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Autore: Neferikare    12/08/2017    4 recensioni
Jack Frost ora sogna una nuova carriera, oltre a quella di guardiano: vuole diventare un moontuber.
Ma il mondo dei video di MoonTube, si sa, è oscuro e pieno di terrori, e la live dei suoi 10mila iscritti non andrà esattamente rosa e fiori come aveva previsto: irruzioni in bagno, pannocchie dalla dubbia utilità e gambe lisce e depilate non sono il peggio che dovrà affrontare.
Il peggio sono le collaborazioni.
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: I Cinque Guardiani, Jack Frost, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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C’era qualcosa di terribilmente disagiato e disturbante in quella scena e, sebbene Jack Frost ne fosse perfettamente consapevole, tutto ciò che si stava limitando a fare era osservare in silenzio dall’alto del bastone sul quale era appollaiato videocamera alla mano:

«Bella a tutti ragazzi! Qui è FrostyJ ed oggi vi mostrerò come depongono le uova i colibrì!» enunciò con vocina stridula puntandosi l’attrezzatura in faccia, sfiorando appena l’enucleazione dell’occhio sinistro con il bastone che sorreggeva pericolosamente il tutto «Il video di oggi è uno speciale per i miei 10 000 iscritti, e infatti lo farò in featuring con la mia amica-»

«Iddio, Jack, esci dal bagno! ESCI IMMEDIATAMENTE!» si sentì urlare contro prima che un rotolo di carta igienica lo colpisse in fronte a velocità inumana «ESCI! ESCI HO DETTO! JACK TI FACCIO SALTARE TUTTI I DENTI! IO TI-», ma prima che Dentolina potesse finire l’altro era già fuggito via a gambe levate sbattendo la porta e lasciando dietro di sé un alone diafano di brina.

 

Il giovane guardiano -rifugiatosi nella sua stanza saggiamente serrata con una sedia alla porta- aveva ancora il batticuore addosso, e ora pure i capelli scompigliati oltre che un brutto segno rosso in fronte, ma ciò che più gli premeva era che la live su MoonTube stava letteralmente andando al catafascio: c’erano qualcosa come 23mila utenti che la stavano guardando, 23mila persone che avevano assistito alla sua fuga dal bagno e la rocambolesca caduta di faccia sul comodino e che ora, nella chat in diretta, pretendevano di sapere cosa fosse accaduto, e perché lo schermo era tutto nero, e perché FrostyJ non aveva mostrato come facevano le uova i colibrì, e chi più ne ha più ne metta.

Insomma, una tragedia per la sua reputazione, altro che astro nascente!

Va bene, forse andare a disturbare Dentolina mentre espletava le proprie funzioni corporee non era stata un’idea brillante, probabilmente pure il piano di spacciare la scena per la deposizione di un uovo non sarebbe andato a buon fine, ma lei poteva almeno collaborare, poteva reggergli il gioco!

E invece no, lo aveva semplicemente sbattuto fuori, roba da non crederci: se avesse aspettato cinque secondi in più, aveva intelligentemente pensato Jack prima di fare irruzione, avrebbe visto che aveva già pronto in tasca un uovo di gallina -decisamente non credibile come uovo di colibrì, ma a quel punto FrostyJ avrebbe spiegato che era colpa della videocamera se sembrava più grande, un genio del male proprio- da spacciare per quello deposto dall’adorabile fatina dei denti, e allora giù di visualizzazioni e “mi piace” come se piovesse!

Aveva anche in mente il titolo, Jack Frost, qualcosa come “INCREDIBILE! Faccio l’ostetrico di Dentolina!” di forte impatto come piaceva a lui… ok, ok, era un titolo palesemente clickbait e di lamentele a proposito ne aveva sentite fin troppe, tipo quelle sotto un breve video dove le renne si erano prese la dissenteria svuotando intere ciotole di zabaione, da lui furbamente chiamato “ATTENZIONE! Natale rimandato all’anno prossimo causa sciopero mezzi!”.

Che sarebbe dovuto essere semplicemente uno scherzo innocente, in via teorica.

In via teorica, appunto, perché in quella pratica si era scatenato il caos ovunque, per non parlare della ramanzina da parte di Nord durata tutta la sera, e se proprio doveva essere sincero quella notte ebbe l’impressione che pure la Luna lo stesse guardando male.

Titolo ambiguo o meno, Jack cercò di non pensare al suo piano andato in fumo e provò più che altro di salvare il salvabile, a partire dalla videocamera buttata per terra e finita per sua sfortuna sotto il letto: intanto, gli spettatori avevano raggiunto quota 31mila, forse a causa delle voci del presunto “parto” -deposizione?- nella chat che erano andate spargendosi in tutto MoonTube.

Si poggiò sul pavimento allungando il braccio verso la preziosa compagna di sventure nel vano tentativo di afferrarla, ricavandoci solo immensi batuffoli di polvere attaccati al pullover azzurro che lasciava scoperto l’ombelico ed alla sciarpa di lana verde acido che portava -abbigliamento all’ultima moda, diceva lui-, e questo non fece altro che aumentare la sua frustrazione: progettava quella diretta dal primo giorno in cui aveva aperto il suo canale, aveva fatto anche uno schemino per seguire le tendenze del momento tramite i suoi discorsi, e invece stava tutto andando a farsi benedire!

Poi ebbe un’illuminazione: «Idiota! Sono un idiota!» esclamò dandosi una sonora pacca sulla fronte, accorgendosi dopo che la zona era ancora dolorante da prima «Ehi bastone, vieni a darmi una- oh no. No. NO!».

Eh già, “oh no”, perché nella fretta della fuga dal bagno era finito per dimenticarselo dentro, avrebbe pagato oro perché Dentolina glielo avesse tirato dietro!

Si guardò allo specchio con aria sconsolata: “Questi occhiali neutri rosa shocking si intonano proprio bene con la sciarpa, Enzo Miccio sarebbe fiero di me”, rifletté soddisfatto gonfiando il petto e sistemandoseli sul naso, “per non parlare di questo delizioso cappello color cipria: altro che pescatore, io prendo all’amo solo la fig-” venne bruscamente interrotto dal ritorno alla realtà.

Il bastone, gli serviva bastone: no bastone, no videocamera.

No videocamera, no live.

No live, no gloria eterna.

 

Dopo aver delicatamente spostato la sedia dalla porta della camera per non farsi sentire più del dovuto, Jack tornò nel corridoio e si diresse nuovamente verso il bagno, appoggiando un orecchio alla porta: concluse che non c’era nessuno dentro -perché giustamente bussare ed esserne sicuro sarebbe stato del tutto inutile, ovviamente-, per cui decise di entrare.

Trovandoci dentro Calmoniglio intento a masturbarsi su foto di Lola Bunny.

Perchè capitavano tutte a lui? Perchè?

Seguì un imbarazzante momento di silenzio, con uno che lanciava occhiate verso il bastone e l’altro con il suo attrezzo in mano -e Jack ringraziava Manny che la pelliccia ne nascondesse almeno una parte-: per un singolo momento del quale si era pentito subito dopo, FrostyJ pensò che con un filmato del genere avrebbe potuto farci le big views, ma si sentì piuttosto amareggiato quando si ricordò che le rigide regole di MoonTube avrebbero eliminato il video o sarebbe stato certamente segnalato.

Ma quel pensiero poteva distoglierlo dal suo scopo iniziale? Poteva lui, Jack Frost alias FrostyJ, deludere i propri fan e non recuperare la videocamera? Certo che no!

Con tutta la nonchalanche del mondo cercò di strisciare sulla parete senza staccare lo sguardo dall’altro guardiano così da non essere tentato di osservarne un altro, di bastone, poi si chinò:

«Prendo questo e me ne vado eh, giuro: non ho visto niente» lo rassicurò sfoderando un sorriso più falso dei soldi del Monopoli «Nienteee, canguro caro, iooo non ho vistooo aaassolutameeente nul- perché c’è un tanga di latex con le borchie sotto il mobiletto?».

Era troppo, TROPPO.

A quel punto, il panico prese possesso della mente del povero Jack Frost: chiuse gli occhi per non vedere quello scempio e si gettò per terra andando a tastare furiosamente il pavimento per prendere il bastone, non voleva nemmeno sapere cosa fosse quel liquido viscoso che ogni tanto incontrava nella sua ricerca, c’era quasi riuscito, era così vicino… ecco! Lo aveva preso! La live era salva!

E Calmoniglio poteva tornare a masturbarsi in pace sul secondo tempo di “Space Jam”, per sua immensa gioia.

 

Si precipitò in camera con gli occhi ancora chiusi -e infatti aveva sbattuto contro le pareti un paio di volte-, ma la gioia per l’essersi ripreso il suo bastone riusciva ad anestetizzare il dolore: ora sarebbe andato tutto bene, la diretta sarebbe andata avanti senza problema alcuno, avrebbe recuperato il necessario con il bastone ed il resto sarebbe filato liscio come l’olio, sì, proprio così!

Barricatosi in camera una seconda volta, guardò soddisfatto il suo bottino: un bel vibratore a forma di pannocchia con una deliziosa quanto lunga coda verde scuro ad un’estremità.

Aspetta.

ASPETTA.

Un vibratore a forma di… pannocchia?

Un fottuto vibratore?

Jack fuggì via a gambe levate lasciando cadere il sex toy chissa dove, sentiva le ali di pollo fritte salirgli su dallo stomaco fino in gola al solo pensiero di dove fosse stato quel coso, e lui lo aveva toccato con le mani! LE MANI!

Sfortunatamente per lui, la coda da gatto gli si era attaccata alla cintura.

Ancora più sfortunatamente, aveva sbattuto contro il comodino facendolo iniziando a vibrare.

E, evento più sfortunato dei precedenti, la videocamera era abbastanza vicina perché il microfono registrasse lui mentre diceva “Come si spegne questo coso? No, è troppo duro! Il pulsante è duro, è tutto duro! Mi fa vibrare anche l’anima! AIUTO! Qualcuno mi aiuti! Mi si è incastrato! NON SI STACCA! NON SI SI STACCA!” dando luogo a chissà quali ambigui fraintendimenti.

Se avesse visto i commenti degli utenti -ormai a quota 37mila- si sarebbe sotterrato da un pezzo, per quanto le offerte di collaborazione da parte delle aziende di giochi per adulti avrebbero fatto comodo come sponsor, e non poco a giudicare dagli interessati!

 

Ma cosa aveva fatto Jack, si era forse calmato ed aveva semplicemente srotolato la coda pelosa dalla sua cintura spegnendo quel diabolico aggeggio?

Ovviamente no: era uscito attraverso la porta -letteralmente, l’aveva proprio sfondata- urlando come un forsennato con quella sua vocina stridula iniziando a sbracciarsi nemmeno avesse quel vegetale di gomma infilato in ben altri posti, aveva fatto il giro della fabbrica di Nord con tanto di sfilata davanti agli yeti che, poverelli, si scambiavano grugniti ed occhiate confuse perché non capivano cosa gli fosse preso… ed era meglio così.

Poi Jack si fermò inchiodando: ma certo, gli yeti! Come aveva fatto a non pensarci prima?

Cercando malamente di nascondere il vibratore con la sciarpa, diede un breve sguardo intorno a sé: nessuno di loro sembrava aver notato cosa esattamente fosse ciò che gli penzolava dalla cintura -anche perché, per quel che ne sapevano loro, poteva essere una pannocchia vera-, decise allora di approfittarne.

Con passo calmo ed un’espressione di assoluta tranquillità sul volto, Jack si avvicino a due di loro che stavano lavorando ad un trenino:

«Uè raga! Da quanto tempo non ci si vede, eh?! Thompson! Aaah vecchio Thompson, hai messo su un bel po’ di ciccia eh? Ah-ha!» disse goliardico ad uno dei due yeti -che, se gli dei volevano, non sembrava aver dato peso al fatto che Jack gli si rivolgesse con un nome a caso- strizzandogli la pancia.

Sorvolò sul fatto che lo yeti in questione avesse preso in mano il martello col quale stava armeggiando e glielo stesse puntando al petto come a dire “Lasciaci lavorare”, sorvolò ampiamente:

«Sentite signori, mi servirebbe una mano e- no, non una mano imbalsamata! ODDIO MA COSAH?!!» gridò orripilato quando l’altro gli mostrò un pacchetto pronto da richiudere con dentro -orrore degli orrori- una vera mano già imbalsamata e pronta per essere recapitata al fortunato bambino; aveva sorvolato una volta, decise di farlo nuovamente pur di non sapere chi potesse volere un regalo del genere già da piccolo:

«Riproviamoci… mi serve una mano e se tiri fuori di nuovo quella mano te la infilo in gola» precisò subito anticipandolo «per levarmi questa dai pantaloni: forbice, tenaglia, usate quello che volete, ma LEVATEMELA, chiaro?» si assicurò con sguardo serio.

Da canto loro, gli yeti lo fissavano un po’ circospetti, e soprattutto sembravano interessati a capire da dove provenisse il rumore della vibrazione: uno di loro sfiorò Jack mentre andava dietro di lui per controllare la sciarpa -avendo capito che il suono proveniva da quella-, ma era sul punto di srotolarla quando Frost afferrò le pesanti forbici che aveva in mano per recidere finalmente la coda tanto infame.

C’era riuscito, ce l’aveva fatta! Era libero! LIBERO! Ora sapeva come doveva essersi sentito Dobby, per dio!

Jack era talmente euforico che aveva iniziato a spargere baci e abbracci a tutti i presenti, saltellando e svolazzando contento e decisamente meno vibrante di prima, se non fosse stato che -in quella sua euforia- la sciarpa era volata via.

E con essa il vibratore-pannocchia.

Finito in mano ad uno yeti.

E un altro.

Poi un altro ancora.

Insomma, sembrava la fiera del disagio: lui rosso come un pomodoro maturo, gli yeti che si fissavano confusi lanciandosi di mano in mano l’ambiguo oggetto, Nord che faceva irruzione sentendo tutto quel caos già da fuori la porta.

...Nord?

“Sono fottuto”, pensò il giovane guardiano, e non poteva avere più ragione di così, soprattutto quando la batteria del vibratore si era scaricata e lo aveva lasciato nel più totale quanto imbarazzante silenzio; non sapeva cosa fare, non ne aveva la minima idea, ma finalmente la sua parte matura chiese udienza: avrebbe affrontato l’altro guardiano spiegandogli la serie di sfortunati avvenimenti capitati quel giorno, magari chiedendo pure di recuperargli la videocamera intanto che c’era già, avrebbe detto tutto e ci avrebbero riso sopra tutti insieme.

Sì, era la decisione migliore, l’unica che poteva prendere.

E infatti Jack Frost fuggì via prima di subito.

 

Questa volta non tornò in camera sua, quella stanza sembrava avercela con lui dal momento che appena ci metteva piede accadeva sempre qualcosa, ma del resto non poteva nemmeno abbandonare la sua diretta: ah, troppe cose per la testa, ecco qual era il suo problema! Fra uova di colibrì, conigli masturbatori seriali e vibratori, ormai ne aveva fin sopra i capelli che le cose andassero continuamente storte, doveva calmarsi e mettere ordine nella sua testa se voleva concludere qualcosa e, soprattutto, se voleva portare a termine la tanto agognata live dei 10mila iscritti.

Decise allora di prendersi una pausa, i suoi utenti avrebbero aspettato ancora un po’: mise l’acqua a bollire, prese una tazza e quindi attese pazientemente poggiandosi sul tavolo con il volto nascosto nella sciarpa; incredibilmente, Jack si sentì subito più rilassato e meno teso di quanto fosse fino a pochi istanti prima, doveva essere accaduto una specie di miracolo!

O forse era solo perché il suo “attendere che l’acqua per la tisana bollisse” si era trasformato in un riposino di un paio di ore.

 

La live.

“Cazzo, CAZZO!”, esclamò alzandosi di colpo e per questo sbattendo la testa sullo scaffale sopra la sua sedia, salvo poi finire rannicchiato su di essa piegato in due che si teneva il capo fra le mani al limite della sopportazione e delle lacrime: avrebbe avuto una crisi isterica, se lo sentiva, la sentiva montargli dentro con violenza immane, altro che camomilla o tè o tisane o stocazzo!

Il tavolo aveva già iniziato a ricoprirsi di uno strato di brina che, per quanto fosse sottile, era andata velocemente scendendo dalla tovaglia, al piano, alle gambe dello stesso fino al pavimento, ed a giudicare dal colore azzurro sempre più intenso che stava assumendo avrebbe impiegato ben poco a ricoprire la stanza con lastre di ghiaccio di diversi centimetri: Jack aveva fatto male a guardare “Frozen” la settimana prima -ovviamente accompagnando il tutto con una recensione- perché ora, qualunque fosse la motivazione che lo rendeva frustrato o triste, finiva sempre così, a ghiacciare ciò che aveva intorno senza volerlo davvero, compresa la tazza di karkadè fumante che aveva davanti.

Ebbe un sussulto che finì per distrarlo dal momento Elsa, fortunatamente per la stanza che si stava già scongelando, guardò i fornelli: il bollitore era ancora lì, c’era pure dell’acqua sul piano di cottura uscita mentre lui dormiva, come poteva essere possibile?

Il motivo gli si palesò davanti appena alzò la testa: Sandman.

Frost stava per aprire bocca quando un filamento di sabbia dorata lo fermò, invitandolo invece a godersi il tè in santa pace, e fu felice di accogliere l’invito; di suo, Sandy sembrava perfettamente calmo ed estraneo alle vicende della giornata, ma ci pensò bene Jack ad informarlo, che fosse interessato o meno ne sentiva l’estremo bisogno:

«Beato te che non parli, vecchio mio, perché io di parole oggi ne ho sentite anche troppe, TROPPE!» si sfogò mentre soffiava sulla tazza bollente «Lo sapevi anche tu che mi ero preso un pomeriggio libero per la live in occasione dei miei 10mila iscritti, no? Ecco, non sono ancora riuscito a farla, renditene conto!» batté i pugni sul tavolo.

L’altro non aveva alzato gli occhi dalla sua, di tazza, nemmeno un istante nel mentre, ma quel punto interrogativo dorato sopra la sua testa suonava come un “E perché?”; Frost rispose, che stesse chiedendo informazioni o meno:

«Prima Dentolina mi ha sbattuto fuori dal bagno -anche se forse aveva ragione- ed ho trovato Calmoniglio intento a masturbarsi e un vibratore mi è rimasto attaccato alla cintura e io correvo ma lui mi seguiva ed è arrivato Nord e voleva farmi la ramanzina ma io sono scappato e-» venne fermato dall’altro, che gli fece segno di calmarsi e smetterla di vomitare parole senza interrompersi nemmeno un attimo.

Calmatosi, sospirò pesantemente: «E, come se non bastasse, la mia videocamera è sotto il letto, e la live sta andando avanti da oltre due ore!» iniziò a piangere disperato «I miei utenti mi staranno maledicendo, sono un disastro! Un disastro! Volevo fare una diretta tranquilla, un semplice “FrostyJ risponde”, e invece no, NO!» crollò sul tavolo disperato e senza più speranza alcuna.

Sandy rimase a riflettere fra sé e sé qualche istante, poi fece comparire un punto esclamativo schioccando le dita e sparì dalla cucina: “Dove diavolo sta andando?”, si domandò il giovane guardiano, ma pensandoci bene decise che ulteriori domande -delle quali non era certo di voler avere la risposta- era meglio se evitava di farsele.

 

I suoi dubbi tuttavia vennero risolti dopo una decina di minuti, quelli dopo i quali Sandman ricomparve nella stanza facendogli segno di “ok” con una mano.

E sorreggendo la videocamera con l’altra.

La mente dello spirito dell’inverno affrontò diversi sentimenti nel giro di un nanosecondo: gioia nel rivedere il prezioso oggetto, commozione verso Sandy che era diventato il suo salvatore, paura per il guardare come fossero messe le statistiche, terrore quando aveva visto le presenze salite alla vertiginosa quota di 101mila, morte dell’animo umano unita a profondo senso di rassegnazione cosmica leopardiana nel leggere la chat piena delle peggio cose, oltre che delle interessanti collaborazioni richieste da canali dal nome alquanto ambiguo come “Vibratown”, “Dildopolis” o “Cumbox”, iddio.

Ancora sconvolto, sentì un vociferare sempre più forte provenire dal corridoio: all’inizio erano soli suoni confusi, poi erano sembrati assumere uno stampo più sensato, dopo era riuscito a distinguere parole come “lo appendo alla slitta”, “gli cavo i denti” e “prendo le sue uova di cioccolato e le incarto”, infine gli si erano parati davanti gli altri guardiani armati di sguardo truce e cattive intenzioni.

In quel momento, l’istinto da “fight-or-flight” di Jack Frost era venuto fuori.

In quel momento, FrostyJ si era buttato dalla finestra sparendo nella neve.

In quel momento, Sandy aveva finito il suo karkadè.

 

 

Non era facile continuare la diretta con tanto rumore di sottofondo, ma Jack stava cercando di dare il meglio di sé per i suoi utenti che -sexy shop a parte- sembravano essersi tranquillizzati insieme a lui:

«Vediamo un po’ di chi è la prossima domanda… ecco! Allora: Dina Mutand mi chied… in chat mi state dicendo che si chiama Mutan Dina, sì? Va bene, allora: Mutan Dina chiede “Quanto era lungo il vibratore che avevi infilato nel-» Jack si interruppe e sospirò fuori camera, avrebbe dovuto aspettarsi certe domande; passò oltre «La gentile Faccio P.P. chiede: “Dove hai comprato quella sciarpa?”» lesse euforico «Oh, carissima, ma te lo dico subito! Intanto ti saluto e grazie per la domanda, ero certo che qualcuno con del buongusto avrebbe notat-».

Seguirono nitriti.

Onyx entrò nell’inquadratura come se fosse a casa sua -che poi effettivamente lo era pure- leccando la videocamera, a nulla valsero i tentativi di spostare quel suo muso nero:

«Creati un canale tuo se proprio ci tieni, questo è il mio! Capito? Stupido cavallo, vattene! Vai via! Sciò!» cercò di farlo desistere, fingendo inoltre di non vedere l’ennesima richiesta di sponsor ambigua nel mentre, ma l’Incubo non intendeva spostarsi di un millimetro, complice il fatto che in TV c’era “Capitan America: Civil War” e lui stava cercando di fare il cosplay di Sam con Bucky sull’automobile.


«Sooo you waaanna plaaaay with maaagiiiiic?
Boy, you should know whatcha falling for!
Baby dooo yooouuuuu dare to dooo this?
Caaause I’m coooming atcha like a dark horseee!
Aaare you reeeaaaady for, reaaaaady fooor
A perfect stooooorm, peeerfeeect storm?
Cause ooonce you’reee mine, ooonce you’re miiiiiineeeeee
There’s no going back!»

 

Ecco, ci mancava Pitch Black che cantava mentre faceva la doccia, le cose non poteva andare peggio di così: tuttavia, se voleva essere il suo coinquilino aveva ben poco da lamentarsi, pena l’essere sbattuto fuori o -ancora peggio- essere costretto a tornare dagli altri guardiani a prenderne tante, ma tante, che ora che avrebbero finito non si sarebbero nemmeno più ricordati il motivo per cui lo stavano prendendo a botte.

Jack sopportava in silenzio, tutto sommato le discutibili doti canore di Pitch nei suoi video erano il minore dei mali, il problema vero era che Pitch stesso era che pure lui aspirava a diventare un moontuber con i fiocchi.

Letteralmente, dato che aveva un canale di beauty care da oltre 300mila iscritti.

E infatti pure l’Uomo Nero -meglio noto ai fans come “SweetiePitcheyPie”- stava facendo un video, per la precisione stava provando una crema depilatoria: Frost trovava agghiacciante la scena che aveva appena a qualche metro, quella di Pitch che parlava con la sua videocamera mentre si passava il rasoio sulle gambe con addosso un accappatoio bianco immacolato e delle pantofole a forma di unicorno.

Aveva tentato di non farsi vedere mentre lo guardava sconvolto, ma il re degli Incubi lo aveva già scoperto da un pezzo e intendeva coinvolgerlo nella sua, di live:

«Bene fragoline e fragolini, per oggi abbiamo finito con la nostra recensione giornaliera, ma prima di salutarvi un annuncio importante!» inquadrò Jack Frost cogliendolo alle spalle «Per il prossimo video avremo un ospite speciale, il nostro caro FrostyJ!» lo introdusse con ghigno malefico, ma fortunatamente per loro gli utenti non poteva vederlo «Si è offerto di partecipare ad una collaborazione che aspettavamo tutti con ansia da mesi, quella offerta dall’azienda “White Glory”, non siete entusiasti anche voi? Se sì, fatemelo sapere un bel “like” sotto al video, che ora vi saluto: unicorni fragolosi a tutti!”» chiuse la live soddisfatto per poi alzarsi e tornare in bagno.

Jack era pensieroso:

«Pitch, senti ma… di cosa si tratta, quel video che faremo insieme, intendo­» domandò incuriosito «Insomma, non ho mai sentito la “White Glory”, di cosa si occupano?»; l’Uomo Nero si girò sorridendo: «Ma di sbiancamento anale, ovviamente!», poi sparì nella doccia sulle note di “How bad can I be?”.

Un minuto dopo, Jack chiuse definitivamente il suo canale: che andasse a farsi fottere, Moontube.

O a farsi sbiancare l’ano, si intende.

 

 

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Angolino dell’autrice

 

Ehi gente, sono viva.

Il 9 agosto sono stati otto mesi che non pubblico nulla su EFP, l’ultima volta è stato il 9 dicembre, e non credo di avere giustificazioni per un periodo di attesa così immenso e credetemi, mi dispiace, mi dispiace tanto: non voglio fare troppi giri di parole per giustificarmi, ma a dicembre per me è iniziato un periodo particolarmente difficile da affrontare sul piano personale, non scendo nei dettagli ma in questi mesi avevo ben altro per la testa che la scrittura, e nemmeno questo è stato facile.

Ho tentato innumerevoli volte di tentare di scrivere qualcosa ma niente, è stata una brutta caduta verso l’abisso del blocco più totale, e se oggi ho pubblicato questa one shot è solo grazie a qualcuno che mi ha ripetuto per otto lunghi mesi che ero ancora capace di scrivere e non avrei dovuto aver paura di tornare in questo fandom: lo ammetto, sono terrorizzata all’idea di come possa essere stata presa la mia assenza ed il mio conseguente ritorno, soprattutto per chi aspettava -e spero aspetti ancora- che aggiorni “A song for a broken heart”.

Ve lo dico, quella fanfiction la continuerò, NON è stata abbandonata e NON ho nessuna intenzione di farlo, ma datemi tempo per riprendermi perché per quanto abbia scritto questa è stata più una cosa d’impulso, mentre una long richiede che i capitoli siano collegati fra loro: oggi è il mio ventesimo compleanno e volevo farmi un regalo riuscendo a pubblicare questa one shot volutamente disagiata e ci sono riuscita, ed è già tantissimo, è un inizio per la ripresa.

Quindi niente, spero di aver rassicurato chi attendeva rassicurazioni, e soprattutto spero che vi sia piaciuto questo rientro nei giochi (?) a base di uova, selfie-stick e karkadè, alla prossima :)

 Un ringraziamento speciale va a _Dracarys_, lei sa perché :3

   
 
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