiro per ricomporsi e continuare la conversazione « Sorprendere Sherlock Holmes, deve essere la prima volta che succede, vero? »

Il detective, stranamente impacciato, rimase attonito davanti all’improvviso scambio di ruoli. Sconfinare nell’ambito delle emozioni e dei sentimenti aveva fatto diventare John Watson sicuro e quasi strafottente e Sherlock imbranato e incapace di articolare una risposta adeguata.

John esibì un mezzo sorriso, non più ironico ma addolcito dal pensiero di quanto Sherlock fosse carino così spiazzato davanti a lui, che altri non era che il proprietario del nome che il detective usava come password del cellulare. « Ho un caso da proporti. E’ così che lavora la tua mente, no? »

« Un caso? » fece perplesso, seguendo con lo sguardo il percorso di John che dopo aver pronunciato la parola “caso” si era accomodato sulla poltrona rossa, quella dei clienti, sollevando una nuvola di polvere che ancora non accennava a posarsi.

« Sì un caso, quello della mia vita »

Sherlock ancora titubante si accomodò a sua volta sulle propria poltrona nera di pelle, cercando un qualche conforto in quello che era il punto di meditazione privilegiato.

« Vedi, io vivevo una tranquilla esistenza, che occupavo crescendo mia figlia e scrivendo libri su avventure che credevo non avrei mai vissuto »

« Tranquilla o noiosa? » le parole uscirono dalla bocca di Sherlock senza che potesse bloccarle.

A John scappò un sorriso « Credevo che dopo Mary avessi l’obbligo di tutelare mia figlia e tenerla lontana dai pericoli, a costo di vivere una vita che non era esattamente quella che avrei voluto »

Sherlock, più interessato si spostò più in cima al sedile della poltrona, proteso verso le parole di John « Com’è morta esattamente? Avevi parlato di vicenda più complessa » chiese, prima di guadagnarsi un’occhiataccia che lo fece immediatamente rimettere seduto contro lo schienale « Forse non è una domanda da fare »

« Mia moglie, prima di cambiare identità e sposarmi, era stata una mercenaria al soldo di diversi governi, una sicaria. Come ti dicevo le hanno sparato in casa nostra; alla polizia ho detto che si trattava di una rapina finita male e come diresti tu “siccome sono degli idioti” ci hanno creduto » Sherlock rise, incoraggiando John a continuare il racconto « Un uomo del suo passato la stava cercando, ha fatto irruzione in casa nostra e hanno finito per uccidersi a vicenda. Sai, è buffo: quando Mary mi ha raccontato del suo passato, le ho gridato che era stata una bugiarda e che di certo non cercavo una sicaria come moglie. Lei mi ha guardato seria e mi ha detto che avevo sempre capito chi era ma non avevo mai voluto ammetterlo. E questo mi riporta al caso che volevo sottoporti »

« Giusto, il caso » commentò scettico, infastidito da non riuscire a capire dove sarebbe andato a parare John.

« Come stavo dicendo, la mia vita scorreva tranquilla finché un giorno uno strano soggetto ha suonato alla mia porta. E’ brillante, troppo, forse capisco subito che la sua attività lavorativa non può essere accudire i bambini, ma non lo vedo finché non mi viene sbattuto in faccia. Si presenta come un uomo di cultura, un po’ snob ma appena ha tolto la corazza ho scoperto una persona molto sola, non abituata ai sentimenti al punto da dubitare che qualcuno possa volergli bene, non è vero? »

« E’ questa la domanda? » chiese, spostando lo sguardo ovunque tranne che verso John.

« No, non è questa. La verità imbarazzante è che mi sono preso una cotta per Sherlock Holmes “il detective” e William “il baby-sitter” e alla fine scopro che sono due facce della stessa medaglia. Non dico che ti sia già fatto perdonare le bugie dette ma sono sicuro che prima o dopo troverai il modo » fece, spiazzando leggermente Sherlock che ora pendeva dalle labbra di John « La questione è la seguente: cosa dovrei fare con l’uomo che si dimostra così interessante e interessato al punto da usare il mio nome come password, ma così insicuro da affrontare la notte londinese da solo piuttosto che scendere a patti con quello che prova? Forse dovrei invitarlo a cena… »

« Cosa? » chiese il detective, quando finalmente comprese dove voleva andare a parare il discorso di John.

Rimasero a fissarsi e Sherlock sentì di nuovo quella strana elettricità che si era creata nel salotto di casa Watson.

« Oppure… »  aggiunse John, ammiccando leggermente prima di alzarsi e completare quello che non era potuto succedere proprio sul divano di casa Watson, quando Rosie li aveva interrotti. Esattamente come aveva previsto Sherlock quella sera in cui credeva che l’intervento di Rosie fosse stato il peggior caso di tempismo della storia, John lo stava baciando, solo che il detective non aveva idea che gli sarebbe piaciuto così tanto da ripetere l’esperienza almeno tre o quattro volte prima di essere  trascinato in camera da letto.


***** * *****

Tre mesi dopo

Un urlo terrorizzato si propagò dalla cucina fino alla camera da letto del piano di sopra, svegliando John di soprassalto « Cosa diamine è stato? Sherlock? »

Il detective fece un buffo verso prima di girarsi sull’altro fianco, bofonchiando che probabilmente la signora Hudson doveva aver trovato il sacchetto con i pollici che aveva lasciato nel frigorifero.

John non disse niente ma prese il cellulare e scrisse alla sua segretaria che aveva necessità di avere un nuovo frigorifero da sistemare in casa per gli esperimenti del suo eccentrico ragazzo.

« Sai, alla signora Hudson stai simpatico ma non abusare del fatto che è contenta di vedermi con qualcuno » commentò, recuperando le ciabatte e preparandosi a porgere le sue scuse alla governante. Diede una pacca dolce sulla schiena del detective e si allontanò di malavoglia dal letto che sperava sarebbe stato teatro di qualche coccola mattutina. Appena John aprì la porta si trovò davanti Rosie che evidentemente era stata svegliata dalla voce soave della signora Hudson ed ora se ne stava ferma in corridoio con il suo pupazzo preferito tra le braccia.

Padre e figlia si guardarono e scoppiarono a ridere, prima di correre giù per scale e affrontare le recriminazioni della governante che già si era lamentata della presenza di un teschio umano nel loro soggiorno.

« Non sono pagata per questo, sono troppo vecchia » ripeté più volte la donna, non trovando però un sostegno in Rosie che trovava interessante qualunque cosa Sherlock facesse e non faceva che ringraziare il padre per averlo convinto a trasferirsi a casa loro, né in John che continuava a scusarsi con poca convinzione.

L’autore della crisi di quel sabato mattina era ancora profondamente addormentato dopo aver risolto un caso estremamente complesso che presto sarebbe diventato il soggetto del nuovo ciclo di romanzi di John, quando il suono di un sms in entrata lo costrinse ad abbandonare definitivamente le braccia di Morfeo.

Sherlock ho bisogno di te, un omicidio e una stanza chiusa dall’interno
Ti aspetto a Nevern Square 29
Lestrade

Sherlock sentì la frenesia di un nuovo caso travolgerlo, un nuovo rompicapo si presentava all’orizzonte, ma poi pensò che aveva risolto un caso meno di otto ore prima, pensò  a John e Rosie che avevano in progetto un pic-nic per festeggiare l’arrivo della primavera e la scelta, per questo nuovo Sherlock, fu inevitabile.

Ci vediamo lunedì a Scotland Yard, il cadavere non scappa e potrà aspettare.
Sono sicuro che anche John lo troverà interessante.
Puoi comunque iniziare a mandare qualche foto.
SH

Rispose, prima di chiudere l’audio e scendere in cucina per la colazione.

THE END

Angolo autrice
Anche questa avventura è finita :((  
Ringrazio tutti quelli che sono arrivati fino a qui per l'entusiasmo dimostrato. Ringrazio in particolare: Blablia87, CreepyDoll, calock_morgenloki, Darlene_, Emerenziano, franci_stellina, Koa_, marea_lunare, SusyCherry, 1234ok per aver trovato il tempo di lasciare le recensioni, sempre molto apprezzate.

Ci sono momenti in cui mi dico "adesso pausa lunga" ed altri in cui non vorrei smettere mai di scrivere, per cui forse ci si rivede a brevissimo, forse più avanti.

Un abbraccio grande e buon ferie/vacanze/rientro/insomma, qualunque cosa stiate facendo :-D
   
 
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