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Autore: Earth    12/08/2017    0 recensioni
Raccolta sperimetale di flashfic!
Perchè il Dottore le vite degli altri un po' le aggiusta e un po' le distrugge...
1. Ritrovato - Lorna Bucket - 6x07
2. Acchiappafantasmi - Monsters - 7x09
3. Un po' più vera - Rory Williams - 5x12 {In Roman Life!}
4. Volo di corvi su un campo di grano - Vincent Van Gogh - Post 5x10
5. Biscotti, fiori di campo e zucchero filato - Idris - Pre 6x04
6. Se cambia il vento - Francesca e Digby Latimer - Post ChristmasSpecial2012
7. Davanti alla notte - Missy - 10x12
Potere tranquillamente iniziare dall'ultimo capitolo e poi, se vi va, tornare indietro a leggere gli altri ^.^
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sorpresa
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Dove&Quando: 10x12 "The Doctor falls". ATTENZIONE: SPOILER FINALE 10^ STAGIONE!!!
Chi: Missy.
Note: Ammetto che sono due anni quasi che non aggiornavo questa raccolta, ma ora eccomi qui XD salve a tutti nuovi e vecchi lettori! Missy è un personaggio che non credo di aver capito fin in fondo, ma in ogni caso ha il suo fascino! quindi ecco qui questo piccolo frammento immaginato da me ambientato nell'ultimo episodio della decima stagione... spero si capisca ^.^ ( la questione del fatto se i signori del tempo abbiano bisogno di dormire come noi non l'ho mai capita bene... ma facciamo finta che sì :-) ). Buona lettura! 
Parole: 500.

 

Davanti alla notte

 

Missy schiuse un poco un occhio: aveva sete.
Quella sottospecie di stufato melmoso, propinatole dalla signora Walton, le aveva lasciato un saporaccio in bocca. E pensò che a quell'ora della notte nessuno stava dicerto controllando la credenza degli alcolici — e dei dolci: aveva intravisto una meringa alla crema che le faceva l'occhiolino ogni volta che vi passava davanti.
Si stiracchiò e scese giù dalla scaletta.
In quella stanzetta ammuffita, infatti, c'erano un divano bucato, una brandina cigolante e un letto a castello. E lei, come unica ragazza del gruppo (anche se era arrivata in ritardo, ma dei marmocchi stavano giocando a mosca-cieca e lei adorava dare indicazioni sbagliate), si era presa il diritto di scegliere il meno peggio. Così il posto in alto, lontano da quell'inutile marmaglia, era stato suo — nonostante le piagnucolanti lamentele di Nardole. 
Missy lanciò un'occhiata nella penombra: solo Nardole russava beato sulla brandina.

Il silenzio della fattoria era nervoso. 
E lei con un piatto di meringa e un bicchierino di sherry in mano passeggiava verso la veranda.
Era un silenzio di brusii e scricchiolii. Se stava attenta poteva quasi udire i sogni dei bambini — i loro respiri che si accavallavano e si incrinavano al richiamo degli incubi — e i bisbigli degli adulti, in riunione segreta nel seminterrato. 
Raggiunse la veranda dove il Maestro stava seduto su di un gradino.
«Tesoro!» quasi gridò rivolgendole uno dei suoi migliori e seducenti sorrisi — Missy ricordava bene tutte le ore passate allo specchio a perfezionarlo, a mirarsi e compiacersi.
«Non dorme nessuno!»
Ma quando si sedette anche lei davanti alla notte provò una sensazione strana, quasi una risata incastrata sulla punta della lingua, come una memoria, confusa e sfocata.
E mentre il Maestro blaterava amabilmente del loro piano perfetto Missy rivolse lo sguardo alla valle. Ed eccolo lì, il Dottore, che marciava verso il fienile. Avanzava con quella sua andatura sicura, ossimoricamente traballante. Quasi Missy poteva sentirne i pensieri così moralistici, tragici, drammatici. Impregnati di quell'inutile senso di colpa, pieni dell'ostinazione di fare del bene, saturi di quella speranza che si ostinava ad elargire a tutti quando non c’era una goccia neanche per lui. 
«Allora? Che ne pensi?»
Si era distratta.
Fece roteare lo sherry nel bicchiere e ne prese un sorso, poi si voltò. 
E si ritrovò ad alzare un sopracciglio: quella biondina e giovincella versione di sé continuava guardarla — con il sorriso migliore e seducente stampato in faccia — con una sigaretta accesa e sfumacchiante tra le dita. Da quando il Maestro fumava? Missy non si ricordava di aver mai fumato. Ma sapeva che quello era il momento perfetto per smettere.
«Ti sì ingialliranno i denti» e gli lanciò un sorriso, beffardo e ammaliante (anche lei aveva fatto le prove). 
Il Maestro la guardò da prima sorpreso e poi inorridito; aveva fatto centro: il suo lato vanesio e con manie di grandezza era stato colpito e affondato.
E Missy rise passandogli il piattino con la meringa — cercando di mandare via quella sensazione strana e amara. Rise tentando di ignorare la disperazione nascosta da qualche parte tra i suoi due cuori.

   
 
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