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Autore: esserre93    11/08/2017    0 recensioni
Amelia Shepherd decide di trasferirsi a Seattle e iniziare una nuova vita con la sua nuova famiglia
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Amelia Shepherd, Arizona Robbins, Callie Torres, Owen Hunt, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni, Contesto generale/vago
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Erano ormai anni che viveva a Los Angeles; tutta la sua vita era lì: i suoi amici, il suo lavoro, Ryan. Già, Ryan.
Non ricordava molto di quella mattina in cui trovò il suo ragazzo in overdose nel suo letto, ma era bastato a farle mettere un punto definitivo ad alcool e droga, prima ancora che venisse a conoscenza di  aspettare un bambino. La gravidanza non era andata come avrebbe voluto: il bambino aveva sviluppato  una grave malformazione, che aveva spinto la donna a donare i suoi organi nel momento della nascita.
Quell’episodio l’aveva sconvolta e per non rischiare di toccare di nuovo il fondo aveva deciso  di trasferirsi a Seattle, dove avrebbe trovato suo fratello: Derek Shepherd. 

Era una mattina stranamente calda a Seattle e Amelia Shepherd si trovava davanti l’ingresso del Grey Sloan Memorial Hospital. C’erano persone che entravano ed uscivano, forse medici, forse parenti di pazienti. Era un continuo via vai. Si decise ad entrare e si recò in caffetteria.
-    Un The verde per favore – fece la sua ordinazione e durante l’attesa vide avvicinarsi una donna bionda, occhi di ghiaccio, andatura sicura ma non regolare e sul camice bianco aveva disegnati una scimmia ed un koala: pediatra. Ci avrebbe scommesso.
-    Un caffè lungo – anche lei fece la sua ordinazione e aspettò accanto ad Amelia
-    Medico o  parente di un paziente? – le labbra della bionda si allargarono in un grande sorriso e Amelia rimase incantata – scusi, forse non sono fatti miei
-    No scusami, ero soprappensiero. Sono un neurochirurgo, ma qui sono solo in visita. Amelia,  piacere  – Amelia strinse la mano che le stava porgendo la bionda 
-    Piacere, Arizona Robbins chirurgo pediatrico e materno fetale 
-    Wow, ho vinto la scommessa a metà 
-    Quale scommessa?
-    Vedendoti arrivare avevo scommesso con me stessa che tu fossi un pediatra 
-     Allora direi che hai abbastanza perso
-    E perché?
-    Sono un chirurgo pediatrico, non un pediatra. Grandi problemi su pazienti piccoli
-    Ah scusami tanto – Amelia alzò le mani in senso di resa e scoppiò a ridere – ora vado. Visto che sei un chirurgo sai dove posso trovare mio fratello Derek?
-    Tu sei Amy? La sorella di Derek Shepherd?
-    Così dicono, ma mi chiamo Amelia, solo mio fratello ha la facoltà di chiamarmi Amy. Sai dove posso trovarlo?
-    Dovrebbe essere in sala operatoria, però se vai davanti al tabellone potresti vedere a che punto è
-    E dov’è il tabellone?
-    Dai, ti accompagno io Amy…
-    Grazie, però smettila di chiamarmi così
Le due donne presero la loro ordinazione e si recarono verso l’ascensore. Mentre salivano, al secondo piano entrò un altro medico, questa volta un uomo: alto, occhi chiari e capelli rossi.
Amelia guardò Arizona e le fece un gesto di compiacimento
-    Owen, ti presento Amelia, la sorella di Derek
L’uomo si voltò verso le due donne e tese la mano alla mora
-    Piacere, Owen Hunt, traumatologo
-    Il piacere è tutto mio
-    Se state cercando Derek l’ho appena incontrato nel suo studio. Potrebbe essere ancora lì 
-    Grazie Owen
Amelia e Arizona uscirono dall’ascensore e la mora rimase colpita dall’uomo che aveva appena conosciuto. Era solare, cordiale, ma guardandolo negli occhi poteva capire che aveva ben altro dentro di se 
-    Il fascino della divisa 
-    Cosa?
-    Owen, è un militare. È stato in Iraq.
-    È sposato, fidanzato?
-    No, sta uscendo da un matrimonio turbolento con Cristina Yang, dovresti conoscerla
-    Come no, la sorella siamese di mia cognata. Me ne ha parlato Derek.
Le due donne arrivarono davanti ad una porta, bussarono e dall’interno sentirono la voce di Derek che le invitava ad entrare
-    Ecco qui, sana e salva a destinazione. Magari ci vediamo in giro
-    Volentieri
Amelia aprì la porta e si ritrovò davanti due occhi sorpresi quanto felici di averla vista. Derek la abbracciò più forte che poté.
-    Amy che ci fai qui?
-    Mi trasferisco 
-    Qui? E come farai con il lavoro?
-    Ho saputo che mio fratello fa parte del board, magari mi darà una mano
-    Amy..
-    Sto scherzando. Cercherò in un altro ospedale di Seattle, ma voglio parlare anche con il capo di chirurgia di qui. Sarebbe bello lavorare insieme, no?
-    Mm se lo dici tu
-    Dai su con la vita! Mi mancavano i miei nipotini e il mio fratellone
-    Come va con la disintossicazione?
-    Alla grande, ormai sono pulita e sto continuando ad andare alle riunioni
-    Bene, sono fiero di te
-    Grazie. Mi sai dire chi è il capo?
-    Owen Hunt
-    Bene! Sarà un gioco da ragazzi
-    Non credo
-    L’ho appena conosciuto in ascensore e mi sembra tutto tranne che severo
Amelia  regalò un sorriso radioso a suo fratello ed uscì per dirigersi verso lo studio del capo. 
-    Cavolo, è un labirinto questo ospedale – era già qualche minuto che la mora girovagava tra i corridoi dell’ospedale e stava iniziando a perdere le speranze
-    Bisogno di aiuto? - riconobbe quella voce, si voltò e la donna avanti a se spalancò la bocca
-    Hai visto un fantasma, Meredith?
-    Amelia! Che ci fai qui?
-    Mi sono trasferita
-    Derek lo sa?
-    Abbiamo appena parlato. I miei nipotini come stanno?
-    Bene, sono al nido. Chi stai cercando?
-    Owen Hunt. Devo parlargli
-    Guarda, prosegui per questo corridoio, poi gira a destra e il suo studio lo trovi oltre il ballatoio
-    Grazie
-    Ma dove andrai a stare?
-    Per ora da nessuna parte, sono in albergo
-    Puoi venire a stare da noi, ai bambini farà bene stare con la zia
-    Dici davvero?
-    Certo, quando hai fatto da Owen cercami così ti do le chiavi
-    Grazie Meredith, a dopo allora
Amelia seguì le indicazioni di sua cognata e si ritrovò davanti l’ufficio del capo. Non sapeva perché, ma le sue mani stavano iniziando a sudare e si sentiva agitata. Bussò e poco dopo ottenne risposta
-    Owen Hunt
-    Amelia Shepherd, posso esserti di aiuto?
-    Mi chiedevo se avessi un posto per me qui
-    Sei medico anche tu?
-    Non lo sapevi?
-    No
-    Neurochirurgo anche io
-    Interessante. Vedo cosa posso fare.
-    Grazie, altrimenti inizierò a cercare altrove
-     Ti trasferisci a Seattle?
-    Esatto
-    Ci vediamo in giro allora
-    Sempre se mi assumerai
Amelia sorrise ad Owen, che rimase spiazzato da quella donna. Era un terremoto, e l’aveva conosciuta neanche un’ora prima. Owen le sorrise imbarazzato e la guardò uscire dalla stanza.
La mora si fermò e poggiando le braccia alla ringhiera del ballatoio rimase a guardare l’ospedale che si estendeva sotto di lei. Nonostante non si fosse trasferita per lavorare in quell’ospedale, in cuor suo sperava di riuscire ad ottenere un posto.
La sua nuova vita stava per iniziare.

 
   
 
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